ARISTOTELE ED IL RESTO

Study Notes

Il pensiero pedagogico di Aristotele

Aristotele, filosofo greco del IV secolo a.C., considerava l’educazione come un processo fondamentale per la formazione del cittadino e il raggiungimento della felicità.
A differenza di Platone, Aristotele, pur riconoscendo l'importanza della polis, non crede in un modello ideale di educazione immutabile, ma parte da un'analisi sociologica della realtà, considerando le condizioni specifiche in cui l'educazione si svolge.
Per Aristotele lo Stato, la polis, ha il compito di educare i suoi cittadini per raggiungere il bene supremo della città, condizione necessaria per la felicità individuale.
La politica di Aristotele si fonda sull'idea che la felicità sia realizzabile solo all'interno della polis, luogo in cui l'uomo, per sua natura, è portato a vivere in società.
Lo Stato, secondo Aristotele, deve garantire l'accesso all'educazione per tutti i cittadini, attraverso scuole pubbliche, escludendo però le donne e gli schiavi.
Il Liceo, la scuola fondata da Aristotele, si basava su un metodo scientifico-naturalistico, con un focus sull'osservazione, il ragionamento e l'analisi dei singoli casi.
Il curriculum di base del Liceo prevedeva un primo ciclo di studi, dalla età di sette ai diciotto anni, incentrato su materie come lettura, ginnastica, musica e disegno, seguito da un secondo ciclo fino ai ventuno anni.
Il cuore dell'educazione per Aristotele è la formazione del cittadino che vive in società, in condizioni di eguaglianza con i suoi simili.
L'educazione è quindi la condizione per l'espressione personale e per la vita teoretica che conduce alla felicità.
Il processo educativo per Aristotele è graduale, partendo dalle azioni e dai comportamenti, per condurre l'individuo in seguito ai livelli più alti della conoscenza intellettuale.
Per Aristotele è fondamentale la formazione della virtù, intesa come disposizione dell'animo che induce a comportarsi secondo il giusto mezzo, la media tra due estremi.
La formazione della virtù non si limita alla conoscenza, come per Socrate e Platone, ma è il risultato di un esercizio costante e di una educazione a comportarsi secondo criteri di buon senso, adatti alla società in cui si vive.

L’importanza del gioco per Aristotele

Aristotele attribuisce un'importanza fondamentale al gioco nell'educazione del bambino, ritenendolo una forma di apprendimento che anticipa le attività degli adulti.

La teoria del giusto mezzo

La teoria del giusto mezzo di Aristotele afferma che la virtù si trova nel punto di equilibrio tra due eccessi, un'azione può essere definita virtuosa solo quando è in sintonia con il giusto mezzo.

L’educazione come formazione della virtù

Per Aristotele la virtù non è solo una questione di conoscenza, ma è soprattutto il frutto di un esercizio costante, di un'abitudine che si traduce in un comportamento virtuoso, che diventa naturale ed automatico.