Partiti Politici in Italia: Lezione 1

Una volta che un'élite acquisisce il potere, tende a mantenerlo, evitando il ricambio.

Il ricambio dei leader e del potere all'interno di un gruppo dirigente.

La democrazia è paragonata a un mercato dove elettori e partiti interagiscono come domanda e offerta.

L'elettore sceglie in base a una razionale valutazione dei vantaggi offerti dai diversi partiti.

Ente che agisce in uno spazio preciso con caratteristiche proprie.

Partito socialdemocratico tedesco, influente in Europa.

Politologo che ha teorizzato la legge ferrea dell'oligarchia.

Economista che ha applicato principi economici allo studio della democrazia.

Un partito è un gruppo di persone che si organizzano per competere per il potere politico e per influenzare le decisioni politiche, cercando di rappresentarne le istanze.

Insieme di norme e istituti che formano lo Stato. Differisce da una fazione perché le fazioni non mirano a produrre decisioni politiche.

I partiti non si sono sviluppati ovunque nello stesso momento né con le stesse caratteristiche. Le differenze sono legate al liberalismo, al parlamentarismo e al contesto istituzionale di ogni nazione.

I partiti inglesi emergono prima e in modo diverso rispetto a quelli continentali, seguendo percorsi e modelli istituzionali diversi.

La sovranità popolare, la delega politica, le istituzioni rappresentative e il pluralismo sono le basi per la nascita dei partiti moderni.

Ideologia con diverse sfaccettature che ha influenzato l'organizzazione dei partiti in Europa. Non si presenta come un sistema omogeneo.

Per studiare i partiti politici è fondamentale considerare i singoli casi nazionali, analizzando le specificità dei diversi contesti politici ed istituzionali.

Il contesto istituzionale e politico di ogni paese influisce sulla forma di organizzazione dei partiti.

Sistema politico con due partiti principali che si confrontano per il potere.

Sistema politico con due blocchi ideologici distinti che si confrontano.

Partito conservatore inglese, favorevole alla tradizione, alla monarchia e alla religione anglicana.

Partito liberale inglese, favorevole al pluralismo religioso, al rafforzamento del Parlamento e all'evoluzione della monarchia.

Schieramenti aperti e fluidi che riflettono le divisioni sociali, non ancora veri partiti politici.

Sistema elettorale in cui i grandi proprietari terrieri o industriali scelgono e sponsorizzano i candidati.

Proprietario terriero o industriale che aveva il potere di nominare il candidato in un collegio elettorale.

Processo lento che porta alla nascita dei veri partiti politici, sostituendo le famiglie politiche.

Il sistema politico inglese è caratterizzato da due partiti principali che competono per il potere. La legge elettorale favorisce questo sistema, con un'elezione uninominale a turno unico.

Il leader del partito che vince le elezioni diventa automaticamente leader della maggioranza parlamentare e quindi Primo Ministro. Il ruolo del leader di partito diventa quindi secondario dopo la vittoria.

Il sistema politico italiano è caratterizzato da diversi partiti che spesso formano coalizioni per governare. L'elezione del leader della coalizione non dipende necessariamente dal leader del partito con più voti.

La società inglese è caratterizzata da valori e tradizioni consolidate, come la monarchia, che vengono raramente messi in discussione. Questo crea un forte senso di unità e stabilità.

I partiti politici in Europa sono nati grazie alla diffusione di regimi politici moderni. Questo ha richiesto la legittimazione popolare, la divisione dei poteri e la nascita di istituzioni rappresentative.

La Rivoluzione Francese del 1789 ha avuto un profondo impatto su tutto il continente europeo, spingendo la trasformazione dei regimi politici in diverse nazioni, anche se con tempi diversi.

Il Primo Ministro nel sistema inglese rappresenta la cerniera tra il Parlamento e il governo, garantendo l'armonia tra le due istituzioni.

I partiti politici in Europa continentale si sono sviluppati in contesti diversi da quelli inglesi. Il ruolo dei partiti è spesso più complesso e dinamico, con diversi modelli di organizzazione e funzionamento.

Un modello di governo parlamentare dove il Parlamento ha il potere centrale, affiancato dalla legge elettorale e dal Governo. Il Parlamento è il fulcro dell'assetto istituzionale e svolge sia funzioni rappresentative che decisionali.

Un sistema elettorale che favorisce la semplicità della rappresentanza, riducendola a due forze politiche principali. Il sistema genera una maggioranza e un'opposizione coesa, con pochi partiti in Parlamento.

Nel sistema Westminster, il Governo dipende dal Parlamento. Il Governo presta giuramento al Parlamento ed è formalmente investito dal re, ma la sua legittimità dipende da una questione di fiducia tra i due poteri.

Un provvedimento fiscale introdotto nel 1909-1910 in Gran Bretagna che prevedeva una tassa patrimoniale. L'opposizione dei Lord e l'intervento del sovrano dimostrano la complessità e il potere del sistema politico britannico.

Un atto che sanciva ufficialmente il principio di 'no taxation without representation' in Gran Bretagna. I Lord non potevano più esprimere pareri sul bilancio statale, riducendo il loro potere.

Il Primo Ministro britannico non è solo un primus inter pares, ma possiede poteri formali di nomina e revoca dei ministri, quindi ha un ruolo di supremazia rispetto agli altri membri del governo.

Il sistema britannico si basa sul principio di parlamentarismo, dove il Parlamento detiene un potere centrale. Il Governo è dipendente dal Parlamento ed è investito formalmente dal re. Il sistema elettorale maggioritario uninominale a turno unico favorisce una rappresentanza semplificata con due forze politiche principali. Il Primo Ministro ha un potere formale di nomina e revoca dei ministri.

Il sistema Westminster presenta vantaggi come la chiarezza e la stabilità della rappresentanza, nonché un sistema di governo efficiente. Tuttavia, svantaggi includono la limitata rappresentanza di partiti minori e la concentrazione del potere nelle mani del Primo Ministro.

Le due principali famiglie politiche del Regno d'Italia, rappresentanti diverse posizioni ideologiche, sociali ed economiche.

Terza forza politica durante il periodo di transizione verso la formazione dei partiti politici in Italia, composta da repubblicani e radicali. Si posizionava a sinistra della Sinistra storica.

Eredi delle idee di Mazzini, non convergenti nella Sinistra storica. Si battevano per un sistema repubblicano.

Un gruppo all'interno dell'Estrema caratterizzato da idee progressiste e riformatrici, spesso all'avanguardia rispetto alle altre forze politiche.

Un sistema di governance che si basava sulla creazione di governi di coalizione tra le due famiglie politiche, fondato principalmente sul compromesso tra i moderati di Destra e Sinistra.

Le ali più moderate delle famiglie politiche Destra e Sinistra, caratterizzate da idee politiche meno radicali.

Il processo per cui il sistema politico italiano diventava sempre più chiuso, riducendo le possibilità di accesso alla politica per nuovi partiti.