Ci sono molte persone che, usando il loro limitato giudizio, considerano le grandiose realizzazioni dei Romani come qualcosa di leggendario piuttosto che reale. Tuttavia, per me è... Ci sono molte persone che, usando il loro limitato giudizio, considerano le grandiose realizzazioni dei Romani come qualcosa di leggendario piuttosto che reale. Tuttavia, per me è diverso, perché riflettendo sulle rovine ancora visibili di Roma e sulla grandezza degli antichi romani, credo che non sia irragionevole pensare che ciò che per noi oggi sembra impossibile fosse, per loro, qualcosa di facile da realizzare. Visto che mi sono dedicato con grande impegno allo studio delle antichità, cercando di esaminarle attentamente e misurarle con cura, e leggendo autori autorevoli per confrontare le opere con i testi, credo di aver acquisito qualche conoscenza sull'architettura dell'antichità. Questo mi dà una grande gioia, perché mi permette di conoscere qualcosa di così straordinario, ma anche un grande dolore, vedendo come quella nobil patria, che un tempo era la regina del mondo, sia ora ridotta in uno stato così miserabile e distrutto. Quindi se anche ad altri gliene importa qualcosa, mi sento in dovere di impegnarmi per mantenere vivo un'ombra della patria universali di tutti i cristiani che un tempo è stata così nobile e potente che già pensavano che fosse quasi immortale. Sembrò però che il tempo, come se fosse invidioso della gloria degli esseri umani, non avendo abbastanza fiducia nelle proprie forze, si alleasse con la fortuna e con i barbari, che erano profani e malvagi. Questi ultimi, unendo alla forza del tempo la loro violenza, con il loro furore e l'uso del ferro e del fuoco, portarono distruzione. Così quelle opere famose che oggi sarebbero più splendenti e meravigliose che mai, furono devastate dalla furia malvagia e crudele degli uomini, anzi, delle bestie. Anche se non fu una distruzione totale, ciò che restò era come un corpo senza carne, ossa senza ornamenti. Ma perché dovremmo lamentarci dei Goti, dei Vandali e di altri nemici perfidi, se coloro che, come padri e tutori, avrebbero dovuto proteggere queste povere vestigia di Roma, sono stati proprio loro a distruggerle per lungo tempo? Quanti Papi, Padre Santissimo, che avevano lo stesso ruolo che ha la Sua Santità, ma non lo stesso sapere, né lo stesso coraggio e grandezza d'animo, né quella clemenza che la rende simile a Dio: quanti, dico, Papi hanno contribuito a distruggere templi antichi, statue, archi e altri edifici gloriosi! Quanti hanno permesso che per estrarre semplicemente la terra pozzolana si scavassero i fondamenti degli edifici, facendoli crollare poco dopo! Quanta calce è stata prodotta usando statue e altri ornamenti antichi! Potrei osare dire che tutta questa Roma nuova, che oggi vediamo, grande, bella e ornata di palazzi, chiese e altri edifici, è stata costruita con la calce e i marmi degli antichi monumenti.

Understand the Problem

La domanda richiede un'analisi approfondita del dolore dell'autore per la rovina di Roma e della sua dedica allo studio dell'architettura antica. Si discute su come le antiche realizzazioni romane siano state danneggiate nel corso del tempo, in particolare dai papi, e si presenta un metodo di misurazione degli edifici antichi.

Answer

Ammirazione per i Romani e tristezza per la distruzione delle loro opere.

La citazione riflette una profonda ammirazione per le realizzazioni architettoniche dei Romani, lamentando anche la distruzione delle loro opere e l'incuria nei confronti delle antichità, attribuendo responsabilità ai barbari e a coloro che avrebbero dovuto proteggerle.

Answer for screen readers

La citazione riflette una profonda ammirazione per le realizzazioni architettoniche dei Romani, lamentando anche la distruzione delle loro opere e l'incuria nei confronti delle antichità, attribuendo responsabilità ai barbari e a coloro che avrebbero dovuto proteggerle.

More Information

La citazione esprime un senso di meraviglia per le conquiste tecniche e architettoniche dell'antica Roma, ma anche un rimpianto per la perdita e il deterioramento delle sue vestigia storiche. L'autore si sente in dovere di preservare la memoria di tale grandezza.

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