Psicologia Generale PDF - Lezione 23.09.2024
Document Details
2024
Tags
Summary
These lecture notes from September 23, 2024, cover general psychology, including its definition, evolutionary background and a brief history. The notes highlight the scientific study of behavior and mental processes.
Full Transcript
Lezione 23.09.2024 Pearson psicologia generale 3ed di Gerrig-Zimbardo-Anolli-Baldi ISBN: 9788891931214 Prezzo €24.90 - testo cartaceo - Versione digitale : piattaforma + libro digitale entro 13 ottobre c’è lo sconto - Solo libro digitale...
Lezione 23.09.2024 Pearson psicologia generale 3ed di Gerrig-Zimbardo-Anolli-Baldi ISBN: 9788891931214 Prezzo €24.90 - testo cartaceo - Versione digitale : piattaforma + libro digitale entro 13 ottobre c’è lo sconto - Solo libro digitale CHE COS’È LA PSICOLOGIA - Studio scienti co del comportamento degli individui e dei loro processi mentali (nel loro ambiente naturale o in laboratorio di ricerca) - Interesse per i processi cognitivi, cerebrali e le basi biochimiche del comportamento - scienza della salute: cerca di migliorare la qualità della vita di ogni individuo La psicologia può essere de nita come lo studio scienti co del comportamento e dei processi mentali degli esseri umani ma anche di altri animali SIAMO TUTTI PSICOLOGI? NO. Psicologia scienti ca vs ingenua Presupposti evolutivi della psicologia: Dal confronto del nostro genoma con quello degli scimpanzè risulta che siamo diventati esseri umani per sottrazione, eliminando pezzi di corredo genetico. Attorno a 100.000 anni fa la nostra specie è diventata una specie simbolica in grado cioè di maneggiare entità che rappresentano altre entità Queste capacità simboliche hanno consentito agli umani di diventare specie psicologica, in grado di ri ettere sugli eventi in termini mentali. Rivoluzione nel Neolitico: Circa 10.000 anni fa assistiamo a un incremento esponenziale delle capacità psicologiche degli umani. L’avvento dell’agricoltura e nuove condizioni di vita ha portato alla creazione di una scatola degli attrezzi mentali tuttora validi e in uso. E’ la nascita della cultura nelle sue diverse manifestazioni che andrà a modi care la con gurazione delle connessioni nervose a nostra disposizione. -> teoria ingenua: teoria fondata non su controlli scienti ci ma sull’esperienza personale ->psicologia scienti ca: è fondata sul metodo sperimentale che o re una garanzia elevata sulla robustezza delle spiegazioni fornite. E’ caratterizzata da processi di veri ca rigorosi secondo criteri condivisi. STORIA Solo nel 700 Si inizia a parlare di psicologia con il senso odierno. Christian Wol distingue: Psicologia razionale: è di natura loso ca, basata su ri essioni teoriche, fu fatta fallire da Kant. Psicologia empirica: è di stampo naturalistico e si fonda su osservazioni concrete. È stata la radice da cui, parecchio tempo dopo, è sorta la psicologia scienti ca contemporanea. Cartesio: La distinzione tra res cogitans (il pensiero) e res extensa (il corpo) è una premessa per l’avvio degli studi naturalistici sul sistema nervoso e sul cervello. Robert Whyitt, Charles Bell, Francois Magendie: Nasce la nozione di arco ri esso, come forma di connessione fra sensazioni e movimenti, fra organismo e ambiente. FRENOLOGIA Franz Gall e Johann Spurheim ( ne 1700) avanzarono una concezione localizzatrice delle strutture cerebrali, denominata frenologia. Le varie funzioni mentali dipendevano da aree del cervello ben delimitate: più sviluppata era un’area cerebrale, più e ciente era la funzione mentale che da essa dipendeva. 1 fi fl ff fi fi fi fi fi fi fi fi fi fl ffi ff fi fl fi fi Paul Broca scopre il centro cerebrale del linguaggio articolato: chi ha lesione nel piede della terza circonvoluzione prerolandica sinistra perdeva la capacità di articolare il linguaggio (Afasia di Broca) Carl Wernicke scopre le aree cerebrali deputate alla comprensione del linguaggio scritto e orale: sezione posteriore del giro temporale superiore sinistro (Afasia di Wernicke) CESARE LOMBROSO Medico, antropologo, criminologo e giurista italiano; Fondatore dell'antropologia criminale; L'origine del comportamento criminale era insita nelle caratteristiche anatomiche del criminale. GIUSEPPE VILLELLA Bracciante agricolo calabrese, rimasto orfano di padre da bambino, che ricorreva al furto per sostentare la sua numerosa famiglia. Nel 1863 Villella fu arrestato in agranza di reato, e condannato. In seguito, nì in carcere a Pavia dove morì in un letto dell’ospedale del San Matteo nel 1864. LEGAME CERVELLO/FUNZIONE Premesse di Gall erano comunque corrette. A ogni zona cerebrale corrisponde una funzione. Tale dato era confermato da studi che avevano mostrato come un danno in una zona del cervello determinasse la perdita di una funzione cognitiva. MISURAZIONE DEI PROCESSI MENTALI - Von Helmholtz condusse i primi esperimenti sulle rane, misurando il tempo che intercorreva fra la stimolazione e la contrazione del nervo. - Donders, criticò il metodo di von Helmholtz e mise a punto il metodo della sottrazione per misurare i tempi di reazione nel loro complesso. Nasceva così la cronometria mentale: i processi mentali corrispondevano misure osservabili in termini di parametri sici. - Fechner non si limitò alla misurazione della dimensione temporale dei fatti mentali, ma studiò la relazione tra stimoli sici e risposte sensoriali dando avvio alla psico sica Fisiologia e tutti gli studi per misurare i processi mentali, alla stimolazione di precisi nervi corrispondesse la messa in atto di speci ci comportamenti. Corrispondenza tra stimolazioni più complesse e comportamenti da mettere in atto -> ci vuole maggiore tempo. Lo strutturalismo 1879: Wundt fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia, il primo che si occupa dello studio dei processi mentali. Erano importanti i processi cognitivi, usava il metodo dell’ introspezione, veniva richiesto di spiegare quello che stavano provando quando erano esposti a un determinato stimolo. Scomposizione dell’esperienza cosciente nei suoi elementi fondamentali Strutturalismo: processi mentali studiati nella loro struttura, viene scomposta nei suoi elementi costitutivi Wundt e collaboratori erano convinti che le percezioni complesse fossero un’elaborazione delle sensazioni elementari frutto dell’esperienza immediata. X es: avere del ghiaccio sulla mano: sento freddo-bagnato-poi caldo ecc.. esperienza visiva, per es una mela: colore-forma-cara eris che (lucida, liscia, rossa, con picciolo) Emozioni: ‘gioia’ qualcosa di posi vo, palpitazioni, calore, incredubilità, tremore alle mani, aumento dei ba , voce che trema, focalizzarci su quella cosa in par colare = reazioni siologiche Percezione sonora: sen re il campanello = sussulto, spavento | Quello che veniva fatto nel laboratorio era studiare i processi psichici scomponendo elementi essenziali chiedendo alla persona tramite introspezione di descrivere l’esperienza Non può essere fatto a tutte le persone, chi ha dei de cit non riesce a riportarcela, non possiamo generalizzare la popolazione globale, oltre il fatto che ciascuno di noi ha esperienze a cui è stato esposto, ovviamente questo sarà soggettivo e mai generale. Capire le sensazioni elementari permette di poter comprendere le percezioni complesse 2 tti ti fi fi ti ti fl fi tt ti ti fi fi fi fi -> metodo dell’introspezione : auto-osservazione di tipo elementaristico, nalizzata alla scomposizione dell’esperienza cosciente nei suoi elementi fondamentali e costitutivi: elementi sensoriali, immagini ed elementi a ettivi. Il funzionalismo Una corrente che si contrappone è il funzionalismo: se lo strutturalismo si focalizza sulla struttura- scomposizione, invece questa corrente di usa negli USA, con William James e John Dewey, si occupa del ‘come funziona’ in che modo attività mentale ci permette di vivere nell’ambiente, esso riprende le teorie evoluzionalistiche di Darwin -> attività mentali funzionali in che modo portassero individuo ad agire correttamente nell’ambiente -> il comportamento umano deve essere considerato come un processo di adattamento dell’organismo all’ambiente. Lo studio astratto e descrittivo dei processi mentali ci deve interessare il ‘come sono i processi mentali’ e a che cosa servono e riprendendo le teorie evoluzionistiche di Darwin che sostenevano che i processi mentali sono importanti perchè aiutano l’uomo a sopravvivere. I funzionalisti si occupano anche della motivazione, del pensiero e dell’ apprendimento sempre dando attenzione al comportamento umano e diventasse adattivo per far sopravvivere individuo nell’ambiente. Questo stretto legame tra comportamento e condizioni ambientali teorizzato dal funzionalismo porta la psicologia a spostarsi dallo studio delle esperienze mentali al comportamento. E’ in questo clima che nasce il comportamentismo. strutturalismo ≠ funzionalismo cosa ≠ come(in che modo) il comportamentismo Cosa e come sono i processi mentali => a cosa servono i processi mentali Esperienze mentali -> comportamento Si è aperto un passaggio allo studio dell’esperienza mentale, basata non tanto sui resoconti soggettivi -> comportamentismo: la psicologia deve occuparsi soltanto delle leggi che determinano il comportamento (risposte osservabili) Nasce nel 1913 con Watson, attività mentale talmente complessa che non è possibile arrivare ad una risposta de nitiva, sono interessati all’associazione stimolo-risposta. Tra stimolo e risposta c’è la mente umana che è tanto complessa che è meglio vedere direttamente la risposta nale, come reagisce. - comportamentismo classico: l’organismo è una scatola nera al cui interno lo psicologo non può entrare. La mente non è oggetto di analisi della psicologia. Lo psicologo comportamenti sta esamina le associazioni S-R in particolare come il vaniare delle risposte dipende dal variare degli stimoli. Watson attribuì grande importanza ai processi di apprendimento, atti a istituire nuove associazioni S-R in funzione dell’adattamento all’ambiente. Studiano il condizionamento, e secondo W era possibile far apprendere anche l’emozione associata a un determinato stimolo. Esperimento di Albert condizionato ad avere paura di qualsiasi animale peloso, all’inizio il bimbo non aveva paura rispe o agli animali, con gli esperimen , veniva associata ad un forte suono la visione di quel peluche di animale -> così il bambino al solo vedere degli uomini con maschera da coniglio piangeva. Comportamentismo classico: o anche condizionamento classico, Pavlov studiava come davanti il cibo il cane salivava e associando al cibo magari un suono di una campanella costantemente, l’esposizione alla sola campanella provocava comunque la salivazione nel cane Un passaggio in piu con Skinner che approfondì questa linea con il condizionamento operante, a partire dal comportamento operante, apparentemente spontaneo, distinto come tale dal comportamento rispondente direttamente riferibile a una certa stimolazione. come poteva modi care il comportamento, io posso portare l’individuo a mettere in atto i comportamenti che voglio. Comportamentismo non considera la mente dell’individuo tuttavia le fasi nali di esso sono quelle dette di neocomportamenstismo che tengono conto che qualcosa all’interno dell’organismo può avvenire: ha come oggetto il comportamento osservabile e misurabile stimolo-> organismo -> risposta 3 fi fi ff ff tt fi ti fi fi Neocomportamentismo: prende in considerazione anche variabili intermedie assieme a quelle S e R. Tolman, oltre che il livello molecolare del comportamento, esamina anche il livello molare, nel suo insieme. Il comportamento appare così orientato al raggiungimento di uno scopo, ossia intenzionale, senza necessariamente implicare la presenza di una mente consapevole. La scoperta delle mappa cognitiva applicata allo studio del comportamento dei topi in un labirinto ha permesso di individuare variabili intervenienti frapposte tra la variabile indipendente (S) e quella dipendente (R). Si tratta di costrutti ipotetici che non possono essere misurati direttamente. => Il comportamentismo è caratterizzato da rigore metodologico, esperimenti controllati scienti camente, non possiamo limitarci a studiare l’uomo solo su questa associazione stimolo- risposta e il rigore metodologico ha condotto in modo de nitivo le scienze psicologiche a seguire percorsi validi e attendibili di ricerca. Il tabù nei riguardi dello studio della mente e il vincolo a limitarsi al comportamento hanno reso povero il suo apporto di conoscenze alla psicologia, circoscritto solo all’apprendimento. Il comportamento considerato in modo isolato, risulta enigmatico e incomprensibile. la psicologia della Gestalt Altra corrente: la psicologica della Gestalt, corrente in Europa 1912 con Wertheimer, applicata principalmente al campo percettivo e il principio di fondo è che noi dobbiamo considerare la realtà come un tutt’uno considerarlo così come ci appare. Intero è diverso dalla somma delle singole parti. Esperienza percettiva dipende da come sono combinati gli elementi, non studiamo le singole parti Ma consideriamo là combinazione di tutti gli elementi => si basa sul metodo fenomenologico che consiste nel de nire il campo percettivo in cui il soggetto si trova e nel rilevare ciò che in esso gli appare (fenomeno). Viene posta particolare attenzione a evitare l’errore dello stimolo descrivendo non ciò che vediamo (percetto) ma ciò che sappiamo (concetto). Per es. Me endo in successione delle lampadine che si accendevano in t diversi, più tempo era rapido il momento in cui si accendevano, tanto più appariva come un movimento Se vi faccio sen re una musica sen te un suono e la melodia, ma se vi facessi sen re le singole note, percepisco lo singolo s molo e avrebbe un signi cato totalmente diverso. Apprendimento per insight Ha dato contributo anche nell’ambito dell’intelligenza, la soluzione dei problemi e l’apprendimento negli animali e ha fatto, Kohler una serie di studi sugli scimpazè, studia apprendimento che avviene per insight:non lo impari ma avviene all’improvviso. Studiava gli scimpanzé e per esempio venivano chiusi nella stanza e dovevano raggiungere la banana per mangiare, dopo una fase iniziale dove non capiva cosa fare poi aveva un’illuminazione e scoprivano che quelle scatole potevano essere usate per arrivarci. Insight=usciamo dalla rigidità mentale, e si vedono le cose da una prospettiva diversa per superare la situazione. ‘Illuminazione’ è un processo attivo e creativo, ristrutturazione di tutte le esperienze passate e delle condizioni presenti. Comportamento è risultato di una forma di apprendimento caratterizzata da stimolo- risposta Lezione 2° 30.09.2024 il cognitivismo 1967: psicologia cognitivista: processi cognitivi fondamentali per l’elaborazione delle informazioni e per la presa di decisione nalizzata alla risposta, lo sperimentatore non può vedere direttamente i processi cognitivi ma può inferirli. Dal comportamentismo nasce il cognitivismo, viene dato risalto ai processi cognitivi, Neisser dice che “ i processi cognitivi, non possono essere visti dallo sperimentatore ma la loro funzione può essere comunque inferita” , per quelli di prima dicevano che era troppo complicato capire cosa ci fosse nella mente umana ma invece questi ritengono che possono inferirlo. Più un uno stimolo è complesso più avremo tempo lunghi di reazione. Comprendere come individuo va ad agire quando deve mettere in atto dei processi. 4 fi tt ti ti fi ti fi fi fi ti Per es. domanda militare per la seconda guerra mondiale: l’interazione tra i soldati e le interfacce belliche con le quali dovevano operare, ha evidenziato il problema dello Human factors: interesse per punti di forza e debolezza che caratterizzano la prestazione umana durante la prestazione. Necessitava di adattare la macchina e le sue funzioni all’uomo in dipendenza dei processi cognitivi messi in atto e non viceversa -> gli strumenti bellici andavano costruiti a partire da come li pensa l’uomo e quindi si riconosce di dover studiare le funzioni cognitive dell’uomo, intelligenza e funzione. Invece il comportamentismo non studiando questo pensava che fosse l’uomo a doversi adeguare e adattarsi a queste strumentazioni, invece era necessario fare il contrario. In che modo viene studiata la mente, come se fosse un elaboratore, c’è un input e un output e una serie di processi, si parte dallo stimolo esterno che viene proposto la persona, c’è la mente umana dove intervengono tutta una serie di processi cognitvi (percezione/memoria/ragionamento/ emozioni) e poi andare a determinare il comportamento (azione vera e propria), l’interesse è non più solo il comportamento ma la mente umana Fulcro della mente umana, per distinguere quali sono i processi più complessi o meno, ci basiamo sui tempi di reazione -> Cronometria mentale Comportamentismo Cognitivismo Comportamento= de nito e modellabile dall’esterno Mente= elaboratore attivo e selettivo nei confronti , stimolo-risposta, comportamento umano deriva delle stimolazioni ambientali e che segue un preciso dall’esposizione a stimoli esterni progetto comportamentale Mente = recettore passivo delle informazioni considera la mente non più come qualcosa di proveniente dall’ambiente passivo ma un elaboratore attivo che mette in atto una serie di comportamenti. Alan Turing: padre della scienza informatica e dell’intelligenza arti ciale, è stato uno degli studiosi dei personal computer, con il Test di Touring veri ca della simulazione del comportamento umano da parte di un calcolatore. George Miller: ha compreso come lavora la memoria e la quantità di informazioni che ciascuno di noi è in grado di ricordare, Span= test della Memoria e di solito il numero massimo è di 7+-2 elementi, si parla di chunks (pezzi) dal cognitivismo ai nuovi campi di ricerca interesse scienti co per comprendere come funzioni la mente umana nel modo più completo possibile, per poi arrivare a capire anche eventuali patologie, zone cerebrali coinvolte. Per es ci sono lesioni speci che che corrisponde a de cit speci ci, anche nella memoria c’è molta complessità ma ci sono: memoria visiva, verbale a lungo o breve termine ecc. da un punto di vista storico è grazie alle tecniche di neuro immagine, se studio del cervello era post mortem, oggi invece siamo interessati a capire cosa fa cosa, e questo ci viene permesso tramite anche le tecniche di neuro-imagine, con tecniche di visualizzazione possiamo fare indagini a livello strutturale; d’altra parte ci interessa anche a livello funzionale il come funziona E ci permette non solo di comprendere la distinzione tra le varie funzioni cognitive ma anche di pensare di utilizzare delle tecniche di neuro stimolazione e di scansione celebrale(TMS,TPCS ci sono tecniche che posso potenziare o inibire le attività cerebrali) Brain imaging= studio dell’anatomia e della struttura del sistema nervoso centrale + indagine del funzionamento del cervello Direzioni future: Conoscere con precisione quali regioni corticocerebrali sono responsabili di singole funzioni motorie, sensitive e cognitive; Individuare quali regioni possono vicariare quelle alterate; Sviluppare e caci strategie mirate per il recupero e la riabilitazione delle funzioni perse. 5 ffi fi fi fi fi fi fi fi LA RICERCA IN PSICOLOGIA- METODO DI RICERCA SCIENTIFICO Nascita psicologica è stata opera di Wunt nel laboratorio di psicologia sperimentale, all’inizio abbiamo fatto distinzione tra psicologia ingenua e sperimentale. Viene applicato il metodo sperimentale, metodo scienti co, che chi fa ricerca in questo campo deve mettere in atto= un insieme generale di procedure per la raccolta e l’interpretazione dei dati che permette di limitare le fonti di errore e di trarre conclusioni veri cabili. - individuazione del problema/ambito di ricerca (comportamento d’aiuto) - identi care domande di ricerca: perche succede quella cosa, per quale motivo le persone agiscono in questo determinato modo, per quale motivo le informazioni con contenuto emotivo sono ricordate meglio. Una teoria è un insieme organizzato di concetti che spiegano un fenomeno o un insieme di fenomeni (possibile risposta alla domanda di ricerca). IL COMPORTAMENTO DI AIUTO DIPENDE DAL NUMERO DI SPETTATORI. Alla base della maggior parte delle teorie psicologiche c’è il concetto di determinismo, cioè l’idea che tutti gli eventi sici, mentali o comportamentali siano il risultato di speci ci fattori causali. - Fornire delle ipotesi, se->allora; l’ipotesi può riguardare una legge prevista dalla teoria (un’asserzione generale che è vera ogni volta che si realizzano certe condizioni) oppure la teoria stessa può essere centro dell’ipotesi. Ipotesi statistiche. poi di solito c’è anche uno studio della letteratura esistente ad oggi su quel contenuto che viene analizzata e cerchiamo di comprendere-identi care aspetti implicati nel nostro risultato.SE CI SONO NUMEROSE PERSONE CHE IN UNA DATA CIRCOSTANZA DI PERICOLO SONO EFFETTIVEMENTE IN CONDIZIONE DI ACCORRERE IN AIUTO ALLORA LA SINGOLA PERSONA SI SENTE INVESTITA DI UNA MINORE RESPONSABILITÀ DI AGIRE Una volta identi cati gli elementi: - Selezione del disegno di ricerca e de nizione dei protocolli sperimentali, che condizioni voglio andare a testare, faccio il mio studio e - raccolgo i miei dati - Analisi e interpretazione dei dati con software speci ci che fanno le analisi e cercano di comprendere- veri care che l’ipotesi sia vera oppure no - Divulgazione dei risultati Es. Voglio studiare se il contenuto emo vo di una info incide sulla possibilità che venga memorizzata e se le donne sono più sensibili a questo e e o Farei lo studio su donne e uomini, considerare anche fasce d’età, origini, condizione socio-economica. Un disegno di ricerca che possa soddisfare la nostra domanda: procedura scienti ca che consente un’interpretazione non ambigua dei risultati, escludendo a priori le interpretazioni alternative dovute a possibili variabili confondenti. prendendo un gruppo di giovani, maschi e femmine, e sottoporli alla memorizzazione di diversi compiti di memoria che abbiano una diverso impatto emotivo. Sono 2 disegni di ricerca: disegno tra i soggetti “between subject” : i partecipanti sono assegnati casualmente alla condizione sperimentale o alla condizione di controllo. Più di un gruppo sottoposto ad una sola misurazione. Un aspetto importante è assegnare causalmente le persone diversamente alle condizioni sperimentali o alla condizione di controllo. Strategia che attribuisce a ogni partecipante la stessa probabilità di trovarsi nella condizione sperimentale o in quella di controllo. In questo modo si hanno gruppi sperimentali e gruppi di controllo, in base all’esposizione o no alle condizioni della variabile dipendente Un aspetto importante è assegnazione casuale delle persone, bilanciare sesso ed età o tutti gli aspetti che pensiamo possano intaccare la situazione da vedere che non ci siano di erenze sul fronte e legate alla variabile dipendente. E’ il disegno più economico. Disegno entro i soggetti: ‘within subject” confronto ogni partecipante con se stesso, sottoposti a diverse misurazioni. Viene fatto prima dell’inizio dello studio viene misurato il livello di partenza, tutte le persone sono sottoposte ad una valutazione To, per escludere ci sia un e etto dovuto alla pratica ( cioè che si esercitino a quell’esercizio) c’è un gruppo di controllo, poi c’è una valutazione basale, poi intervento e una subito dopo e poi dopo alcuni mesi. Uso sempre gli stessi strumenti ma in misure parallele + gruppo di controllo (perchè potrei vedere miglioramenti dovuti non al nostro intervento ma alla pratica individuale) Sono interessata a vedere come il comportamento della persona cambi nel tempo. 6 fi fi fi fi ff tt ti fi fi fi fi fi fi ff ff fi Gruppo di controllo serve x il confronto rispetto alla nostra variabile indipendente principale ( se voglio vedere se le persone anziane quanto si ricordano, prendo dei giovani; studio alzaimer quando mi dice dati solo su quel gruppo ) Alcuni esempi: Luca beve la ca eina. Ho un gruppo di persone che sono valutate prima della somministrazione e poi dopo. Oppure un esperimento tra gruppi diversi (between) dovremmo confrontare condizioni esperimentali diverse. Confrontare Espos alla ca eina e non espos. Il gruppo dei non espos gli si chiede di non usarla per tu a la se mana prima, invece gli altri la assumono in maniera costante tu a la se mana prima. Oppure si può fare la prova con il deca einato. Between= confronto due situazioni/condizioni diverse. Anche de o disegno tra sogge o studio trasversale Altro esempio: Luca vuole valutare se la memoria subisce dei cambiamen nell’invecchiamento-> confronto su se stessi. Studi che prevedono più misurazioni nel tempo, sono studi longitudinali perchè vanno nel tempo. L’esperimento consiste nella somministrazione a un gruppo di partecipan una tazzina di ca è che con ene ca è e all’altro gruppo di partecipan una tazzina di ca è che con ene un ca è deca einato. Subito dopo Luca presenta delle immagini su uno schermo (cerchi rossi e blu) e i partecipan devono premere un tasto della tas era se appaiono i cerchi rossi e un altro se appaiono i cerchi blu. Il computer registra i tempi di risposta dei partecipan. Luca vuole valutare se la memoria subisce dei cambiamen nell’invecchiamento. L’esperimento consiste nel reclutamento di un campione di partecipan a cui viene somministrata una ba eria di test mnemonici all’età di 50 anni (t1), 60 anni (t2) e 70 (anni). I quasi esperimenti: manca qualche requisito per renderlo un esperimento scienti co, per esempio nel contesto naturale. Sono condotti in un contesto naturale o sul campo. Per essere veri cata un’ipotesi deve essere formulata in maniera tale da poter essere FALSIFICATA: Obiettivo è falsi care ipotesi cioè veri care che funzioni in tutte le situazioni, una teoria scienti ca non può mai essere provata come vera, veri chiamo che siamo in grado di escludere no al 5% che quel risultato sia dovuto ad altri fattori, quando si stabiliscono le ipotesi devono essere operazionalizzate. La prova più fruttuosa di una teoria è quella di costruire una situazione in cui non può funzionare. Una teoria scienti ca non può mai essere provata come vera, perché ci sono molte false teorie che possono predire ogni risultato ottenuto (Popper) Quando ci sono evidenze sperimentali contrarie (le uniche informative), la teoria è errata. La teoria sarà temporaneamente accettata quando resisterà a tentativi di falsi cazione. concetti teorici Operalizzazione: un concetto teorico deve essere legato ad operazioni osservabili da chiunque, altrimenti non è scienti co. Variabile: qualsiasi caratteristica ( sica o psichica) del soggetto che può assumere valori diversi in un dato intervallo e che varia da individuo a individuo (può essere misurata) Variabile indipendente: causa di cui vogliamo vedere l’ e etto Variabile dipendete: l’e etto De nizione di procedure/protocolli sperimentali: che sulla base del metodo scienti co indicano come raccogliere, analizzare e interpretare i dati. metodi Metodo correlazionale= non sono in grado di dire chi sono causa-e etto ma posso dire se c’è n associzione tra queste variabili, correlazione non implica casualità e il metodo correlazionale non sono in grado di manipolare per esempio tempo di studio e ansia ma posso solo vedere se sono associati-> formulare leggi sul livello di associazione tra due variabili (la correlazione non implica casualità ma solo associazione) - assenza di correlazione: variabili non centrano tra di loro, R=0, non c’è correlazione, una varia indipendentemente dall’altra. Allora la correlazione è nulla. - Correlazione positiva: all’aumentare di uno aumenta anche l’altro (R=1), voto medio-autostima, direttamente proporzionali - Correlazione negativa: all’aumentare di uno, diminuisce l’altro (R=-1) 7 ff tt fi tt fi fi tti ff fi fi fi ti ti ff fi ff ti fi ff ti ti ff ti fi tt ti ff fi ti ti fi ff ff ti ff tt tti ff tti ti fi ti fi ti Sappiamo solo dire che una variabile è associata all’altra, ma non sappiamo in che direzione, non capiamo chi sia e etto e causa. Esempio: donna accoltellata ripetutamente di no e, poi l’assassino si è allontanamento ed è tornato per ucciderla. E 37 persone erano alla nestra e nessuno aveva chiamato la polizia, così hanno fa o uno studio per comprendere cosa guidasse il comportamento d’aiuto. L’ipotesi era che quando ci sono più persone c’è una di usione del senso di responsabilità, pensavano che fossero sta gli altri a chiamare. Comportamento d’aiuto= dipende dal numero di spe atori in quel momento. -descrittivi: identi care e descrivere accuratamente le variabili di un comportamento o fenomeno e le loro interazioni. Descriviamo un fenomeno, identi cano nuove patologie si studiano singoli casi e viene semplicemente descritto di per sè. Non ha senso andarlo a confrontare con qualcun’altra, non abbiamo nessun tipo di studio sperimentale ma descriviamo un fenomeno: osservare / ricerche di archivio / studio di singoli casi - sperimentale : formuliamo leggi e testiamo le nostre ipotesi veri cando che c’è un rapporto tra le variabili. Formulazione di leggi scienti che sulle relazioni casuali tra variabili tramite manipolazione. Relazioni causali tra variabili tramite manipolazione Variabili indipendenti (x) e dipendenti (y) Manipolazione di una variabile indipendente per veri carne l’e etto sulla variabile dipendente. Le variabili devono essere operazionalizzate (associata de nizione operazionale nel contesto sperimentale) Studio: esposte delle vi me a condizioni diversi dove si trovavano da soli con la vi ma, ma questa si sen va male e aveva bisogno di aiuto. Condizione con vi ma e 1 altra persona oppure vi ma e 4 persone. Idea di fondo che un numero elevato di persone che partecipano all’evento determinasse un minore coinvolgimento nell’a o d’aiuto. E’ fondamentale operare in condizioni controllate, costanti e uniformi attraverso procedure standardizzate, (utilizzo di procedure uniformi e costanti in ogni fase della sperimentazione e per ogni partecipante) e delle norme (uniformità nell’attribuzione dei punteggi e nella valutazione dei dati) arriviamo alla formulazione di conclusioni veri cate e che possono essere replicate in altri contesti, perchè se no viene meno la fondatezza scienti ca. La standardizzazione permette di evitare l’in uenza di distorsioni (bias) del ricercatore; dei soggetti sperimentali; del disegno di ricerca (variabili confondenti). Variabile confondente: fattore che modi ca il comportamento dei partecipanti a un esperimento in maniera non prevista dal disegno sperimentale. Esempi di variabili confondenti: - e etto dell’aspettativa (e etto Rosenthal): distorsione dei risultati provocata dall’aspettativa che lo sperimentatore o i soggetti sperimentali hanno in merito ai risultati stessi - e etto placebo: si veri ca quando i partecipanti a un esperimento modi cano le loro risposte in assenza di qualunque tipo di manipolazione sperimentale Per ogni fase dello studio usare sempre le stesse metodiche e applicarle agli stessi soggetti , se avessi 3 sperimentatore e 3 condizioni: tutti e tre fanno tutti e tre perche se no se uno avesse n modo tutto suo ( facilita il soggetto in base alle proprie aspettative perchè ambisco che arriviamo certi risultati) ove possibile che gli sperimentatori sarebbe meglio non sapessero che cosa vanno a valutare. Essere anche uniformi nelle procedure di scoring, bisogna tradurre le nostre variabili in qualcosa di oggettivato e dobbiamo mantenere le stesse procedure. Aspetti che dobbiamo evitare: le variabili confondenti, prevedere tutto quello che potrebbe sporcare i nostri dati e può portare ad un e etto diretto. Variabili confondenti: -e etto dell’ aspettativa dello sperimentatore, ha delle aspettative rispetto al risulto dello studio e quindi lo sporca o che agevolino i soggetti andando ad agire con le sue aspettative - e etto placebo: più legato alle aspettative del soggetto => si tende a dare meno info riguardo ai soggetti che si vanno ad analizzare. 8 ff ff ff ti ff ff ff fi tt tti fi ff fi fi ff fi tt tt fl tti fi fi fi fi fi ff ti fi fi tti tti tt Procedure di controllo: Per controllare le condizioni costante e controllare tutto quello che va ad intervenire. Viene utilizzato il controllo a singolo o doppio cieco. - singolo= uno dei partecipanti non è a conoscenza della condizione sperimentale in cui si trovano ( per es, non sa se riceve il placebo o il principio attivo) nel primo caso, i partecipanti non sono a conoscenza delle condizioni sperimentali in cui si trovano; nel secondo caso, anche lo sperimentatore non ne è a conoscenza. la misurazione in psicologia Esistono 4 scale di misurazione : misurare signi ca assegnare un numero o un’etichetta alle caratteristiche degli oggetti, in base a determinate regole La misurazione deve essere il risultato del confronto di un dato osservato con una posizione identi cabile su una scala. Stevens propose una classi cazione di 4 tipi di scale di misurazione, dalla più semplice alla più complessa: - nominale : classi cazioni sulla base della presenza o della assenza della qualità considerata, senza fornire graduazioni. Posso fare poco. Io assegno in modo arbitrario a un e che a un numero. Possono fare maschi 1 e femmine 2. Per esempio quando un sogge o deve rispondere si o no, oppure 1 o 2 - Ordinale: permette graduatorie, cioè delle relazioni di tipo maggiore/minore rispetto a una determinata qualità. Assegno un valore che sia ordinale, ad es. il titolo di studio posso usare per dire 1= 5 nani di istruzione; 4= Laurea; 5=master ecc; ho deciso io questo ordine, le scale a intervalli sono quelle dove c’è uno zero arbitrario, non posso fare somme o di erenze con quei valori, ma posso vedere quali soggetti rientrano nella prima risposta oppure nella seconda, terza ecc.. - A intervalli : permette graduatorie e l’intervallo tra due posizioni successive resta costante per tutta l’estensione. Per es.scala dove si ha uno 0 arbitrario. Per esempio la temperatura. - A rapporti : ha le proprietà di una scala a intervalli e permette di identi care anche una posizione corrispondente allo zero assoluto. Con cui possiamo fare qualsiasi indagine. Una volta stabilita la modalità la uso in maniera stabile sempre. Scala in cui lo 0 è assoluto e io posso fare qualsiasi operazione che voglio. =>Ognuno di queste permette di eseguire operazioni diverse sulle variabili. Attendibilità e validità Quando adottiamo una misura per descrivere quello che vogliamo studiare, la misura che scegliamo deve essere attendibile, a dabile e valida. Attendibilità = misura di riproducibilità del risultato, un risultato è attendibile se a partire da condizioni simili si ripeterà in tempi di erenti. Validità = stabilisce se l’informazione prodotta dalla ricerca o dal test misura accuratamente la variabile psicologica o la qualità che si intende misurare. In poche parole lo strumento che sto utilizzando sta e ettivamente misurando quello che voglio misurare. Ci sono tanti modi per veri care la validità: Validità interna =Il grado in cui le conclusioni di una ricerca sono riferibili alle relazioni tra le variabili considerate coerenza interna dello strumento. Se io prendo lo strumento e lo divido in due parti, confronto i risultati e vedo che sono associati, c’è validità interna. 9 fi tt ff fi fi ffi ff fi fi ti fi ff tt Validità esterna =il grado di generalizzazione dei risultati di una ricerca ad altri soggetti ed ad altre situazioni, lo confronto con altri strumenti Validità di costrutto = la conformità tra i risultati e la teoria che è alla base della ricerca Validità statistica = il grado di probabilità con cui veri ca la relazione tra variabile indipendente e dipendente. Misura self-report Self report inteso come, la persona va ad auto-valutarsi. Quando si vogliono ottenere dati relativi a esperienze che non possono essere osservate direttamente, le ricerche si basano su misure self report (autosomministrate) che consistono in: Questionari self report = domande poste al soggetto che lo portano ad auto valutarsi, di tipo fattuale, comportamentale, relativo ed abitudini, sentimenti o domande aperte. Intervista interattiva = modalità più a dabile e più oggettiva. Intervista tra ricercatore ed individuo che sta alle caratteristiche individuali dello sperimentatore. Attendibilità e validità non sono garantite Test ed esperimenti possono essere attendibili senza essere validi perchè dicono troppo poco sulle variazioni di una qualità LA STATISTICA IN PSICOLOGIA Gli psicologi utilizzano la statistica per dare un senso ai dati che raccolgono e per fornire una base quantitativa alle loro conclusioni. Conoscere i fondamenti della statistica, dunque, è utile per rendersi conto del processo attraverso cui si sviluppa la conoscenza in psicologia. L’analisi statistica permette ai ricercatori di scoprire se le loro previsioni sono corrette. Gli psicologi per dare un senso ai dati raccolti e trarre conclusioni sensate dagli stessi, si a dano a due tipi di statistiche: descrittiva e inferenza le Quando si vuole studiare un fenomeno si fa: Si pone delle ipotesi Si traducono in uno sperimento, andando a scegliere le variabile Si sceglie il metodo da utilizzare Si incomincia lo esperimento Si codi cano i dati E si mette in atto la statistica. Ci sono dei programmi appositi. Ci sono due tipi di statistica: 1 ) statistica descrittiva = insieme di procedure matematiche usate per descrivere e sintetizzare in forma numerica diversi aspetti dei dati speci camente raccolti sul campione a disposizione. ci permette di descrivere il nostro campione. Ci permette di vedere l’età media del nostro campione ed eccetera, rutto quello che è la fotogra a di quel momento. Per esempio: assassini vs abituali Stanford Shyness Survey (SSS): La domanda (item) più importante del questionario chiedeva direttamente se l’individuo si considerasse timido, prevedendo solo due risposte: sì o no; Bem Sex-Role Inventory (BSRI): una serie di aggettivi (come “aggressivo” o “affettuoso”), relativamente ai quali l’individuo deve esprimere il grado di accordo rispetto al proprio modo di essere (mascolinità/ femminilità); Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI): costruito per misurare i diversi aspetti della personalità di un individuo. La prima cosa che si fa è conteggiare le frequenze, ovvero contare le risposte dei soggetti: distribuzione di frequenza sintesi di quanto spesso si incontri ogni punteggio in un insieme di osservazioni. Il primo passo per preparare una distribuzione di frequenze di un insieme di dati numerici consiste nell’ ordinare i punteggi in ranghi dal più alto al più basso. Il secondo passo invece consiste nel raggruppare i punteggi ordinati in ranghi, in un numero minore di categorie, chiamate intervalli Il terzo passaggio è costruire una tabella di distribuzione di frequenze, elencando gli intervalli dal più alto al più basso, e assegnando le frequenze ovvero il numero di punteggi all’intero di ciascun intervallo. Gra ci: le distribuzioni sono più facilmente comprensibili se vengono rappresentate gra camente. Il gra co a barre è una semplice rappresentazione che permette di evidenziare regolarità nei dati. Gli istogrammi forniscono una rappresentazione visiva del numero di punteggi di una distribuzione presenti in ciascun intervallo (classe di valori) 10 fi fi fi fi ffi fi fi fi ffi Misure di tendenza centrale: se si vuole sapere qual è il punteggio più tipico di ciascun gruppo, per confrontare due o più gruppi, è necessario avere un singolo punteggio rappresentativo, come indice del punteggio più tipico ottenuto da un gruppo di partecipanti, ed è chiamato misura di tendenza centrale. In ne guardo qual’è il punteggio più rappresentativo di un gruppo e posso usare 3 diverse misure di tendenza centrale: Moda = è il punteggio che ricorre più spesso rispetto a tutti gli altri. Qualcosa che è maggiore. Mediana = è la misura di tendenza centrale che separa i punteggi di una distribuzione in due parti: il 50% si situa al di sopra di essa e il 50% al di sotto. La mediana di 2,3,3,5,7 e 10 è 4. Media aritmetica = misura di tendenza centrale maggiormente utilizzata. L’operazione è sintetizzata dalla seguente formula: media= Sommatoria di tutti i punteggi individuali / numero tot di punteggi. La media è in uenzata da tutti i punteggi della distribuzione. Cambiare il valore di un punteggio signi ca cambiare la media. Le misure di variabilità sono statistiche che informano sulla dispersione di un insieme di dati, esse danno un’informazione quantitativa sulla tendenza di un insieme di dati a essere più o meno concentrato. la misura di variabilità più semplice è il range o gamma, ovvero la di erenza tra il valore più alto e quello più basso in una distribuzione di frequenze-dati. Per es. i punteggi relativi a femminilità/ mascolinità, nel gruppo di assassini improvvisi il range è 90 calcolato con la formula +61-(-29). Il range dei loro punteggi di autocontrollo è 10(19-9) -> è sufficiente contare solo due punteggi quello più alto e quello più basso. La deviazione standard DS = indica il grado di dispersione e per altro verso di concentrazione di un insieme di dati rispetto alla loro media aritmetica. Per calcolare la deviazione standard di una distribuzione di dati è necessario quindi conoscente la media aritmetica. In poche parole ci dice all’interno del gruppo quando poi i punteggi di disperdono all’interno di quella media. Il procedimento consiste nel calcolare innanzitutto la differenza fra ogni dato di una distribuzione e la media aritmetica della distribuzione stessa, si eleverà quindi al quadrato ciascuno scarto e si eseguirà la somma degli scarti, che sarà divisa per il numero dei dati della distribuzione. - quando la deviazione standard è bassa la media è un buon indice rappresentativo dell’intera distribuzione, quando è alta la media perde in rappresentatività. Immagine della curva Tanto più ci si allontana dal punteggio medio tanto meno si avranno casi minori. Mettiamo il caso dei voti che possiamo prendere in un esame, 30 o 18. Il punteggio medio è 25 quindi io mi aspetto che ci saranno tanti 25 e meno voti minori. Curva di Gauss al centro ha la media-l’asse centrale, in una distribuzione asimmetrica i punteggi tendono a r aggrupparsi verso uno dei due lati. In una curva normale i valori di media, mediana e moda coincidono, ed è possibile prevedere la percentuale di punteggi che cade in speci che sezioni della curva 2) Statistica inferenziale = è un insieme di procedure matematiche che usa la teoria della probabilità per e ettuare delle previsioni sulla generalizzabilità dei dati raccolti sul campione studiato all’intera popolazione di riferimento. Mette a disposizione i metodi per generalizzare alla popolazione i dati raccolti su un campione di elementi. ci sono indicatori che ci permettono di dire se c’è un e etto signi cativo della variabile dipendente su quella indipendente. Etica della ricerca Noi psicologici siamo rappresentati dall’associazione italiano della psicologia. Nei nostri studi si deve rispettare un codice etico. Il codice etico de nisce..... Ci sono poi delle caratteristiche che deve avere lo psicologo come: Integrità = si deve agire con onestà, lealtà, trasparenza ed eccetera. Essere integri signi ca evitare comportamenti opportunistici o ambigui.. devono evitare il con itto di interesse che potrebbe essere un fattore che guida la ricerca. Rispetto della dignità della persona = evitare ogni forma di discriminazione basata su genere o orientamento sessuale. Competenza = deve essere consapevole dei limiti della propria competenza e utilizzare solo metodi e tecniche per cui 11 ff fi fi ff fi fi fl fi fl ff fi possiede un’adeguata preparazione scienti ca e metodologica. Responsabilità sociale = deve essere consapevole della responsabilità sociale che deriva dai propri indirizzi di ricerca. Tutela del benessere Regole di condotta Articolo 1.. Riservatezza = si da un numero a una soggetto. L’applicabilità del protocollo di ricerca viene valutata da un comitato etico. Prima era comitato etico locale adesso invece è territoriale. CAP.2 BASI BIOLOGICHE ED EVOLUTIVE DEL COMPORTAMENTO Siamo predisposti oppure è l’ambiente in cui siamo cresciuti che in uenza il nostro modo? Il comportamento lo ereditiamo o è l’ambiente? Non possiamo pensare che tutto dipenda dalla genetica perchè allora niente è variabile, invece se è solo ambiente tutto sarebbe variabile. Pensiamo per esempio al comportamento aggressivo: è innato o appreso? Si potrebbe ipotizzare che certi individui sono aggressivi per un qualche aspetto biologico: possono aver ereditato la propensione alla violenza da uno dei genitori. Oppure in alternativa si potrebbe ipotizzare che tutti gli essere umani sono inclini alla violenza nella stessa misura o che ancora il grado di aggressività manifestato da certi individui aumenti in risposta alle caratteristiche dell’ambiente in cui crescono, sia appreso dal contesto culturale. Poiché le caratteristiche ambientali sono osservabili direttamente, è spesso più semplice comprendere il modo in cui il comportamento delle persone ne è in uenzato. Per esempio, possiamo osservare con i nostri occhi un genitore agire con aggressività verso il glio e chiederci quali potenziali conseguenze avrà un tale trattamento sulle future tendenze del bambino all’aggressività; possiamo osservare il contesto di sovra ollamento e povertà in cui alcuni individui crescono e chiederci se queste caratteristiche ambientali conducano a comportamenti aggressivi. Per contro, le forze biologiche che incidono sul comportamento non sono mai del tutto palesi. Per rendere la biologia del comportamento più comprensibile, il capitolo inizierà prendendo in rassegna alcuni fondamenti della teoria dell’evoluzione: i principi da cui si forma il repertorio potenziale dei comportamenti di una specie. Si considererà quindi in che modo la variazione comportamentale si trasmette di generazione in generazione. evoluzione e selezione naturale Lo studio tra la relazione di ereditarietà e comportamento è grazie a Darwin: si mantengono le speci che hanno caratteristiche funzionali alla loro sopravvivenza, ha dato uno stimolo alla nascita della psicologia. Ha scritto ‘origine della specie’ e si è occupato di esplorazioni nel Sud America x studiare i fringuelli e si è accorto che vivevano 13 specie diverse di fringuelli-> voleva comprendere come nello stesso ambiente potessero vivere così tante specie diverse che derivassero tutte dalla stessa progenia. Come era possibile? Dipende dall’ambiente e dalla risorsa di cibo disponibile, all’interno dello stesso territorio c’erano zone con più o meno disponibilità di cibo e quindi aveva determinato che le specie fossero evolute e a seconda delle zone e del cibo a disposizione, si riproducevano mantenendo le caratteristiche (x es becco più lungo per rompere i semi e invece nelle zone piovose andava bene il becco più corto) Hanno colori diversi e pologia del becco diversi cata e possibilità di nutrirsi con cibo di erente. Secondo Darwin avviene il processo di selezione naturale e le specie che presentano caratterizzazioni funzionali all’adattamento all’ambiente sono anche quelle in grado di riprodursi con maggior successo rispetto alle altre-> secondo D è centrale l’ambiente. 12 ti fi fi ff fl fl ff fi Solo chi presenta caratteristiche che meglio permettono di adattarsi alle caratteristiche dell’ambiente gli permettono di riprodursi. E’ l’ambiente a determinare quali membri di una popolazione originaria avrebbero continuato a vivere e riprodursi. Peter e Rosemary Grant, 40 anni per capire in che modo avvenisse questo processo di selezione e evoluzione naturale. Il processo non ha bisogno di migliaia di anni ma è già possibile da una generazione con l’altra che avvenga questa selezione naturale, hanno dimostrato che la selezione naturale può avere e etti notevoli anche nel breve periodo -> concetto di ambiente funzionale al concetto di sopravvivenza. Hanno fatto degli studi su diverse specie di fringuelli di Darwin, furono registrati in una delle isole Galápagos dati relativi alle precipitazioni, alla quantità di cibo disponibile e alla dimensione della popolazione di questi volatili. Nel 1976, la popolazione contava più di mille esemplari. L’anno seguente, una micidiale siccità spazzò via la maggior parte delle scorte di cibo. I semi più piccoli furono i primi a esaurirsi; rimasero solo quelli più grandi e duri. Quell’anno, la popolazione di fringuelli diminuì di più dell’80%. Tuttavia, per i fringuelli più piccoli e dai becchi più sottili il tasso di mortalità fu maggiore che per i fringuelli più grandi e dai becchi più spessi. Negli anni seguenti, come Darwin avrebbe predetto, il numero dei volatili di dimensioni maggiori aumentò. Perché? Perché soltanto questi, grazie ai corpi più grandi e ai becchi più spessi, avevano le caratteristiche adatte a rispondere al cambiamento ambientale causato dalla siccità. -> le specie possono cambiare rapidamente in risposta all’ambiente. 1. La quantità consistente di variazioni genetiche per questi tratti ecologicamente importanti ( forma del becco e del corpo) nelle popolazioni naturali che sono trasmesse alle generazioni future 2. La grande rapidità con cui le caratteristiche di queste popolazioni possono maturare, anche da una generazione all’altra. No migliaia di anni. Se prima si pensavano che le caratterizzazione dell’individuo fossero divine e immutabili invece si scoprì che la natura non è un agente passivo ma vista come elementi dinamici che interagiscono con gli organismi e contribuisce alla loro evoluzione. Ma perchè da antecedenti comuni si possono evolvere 2 specie di erenti senza separazione geogra ca? E’ un evoluzione che avviene a livello dell’individuo x adattarsi all’ambiente ma anche l’ambiente stesso ha dei cambiamenti. 1. Una spiegazione della comparsa di nuove specie vuole che queste emergano quando due popolazioni provenienti da un’unica specie diventano geogra camente distinte, evolvendo pertanto in risposta a diversi eventi ambientali. 2. All’interno dell’ambiente: nicchie ambientali diverse -> diverse disponibilità di cibo, climatiche, diverse esigenze di sopravvivenza -> ma anche senza una distinzione geogra ca hanno maggiori probabilità di accoppiarsi sessualmente tra specie simili tra loro e adatte a sopravvivere in quell’ambiente. genotipo e fenotipo Genotipo:struttura genetica che un individuo eredita dai genitori (all’interno di un particolare ambiente questo genotipo ha determinato lo sviluppo e il comportamento dell’animale. Fenotipo: modo con cui si va ad esprimere il genotipo, i caratteri osservabili in un individuo. -> il genotipo del fringuello ha interagito con l’ambiente e ha prodotto un fenotipo che era quella funzionale a portarlo a sopravvivere all’interno dell’ambiente, per esempio ha prodotto il becco sottile con la capacità di beccare i semi più piccoli. Il geno po del fringuello ha interagito con l’ambiente per produrre il feno po dal becco so le e la capacità di beccare i semi più piccoli. Darwin parla di selezione naturale: perchè non ci sono risorse per tutti -> ma se l’ambiente fosse ricco di risorse tutti potrebbero sopravvivere indipendentemente dalle caratteristiche che possiedono quindi il fenotipo non inciderebbe molto sulla sopravvivenza di fringuelli. In contesti di competizione delle risorse invece i fenotipi contribuiscono a determinare quali membri sono più adatti a garantirsi la sopravvivenza (vantaggio selettivo) Dunque è come se: - ci fosse una pressione ambientale 13 ti fi ff fi ti ff tti fi - - determina una competizione x le risorse che non bastano per tutti - Selezionare il fenotipo più adatto x sopravvivere - Sopravvivenza e successo riproduttivo: genotipo corrispondente al fenotipo dalle caratteristiche più adatte trasmesso alla generazione successiva - Aumento della frequenza del genotipo nella generazione successiva ereditarietà e comportamento Evoluzione specie umana: uomo ha subito tuta una serie di evoluzione no ad una selezione della specie funzionale a quelle che erano le caratteristiche dell’ambiente. Due tipi di adattamento: - bipedismo : 5-7 milioni di anni fa, camminare sui piedi in posizione eretta, ha permesso un risparmio energetico, maggior visibilità, liberazione delle mani -> scoperta di nuovi ambienti e sfruttare nuove risorse. -encefalizzazione : incremento dimensioni del cervello, 5 milioni di anni fa , poter fare più cose, ingrandimento del cervello, miglioramento delle funzioni cognitive, comunicazione e linguaggio, cultura e tecnologia, divennero più intelligenti e svilupparono capacità complesse di pensiero-ragionamento-ricordo-piani cazione. Tuttavia, un cervello più grande non garantiva agli uomini una maggiore intelligenza: ciò che contava era il tipo di tessuto che si formava ed espandeva al suo interno. Il genotipo che fungeva da codice genetico per fenotipi intelligenti e più adatti al movimento portò alla lenta scomparsa dalla genetica umana dei genotipi meno adatti, lasciando soltanto ai bipedi intelligenti la possibilità di riprodursi. -linguaggio: pietra evolutiva più importante dopo le precedenti, Semplici istruzioni per realizzare strumenti, trovare un buon luogo di pesca o di caccia ed evitare pericoli permisero di risparmiare tempo, sforzi e vite. Anziché apprendere le lezioni della vita in prima persona per tentativi ed errori, gli esseri umani potevano trarre vantaggio dalla condivisione delle esperienze altrui. La conversazione –anche l’umorismo – ra orzarono i legami sociali tra i membri di una specie socievole per natura. Soprattutto, l’avvento del linguaggio consentì di trasmettere alle generazioni successive le conoscenze accumulate nel tempo. Le condizioni in cui avvenne l’evoluzione degli esseri umani favorirono l’evoluzione di un importante potenziale biologico condiviso espresso nel bipedismo e nella capacità di linguaggio e di pensiero. Nonostante questo potenziale condiviso, esistono notevoli variazioni! Come la trasmissione di speci ci geni determina alcune caratteristiche siche è relativamente facile, quando però vogliamo studiare come i geni determinano i comportamenti alla manifestazione di un particolare attributo contribuiscono più geni. Il potenziale di ciascuno individuo, di fenotipo e genotipo, sono legate ad una serie di caratteristiche per questo si parla di genoma, è un potenziale condiviso da generazioni e producono un’impronta e programmi biologici unici per il nostro sviluppo. Lo studio dei geni e dei meccanismi dell’ereditarietà prende il nome di genetica. Il genoma è l’intera sequenza di geni che si trovano nei cromosomi Un altro fronte determinante del capire in che modo c’è stata una trasmissione di caratteristiche: in che modo potesse essere prevedile l’espressione genetica, fondamentali gli studi di Mendel: In che modo si combinano i caratteri dei genitori x ottenere i caratteri sici dell’individuo- glio, le caratteristiche erano determinate da coppie di fattori (geni) ciascuno dei quali ereditato da un genitore. Comprendere in che modo l’espressione genica dei genitori potesse esprimersi in modo diversi cato nei gli può essere applicato anche all’ambito dei comportamenti: genetica del comportamento ‘ereditarietà dei comportamenti’ (in uenza relativa alla componente genetica sui pattern comportamentale) il QI tra eredità e ambiente Per capire se le di erenze di QI sono geneticamente determinate o sono dovute alle molteplici in uenze dell’ambiente sullo sviluppo dell’individuo. - Se tutto fosse geneticamente determinato possiamo fare ben poco invece rilevare che c’è una componente ambientale che interagisce: inutili opportunità culturali ed educative. - Ruolo ambientale: rilevanza degli interventi educativi 14 fl fi fi ff fi ff fi fl fi fi fi fi Tema molto importante in paesi caratterizzati da diverse etnie, come gli Stati Uniti, in cui persone provenienti da diversi background culturali hanno punteggi diversi nei test standardizzati. grafico 1 : prima è importante la componente genetica e nell’ultimo istogramma invece quello ambientale; aspetto genetico è fondamentale x dimostrare somiglianze, anche i fratelli cresciuti insieme rispetto ai figli adottivi che non hanno lo stesso bagaglio genetico non raggiungeranno mai il livello intellettivo. E’ estremamente più significativo il ruolo della genetica nel caso dell’intelligenza Grafico libro: Geni e ambiente interagiscono nel determinare la competenza scolastica dei bambini. Alcuni bambini presi in esame in questo studio avevano ereditato due versioni lunghe (ll) di un gene, altri almeno una versione breve (ss e sl). I bambini sperimentavano inoltre livelli variabili di responsività materna. La loro competenza scolastica è il prodotto sia dei geni sia dell’ambiente. I bambini con il genotipo ll esposti a una responsività materna molto bassa, per esempio, avevano lo stesso livello di competenza dei bambini con un genotipo ss o sl, esposti a un’alta responsività materna. Grafico 2 slide: Altri studi hanno misurato le capacità cognitive a 3 e 16y x mostrare associazioni con i genitori biologici, e poi anche con i bambini adottati ecc : a 3y c’è maggiore associazione legata sia alla componente ambientale sia genetica; a distanza di tempo quel gap che cera tra la condizione puramente genetica-abiemnale con quella solo genetica diventa più elevata a distanza di tempo -> ruolo ambiente è meno marcato. torniamo al concetto di aggressività Il comportamento aggressivo ha una base genetica? Si parla del gene guerriero, nel 1978 una donna in Irlanda andò da un genetista x capire gli uomini della sua famiglia erano tutti violenti e aggressivi. C’era un gene MAOA, responsabile della produzione di un enzima che regola i livelli di alcuni neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina, legata al controllo delle emozioni, alla regolazione dell’umore e al comportamento sociale. Questo gene mostrava livelli di attivazione inferiori, meno produzione di serotonina, in tutti gli individui c’erano alterazioni che portavano a modi cazioni dei neurotrasmettitori che vanno a regolare il comportamento sociale e che in qualche modo poteva spiegare i comportamenti deviati. Diamo una spiegazione esterna al volere dell’individuo. Ci sono casi che individui presentano la mutazione non sono stati condannati perchè non totalmente responsabili. Tuttavia nel corso del tempo, il 60% della popolazione mondiale presenta la disfunzione genetica e quindi non è su ciente questo x dimostrare comportamenti che vengono messi in atto. Se volessimo studiarlo da un punto di vista scienti co: studio di Caspi 2002, da più di 1000 uomini, dall’infanzia all’età adulta, avevano subito maltrattamenti o presentano il gene un gruppo con il gene (bassa attività di MAOA + ambiente aggressivo=> signi cante e etto aggressivo Un gruppo con il gene ma senza l’ambiente aggressivo=> non ci sono e etti aggressivi ( non è su ciente x spiegare l’aggressività) Solo maltrattamenti da piccoli (aspetto ambientale) => signi cativamente diventerà aggressivo BIOLOGIA E COMPORTAMENTO: MONITORARE IL CERVELLO Un’altra ambito delle neuroscienze che cerca di dare una spiegazione al comportamento umano, è interessato a capire a quale funzione del cervello corrisponde una parte del comportamento. Un ruolo rilevante alle lesioni cerebrali: comportamenti devianti se c’erano de cit o danneggiamenti o distruzioni del tessuto cerebrale. Già la frenologia con Gall aveva ipotizzato che il funzionamento psichico dipendessero da particolari zone o ‘regioni’ del cervello, e sono state individuate 27 zone -> più erano sviluppate queste regioni del cervello e tanto più erano sviluppate quelle stesse abilità ad esse sottese. Frenologia: nacquero varie società in Europa, le varie parti del cervello non tendono a crescere verso l’esterno, quindi non possono modi care la con gurazione del cranio, no individuazione delle corrette corrispondenze tra zone e funzioni; è comunque vero che a ogni funzione sottende una particolare area cerebrale. Lombroso : medico, antropologo, criminologo e giurista italiano, ha fondato l’antropologia criminale e pensava della corrispondenza tra caratteristiche anatomiche e la messa in atto di comportamenti deviati. Si è occupato di quelle che erano le caratteristiche proprie del criminale. Atavismi: caratteristiche che appartengono alla categoria umana e si ripropongono a distanza di tempo e non c’è stato un corretto sviluppo. 15 ffi fi fi ffi fi fi fi fi ff fi ff Ad oggi sappiamo che a ogni zona cerebrale corrisponde una funzione perchè era stato confermato dagli studi come un danno in una zona del cervello determinasse la perdita di una unzione cognitiva Paul Broca: studi sul paziente Leborgne, perdita della parola a 30y xkè presentava una lesione frontale sinistra, alla quale corrispondeva uno speci co de cit=centro cerebrale che presiede alla capacità di parlare Studiava il ruolo del cervello in relazione al linguaggio, determinate lesioni ad aree simili del cervello portano a disturbi del linguaggio, soprattutto danni all’area di Broca. Carl Wernicke, psichiatra e neurologo tedesco, parla della afasia di Wernicke: riguarda la sfera della comprensione del linguaggio. Speci che lesioni nel giro temporale superiore posteriore corrispondevano a delle speci che alterazioni sempre nella sfera del linguaggio in termini di comprensione e di senso logico Esempio di Gage: operaio delle ferrovie, nel 1848 viene colpito e trapassato da un’asta di metallo, si è salvato ma un gravissimo trauma cranico a livello dei lobi frontali -> ha perso la vista all’occhio sinistro e il lato sinistro del viso restò in parte paralizzato, ma postura-movimenti- capacità di linguaggio non furono compromessi. Dal punto vista psicologico-comportamentale, privo di freni inibitori, è intrattabile ed è cambiato nelle capacità di giudizio, perchè i lobi frontali sono le sedi delle funzioni esecutive, decisione. Non riusciva neppure a fare previsioni sulla base dei dati acquisiti, rendendolo incapace di valutare i rischi delle sue azioni. Molaison: a etto da gravi disturbi mnestici, so riva di una grave forma di epilessia farmaco- resistente, quindi non rispondeva alle terapie, quindi sottoposto ad una ablazione chirurgica del lobo temporale mediale. Dopo so riva di una grave forma di amnesia anterograda e retrograda, dimenticava informazioni sul futuro e del passato, la memoria procedurale(riguarda il ‘come’, x es saliamo in auto e faccio una serie di azioni che se dovessi esplicitare dovrei pensarci, è una memoria implicita) è rimasta intatta e la memoria a breve termine sembrava intatta. nascita delle neuroscienze Sono l’insieme degli studi scienti camente condotti sul sistema nervoso. Grazie alle tecniche di neuro-brain imaging permette di studiarlo interamente Anni’80 tecniche di neuro immagine che ha comportato una serie di sviluppi e progressi e anche nel campo delle neuroscienze, ci ha portato ad essere in grado di studiare strutturalmente e funzionalmente in cervello. Due tipologie: - studio dell’anatomia e della struttura del sistema nervoso centrale - indagine del funzionamento del cervello Ci sono diverse metodiche come: - TAC: tomogra a assiale computerizzata gurano macchine sviluppate per aiutare i neurochirurghi a rilevare anomalie cerebrali, quali malattie o danni provocati da ictus. Questi strumenti producono rappresentazioni di un cervello in attività senza le procedure invasive che rischiano di danneggiare i tessuti cerebrali. Ci sono fasci di raggi X che a seconda delle angolazioni riescono a riprodurre il cervello in maniera tridimensionale. - PET tomogra a a emissione di positroni riprodotte delle immagini dettagliate del cervello, registrandone la radioattività e in base a come si di ondono e manifestano nelle varie aree cerebrali di erenti tipi di sostanze radioattive che raggiungono il cervello x essere assorbito dalle cellule celebrali attive. E in base agli stimoli a cui viene sottoposto si colorano determinate zone, si osserva la radioattività delle cellule durante di erenti attività cognitive e comportamentali - MRI imaging con risonanza magnetica immagini tramite risonanza magnetica, scansioni attraverso campi magnetici e onde radio per generare immagini tridimensionali del cervello sotto l’azione del campo magnetico alcuni nuclei di idrogeno si allineano con esso e sotto l’azione delle onde radio vengono eccitati. Alla sospensione dell’ impulso radio i nuclei ritornano allo stato di base rilasciando un segnale che viene rilevato dalla stessa antenna che ha emesso l’impulso radio. La somma e combinazione di segnali ottenuti attraverso magnetizzazioni ed eccitazioni permette di ottenere le immagini. 16 ff ff fi fi fi fi ff fi fi ff fi ff fi ff - FMRI altrimenti viene utilizzata la risonanza magnetica funzionale dove rileva le variazioni del usso ematico e rappresenta attività delle varie zone cerebrali, abbina i vantaggi della PET e MRI - EEG: Elettro encefalo gramma: registrazione dell’attività elettrica cerebrale, per studiare la relazione tra le attività psicologiche e le risposte del cervello - Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva: che usa impulsi di stimolazione magnetica per produrre e etti che simulano lesioni temporanee, reversibili, nei soggetti umani: senza danneggiare i tessuti, si possono rendere inattive per breve tempo delle regioni cerebrali->usata a livello terapeutico, x creare un attivazione a livello cerebrale sistema nervoso Studio scienti co del cervello e dei collegamenti tra l’attività cerebrale e il comportamento Sistema nervoso centrale: cervello, encefalo, midollo-> coordina tutte le attività Sistema nervoso periferico: collegamenti periferici che si irradiano in un corpo Somatico= è una suddivisione del sistema nervoso periferico che connette i SNC ai muscoli volontari e alla pelle, regola le azioni dei muscoli scheletrici del corpo Autonomo= alla base dei fondamentali processi vitali, regola le funzioni del corpo che di solito non si controllano in modo conscio, deve funzionare anche durante il sonno Fulcro della maggioranza delle attività è nel SNC Aspetto centrale è il neurone: cellula del sistema nervoso specializzata nel ricevere e/o trasmettere le informazioni alle altre cellule. cellula portatrice della ricezione delle informazioni nel cervello, è composto da diversi elementi: i dendriti dove vengono ricevuti i segnali di entrata, poi c’è il corpo con il soma, passa l’informazione per tutto l’assone avvolto dalla guaina mielinica e arriva ai bottoni sinaptici. La trasmissione delle informazioni è sempre unidirezionale, dai dendriti all’assone. 3 classi fondamentali: Neurone sensoriale: neurone che trasmette i messaggi dai recettori sensoriali al sistema sensoriale Neurone motorio: veicola i messaggi a partire dal SNC verso muscoli e ghiandole e trasmette informazione di natura motoria. Interneurone: neurone che mette in comunicazione fra loro altri neuroni permettendo una elaborazione ne dei segnali (è quello più numeroso-sistema computazionale del cervello) Neurone specchio: neurone che si attiva quando un individuo ne osserva un altro eseguire un’azione motoria (pellegrino-rizzolati) Molti studi nel campo del motorio ma alla luce di studi su patologie e anche x mettere a punto programmi di intervento si è visto che nell’ autismo ci sono dei de cit che giusti cano in parte le incapacità di mettersi nei panni dell’altro. Riabilitazione sinaptica mediante l’osservazione altrui, empatia e comprensione stato mentale altrui. Glia: dove glia vuol dire colla, le cellule gliali sono intercalate ai neuroni x agevolare la trasmissione neuronale, per tenerli insieme, rimuovono i neuroni danneggiati e morti e impediscono alle sostanze tossiche presenti nel sangue di raggiungere il cervello. Un esempio è la guaina mielinica che riveste il neurone e garantisce la velocità con cui viene trasferita l’informazione, poi ci sono gli atrociti, le oligodentrociti servono x facilitare la connessione tra neuroni Come i neuroni comunicano?si scambiano messaggi? Input eccitatori: la trasmissione di info tra neuroni avviene alla luce della presenza di input eccitatori che portano all’attivazione del neurone, perchè l’informazione ricevuta da un neurone gli segnala di attivarsi. E’ un equilibrio biochimico, entrano degli ioni positivi (cambiano lo stato della cellula che di base è lievemente negativa) e rendono l’interno della cellula più positivo -depolarizzazione- e aumentando la probabilità che il neurone raggiunga il suo livello di soglia e si attivi. Se raggiungono questo livello di attivazione della cellula e quando si raggiunge il quantitativo di stimolazione di eccitazione la cellula si attiva. Bisogna superare una certa soglia. 17 fl fi fi ff fi fi Input inibitori: portano la cellula alla non attivazione, informazione segnala al neurone di non attivarsi. Invece che entrare ioni + ne entrano di negativi: processo di iperpolarizzazione, rendono l’interno della cellula più negativo e allontanando il neurone dalla soglia necessaria per attivarsi e mantenendo in uno stato di riposo e la cellula non si attiva. La corretta sequenza di input eccitatori nel tempo e nello spazio porta a un potenziale d’azione (attivazione del neurone) = permette alla cellula di passare dallo stato di riposo allo stato di attivazione Potenziale azione= cambiamento del potenziale elettrico lungo l’assone del neurone. Determina un impulso nervoso, attivato in un neurone, attivato in un neurone, che porta al rilascio di neurotrasmettitori nella sinapsi (Parliamo di millisecondi, avviene rapidissimo) tipicamente la membrana ha un potenziale negativo -70, c’è una soglia no a -50 e poi c’è una depolarizzazione e rapidamente in positivo arriviamo a +35 perchè entrano gli ioni positivi, e poi x tor nare all’equilibrio iniziale si rimodi ca lo stato di membrana e torniamo allo stato normale. Iperpolarizzazione: cellula si deve ricaricare e non può quindi avvenire un altro potenziale d’azione. E’ un processo elettrochimico estremamente rapido che portano alla comunicazione tra neuroni e al rilascio di neurotrasmettitori. L’elemento essenziale nel passaggio di positività o negatività avviene tramite particelle che sono gli ioni e fanno passaggi attraverso la membrana. Inizialmente la membrana è leggermente negativizzata, ricca di ioni potassio con carica negativa, mentre all’esterno è ricco di ioni sodio che hanno una carica positiva, gli ioni possono passare e c’è la pompa sodio potassio che può riequilibrare lo stato. Quando impulso nervoso raggiunge il neurone, modi ca il funzionamento dei canali ionici in modo tale che gli ioni sodio + a uiscono al suo interno causando la depolarizzazione della cellula(potenziale d’azione) che si propaga sull’assone. Mentre il segnale raggiunge l’estremità dell’assone le parti della cellula in cui il potenziale d’azione ha avuto origine torna allo stato di riposo pronto per una nuova stimolazione. Potenziale d’azione ha delle sue proprietà: risponde alla legge del tutto o del nulla: principio per cui la dimensione del potenziale d’azione non è in uenzata dall’incremento d’intensità della stimolazione (autopropagantesi), l’unica cosa che interessa è raggiungere il livello soglia, è autopropagandosi, una volta superata la soglia si genera il potenziale d’azione. Tuttavia x generare il potenziale è necessario il livello soglia ma possono avere velocità di erenti per cui si sviluppa attraverso l’assone: ci sono alcuni più rapidi e altri meno rapidi che invece permettono una trasmissione molto più lenta -> la diversa velocità dipende dal fatto che la cellula sia o non sia mielinizzata: se è presente c’è la conduzione saltatoria, impulso salta da un nodo all’altro ma questa salta, tanto più è compatta la guaina tanto più avviene in modo rapido, abbiamo un passaggio dell’impulso da un nodo all’altro(v di 5-120 m/s) I neuroni non mielinizzati sono quelli che comportano una trasmissione dell’impulso più lenta(v di 0.5/2 m/s). Ci sono delle condizioni che comportano una lesione della guaina e si viene a perdere questa rapidità: unn esempio è la sclerosi multipla(processo autoimmune, sist immunitario attacca la mielina): demielinizzazione sono delle lesioni a carico della guaina mielinica, un impulso trasmesso con una certa rapidità si rallenta o arresta i segnali nervosi, con conseguente disfunzioni neurologiche. trasmissione sinaptica 18 fi fi ffl fi fl ff Neuroni non sono attaccati ma tra la membrana pre sinaptica e i bottoni sinaptici, c’è lo spazio chiamato sinapsi: invio di informazioni da un neurone all’altro avviene in questo spazio ->bottone terminale e va in comunicazione con il dendriti del neurone che riceve. Quello che avviene è la trasmissione sinaptica, viene trasmessa un informazione da un neurone all’altro, succede che in seguito all’attivazione del potenziale d’azione, avvengono una serie di modi che, ci sono le vescicole sinaptiche c