Teoria dei Media e Società di Massa

I cultural studies si oppongono all'idea che i media siano strumenti passivi di diffusione di messaggi, sostenendo invece che influenzano le rappresentazioni e i valori sociali.

Il modello di encoding/decoding di Stuart Hall descrive come i media codificano (

Il codice egemonico è il sistema di significati dominante in una società, utilizzato per interpretare i messaggi mediatici.

La posizione egemonica o lettura preferita è quando un individuo decodifica un messaggio mediatico in accordo con il codice egemonico.

La posizione negoziata è quando un individuo, pur comprendendo il codice dominante, elabora delle diverse interpretazioni a partire dalla propria situazione.

La posizione di opposizione è quando un individuo capisce il codice dominante, ma lo rifiuta, elaborando una lettura critica.

La svolta etnografica studia i processi di comunicazione all'interno dei contesti naturali, osservando le persone nelle loro attività quotidiane.

L'utilizzo dei media all'interno della vita quotidiana, incentrato sul contesto domestico e i suoi impatti.

L'utilizzo dei media come strumento di comunicazione, interazione sociale e apprendimento.

L'insieme dei soggetti che consumano i media. Un gruppo vario e complesso che interagisce in modo differente con i messaggi.

Un modello teorico che analizza come le tecnologie vengono integrate nei contesti famigliari e nelle routine quotidiane. Coinvolge quattro dinamiche: appropriazione, oggettivazione, incorporazione e conversione.

Il ruolo delle tecnologie all'interno del contesto domestico, considerando le norme e i valori familiari.

L'analisi del ruolo dei media nel definire e costruire la realtà sociale, enfatizzando il contributo dei media alla nostra esperienza del mondo.

Espereinze vissute indirettamente attraverso i media, che non potremmo sperimentare direttamente.

Audience caratterizzata da una netta divisione tra coloro che producono e coloro che consumano i media, coinvolgimento in uno spazio e tempo condivisi.

Audience caratterizzata dalla separazione tra produttori e consumatori di contenuti mediatici che non condividono lo stesso spazio e tempo.

Il potere di determinare quali temi vengono considerati importanti dal pubblico, influenzando ciò su cui le persone pensano.

La selezione autonoma dei temi da parte dei media e il loro trattamento secondo le regole del giornalismo.

L'influenza che alcune testate esercitano su altre riguardo alla selezione e al trattamento dei temi.

Il pubblico può segnalare i temi a cui vuole pensare, influenzando l'agenda dei media.

L'idea che gli elementi più importanti nelle rappresentazioni mediatiche diventano anche gli elementi più importanti nella percezione del pubblico.

La selezione sia degli oggetti che degli attributi da parte dei media ha un effetto di agenda setting.

Le notizie creano associazioni tra i diversi messaggi, influenzando la percezione della realtà sociale.

Prospettive che giornalisti e pubblico usano per pensare e parlare dei temi.

I temi più importanti non competono per spazio nell'agenda, ad esempio le guerre.

La rilevanza di un tema è relativa al contesto e al pubblico.

La teoria del silenzio a spirale afferma che le persone tendono a tacere le proprie opinioni se percepiscono che sono in minoranza, per paura di essere giudicate. Quindi, le opinioni maggioritarie diventano più visibili nei media, rafforzando la percezione che siano dominanti.

La pluralistic ignorance è un fenomeno in cui le persone credono di essere le uniche a pensare in un certo modo, anche se in realtà non è così. I media contribuiscono a questo fenomeno, amplificando le opinioni dominanti e facendo sembrare le altre inesistenti.

I media generano un doppio clima d'opinione, perché le persone si basano su entrambi i media e le loro esperienze personali per formare un'opinione. Questo può portare a una distorsione della realtà, con la sovrastima di alcune posizioni e la sottostima di altre.

I media contribuiscono alla teoria del silenzio a spirale creando un'eco-camera, in cui si amplificano le opinioni maggioritarie e si silenzia quelle minoritarie.

La teoria del silenzio a spirale è stata criticata per la sua semplicità e per la sua sottovalutazione del ruolo dei media digitali. Oggi è difficile sostenere l'idea che i media sostengano solo le posizioni maggioritarie, dato che esistono tanti altri canali di informazione.

La teoria dell'agenda setting spiega come i media influenzano la percezione del pubblico su quali temi sono importanti.

La teoria dell'agenda setting prende in considerazione il potere che i media hanno di influenzare l'agenda del pubblico.

La teoria dell'agenda setting esplora come la frequenza con cui un argomento viene presentato nei media influenzi il pubblico.

La teoria dell'agenda setting tiene conto delle diverse esperienze e conoscenze del pubblico riguardo agli argomenti trattati nei media.

La teoria dell'agenda setting considera il ruolo dei diversi mezzi di comunicazione, come la televisione, la radio e la stampa, nell'influenzare l'agenda del pubblico.

La teoria dell'agenda setting prende in considerazione le differenze e le somiglianze tra i membri del pubblico nell'assecondare o rifiutare l'agenda setting.

La teoria dell'agenda setting considera l'influenza dell'agenda dei media sul processo di formazione dell'opinione pubblica.

Il processo di costruzione dell'agenda coinvolge diversi 'attori' che competono per far emergere i temi importanti.

L'agenda building descrive il dinamico processo di formazione dell'agenda che coinvolge attori diversi che competono per l'attenzione del pubblico.