Anatomia del Cuore PDF

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Università degli Studi del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro'

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anatomia del cuore anatomia umana cuore umano medicina

Summary

This document provides information about the human heart's anatomy, structure, and function. The text delves into the heart's position within the mediastinum, the differences between cardiac and skeletal muscle tissue, and the heart's observable characteristics. The document also discusses various anatomical aspects and measurements.

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Rimanendo sempre nel mediastino anteriore nella sua parte inferiore troviamo il pericardio, sollevandolo troviamo quello che è il vero organo cardiaco. Per quanto riguarda il tessuto muscolare cardiaco è approssimabile al tessuto scheletrico ma non è identico ad esso, poiché in entrambi troviamo...

Rimanendo sempre nel mediastino anteriore nella sua parte inferiore troviamo il pericardio, sollevandolo troviamo quello che è il vero organo cardiaco. Per quanto riguarda il tessuto muscolare cardiaco è approssimabile al tessuto scheletrico ma non è identico ad esso, poiché in entrambi troviamo delle striature non identiche tra loro: la striatura del tessuto muscolare scheletrico è estremamente ordinata a differenza del tessuto miocardico dove è presente una struttura sarcomerica ma l'ordine è differente; infatti, da un punto di vista istologico, non sono sovrapponibili. Da un punto di vista strutturale si approssima la muscolatura cardiaca alla muscolatura liscia, da un punto di vista funzionale è approssimabile come abbiamo visto al tessuto scheletrico. Esso è un muscolo involontario ecco perché molto simile alla muscolatura liscia. Il cuore presenta la forma di un cono appiattito in senso antero-posteriore, proprio per questo motivo guardando dal davanti verso il dietro la base si troverà dietro. Il cono appiattito poggia sulla cupola diaframmatica e l'asse del cono è orientato nel seguente modo: ovvero la base. parte posteriore, orientata verso l'alto ( a destra e posteriormente ), l'apice sarà diretto in basso a sinistra e anteriormente. Fin da subito capiamo che l'asse del cono non è verticale ma è un'asse che si approssima maggiormente ad una posizione orizzontale, per capire quindi la corretta posizione del cuore basta dire che esso si trova seduto sul diaframma: Sarà quindi seduto lungo un'asse orizzontale. Si riconoscono macroscopicamente due colori: Una rossastro-rosaceo che corrisponde al miocardio in sé quindi al tessuto muscolare Ed un colore bianco che corrisponde al tessuto adiposo Il tessuto adiposo è particolarmente rappresentato sulla superficie cardiaca ma lo troviamo anche in presenza di solchi quindi dove sono presenti delle profondità nella superficie esterna del miocardio. Per quanto riguarda le misure abbiamo la presenza di misure indicative che possono però variare da persona a persona che si ha davanti o al suo stato di salute, queste misure sono: larghezza: 10cm lunghezza: 10cm circonferenza: 10cm peso:275gr possiamo trovarci di fronte a delle disfunzioni legate al peso o alle dimensioni del cuore come l'ipertrofia presente soprattutto negli atleti. Altre variazioni legate al volume possono dipendere dalla differenza di sesso: infatti il cuore maschile è più grande rispetto al cuore femminile, inoltre è anche vero che la dimensione di un nostro pugno corrisponde alla dimensione del nostro cuore. Il cuore non è immobile, infatti la sua mobilità è dovuta alla mobilità del pericardio legato quindi ai punti di fissità col pericardio, tutti gli spostamenti sono assecondati dalla massa cardiaca, certamente il cuore si muove durante l'inspirazione insieme alla cupola diaframmatica, lateralmente vi è una minore disponibilità di spostamento verso destra e una maggiore libertà di movimento laterale sinistro accentuato dalla posizione in tale decubito del paziente. La mobilità può essere compromessa da uno stato infiammatorio con versamento quindi nella cavità pericardica, limitandone lo spazio ne limita di conseguenza la mobilità. Descrizione morfologica Il cuore presenta due margini: il margine acuto (parete ventricolare destra) che corrisponde al margine diaframmatico ovvero a quella parte che poggia sulla cupola diaframmatica, l'altro margine che si osserva è il margine ottuso (parete ventricolare sinistra ). Si riconoscono tre facce: Faccia sterno-costale: faccia anteriore; Faccia posteriore: base del cuore; Faccia diaframmatica: include il margine acuto Si riconosce un apice ovvero una punta posizionata sulla parte anteriore, spostata verso sinistra. Anatomia superficiale La studieremo usando i tre punti di vista ovvero le tre facce. In questo caso la faccia sterno-costale è abbastanza rappresentativa dove riconosciamo immediatamente la distinzione tra tessuto miocardico e tessuto adiposo che ci indica la presenza di solchi. Da questa veduta si individua un primo solco, il solco coronario cioè quel solco che superficialmente delimita la porzione atriale separandola dalla porzione ventricolare, vediamo anche l'atrio destro separato proprio dal solco coronario dal ventricolo destro. Altro punto dove il tessuto adiposo è particolarmente abbondante è il secondo solco: ovvero il solco interventricolare anteriore; esso ci permette di individuare superficialmente il punto che divide il ventricolo destro dal ventricolo sinistro. Il ventricolo sinistro, infatti, da una veduta anteriore è solo parzialmente visibile l'unica parte sempre visibile da questa veduta è la parte apicale (punta in basso). Tornando sull'atrio destro riconosciamo altri elementi dove si evidenzia un'estroflessione tissutale che prende il nome di: auricola destra, è un lembo tissutale mobile che emerge dall'atrio destro (ne vedremo pure uno appartenente all'atrio sinistro) che si va a riconoscere proprio grazie alla sua mobilità. Per quanto riguarda il ventricolo destro riconosciamo da una veduta anteriore: superiormente vediamo che è in continuità con uno dei grossi vasi tuttavia esso presenta una continuità anche col tronco polmonare attraverso una porzione chiamata cono arterioso che mette in continuità i due punti. Per il ventricolo sinistro si riconosce apice e margine ottuso, in questo caso superiormente al ventricolo sinistro si intravede l'auricola sinistra ma talvolta rimane nascosta, nel solco coronario e nel solco ventricolare anteriore decorrono i vasi coronarici principali. Sempre da questa veduta individuiamo come grossi vasi: la vena cava superiore e l'aorta; sempre da questa veduta non si può vedere l'origine né delle vene cave né dell'aorta poiché nascoste. Veduta posteriore Immagine solo didattica Immagine corretta: Dobbiamo quindi pensare che il cuore sia seduto sulla parte ventricolare, infatti la base del cuore sarà dove originano i grossi vasi. Alla base del cuore si distinguono le pareti atriali e i grossi vasi: per distinguere i due atri e importante tracciare le due vene cave ovvero la vena cava superiore e inferiore sono posizionante seguendo un asse tra loro. Sarà semplice trovare il punto dove la vena cava s. entra nell'atrio destro e inferiormente dove sempre la vena cava i. entra nell'atrio destro. Dopo aver trovato l'atrio destro dalla parete posteriore emerge l'auricola destra in cui una parte dell'estroflessione costituisce una parete del ventricolo, prosegue coprendo con l'estroflessione la parete anteriore dell'atrio. Di fianco all'atrio destro troviamo l'atrio sinistro anche questo non facilmente riconoscibile, qui terminano le vene polmonari che sono quattro ovvero 2 DX e 2 SX entrambe indicate come sup. e inf. Ciò che rimane tra le pareti delle vene è la parete dell'atrio sinistro, superiormente alla parte atriale si riconoscono altri grossi vasi ovvero le arterie polmonari sinistra e destra le quali sono in continuità con il tronco polmonare. Riconosciamo poi l'aorta che è quella che si pone più superiormente rispetto a tutti questi elementi vascolari : l'arco aortico scavalca la porzione interessata dalle arterie polmonari, ma per vedere la sua origine dobbiamo separare la porzione atriale, andare in profondità e ritrovare il suo punto di emergenza che è in continuità con il ventricolo sinistro. Per quanto riguarda altri elementi anatomici osservabili dalla base del cuore ritroviamo l'origine dell'auricola sinistra, che poi però è un po' nascosta perché si porta nella parte latero anteriore dell'atrio sinistro. Ciò che dalla base del cuore non riusciamo ad osservare correttamente è la faccia diaframmatica, cioè quella parte che abbiamo "seduto" per posizionare il cuore all'interno del mediastino. Faccia diaframmatica Guardando la faccia diaframmatica osserviamo prevalentemente le pareti del ventricolo sinistro e intravediamo la parete posteriore del ventricolo destro. La divisione superficiale tra i due ventricoli è macroscopicamente distinguibile, infatti ad indicarci quello che in profondità è il setto interventricolare abbiamo il solco interventricolare posteriore che si riconosce perché è riempito da abbondante tessuto adiposo e anche qui troveremo il passaggio delle principali arterie e vene coronariche. Struttura interna del cuore Se immaginiamo di applicare una sezione coronarica e di dividere il cuore in due parti, una anteriore e una posteriore, e immaginiamo poi ancora di togliere la parte anteriore e di osservare la parte posteriore da una veduta anteriore osserviamo le camere cardiache e le loro strutture. Partendo dall'atrio destro ritroviamo a terminare all'interno dell'atrio destro le vene cave superiore e inferiore. Se immaginiamo di porci all'interno dell'atrio destro e di osservare tutto ciò che riusciamo ad individuare da un punto di vista descrittivo anatomico. La prima cosa che vediamo è che le pareti atriali sono prevalentemente lisce tranne in alcuni punti : la discontinuità della parete atriale è ovviamente presente dove troviamo orifizi, quindi nell'atrio destro posteriormente ritroviamo superiormente e inferiormente gli orifizi per le vene cave. Quindi questa continuità strutturale dell'atrio con le vene cave è rappresentata dalla parete posteriore atriale. Sempre rimanendo all'interno dell'atrio, posteriormente e leggermente anteriore, spostato verso il setto interatriale troviamo l'orifizio del seno coronario che corrisponde al punto attraverso il quale il sangue refluo della circolazione coronaria torna e termina nell'atrio destro. Osservando meglio i due orifizi che trovo inferiormente (quindi quello della vena cava inferiore e quello del seno coronario) possiamo vedere che entrambi presentano delle estroflessioni tissutali, cioè delle valvole. Nello specifico è presente superiormente rispetto all'orifizio della vena cava inferiore la valvola di Eustachio, mentre a livello dell'orifizio del seno coronario troviamo la valvola di Tebesio. Questi lembi tissutali sono presenti solo nella parte inferiore, infatti superiormente non ne abbiamo bisogno poichè da un punto di vista emodinamico le valvole rendono il flusso unidirezionale e impediscono il ritorno refluo, quindi inferiormente queste due valvole evitano che a causa della gravità il sangue ritorni verso il basso quindi verso la vena cava inferiore o verso il seno coronario. Da un punto di vista funzionale in realtà la valvola di Eustachio sembra aver perso un po' la sua importanza in questo ruolo, ma sembra essere fondamentale durante la circolazione fetale. Durante la circolazione fetale è presente un punto di pervietà tra i due atri e il sangue può passare dall'atrio destro all'atrio sinistro, cosa che non può più avvenire dopo la nascita. Nel setto interatriale è presente infatti il foro di Botallo e da un punto di vista emodinamico sembra che il flusso interatriale sia favorito dalla presenza di queste valvole. Questa utilità poi si perde perchè il foro di Botallo dopo due o tre settimane dalla nascita si chiude poichè si instaura la doppia circolazione (polmonare e sistemica) e il foro dà origine, cicatrizzandosi alla fossa ovale. La fossa ovale è questa parte che possiamo osservare nel setto interatriale perchè rimane leggermente più sottile e leggermente più biancastra. Durante le due o tre settimane necessarie alla cicatrizzazione del foro di Botallo, una piccola parte di sangue può ancora andare dall'atrio destro al sinistro e crea una turbolenza percepibile e ascoltabile nei bambini appena nati. Osservando il punto in cui convergono le valvole di Eustachio e di Tebesio, la parete emerge un pochino ed è più resistente e dura: questa parte viene indicata come tendine di Todaro. Questo punto di repere viene a creare una parte triangolare formata dal tendine di Todaro, dal margine posteriore dell'orifizio della valvola atrioventricolare e dal margine superiore dell'orifizio del seno coronario. La punta di questo triangolo è un punto di repere : ci indica che lì troviamo il nodo atrioventricolare. Il nodo atrioventricolare è uno degli elementi che fanno parte del sistema di conduzione del cuore, ma macroscopicamente questi elementi non si possono osservare e ci servono perciò dei punti di repere per localizzarli. Nel caso del nodo atrioventricolare quindi il triangolo di Koch serve a trovare il suo punto di repere. Per quanto riguarda gli altri elementi del sistema di conduzione sappiamo che i punti dove sono presenti il nodo senoatriale e il nodo atrioventricolare la parete si inspessisce. La parete dell'atrio è liscia, ma se osserviamo verso l'auricola, quindi dove la parete laterale va a creare questa estroflessione, la parete atriale si fa via via più irregolare per la presenza di alcune estroflessioni tissutali che vengono chiamati muscoli pettinati che rivestono le pareti dell'auricola. Quindi l'unica parte in cui la parete si presenta regolare nella parte atriale è la parete auricolare.

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