APE e Comfort Termico PDF

Summary

Il documento fornisce informazioni sull'APE (Attestato di Prestazione Energetica), una valutazione della performance energetica degli edifici e le normative relative. Sono comprese definizioni, scopi e differenze tra questo documento e l'AQE (Attestato di Qualificazione Energetica).

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APE 1. Definizione e Funzione dell’APE L’APE è un documento che valuta le prestazioni energetiche di un edificio in termini di consumo di energia primaria ed e icienza energetica. Prestazione energetica: è il consumo di energia primaria normalizzato, espresso in kWh/m² anno. Classificazione energetica:...

APE 1. Definizione e Funzione dell’APE L’APE è un documento che valuta le prestazioni energetiche di un edificio in termini di consumo di energia primaria ed e icienza energetica. Prestazione energetica: è il consumo di energia primaria normalizzato, espresso in kWh/m² anno. Classificazione energetica: indica la prestazione energetica tramite una scala alfabetica da A (più e iciente) a G (meno e iciente) che dipende dai valori di EP. Per definire classi si applica il concetto di edificio di riferimento, cioè un edificio virtuale, uguale all'edificio che scelgo di analizzare, ma conforme ai requisiti di trasmittanza termica dell'involucro, fattore di trasmissione solare dei vetri, e icienza media di sottosistemi di utilizzazione e di generazione Scopo: Informare acquirenti e a ittuari sul consumo energetico dell’edificio. Incentivare l’e icienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO₂. Favorire la trasparenza nel mercato immobiliare. Supportare politiche di riqualificazione energetica. 2. Di erenza tra Prestazione Energetica e Classificazione Energetica Prestazione Energetica → espressa in kWh/m² anno, rappresenta il consumo normalizzato di energia primaria Classificazione Energetica → espressa con lettere da A a G, deriva da intervalli di consumo energetico stabiliti dalla normativa. 3. Evoluzione normativa dell’APE L’APE ha subito diverse modifiche nel tempo a seguito delle direttive europee e della loro attuazione in Italia: 1. Direttiva 2002/91/EC (EPBD - Energy Performance of Buildings Directive) Recepita in Italia con il D.Lgs. 192/2005. 2. Direttiva 2010/31/EU (EPBD RECAST) Recepita con il D.L. 63/2013, poi convertito nella L. 90/2013. 3. Modifica del format da ACE (Attestato di Certificazione Energetica) ad APE (Attestato di Prestazione Energetica) nel 2015: Introduzione di un metodo di calcolo più dettagliato e standardizzato. 4. Di erenza tra APE e AQE (Attestato di Qualificazione Energetica) L’AQE e l’APE hanno scopi diversi: Caratteristica AQE (Attestato di APE (Attestato di Prestazione Qualificazione Energetica) Energetica) Classificazione energetica NO SI (A-G) Chi lo redige Il progettista dell’intervento Un tecnico terzo, indipendente Quando viene redatto In fase di progettazione A fine lavori Destinatario Comune (U icio Ambiente o Regione e catasto energetico SUE) Obiettivo Verifica della conformità alle Validazione finale e norme registrazione dati 5. Quando si redige un APE? L’APE è obbligatoria nei seguenti casi: 1. Annunci immobiliari Per vendita o a itto, sia per privati che tramite agenzia, su qualsiasi canale di comunicazione. Obiettivo: spingere il mercato verso edifici energeticamente e icienti. 2. Trasferimento a titolo oneroso (vendita o locazione) Allegato obbligatorio all’atto notarile. Obiettivo: informare l’acquirente sulle spese energetiche. 3. A seguito di interventi di ristrutturazione Redatto a fine lavori per aggiornare il catasto energetico. 4. Incentivi fiscali (Superbonus, Ecobonus) Serve per dimostrare il miglioramento di almeno due classi energetiche. 6. Contenuti dell’APE L’APE si compone di diverse sezioni che raccolgono dati sull’edificio: 6.1 Intestazione Logo della Regione (competenza regionale). Numero progressivo dell’APE. Periodo di validità (10 anni se non vi sono interventi migliorativi). 6.2 Dati generali Destinazione d’uso (residenziale, commerciale, industriale, ecc.). Unità immobiliare o edificio intero. Zona climatica (secondo D.P.R. 412/1993). Servizi energetici considerati. 6.3 Prestazione Energetica Globale (EPgl,nren e EPgl,ren) EPgl,nren → Energia primaria non rinnovabile consumata. EPgl,ren → Energia primaria rinnovabile consumata. Emissioni di CO₂ → Impatto ambientale dell’edificio. 6.4 Classificazione Energetica Determinata confrontando il consumo con un edificio di riferimento conforme ai requisiti minimi di legge. 6.5 Raccomandazioni Suggerimenti per migliorare l’e icienza energetica (es. isolamento, caldaie a condensazione, fotovoltaico). 7. Metodologia di Calcolo e Normative Tecniche L’APE si basa su standard di calcolo definiti dalle norme UNI/TS 11300: Servizio Energetico Normativa UNI/TS Riscaldamento UNI/TS 11300-1, -2, -4 Ra rescamento UNI/TS 11300-1, -3 ACS (acqua calda sanitaria) UNI/TS 11300-1, -2, -4 Ventilazione UNI/TS 11300-1, -2 Illuminazione UNI/TS 11300-2 Movimenti (ascensori) UNI/TS 11300-6 8. Chi può redigere un APE? Secondo il D.P.R. 75/2013, l’APE deve essere redatto da un soggetto indipendente. Categoria Requisiti Elenco A Ingegneri, architetti, geometri, periti industriali e agrari (senza bisogno di accreditamento). Elenco B Scienziati matematici, fisici, geologi (con corso di formazione di 80 ore e esame finale). Esclusi Chi non possiede titoli di studio idonei. 9. Software e Sopralluogo Il sopralluogo è obbligatorio per verificare le condizioni reali dell’edificio. Il software utilizzato deve essere certificato dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano). 10. Conclusioni L’APE è un documento chiave per la trasparenza del mercato immobiliare e la promozione dell’e icienza energetica. La sua elaborazione segue norme precise e richiede competenze tecniche avanzate per garantire a idabilità e conformità alle leggi COMFORT TERMICO 1. Introduzione al comfort termico Il comfort termico si riferisce alla sensazione di benessere di un individuo rispetto alla temperatura dell’ambiente in cui si trova. Questo dipende da una serie di fattori, sia personali (metabolismo, abbigliamento) che ambientali (temperatura dell’aria, umidità, ventilazione, radiazione termica). La UNI EN 15251 sottolinea che il consumo energetico degli edifici dipende molto dai criteri adottati per il comfort termico, la ventilazione e l’illuminazione. Inoltre, un ambiente termico inadeguato può influenzare la salute, la produttività e il benessere degli occupanti. 2. Normativa di riferimento La normativa principale citata è la UNI EN ISO 7730, che si occupa della determinazione analitica del benessere termico attraverso il calcolo di due indici fondamentali: 1. PMV (Predicted Mean Vote - Voto Medio Previsto) 2. PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied - Percentuale Prevista di Insoddisfatti) Questi indicatori sono utilizzati per prevedere il livello di soddisfazione termica degli occupanti in ambienti chiusi. 3. Indici di comfort termico 3.1. PMV – Voto Medio Previsto Il PMV è un indice che prevede la sensazione termica media di un gruppo di persone in un ambiente, basandosi sul bilancio energetico del corpo umano. Viene calcolato considerando: Metabolismo energetico (dipende dall’attività svolta)  Potenza meccanica e icace Abbigliamento (isolamento termico degli indumenti)  Coe iciente di aria degli abbigliamenti Temperatura e velocità dell’aria Temperatura media radiante (influenza delle superfici circostanti) temperatura superficiale dell’abbigliamento Umidità dell’aria (umidità assoluta) Coe iciente di scambio termico convettivo La scala del PMV è la seguente: PMV Sensazione termica +3 Molto caldo +2 Caldo +1 Abbastanza caldo 0 Neutro (comfort termico) -1 Abbastanza freddo -2 Freddo -3 Molto freddo 3.2. PPD – Percentuale Prevista di Insoddisfatti Il PPD indica la percentuale di persone che si prevede siano insoddisfatte della temperatura dell’ambiente. La formula per il calcolo del PPD è: (. ∙. ∙ ) 𝑃𝑃𝐷 = 100 − 95 ∙ 𝑒 Ad esempio: Se PMV = 0, il PPD è circa il 5% (quindi il 95% delle persone sarà soddisfatto). Se PMV = ±1, il PPD sale al 25%. Se PMV = ±2, il PPD arriva al 75%, indicando un ambiente molto poco confortevole. 4. Disagio termico locale Il comfort termico non riguarda solo il corpo nel suo complesso, ma anche le condizioni locali. Il disagio termico locale può essere causato da: Asimmetria della temperatura radiante (ad es. una parete fredda o un so itto molto caldo) Correnti d’aria (flussi d’aria indesiderati che ra reddano alcune parti del corpo) Di erenza verticale di temperatura (di erenza tra testa e piedi) Pavimenti troppo caldi o freddi Le persone più sensibili a queste condizioni sono quelle sedentarie e con attività leggera. 5. Ambienti termici accettabili Il comfort termico varia da persona a persona, quindi è impossibile ottenere un ambiente che soddisfi tutti. Tuttavia, la normativa UNI EN ISO 7730 definisce tre categorie di comfort: Categoria PMV accettabile PPD (%) Disagio locale (%) A -0.2 < PMV < +0.2 < 6% Minore B -0.5 < PMV < +0.5 < 10% Medio C -0.7 < PMV < +0.7 < 15% Maggiore Ogni categoria definisce anche le condizioni ottimali per: Di erenza verticale di temperatura (da testa a piedi) Temperatura del pavimento Asimmetria della temperatura radiante 6. Influenza dei parametri ambientali 6.1. Metabolismo energetico L’attività fisica influisce sul comfort termico. Il metabolismo è espresso in W/m² e varia in base all’attività (1 MET= 58.2 W/m² metabolismo di una persona a riposo) Attività Metabolismo (W/m²) MET Seduto rilassato 46 0.8 Attività sedentaria 58 1.0 In piedi, attività leggera 70 1.2 Camminare (4 km/h) 165 2.8 6.2. Umidità L’umidità influenza la percezione della temperatura. A temperature moderate (< 26°C) e attività leggere (< 2 MET), l’e etto è limitato. Tuttavia, in ambienti caldi e umidi, la capacità del corpo di ra reddarsi tramite la sudorazione è ridotta. 6.3. Velocità dell’aria Un flusso d’aria può migliorare la sensazione di comfort in ambienti caldi aumentando la dispersione del calore corporeo. In ambienti freddi, invece, un’elevata velocità dell’aria può causare disagio termico. 7. Applicazione pratica: Temperature di riferimento Per diversi ambienti, la normativa UNI 12831 suggerisce temperature ottimali: Ambiente Categoria A (°C) Categoria B (°C) Categoria C (°C) Residenza 21 – 23 20 – 24 19 – 25 U icio 21 – 23 20 – 24 19 – 25 Aula scolastica 21 – 23 20 – 24 19 – 25 Bagno 24.5 – 25.5 23.5 – 26.5 23 – 27 Chiesa 16.5 – 19.5 15 – 21 14 – 22 8. Qualità dell’aria interna (Indoor Air Quality) La qualità dell’aria è influenzata da: Emissioni da persone e attività (es. CO₂, odori) Materiali da costruzione e arredamenti Sistemi di ventilazione Per garantire un buon livello di salute e comfort, è necessario un adeguato ricambio d’aria. 9. Conclusione Il comfort termico è un equilibrio tra fattori ambientali e fisiologici. La normativa UNI EN ISO 7730 fornisce strumenti per prevedere e ottimizzare le condizioni termiche negli edifici, migliorando sia il benessere che l’e icienza energetica.

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