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Storia della filosofia Lezione 1 Testi d’esame I. Kant, Critica della ragion pura, parte seconda, Logica, B 74-B187; trad it. di C. Esposito, Bompiani, Milano 2004, pp. 167-313 e ristampe. Sono ammesse anche altre traduzioni. II. E. Husserl, La cris...

Storia della filosofia Lezione 1 Testi d’esame I. Kant, Critica della ragion pura, parte seconda, Logica, B 74-B187; trad it. di C. Esposito, Bompiani, Milano 2004, pp. 167-313 e ristampe. Sono ammesse anche altre traduzioni. II. E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, 1936, 1954, trad. it. di E. Filippini, il Saggiatore, Milano 1961 e ristampe, pp. 1-293. Motivo per l’avvicinamento di queste dire opere che già nel titolo hanno una convergenza La parola crisi e la parola critica ondivhdiono un abito semantico, di significato, quel tanto ti significato che serve per trovare delle importanti convergenze ma anche per sapere che poi andiamo a specificare a chiarire e differenziare. Verbo crino, sta alla radice di critica e crisi: esamino, scelgo, valuto, considero, vado a vedere. Un atteggiano critico sopravviene si solito quando c’è una crisi, e ci porta a domandarci sul perchè e sul che cosa è in crisi, e interrogandoci troviamo un modo di gestire la crisi e di affrontare la crisi. La critica posta alla crisi, la crisi porta alla critica. La critica di Kant nasce dalla crisi del suo tempo, e la via d’uscita è una forma di critica. Nelle sue opere la filosofia è chiamata a diagnosticare la crisi a chiarirla, mostrarla e diffonderla ma anche a trovare dei modi per affrontarla per fronteggiarla. Husserl prende interesse per la figura di Kant, e questo avvicinamento prova a render conto di una fatto che prede vita nelle crepe di Husserl: andando avanti con il tempo in queste opere è sempre più presente la figura di Kant, a Husserl molto importa di Kant e non il contrario. E questo importare, prende corpo negli anni ed è molto evidente nella crisi delle scienze europee e la fenomelogia trascendentale. Husserl muore nel ’39, la crisi è del ’35-’36, in questo ultimo periodo Husserl si confronta con Kant ione questo periodo, la crisi è un confronto di Husserl con Kant è un ripensamento. La storia della filosofia è un sapere stratificato e quando siamo ad autore del 900 gli strati sono tanti, e per leggerla davvero bisogna comprendere i diversi significati delle parole e quindi il confronto che l’autore ha avuto con i filosofi precedenti, la presenza dei filosofi nei testi dei filosofi sono funzionali allo sviluppo del pensiero. 1 Per capire la crisi della scienza europea bisogna legge la critica della ragion pura di Kant Husserl Era un matematico, è nato nel 1959 in Moravia non era Austriaco, studia all’università di Lipsia astronomia e legge per suo interesse alcuni filosofi, gli empiristi inglesi (Locke, Barkley, Hume). In qualche modo questi si domandano da dove vengono le idee che io ho e che validità hanno. Da Lipsia si trasferisce a Berlino per studiare matematica con due grandi matematici che avevano anche delle domande sulla loro disciplina, si chiedevano cosa fossero queste enti on i quali si infrontavano; cosa sono i numeri, le figure geometriche, come fa un teorema ad essere considerato vero. Matematici che fanno analisi sui fondamenti teorici della disciplina, quindi fanno filosofia. Si trasferisce a Vienna dove si laurea in matematica con una tesi sul calcolo delle variazioni nel 1883 ma consce anche Brentano che insegnava aVienna, e del quale legge la “Psicologia Empirica” (1874) e viene molto colpito da questo pensatore per due motivi: 1. la dottrine dell’intenzionalità della coscienza 2. una richiesta di chiarificazione, prestare attenzione all’evidenza con cui certi fenomeni si manifestano più di altri Quindi intenzionalità, coscienza, evidenza chiarezza e distinzione e già quì bisognerebbe parlare di Cartesio (chiarezza e distinzione). Brentano suggerisce ad Husserl di leggere un libro di Bolzano “La dottrina della scienza” 1837 che era un suggerimento molto interessante perchè Bolzano non la leggeva nessuno, la leggerà Husserl e dopo letto dea lui le idee di Bolzano saranno diffuse. È un testo ostico, per questo ha poca fortuna. Rudolf Herman Lotze prima parte del “sistema di filosofia: logica” 1874, leggere Lozze lo ha aiutato a capire che cosa dice Bolzano: ci sono delle verità in se, alcune proposizioni esprimono delle verità che son tali anche se nessuno le pensa, anche se su questo pianeta non ci fosse nessuno che pensa il teorema di Pitagora il teorema esisterebbe lo stesso, al sua validità non dipende dalla mente umana Brentano da una parte e Bolzano e Lozze dall’atra dicono cose opposte per un giovane studioso era una situazione di crisi, dei fondamenti della matematica, non era chiara sopratutto dopo la nascita delle geometrie non euclidee, su che cosa si dovesse intendere per numero, per figure geometriche per rette parallele. Di fronte a questa situazione di crisi Brentano aveva offerto a Husserl un’ipotesi di ricerca, “La psicologia dal punto di vista empirico”, l’opera di Brentano. L’idea di Husserl: la matematica si può fondare sulla psicologia, cioè su come pensiamo, su come funzione la mente umana 2 Questa idea porta ad Husserl a scrivere un opera che si intitola “La filosofia dell’aritmetica” 1891 orientandosi verso gli studi di filosofia e lasciando la matematica. Ipotesi: la fondazione sta nel come funziona la mente umana che è vero che è la stessa in tutti gli uomini, ma è anche vero che è la stessa solo in tutti gli uomini. E se gli uomini spariscono che ne è della matematica che abbiamo scoperto e di quella che non abbiamo scoperto, vogliamo dire che tutto collasso per questo dettaglio della scomparsa della razza umana? No, ci deve esser una possibilità di parlare della validità di qualcosa, per esempio delle proporzioni della matematica indipendente dal dato storico contingente dell’esistenza della mente umana e delle sue leggi. Quello che vi è nel mondo che ci circonda, in parte lo abbiamo scoperto in parte no, magari non siamo in grado con le leggi della mente umana di scoprire quel che ha una sua validità ma che noi non conosciamo. La verità è indipendente dal fatto che la mente umana con le sue leggi se ne sia appropriata, non sono le leggi della mente umana che rendono vero qualcosa, è la circostanza che qualcosa sia vera che in parte si e no si da anche a conoscere dalla mente umana, contingentemente con le scoperte matematiche, fisiche. La psicologia non può essere il fondamento della coscienza, perché la psicologia riguarda la mente umana, e quindi funziona per quello che è di competenza della mente umana ma non funziona per quello che è indipendente dalla mente umana. Lo scettico è una figura sempre presente nelle opere di Husserl, lui parla sempre per confutare lo scettico, abbandona Brentano e fa propria la prospettiva di Lotze e Bolzano: non è la mente umana che rende vero qualcosa e la cosa che è vera di suo e che si da a conoscere qualche volta si qualche volta no alla mente umana. Quello che conta è quello che vero tutto sta a scoprirlo 1886: Husserl si converte al Cristianesimo, era di famiglia ebraica 1887: Si abilita all’insegnamento con uno scritto sul concetto di numero e lavora con un’altro importante protagonista che si chiama Karl Stumpf (sctumpf), lavorava per trovare l’origine psicologica dei concetti. È un autore che dobbiamo legare alla formazione della Psicologia della forma sono punti di riferimento per Husserl 1887-1901: rimane ad Halle e poi si trasferisce alla università di Gottinga dove insegnerà filosofia 3 Il cambiamento di rotta di non prendere la strada di Brentano ma prenderne un altra si concretizza in un opera in due volumi “Ricerche logiche”, il primo volume esce nel 1900 e intitola “Prolegòmeni ad una logica pura” il scendo nel 1901 e contiene 6 ricerche. La sesta ricerca logica ma anche la terza parlano molto male di Kant. La filosofia di Husserl in questo momento è in contrapposizione con Kant. Il titolo al primo volume rimanda ad un’opera di Kant il prolegomeno, e per giunta l’espressione logica pura e aka logica di Kant. Husserl in quest’opera cambia strada: contro al ricorso alla psicologia, per uscire dalla crisi dei fondati della matematica bisogna basarsi sulla logica pura non sulla psicologia. Kant è stato colui che ha avuto l’idea della logica pura, insieme a lui Herbart, Bolzano e Lotze. Il punto di partenza di Husserl è la logica pura e ha punti di riferimento tra questi Kant che ha il merito di aver introdotto in filosofia la logica pura che era già stato di Aristotele con la logica formale, usata come strumento per correggere il ragionamento, ma era stato perso nel suo significato filosofico. 1913: “Le idee per una fenomenologia pura ed una fenomenologia logica” Husserl ritene che la filosofia debba reiniziare da capo, e si deve chiamare fenomenologia e il suo scopo è trovare cosa non varia nella struttura delle diverse tipologie di forme di essere che ci circondano, la fenomenologia deve cercare i fenomeni puri, le invariati le forme o le essenza, cioè ciò che non varia della struttura delle infinite tipologie di modi di essere, alcune le conosciamo molte altre no Quello che dobbiamo fare quando ci rivolgiamo a qualcosa e riadiografarlo per individuare il tipo di collegante che costituisce il modello inviante che fa si che esso sia un qualcosa di un certo tipo, indipendente dal fatto che lo sarà con tutta una serie di cambianti e di variazioni. Progetto della fenomenologia nel primo libro delle idee (il secondo e il terzo libro non vengono pubblicate da Husserl ma vengono pubblicate postume): Di tutto ciò che vi è c’è una struttura invariate e la filosofia deve riuscire a cogliere questa struttura e lo deve fare attraverso un atteggiamento intenzionale, ponendo questo come compito ed utilizzando procedure di tipo logico, che si trasformeranno in procedure logico-ontologiche, ontologico-formale, ontologico-materiali e ci daranno le forme indipendenti di tuti i possibili modi di esser che abitano il don e che noi riusciamo a raggiungere perché c’è non possono essere tante che non riusiamo a raggiungere 4 1916: un figlio di Husserl muore in guerra Husserl si trasferisce a Friburgo e incontra Hidegger ma prenderanno due strade completante diverse, conoscere il rapporto tra i due è fondamentale per la filosofia del 900. 1927: “Essere e tempo” di Heidegger che dedica ad Husserl ma i due pensieri sono lontanissimi, quando i due dicono fenomenologia intendono sue cose diverse, anche quando dicono esistenza. 1928: Husserl tiene un ultimo ciclo di lezioni e poi si ritira dall’insegnante ed è legato alla psicologia fenomenologia della psicologia e questo è sorprendete, perché è un autore che addirittura crea la aporia anti-psicolgismo, alla fine della sua vita si interessa di psicologia. Se noi apriamo il libro delle scienze europee, parla di psicologia ma come mai? Smette di insegnare e si dedica a mettere in ordine i propri manoscritti, pochi libri ma tanti manoscritti. Ha scritto moltissimo ma non ha pubblicato molto in vita. - Articolo del 1911: “La filosofia come scienza rigorosa” e la intende come scienza di questi invariati che possono essere trovati e presentati nella loro validità universale e necessaria, rigorosa perché può presentare qualcosa che vale comunque sempre indipendentemente dal fatto che noi lo conosciamo - “La meditazioni cartesiane”, che sono una pubblicazione ricavano ada conferenze tenute a Parigi e pubblicate nel 1931 tenute nel ’29 - “Logica formale e logica trascendentale” e nel 1921, la logia trascendentale è il nome che Kant ha dato alla logica - Saggi su una rivista Giapponese che si chiama Rinnovamento, saggi molto brevi di carattere etico sul rinnovamento dell’umanità - 1939 “Esperienza e giudizio” opera messa insieme da lui ma postuma - 1954 “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” è postuma Negli ani 30 a Husserl, che era di famiglia ebraica, viene impedito di tenere lezioni, di andare all’estero, non può partecipare al congresso modale di filosofia, perchè fra il 33 e il 35 in Germania e le leggi razziali del partito nazionale socialista, impediscono di fare lezioni e conferenze e di pubblicare. Ha vissuto un periodo di forte crisi (Hidegger invece in un primo momento fu in un primo monetino legato al nazional socialismo). Nel 38 alla sua morte c’era il rischio che i suoi manoscritti venissero distrutti, perché era considerata persona da far tacere, ma un monaco Leo Vanbreda è riuscito a mettere in salvo i manoscritti di Husserl a portarlo a Lovàgno. 5 La proposta di Husserl di cogliere gli invariati è anche la proposta di analizzare le variazioni, e descriverle, per cercare di arrivare all’invariante. Ma come incontro quello che mi interessa, ma lo incontrano con un albero nel giardino, nella sua contingenza empirica, è una variazione di un invaiante, ma bisogna conoscere le variazioni per arrivare all’invariante ed è complicato è un lavoro analitico. Int questi manoscritti ci son pagine di analisi che se quali cosa la guardiamo da una lato si presenta in un certo modo se vi giriamo intorno si presenta in un altro modo. L’invariante qual’è? Famosa espressione di Husserl: mi sembra un uomo ma potrebbe essere una manichino, non è facile da quello che si vede dalle variati arrivare all’invariato alla forma L’invariante è base di campi di sapere, quando abbiamo trovato le tipologie di oggetti che va a studiarle poi ritornando le variazioni per arrivare all’invariante e quelle che si trovano dopo la scoperta dell’invariante. Le singole scienze: la fenomenologia come ricerca di ciò che è basilare ha lo scopo di offrire le basi ai saperi specialistici, nessuno escluso, dalla matematica alla soia alle scienze umane “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” cosa può voler dire quando tutto il lavoro è stato fatato per dare un fondamento alle proposizioni valide che sono quelle della matematica ma anche quella della scienza. Di che crisi parliamo? Non vuol dire che lei scienze non dicono il vero, sono le uniche che old dicono no c’è accenno anti-scientifico. Può essere che il termine crisi dipenda dagli eventi della vita del filosofo? Sicuramente si ha visto la nascita dei totalitarismi e ha subito le leggi razziali, ma non possono riportare alla biografia il termine crisi, soprattutto in Husserl che non fa conto della umana costituzione ma cerca una teoria della conoscenza. Allora di che crisi parliamo? Non abbiamo una risposta da proporre come punto di partenza, la risposta non può che arrivare alla fine. Husserl ha dovuto combattere per aiutare, le geometrie non euclidee di nuove forme di matematica, alla teoria della relatività, e alle nuove scoperte della chimica. Ma non è questo che gli interessa è un dato comune dalla meta dell’800 alla metà del 900 era un idea molto comune. Elementi di crisi nella vita del filosofo e in quella del mondo. Evoca in una crisi politica, sociale e personale di Husserl ma non è di questo che andremmo ad occuparci. L’unica cosa che può essere ritenuta vera è quello che ci porta la scienza, nessun anti- scientismo. Ma è vero però che le scienze dovrebbero fare anche dell’altro ma il fatto che non lo facciano è una crisi è una situazione che non va bene. Che debbano riprendere a farlo questo è quello che la filosofia può offrire criticando il modo in cui le scienze vanno avanti 6 Crisi di Husserl di cui parleremo La crisi di che cosa intendiamo per scientificità e che contributo può dare la filosofia su questo. Le scienze che vanno avanti per conto loro, sanno cosa stanno facendo? Forse non del tutto, e la filosofia può far emergere che per esempio nel coltivare una disciplina come la matematica si fanno anche altre cose oltre che dimostrare teoremi o protrae avanti una nuova branca della matematica si stanno facendo anche della tre cose. La crisi è una critica, la crisi è un puto di partenza per strade nuove 7 Lezione 2 La crisi delle scienze europee è stata pubblicata nella collana Husserliana, una raccolta di volumi ormai arrivata a 43 volumi, la crisi delle scienze sta nel volume sei. Il frate francescano nel secondo dopo guerra, sotto gli auspici dell’UNESCO sono state pubblicate anche le opere di Husserl messe in salvo dalla distruzione. L’opera non è finita, Husserl non considerava mai definitivi i suoi lavori, uscita postuma nel 1954. “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” Alla fine della sua vita aggiunge a fenomenologia trascendentale, sappiamo già che nel 29 scrive logica formale e logica trascendentale, per lui era già una parola importante. Il termine trascendentale è aggiunto a qualificare la fenomenologia, trascendentale è una parole di Kant per come la usa Husserl in questo periodo. Lui la usa nel senso della filosofia trascendentale di Kant, Husserl ha voluto essere un innovatore, contrapponendosi alla tradizione filosofica in particolare verso Kant, e ci sorprende che la porla più caratterista della filosofia kantiana compaia nel titolo del testo Husserliano. Da Brentano Husserl si prende la terra dell’intenzionalità e l’importanza che Brentano da alla coscienza. Il rapporto con Brentano conflittuale continua tutta la vita. 1874 teoria della intenzionalità Brentano scrive la psicologia dal punto di vista empirico. Da tempo, almeno dagli anni 40 del 1800 si cerca di dare a scienze diverse rispetto alle scienze dalla natura uno stato di scientificità, la psicologia chiede di essere considerata una scienza. All tori chiede di essere considerata una scienza, come l’economia e la sociologia. La prospettiva di Brentano e di dire che la psicologia può e deve essere considerata una scienza ma non deve imitare la fisica matematica. Il metodo della ricerca scientifica non è uno solo ma metodo raccoglie anche metodologie differenti. Brentano polemizza con Herbart che nel 1845 aveva scritto un opera dal titolo “La psicologia come scienza” e intendeva far vedere com la psicologia si possa basare sulla matematica. Modello vuol dire applicare la matematica, la psicologia può essere una scienza empirico matematica. Metodo sperimentale anche in psicologia con ricorso alla matematica, per Brentano queste non sono strae percorribili, perché producono un programma riduzionistico: la psicologia si applica all’uomo ma l’uomo è una componente della natura, un corpo fisico biologico. Ma per Brentano presenta dei fenomeni che non possono essere ridotti ad essere caratteristiche di un corpo fisico perchè sono soggettivi, appartengono ad una dimensione dell’uomo che non può essere oggettivata, perchè se lo è mette tra parentesi di quello che però è anche caratteristico dell’uomo cioè avere dei fenomeni soggettivi. 8 Un conto sono i fenomeni fisici un conto sono i fenomeni psichici, Brentano ritorna che applicando un metodo analitico descrittivo, di aver individuato un ambito di fenomeni dell’uomo che hanno una caratteristica specifica e posso essere demarcati nella loro soggettività rispetto ai fenomeni fisici. Demarcano una realtà tipica dell’uomo in questo soggetto psichico e tipica solo di’ questa sua caratteristica. Cos’è ciò che rende specifico l’ambito dei fenomeni? L’intenzionalità secondo Brentano è una caratteristica umana, a cui non si è finora prestata l’attenzione che merita. Non si sono fatte abbastanza analisi empiriche, se si fosse analizzato le caratteristiche umane si sarebbe arrivati a questi fenomeni psichici che hanno la caratterista di essere intenzionali Intenzionale: una persona dotata di una psiche ha questo fenomeni nella misura in cui mi rivolgo interessandomi a qualcosa, nella misura in cui il mio rapporto con il mondo con interesse, io sono interessato a come il modo è. Mi rivolgo con una mira verso il mondo che mi circonda, non sono un soggetto passivo, che aspetta di ricevere informazioni o rispecchia quello che accade al di fuori, sono un soggetto in movimento dinamico, un soggetto attivo con le miei capacità sensoriali, ed attivo questo interesse per quello che mi circonda. Questo interesse non è fine a se stesso ma, verso colui che l’ha nutrito, riporta dei contenuti che stanno nella mia mente. La psicologia si occupa della psiche, della mente o anche coscienza. Soggetti psichici: rifonda la teoria della coscienza perché la conoscenza non è il risultato di un rapporto frontale soggetto-oggetto in cui ciascuno sta per conto proprio, e si formano delle copie dentro di noi di quello che c’è attorno a noi, ma invece si tratta di un rapporto interattivo, su un interesse e su questo è basta il rapporto. Attraverso gli atti intenzionali ottiene dei contenuti, risultati che possiamo intendere così, in quanto stanno nella nostra mente Trovato l’ambito dei fenomeni intenzionali, vuol dire che abbiamo trovato una disciplina che per Brentano è una psicologia Questa idea non è nuova è presa dalla scolastica in particolare da Tommaso d’Aquino. 9 I fenomeni psicologici possono essere classificati in: I. Rappresentazioni: ho qualcosa davanti a me (forscetllung: metter davanti) II. Giudizi: Dichiaro che è vero che è qualcosa davanti a me III. Fenomeni del terzo tipo: fenomeni molto diversi tra di loro, di tipo emotivo, affettivo, volontario, timore, speranza, paura, coraggio. Quel del qualcosa che ho davanti a me mi piace, non mi piace, lo rifuggo Alla rappresentazione si riferisce al giudizio che è un atto secondario ed è il riconoscimento di come stanno le cose. Dico che c’è un albero nel mio giardino perchè me lo rappresento, se dichiaro che è vero che c’è un albero nel mio giardino dichiaro di riconoscere una situazione rispetto alla quale sono disposto a chiedervi se siete d’accordo aspettandomi che lo sarete. Il giudizio richiede un assenso, è formulabile quando è evidente un certo stato di cose per il quale mi aspetto che lo riconoscerete tutti. Anche gli atti del terzo tipo sono secondari perché per amare qualcosa me lo devo rappresentare. Io vengo colpito da un rumore questo è un fenomeno acustico, m quando io essendomi rivolto a questo fenomeno fisico, so che sto sentendo un suono divento un soggetto psichico che ha il contenuto del suono che io sento. Il suono che io sento sta nella mia mente, qualcosa fuori nel mondo ha provocato un fenomeno acustico, ma quando io sento di sentire un suono io mi trovo in un contesto psichico, perché il suono sentito è solo nella mia mente. Come l’amato che è solo nella mia mente, è un contenuto della mia mente. Il suono in quanto sentito non esiste fuori esiste nella mente, il suono che io sento è un fenomeno psichico come tale non sta fuori rispetto a me. Quello che io ho nella mente ce l’ho con totale chiarezza ed evidenza non possono dire che non ce l’ho, se sento un suono, io fatto che io lo senta è indubitabile, al limite può succedere che lo sento solo io, per vari motivi, ma io ho l’evidenza di quello che sento e questa evidenza è trasparente e per me cosciente e per me chiaro e distinto non posso dire che non ce l’ho. Questo vuol dire che questi fenomeni psichici hanno una loro forza, non posso non prenderne atto, non posso ignorarli, hanno un loro peso. Inesistenza intenzionale di un oggetto Direzione verso un oggetto: mi rivolgo a qualcosa fuori di me Oggetto compare come un oggetto che non va inteso come una realtà. Se è un intenzionalità ci deve essere qualcosa di rispettivo, però non esiste è immanente, perchè è ciò che corrisponde al contenuto, anche l’oggetto non è un oggetto a cui noi arriviamo indipendentemente dai mezzi con cui ci arriviamo, ma è l’oggetto in quanto preso dentro l’intenzionalità. L’oggetto non è indipendente dall’atto intenzionale, che lo cattura. Correlativo del fato che il suono netto è nella mia mente, l’oggetto del suono sentito è il suono però in quanto sentito 10 Fenomeno psichico: suono sentito Oggetto: oggetto catturato dall’atto intenzionale, no indipendente dall’atto intenzionale Atto intenzionale: atto che parte da me, da una mente che si rivolge a qualcosa, il fenomeno acustico provocato da qualcosa. Ciò che mi riguarda è il suono che io so di sentire, e quindi di questo mi occupo (che suono è il suono che ho sentito?). l’oggetto a cui mi sono riferita è già un evento, un suono che c’è nella misura in cui io vi ho prestato attenzione. Perché se nessuno avesse sentito l’urto della macchina un certo tipo di oggetto non ci sarebbe perchè non ci sarebbe nessuna intenzionalità che lo istituisce come suono sentito. Quindi abbiamo: il suono che ho sentito sta nella mia mente il suono sentito è un oggetto è immane, non sta fuori in metaniera del tutto indipendente da me, è un oggetto ma perché io ho sentito qualcosa Husserl riprendere questa tematica della intenzionalità ed è un punto di non ritorno ma che nel pensiero di Brentano diventa un punto importante. Husserl si pone un problema sull’oggetto, perchè se quello che abbiamo detto è inteso correttamente, vuol dire che ci sono oggetti che corrispondo a tuto quello che io possono intenzionale, ma gli atti sono di tanti tipi. Se io intenziono qualcosa, me lo metto davanti, un centauro, un quadrato rotondo, allora è un oggetto allora è? (Màinong) Brentano allora avrebbe detto che sono anche cose non appartengono al modo fisico, come i centauri i quadrati rotondi, le montagne d’oro. La risposta è si da parte di alcuni allievi di Brentano, ci sono anche oggetti di questo tipo. Proliferazione di tipi di oggetto: alle volte si hanno delle idee e queste idee hanno a volte effetti indesiderati come del tipo precedente Brentano vuole stabilire una demarcazione su questo tema, che gli è costata parecchia riflessione che ritroviamo nella seconda edizione della “Psicologia dal punto di vista empirico” del 1911. Nel panorama filosofico europeo la psicologia dal punto di vista empirico agisce negli anni 70,80 e si impone quasi come un libro nuovo nel 1911 con una seconda edizione. Brentano scrive una prefazione e in questa prefazione dice che “l’oggetto al quale mi riferisco intenzionalmente non è altro che una cosa del mondo fisico” un conto sono i fenomeni fisici un conto sono quelli psichici, ciò che mi attira e alla quale io reagisco mi porta nella mente contenuti e oggetti immanenti. Non esistono questuati rotondi, ne centauri, ne montagne d’oro. 11 Problema dell’oggetto Problema più importante. Atto intenzionale, miro a qualcosa e mi riporto indietro un contenuto che è corrispettivo ad oggetto immanente, ma questo oggetto che non è indipendente dall’atto intenzionale ha delle caratteristiche. È un contenuto però è anche qualcosa che sta tra quello che è fuori, tra quello che è nella mente perchè è un oggetto intenzionale, non sta da nessuna parte perchè è correlativo all’atto intenzionale però qualcosa è. Husserl: oggetto intenzionale Non interessano solo i contenuti che sono nella mente, il discorso di Brentano sono contenuti della mente che diventano una disciplina scientifica, per Husserl però si apre la prospettiva per cui si sono importati i contenuto ma è importate anche l’oggetto intenzionale il quale è fatto in un certo modo, ha una sua struttura. Punto di separazione da Brentano: Non è solo un contenuto della mente ma ha una sua indipendenza, questo vuol dire non prendere la strada della psicologia ma prendere la strada della logica. Ciò che è non diventa un contenuto della mia mente, un fenomeno psichico ma pur essendo anche un contenuto della coscienza dirà Husserl, ma è anche un oggetto Anche l’esistenza per lo più è legata alle connotazioni spazio temporali (come per Kant), non si può parlare di essere a prescindere dall’esistenza, Kant prima di Brentano fa una forte demarcazione se non è esiste non ne posassimo dire nette, l’essere è ciò che sta empiricamente nello spazio e nel tempo. Dasàin: esistenza di qualcosa nello spazio e nel tempo Virclisccait: realtà, dal verbo virken agire, avere effetto Reale in questo senso per il fatto che ha un rapporto di causa è un effetto con qualcos’altro, è stato causato, o ha un rapporto di azione e reazione. Realitet: realtà, qualcosa è reale Una parola più generale e si presta a dire che possono essere qualche cose che rispetto all’essere reali sono irreali, cioè godono della modalità di essere della irrelaitèt, hanno una modalità di essere che quella di essere irreale. Questo interessa ad Husserl: perchè limitarsi alle modalità di essere finora sviluppate dalla filosofia, perché non possiamo aggiungere un’altra Irrelaitèt: non è nello spazio e nel tempo, è una modalità di essere in un certo senso di essere reale, allargando questa generalità a qualcosa che è ma è irreale nel senso che non lo si trova in giro, non sta per strada, è la parola adatta per l’oggetto intenzionale. 12 Oggetto intenzionale è irreale: non è fittizio o di fantasia, è ma in una certa modalità quella dell’essere irreale. Elaborazione di un oggetto che è a metà strada, siamo stati sollecitati a prestare attenzione a qualcosa e il risultato di questo agtegiamtno intenzionale è l’aver trovato qualcosa che in parte sta nella mia coscienza ma in parte no ed è un oggetto intenzionale, è correlativo alla coscienza.- fuori ci sta ciò che provoca un intessere per cui ci rivolgiamo da quella parte e rivolgendoci da quella parte produciamo qualcosa di nuovo, cioè quello che abbiamo inteso. Di questo si occupa la fenomenologia dell’oggetto intenzionale. Husserl però non si può fermare a Brentano pur essendo per lui molto importante, sennò sarebbe ridurre la conoscenza ad essere una coscienza di tipo psicologico, sarebbe ridurre le capacità umane a capacità di tipo psicologico, sarebbe limitare il dono alle cose fisiche ma Husserl è un matematico, per buona parte della sua vita ha lavorato con cose che non sono cose fisiche e ha creduto che lo fossero, i numeri, le figure geometriche. Gli enti matematici non sono fisici, Husserl aveva delle coscienze che già lo portavano ad allargare la tattica di ciò che è, di ciò che è oggetto. Rispetto a questo lavoro genetico di come i problemi della fenomenologia nascono dalla critica a Brentano Husserl mette già del suo è già convinto che nel modo che ci circonda ci siano le cose fisica ma anche tanto altro. Il numero 1 è irreale, non sta nello spazio e nel tempo. Definizione dell’esistenza di Kant e di Husserl sono compatibili, esistenze per noi è qualcosa di empirico nello spazio e nel tempo, ma ci sono intese esistenze intese in altro modo. Per Heiddeger dasain, esistenza vuol dire un altra cosa, può avere un uso rispetto ad un uso più largo, dipende dal contesto dal filosofo. Husserl a differenza di Mainong (tipologie diverse di essere: essere nella modalità del fuori essere, sussistere) non pensa che l’araba fenice, la montagna d’oro ecc. abbiano una sua modalità di essere. Per Husserl sono qualcosa che può essere immaginato. Punto Per Husserl le cose che ci sono possono essere conosciute nel loro modo di essere e quindi mira a trovare la contezza delle cose del mondo fisico, ma tale per cui le possiamo portare alle discipline scientifiche. 13 Altra presa di distanza da Husserl, anche lui fa una classificazione degli atti intenzionali: - Atti teoretico conoscitivi: sono quelli che riescono a mirare a qualcosa che può essere decodificato è può diventare un oggetto di ricerca scientifica. Ci interessa avere oggetti che possano essere conosciuti, che abbiamo una disposizione ad essere conosciuti. Riunisce le due classi che Brentano aveva separato: rappresentazione e giudizio. - Atti emotivo sentimentali, valutativi: sono gli atti per i quali quando noi abbiamo di fronte qualcosa, ce lo rappresentiamo abbiamo anche un riscontro valutati, cioè questo qualcosa non ci lascia indiretti ma ha nei nostri confronti una attrattivi, è in grado di provare uno stato di benessere, una valutazione di bene o il contrario. Il mondo che ci sta intorno è un modo che è sempre in un rapporto di piacevolezza o spiacevolezza, attrattivi o respingimento, bene o male, bello o brutto. In questo senso è un modo che is fa valutare rispetto alla nostra costituzione emotivo sentimentale. Non c’è mai un concorrere che no abbia un apprezzamento o un respingimento. L’albero nel mio giardino è mi dice che è fatto in un certo modo, che appartiene ad una certa specie, eletti di conoscenza, ma l’albero mi dice anche che è ricoperto di magnifici fiori, e questa è una valutazione di tipo estetico, ma l’albero mi dice anche che è un melo e le mele sono buone. Il mondo è sempre da conoscere e da apprezzare o disprezzare. Quando la valutazione è positiva ad ogni di questi livelli la valutazione diventa una spinta ad agire. - Atti pratici: si diventa soggetti agenti quando la valutazione è positiva si è spinto ad agire, lo stesso tare nel mondo che provoca sempre una tegamino intenzionale, di interessante, che si declina in corrispondenza alle capacità umane, emotivo-sentimentali, cognitive, valutative e attive, non siamo fermi nel don ma ci muoviamo in base a ciò che ci attrae ci respinge, è buono o cattivo ecc. Distingue in due classi separate quello che Brentano metteva insieme nella classe dei fenomeni del terzo tipo Questa ripartizione ci fa pensare alle tre critiche di Kant: critica della ragion pura, critica del giudizio, critica della ragion pratica. 14 Lezione 3 Husserl fa un altra divisione, una specie di semplificazione e divide tutti gli atti in: Atti obiettivanti: secondo il modello comune a tutti dell’atto intenzionale si rivolgono a qualcosa, ottengono dei contenuti delle informazioni ed identificano un certo tipo oggetto, un irreale che ha una sua struttura una sua struttura, forma, essenza. Atti teoretico obiettivanti, vuol dire che identificando oggetti di questo tipo consentono la conoscenza dell’oggetto che viene così identificato. Atti non obiettivanti: si riferiscono a quelli obiettivanti, essendo anch’essi atti intenzionali riportano alla coscienza altre caratteristiche degli oggetti che andiamo ad identificare, che sono caratteristiche di valore e sono atti secondari o anche atti fondati, che si riferiscono cioè a qualcosa che è stato già oggetto di un interesse intenzionale. Ciò che corrisponde a questo atto non obiettivante di tipo sentimentale-valutativo è il valore, il mondo che ci circonda ci da conoscenze ma ci mette di fronte anche a dei valori Questo vuol dire che ill mondo che ci circonda è un mondo che consta di oggetti anche molto diversi tra di loro, che si propongono ad essere intenzionati e conosciuti e nello teso tempo anche un mondo i cui oggetti suscitano da parte nostra una relazione emotivo sentimentale e come tale valutativa. Sono atti ghemùtlis: ghemùt sul dire animo, sarebbe atti dell’animo la traduzione, ma è un pò indeterminato dire così, siamo in difficoltà nella traduzione. Atti del sentimento si potrebbe dire ma p un pò troppo definito perchè il sentimento è un’attività abbastanza evoluta, mentre gli atti di cui parliamo sono atti meno evoluti, di apprezzare non apprezzare, se apprezzo mia avvicino se non apprezzo fuggo. Il nostro soggetto intenzionale è immerso nell’ambiente (ùm-velt: mondo attorno) non è un mondo che ci sta solo di fronte, ma ci sta intorno e noi ci siamo immersi con tutto quello che noi siamo a partire dal corpo, dell’epiderma. Gli atti obiettivanti sono atti che mirano a saper che cos’è che è gli atti non obiettivanti sono atti che mirano a rilevare che noi siamo in uno scambio di reazioni a tutto ciò che è. Il mondo non è un mondo indifferente, non è un mondo che soltanto consociamo, ma ha un interesse per noi anche dal punto di vista del come noi stiamo nel mondo, ci stiano per viverci nel mondo non solo per conoscerlo. Abbiamo anche un’atteggiamento valutativo emotivo, il dono che ci circonda ha valore per noi a tanti livelli. I nostri atti pratici hanno una motivazione, se è una motivazione dovuta ad un valore che è quello della ragione allora è un atto libero, proprio come dice Kant. 15 La tematica del valore è molto importa per Husserl perché è legata ad una riorganizzazione dei tipi di atti, obiettivanti e non obiettivanti, ma si tratta sempre di atti intenzionali, questo vuol dire che anche i valori vengono conosciuti. Non c’è una situazione dualistica tra il don dei fatti e dei valori perchè il modo è unitario, non può essere diviso è un complesso, l’uomo a sua volta è un complesso questo vuol dire che c’è una continuità, nel senso che ciò che è fatto, proprio per come è fatto è anche capace di provocare una reazione di apprezzato di tipo emotivo valutativo tale per cui noi possiamo dire che ha un valore, è. Di valore, è bello è brutto, è buono non è buono, è una conoscenza così come è una scienza che un certo stato di cose è vero ed è cosi come si presenta. Con quale attrezzatura arriviamo ad identificare questi oggetti dell’atto intenzionale di cui stiamo parlando? Da Karl Stumpf prende una interessante distinzione sul quel qualcosa che stiamo prendendo in esame: se esso consta di parti o non consti di parti. Se consta di parti dobbiamo fare una ulteriore distinzione, sono parti indipendenti o dipendenti. Sono aperti che possono essere indipendenti dall’intero? -Se la risposta è si, siamo davanti a parti indipendenti, che sono anche a prescindere dal contesto. Es. una mela rispetto ad un mucchio di mele, la mela è un intero composto di parti, ma la mela sta anche per conto proprio. -Se invece le parti non possono stare in maniera separata l’una dalle altro, si chiamano parti non indipendenti, cioè parti che per essere qualcosa devono essere collegate con altro e quello che ne risulta è composto di parti che non possono essere separate. Questa riflessione di Stumpf sembra a Husserl importante su cui lavorare. Se noi vediamo molti cipressi in fila diciamo, devo una fila di cipressi, che cosa esattamente stiamo vedendo, dove sta la fila, dove sta l’oggetto fila? Stiamo vedendo, un cipresso, un altro cipresso, un altro cipresso, un’altro cipresso. Mia quindi qual’è l’oggetto di questa separazione che sto facendo? La fila la dobbiamo intenzionale, è qualcosa che ci portiamo davanti a seguito di un atteggiamento intenzionale che individua un modo di stare, dei collegamenti da cui emerge qualcosa che chiamiamo fila, la fila in quanto tale non la possiamo toccare. Questa riflessione parte dal numero 1, perché abbiamo un cipresso, un’altro cipresso ecc. Husserl comincia a pensare che quello che vi è per lo più un composto, è un complesso, un intero ecco perché comincia per lui a diventare interessante l’analisi s lil comporta a cui ci stiano interessanti è forato da parti indipendenti o parti indipendenti. Nel nostro caso la fila è formata da parti indipendenti, ci cipressi. 16 Opera di Erenfelz “Sulle qualità della forma” 1891 presa in esame da Husserl. Sulle qualità della forma vuol dire che un intero, già quando consta di parti indipendenti può essere visto quasi dall’alto come tale da far emerger il profilo della composizione, abbiamo una qualche idea della fila, che emerge dal fatto che c’è una serie di cipressi, a maggior ragione quando le parti non sono indipendenti, l’intero arriva ad una sua configurazione che ha una sua autonomia perchè dipende dal fatto che le parti hanno dato forma a qualcosa di nuovo. Complesso Prima non c’era, ora c’è che ha una consiste za come totalità, che non viene ridotta alla serie delle parti, non è la somma delle parti, è un qualcosa di nuovo di emerso, qualcosa che si è formato grazie al necessario stare insieme delle parti, ha una sua qualità come complesso, è qualcosa di più, è reale e dipende dalle sue parti ma non coincide con nessuna di esse ne con il loro mero aggregarsi, è una funzionalità generata dal rapporto tra le parti. Atto intenzionale: quando intenzione aqsulcosa di suo interesse costituisce un oggetto, ottengo intenzionale che è per lo più un composto di parti. Composto invariate che si esemplifica nell'albero del giardino: all’atto intenzionale non interessa quell’albero, ma l’oggetto intenzionale che è l’insieme di caratteristiche che deve avere, opportunamente collegare tra di loro secondo rapporti non indipendenti, per poter essere un albero. L’oggetto che ha inserito nel modello della intenzionalità, Husserl lo vede come questo tipo di oggetto: la comprensione che nesso cose che ci stanno intorno è possibile trovare un modo per intenderle per lo più come un intero di parti non indipendenti. L’oggetto intenzionale è irreale, perchè noi vediamo un certo albero. Ci interessa in che modo potremmo andare in gio e avere un criterio per sapere che quello che ci viene incontro sono comunque degli alberi, questo modello ci interessa. Le scienze hanno tutte a che fare con interi tenuti su da rapporti tra parti non indipendenti, che noi possiamo andare ad identificare. Nella terza ricerca logica fa queste riflessioni, 1901. In questa ricerca nasce la ricerca della mereologia, cioè dottrina delle parti che è parte della matematica. Il mondo di Husserl è un mondo relazionale, è tutto collegato con qualcos’altro per questo generalizza il discorso che stiamo facendo. Una volta che abbiamo individuato un’intera di un certo tipo con delle parti, questo intero da un’altra prospettiva lo possiamo vedere come parte di un intero più comprensivo. Siamo in un certo senso sempre parti non indipendenti di qualcosa. 17 Processo di identificazione dell’oggetto Terza ricerca logica: cos’è un intero, cos’è una parte in che rapporti stanno tra di loro. E questi rapporti sono messi poi in forma matematica, mereologia dottrina delle arti. Ma Husserl è diventato poi un filosofo, non possono incasellare le sue ricerche solo nella matematica a Husserl interessa ciò che posso concorre, se le posso concorrere deve poter diventare un oggetto intenzionale. Questo discorso serve anche alla fondazione di storia, sociologia, psicologia ecc. Quello che ci interessa è avere qualcosa, e ci interessano i criteri per riuscire a trovarlo, e questi criteri si basano sul fatto che in siamo soggetti in rapporto con ciò che ci circonda, attraverso il nostro corpo che ci da impressioni di un certo tipo, ci da dei materiali, come l’albero che ci troviamo di fronte nella sua fisicità, dobbiamo l’inizio della ricerca dal fatto che percepiamo qualcosa di forte e noi. Questi materiali che abbiamo li sismo anche ordinare, il mondo non ci appare confuso in tutti i sensi, ci appare con forme ripetibili e statici. Le capacità ordinative dipendono dalle capacità logiche, sono risorse a nostra disposizione, elaborazione che si fonda sul se stessa, riesce a partire da qualcosa che è già interna alla logica, per esempio A=A, che è un principio logico basilare che ha delle risorse ulteriori rispetto a quelle che sono state utilizzate per elaborare la logica formale. a=a non serve solo per dire che i nostri sillogismi e le nostre proposizioni siano composti in modo corretto, che siano ben formativa mas serve anche per porte dire che se qualcosa deve potere esser quel qualcosa non può avere caratteristiche contraddittorie, deve avere caratteristiche che sono una certa caratteristiche aurale a se stessa e non al proprio contrario. a=a è uno strumento attraverso il quale possiamo ideare i requisiti minimi che qualcosa deve rispettare per essere qualcosa, no può avere caratteristiche tra loro contraddittorie. La logica pura comprende la logica formale che riguarda il come ragioniamo, ama la logica pura comprende anche la logica della formazione di qualcosa anche noi stiamo intentando e che mentre intenzioniamo stiamo anche radiografando, riportando a ciò che la forma alla base. I fondamentali principi della logica si presentano in questa prospettiva come strumentai datti al pensieri dell’oggetto, cosa molto diversa dal controllare un sillogismo 18 La logica è una possibilità di cui noi umani approfittiamo, non è umana la logica anche l’intelligenza artificiale usa la logica ma non è umana, gli umani usano la logica, la logica è stata scoperta dall’uomo che la sua. La logica serve alla psicologia ma non is fonda sulla psicologia La logica formale è uno strumento formidabile ma non esaurisce le funzioni della logica le quali possono esser pure, non emicraniche come nella logica formale, am possono essere usate non solo nel discorrere ma anche nell’ambito della formazione dell’oggetto. Quando io ho il mio atto intenzionale e mi rivolgo a qualcosa, non sono automaticamente in grado di arrivare ad un risultato, ma devo lanciare un atto intenzionale ma anche attivare le mie funzioni logiche, l’intenizionalità in qualche modo ragiona. L’oggetto di cui parliamo deve rispettare il principio di identità e di non contraddizione, deve rispettare la circostanza per cui l’intero e maggiore della parte e deve rispettare la mereologia, dice Husserl che deve rispettare questi terreni che ho sviluppato nella terza ricerca logica, come analisi dei rapporti della parte con il tutto perché per lo già l’oggetto è una un complesso, un intero. L’oggetto deve anche ripetere una altre serie di rapporti che io devo anche sfruttare, pongo domande: può essere un qualcosa? Qualcosa: è una categoria formale, un modo in cui io funziono nel mentre ho un atto inerziale, esercito anche un modo di pensare che manifesti attraverso l’uso di una categoria formale per esempio qualcosa Categorie formali: uno, oggetto, qualità, relazione, connessione, pluralità, numero cardinale, ordine, numero ordinale, intero, parte, grandezza Non sono sprovvisto di Enzo come oggetto intenzionale, ho sviluppato le capacità logiche per come sono tate formalizzate da Aristotele e le uso. Ho anche la capacità di vedere l’universale: ho ha disposizione opzioni Il nostro oggetto intenzionale può esser numerato attraverso un numero cardinale o ordinale, può essere uno o no, può essere in relazione, può essere una parte o un intero (Husserl le chiama categorie formali. Il nostro oggetto intenzionale passa attraverso questi filati, dei fondamentali principi della logica e attraverso le categorie formali, così inizio ad avere qualcosa di più determinato. Categorie materiali: casa, albero, colore, suono, spazio, sensazione, sentimento Io progredisco nel mio processo di identificazione della strutta del oggetto, e da qualcosa che è solo formato da categorie formali lo posso specificare, cioè possono dire ha questa caratteristiche che condivide con altri qualcosa, ama che categorie più specifiche per cui può rientrare nella tipologia oggetti intenzionali albero, nella tipologia oggetti intenzioni casa, nella tipologia oggetti intenzionali sensazione. 19 Abbiamo detto che tutto ciò che ci circonda ha un interesse su di noi, ci provoca un interesse, ci provoca una reazione di tipo emotivo sentimentale, e questo ci mette di fronte dei valori, qualcosa che è in quanto è anche un oggetto di valore, per esser un oggetto di valore deve corrispondere ad un atto intenzionale di sentimento, in grado di vedere e sentire i valori. Secondo Husserl si può essere anche cieco ai valori, gli oggetti hanno un importo di valore ma non è detto che tutti gli uomini se ne accorgano, il valore lo si può vedere e sentire. Questo ci mette di fronte a ricerche che vengono fatte: cosa vuol dire avere ed essere un sentimento? Il sentimento stesso lo devo conoscere per avere un sentimento in maniera opportuna, se non so cos’è un sentimento come faccio a farlo vivere nella mia vita, coì che io possa aver il relativo correlato che è il tratto di valore di un oggetto? Anche il sentimento è un oggetto che ha delle caratteristiche sue, provare un sentimento non è una cosa automatica, forse questo ci differenza dal’AI, si formano sentimenti diversi, il riferimento è qualcosa di complesso. Per Husserl il sentimento è un atto intenzione con il suo correlativo oggetto il valore, ma come facciamo ad avere atti intenzionali di tipo emotivo fecondo perché arrivino all’oggetto bisogna conoscere il sentimento. Anche una proposizione è un oggetto, il mondo che ci circonda abitato da tipologie di oggetti infinte e che qualunque cosa può diventare tema di interesse per un atteggiamento fenomenologico intenzionale, la stessa logica non sfugge, a che la logica verrà messa sotto esame per vederci chiaro in quello che essa è. Attraverso queste capacità logico categoria facciamo emergere dal materiale percettivo sensoriale che abbiamo a disposizione, forme di composti cioè categorie di oggetti tipologie di oggetti. L’atto intenzionale non è un atto gratuito è un atto che ha una sua struttura a sua volta. Ontologia formale: frutto di questo lavoro, perchè siamo passati a usare la logica per la formazione dell’oggetto, in questo senso possiamo usare la parola ontologia. La logica che abbiamo usato era una logica formale e la contiene (a=a) ma è una logica che attraverso l’uso della categorie formali mi delinea la struttura dell’oggetto. Int questo senso non è una logica ma è una teoria dell’oggetto, è una dottrina di ciò che è l’oggetto. Quando si parla di oggetti e di costituzione di oggetti si può usare la parola ontologia per Husserl, che dice che ha lavorato sulla logica ma ci ha lavorato in un modo molto diverso. Ha fatto delle considerazioni nuove che prima non c’erano: sono partito da a=a e sono arrivato alla teoria dell’ oggetto, che è una ontologia dell’oggetto, quando si parla di oggetti e di ciò che è posso usare la porla greca che riguarda l’essere. 20 Attenzione: ontologia formale, basata sulla logica, sulla capacità logica. Non stiamo dicendo che stiamo parlando di cose che sono indipendentemente dal nostri rivolgersi ad essere in maniere intenzionale, è tutto ella costruzione del modello della intenzionalità, dove c’è qualcuno che consce e qualcosa che è conosciuto che è indipendente dal soggetto, che però è solo attraverso questa procedura, esso è come oggetto intenzionale non reale. Parallelamente possiamo parlare di ontologia materiale Quando parliamo di albero in generale possiamo parlare di un ambito generale. Adesso possono i botanici, gli agricoltori, gli agronomi possono procedere ad ulteriormente specificare questa formazione ontologico materiale. - Passaggio importante: Se invece dall’albero passiamo alla cosa della fisica, passino a chiedere teorie scientifiche specifichino ulteriormente il comportamento di questa tipologia di essere, quindi troveranno leggi specifiche che riguarderanno quello che la nostra tipologia di oggetto può fare e non fare, quello che è, incrementare le caratteristiche dell’oggetto. Aumenterà le determinazioni, abbiamo questi strumenti: la logica, le categorie formali e materiali ma sono per definizione generali e chiedono di avere ulteriori specificazioni, e questo lo deve fare la ricerca specialistica non è più compito della filosofia. Questo lo fa la ricerca specialistica non lo fa la filosofia. Il compito della filosofia è saltato di dire che le teorie scientifiche parlano di un oggetto in generale di un oggetto riconoscibile da chiunque nelle sue strutture fondamentali, per questo le teorie hanno un fondamento inter-soggettivo. Il discorso è un discorso di teoria della coscienza. Il ruolo della filosofia riguarda l’apportare indicazione dei criteri per trovare gli oggetti, la ricerca scientifica specialistica ha bisogno di sapere che si sta occupando di tipologie di oggi, se non fosse così avrebbe sbagliato strada e dovrebbe ritornare a trovare le tipologie di oggetti di competenza. C’è qualcosa di Platonico in tutto ciò? Rudolf Herman Lotze tra le altre cose si è interessato di logica, era un personaggio multidisciplinare, scrivendo una ripa parte del suo sistema di filosofia che si chiama appunto “Logica” uscito una prima volta nel 1841, e in una seconda edizione nel 1874 molto cambiata. Idea che al logica sia una disciplina specialistica ma è anche una parte della filosofia, fa sempre parte dall’attività di pensiero che è la logica. Ne “Il mondo delle idee”, parte della Logica, Lotze si avventura a proporre una intercettazione di che cosa Platone intendesse per idee. Dice delle idee di Platone qualcosa di molto interessante. Il mondo in cui Aristotele ha inteso le idee di Platone deve essere criticato, influenzando il mondo occidentale nella sua interpretazione di Platone, cioè la 21 visione di un’altro mondo con caratteristiche diversa dal mondo empirico, cioè quello delle idee. Le idee di Platone era intese come caciocavalli appese direbbe un filosofo italiano. Aristotele ha condizionato la filosofia occidentale. Lotze dice non c’è un altro modo, il mondo non è uno solo quello dell’esperienza, ed è regolato da leggi, come glie veni cadono, come le relazioni si istituiscono è regolato da leggi, da domare di connessione che sono le idee di Platone. Idee Platoniche: regole che le diverse di cosse devono seguire per potere esser el cose di quel tipo, sono principi di determinazione, sono indicazioni che dicono che quel certo qualcosa è strutturato in un certo modo. Sono forme di collegamento, spiegano lo stare con, di qualcosa. Questo colpisce molto Husserl, Lotze era molto letto, e tra questa concezione dell’idea platonica e la fa propria. A che cosa serve la logica, le categorie formale e materiali? Servono a comprendere la regola fondamentale, cioè l’idea di una certa categoria di oggetti Lotze condiziona tutta la sua vita intellettuale, a l punto che dobbiamo aggiungere un altra modalità alle modalità di dire l’essere. Per Lotze si deve contestare che le idee stiano in un altro mondo ma no contesta che esse siano, tanto che regolano l’essere di tutte le tipologie dell’essere. Perchè Aristotele ha dato questa errata interpretazione dell’idee, dice Lotze che il greco non aveva la parola giusta per dire in che modo le idee sono. Questa parola si chiama ghèltung “validità” prima non c’era nel lessico tedesco scritta così jeltung. Le idee di Platone sono in un modo di dire l’essere che è quello della validità, cioè valgono sono leggi, sono regole, dicono che per esser qualcosa di un certo tipo bisogna essere in un certo modo, hanno un potere costitutivo, hanno il potere di far venire ad esser quel livello del mondo che ci circonda che è quello dell’oggetto intenzionale, i rapporti tra parti non indipendenti che son questi collegamenti che fanno venire ad essere l’intero. Quello che noi diciamo vale se parlando facciamo riferimento ala scoperta della legge di formazioni, i nostri giudizi valgono, i giudizi della ricerca specialistica valgono perché in ultimo parlano di ciò che costituisce, in quanto sua legge, quello che vi è. 22 Lezione 4 Eidos: Husserl sua dal greco quando vuole dire essenza, forma, ciò che è invagante Eidetico vuol dire forma, idea, essenza Eidos si porta dietro un significato in più a quelli che abbiamo detto, dal verbo orao che vuol dire vedere (si porta la radice id-), “si presenta agli occhi” e quindi è indubitabile e possiamo vedere quella certa forma, quella certa essenza. Non abbiamo dubbi nel vedere perché c’è una componente intuitiva e collegata con questa una componente di intuire qualcosa che posso dichiarare in una basilare affermazione come quella A=A. Una componente intuitiva è una componente intuitiva, perché può essere tradotta in un giudizio. Questo collegamento di intuizione e giudizio, di vedere e vederlo con tale chiarezza che può essere espresso. A queste possibilità di vedere connette la possibilità di vedere il generale, la caratteristica di A=A è che non importa cosa mettiate al posto di A sarà sempre vero, perchè uguale a se stesso qualunque valore mettilo al posto di A. Intuire qualcosa che è talmente radicale e talmente basilare da essere genarle, indurire il generale. Questo è molto significativo perché in molti punti della tradizione storico filosofica l’intuizione riguarda l’individuale. Intuizione, percezione, sensibilità, individualità Per Husserl questo è possibile anche per quella forma di individualità che è la specificità di un tipo, che gli alberi hanno tutti una certa forma col dire che hanno una certa specificità, individualità che però vale per tutti glie smetti di quel certo tipo, cioè è universale e necessario Convergere intuitivo e logico (universale e necessario): sforzo che fa Hussserl dicendo che quello che è intuito non è solo quì e ora davanti a me ma si da anche al pensiero, agli occhi della mente. Per esempio il teorema di Pitagora ne possiamo vedere certi aspetti che ciò portano ala conclusione ma vale per tutti i quadrati, intuitivo non riguarda solo il singolare ma riguarda anche il generale. Eidos: vedo, c’è l’ho davanti, mi è evidente ma non è singolare è generale, vedo il generale ma ciò che è generale non è solo di pertinenza di ciò che è logico o concettuale, perché c’è come un punto di incontro tra intuitivo e concettuale, tra quello che vedo perché mia i da ma lo vedo in modo tale che posso esprimerlo e discorrere e farlo passare attraverso principi della logica e le categorie 23 Eidetico: relativo a qualcosa che può essere intuito e concettualizzato, intuito e poi tradotto in giudizi perché si riferisce ad una struttura universale. Non dobbiamo rimanere sulla idea che intuizione e contesto sono separati, intuitivo è anche riferito a qualcosa che è generale, possiamo intuire il generale, mettersi davanti qualcosa si generale, la forma l’idea l’essenza. C’è una continuità tra percezione, intuizione e concetto. Io possono percepire qualcosa senza interessarmi ad altro che avercelo davanti ma son capace con la stessa capacità percettiva avere davanti la struttura della singolarità che mi sta davanti che è universal e può essere tradotta in concetti e usata in giudizi Linea di continuità tra intuire e concettualizzare non sono funzionalità soggettive da considerare scisse o contrapposte: quando c’è intuizione ci può esser concetto e viceversa Questo va tutto contro Kant e Husserl lo dice nella 6 ricerca logica, mentre nella terza era contro il modo in cui Kant intende i giudizi sintetici a priori. Nella senta dice che non bisogna separare la ricerca logica dal concetto. 1913: primo libro delle idee per una fenomenologia pura Ha un problema di terminologia, perché vuole dire idea ma non può dirlo in tedesco perchè se lo dicesse in tedesco non farebbe altro che dire “idee” e tutti penserebbero che sta usando una parola Kantiana e invece lui non vuol voglio e quindi us ala parola eidos, che vuol dire idea ma che ci riposta ad una tipa tematica platonica ma reinterpretata da Rudiolf Herman Lotze. Husserl vuole che la sua visone di idee riporti a questa interpretazione dei problemi non di quella di Kant. 3 nuclei foretmete polemici nie confronté di Kant: 1. Giudizio sintetico a rpiriroi (3 ricerca logica) 2. Non contrapposizione tra intuizione e concetto (6 ricerca logica) 3. Idea non con un richiamo a Kant ma a Platone rivista dalla interpretazione di Lotze Eidos o vèsen in tedesco ma non deve essere il tedesco idee senno pensate a Kant sennò Il titolo dell’opera è già un titolo piuttosto impegnativo bisnonna anche vedere che cosa intende con “europee”. 24 La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale Paragrafo 1 Come si fa a parole di crisi delle scienze tra la seconda metà del 19 secolo i primi del 20esimo era in una fioritura molto forte e ha contribuito a migliorare le forme di vita. Sembra stanco parlare di casi delle scienze, mentre è molto facile parlare di crisi della filosofia, e rileva che ci sono opposizioni come lo scetticismo, l’irrazionalismo, il misticismo che mettono in crisi la filosofia come sapere logico, razionale e argomentativo che mentito in crisi la possibilità della filosofia come disciplina, a Husserl interessa che la filosofia rimanga una disciplina una forma di insegnamento all’università. Le matematiche non euclidee e le nuove forme di matematica, sono progressi della ricerca scientifica è fisiologico che certe teorie come la meccanica Newtoniana siano valide per il mondo macroscopico ma non per il mondo microscopico. È progresso non Crisi. Mai come questo periodo le scienze hanno dato gran prova di se. Invece la filosofia è in crisi ma anche perché la filosofia non è scientifica nel senso in cui sono scientifiche le scienze. Questo dato di fatto ha portato in ambienti della cultura contemporanea che allora la filosofia sia considerata non scientifica perchè non lo è al mondo delle scienze della natura, per questo la filosofia è in crisi negli ambienti scientifici. Ma questa non scientificità come le scienze delle natura è la sua caratteristica e non lo è perchè non è una scienza della natura, ha un altro tipo di scientificità. Divisione di: Nature vìssenscàften: scienze della natura (oppure cultur vissenscaften), scienze di un oggetto, la natura la cultura, lo spirito La filosofia è una vìssenscaft è una dottrina del saper in generale, non è il sapere relativo a un determinato oggetto ma l’oggetto della filosofia è lo stesso sapere in generale, si interroga in che cosa consista il sapere, in che modo il sapere è conoscenza, perchè il saper non si esaurisce nella conoscenza con quali metodi 25 Allora di che crisi stiamo parlando? Paragrafo 2 Quale scienza è in crisi? La scienza del positivismo. La scienza che ha ridotto la ricerca scientifica ad essere ad una scienza di meri fatti, riportando alla scienza di fatti tutto il significato della parola scienza. Le scienze positivistiche si portano dietro una concezione della scienza basato sulla meccanica newtoniana e ha esteso a tutto il sapere il metodo della scienza newtoniana, per cui o si consce con questo metodo o non si consce niente. (Leggere chi sono i positivisti in particolare Kompte “spirito positivo”, Mill “sistema di logica”)i positivisti hanno valorizzato al massimo il metodo della ricerca scientifica: tutto quello che sappiamo deve esser basato sul metodo della ricerca scientifica che si occupa di fatti del dono empirico e solo questi sono meritevoli di esser indagati perchè il metodo che abbiamo è applicabile solo ai fatti Conoscere i fatti ci permette di avere applicazioni tecnologiche delle nostre conoscenze, la conoscenza non è una conoscenza che si debba rivolgere ad ampio spettro, la mia conoscenza diventa utile, quello che non può esser indagato con il metodo della scienza matematica non può esser conosciuto e quindi non è d’ interesse e non può avere un risvolto utile sulla vita. E questa idea della scienza che è in crisi: per scienza della natura si sia intesa un certi livello a cui sono arrivate le scienze della natura. La crisi sta nell’aver pensato che l’unica accezione di scena fosse quella del positivismo Crisi della cultura positivista che si è manifestata anche nel restringimento del concetto di scienza della natura ad un certo contesto elaborando rispetto ad esso una teoria meccanicistica, deterministica. È in crisi la riduzione dell’idea di scienza a quella che ha il positivismo, che intende la scienza come scienza di fatti, questo è in crisi. Quello che Husserl intende per scienza è una idea ristretta che ha escluso dalla rilevanza scientifica ambiti di indagine molto importanti, per esempio la satira a meno che la storia non diventi un tipo di spiegazione che riporta tutto alla psicologia di un certo tipo, cioè in cui si possono fare esperimenti in laboratori, altre acetileni di storia non sono scientifiche. Perché la storia si occupa di eventi irripetibili e in essa non si possono trovare leggi da legare alla meccanica Newtoniana. Per ciò si deve cambiare il modo in cui intendiamo la parola scienza compresa la scienza della natura. 26 "La crisi della scienza come perdita del suo significato per la vita” Siccome il positivismo ha ridotto la scienza a essere scienza di fatti al scienza ha perso il rapporto con la vita. Questo è la crisi vera quella di cui parleremo. Critica: eserciteremo la critica che Husserl ha già fatto nei conforti del positivismo, che è una idea culturale e l’abbiamo criticata per le sue ricadute sul significato generale delle parole. Abbiamo bisogno di recuperare altri significati delle parole, che sono state impoverite e ridotte a troppo poco. Nel mentre che parla di questo parla del suo lavoro e di quello che ha già fatto e di quello che Luis tesso deve approfondire alla fenomenologia. Questo su cui deve lavorare è l’enigma della soggettiva. L’enigma della soggettiva La soggettività è diventata un problema per la fenomenologia. Di questo parla molto nel secondo libro delle idee per una fenomenologia pura, ne parlava perché sta nei fondamenti della fenomenologia chetato dipenda da un soggetto intenzionale, anche da una coscienza. Con la seconda metà degli anni 10 e tutto gli anni 20 e la prima metà degli anni 30, Husserl comincia a farsi delle domande sulla sul soggetto intenzionate, lo trasforma in un oggetto della fenomenologia, si domanda che tipo di oggetto sia il soggetto. Husserl lavora a questa domanda e fa una serie di scoperte: - il soggetto ha un corpo che questo corpo o possiamo dire in due modi (cörpe quando lo intendiamo come corpo fisico o leib (laib), in quanto in corpo vivo che ha degli stimoli, è un corpo psichico.) - è un soggetto spirituale, produce la cultura, la musica, la letteratura Il soggetto per quello che riguarda il suo copro sarà studiato da certe discipline scientifica, per il sistema nervoso dalla fisiologia dei nervi, dalla neurologia, per quel che riguarda il comportamento psicologico, dalla psicologia dalla psicanalisi, per quel che riguarda a lo spirito dalle scienze delle spirito o della cultura. Ma emerge un problema perché come noi sappiamo dal nostro modelli intenzionale tutto quello che diventa di interesse dell’intenzionalità e della ricerca fenomenologia diventa un oggetto. Se il soggetto diventa un oggetto non è più un soggetto. Io che mi pongo a questa domanda mi manifesto irriducibile a qualunque oggetto perché sono qualcuno che in grado di mettersi dal di fuori rispetto a qualsiasi oggetto e domandarne la struttura, in che consiste in che modo è. 27 C’è una accezione di soggetto che non sembra essere tale da ridursi a essere oggetto di una qualche disciplina scientifica. In cosa consiste questa soggettività che rimane sempre al di fuori delle forme di oggetto come correlato di un atto intenzionale che adiamo a studiare? Husserl sta parlando del io penso, ego cogito quello di cui parlava Cartesio. Isch denke, io penso di cui Kant ha trattato tantissimo nella critica della ragion pura. Problema della coscienza in quanto viene prima e rimane sempre. Per Husserl questa linea di movimento intenzionale come tale non è stato ancora corrompente impostato come problema, non abbiamo trovato il problema giusto, lui stesso fatica a trovarlo, per questo lo chiama enigma. Questo enigma della soggettività si potrebbe pensare che fosse uno pseudo problema, il positivismo e il neo positivismo lo considera come pseudo problema. Per la cultura del tempo è molto innovativo dichiara che c’è un problema che inerisce la soggettività e che non è saltato affrontato dalla psicologia. La psicologia che ha voluto per la maggior parte applicare all’anima il metodo delle scienze della natura, ha conseguito importati risultati ma le è sfuggito il soggetto perché è diventato un oggetto di indagine. Bisogna trovar un modo per studiare la soggettività in quanto tale, senza che essa sia ridotta ad oggetto. Nella misura in cui il soggetto diventa un oggetto è tutto molto chiaro per la fenomenologia, ma il soggettivo in quanto tale è un campo da indagare che la scienza della natura e le filosofia riduzionistiche a scienze della natura dichiarano non meritevole di studio, anche per chi non rinnegano possibile questo studio, perchè si pensa che possano esser studiati solo i fatti tutto il resto che non è ciò è metafisica e quindi non si deve e non si può studiare. Husserl dice che tutto merita di essere studiato solo che bisogna trovare il come ma non ci possiamo cristallizzare a un livello della ricerca, a visioni del mondo così restrittive. Vuole parlare di qualcosa di molto difficile: il soggetto. Ed è consapevole che nel proporre questa opzione ha tutti contro gli scienziati del tempo eriche il soggettivo in quanto tale sembra non meritevole di ricerca. È in crisi il significato della scienza per l’esistenza umana (“adottiamo come punti di vista…”) La crisi sta in quello che la scienza importa all’esistenza umana, quando mai nella storia dell’umanità è progredita grazie ai processi della ricerca scientifica. La visione del mondo complessiva dell’uomo moderno la filosofia era diventata positiva, nel senso di basarsi solo su ciò che è dato, sui fatti. 28 Umanità autentica: il protagonista della crisi di Husserl. Sta dicendo con il positivismo siamo andati a finire con un immagine dell’uomo troppo ristretta, questo fatto a comportato che non ci si sia dedicati abbastanza come filosofi a tante dimensioni dell’umano, che ci sono e chiedono di essere indagate. La metafisica vista in modo negativo, i libri di Aristotele messi dopo i libri di fisica nella biblioteca di Alessandria, quello che non sta nei libri di fisica, oltre la fisica. Non è necessariamente in una dimensione sovratemprorae, sovrasensibile ma nasce che va studiata con altre modalità. Argomenti di interesse umano sono rimaste al di fuori di una connotazione di legittimità e a questo bisogna rimediare. Abbiamo ristretto troppo il significato di umanità, abbiamo pensato che umanità significhi progredire nella coscienza scientifica del modo della natura e applicare questi significati per un incremento di modi di vivere utili al promuovere della stessa vita, come necessità di bene e condizioni materiali di vita. - La miseria della nostra vita dice Husserl: i problemi del senso o del non senso dell’essenza umana nel duo complesso, problemi di cui guadagnare la legittimità per trovare una soluzione razionalmente fondata. Questa umanità autentica ha la libertà di scegliere e di plasmare razionalità se stesso e il mondo che lo circonda. La ragione ha a che fare con i tempi come per esempio la libertà, la ragione si occupa di fini oltre che mezzi, di fini oltre che di strumenti questo va riconsiderato. Se non ci mettiamo di nuovo ad occuparci di questo cadiamo nella non-ragione: se la ragione si restringe troppo si allarga il campo della non-ragione genera mostri, non è qualcosa che rimane ferma senza conseguenze, ecco perché siamo in crisi e questa crisi deve essere affrontata. Come affrontiamo questa grave malattia? 1. Recuperando una certa accezione di storia: storicismo tra i tanti modio nei quali la storia è stata una protagonista della cultura del 19 e 20 secolo c’è stata una accezione per cui storia significa componi cui non è possibile avere conoscenze scientifiche ma anche che significa che tutto trascorre, tutto scorre tutto si trasforma nulla è certo, tutto è relativo (storicismo). Lo storicismo ha contribuito alla rinuncia allo studio di quello che non è natura fisica, perché nella storia non è possibile trovare delle leggi, e delle generalizzazioni e non possibile fermare ed elaborare una teoria condivisa dalla comunità scientifica di riferimento, perché se tutto cambia e si trasforma quello che sappiamo è relativo a quel determinato evento, non ha la possibilità di essere portato ad una legge del mondo storico perché non ripetibile. 29 Nulla può esser conosciuto per lo storicismo, tutto è relativo, tutto si trasforma tutto cambia questo vuol dire minare la possibilità di dare una definizione di conosce valida, in qualche modo converge con la posizione scettica Nuova accezione di storia: la storia è una forma di conoscenza del perchè si sono verificate certe situazioni. È un sapere non causale, ripetibile prevedibile, ma è un sapere genetico, cioè trova la genesi di un evento di un fatto che ora ci sta interessando. Analizza il mondo umano è un sapere empirico. Questo fatto ci consente di fare dei collegamenti tra certi fatti e certi altri, è complicato certo, in questo caso la matematica ci aiuta proprio per esempio attraverso la statistica. Possiamo lavorare per elaborare un metodo che ci consenta di collegare fatti del domino umano, trovare come un fatto si genera da un altro, dove il termine genesi sta a dice che magari non torvo la casa unica ma propongo delle ragioni per cui qualcosa si è formato dipendente da qualcun altro, Husserl sta propendo una storia della cultura. Come mai siamo arrivati a questa crisi, come si è generata, da che cosa dipende dice Husserl? La genesi sta nella circostanza per cui abbiamo smesso di essere una umanità autentica come siamo stati nel rinascimento, eravamo umanità un’antica perché abbiamo criticato verità consolidate, cristallizzazioni, pregiudizi. Nel rinascimento abbiamo attivato le capacità di domandare di interrogarsi di chiedere il perché (Giordano Bruno). Questa modalità di essere umani è andata persa, è vero che è ricomparsa nel periodo dell’Illuminsimo dove abbiamo riattivato delle modalità di vivere che avevamo nel rinascimento dove in più siamo stati liberi come soggetti che si interrogano che vogliono sapere del perché si ritengono vere certe cose, e si debbano fare e credere certe cose. Nell’illuminismo abbiamo esercitato la capacità di essere autonomi, liberi. Sono parole che richiamano Kant Che cosa il rinascimento ha considerato essenziale dell’uomo antico? Libero autonomo, poter avere la libertà di domandare. Perchè dobbiamo fare qualcosa come obbligo, interroghiamoci e troviamo le ragione del perchè, Kant nelle sue critiche. “Che cos’è l’illuminismo?” 1784 Kant dichiara che il mondo in cui si sta lavorando nella ricerca lo possiamo chiamare illuminismo. Qui Husserl dice cha abbino perso la capacità d’essere uomini della Grecia, del Rinascimento, dell’Illuminismo perché il queste epoche cera la capacità di farsi, domande, di esaminare, venendo meno queste capacità critiche in altre epoche storiche abbiamo la crisi, perché l’uomo non è solo un corpo fisico ma è anche soggettività cioè essere curiosità arsi delle domandi e cercare i colleganti delle cose, le ragioni per cui mi si dice che devo comportarmi in un certo modo e anche la relazione tra sole e terra. Quindi c’è una analisi storica funzionale alla comprensione dello stato di crisi 30 Lezione 5 Husserl fa una ricostruzione della filosofia, non bisogna dire che il Rinascimento è quello che leggiamo nelle pagine di Husserl perchè per come lo leggiamo quì è un ideal-tipo: anche le gradi correnti di pensiero sono presenti in questo discorso come tipi ideali, non pretende di fare la storia della filosofia del Rinascimento, ma intende dire in che modo al Rinascimento possiamo riportare alcune idee di base che ci interessano per il lavoro che stiamo facendo o anche in che modo da momenti della storia della filosofia come il positivismo ci vengono delle idee che dobbiamo contrastare per andare avanti nel pensiero. La sua è una satira della filosofia pensata da un filosofo, pensata in maniera funzionale per poter mandare avanti la filosofiamo questo non vuol dire che è sbagliata. La storia della filosofia comprende modi diverse di essere fatta, anche questa è un livello della storia di filosofia, mette in luce certi aspetti che vengono considerati da un filosofo per esempio Husserl come aspetti tali che ora sono funzionali a poter pensare ancora, o a dichiara che certe cose che sono state pensate vanno riviste e riconsiderate, è un altro livello ma anche questo fa parte nel complesso della storia della filosofia, non ci possiamo soffermare solo sulla cronaca. Husserl fa da filosofo la storia della filosofia. Ci dice in che modo il Rinascimento è stato considerato fecondo nel 20 secolo e anche che cosa Husserl ha in mente e qual’è la sua strada. Questo aspetto del modo in cui la satira della filosofia non sta nei manuali, ma sta nei filosofi che leggono i filosofi. La fenomenologia non è un pensiero che ritiene non importante il confronto con i filosofi del passato, al contrario lo ritiene molto importante. Per Husserl è molto importate il conforto con i filosofi del passato nel senso che ne ricava alcune idee e budini costruisce alcune immagini di questi filosofi che ritiene funzionale a meglio impostare i suoi problemi. Pag 44 Discontinuità: consiste nel tornare indietro tornare all’uomo greco e svalutare il modello di vita medioevo, il Rinascimento torna all’antichità ed è rivoluzionario perchè va indietro non avanti e opportunamente supera il modo in cui sia era andati avventi arrivando all’età medievale. Era importante tornare al pensiero greco, superando il pensiero medioevale cosa fatta nel rinascimento perché in questo modo si è rivalutato la razionalità, la libertà, lei sono rivalutati di miti le tradizioni si è cerato di rendersi indipendenti dai pregiudizi, si è riusciti a recuperare l’autonomia teoretica e pratica. Nella ricostruzione di Husserl il pensiero di Kant è una forma di Rinascimento (che ha rivalutato la filosofia greca). Teoria e pratica come la grecità ci ha insegnato non vanno separati, ma è la premessa per vivere in maniera libera. 31 Altro aspetto fondamentale del mondo greco che l’ha creata e che il Rinascimento ha adottato nei confronti del mondo medioevale è la critica, tratto della ragione non è solo domandare ma fare una critica alle risposte che sono state date. Il concetto positivissimo è da criticare per molte ragioni perchè ha perso la dimensione unitaria del pensiero, ha perso la radice unitaria pensare-conoscere-vivere che si ispira al valore della ricerca, della domanda e della critica. Questo ha messo davanti la perdita di interessa per tutta una serie di ambiti di indagine, allora bisogna recuperare ciò perché la ragione non si lascia ridurre al metodo della ricerca fisico matematica, che dichiara non rilevante altri problemi. Pag. 46 Dichiarazione in cui son dette tante cose, la cosa più importante è quello del recupero all’indagine filosofica di quello che il positivismo ha dichiarato privo di senso, il recupero di ciò di cui si è sempre voluta occupare la metafisica, che sono stati visti da respulgere dal positivismo. Ma di che tipo di metafisica parliamo? Non è un ritorno a forme di metafisiche ha abbiamo già avuto, a che se c’è scritto anche che l’interesse è per il senso della storia. In ogni pagina del testo ci sono tanti livelli. Necessità di recuperare la prospettiva dell’uomo che ragiona, perchè la filosofia sia nata così, Husserl ritinte che la possibilità di ragionare abbia delle prospettive da offrire al modernismo. Validi: la validità, noi ci poniamo sul piano della ricerca della validità, indaghiamo la possibilità di considerarle valide. Perciò dobbiamo riattivare la ragione, attivazione che consta nelle ricerca della validità. Due livelli del testo: Del vero: quello che ci viene presentato da una teoria scientifica o da una prescrizione, morale è vero che bisogna agire in un certo modo perché questo è il bene Della validità: è correttamente stata ottenuta questa verità l’abbiamo ottenuto in modo corretto? È corretto dire che è vero? È vero che è vero? E in che modo può essere considerata giustificata? Verità ottenuta in maniera corretta e non per caso Bisogna recuperare una filosofia sistematica, che si occupa di tutto e vuole andare a ciò che è radicale, recuperare il terreno della filosofia e i suoi gradi problemi, la metafisica. Con la restaurazione l’illuminismo inizia a godere di una brutta fama. Husserl dice che bisogna tornare all’Illuminismo. Husserl sta pensando a come in un certo senso possiamo prendere il positivismo come una realizzazione dell’Illuminismo, perchè è un età in cui si ragiona, tutto è calcolato è organizzato, tutto è inteso al fine di migliorare le condizioni. Il positivismo è razionalità applicata. 32 Questo tipo di ragione è diventata una ragione strumentale, la ragione si è trasformata in una ragione di calcolo rispetto a quello che dovrebbe essere. La ragione è stata usata come uno strumento, è questo è l’aspetto per cui l’Illuminismo è stato diffamato da filosofie che hanno voluto recuperare il senso della vita. Combattere la diffamazione dell’illuminismo. Si può dire anche qualcosa per cui quello che si diceva prima ora ha un significato negativo, al stessa corrente può avere visioni diverse. Problema per recuperare la metafisica da questo punto di vista non possiamo tornare indietro all’idea che ci sia una sostanza che sta al di sotto del mondo dell’esperienza. Non possiamo nemmeno tornare a Cartesio, Leibniz, Spinoza perché hanno questa prospettiva dello studio di ciò che è al di sotto dell’esperienza, come il mondo dei fenomeni fosse illusorio. Difronte ai conflitti delle metafisiche ci siamo trovati? Una caduta nello scetticismo, una perdita di fiducia nella ragione e nella filosofia, perché avevamo troppe spiegazioni anche in conflitto tra di loro. Non avevamo un criterio per trovare quale fosse la posizione corretta o valida e questo ci ha portati alla posizione di Hume, che ha dichiarato che bisnonna tenersi ai riscontri empirici e alle ricorrenze abitudinarie, ci dobbiamo ritenere a quello che vediamo. Husserl ha letto prima di Kant gli empiristi inglesi tra questi Hume. Non possiamo conoscere quello che sta sotto perchè siamo limitati all’esperienza, quindi una specie di Rasoio di Hume. Restiamo a quello che ci dice l’esperienza e per quanto riguarda il rapporto tra fenomeni non possiamo parlare di causalità. La giustificazione non c’è: abbiamo un’aspettativa e tanto basta, siamo abituati ad avere delle ripetibilità, delle ricorrenze di comportamento e tanto ci basta per vivere, con la lucida consapevolezza che che domani le cose non si possono ripetere. Husserl dirà sempre che Hume è un proto-fenomenologo perchè è andato alle cose stesse, ha detto di attenersi a quello che vediamo, i fenomeni con le loro modalità di essere insieme, con rapporti di dipendenza o indipendenza, senza aggiungere. Hume viene presentato sa Husserl insieme a Kant, la storia della filosofia ad un certo punto ci ha presentato la posizione di Kant e il problema di Hume, bisogna considerarli insieme perché hanno creato un ideal tipo in cui tanto è stato criticato tanto è stato proposto come possibilità di intendere la ragione, se ci attenessimo solo a Hume dovremo fermarci allo scetticismo e abbandonare il nostro viaggio. Kant non ci sarebbe stato se Hume non avesse creato il problema, Kant riconosce che il problema di Hume gli ha fato dare vita alla “critica della ragion pura”. Non si può tornare alla vecchia metafisica bisogna cercare una strada nuova. 33 Pag.48 È possibile separare la ragione e lessante, ciò che è? La metafisica per come Husserl la sta pensando qui, pensava che la ragione potesse conoscere l’esser così come è, ragione come strumento di conoscenza, la sensibilità e ingannevole e insufficiente, la ragione può concorre l’essere. Se separiamo la ragione dall’essere, la possibilità che al ragione conosca l’essere, cadiamo nello scetticismo, se la ragione non conce l’essere non consce quello che deve conoscere e che ci interessa conoscere e ci affidiamo alle abitudini che registriamo nei fenomeni e nell’esperienza? È possibile un altra strada per Husserl: la ragione sperata dall’essere, ma se ci fosse un modo per dire che l’essere dipende da come la ragione riesce a conoscere qualcosa allora troveremo una posizione nella quale: la ragione conosce ciò che è da intendere come l’essere per noi in quanto soggetti che conoscono, l’essere sta nelle forme della nostra conoscenza, come soggetti teoretici-cognitivi, non conoscere la cosa in se ma conosce come stanno le cose. L’essere è nel come è stato conosciuto Husseerl non Husserl non rinuncia a parlare di quello che è l’essere ma proponendo una nuova accezioni di cosa dobbiamo intendere per essere: non indipendente dai mezzi della conoscenza Forte dichiarazione di crisi che non è solo da imputare al positivismo, ha radici più profonde, la radice che ci importa davvero è la critica da Hume alla metafisica del tempo. La crisi della ragione. Bisogna trovare una soluzione radicale, come facciamo a reintrodurre i problemi della metafisica, che è stata messa in crisi dalla critica di Hume e naturalmente da Kant. Husserl delimita una via d’uscita: Pag.50 a Husserl sta a cuore la ragione, ma anche ciò che è, ci son cose indipendenti dalla ragione umana, il tema dell’essere è molto importate, dell’essere int tanto in rapporto con la ragione: se la ragione venisse meno l’essere no, perchè è indipendente. (La filosofia si mette a disposizione di un vasto pubblico dichiarando che è ancora possibile un’idea della filosofia basata sulla ragione com’è stata in età greca, nell’illuminismo nel rinascimento. Husserl parla di ragione per un pubblico più ampio, di interesse civile, quindi noi sappiamo che quando parla di ragione sta parlando ovviamente di soggetto intenzionale) 34 Lezione 7 Pag.50 Matematica è la prova, l’esempio che è possibile avere un risultato di una attività razionale che ha validità universale e necessaria. Ci conferma che è possibile avere delle conoscenze che hanno una validità universale e necessaria. Husserl non ne parla in questo senso: la matematica è presentata per le conseguenze problematiche che ha prodotto. Lo sviluppo scientifico ha prodotto pregi ma anche crisi. Non ce ne occupiamo per i suoi aspetti positivi ma negativi. Figura di Galileo (e opere di Copernico) Origine della scienza moderna, forte difesa del modello copernicano del mondo, ma non è stato semplice farlo considerare valido. Glielo ha chiesto di essere chiamato filosofo e Galileo, per Husserl Galileo è l’ideal tipo del modo in cui si è importo il mollo copernicano e il metodo della scienza moderna e dei problemi impliciti nel suo lavoro di cui Galileo non sapeva nulla ma che siamo riusciti a esplicitare. Con quello che ha portato avanti Galileo, abbiamo generato una serie di problemi che successivamente nel 20esimo secolo hanno creato dei problemi sopratutto nella filosofia. La costruzione della figura di Galileo viene portata avanti da Husserl da essere diventato un tema della cultura contemporanea, il Galileo di Husserl è diventato un modo per identificare dei problemi. Dove stanno i problemi? Galileo ha applicato la matematica alla conoscenza della natura, è questo ha dato dei risultati straordinari. Da una parte si portava avanti l’idea che il mondo della natura è scritto in termini matematici e aveva delle capacità intuitive, nella possibilità che la natura era un modo che si lasciava conoscere attraverso la matematica. Galileo ha avuto una idea un pò riduttiva dell’esperienza, aveva una impostazione filosofica che il mondo per come si mostra a noi lo fa in forme matematizzate. PRBLEMA 1 Questa cosa che abbiamo detto si lascia dire anche in un altro modo Glielo ha guardato nella esperienza quello che gli consentiva di essere matematizzato, ha visto quello che aveva intorno privilegiando gli aspetti delle estensioni, delle forze, della misurabilità che gli ha consentito di applicare la matematica disponibile ad una ricostruzione idealizzata di’ quello che vediamo intorno a noi, dei corpi. Gli oggetti sono diventati così estensione, movimento, forza, descritti e spiegati attraverso leggi fisiche e patetiche, sono stati idealizzati come corpi di qualità primaria non secondaria. 35 È un processo che in parte va bene e in parte no: d’ora in poi i corpi sono stati identificati dalla ricerca scientifica solo in quanto idealizzati, abbiamo ottenuto molto ma abbiamo perso tutto il resto. Tutto quello che non cadeva sotto la ricerca scientifica non poteva essere studiato, nasce tutto quì. La figura di Galileo presenta sfondi che fino ad ora non erano stata prese in considerazione, non sarebbero emersi se ci fossimo fermati alla critica di Glileo legata alle sue opere. PROBLEMA 2 È accaduto che al scienza è diventata un simbolismo, è diventata un linguaggio formalizzato comprensibile solo agli addetti al lavoro. Nel progredire si è tagliato via tutti i pensieri passati e ci siamo limitati a lavorare con le leggi della fisica che sono diventati un simbolismo di cui non è presente la consapevolezza che hanno avuto una origine che ci direbbe molto di più della scienza stessa La ricerca: una pratica che no ha più nessun rapporto con il mondo della vita e questo ha impoverito la riseca scientifica sopratutto per la filosofia 36 Lezione 6 6. La storia della filosofia moderna come lotta per il senso dell’umanità Temi: Ragione latente: ragione ha tutti i significati che finora abbiamo identificato che poggiava su un’idea di ragione come di competenza di qualcuno che la esercita quì invece la ragione è latente, nascosta nel mondo è va quindi fatta emergere, e va chiarita in quello che ciò significa. Quì la ragione è una connotazione di ciò che vi è. La ragione non è da intendersi solo come una funzione soggettiva, ma anche come una connotazione di ciò che vi è, è nel mondo, il mondo ha una sua razionalità anche se in prima battuta non è affatto evidente. Finalità: fine connaturato proprio di qualcosa, il mondo segue un fine provvidenziale verso il meglio? No questa è la vecchia metafisica, per come sono fatte le cose esse seguono un modello. Ma invece parliamo del fatto che le cose hanno una razionalità interna che seguono un certo modello seguendo delle ragioni diventano quello che sono. L’umanità (Menschentum) come ideal-tipo non è la somma degli uomini, ma è un modo di essere che ha una sua struttura da realizzare, rispetto al quale i singoli individui dovrebbero rendersi capaci di appartenere a questo modello di umanità, per questo usa questi termini che sono astratti Menschentum generalizzazione dell’uomo. Dobbiamo lavorare per trovare l’ideal-tipo dell’umano, dell’uomo in generale, cosa vuol dire essere umani? Ci stiamo lavorando, alla definizione di umanità e ragione e anche alla definizione più generale della finalità. Nesso tra legge e fine: c’è una dichiarazione per cui legge non riguarda il movimento meccanico, c’è una accezione di regola e legge più alta, quando troviamo la legge che ci dice come devono essere le cos per essere in un certo mito, abbiamo già usato il termine devono che ci dice che diventa normativa, non è solo descrittiva ma è anche normativa, richiede di essere seguita, è una legge che non solo descrive ma dichiara un obbligo, per esser quello che è deve seguire la struttura. La legge dice come le cose, se non la sia segue non si diventa quel tipo di cose ma è anche costitutiva, bisogna avere il fine di seguire quella legge, per essere correttamente quel certo tipo di cose. Europea: non è una connotazione geografica, ma Husserl o usa nel senso che parlando di europeo parlo di cultura greca, illuministica, rinascimentale, umanistica e quella che sta riproponendo adesso. Il luogo in cui è nata la filosofia per come la stiamo dichiarando da rimettere in campo. Ciò di cui parla è la costruzione di un ideal tipo che pensa che sia condiviso anche dai cinesi e dagli indiani pur nei modi differenti di portare avanti le loro culture, e che quindi c’è una convergenza su un atteggiamento intenzionale riflessivo che si dipana attraverso la logica. 37 In questo pianeta non deve andare persa l’idea della filosofia come si è considerata in Grecia perché ha più possibilità di farsi riconoscere come perseguibile e applicabile di altre, perchè è più funzionale alla costituzione dell’ideal-tipo di umanità di altre. Ragione si mito no, sa che il mito è importare ma ragionare è ancora più importante, la tradizione è importante, ma criticare la tradizione è ancora più importante. L’ideal tipo ha degli elementi valutativo finalistici, bisogna essere uomini del rinascimento ma non del medioevo. Stiamo costruendo un ideal tipo di filosofia che è una filosofia di tipo razionalistico (Husserl cerca gli invariati quello che tutti possono condividere, ciò che è più basilare) Pag.52 Il razionalismo del 18 secolo cerca un terreno, un fondamento. Un conto è il razionalismo ingenuo un conto è quello autentico, non basta usare la ragione per progredire in filosofia. Il razionalismo del 18 secolo era una ingenuità: fino a che non siamo entrati nel contesto del pensiero di Hume e Kant si era in una ingenuità, non basta voler esercitare la ragione per esercitarla in maniera feconda che sia tale da trovare un terreno. Il pensiero del 600 e del 700 infatti ha ritenuto di poter trovare un terreno sulle sostanze, su ciò che sta sotto e purtroppo l’esito di ciò è stato arrivare a metafisiche in contrasto. Ha avuto l’esito di rinunciare alla ricerca del fondamento. Razionalismo ingenuo: è possibile che la ragione arrivi ignorando l’esperienza ad una conoscenza del sostanziale rischia di avere come conseguenza la rinuncia alla conoscenza delle fondamenta, di un terreno. Non basta essere razionalisti bisogna tornare una forma di razionalismo che non abbia queste problematiche di trovare troppi fondamenti in conflitto tra di loro Funzionari dell’umanità Trovare una filosofia talmente basilare che sia sufficiente a progredire, non diverse filosofie in contrasto tra di loro, ma una modalità di fare filosofia che come tale condivisibile per tutti e che ci orienti senza cadere nello scetticismo, nel razionalismo e nei pregiudizi. Non perchè le altre non fossero meritevoli, ma perchè ce ne sono state troppe e hanno sfiduciato l’umanità. Husserl vuole riavvicinare l’uomo al pensiero. 38 Pag. 57 8. La figura di Galileo è una figura piena di luce ma anche portatore di conseguenze negative, perché per esempio il fatto che la realtà potesse essere riportata alle leggi matematiche ha fatto pensare che al matematica fosse il modo di descrivere la realtà in se, cioè che quello che sta sotto fosse formato nel modo in cui ci dice la matematica. La visione scientifica del modo diventasse una sorta di metafisica. La filosofia è rimasta ferma sul fatto che la ragione matematica è la conoscenza delle cose in se, non abbiamo fatto progressi e questo è andato avanti. Si è continuati a progredire nel scienze specialistiche ma in un razionalismo ingenuo matematizzante nella filosofia. 9. La matematica è talmente proceduta che è diventa una manipolazione attraverso simboli di qualcosa che non ha più legame con il mondo che ci circonda, è diventato un lavoro fatto da specialisti con un linguaggio che gli specialisti stessi si trovano a disposizione senza saper da dove vengono: questo ha portato all’idea che stiamo procedendo con mezzi tecnici che ci consentono di manipolare la natura, ma senza interessi conoscitivi ma senza interrogarsi su come facciamo ad avere la matematica stessa. Biforcazione tra il progresso delle scienze e quello che noi sappiamo del mondo i cui viviamo Il percorso metodo della scienza moderna ha solo tutto ciò che è soggettivo, qui Husserl parla di mondo della vita, per generalizzare questa conseguenza, non c’ stato più interesse per il dono della vita. Il mondo della vita è quello in cui tutti noi siamo impiantati, e abbiamo un terreno una base un fondamento. Quindi questo dovrebbe avere un importo su come noi conduciamo le nostre ricerche, e con la nascita della scienza moderna siamo entrati nel mondo degli oggetti, si ciò che è obiettivo idealizzato, delle rette, dei punti, dei piani, delle forze, abbiamo abbandonato il dono della vita ma continuiamo ad essere parte del mondo della vita. La dimenticanza non va bene dice Husserl perché ci sono conseguenze sul pensiero, abbiamo cominciato a vedere legittimo solo il mondo degli oggetti, un mondo idelaizzato nel senso che abbiamo scisso il modo delle cose fisiche matematiche da tutto il resto, il mondo degli oggetti è quello che ci interessa e il resto non ci interessa più, questo Husserl lo chiama un momento drammatico. 1. Ha ridotto le scienze ad un linguaggio tecnicizzato comprensibile solo agli addetti al lavoro, ha inaridito le scienze 2. Ha abbandonato il modo della vita a pratiche non scientifiche, l’irrazzionalismo

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