Regolamenti Edilizi e Zone Territoriali

Limiti inderogabili definiti dalla legge per la densità edilizia, l'altezza degli edifici, la distanza tra gli edifici, i rapporti tra aree edificate e aree pubbliche.

Livello di densità di edifici in un'area, espresso in metri cubi di volume costruito per metro quadrato di superficie.

Aree dedicate a residenze, lavoro, servizi, attività collettive o verde pubblico in una città.

Tipi di zone con caratteristiche omogenee definite dal piano regolatore, ad esempio, zona residenziale, zona industriale o zona agricola.

Aree del territorio con agglomerati urbani che possiedono un valore storico, artistico o ambientale particolare.

Aree parzialmente o totalmente edificate, escluse le zone A, con una densità di edifici superiore a un certo limite.

Aree destinate a nuove costruzioni, comprese le aree inedificate o con edifici che non raggiungono la densità di superficie di cui alla lettera B.

Aree destinate a impianti industriali o ad essi assimilati.

La superficie di un insediamento per gli spazi pubblici, come parchi e attività collettive, deve essere almeno il 10% della superficie totale dell'insediamento.

Per ogni 100 metri quadrati di pavimentazione di edifici commerciali e direzionali, devono essere previsti almeno 80 metri quadrati di spazio pubblico, di cui almeno la metà destinata a parcheggi.

I comuni devono dimostrare la mancanza di aree disponibili per soddisfare le norme sugli spazi pubblici.

Per ogni abitante, almeno 1,5 metri quadrati devono essere dedicati alle strutture per l'istruzione superiore all'obbligo.

Per ogni abitante, almeno 15 metri quadrati devono essere destinati ai parchi pubblici urbani e territoriali.

Rapporto massimo tra spazi residenziali e spazi pubblici/attività collettive/verde pubblico/parcheggio per ogni abitante.

In base alla Legge n. 765, ogni abitante deve avere almeno 18 mq di spazio dedicato a spazi pubblici o attività collettive, verde pubblico e parcheggi.

È stabilito che ogni abitante ha diritto a 4,50 mq di spazio per l'istruzione (scuole, asili nido, ecc.).

Ogni abitante ha diritto a 2,00 mq di spazio dedicato a strutture di interesse comune come luoghi di culto, biblioteche o uffici.

Per ogni abitante, 9,00 mq di spazio pubblico sono dedicati a parchi, aree di gioco e sport.

Ogni abitante ha diritto a 2,50 mq di spazio dedicato a parcheggi, in aggiunta a quelli previsti dalla legge n. 765.

Si assume che ogni abitante occupi mediamente 25 mq di superficie lorda abitabile, con eventuali aggiunte per aree non residenziali.

La quantità minima di spazio pubblico può variare a seconda della tipologia di zona residenziale e delle sue esigenze specifiche.

Nelle zone A, l'altezza massima degli edifici non può superare quella degli edifici preesistenti e circostanti di carattere storico-artistico.

Nelle zone B, l'altezza massima degli edifici è generalmente limitata dall'altezza degli edifici preesistenti, ma con eccezioni per pianificazione specifica o lottizzazioni.

Le zone C, adiacenti o con vista sulle zone A, devono rispettare un'altezza massima compatibile con gli edifici presenti nella zona A.

L'altezza massima degli edifici situati in zone diverse da A, B o C, viene stabilita dallo strumento urbanistico del territorio, in relazione alle distanze tra i fabbricati.

Nelle zone A per il risanamento conservativo, l'altezza degli edifici non può superare quella preesistente, escludendo eventuali soprastrutture o sopraelevazioni.

Negli interventi di risanamento conservativo e trasformazioni conservative, la densità edilizia non può superare quella preesistente, escludendo le soprastrutture recenti prive di valore storico-artistico. Per le nuove costruzioni in zona A, la densità fondiaria massima è il 50% della densità media della zona, con un limite di 5 mc/mq.

La densità edilizia in zona B varia a seconda della popolazione del comune e dei limiti previsti dal piano urbanistico. I limiti massimi sono: 7 mc/mq per comuni >200 mila abitanti, 6 mc/mq per comuni tra 200 mila e 50 mila abitanti, 5 mc/mq per comuni < 50 mila abitanti. È possibile superare questi limiti fino al 70% della densità preesistente.

La densità edilizia in zona C è determinata dalla combinazione di norme specifiche e dagli indici di densità fondiaria stabiliti nel piano urbanistico. Non esistono limiti predefiniti.

La densità fondiaria massima per le abitazioni in zona E è di 0,03 mc/mq. Questo significa che per ogni metro quadrato di terreno, è possibile costruire un massimo di 0,03 metri cubi di volume abitativo.

Stabiliscono i limiti massimi di densità edilizia per le diverse zone del territorio. Questi limiti sono vincolanti e non possono essere superati.

In zone A, la distanza minima tra gli edifici deve essere la stessa che c'era tra gli edifici preesistenti, senza considerare recenti aggiunte senza valore storico.

Per nuovi edifici in altre zone, la distanza minima tra pareti finestrate è di 10 metri.

In zone C, la distanza minima tra pareti finestrate è pari all'altezza dell'edificio più alto. Questa regola vale anche se una sola parete è finestrata, ma gli edifici si fronteggiano per più di 12 metri.

Le distanze minime tra gli edifici sono estese a seconda della larghezza della strada che li separa, per garantire spazio per il traffico.

Se la distanza minima tra gli edifici è inferiore all'altezza dell'edificio più alto, la distanza viene aumentata fino a raggiungere l'altezza.

Sono possibili distanze inferiori a quelle standard se il piano di sviluppo prevede piani urbanistici o lottizzazioni specifiche.

Le disposizioni sull'articolo 9, commi secondo e terzo, della Legge n. 55/2019 si riferiscono solo alla zona descritta al primo comma, numero 3), dello stesso articolo.

I limiti di distanza tra gli edifici stabiliscono i requisiti minimi per la distanza tra le strutture residenziali, industriali e commerciali in un territorio urbano. Questi limiti sono progettati per garantire la sicurezza, la privacy e la qualità della vita degli abitanti.