Norme Giuridiche e Loro Caratteristiche

Un enunciato che definisce la condizione o ciò che è regolato da una norma giuridica. Descrive una classe di persone, azioni, stati o oggetti.

Un enunciato che definisce la conseguenza o come è regolato ciò che è definito nell'antecedente.

Le norme giuridiche che stabiliscono obblighi o divieti.

Le norme giuridiche che non impongono obblighi o divieti, consentendo azioni specifiche.

Le regole che consentono espressamente un'azione, creando un obbligo implicito di non compiere l'azione contraria.

Le regole che non proibiscono specificamente un'azione, lasciando il comportamento all'arbitrio dell'individuo.

Le norme permissive che hanno un proprio significato indipendente dalle norme imperative e permettono eccezioni alle proibizioni.

Le norme permissive che dipendono da norme imperative, permettendo azioni non vietate dalle regole prescrittive.

Le norme permissive, quando esplicite, producono effetti. La loro assenza non equivale alla loro presenza.

Le norme permissive non sono solo parassitarie, ma svolgono un ruolo importante all'interno di un sistema di regole.

Il modello delle regole, proposto da Dworkin, critica il positivismo giuridico sostenendo che manca un elemento fondamentale nel sistema delle norme.

Nel caso Riggs vs Palmer, un nipote uccise il nonno per ereditare la sua fortuna. La corte deve decidere se il testamento sia valido nonostante l'omicidio.

La corte cerca nel sistema delle norme quelle applicabili al caso, ma non trova una norma specifica che vieta l'eredità in caso di omicidio.

Secondo il positivismo giuridico, in assenza di una norma specifica, il giudice dovrebbe decidere in modo discrezionale.

Dworkin sostiene che il Diritto non è solo un insieme di regole, ma include anche principi e valori, come la giustizia.

Dworkin afferma che dobbiamo considerare i principi e valori del Diritto per risolvere casi come quello di Riggs vs Palmer.

Una norma giuridica è eteronoma quando è creata da un soggetto diverso da chi la deve seguire. Ad esempio, le leggi vengono emanate dal Parlamento, non dai cittadini che le devono rispettare.

La norma giuridica è sempre sanzionata. Se non prevede una sanzione, non è una norma giuridica. La sanzione può essere esplicita o implicita, come nel caso di una norma che viene applicata senza formalità.

Le norme giuridiche possono essere suddivise in base alla loro funzione. Le norme imperative impongono obblighi, mentre quelle permissive attribuiscono facoltà o poteri. Le norme abrogatrici annullano altre norme.

La giuridicità di una norma dipende dal contesto in cui viene creata e applicata. Per essere considerata giuridica, deve essere collegata a un sistema di norme e a una pratica sociale istituzionalizzata. Ad esempio, le leggi di uno Stato appartengono al suo sistema giuridico.

La validità di una norma giuridica si riferisce alla sua conformità alle regole del sistema giuridico che ne ha stabilito la creazione. Una norma può essere valida formalmente se è stata creata secondo i procedimenti corretti, e sostanzialmente se non contrasta con altre norme di rango superiore.

L'efficacia di una norma giuridica indica la sua effettiva applicazione. Una norma è efficace se viene rispettata e seguita dai destinatari. In questo caso, le norme sono effettivamente efficaci.

La giustizia di una norma giuridica si riferisce alla sua conformità a un sistema di valori morali. Una norma può essere considerata giusta se è in linea con i principi morali prevalenti. Ad esempio, una legge che vieta la tortura è generalmente considerata giusta perché è in linea con i principi morali di base.

Il realismo giuridico è una scuola di pensiero che considera la validità e l'efficacia di una norma le caratteristiche più importanti. La giustizia non rientra nelle loro considerazioni. Secondo questa scuola, una norma è valida se viene effettivamente applicata, indipendentemente dalla sua conformità alle regole del sistema giuridico.

Le norme primarie prescrivono un comportamento specifico per i cittadini, mentre le norme secondarie forniscono istruzioni ai funzionari pubblici su come applicare sanzioni per la violazione di una norma primaria.

Kelsen definisce le norme primarie come quelle che applicano le sanzioni e, quindi, costituiscono il core del diritto. Le norme secondarie prescrivono comportamenti specifici.

Le norme che non prescrivono ai funzionari come sanzionare sono considerate frammenti di altre norme che lo fanno. Ad esempio, la legge che stabilisce la pena per omicidio è una norma primaria, mentre la norma che attribuisce al parlamento il potere di creare leggi è un frammento di questa norma primaria.

Secondo Hart, alcune norme hanno uno scopo diverso dalla sanzione e non possono essere considerate semplici frammenti di altre norme.

Le norme thetiche agiscono su altre norme, modificandone l'esistenza, la relazione con altre norme, o la loro applicazione. Ad esempio, abrogare una legge è un'azione thetica.

Le norme interpretative forniscono spiegazioni su come interpretare le norme primarie. Un esempio è l'interpretazione autentica, quando il soggetto autore di una norma fornisce una seconda norma per chiarirne il significato.

Le norme programmatiche definiscono un obiettivo da raggiungere, ma non specificano come raggiungerlo. Sono diverse dalle regole tecniche, che forniscono istruzioni dettagliate

L'interpretazione autentica è un tipo specifico di interpretazione di una norma primaria, fornita dal soggetto autore della norma stessa.

Il processo di elevazione della Costituzione a fonte suprema dell'ordinamento giuridico, rendendola il fondamento di tutte le altre fonti del diritto.

Le costituzioni rigide, caratterizzate da una struttura complessa e da procedure di modifica complesse, sono protette dalla Costituzione stessa e non possono essere modificate con leggi ordinarie.

La Costituzione è il fondamento di tutti i rapporti giuridici. I diritti fondamentali sono garantiti e vincolanti per tutte le istituzioni.

Il sistema di fonti del diritto regola la produzione del diritto, stabilendo un ordine gerarchico tra le diverse fonti, con la Costituzione al vertice.

L'articolo 1 delle preleggi del codice civile, insieme alla Costituzione, stabilisce un ordine gerarchico tra le fonti del diritto italiano.

La legge ordinaria, prima fonte suprema, è ora subordinata alla Costituzione. Questa evoluzione evidenzia il passaggio da uno stato di diritto legislativo a uno costituzionale.

Il diritto deriva da fonti di produzione, come atti legislativi, regolamenti e consuetudini, e da fonti di cognizione, come documenti che ci permettono di conoscere il diritto.

Le norme provenienti da fonti (atti o fatti) che creano norme giuridicamente valide.

Un diritto soggettivo è una situazione vantaggiosa o favorevole riconosciuta a un soggetto, che gli assicura un beneficio. Può avere rango costituzionale (inviolabili) o essere definito da legge ordinaria (modificabili).

I diritti soggettivi sono in genere garantiti da norme giuridiche. Ad esempio, il diritto di proprietà è garantito da un articolo specifico del codice civile.

I diritti soggettivi giuridici sono protetti dal diritto con strumenti specifici. Un compratore può ad esempio esigere il pagamento del prezzo di un bene. In caso di violazione, può richiedere sanzioni.

I diritti soggettivi implicano una relazione tra tre entità: il titolare del diritto, il contenuto del diritto e gli altri soggetti coinvolti. La combinazione di questi elementi definisce il tipo di diritto.

I diritti soggettivi possono essere individuali o collettivi.

Il potere politico istituzionale trova un limite nei principi costituzionali. Questo significa che il potere dello stato è limitato dai diritti fondamentali dei cittadini.

Il diritto soggettivo è un concetto chiave per comprendere la relazione tra individuo e stato. Garantisce che i diritti siano protetti in un contesto sociale

Le norme giuridiche sono un insieme di dispositivi che regolano la condotta degli individui o che producono altre norme. Sono essenziali per il funzionamento della società.