Approcci alla Misura del Benessere Comune - PDF

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Questo documento discute diversi approcci per la misurazione del benessere, al di là del Prodotto Interno Lordo (PIL), esplorando le problematiche del PIL tradizionale, le alternative come l'Indice di Sviluppo Umano (ISU), e modelli di correzione ambientale.

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APPROCCI ALLA MISURA DEL BENESSERE COMUNE ALTERNATIVI AL PIL Non esiste un numero in grado di rappresentare il benessere. Vi è però un caso di misurazione del benessere che può essere sintetizzato in un solo numero → E’ l’ HDI (HUMAN DEVELOPMENT INDEX), in italia ISU (INDICE SVILUPPO UMANO)....

APPROCCI ALLA MISURA DEL BENESSERE COMUNE ALTERNATIVI AL PIL Non esiste un numero in grado di rappresentare il benessere. Vi è però un caso di misurazione del benessere che può essere sintetizzato in un solo numero → E’ l’ HDI (HUMAN DEVELOPMENT INDEX), in italia ISU (INDICE SVILUPPO UMANO). E’ un indice efficace e utile, ma povero dal punto di vista dei contenuti. E’ l'unico indice disponibile per pressoché tutte le nazioni al mondo. Viene calcolato dall’ ONU rappresenta un modo rapido ed efficace per mettere in riga tutte le nazioni, senza pretese di scendere nei dettagli ma dando una classifica delle varie nazioni con riferimento al fenomeno del benessere. L’ altro sistema di misurazione del benessere è il BES, dove ci sono oltre 180 indicatori disaggregati per 12 argomenti (lavoro, dimensione economica, tempo libero, salute istruzione ecc) Come, nel corso del tempo, gli studiosi hanno provato ad immaginare di ovviare alle debolezze certificate che caratterizzano il pil? 1. CORREGGERE IL PIL cercando di eliminare o quanto meno ridurre i suoi difetti, per farne un vero e proprio indicatore di produzione sostenibile (PIL verde → forma contratta per dire ‘pil corretto per tenere conto degli impatti ambientali delle attività di produzione’. Si avrebbe misura di una attività economica sostenibile. Il pil verde è troppo costoso e faticoso da calcolare in rapporto alla qualità del risultato che si riesce ad ottenere, ma per qualche cedendo ha rappresentato il terreno di approfondimento di tantissimi istituti di statistica. Esempio: qualche anno fa, sulle coste francesi della manica, naufragò una petroliera. Il naufragio provocò sversamento di tutto il serbatoio della petroliera, che ha rovinato decine di km di costa con impatti devastanti su flora marina e fauna. Per ovviare ai danni subiti dall'ambiente per questo disastro ecologico sono stati spesi tantissimi soldi, si sono svolte attività che erano specificamente dedicate alla soluzione di questo disastro ambientale. Il pil è aumentato per effetto di queste attività. C’è stato un depauperamento di flora fauna e capitale naturale. I soldi impegnati per riparare i danni provocati dal disastro ambientale avrebbero potuto essere usati per il sostegno di altre attività economiche. L’effetto di questo disastro economico è stato un peggioramento della situazione economica, invece il pil in questo caso registra aumento perché non tiene conto del depauperamento delle risorse naturali ma registra incremento delle attività economiche per ovviare al danno provocato. 2. BASARSI SU INDICATORI SOGGETTIVI del benessere complessivo (ala Easterlin, utilizzando sondaggi di opinione con domande rivolte a un campione di soggetti relative a vari aspetti che costituiscono il benessere) o di suoi aspetti specifici. 3. Costruire un indice globale/composito che sia alternativo al pil, che rifletta diversi aspetti del benessere, anche di tipo non materiale. L’unico tentativo che sembra aver avuto qualche successo perché continua ad essere usato e fornire interpretazioni interessanti è l’ISU (indice di sviluppo umano) o HDI. 4. Rinunciare alla costruzione di un solo indice globale per definire invece un sistema di indicatori specifici di diversi aspetti del benessere. Quindi Riconoscere la multidimensionalità del benessere, cioè il suo essere costituito di aspetti multiformi, diversi, e tenere conto in un sistema di indicatori piuttosto che di un unico indicatore. Ciascuno di questi approcci ha pregi e difetti APPROCCIO 1 - CORREZIONE DEL PIL PER IL DEGRADO AMBIENTALE Un possibile aggiustamento del PIL per tener conto almeno in parte del degrado ambientale potrebbe essere quello seguente: *Deprezzamento del capitale naturale → non preso minimamente in considerazione dal PIL. Ogni anno le falde acquifere e disponibilità di gas naturali nel sottosuolo diminuiscono. La capacità di riproduzione del suolo va diminuendo perché essa esaurisce la sua capacità riproduttiva per effetto di un consumo intensivo da parte delle nostre attività. Ogni anno il nostro patrimonio forestale diminuisce per le attività di deforestazione degli uomini. Tutte queste attività costituiscono un depauperamento del capitale naturale, non tenuto in considerazione dal pil. Questa è una definizione logica del pil verde. Il pil verde in alcuni periodi storici può essere negativo. L'attività economica dà un risultato non in grado di compensare i danni o i costi in termini ambientali che si sono dovuti sostenere per ottenere quel risultato economico. CORREZIONE DEL PIL PER IL DEGRADO AMBIENTALE: ALCUNE STIME PILOTA EFFETTUATE NEGLI ANNI ‘80. USA, 1984. Daly e Cobb (1989) hanno calcolato che: il costo dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e acustico è ammontato al 2.57% del PIL; la perdita di terreni agricoli e di zone umide è stata pari al 3,17% del PIL; la perdita di risorse non rinnovabili è stato in misura del 4,4% del PIL. Di conseguenza, il costo del degrado ambientale per quanto riguarda gli aspetti presi in considerazione è stato pari al 10,14% del PIL. Indonesia, 1971 - 1984 (Repetto et al., 1989). Secondo i conti ufficiali il tasso medio annuo di crescita nel periodo analizzato è stato del 7,1%; il tasso medio annuo di diminuzione del capitale ambientale, limitatamente a suolo coltivabile, foreste e petrolio, è stato del 4%. In base a questo parziale aggiustamento il tasso medio di crescita scende pertanto al 3,1% ed inoltre l'investimento netto per alcuni di questi anni risulta negativo. Ciò significa che l'economia è cresciuta a prezzo di una perdita della sua capacità produttiva. Messico, 1985. Van Tongeren et al. (1993) hanno stimato che: la perdita di riserve petrolifere e forestali è stata pari al 5,8% del PIN; il costo di una parte dell'inquinamento e di altri danni ambientali è stato uguale al 7,6% del PIN. Se si sottraggono queste due cifre dall'11,2% che rappresenta la quota del PIN dovuta all'investimento netto, si ha che l'investimento netto così corretto risulta negativo e pari a -2,2% in rapporto al PIN. "Un Paese potrebbe esaurire le sue risorse minerarie, abbattere le sue foreste, erodere le sue terre, inquinare le sue falde acquifere e cacciare la propria selvaggina e la propria fauna ittica fino alla loro estinzione, ma il reddito [misurato dalla contabilità nazionale] non verrebbe influenzato dalla scomparsa di queste risorse. (...) Il risultato può essere un guadagno illusorio di reddito ed una perdita permanente di ricchezza” Impiantare un sistema di misurazione che annualmente tenga conto di tutte le grandezze necessarie a misurare il deprezzamento del capitale naturale e depauperamento provocato dall'attività produttiva è impegno onerosissimo e che non ha ancora trovato una schematizzazione internazionale condivisa. In decenni di studio non si è ancora trovato uno schema contabile condiviso per inserire queste misurazioni. Vi sono dei tentativi ma L'approccio seguito dagli istituti di statistica che conferiscono nell eurostat è un approccio diverso da quello ad es.dell’Australia o degli Stati Uniti. Questo rende difficili i confronti. Questi sistemi di misurazione hanno come obiettivo principale quello di permettere una valutazione comparata di questi aspetti. FARE SLIDE DA 7 A 13 GENUINE PROGRESS INDICATOR (GPI) E’ una variante dell’ISEW introdotta da Cobb e Cobb (1994). Il GPI si distingue dall’ISEW in relazione ai tre seguenti punti: - utilizzo di nuove e più affidabili informazioni statistiche di base che in precedenza non erano disponibili; - sono stati rivisti i criteri di calcolo di diverse correzioni; - la disponibilità di nuove e più accurate informazioni statistiche ha permesso di tenere conto della perdita di tempo libero e della perdita di foreste primarie (quanto a sottrazioni) e del valore del tempo dedicato al volontariato (come nuova aggiunta). L’ immagine di progresso che è deducibile dai grafici del pil in termini reali per tutte le nazioni, viene notevolmente attutita (se non addirittura invertita in alcuni casi) se al posto di utilizzare L'indicatore pil pro capite in termini reali si utilizzano misure del pil corrette per tener conto dei danni ambientali e altri aspetti legati al tempo libero. Questo è un dato ormai acquisito, ma che non trova rappresentazione annuale all’interno di sistemi di contabilità. Al momento siamo ancora nella fase sperimentale. Solo che è ragionevole ritenere che questo approccio troppo costoso verrà abbandonato quasi sicuramente. COSE NON DETTE: Mentre il PIL p.c. ha segnato un andamento crescente durante tutto il periodo, passando dagli 11.672 dollari del 1950 ai 36.595 del 2004 e quindi triplicando in termini reali (il confronto è ai prezzi costanti del 2000), il GPI p.c. è cresciuto fino alla metà degli anni ’70 per poi stagnare su valori al di sotto dei 20.000 dollari. La forbice che si è creata da quel momento in poi rivela come negli anni successivi la crescita del PIL non abbia apportato benefici netti alla società, a causa del concomitante aumento degli effetti collaterali negativi connessi all’aumentata disuguaglianza, al degrado ambientale, alla perdita di tempo libero e all’enorme indebitamento estero contratto in gran parte per finanziare un’astronomica spesa militare. Questa analisi evidenzia e conferma come le politiche neoliberiste iniziate negli anni ’80 sotto la presidenza Reagan abbiano promosso un tipo di crescita che ha beneficiato esclusivamente gli strati più abbienti della società, mentre le esternalità negative hanno impedito un miglioramento per la maggior parte della gente. CONSIDERAZIONI CRITICHE SULL’ ISEW/GPI L’ISEW / GPI è frutto di un lavoro serio e accurato e rappresenta un valido strumento per rivelare in che misura lo sviluppo economico valutato tramite il PNL o il PIL sia reale e quanto sia invece illusorio. Nondimeno esso presenta anche alcune criticità che riguardano soprattutto la stima monetaria dei danni ambientali, per il fatto che non esiste uniformità di vedute su quali siano le procedure più idonee per ricavarla. Ciò dipende dall’intrinseca difficoltà di attribuire un valore monetario a beni e servizi ambientali esterni al mercato come ad es. la qualità dell’acqua, la biodiversità, la capacità di autoregolazione del clima e degli ecosistemi che sostengono la vita sul pianeta. - L’ISEW fa riferimento ad una sostenibilità di tipo debole In pratica si suppone che il capitale naturale sia perfettamente sostituibile con il capitale prodotto dall’Uomo. Ad esempio, un ettaro di foresta primaria sarebbe perfettamente rimpiazzabile da una piantagione di legname di uguale consistenza, ma anche dalla costruzione di un insediamento urbano nello stesso luogo o altrove. - Il concetto di sostenibilità forte, al contrario, postula che il capitale naturale non sia sostituibile con quello prodotto dall’attività umana. - L’ISEW tiene conto soltanto del degrado ambientale prodotto all’interno del paese e non di quello che l’attività economica interna causa ad altri paesi. Come conseguenza di ciò il benessere sostenibile misurato dall’ISEW, nei paesi sviluppati tende ad essere “gonfiato” dal fatto che questi tendono a: consumare prevalentemente materie prime importate dai paesi arretrati "commissionare"questi stessi le produzioni ad elevato impatto ambientale fino a trasportarvi, molte volte, più o meno illegalmente,rifiuti altamente nocivi. In conclusione le critiche incontrate da questo approccio e dal suo prodotto più avanzato che è l’ISEW /GPI sono numerose e in parte sicuramente fondate, soprattutto quelle formulate con atteggiamento costruttivo da parte di chi ricerca onestamente misure di benessere sempre più soddisfacenti ed è pienamente cosciente del fatto che i difetti del PIL, in confronto, sono assai più gravi e numerosi. (riprende qua il bro) INDICI COMPOSITI DI BENESSERE (APPROCCIO 3) L’ISU (INDICE DI SVILUPPO UMANO) delle Nazioni Unite è la misura più nota fra quelle che fanno capo a questo approccio. [acronimo anglosassone → HDI (HUMAN DEVELOPMENT INDEX)] Viene calcolato dall’ UFFICIO STATISTICO DELLE NAZIONI UNITE SULLA BASE DI DATI UFFICIALI DATI DAGLI ISTITUTI DI STATISTICA. E’ UN INDICE CHE PRENDE IN CONSIDERAZIONE 3 dimensioni del benessere. Dimensione salute dimensione economica dimensione livello di istruzione. 2 di queste 3 dimensioni non sono misurabili dal pil (salute e liv. Istruzione). Per ogni paese del mondo combina: per la dimensione salute, la speranza di vita alla nascita, come indicatore del benessere fisico; per la dimensione economica il PRODOTTO NAZIONALE LORDO pro capite (a PPA= PARITA’ POTERE ACQUISTO in USD, cioè dollari statunitensi), come indicatore del benessere economico; un indice di istruzione che ha 2 indicatori: - numero medio di anni di istruzione previsti (previsti per legge). É l’età della scuola dell'obbligo. Questo è un indicatore teorico. Per mitigare la debolezza di un indicatore che dice semplicemente quale è l’età per cui bisogna andar a scuola per obbligo legge, viene considerato anche - numero medio di anni di istruzione effettivi che tiene conto anche di coloro che abbandonano la scuola prima. In teoria si potrebbero aggiungere anche altri indicatori (ad es. riferiti all’ambiente), ma si rimane ai tre suddetti perché solo per questi si hanno i dati di tutti i paesi del mondo CALCOLO DELL’ISU C’è il problema della riduzione ad unica unità di misura, perché ciascun indicatore è espresso in unità di misura diverse: PNL p.c espresso in dollari Speranza di vita espressa in anni vissuti Indice di istruzione espresso in anni di studio Per poterli combinare insieme algebricamente (AGGREGARLI) ed elaborarne una media è necessario che questi indicatori vengano resi ADIMENSIONALI (privi dell'unità di misura) attraverso un processo di normalizzazione. Per ‘normalizzazione’ si intende il processo che trasforma indicatori espressi in una certa unità di misura in NUMERI PURI, ADIMENSIONALI. Per fare ciò bisogna individuare per ogni indicatore il valore minimo e massimo. Nell’ultima revisione metodologica, i valori minimi e massimi sono stati stabiliti ‘’a tavolino’’ dagli esperti dell’ UNDP. DIMENSIONE INDICATORE MIN. MAX. salute Speranza di vita 20 85 istruzione Anni attesi 0 18 Anni medi 0 15 Tenore di vita RNL p.c 100 75.000 $ a PPA 2011 per la speranza di vita (dimensione salute) i min e max sono 20 e 85. 20 vuol dire che gli esperti delle nazioni unite ritengono possibile che in alcune nazioni c’è speranza di vita alla nascita di 20 anni. 85 è un dato che è aumentato ad es. In Giappone. Indicatore economico Minimo è 100 dollari all anno 👀 Max è 75 mila dollari per i paesi più ricchi (Stati Uniti, Norvegia). CE TANTISSIMA SPROPORZIONE TRA MIN E MAX !!!! NORMALIZZAZIONE DEGLI INDICATORI Per ciascun indicatore il valore x osservato in ciascun paese viene relativizzato (o normalizzato) nel seguente modo: Per ogni nazione l’indice relativo alla dimensione di interesse è dato dal valore dell'indicatore (ad es aspettativa di vita alla nascita) meno il minimo dell'indicatore, diviso il massimo meno il minimo. In questo modo, ognuno dei tre indicatori così trasformati viene ad avere il medesimo intervallo di variazione. Questo indicatore è sempre positivo, può arrivare fino a 0 ma non sotto. Varia tra 0 e 1. Al denominatore max -min é sicuramente positivo. Numeratore positivo Denominatore positivo → risultato sicuramente positivo. Il valore che caratterizza un certo paese viene trasformato in un numero compreso tra 0 e 1 Il paese migliore rispetto a un indicatore viene ad avere un punteggio pari a 1 (per quell’ indicatore) il paese Peggiore un punteggio pari (o prossimo) a 0. Vediamo come si normalizza la Speranza di vita (SV): L’ISTRUZIONE NELL’ ISU L’indice di istruzione (IST) è un indice composito di due indicatori: N. anni di istruzione mediamente svolti (AM) N. anni previsti mediamente dal sistema scolastico (AP) Si normalizzano AM e AP si prende la media aritmetica dei due indici precedenti: La media è sempre un valore centrale tra min e max. L’ indicatore ottenuto come media aritmetica di due indicatori normalizzati è compreso tra zero e 1. IL REDDITO NELL’ ISU A partire dal Rapporto sullo Sviluppo Umano del 2010, il RNL p.c. viene preso in termini logaritmici, in considerazione del fatto che la funzione di utilità del reddito è concava. In questo modo si ha una trasformazione che non risente di valori estremi e quindi si riescono a contenere, dal punto di vista del calcoli, differenze marcatissime tra paesi più ricchi e più poveri. Il riflesso pratico di questa scelta è essenzialmente quello di ridurre il peso del reddito rispetto alle altre componenti dell’ISU. CALCOLO DELL’ ISU Infine i tre indici normalizzati relativi alla speranza di vita (IAV), al PNL p.c. (IR) e all’istruzione (IST) vengono combinati mediante la MEDIA GEOMETRICA SEMPLICE DEI TRE INDICATORI NORMALIZZATI DI ISTRUZIONE, TENORE DI VITA E SALUTE. SI OTTIENE L’ISU Quindi il benessere si può misurare o no? L’approccio del pil verde e l'approccio soggettivo (con indagini campionarie) sono interessanti dal punto di vista delle ricerche, ma lo sono meno dal punto di vista della produzione corrente di statistiche ufficiali che deve avvenire ogni anno, e quindi deve far riferimento a una procedura standardizzata, riproducibile e indipendente dall’ equipe che svolge i calcoli. Gli studi scientifici hanno come caratteristica di giovarsi molto delle capacità dei singoli gruppi di ricercatori, quindi si prestano poco a diventare patrimonio dell’ attività produttiva corrente degli studi di statistica. Il pil verde quindi è stato oggetto di particolare interesse per qualche decennio, ma ormai lo si sta abbandonando perché molto costoso e dispendioso rispetto ai guadagni informativi che riesce a fornire. Gli indicatori di benessere di tipo soggettivo alla Easterlin attraverso indagini campionarie sono interessanti, ma i campioni devono essere piuttosto grandi per poter rappresentare un risultato riferibile a una unica nazione e non riescono a cogliere aspetti peculiari del benessere che non sono colti dagli individui, che per motivazioni psicologiche hanno una tendenza a sottovalutare i miglioramenti e sopravvalutare i peggioramenti. Allora a questo punto non restano come proposte di misurazioni praticabili in maniera corrente le 2 citate prima: - Un indicatore sintetico: ISU o HDM sviluppato dalle nazioni unite e calcolato dal suo ufficio statistico. Prende in considerazione 3 aspetti: salute, tenore di vita e istruzione, che certamente non sono tenuti in considerazione nel pil. - Un sistema di indicatori L'obiettivo è quello di un solo numero, con cui fare una classifica tra le varie nazioni. Per ottenere questo unico numero bisogna normalizzare gli indicatori di ciascun aspetto. La normalizzazione avviene così: 1. Fissato valore min e max entro cui indicatore del fenomeno deve stare. 2. Formula 3. Risultato: numero compreso tra 0 e 1, PRIVO DI UNITA’ DI MISURA. Per L'istruzione si fa media aritmetica. Il risultato che si ottiene è un Numero compreso tra 0 e 1. Tanto più il Valore è Vicino a 1= tanto maggiore sarà livello di benessere della nazione Tanto più il Valore è Vicino a 0= tanto minore sarà livello di benessere della nazione Si può mettere in ordine in una classifica le varie nazioni SITO HDI VEDI GRAFICO COLORATO Human Development Index Il paese con maggior benessere è San Marino. ESEMPIO DI CALCOLO CON I DATI DELL ITALIA I dati necessari son 4, anche se gli ambiti trattati dall’ ISU sono 3. Questo perché per L'ambito istruzione si considerano due indicatori. SPERANZA DI VITA IST. ANNI MEDI IST. ANNI RNL p.c PREVISTI 83,3 * 10,9* 16,3* 33.573 ** *dati riferiti al 2015, **dato riferiti al 2001 Per il calcolo dell’ ISU si normalizzano tutti gli indici per ottenere dei numeri puri, adimensionali (indipendenti dall'unità di misura) compresi tra 0 e 1. I (AM) e I (AP) va fatta la media aritmetica → e si ottiene I (IST) Media geometrica è una radice alla potenza pari al numero degli elementi del prodotto. DAL RAPPORTO SULLO SVILUPPO UMANO,2018 (dati riferiti al 2017) L’Italia figurava al 28esimo posto nel 2017, in discesa rispetto agli anni precedenti. Nella parte a dx della tabella sono paesi dell'Africa subsahariana, regione che più soffre. Ricordati di vedere come si colloca l'italia ora in riferimento all'aspettativa di vita, al reddito pro capito e all'istruzione. PREGI E DIFETTI DELL’ APPROCCIO 3 PREGI Il pregio fondamentale è la sintesi, ovvero la possibilità di tenere conto di dimensioni diverse del benessere fornendo una misura globale espressa in un singolo valore. L’ isu da un numero come sintesi del benessere del paese → riesce a catturare l'attenzione dell'utente e trasmettere rapidamente una informazione. DIFETTI sono quelli tipici della misura dei fenomeni sociali - Arbitrarietà della scelta degli indicatori da combinare insieme; l’inserimento di un indicatore in più rivoluzionerebbe la classifica… questo evidenzia la fragilità dell indicatore e rende chiaro perché a differenza del pil, per questi indicatori è essenziale accompagnare il dato stimato con una ricca documentazione informativa, cosiddette meta- informazioni, in cui si spiega come il dato numerico viene ottenuto. - Arbitrarietà del procedimento matematico con cui i diversi indicatori vengono combinati insieme; - Questione dei pesi: dare a tutti gli indicatori la stessa importanza o un peso diverso a ciascuno (e in base a quali criteri?). La scelta è inevitabilmente arbitraria. Si utilizza infatti la “Media geometrica semplice” → a tutti gli elementi che entrano nel calcolo viene assegnata la stessa importanza. Vuol dire assegnare a priori la stessa importanza a fenomeni che potrebbero essere percepiti in maniera profondamente diversa. Non c’è un sistema di ponderazione. Non si dispone di un criterio riproducibile, condivisibile da molti, applicabile a questa situazione. La scelta quindi è assegnare a tutti gli ambiti uno stesso peso, in quanto le medie semplici sono considerate dei ragionevoli aggregatori di informazioni. SISTEMI DI INDICATORI DI BENESSERE E DI SVILUPPO SOSTENIBILE (APPROCCIO 4) E’ l’approccio che viene preferito a livello istituzionale. Sistemi di questo tipo sono stati sviluppati dalle Nazioni Unite, dall’OECD, da singoli paesi e perfino da singole regioni o città in varie parti del mondo. In linea con quanto indicato dalla Commissione Brundtland (WCED, 1987), questi sistemi comprendono indicatori riferiti alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: ambiente, economia e società alle quali sempre più spesso viene aggiunta una quarta dimensione, denominata istituzioni. SISTEMI → vuol dire che, già dal modo in cui l'argomento viene reso noto, non si fa più riferimento a una procedura di misurazione che darà luogo a un numero, ma faremo riferimento a una metodologia che produrrà un sistema di indicatori, cioè una raccolta di indicatori. Questa è la prima fondamentale considerazione. ALLA DOMANDA ‘COS’ É IL BES?’ Bisogna rispondere: il bes è un SISTEMA DI INDICATORI, mentre isu è un indicatore. Sistemi di questo tipo sono stati sviluppati da varie organizzazioni internazionali, soprattutto dalla OECD, organizzazione per lo sviluppo economico, che comprende i 40 paesi più industrializzati del mondo, ha sede a Parigi. GLI ISTITUTI SOVRANAZIONALI sono interessati ad avere elementi quantitativi per valutare comparativamente il benessere degli stati membri e per avere un quadro a livello mondiale. Uno dei riferimenti chiave per la definizione di benessere è il protocollo che prende nome di sviluppo sostenibile. Nel 2015 le Nazioni Unite hanno adottato una lista di obiettivi nell’ambito di una nuova Agenda di sviluppo sostenibile che mira a eliminare la povertà, proteggere il pianeta e assicurare prosperità per tutti. Il proposito dichiarato è di raggiungere questi obiettivi entro il 2030. Per poter raggiungere questo scopo, è indispensabile il contributo di tutti i soggetti coinvolti: Governi, società civile, settore privato e comuni cittadini. Su questi slogan c’è stato l'accordo di tutti i governi del mondo. Nessuno ha obiettato sul fatto che questi elementi devono essere raggiunti entro il 2030. sono chiamati infatti AGENDA 20-30 Tra 2015 e 2030 ci sono una serie di MEETING intermedi in cui vengono valutati gli stati di avanzamento quanto al raggiungimento dei vari singoli obiettivi. OBIETTIVO DESCRIZIONE goal 1 Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo goal 2 Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile goal 3 Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età goal 4 Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti. goal 5 Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. goal 6 Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. goal 7 Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici affidabili, sostenibili e moderni. goal 8 Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti. goal 9 Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile. goal 10 Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le nazioni goal 11 Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili goal 12 Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo goal 13 Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico goal 14 Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile goal 15 Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre goal 16 Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile goal 17 Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile SI TRATTA DI UN ORDINE SOSTANZIALE, IN BASE ALL'IMPORTANZA. TRAGUARDI E INDICATORI PER GLI SDG I 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile sono declinati in 169 traguardi che indicano le azioni specifiche da intraprendere per conseguire ciascun singolo obiettivo. Esempio. Per quanto riguarda l’obiettivo di eradicare la povertà estrema, uno dei traguardi è quello di azzerare il numero di persone che vivono con meno di 1.9 $ al giorno (Meno di 60 dollari al mese). Il perseguimento degli obiettivi è monitorato e verificato tramite una serie di indicatori definiti dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite (ONU) Agli Stati membri si chiede di rendere conto delle azioni positive poste in essere per il raggiungimento dei singoli traguardi. Oltre a questo viene chiesto agli Stati membri di tradurre il risultato dell'operazione in indicatori. Quindi: Per quanto riguarda l’Unione europea, tali indicatori vengono prodotti sia dagli istituti di statistica dei paesi membri che da Eurostat (Questo stabilisce la connessione tra istituto statistico europeo e istituti statistici nazionali. Ci sono regolamenti stabiliti a livello europeo a cui gli istituti di statistica nazionale devono attenersi). mentre per l’Italia Gli indicatori necessari per monitorare il raggiungimento dei traguardi appartenenti a diciassette ambiti sono prodotti dall'Istat e coincidono, in molti casi, con indicatori BES. DUE OSSERVAZIONI CRITICHE Questi obiettivi per quanto assolutamente condivisibili appaiono purtroppo assai difficili da conseguire senza mettere in discussione almeno due punti fondamentali: i. il dominio pervasivo dell’ideologia neoliberista che fa del mercato una sorta di divinità, legittimando la prevaricazione dei più forti su tutti gli altri; ii. l’eccesso di competizione e imperialismo a livello geopolitico (anch’esso collegato all’ideologia neoliberista) che è causa di devastanti guerre, e del continuo aumento delle spese militari che sottraggono immense risorse al benessere dei popoli. SDG E SPESA MILITARE MONDIALE La spesa militare mondiale sta accelerando: in un anno è cresciuta del 3,6% in termini reali, arrivando nel 2019 a quasi 2.000 miliardi di dollari. LE 3 NAZIONI CON LA MAGGIORE MILIARDI DI USD-2019 SPESA MILITARE USA 732 * CINA 261 RUSSIA 65 * Tale cifra rappresenta solo il budget del Pentagono. Se a questa si aggiungono altre voci di spesa collegate, come quelle delle agenzie di intelligence, la spesa militare reale degli Stati Uniti viene a superare i 1.000 miliardi di dollari annui. IL SISTEMA DI INDICATORI BES ISTAT, 2013 Il BES nasce nel 2013 in Italia. È l’acronimo di benessere equo e sostenibile Alcuni lo chiamano benessere etico e sostenibile MAI BENESSERE ECONOMICO SOSTENIBILE!!! Il BES è un progetto congiunto di istat e CNEL. Sistema di indicatori relativi a diverse dimensioni del benessere e dello sviluppo (inteso come aumento del benessere o progresso) del Paese. il CNEL è un istituto con valenza costituzionale (è previsto dalla costituzione). Ci fu un referendum per abolire il CNEL (per risparmiare perchè costi troppo alti secondo alcune persone sostenuti dallo Stato per sostenere il Cnel) e la maggioranza ha votato sì, di abolirlo. Ma essendo un organismo previsto dalla costituzione il referendum fu inutile. Per abolire il cnel bisogna cambiare la costituzione. Inizialmente il luogo del CNEL era pensato come punto di incontro del governo, di associazioni di categoria, dei sindacati. Ha interloquito con l'istat per sviluppare una serie di indicatori. Il CNEL ha rappresentato il luogo in cui i vari portatori di interesse partecipavano alle riunioni ad es. sindacati, rappresentanti dell'industria di commercio/ agricoltura/ artigianato. Studiosi ed esperti della materia hanno discusso per sviluppare questo sistema di indicatori relativi a diverse dimensioni del benessere e dello sviluppo. Si parte dalla considerazione che il tema della misurazione del progresso si articola in due fasi: i) Fase politica →scelta degli aspetti del benessere su cui concentrarsi; ii) Fase tecnico–statistica → misurazione dei suddetti aspetti. Mentre il livello tecnico-statistico è di esclusiva competenza dell’Istat, la scelta degli aspetti rilevanti del benessere è stata realizzata congiuntamente dal Cnel, da rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e del terzo settore, e dallo stesso Istat. E’ interessante il fatto che oltre agli esperti si siano interpellati in qualche modo anche i comuni cittadini: i) inserendo nell’indagine multiscopo dell’Istat un insieme di quesiti in cui gli intervistati dovevano indicare quali aspetti ritenevano più importanti per la vita con riferimento al benessere; Più precisamente ai cittadini selezionati per far fare del campione veniva somministrato un questionario con una serie di domande. ii) istat ha creato un sito web (www.misuredelbenessere.it) in cui chi voleva poteva esprimere la sua opinione sugli aspetti rilevanti del benessere. C’è stato un impegno da parte delle autorità competenti di intervistare e interrogare i cittadini. Sono stati all'epoca individuati 134 indicatori raggruppati in 12 domini. 1. SALUTE 7. SICUREZZA 2. ISTRUZIONE 8. BENESSERE SOGGETTIVO 3. LAVORO E CONCILIAZIONE DEI 9. PAESAGGIO E PATRIMONIO TEMPI DI VITA CULTURALE 4. BENESSERE ECONOMICO 10. AMBIENTE 5. RELAZIONI SOCIALI 11. RICERCA E INNOVAZIONE 6. POLITICA E ISTITUZIONI 12. QUALITA’ DEI SERVIZI L’ordine con cui i vari ambiti compaiono nella lista non è casuale né alfabetico, ma è un ordine di importanza percepita e dichiarata da tutti i rappresentanti degli enti che caratterizzano la realtà italiana. Il benessere economico (lavoro, decoro, dignità, qualità del lavoro, disponibilità del tempo libero ecc. e il rapporto tra tempo dedicato al lavoro e tempo dedicato alla cura della persona) è al 4 posto. Verso un superamento dell’approccio economicista alla politica? Dal 2016, con l’approvazione della legge 163 del 2016, il BES ha assunto un ruolo ESPLICITO (perché il bes fa fatica ad affermarsi come faro di guida per la politica italiana) nel processo di programmazione e monitoraggio delle politiche economiche. La legge prevede infatti che il cosiddetto DEF (Documento di Economia e Finanza) debba essere integrato da una relazione contenente l’andamento recente di una selezione di indicatori BES ed una previsione dell’impatto sugli stessi delle politiche economiche proposte. L’iniziativa è da vedere in senso positivo, ma se non sarà accompagnata da una reale volontà politica rimarrà confinata al piano puramente formale. Il DEF è redatto a maggio di ogni anno (Questo spiega perché il rapporto del bes viene pubblicato dall'istat solitamente nel mese di maggio). FARE SLIDE 46-47-48 (SLIDE 46: Il rettangolo completo è l’età media sia femminile che maschile. Prima di noi x le femmine ci sono spagna e francia. Grafici di questo genere danno il senso di una dimensione del benessere, quella della salute, che è molto importante. I dati sono del 2018 ma si riferiscono al 2017. Il DISCRIMINE è il rettangolo verde (UE) → finalità di collocare visivamente l’Italia nella parte buona,positiva, oppure nella parte negativa. Nel primo caso trarremo considerazioni positive, mentre nel secondo caso delle considerazioni negative quindi bisogna pensare a come intervenire per far in modo che L’ Italia si sposti da una situa inferiore alla media a una situa superiore alla media. (SLIDE 48: Altri indicatori che riguardano il benessere soggettivo, rilevati dall'istat attraverso un campione intervistato). BES - INDICI COMPOSITI L’Istat costruisce anche indici compositi per ciascun dominio al fine di sintetizzare l’informazione fornita dai diversi indicatori. 9 domini sono rappresentati ciascuno da un solo indice composito, mentre i 3 seguenti sono rappresentati da due indici compositi ciascuno: DOMINIO INDICI COMPOSITI Lavoro e conciliazione dei tempi di vita 1. Occupazione 2. Qualità e soddisfazione del lavoro Benessere economico 1. Reddito e disuguaglianza 2. Condizioni di povertà sicurezza 1. Omicidi 2. Criminalità predatoria non sono indici aggregati totali, non esiste un indice bes, ma sono indici compositi che provano a sintetizzare in un numero (per qualche singolo ambito) la situazione fornita dai diversi indicatori che formano quell'ambito. Il benessere invece non è nient'altro che un insieme di sfaccettature di ambiti che tra loro possono essere diversi, all’interno di un singolo ambito i fenomeni misurati sono omogenei tra loro quindi L'istat propone di calcolare degli indici compositiva. Questi indici compositi sono frutto di una riflessione metodologica ancora in atto. PREGI E DIFETTI DEI SISTEMI DI INDICATORI PREGI - Sono in grado di fornire un ampio spettro di informazioni dettagliate con la possibilità di raggruppare gli indicatori in temi o domini distinti. - Si hanno informazioni dettagliate per ogni aspetto specifico del benessere/sviluppo. - Non si cade nell’arbitrarietà di come combinare tra loro indicatori diversi. - Se vengono calcolati anche indici compositi, come nel BES, essi servono solo a sintetizzare l’informazione nell’ambito di domini separati. Si evita di costruire un indice composito globale (mettendo insieme gli indicatori di domini diversi). DIFETTI - Il difetto principale è la Mancanza di sintesi. - Questi quadri articolati, composti da molti indicatori, ben si prestano alle esigenze degli studiosi che necessitano di informazioni dettagliate, ma vi è poca speranza che essi vengano letti e compresi dai comuni cittadini e dai politici, che dedicano poco tempo a tali questioni e preferiscono informazioni molto (spesso eccessivamente) sintetiche. - Rimane un po’ di arbitrarietà nella scelta degli indicatori. ogni anno bisogna monitorare il processo di misurazione. DA SLIDE 52 A 81 (non fatte dal prof)

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