I sette saperi necessari all'educazione del futuro PDF
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Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
2001
Edgar Morin
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Questo documento presenta i sette saperi necessari all'educazione del futuro, secondo Edgar Morin. L'autore sottolinea la necessità di una formazione globale e critica il frammentato degli insegnamenti tradizionali. Il manifesto incoraggia una conoscenza che tenga in considerazione la complessità e la reciproca influenza tra le diverse dimensioni della vita umana e della società.
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I sette saperi necessari all’educazione del futuro Edgar Morin tr. it., Raffaello Cortina, Milano 2001 Società della conoscenza Saperi indispensabili che dovrebbero punteggiare e caratterizzare la formazione (e quindi il processo di insegnamento/apprendimento) de...
I sette saperi necessari all’educazione del futuro Edgar Morin tr. it., Raffaello Cortina, Milano 2001 Società della conoscenza Saperi indispensabili che dovrebbero punteggiare e caratterizzare la formazione (e quindi il processo di insegnamento/apprendimento) del presente e del futuro. Educazione democratica: funzione di una formazione globale (della persona). Progresso civile e culturale e per l’innovazione scientifico-tecnologica. Le cecità della conoscenza: errore e illusione. “E’ sorprendente che l’educazione, che mira a comunicare conoscenze, sia cieca su ciò che è la conoscenza umana, […], le sue propensioni all’errore e all’illusione, e che non si preoccupi affatto di far conoscere che cosa è conoscere”. (p. 11) I principi di una conoscenza pertinente “[…] promuovere una conoscenza capace di cogliere i problemi globali e fondamentali”. Critica al dilagare e al perdurare di una conoscenza di tipo frammentato e frammentario «Anarchia» del sapere disciplinare: inefficacia e debolezza nel promuovere un apprendimento per competenze e a lungo termine (antidoto all’“analfabetismo di ritorno”). … “E’ necessario sviluppare l’attitudine naturale della mente umana a situare tutte le informazioni in un contesto e in un insieme”. Emerge la consapevolezza che: “E’ necessario insegnare i metodi che permettano di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche tra le parti e il tutto in un mondo complesso” (complessità). (p.12) Insegnare la condizione umana. “L’essere umano è fisico, biologico, psichico, culturale, sociale, storico. Questa unità complessa della natura umana è completamente disintegrata nell’insegnamento, attraverso le discipline”. Secondo Morin, ciascuno “dovrebbe prendere conoscenza e coscienza sia del carattere complesso della propria identità sia dell’identità che ha in comune con tutti gli altri umani”. (p.12) Insegnare l’identità terrestre. Diviene irrinunciabile per la formazione delle future generazioni: – “insegnare la storia dell’era planetaria […] – mostrare come tutte le parti del mondo siano divenute inter-solidali – senza occultare le oppressioni e le dominazioni che hanno devastato e ancora devastano l’umanità”. – senza trascurare le incertezze che sono apparse nelle scienze fisiche […], nelle scienze dell’evoluzione biologica e nelle scienze storiche”. (p.13) Si dovrebbero insegnare: – «principi di strategia che permettano di affrontare i rischi, l’inatteso e l’incerto, e di modificarne l’evoluzione grazie alle informazioni acquisite nel corso dell’azione, dell’esperienza». «Bisogna apprendere a navigare in un oceano d’incertezze attraverso arcipelaghi di certezza». (p. 14) Insegnare la comprensione. L’educazione alla comprensione sembra ancora latitare, in larga parte, nelle attuali scuole occidentali, nel modo dei docenti di veicolare i loro insegnamenti e nel promuovere un clima di classe. Lo sviluppo della comprensione richiede una riforma delle mentalità. Questo deve essere il compito per l’educazione del futuro” democratico, dialogico, riflessivo. (p. 14) Reciproca comprensione Risulta “[…] ormai vitale affinché le relazioni umane escano dal loro stato barbaro di incomprensione”. Studiare l’incomprensione, prima della comprensione “[…] nelle sue radici, nelle sue modalità e nei suoi effetti”. Uno studio che verterebbe non sui sintomi, ma sulle radici dei razzismi, delle xenofobie, delle forme di disprezzo”. Tale studio “[…] costituirebbe nello stesso tempo una delle basi più sicure dell’educazione alla pace”. (p. 15) L’etica del genere umano Il soggetto-persona, in quanto essere umano pensante, partecipa inevitabilmente alla seguente triplice condizione di: – a) individuo; – b) membro appartenente ad una (sola) specie; – c) membro di una società (a livello sia locale che globale). “[...] ogni sviluppo veramente umano deve comportare il potenziamento congiunto delle autonomie individuali, delle partecipazioni comunitarie e della coscienza di appartenere alla specie umana”. (p. 15) Finalità planetaria Due urgenti macro-finalità di natura etico- politica: – la capacità di “stabilire una relazione di reciproco controllo fra la società e gli individui attraverso la democrazia; – portare a compimento l’Umanità come comunità planetaria”. (p.122) Educare vuol dire anche … Assumere a pieno la responsabilità del proprio “essere-nel-mondo”, mettendosi in gioco in prima persona, ossia mettendo in azione e in circolo le proprie competenze e la propria riflessività (di cittadino/a, educatore, docente, persona). Alessandro Zanchettin [email protected]