Crioconservazione e Cellule Staminali

La crioconservazione delle cellule eucariotiche avviene in una soluzione di DMSO al 10% con l'80% di siero.

Per aumentare la raccolta di cellule staminali ematopoietiche per i trapianti, si somministrano fattori di crescita come il G-CSF, che stimola la proliferazione delle cellule staminali.

La popolazione staminale ematopoietica è identificata dalla combinazione di marcatori CD34+ e CD38-. Le cellule CD34+ sono cellule staminali ematopoietiche, mentre le CD38- sono cellule prive di espressione di questo marker.

Nell'analisi citofluorimetrica, le cellule in apoptosi precoce si trovano nel quadrante in alto a sinistra del dot plot propizio vs annessina V.

La GVHD (Graft-versus-Host disease) è una complicazione grave nei trapianti di midollo osseo, causata dai linfociti del donatore che attaccano i tessuti del ricevente. Le citochine infiammatorie, i linfociti T e il regime di condizionamento sono i principali fattori coinvolti nella patogenesi della GVHD.

La GVHD acuta colpisce principalmente cute, fegato e intestino, manifestando sintomi come rash cutaneo, ittero e diarrea.

La selezione positiva nella procedura MACS (Magnetic-Activated Cell Sorting) consente di separare le cellule che esprimono una particolare molecola superficiale. Le cellule vengono marcate con anticorpi specifici legati a biglie magnetiche, consentendo di separarle dal resto della popolazione cellulare.

La terapia cellulare con cellule Treg (Cellule T regolatorie) del donatore nei trapianti aploidentici serve per prevenire la GVHD. Le cellule Treg sopprimono la risposta immunitaria, evitando l'attacco dei linfociti T del donatore ai tessuti del ricevente.

Le cellule NK (Natural Killer) sono più efficaci nel distruggere le cellule tumorali dopo attivazione in vivo o in vitro.

Le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T cells) hanno il vantaggio di riconoscere l'antigene tumorale in modo indipendente dall'HLA. Ciò significa che sono in grado di attaccare le cellule tumorali di qualsiasi individuo, indipendentemente dalla loro struttura HLA.

Le cellule dendritiche mature hanno la capacità di presentare l'antigene alle cellule T. Questa caratteristica le rende importanti per l'induzione di una risposta immunitaria adeguata.

Le cellule dendritiche utilizzate nei vaccini terapeutici devono avere un profilo specifico di espressione di citochine, un immunofenotipo definito e la capacità di attivare le cellule T. Questi requisiti garantiscono che le cellule siano in grado di indurre una risposta immunitaria efficace contro il tumore.

In terapie cellulari, il termine

TALEN (Transcription Activator-Like Effector Nucleases) è una tecnica di genome editing che si basa sull'azione di nucleasi, enzimi che tagliano il DNA in siti specifici. Il taglio del DNA permette l'inserimento o la modifica di sequenze geniche specifiche.

I recettori CTLA4 e PD1 sono importanti inibitori dell'attivazione dei linfociti T. CTLA4 blocca l'attivazione dei linfociti T immaturi, mentre PD1 inibisce l'attivazione dei linfociti T iperattivi, impedendo una eccessiva risposta immunitaria.

CTLA4 si lega ai recettori CD80 e CD86 sulle cellule presentanti l'antigene (APC), bloccandone il segnale di attivazione dei linfociti T.

I liposomi sono sistemi di veicolazione genica che utilizzano vescicole lipidiche per trasportare il DNA all'interno delle cellule. Il DNA viene racchiuso all'interno dei liposomi e rilasciato all'interno della cellula mediante fusione con la membrana cellulare.

Due fratelli hanno una probabilità del 25% di essere geneticamente compatibili, ovvero di condividere la stessa combinazione di antigeni HLA.

Le molecole CD (Cluster of Differentiation) sono utilizzate per identificare e classificare sottopopolazioni di leucociti e linfociti. Ogni molecola CD corrisponde ad una proteina di superficie cellulare specifica, che consente di distinguere le diverse popolazioni cellulari.

I marcatori CD14 e CD45 identificano il compartimento mieloide, che comprende i granulociti, i monociti e i macrofagi. Le CD14 sono espresse principalmente sui monociti e macrofagi, mentre le CD45 sono espresse su tutte le cellule ematopoietiche.

La sequenza genica che codifica per un CAR (Chimeric Antigen Receptor) può essere trasferita nei linfociti T utilizzando i vettori retrovirali, lentivirali e i trasposoni. Questi vettori sono in grado di integrare il gene CAR nel genoma delle cellule T, garantendo l'espressione stabile del recettore.

Le CAR-T di seconda generazione sono generalmente più efficaci in vivo rispetto alle CAR-T di prima generazione. Le CAR-T di seconda generazione includono un dominio di segnalazione aggiuntivo, che aumenta la potenza di attivazione dei linfociti T e l'efficacia nell'eliminare le cellule tumorali.

La tecnica di genome editing HDR (Homology-Directed Repair) utilizza il meccanismo di riparazione del DNA mediante ricombinazione omologa per introdurre specifiche mutazioni in sequenze geniche site-specifiche. Questo processo sfrutta l'inserimento di un vettore donatore contenente la sequenza modificata.

Le citochine possono essere misurate utilizzando tecniche immunoenzimatiche come ELISA, citometria a flusso e metodi basati su microarray.