Sepsi e Anemia in Ostetricia

Le cause più frequenti di sepsi in gravidanza sono di natura ostetrica, come l'aborto settico, l'endometrite e la corioamniosite. Le infezioni del tratto urinario sono una causa comune di sepsi non ostetrica.

Il MEOWS (Modified Early Obstetrics Warning Score) è uno strumento per monitorare le pazienti con sospetta sepsi o sepsi conclamata.

Se ci sono due indicatori gialli nel MEOWS, contattare il medico. Se c'è un indicatore rosso, allertare il medico immediatamente.

Il Bundle Sepsis Six è un protocollo di intervento per la sepsi che prevede tre azioni da intraprendere e tre azioni da somministrare nella prima ora di sospetta sepsi.

Le azioni da intraprendere nella prima ora di sospetta sepsi sono: emocolture, prelievo per gli esami di sangue e monitoraggio della diuresi.

Le azioni da somministrare nella prima ora di sospetta sepsi sono: ossigeno, terapia antibiotica empirica e terapia infusiva se necessaria.

L'obiettivo della somministrazione di ossigeno in una paziente septica è mantenere la saturazione di ossigeno al di sopra del 95%.

Le indicazioni ministeriali per gli antibiotici nella sepsi in gravidanza sono molto specifiche.

Una condizione in cui il corpo non riesce a coagulare correttamente il sangue, a causa di un consumo eccessivo dei fattori della coagulazione. Può essere innescata da diverse condizioni, tra cui la sepsi.

Uno strumento di valutazione utilizzato per la diagnosi di CID, con un'alta sensibilità (88%) e specificità (96%).

Un tipo di infezione che si manifesta dopo il parto, causata da batteri che entrano nel corpo attraverso il tratto genitale. Spesso si manifesta con febbre, brividi e dolore addominale.

Uno dei quattro criteri utilizzati per l'analisi della causa di un'emorragia post-partum. Si riferisce a eventuali anomalie nel sistema di coagulazione del sangue.

Un importante fattore da considerare nella gestione di un'emorragia post-partum, spesso sottostimata.

La prima scelta per l'antibioticoterapia empirica in caso di sepsi in gravidanza è Piperacillina-tazobactam + gentamicina.

Se la prima scelta non è efficace, la seconda opzione per l'antibioticoterapia empirica in caso di sepsi in gravidanza è Piperacillina/Tazobactam + Vancomicina.

In caso di shock settico (pressione arteriosa <65 mmHg), la prima linea di trattamento è la fluidoterapia con cristalloidi, 30 ml/kg entro le prime 3 ore.

Se la fluidoterapia da sola non è sufficiente, è possibile utilizzare amine come la noradrenalina per aumentare la pressione arteriosa.

L'idrocortisone a basse dosi può essere utile in caso di shock settico in gravidanza, in quanto facilita la maturazione polmonare del feto in caso di necessità di un parto cesareo.

La sepsi è una condizione trombofilica, quindi le donne in gravidanza, già predisposte a trombosi, hanno un rischio ancora maggiore durante la sepsi. È importante monitorare la paziente con attenzione per la profilassi della TVP (trombosi venosa profonda).

La profilassi per la trombosi venosa profonda in caso di sepsi in gravidanza prevede l'utilizzo di calze elastiche e Enoxaparina 4000 UI.

Generalmente, la sepsi in gravidanza non è una condizione che richiede un parto immediato. La priorità è la stabilizzazione delle condizioni materne. La donna deve essere monitorata ogni 48-72 ore per valutare l'efficacia della terapia antibiotica e il decorso della sepsi.

Le malattie cardiache sono la principale causa di morte materna indiretta (non ostetrica), in particolare le patologie aritmogene, che portano ad un aumento della mortalità rispetto alle patologie congenite.

In presenza di una funzionalità cardiaca ridotta, l'aumento della gittata cardiaca (CO) avviene solo attraverso un aumento della frequenza cardiaca (FC) e non della contrattilità (SV).

La tachicardia e l'ipossiemia sono sintomi tipici di una ridotta funzionalità cardiaca nelle pazienti gravide.

In gravidanza, la componente atriale è fondamentale per il riempimento ventricolare, quindi il mantenimento del ritmo sinusale è cruciale nelle pazienti con aritmie.

Un'anestesia spinale blocca il tono simpatico, causando vasodilatazione e riducendo il postcarico, il che può influenzare la perfusione coronarica in caso di sanguinamento postpartum.

Un sanguinamento postpartum importante riduce il ritorno venoso e quindi la perfusione coronarica, aumentando il rischio di ischemia cardiaca e morte.

Le pazienti gravide hanno un aumentato rischio di edema polmonare a causa della diminuzione della pressione oncotica e dell'aumento della permeabilità capillare, aggravato da preeclampsia, ormoni e prostaglandine.

I sintomi di allarme in una paziente cardiopatica gravida includono tachicardia, ipossiemia, sintomi di scompenso cardiaco, dolore toracico e dispnea.

Un aumento della frequenza cardiaca, una diminuzione della pressione arteriosa e la presenza di dispnea e rumori polmonari sono i sintomi tipici di una cardiopatia.

Le nuove linee guida dell'ESC 2018 suggeriscono che le pazienti con cardiopatie congenite dovrebbero avere un counseling con cardiologo, genetista e ginecologo prima della gravidanza. Ciò è importante per valutare il rischio e aiutare le donne a prendere decisioni consapevoli sulla loro salute e sulle loro esigenze.

Le ragazze con cardiopatie congenite che iniziano l'attività sessuale dovrebbero ricevere un counseling per comprendere i rischi e le possibili conseguenze. È fondamentale che siano consapevoli dei rischi potenziali legati alla gravidanza.

Il counseling pre-gravidanza per le donne con cardiopatie congenite prevede un ECG, un ecocardiogramma e un test da sforzo cardiopolmonare. In casi rari, come per le patologie dell'arco aortico, possono essere necessari una TAC o una risonanza magnetica.

Una buona capacità d'esercizio (>80%) indica un buon outcome della gravidanza. Questo perché la gravidanza è molto impegnativa dal punto di vista fisico e richiede buone condizioni cardiovascolari.

Le cardiopatie congenite non sono tutte uguali e possono presentare rischi diversi durante la gravidanza. Questi possono includere complicanze cardiovascolari, ostetriche (emorragia, sepsi, crisi eclamptica), e anche rischi per il feto, come la trasmissione della condizione e il parto prematuro.

Le donne con cardiopatie congenite che si sottopongono a PMA (Procreazione medicalmente assistita) possono avere un rischio maggiore di complicanze, come diabete gestazionale, pre-eclampsia, emorragia post-partum e altre.

Gli step emodinamici importanti durante la gravidanza con cardiopatia si verificano a 25 settimane e dopo le 32 settimane. L'utero che aumenta di dimensioni comprime la vena cava, causando modifiche emodinamiche.

Le pazienti con cardiopatie gravi che raggiungono la 34-35 settimana di gravidanza possono avere una gravidanza relativamente compensata, tuttavia è raro che arrivino a termine (38 settimane).

I farmaci assunti cronicamente dalle pazienti con cardiopatia possono essere un rischio per la gravidanza, in quanto potrebbero causare malformazioni fetali o morte intrauterina. Alcuni farmaci antiaritmici rientrano in questa categoria.

La gravidanza con cardiopatia è un evento ad alto rischio e richiede monitoraggio costante durante tutta la gravidanza. Il tipo di cardiopatia determina il livello di rischio e il tipo di intervento necessario.

Il pro-BNP (Peptidio Natriuretico Cerebrale) è un marcatore di stress cardiaco che tende ad aumentare durante la gravidanza. Il suo elevatezza può essere un segnale di problemi cardiovascolari durante la gravidanza.

La classe IV di cardiopatie è una controindicazione assoluta alla gravidanza. Le pazienti con questo tipo di cardiopatie hanno un rischio di mortalità materna molto elevato (40-100%).

Le pazienti con cardiopatie di classe I e II hanno una bassa mortalità materna (sotto il 10%). Le pazienti con cardiopatie di classe III (valvole meccaniche, Fontan operata, malattie cianotiche) e Classe IV necessitano di un'attenta valutazione e di un centro di riferimento specifico per la gestione della gravidanza.

La gestione della gravidanza con cardiopatie è un processo complesso che richiede un team multidisciplinare e un centro di riferimento specifico. Le pazienti con cardiopatie di classe III e IV dovrebbero essere seguite in centri specializzati per la cardiochirurgia.