Gioco Socialmente Responsabile PDF
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Università San Raffaele
Mario Bellucci
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This document presents a lesson on a socially responsible game, offering insights into the philosophy of the JOM method. It discusses the importance of play in child development and education.
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Docente Mario Bellucci Lezione Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM Mario Bellucci Fonte: C. Pesce, R. Marchetti, M. Bellucci, I. Masci, Giocosamente: storia di un progetto...
Docente Mario Bellucci Lezione Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM Mario Bellucci Fonte: C. Pesce, R. Marchetti, M. Bellucci, I. Masci, Giocosamente: storia di un progetto nato per gioco. Un gioco socialmente responsabile, Strength & Conditioning. Per una scienza del movimento dell’uomo, Anno IV - Numero 14, Ottobre-Dicembre 2015, pp. 73-79 Premessa 1/2 Per la prima volta ci presentiamo, onorati dell’invito a farlo, su questa bella rivista dedicata al movimento – espressione della forza muscolare – e all’allenamento - non della macchina muscolare, ma dell’uomo. Ci presentiamo quindi a lettori che hanno scelto di essere affidatari di un allenamento inteso come stile di vita e di etica. Mestiere complesso che richiede sapere, saper fare e saper essere. Riteniamo che per svolgere questo mestiere occorra costruire ponti – almeno due tipi di ponte - ed avere il coraggio di fare un’incessante spola su di essi. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 2 di 29 Mario Bellucci Premessa 2/2 Il primo tipo di ponte è quello che ci consente di partire dalle evidenze scientifiche per arrivare alla loro applicazione, come anche di partire da un’esigenza emergente dal campo per individuare linee di ricerca con le quali rispondere scientificamente a quel bisogno concreto. Purtroppo le evidenze scientifiche, troppo spesso parcellari e iper-specialistiche, fanno perdere di vista ‘l’uomo’ con cui abbiamo a che fare quando alleniamo, per cui difficilmente riusciamo a coglierne i risvolti applicativi e preferiamo rimanere ancorati alle prassi consolidate, senza cercare di ‘andare al di là’. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 3 di 29 Mario Bellucci Il secondo tipo di ponte è quello che dobbiamo percorrere quando alleniamo l’uomo in crescita: vi chiediamo di accompagnarci nel nostro via-vai tra l’attività strutturata di allenamento e il gioco di movimento. Questo percorso da un lato ci consente di appurare che non c’è soluzione di continuità fra gioco e allenamento strutturato. Dall’altro ci permette di andare al di là del modello a ‘2F’ (Fitness & Fatness) delle attività motorie per bambini, mirato solo a renderli fisicamente efficienti e a contrastarne il sovrappeso, per proiettarci verso un modello che aggiunge ‘3A’: Attention, Affiliation e Affect (Burdette et al., 2005). Vi presentiamo un progetto concreto nato ‘per gioco’, perché è appunto con i giochi di movimento che miriamo ad allenare i bambini non solo nel fisico, ma anche nel dominio cognitivo (Attention), sociale (Affiliation) ed emotivo (Affect). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 4 di 29 Mario Bellucci Per allenare l’uomo partiamo dal diritto al gioco del bambino 1/2 Non siamo certamente né i primi, né gli ultimi che dichiarano di voler sposare un modello olistico di allenamento dell’uomo. La differenza sta nel fatto che il nostro progetto non si ferma all’ispirazione di un’idea. È stato creato, implementato, messo alla prova scientificamente con un biennio di ricerca ed è ora pronto per tradursi in azioni sostenibili anche in contesti diversi da quello in cui è nato. Questo progetto, denominato Joy of Moving, esemplifica concretamente il percorso sui due ponti: partendo da un’esigenza del territorio, abbiamo costruito e sottoposto a verifica scientifica un metodo di allenamento olistico dei bambini fondato sui giochi di movimento. Per creare questo progetto, abbiamo preso le mosse dal diritto del bambino al gioco (Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, United Nations Commission on Human Rights, 1959, principio n. 7) ispirandoci, concettualmente ed operativamente, alle parole chiave contenute in un Commento Generale (n. 17) del Comitato sui Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite (United Nations Committee on the Rights of the Child, 2013): ‘attività strutturate’, ‘gioco spontaneo’, ‘creatività’. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 5 di 29 Mario Bellucci Per allenare l’uomo partiamo dal diritto al gioco del bambino 2/2 Infatti, il metodo educativo che abbiamo sperimentato è centrato sul gioco deliberato (Coté & Hay. 2002), una forma organizzata di attività motoria ludica e creativa, supervisionata e con regole, ma molto variabile e adattabile, che getta un ponte fra il gioco spontaneo del bambino e l’attività sportiva strutturata del ragazzo. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 6 di 29 Mario Bellucci Il gioco di movimento: un diritto del bambino, una responsabilità degli adulti 1/2 Il progetto Joy of Moving è un tassello che trova la sua collocazione all’interno del contesto di allarme sociale per la salute dei bambini sedentari e sovrappeso. A livello europeo, ci sono due importanti documenti strategici, i cosiddetti ‘libri bianchi’ sullo sport e sull’obesità (European Commission 2007a,b), che indicano l’esigenza di costruire politiche multisettoriali per riuscire a contrastare i trend negativi di sedentarietà e sovrappeso, la cui soluzione si può trovare solo sui punti di intersezione fra ambiti di competenza di diversi settori (Cavill et al., 2006). Esistono infatti appelli mondiali ad agire collettivamente per promuovere l’attività fisica per la salute in documenti, come la Carta di Toronto, rivolti a diversi attori: amministrazione pubblica, società civile, istituzioni accademiche, associazioni private, semplici cittadini (Global Advocacy Council for Physical Activity, 2010). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 7 di 29 Mario Bellucci Il gioco di movimento: un diritto del bambino, una responsabilità degli adulti 2/2 Anche le aziende possono partecipare ad azioni multisettoriali di promozione dell’attività motoria e sportiva, attraverso opere di Responsabilità Sociale di Impresa (Corporate Social Responsibility, CSR) (Leone et al., 2015). L’azienda Ferrero, nell’ambito di uno dei suoi quattro pilastri della responsabilità sociale (Kinder+- Sport) che si occupa di promuovere lo sport a tutti i livelli – anche quello Olimpico, ha scelto di sostenere il progetto Joy of Moving per garantire fin dall’infanzia una socializzazione sana e gioiosa allo sport. Questo progetto riflette i valori del patto sociale che la Ferrero ha nei suoi ‘geni’, in quanto è finalizzato a contribuire al concreto e sostenibile radicamento nella comunità locale di azioni dedicate ai bambini. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 8 di 29 Mario Bellucci Il gioco per tutti, lo sport per tutti 1/3 All’inizio di questa sfida ci siamo chiesti: come può il settore privato ed in particolare l’industria entrare nel mondo dei bambini ed offrire spazi e modi per consentire loro di fare attività fisica per la salute e, al contempo, di godere del diritto di giocare? La chiave di volta che abbiamo scelto sono i giochi di movimento, progettati in modo che su di essi convergano, catalizzate dalla partecipazione dell’industria, tutte le agenzie educative: scuola, mondo dell’avviamento allo sport, genitori, in concerto con Enti locali e Regione. Benché i giochi di movimento combinino in sé gli aspetti educativi e ludici con un impegno fisico da moderato a vigoroso (moderate-to-vigorous physical activity, MVPA), il loro valore per la promozione della salute è stato per lungo tempo ignorato (Pellegrini & Smith, 1998). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 9 di 29 Mario Bellucci Il gioco per tutti, lo sport per tutti 2/3 Anche per quanto riguarda la prevenzione ed il trattamento del sovrappeso in età pediatrica (Summerbell et al., 2005), prevale l’attenzione alle attività di tipo strutturato, che non sono sufficienti per coprire il fabbisogno di movimento dei bambini. Quindi al gioco di movimento non viene ancora riconosciuto il ruolo fondamentale che può avere per la promozione della salute (Barron, 2013). La nostra scelta, che crea pari opportunità di gioco attivo per i bambini, si allinea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS dichiara infatti che occorre evitare di dare priorità agli investimenti per lo sport di vertice a discapito delle opportunità per sostenere lo sport per tutti e critica la convinzione consolidata – ma non fondata – che facendo maggiori investimenti nello sport di alto livello si possa attrarre la gente comune non solo verso lo sport-spettacolo, ma anche verso la partecipazione attiva (World Health Organization Europe, 2011). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 10 di 29 Mario Bellucci Il gioco per tutti, lo sport per tutti 3/3 Infatti, una delle responsabilità primarie di chi lavora nello sport è quella di fornire, già a partire dall’avviamento sportivo, esperienze significative di attività motorie che stimolino interesse, gioia di muoversi e maestria motoria, presupposti indispensabili affinché i bambini diventino futuri adolescenti attivi ed efficienti (Barnett et al., 2008; Stodden et al., 2008) e non si ammalino di ipocinesia, cioè di sindrome da deficit di esercizio (Faigenbaum et al., 2013, 2014). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 11 di 29 Mario Bellucci Giocare con forza, allenare la forza in gioco 1/4 Il termine ‘sindrome da deficit di esercizio’ (Exercise Deficit Disorder, EDD) è stato coniato da un collega Americano, Avery Faigenbaum, che da decenni si occupa del valore dell’allenamento della forza e dell’uso di sovraccarichi in età pediatrica (Faigenbaum et al., 2013) anche con valevoli colleghi Italiani (Bazzano et al., 2007; Moro et al., 2014). Con questo termine, s’intende una condizione caratterizzata da livelli ridotti di MVPA che compromettono la salute ed il benessere. Non ci sono farmaci per contrastare deficit di attività e abilità motorie; l’unica panacea per bambini e ragazzi sedentari è ‘prescrivere e somministrare’ attività motorie che siano al tempo stesso divertenti e adatte alla loro età, ma anche adeguatamente stimolanti per lo sviluppo della forza muscolare. [Nota del docente. Due precisazioni: la prima su panacea. Il termine deriva dal greco: panakeia composto di pan tutto akeistai guarire, da akos rimedio. In questo caso è il vocabolo appropriato. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 12 di 29 Mario Bellucci Giocare con forza, allenare la forza in gioco 2/4 La seconda su prescrivere. Il termine è la traduzione dell’anglo-americano prescription. In Italia si è soliti usare questo termine in ambito sanitario (esempio ‘la prescrizione medica’, ‘il medico ha prescritto il farmaco’) piuttosto che in EFS in cui risulta essere adatto il vocabolo programmazione. ] Allenare la forza giocando, con divertimento è possibile (Farrell et al., 2010). Con questa premessa, ci affacciamo nel vostro campo di azione principale che è l’allenamento della forza muscolare. Il nostro progetto può acquistare maggiore credibilità ai vostri occhi se disegniamo il nesso che lega il gioco e lo sviluppo delle abilità e competenze motorie all’espressione della forza muscolare, conditio sine qua non per generare movimento. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 13 di 29 Mario Bellucci Giocare con forza, allenare la forza in gioco 3/4 “Play now or pay later” titola un bell’articolo (Faigenbaum & Myer, 2012) indicante una via per contrastare il deficit da esercizio fisico con un tipo di allenamento muscolare che, partendo da origini culturali diverse da quelle del nostro progetto, converge largamente sul principio dell’allenamento olistico. Faigenbaum lo definisce ‘allenamento neuromuscolare integrato’ (integrative neuromuscular training), intendendo con ciò una pianificazione dell’allenamento che incorpora attività di strenght & conditioning generali e specifiche che stimolano sia l’efficienza fisica, che l’efficienza (coordinazione) motoria (physical & motor fitness) (Myer et al., 2011). Come in una struttura di ingranaggi interdipendenti, l’allenamento neuromuscolare integrato sollecita l’espressione della forza all’interno di esercizi che, in condizioni di sicurezza, stimolano anche lo sviluppo delle abilità motorie fondamentali e, con esse, la competenza motoria percepita. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 14 di 29 Mario Bellucci Giocare con forza, allenare la forza in gioco 4/4 A questo ingranaggio basilare è connessa la possibilità che bambini e ragazzi provino piacere di muoversi ed accumulino quindi la quantità ed intensità di movimento (MVPA) e di efficienza muscolare necessari per sviluppare salute e benessere per tutta la vita. Questo tipo di approccio integrato all’allenamento giovanile si è sviluppato anche in quell’area Europea delle scienze motorie in cui è nata e fiorita la scuola sulle capacità coordinative (Meinel & Schnabel, 1999; Weineck, 2009). Analogamente, anche il nostro progetto parte considerando gli effetti dei giochi di movimento sull’efficienza fisica e sulla coordinazione motoria. Andando oltre, si estende a domini apparentemente più distali, che sono quelli delle funzioni cognitive, della creatività e delle abilità di vita. A voi lettori di questa rivista, che operate in campo o per il campo, presentiamo questo progetto perché costituisce non soltanto un percorso testato scientificamente, ma anche un percorso vissuto sul campo, in continua evoluzione. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 15 di 29 Mario Bellucci Verso un’attività motoria di qualità che sfrutta gli ‘effetti collaterali’ del movimento 1/4 Il percorso concettuale di questo progetto segue la strada tracciata da un pedagogista contemporaneo (Paoletti, 2009) che in quattro tappe abbraccia la filosofia, l’arte, la scienza e l’economia. Le prime due tappe – filosofica ed artistica – rientrano nel razionale del progetto, poiché descrivono l’idea di fondo che ha portato alla creazione del metodo di educazione mediante giochi di movimento. La terza tappa – scientifica – è rappresentata dalla validazione sperimentale del progetto. La quarta tappa – economica – è quella in cui trattiamo in modo prospettico il tema della sostenibilità e della possibilità di disseminare il modello educativo in altri contesti, mediante sinergie che consentano a sempre più bambini di godere del diritto di giocare. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 16 di 29 Mario Bellucci Verso un’attività motoria di qualità che sfrutta gli ‘effetti collaterali’ del movimento 2/4 L’idea all’origine del progetto emerge dalla contrapposizione dialettica di due filosofi vissuti a cavallo del XVI e XVII secolo: René Descartes e Pierre Gassendi. Il primo formulò la locuzione “Cogito, ergo sum”, stigmatizzando la priorità del pensiero sull’azione motoria; il secondo ribatté “Ambulo, ergo sum”, contrapponendo la tesi inversa. La società nel corso della storia sembra avere favorito la prima idea, mentre noi fondiamo questo progetto sulla seconda: il cervello pensante è emerso come ‘effetto collaterale’ della necessità di avere un cervello capace di organizzare movimenti sempre più complessi e adattabili (Bernstein, in Latash & Turvey, 1996). È nel movimento l’essenza della coscienza di sé (Evans & Davies, 2004), è dal movimento che possiamo attingere le risorse primarie per sviluppare tutte le abilità di vita dei bambini. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 17 di 29 Mario Bellucci Verso un’attività motoria di qualità che sfrutta gli ‘effetti collaterali’ del movimento 3/4 Tradotta in termini scientifici, questa idea riguarda un filone emergente di ricerca sulla relazione tra attività motoria e sviluppo delle funzioni cognitive (Pesce & Ben-Soussan, in press) e delle abilità di vita (Goudas, 2010), che sposta il focus dalle caratteristiche quantitative dell’attività motoria a quelle qualitative (Pesce, 2012; Tomporowski et al., 2015a). Superando la concezione corrente che la quantità dell’esercizio fisico praticato (intensità, durata, frequenza) sia la determinante principale del suo impatto sullo sviluppo cognitivo (e.g., Hillman et al., 2008; Keeley & Fox, 2009; Tomporowski et al., 2011), questo nuovo filone si concentra sulla qualità dell’attività motoria e, specificamente, sulla complessità e variabilità coordinativa, sulle richieste cognitive e socio-cognitive dei compiti motori, e su come esse possano stimolare lo sviluppo cognitivo e delle abilità di vita dei bambini (Best, 2010, Pesce, 2012; Moreau & Convay, 2013; Pesce et al., submitted). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 18 di 29 Mario Bellucci Verso un’attività motoria di qualità che sfrutta gli ‘effetti collaterali’ del movimento 4/4 Recenti studi mostrano che nelle attività motorie non esiste soltanto un livello ottimale di stimolazione (Optimal Challenge Point) funzionale all’apprendimento motorio (Guadagnoli & Lee, 2004), ma esiste anche un livello ottimale di stimolazione mentale funzionale allo sviluppo delle funzioni cognitive (Crova et al., 2014; Pesce et al., 2013). Per ottenere un livello ottimale di stimolazione mentale attraverso il movimento occorre ‘tarare’ la complessità coordinativa e cognitiva dei compiti motori e la complessità delle interazioni sociali in funzione del livello di sviluppo e di competenza del bambino (Tomporowski et al., 2015b). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 19 di 29 Mario Bellucci Attività motoria di qualità significa anche pari opportunità di sviluppo 1/5 Il nostro progetto contribuisce ad estendere le conoscenze sull’impatto che i giochi di movimento ad elevato contenuto coordinativo, cognitivo e di interazione sociale possono avere sullo sviluppo non solo dei livelli di attività ed efficienza fisica e di coordinazione motoria, ma anche delle funzioni cognitive e delle abilità di vita. Perciò questo progetto riguarda la costruzione di un metodo educativo centrato sull’attività motoria di qualità per bambini. Il contesto educativo scelto, che è quello scolastico, è rilevante perché la scuola rappresenta un contesto ecologico privilegiato dove sussistono pari opportunità affinché tutti i bambini possano fare esperienze di attività motoria di qualità a supporto delle funzioni cognitive e delle abilità di vita. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 20 di 29 Mario Bellucci Attività motoria di qualità significa anche pari opportunità di sviluppo 2/5 Specifiche funzioni cognitive superiori, dette funzioni esecutive, sono chiaramente associate con la riuscita degli apprendimenti scolastici (Blair et al., 2008; Diamond, 2013) e con l’auto- controllo, che è una delle abilità di vita fondamentali per l’auto-regolazione comportamentale a scuola e in ogni contesto di vita (Audiffren & André, 2015). L’efficienza di tali funzioni esecutive nei bambini è associata sia con i livelli di fitness fisica e di attività motoria abituale (Hillman et al., 2008), sia con la qualità delle esperienze motorie (Pesce, 2012). Tuttavia mancano ancora linee guida che indichino concretamente i modi per sfruttare il potenziale offerto dai giochi di movimento per promuovere lo sviluppo di queste funzioni cognitive cruciali all’interno di un modello olistico di educazione attraverso il movimento. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 21 di 29 Mario Bellucci Attività motoria di qualità significa anche pari opportunità di sviluppo 3/5 Poiché un valore fondante dell’educazione è quello di offrire pari opportunità anche a coloro le cui caratteristiche di sviluppo possono rappresentare condizioni di svantaggio, particolare attenzione è stata dedicata anche a valutare quali siano gli effetti di questo tipo di intervento sui bambini affetti da Developmental Coordination Disorders (DCD) (Pesce et al., 2013; Tsai, 2009) o in sovrappeso (Crova et al., 2014). Queste sono due condizioni relativamente frequenti nei bambini, che possono incidere negativamente sul successo dell’apprendimento scolastico. Infatti è documentata la presenza di associazioni tra DCD e deficit di attenzione con iperattività (ADHD) (Sergeant et al., 2006) e tra sovrappeso/obesità e scarsa funzionalità cognitiva (Shore et al., 2008; Smith et al., 2011). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 22 di 29 Mario Bellucci Attività motoria di qualità significa anche pari opportunità di sviluppo 4/5 La ricerca sugli effetti dell’attività motoria sui bambini con DCD o in sovrappeso è ancora lontana da quel che consideriamo attività motoria di qualità. Infatti, le ricerche sull’efficacia dell’attività motoria come trattamento del DCD si sono solitamente limitate a riportare i risultati ottenuti nel dominio motorio (Miyahara et al., 2008), senza considerare le interrelazioni con gli aspetti cognitivi (Pesce et al., 2013). D’altro canto, gli studi che hanno verificato anche l’impatto dell’attività motoria sulle funzioni cognitive nei bambini in sovrappeso si sono perlopiù limitati ad analizzare quale sia il dosaggio ottimale dell’esercizio fisico (Davis et al., 2007, 2011; Krafft et al., 2014), senza considerare l’importanza delle stimolazioni cognitive che possono derivare dal movimento stesso proprio per i bambini in sovrappeso (Crova et al., 2014). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 23 di 29 Mario Bellucci Attività motoria di qualità significa anche pari opportunità di sviluppo 5/5 L’intervento realizzato nel progetto Joy of Moving, invece, è centrato sulle caratteristiche qualitative dell’attività motoria e su principi metodologici atti a generare un ‘enriched environment’, cioè attività motorie arricchite dalla presenza di richieste coordinative, cognitive e di interazione sociale modulabili in base alle differenze individuali di livello di sviluppo (Best, 2010; Crova et al., 2014; Diamond, 2015; Moreau & Convay, 2013; Moreau et al., 2015; Pesce, 2012; Pesce et al., 2013; Tomporowski et al., 2010; Tomporowski et al., 2015b). Date le stimolazioni anche cognitive e sociali che li caratterizzano, i giochi di movimento prescelti sono conformi ai modelli recenti di promozione olistica del benessere fisico e mentale, anziché di sola promozione della salute fisica secondo un modello più strettamente medico (Miller et al., 2008) Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 24 di 29 Mario Bellucci Dalla teoria al campo: siamo pronti per tracciare linee guida? 1/3 Abbiamo utilizzato le evidenze scientifiche sul valore aggiunto dell’attività motoria per comporre un manuale di linee guida evidence-based sui giochi di movimento che ci consenta di andare dall’educazione del corpo in movimento fino alla formazione del cittadino. Ma un manuale può restare lettera morta se non arriva nelle giuste mani di professionisti ben formati e dotati non solo di cognizione di causa, ma anche di capacità di valutare i fattori che facilitano od ostacolano la disseminazione di buone prassi (translational research, Dzewaltowski et al., 2004; Glasgow et al., 2004; Leone & Pesce, submitted). Il titolo stesso del manuale, omonimo del progetto – Joy of Moving – indica una caratteristica essenziale dei giochi di movimento utilizzati: sono divertenti, stimolano la motivazione intrinseca a muoversi ed aumentano la probabilità che i bambini continuino a giocarli in modo autonomo anche al di fuori del contesto di attività strutturata in cui vengono appresi. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 25 di 29 Mario Bellucci Dalla teoria al campo: siamo pronti per tracciare linee guida? 2/3 Il nostro modello educativo, paragonabile a un giroscopio, mette in moto con giochi di movimento tutta una serie di componenti dello sviluppo del bambino che vanno da quelle più prossimali al movimento stesso a quelle più distali: efficienza fisica e coordinazione motoria (Bazzano et al., 2007; Weineck, 2009), funzioni cognitive e creatività (Scibinetti et al., 2011; Tomporowski et al., 2015b), fino ad arrivare alle abilità di vita intrapersonali ed interpersonali che l’Organizzazione Mondiale della Sanità già vent’anni addietro indicava come caposaldi dello sviluppo della persona (World Health Organization, 1993; Goudas, 2010). Elementi cardine sono la variabilità della pratica e la variabilità degli stili di insegnamento, all’insegna di un metodo didattico “mai uguale a se stesso, perché la variabilità è la sua anima e la ripetizione sarebbe la sua fine” (Pesce et al., 2015, p. 72). Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 26 di 29 Mario Bellucci Dalla teoria al campo: siamo pronti per tracciare linee guida? 3/3 Non ci addentriamo oltre ad illustrarvi il nostro manuale Joy of Moving, i suoi 80 giochi e il ‘filo di Arianna’ - ovvero la task analysis - per orientarvi nel nostro labirinto di giochi, per decodificarli, svilupparli e variarli. Piuttosto, ci auguriamo che leggendo il nostro manuale e vedendo i filmati di bambini colti in gioco, siate anche voi catturati dal fascino del volto poliedrico della variabilità e contribuiate attivamente a dare vita a giochi nuovi e diversificati in cui le nostre esperienze si fondono con le vostre, vissute nei vostri campi di studio e sui vostri campi di allenamento. Da qui in poi, la palla è nel vostro campo e va, appunto, ‘giocata’. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 27 di 29 Mario Bellucci Approfondimenti: - Caterina Pesce, Rosalba Marchetti, Mario Bellucci, Ilaria Masci, Giocosamente: storia di un progetto nato per gioco. Un gioco socialmente responsabile, Strength & Conditioning. Per una scienza del movimento dell’uomo, Anno IV - Numero 14, Ottobre-Dicembre 2015, pp. 73-79 Ulteriori approfondimenti -C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci (A cura di ), Joy of Moving. Movimenti e immaginazione, Calzetti e Mariucci Editori, Torgiano PG 2015. - Pasquale Bellotti, Rosalba Marchetti, Mario Bellucci, Anna Motta, Caterina Pesce (A cura di), Joy of Moving Family: Forza mettiamoci in gioco, Calzetti e Mariucci Editori, Torgiano (PG ), 2021. Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 28 di 29 Mario Bellucci Cosa ricordare: 1. Il diritto al gioco del bambino 2. Il gioco di movimento: un diritto del bambino, una responsabilità degli adulti 3. Il gioco per tutti, lo sport per tutti 4. Giocare con forza, allenare la forza in gioco 5. Verso un’attività motoria di qualità che sfrutta gli ‘effetti collaterali’ del movimento 6. Attività motoria di qualità significa anche pari opportunità di sviluppo 7. Dalla teoria al campo: siamo pronti per tracciare linee guida? Un gioco socialmente responsabile: cenni alla filosofia del metodo JOM 29 di 29