Manuale TSSA 01 - Trasporto Sanitario PDF
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Davide Bolognin
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Summary
This manual covers the topics of knowledge of the organization of the healthcare transport service and the rules of behavior, the organization of territorial emergency/urgency, radio communications, safety regulations in the transport of the infirm, knowledge of transmission routes and prevention methods of the main infectious diseases, and knowledge and management of the ambulance's healthcare compartment.
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Modulo 1 -Trasporto sanitario 1 TRASPORTO SANITARIO di DAVIDE BOLOGNIN ARGOMENTI TRATTATI: Conoscenza dell'organizzazione dell'attività di trasporto sanitario e regole di...
Modulo 1 -Trasporto sanitario 1 TRASPORTO SANITARIO di DAVIDE BOLOGNIN ARGOMENTI TRATTATI: Conoscenza dell'organizzazione dell'attività di trasporto sanitario e regole di comportamento Organizzazione dell'emergenza/urgenza territoriale Comunicazioni radio Norme di sicurezza nell'attività di trasporto infermi Conoscenza delle vie di trasmissione e delle modalità di prevenzione delle principali malattie infettive Conoscenza e gestione del vano sanitario dell'ambulanza 2 Davide Bolognin - Manuale TSSA IL TRASPORTO SANITARIO IN AMBULANZA Il servizio di trasporto infermi consiste nel trasporto di una persona non deambulante, ovvero la cui patologia la costringa all'immobilità, o a non potersi muovere in autonomia. Può essere svolto in convenzione con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture private, oppure su richiesta di privati. Generalmente si tratta di un servizio che si effettua su prenotazione (almeno 24 ore prima); pertanto il trasporto infermi non è un servizio di emergenza. La gestione del servizio di trasporto infermi - L'attività di trasporto infermi in ambulanza consiste in: dimissioni, ovvero riportare presso la propria abitazione una persona, che era ricoverata in ospedale o precedentemente portata in Pronto Soccorso; trasferimenti da un ospedale o da una struttura sanitaria ad un'altra, per la continuazione di una terapia, nonché il trasporto di andata e ritorno per l'esecuzione di esami speciali presso un altro ospedale; trasporti per visite mediche, per esempio visita per certificato d'invalidità, o visite specialistiche, o ricoveri non in regime di urgenza o programmati (es. day-hospital); trasporti per terapie, come la terapia iperbarica, fisioterapia, chemio, l'emodialisi (a seconda dell’organizzazione locale) ,: in questi casi è particolarmente importante la puntualità, in quanto le terapie hanno inizio a orari programmati e fissi. Per svolgere in modo organizzato questo tipo di servizio è utile conoscere il paziente (patologia, corporatura, necessità di cure particolari), conoscere in anticipo il luogo di prelevamento e la destinazione, utilizzare il sistema di movimentazione e trasporto più opportuno, interagire correttamente col paziente, coi familiari, con il personale sanitario, con i colleghi volontari. Trasporto di emoderivati o plasma: al personale addetto al trasporto infermi può anche essere richiesto di trasportare plasma o altri emoderivati – indispensabili per trasfusioni urgenti o per operazioni chirurgiche – dal Centro Trasfusionale al reparto richiedente. Il Centro Trasfusionale è un reparto di raccolta, conservazione e preparazione di sangue e derivati, a cui occorre portare apposita richiesta, e normalmente anche un campione di sangue del paziente, per i necessari controlli di compatibilità. Allo stesso modo si possono trasportare cartelle cliniche, provette...etc.. Trasporto di organi: servizio svolto in convenzione col Servizio Sanitario per effettuare il trasporto di organi appena prelevati per trapianti, o anche per trasportare l'equipe medica incaricata di espiantare gli organi dove sia necessario. Modulo 1 -Trasporto sanitario 3 IL SERVIZIO DI EMERGENZA TERRITORIALE (SUEM 118/112) Per svolgere servizi in ambulanza, di trasporto infermi non urgenti, di soccorso (per es. in ambulanze convenzionate col 118) oppure di assistenza sanitaria (per es. in manifestazioni, sportive e non) o anche di trasporti di pazienti in condizioni critiche, è necessario aver superato con successo un corso specifico per Soccorritori (così come definito dalla varie normative regionali o accordi di convenzione col 118). Il SUEM 118/112 - Il termine S.U.E.M. significa “Servizio Urgenze ed Emergenze Mediche”. È un servizio pubblico, gestito dall’azienda sanitaria regionale autonoma o dalle aziende sanitarie locali, detto comunemente “118” dall'apposito numero telefonico. N.B.: in alcune regioni e provincie d’Italia è stato attivato il NUE 112 (numero unico di emergenza), unificando in un’unica centrale operativa la ricezione e il coordinamento delle chiamate di emergenza, prima gestite tramite più numeri (e relative centrali operative): 118, 115, 113.. Questo complesso passaggio – necessario per adeguarsi alle direttive dell’Unione Europea – è ancora in fase di svolgimento; pertanto per le finalità di questo testo si continuerà a fare riferimento al 118 (numero di emergenza sanitaria). Ambulanze ed equipaggi di Croce Rossa (come di altre associazioni o società private) possono tramite apposita convenzione essere a disposizione di tale servizio, operando quindi in base alle chiamate e alle direttive di tale servizio pubblico (ovvero della Centrale Operativa 118/112 competente per la zona). In tutti gli altri casi restano due realtà distinte, e se capita ai soccorritori CRI di prestare opera di soccorso sanitario, come nelle manifestazioni sportive, occorre sempre che contattino il 118/112 per ricevere istruzioni e coordinarsi. L'attività di soccorso sanitario costituisce competenza esclusiva del Servizio sanitario nazionale. Con un'apposita legge del 1992 si è così messo ordine ad una situazione precedente in cui varie associazioni di soccorso, o personale dei vari ospedali, svolgevano tale attività senza alcun coordinamento e senza un punto di riferimento unico per gli utenti. Il sistema di allarme sanitario è assicurato da una centrale operativa (CO), a cui fa riferimento il numero unico telefonico nazionale "118" (o 112, vedi oltre). Alla centrale operativa affluiscono tutte le richieste di intervento per emergenza sanitaria. La centrale operativa garantisce il coordinamento di tutti gli interventi nell'ambito territoriale di riferimento. Le centrali operative sono organizzate, di norma su base provinciale. Le centrali operative della rete regionale devono essere compatibili tra loro e con quelle delle altre regioni in termini di standard telefonici di comunicazione e di servizi per consentire la gestione di emergenze che vadano oltre la competenza provinciale. Le centrali operative assicurano i collegamenti radio con le autoambulanze e gli altri mezzi di soccorso coordinati e con i servizi sanitari del sistema di emergenza sanitaria del territorio di riferimento, su frequenze dedicate e riservate al servizio sanitario nazionale. La responsabilità medico-organizzativa della centrale operativa è attribuita ad un medico. La centrale operativa è attiva per 24 ore al giorno e si avvale di personale infermieristico adeguatamente addestrato, nonché di competenze mediche di appoggio. La responsabilità operativa è affidata al personale infermieristico professionale della centrale, nell'ambito dei protocolli decisi dal medico responsabile della centrale operativa. (DPR 27 marzo 1992 - Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza; pubblicato sulla G.U. n. 76 del 31/3/92 - Serie Generale). 4 Davide Bolognin - Manuale TSSA Fino a non molti anni fa il soccorso in ambulanza veniva visto come una corsa sul luogo del malore/incidente, caricare rapidamente e spesso senza troppe precauzioni l'infortunato, infine portarlo il più in fretta possibile presso il Pronto Soccorso più vicino. Questo sistema – chiamato dagli americani “scoop and run”, raccogli e corri via - può forse funzionare in alcuni casi, ma spesso risulta più utile valutare il paziente, prestare alcune manovre basilari di primo soccorso allo scopo di impedire che la situazione peggiori (stabilizzare il paziente), capire se è il caso di richiedere l'intervento di personale specializzato, trasportare infine, ma con una serie di precauzioni sulla base della patologia, verso l'ospedale dove potrà ricevere le cure più indicate. Questo più moderno approccio al soccorso pre-ospedaliero, denominato “stay and play” (fermati sul posto e opera), consiste nel portare l'ospedale sul luogo dell'evento e non viceversa. In questo modo si sosta sul posto, si stabilizza il paziente, si trasporta in sicurezza. Immaginiamo ad esempio un paziente traumatizzato, con una lesione del rachide cervicale. Tale tipo di lesione può avere conseguenze molto gravi, anche mortali. Secondo lo scoop and run si sarebbe caricato di fretta il paziente, senza immobilizzarlo, si sarebbe trasportato un moribondo, e ricoverato un morto. Con lo stay and play invece si valuta e si immobilizza il paziente, lo si sposta con le opportune precauzioni, lo si trasporta in sicurezza. In questo modo le possibilità di ridurre esiti negativi aumentano sensibilmente. L'intervento del soccorso avanzato (da parte di sanitari, e con preparazione specifica) deve tuttavia essere disponibile e ben organizzato, poiché molte manovre salvavita e attrezzature presenti su un ambulanza di soccorso sono di competenza di medici e infermieri. Sarà compito dei soccorritori sul posto valutare l'urgenza dell'infortunato, e nel caso – contattando la CO (centrale operativa del 118/112) – richiedere l'intervento del soccorso avanzato (ALS). Proprio per garantire questo tipo di soccorso, vi sono specifici mezzi di soccorso avanzato (MSA o ALS), che differiscono dai mezzi di soccorso di base (MSB o BLS) per la presenza di un medico, di un infermiere specializzato in area critica e delle necessarie attrezzature di rianimazione (defibrillatore, kit intubazione, farmaci...). I mezzi di soccorso hanno delle dotazioni variabili, di solito specificate in un normativa regionale o locale, o in una specifica convenzione. I sistemi di immobilizzazione e mobilizzazione atraumatica fanno necessariamente parte della dotazione: la barella a cucchiaio, la tavola spinale, il materasso a depressione, un set completo di collari cervicali semirigidi, un set di steccobende a depressione o stecche semirigide malleabili, un sistema di estricazione/immobilizzazione spinale tipo KED o similari. Poi il necessario per la rianimazione di base (BLSD) e per medicazioni temporanee. Possono esserci inoltre delle strumentazioni che vengono utilizzate appieno solo quando a bordo è presente personale sanitario (medici e infermieri): in particolare monitor ECG e defibrillatore portatile (a seconda dei protocolli e dell'esperienza del personale, nella versione manuale o semiautomatica) e pulsiossimetro. Inoltre il set per intubazione e un aspiratore portatile di secreti. Completa la dotazione un respiratore automatico, che può essere utilizzato su indicazione di personale esperto in ventilazione meccanica. Naturalmente un mezzo avanzato deve possedere tutte le dotazioni sanitarie reputate utili in base ai protocolli ed agli addestramenti del personale: oltre ai presidi per BLSD e materiale per medicazioni, anche quanto serve a praticare una fleboclisi, farmaci d'urgenza, aghi, siringhe. Lo zaino da soccorso: da portare con sé in ogni intervento fuori dell'ambulanza, contiene quanto necessario per la rianimazione di base, medicazioni, prima valutazione ed assistenza del paziente, il tutto organizzato in scomparti e tasche. Spesso contiene anche materiali per il soccorso avanzato, a seconda dell'organizzazione dei soccorsi. Modulo 1 -Trasporto sanitario 5 Il pronto soccorso è un'unità operativa dell'ospedale dedicata ai casi di emergenza e con spazi dedicati alla breve osservazione. Qui vengono prestate le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza (traumi, infarti...) e si accede quindi in modalità di ricovero urgente. Il pronto soccorso è dotato di una o più sale di emergenza, sale visita, sale per la breve osservazione, sala di attesa, sportello accettazione. Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (DEA) - Oggi il concetto di pronto soccorso è stato superato da quello più ampio di “Dipartimento d'Emergenza e Accettazione (DEA)”, che 24 ore su 24 assicura interventi diagnostico terapeutici di emergenza medici, chirurgici, ortopedici, ostetrici e pediatrici. In attuazione del DPR 27/3/1992, il 17/5/1996 Stato e Regioni hanno approvato le linee guida per l’emergenza sanitaria che, fra l’altro, rendono espliciti obiettivi e modalità operative dei DEA. Le unità operative appartenenti a un DEA sono interdipendenti sulla base della condivisione di un codice comune di comportamento assistenziale, al fine di assicurare una risposta completa in situazioni di emergenza. Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di assicurare, oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello, le funzioni di alta specialità legate all’emergenza, tra cui cardiochirurgia, neurochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia vascolare, la chirurgia toracica. Triage (accettazione) - Il triage (termine francese che indica “cernita, smistamento”) è un sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni, gravi o leggeri che siano, secondo classi di urgenza/emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate o del loro quadro clinico. Il metodo del triage è utilizzato innanzitutto all'arrivo di tutti i pazienti in pronto soccorso, dove l'accesso alle cure non avviene sulla base dell'ordine di arrivo, ma della gravità delle loro condizioni. In questo ambito permette di stabilire un ordine tra i soggetti che vi giungono, dando le apposite cure prima ai casi più urgenti e di seguito ai meno urgenti. Il grado di urgenza di ogni paziente è rappresentato da un codice colore assegnato all'arrivo, dopo una prima valutazione messa in atto da un infermiere specializzato e preposto a questo compito. È con l'infermiere preposto al triage che di solito devono rivolgersi i soccorritori all'arrivo in PS, e a lui dovranno aver cura di comunicare i dati e le informazioni raccolte nell'intervento e l'eventuale documentazione medica. Ogni giorno i pronto soccorso si trovano ad accogliere un gran numero di pazienti che presentano gravità diverse e diverse tipologie di problemi. Il triage in pronto soccorso è quindi un insieme di procedure codificate che permettono la valutazione delle priorità assistenziali delle persone che si presentano, stabilendo un ordine di accesso alla visita medica ponderato alla gravità dei sintomi accusati. Il grado di urgenza di ogni paziente è rappresentato da un codice colore assegnato all'arrivo. Esistono inoltre i PPS (punti di primo soccorso), spesso in zone distanti dagli ospedali, cherispondono a bisogni sanitari urgenti ma non gravi, che possono essere risolti senza ricorso immediato ad esami strumentali, visite specialistiche o ricovero. Dopo la valutazione medica può essere necessario terminare gli accertamenti al pronto soccorso. Codici-colore - Il metodo del triage usa un codice colore per rendere universalmente identificabile l'urgenza del trattamento per ogni singolo soggetto. Questo codice colore si compone, in ordine di gravità, di quattro classi: bianco, verde, giallo e rosso: codice bianco (nessuna urgenza): indica un soggetto che non ha necessità del Pronto Soccorso e potrebbe allo stesso modo rivolgersi al proprio medico o altre sedi sanitarie istituzionali codice verde (urgenza minore): il soggetto riporta delle lesioni che non interessano le funzioni vitali ma necessitano di trattamento (dopo però dei casi più urgenti) codice giallo (urgenza): indica una compromissione parziale delle funzioni dell'apparato circolatorio, respiratorio, o della coscienza; non c'è un immediato pericolo di vita. codice rosso (emergenza): indica un soggetto con almeno una delle funzioni vitali (coscienza, respirazione, battito cardiaco, stato di shock) compromessa ed è in pericolo di vita. L'area rossa del pronto soccorso è una sala intensiva ad alto contenuto tecnologico, utilizzata per il trattamento dei pazienti che accedono in PS con codici ad elevata priorità (codice rosso): politrauma, infarto miocardico, stroke, insufficienza respiratoria, o comunque tutte le situazioni cliniche dove i parametri vitali appaiono alterati. L'osservazione breve intensiva (OBI) - si intende un'area di degenza per pazienti che necessitano di un breve periodo di osservazione clinica. È destinata a pazienti che necessitano di valutazione 6 Davide Bolognin - Manuale TSSA diagnostica, trattamenti di breve durata, soluzione di bisogni psicosociali, con il vantaggio di un risparmio economico rispetto ad un pari risultato ottenuto mediante un ricovero. La riorganizzazione della rete ospedaliera determina una progressiva riduzione dei posti letto, pertanto l'OBI svolge funzione di filtro riducendo la percentuale dei ricoveri sul totale degli accessi. Servizi di assistenza sanitaria con ambulanza - Nell'attività di soccorritori vi capiterà di prestare assistenza sanitaria a manifestazioni sportive, di culturali, religiose o di altro genere, in alcuni casi con grande affluenza di persone (feste paesane, concerti, partite di calcio...). Questi servizi programmati vengono svolti su richiesta degli organizzatori di eventi e manifestazioni sportive, spesso sulla base di un obbligo normativo che impone la disponibilità dell'ambulanza nella sede dell'evento. In genere la stessa normativa stabilisce il tipo di mezzo di soccorso sanitario, ed eventualmente la presenza obbligatoria di un medico. Pur evitando un comportamento allarmista, dobbiamo tenere presente che nel caso di qualsiasi malore o infortunio, dal più banale e casuale a quelli più gravi e complessi, sarà compito nostro mettere in atto le misure di primo soccorso adeguate. La centrale operativa del 118 – in genere già avvisata della nostra presenza – verrà poi contattata dall'autista, e darà ulteriori indicazioni sulla base delle informazioni che le forniremo. Come detto sopra, in molte manifestazioni l'organizzazione procura anche un medico, che sarà il responsabile del soccorso sanitario. Teniamo però presente che molto spesso questi non sono abituati a operare in ambulanza e con i relativi soccorritori volontari. Sarà compito dell'equipaggio cercare una collaborazione proficua. Gli elementi da considerare, sia in termini di prevenzione che di pianificazione dell'intervento di soccorso, sono innanzitutto: numero delle persone presenti, o che si può prevedere; luogo del raduno ed estensione dello stesso; durata del raduno (anche perché i momenti di afflusso e deflusso possono essere i più complessi). Altre variabili saranno le condizioni meteorologiche, le caratteristiche di accessibilità al luogo del raduno, la sovrapposizione con situazioni a rischio di altro tipo, la viabilità, l'ospedale più vicino..etc.. Se ci troviamo in un luogo circoscritto o in ambiente chiuso e coperto dovremo valutare gli accessi e le vie di uscita (che devono essere libere e praticabili). Valuteremo anche la tipologia dominante delle persone coinvolte (per es. se molti consumano alcolici), l'esistenza di particolari situazioni di tensione emotiva o sociale (raduni politici), e in generale i rischi possibili e prevedibili (attenzione per es. a rischi di incendio). I soccorritori dovranno essere presenti sul posto ed essere operativi prima dell'afflusso del pubblico e fino al deflusso. Dovranno essere immediatamente riconoscibili e visibili, per poter essere contattati rapidamente in caso di necessità. Ogni squadra sanitaria (se ve n'è più di una) dovrà avere in dotazione un apparecchio radio ricetrasmittente con frequenza riservata o altro sistema portatile di comunicazione, possibilmente dotato di auricolare. Nelle situazioni più complesse vi può essere un centro di coordinamento dei soccorsi che si dedichi esclusivamente alla gestione dell’evento, così come una postazione medica fissa (PMA). La zona della manifestazione deve avere dei percorsi interni ed esterni liberi, onde consentire una rapida movimentazione dei soccorritori e dei mezzi di soccorso. Durante i concerti, negli stadi nei quali è prevista la presenza di pubblico anche sul prato, devono essere creati dei corridoi nei quali non sia consentito lo stazionamento ed il transito del pubblico, e che siano al servizio esclusivo dei soccorritori. Tali corridoi devono essere delimitati con divisori e presidiati per tutta la loro estensione dal personale del servizio d’ordine. Altre squadre sanitarie devono essere create nelle immediate prossimità del palco che ospita gli artisti e dove più spesso si verificano gli infortuni, data la massa di pubblico che vi si concentra. Il pubblico, comunque, va tenuto con appositi divisori a distanza dal palco. Per quanto l'allestimento di un Posto Medico Avanzato sia tipico di maxi-emergenze o situazioni di Protezione Civile, spesso in manifestazioni con un numero particolarmente elevato di persone viene allestito un punto di primo soccorso, di solito presso una tenda, dove valutare gli infortunati, prestare le prime cure e smistarli – se necessario – presso i pronto soccorso degli ospedali della zona. Il trasferimento verrà effettuato per mezzo di ambulanze dedicate. Modulo 1 -Trasporto sanitario 7 ORGANIZZAZIONE DEL S.U.E.M. (118/112) Il coordinamento di tutte le operazioni è effettuato dalla centrale operativa (CO), simile ad un centralino (o call center) dove infermieri, specializzati nell'ambito delle urgenze mediche, rispondono alle chiamate del pubblico che compone il numero “118” da qualsiasi telefono fisso o cellulare della provincia. Hanno a disposizione poi un sistema informatico e linee telefoniche dedicate per comunicare con le ambulanze a disposizione, con i pronto soccorso dei vari ospedali etc.. Quando l’operatore della centrale 118 riceve una chiamata di soccorso, pone varie domande per individuare il genere di emergenza, capire le condizioni generali del paziente e la sua precisa posizione o indirizzo. L’operatore poi contatterà il mezzo più idoneo e vicino per intervenire su quell’emergenza, ed eventualmente forze dell'ordine e vigili del fuoco se ritenuti necessari. Gli darà un codice di uscita, l'indirizzo e una breve descrizione (spesso via telefono cellulare). Nella gestione dell’emergenza, durante la chiamata di intervento, i mezzi di soccorso devono comunicare via radio con la centrale operativa 118 e registrare unitamente a quest’ultima tutte le fasi del servizio. La registrazione dei tempi di intervento risulta necessaria ed obbligatoria da un punto di vista giuridico, per dimostrare, in caso di azioni legali nei confronti degli operatori sanitari che i tempi e le procedure sono state scrupolosamente seguite, oppure semplicemente per dati statistici al fine di migliorare gli interventi successivi con azioni correttive che tenderanno a collocare le ambulanze in maniera appropriata a seconda della viabilità e del periodo. (Decreto del Ministro della Sanità 15 maggio 1992 - Criteri e requisiti per la codificazione degli interventi di emergenza (G.U. 25 maggio 1992, n.121, serie generale) ) Codici radio usati nel servizio 118/112 Durante gli interventi di soccorso, per velocizzare le comunicazioni vengono creati dalle varie centrali operative dei codici alfanumerici per dare alcune indicazioni. Ad esempio, si possono individuare una scala colori per indicare l’urgenza dell’intervento (verde, giallo, rosso), una lista numerica per le tipologie d’intervento (1. trauma, 2. patologia medica, 3, neurologica,… etc), una lista per il luogo d’intervento (K. casa, S. strada, L. luogo di lavoro,… etc) Esempio: GK1 = giallo in casa di natura traumatica. Le ambulanze tramiti appositi sistemi di radiocomunicazione possono sempre comunicare in che “stato” del servizio di trovano; ad esempio: partenza per l’intervento, arrivo sul posto, caricato paziente, partito per ospedale, arrivo in ospedale, libero dal servizio, in sede, fuori servizio. I sistemi per comunicare tali informazioni cambiano molto a secondo della dotazione tecnologica delle centrali operative. Si passa da centrali che usano ancora le radio in fonia, fino ad arrivare a centrali operative che tablet a bordo delle ambulanze, con programmi dedicati per ricevere i servizi e cambiare gli stati in cui si trova un mezzo di soccorso. Gli interventi di emergenza sono classificati con appositi codici di intervento: (B) bianco: intervento non critico - si definisce non critico un servizio che con ragionevole certezza non ha necessità di essere espletato in tempi brevi; (V) verde: intervento poco critico, ovvero un intervento differibile; (G) giallo: intervento mediamente critico che abbisogna di soccorso immediato - un intervento indifferibile; (R) rosso: Intervento molto critico: è un intervento di emergenza (se disponibile viene inviato un mezzo di soccorso avanzato). La richiesta di intervento, con la conseguente uscita dell’ambulanza verso un determinato luogo, viene fatta tramite chiamate: 1) al cellulare dell’ambulanza stesso (in possesso dell’autista o del capo equipaggio) oppure mediante 2) telefono su linea preferenziale (per linea preferenziale si intende una linea telefonica sulla quale è installato un telefono che consente di parlare direttamente con la centrale operativa componendo solamente un numero che generalmente è di tre/quattro cifre); oppure mediante 3) telefono con linea normale. Quando arriva la chiamata dalla Centrale Operativa l'infermiere/operatore ci darà i dati dell’infortunato, il luogo o indirizzo, se si tratta di malore o incidente etc.. Dopo di che si parte con 8 Davide Bolognin - Manuale TSSA l'ambulanza verso la destinazione. N.B.: sirena e lampeggianti vengono usati solo sui servizi urgenti d'istituto. Alla partenza dell’autoambulanza si dovrà dare il codice di inizio servizio cioè la partenza, secondo il sistema di radiocomunicazione in uso. Arrivati sul luogo del malore e/o incidente contatteremo di nuovo la centrale (via radio) per comunicare al centralinista il codice di arrivo sul luogo. Una volta caricato il paziente daremo il codice di paziente caricato ed in più la valutazione sanitaria a seconda dell'urgenza; cioè partenza dal luogo e valutazione sanitaria. Quando con la nostra ambulanza saremo arrivati in pronto soccorso richiameremo la centrale per comunicare il codice di arrivo in PS. Dopo aver scaricato l’infortunato e ripristinato l’ambulanza stessa richiameremo la centrale per dare il codice di liberi ed operativi. Cooperazione con altri enti - In caso di pericoli di varia natura la centrale operativa attiverà i vigili del fuoco (VVFF) o le forze dell'ordine, a seconda dei casi e delle competenze richieste; i soccorritori sul posto possono anche richiedere – direttamente alla CO - l'intervento di altri enti, a seconda di come si presenta la situazione e in caso di pericolo, anche presunto. Non dovranno invece mai contattarli direttamente, per non creare confusione nel flusso di comunicazioni. Le normative europee (91/396/CEE) prevedono l'istituzione in tutti i Paesi membri dell'Unione di un unico numero (112) per le emergenze, a cui i cittadini possano rivolgersi; per cui qualsiasi cittadino europeo dovrebbe poter fare riferimento e ricordarsi un solo numero di emergenza. In Italia esiste già il 112 – a cui rispondono per ora i Carabinieri - ma il coordinamento e l'integrazione con gli altri enti non è ancora effettivo. La situazione sta – lentamente – progredendo: Il recente D.M. del 22 gennaio 2008 del Ministro delle Comunicazioni sul "Numero unico di emergenza europeo 112" (NUE), pubblicato sulla G.U. n. 59 del 10 marzo 2008, prevede la gestione unificata delle chiamate di emergenza indirizzate al 112 ed al 113, attualmente servite dalle Centrali Operative di Carabinieri e Polizia di Stato. L'operazione è partita per ora in via sperimentale in alcune provincie e regioni. Modulo 1 -Trasporto sanitario 9 L'AMBULANZA E GLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO E SOCCORSO A seconda delle realtà, delle esigenze e delle disponibilità vi sono diversi tipi di mezzo di soccorso: Autoambulanze: dette anche, in alcune zone d'Italia, mezzi di soccorso di base (MSB), distinguendole da quelle di soccorso avanzato (MSA). Possono avere equipaggi composti unicamente da soccorritori, oppure da un autista soccorritore ed un infermiere. All'occorrenza il medico arriva sul posto (es. con automedica) e nel caso sale a bordo durante il tragitto in Pronto Soccorso; in altri casi l'ambulanza col paziente a bordo e l'automedica si incontrano a metà strada, accordandosi via radio (rendez-vous). Ambulanze medicalizzate: ovvero col medico fisso a bordo (MSA), sono più rare, per via dei costi e della poca flessibilità (non sempre è possibile sapere a priori se in un intervento è veramente necessario il medico, e nei casi sopravvalutati lo si tiene impegnato quando potrebbe servire altrove). A volte le ambulanze hanno equipaggi composti da autista e infermiere, e solo nei codici rossi (massima urgenza) sale a bordo anche un medico. Automediche: sono autovetture dotate di quasi tutte le attrezzature per il soccorso avanzato, tranne le barelle e i presidi di immobilizzazione, per ovvi motivi di ingombro. A bordo di queste viaggiano medico e infermiere, che appoggiano le ambulanze sul territorio sui casi più urgenti e critici. Il vantaggio dell'automedica rispetto all'ambulanza medicalizzata è quello di poter coprire più interventi con minor spesa. Mentre l'automedica infatti può tornare disponibile nel caso in cui non necessiti il proprio intervento, l'ambulanza carica e trasporta il paziente fino all'ospedale, tenendo impegnato inutilmente un equipaggio sanitario. Elisoccorso: malgrado i costi di gestione elevati, i benefici dell'elisoccorso sono il rapido intervento, svincolato dai problemi logistici e di traffico che rallentano i mezzi terrestri, l'impiego di personale specializzato alla stabilizzazione di pazienti in condizioni critiche, un'ampia area di copertura del servizio (provinciale o extra-provinciale), la possibilità di "centralizzare" i pazienti che richiedono un trattamento specialistico direttamente presso l'ospedale in grado di erogare tale trattamento, saltando i passaggi intermedi (e riducendo così una causa di mortalità). In genere l'equipaggio comprende medico e infermiere, pilota e tecnico di bordo che, oltre a curare la manutenzione del mezzo, è il responsabile della sicurezza a terra durante le manovre di atterraggio e decollo. Può succedere inoltre che l'elicottero venga utilizzato per trasferimenti urgenti di pazienti in condizioni critiche tra ospedali (in genere tra province diverse). Idroambulanze: barche o motoscafi attrezzati per il soccorso in zone di mare o di lago; a bordo sale personale addestrato al soccorso in acqua (per es. gli O.P.S.A. della CRI – Operatori Polivalenti di Soccorso in Acqua, che seguono un apposito corso di formazione per questo tipo di soccorso speciale). 10 Davide Bolognin - Manuale TSSA Scooters medicalizzati: possono risultare utili per la loro praticità e maneggevolezza, ma sono poco diffusi, per lo più in località turistiche o in eventi particolari. In alcune zone, soprattutto turistiche, vengono a volte utilizzate biciclette fornite di DAE e kit di primo soccorso, per coprire velocemente zone poco accessibili ambulanza come bagni pubblici e zone pedonali. L'AMBULANZA: caratteristiche tecniche, vano sanitario, dotazioni base e integrative Le ambulanze che incontriamo per strada sono di diversi tipi, forme, colori; appartengono a svariate associazioni, enti pubblici o aziende private; svolgono inoltre varie funzioni. Per orientarci ed imparare a conoscerle, iniziamo analizzando la normativa vigente. In Italia la costruzione delle ambulanze è regolamentata dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione n. 553 del 17 dicembre 1987. Il decreto individua due tipologie di ambulanza: tipo A: con carrozzeria definita "autoambulanza di soccorso", attrezzate per il trasporto di infermi o infortunati e per il servizio di pronto soccorso, dotate di specifiche attrezzature di assistenza; tipo B: con carrozzeria definita "autoambulanza di trasporto", attrezzate essenzialmente per il trasporto di infermi o infortunati, con eventuale dotazione di semplici attrezzature di assistenza. Ogni ambulanza deve essere dotata di un compartimento guida, occupato dall'autista e da un eventuale passeggero, e di un compartimento sanitario, il vano posteriore, che può essere occupato da soccorritori e da pazienti, questi ultimi in un numero non superiore a 2. Il decreto 553-87 definisce in maniera precisa le specifiche che il compartimento sanitario deve obbligatoriamente presentare; per ricordare solo le più importanti: per le autoambulanze di tipo A le dimensioni minime interne del compartimento sanitario, con esclusione di attrezzature ed arredi sono: lunghezza (ad 1 m dal piano di calpestio): 2,40 m; larghezza (ad 1 m dal piano di calpestio): 1,60 m; altezza (in una fascia centrale ampia almeno 0,90 m, lunga almeno 2,00 m e di superficie non: inferiore a 2,4 m2): 1,75 m. per le autoambulanze di tipo B il compartimento sanitario deve essere capace di contenere, tenuto altresì conto delle esigenze del trasporto, almeno una barella a norma UNI di dimensioni non inferiori a 1,85 x 0,56 m. il compartimento sanitario deve essere separato dalla cabina di guida mediante divisorio inamovibile. È ammessa la presenza di porta o sportello a chiusura scorrevole a perfetta tenuta. Su tali porte o sportelli È ammessa la presenza di vetri purché di sicurezza. Le ambulanze che svolgono servizio di carattere urgente necessitano di segni distintivi che vanno dalla scritta speculare ambulanza sul cofano motore, ai simboli internazionali di soccorso (la Star of life o la Croce Rossa), ai dispositivi acustici e luminosi (sirena). In particolare il decreto 553-87 indica che le ambulanze devono essere dotate del dispositivo supplementare di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu e di quello di allarme (sirena) previsti rispettivamente dagli articoli 45 e 46 del testo unico delle norme sulla circolazione stradale. Il colore delle ambulanze è, per decreto, il bianco. Modulo 1 -Trasporto sanitario 11 Da: MINISTERO DEI TRASPORTI E DELLA NAVIGAZIONE - DECRETO 5 novembre 1996 : Normativa tecnica ed amministrativa relativa agli autoveicoli di soccorso avanzato con personale medico ed infermieristico a bordo. - GU n. 268 del 15-11-1996 “... Art. 1. Classificazione degli autoveicoli di soccorso avanzato Il presente decreto si applica agli autoveicoli destinati al trasporto delle attrezzature necessarie al primo soccorso con personale medico ed infermieristico a bordo, denominati autoveicoli di soccorso avanzato. Essi rientrano nella categoria dei veicoli definiti all'art. 54, comma 1, lettera g), del nuovo codice della strada, quali autoveicoli per uso speciale distinti da particolari attrezzature.... sono da considerarsi destinati ad uso proprio gli autoveicoli di soccorso avanzato in proprietà' o usufrutto di aziende sanitarie locali, ospedali, cliniche, Croce rossa italiana ed associazioni di pubblica assistenza o volontaristiche riconosciute.... Allegato Tecnico: 1. Caratteristiche generali. 1.1. La tara degli autoveicoli, oltre quanto definito per la generalità' dei veicoli, comprende anche tutta l'attrezzatura fissa necessaria allo svolgimento delle specifiche funzioni. 1.2. Gli autoveicoli debbono essere dotati: di almeno due posti a sedere, oltre quello del conducente; di almeno una porta su una fiancata, con esclusione di quelle d'accesso alla cabina, nonché' una porta posizionata sulla parte posteriore del veicolo stesso. 2. Segni distintivi. 2.1. Gli autoveicoli debbono essere dotati di un dispositivo supplementare di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu e di quello di allarme previsti dall'art. 177 del codice della strada. 2.2. Gli autoveicoli debbono avere la colorazione fondamentale bianca e portare su ogni fiancata, nonché' anteriormente (se esiste lo spazio per l'applicazione) e posteriormente il simbolo internazionale di soccorso riportato nell'allegato tecnico al decreto ministeriale 17 dicembre 1987, n. 553. 2.3. Gli autoveicoli debbono essere dotati di una fascia di pellicola retroriflettente vinilica autoadesiva di colore arancione, di altezza minima di 10 cm, applicata lungo la fiancata e la parte posteriore, nonché' nella parte interna delle ante della porta posteriore (se si tratta di porta a battente). Sono ammesse altre indicazioni (es. fascia aziendale), purché' non luminose, retroriflettenti o fosforescenti. 2.4. Sulla fiancata degli autoveicoli di soccorso avanzato deve essere riportata, in forma chiaramente individuabile, la denominazione dell'ente che ha la proprietà' o l'usufrutto del veicolo o l'abbia acquisito con patto di riservato dominio o locato con facoltà' di compera. 3. Accessori. I materiali di rivestimento comunque presenti nel compartimento sanitario debbono essere ignifughi o autoestinguenti. Gli autoveicoli di soccorso avanzato debbono essere muniti di estintore...” Inoltre: i vari presidi e attrezzature vengono posizionati in apposite cassettiere o fissati in spazi dedicati. Le ambulanze sono spesso dotate - oltre che di una barella autocaricante - anche di una sedia barella, di impianto per ossigenoterapia, di vari presidi di movimentazione e trasporto (tavola spinale, barella a cucchiaio, materassino a depressione), di materiale per primo soccorso e assistenza al paziente. Normative europee: esistono delle normative europee sulla classificazione e caratteristiche minime delle ambulanze e sulla loro dotazione, non ancora recepite dalla legislazione italiana (anche se esistono disegni di legge a questo proposito): UNI EN 1789: Veicoli di trasporto sanitario e relativa attrezzatura – ambulanze. UNI EN 1865: Specifiche per le barelle ed altre attrezzature per il trasporto dei pazienti nelle ambulanze. Tra l'altro, prevedono per i mezzi di soccorso sanitario un colore ad alta visibilità come il giallo fluorescente, e una più articolata classificazione delle tipologie delle ambulanze, con dettagliata descrizione delle caratteristiche tecniche e dotazioni minime. In parte queste indicazioni sono state recepite dalla Croce Rossa Italiana in un documento: “ Testo Unico delle norme amministrative e tecniche per la circolazione e la conduzione dei veicoli targati CRI” Questo documento aggiorna in modo organico i regolamenti sull'immatricolazione e la gestione dei veicoli targati CRI e il rilascio delle patenti relative per la loro conduzione, e ha modificato la classificazioni delle patenti rilasciate: 12 Davide Bolognin - Manuale TSSA Tipo 3 - Autovetture da rappresentanza ed autocarri operativi leggeri. A questi veicoli possono essere agganciati rimorchi, anche ad uso speciale, operativi o da trasporto aventi massa autorizzata inferiore a 2 t. Tipo 4 - Autovetture operative, autoambulanze da trasporto, minibus operativi, nonché veicoli speciali operativi assimilabili. A questi veicoli possono essere agganciati rimorchi, anche ad uso speciale, operativi o da trasporto aventi massa autorizzata inferiore a 2 t. Tipo 5 - Autoambulanze di soccorso, automediche, autoambulanze neonatali, unità mobili di cura intensiva, veicoli per il trasporto di plasma o organi e veicoli speciali ad essi assimilabili. Le patenti 3 e 4 possono essere rilasciate senza un'esame specifico, è sufficiente avere una patente equivalente rilasciata in uno dei paesi dell'Unione Europea e superare una visita medica; per la patente di tipo 5 o superiore è necessario sostenere un'esame apposito e avere più di 21 anni. Vediamo ora quali sono i segni distintivi delle ambulanze: 1) simboli e nomi identificativi dell’associazione / ente proprietario del mezzo (tale distinzione è presente su tutte le ambulanze) In particolare Ambulanza della Croce Rossa Italiana 2) targa dell'autoveicolo (tutte le associazioni/enti hanno una targa “civile”, quelle di Croce Rossa iniziano sempre con “CRI” di colore rosso, perché non sono iscritte al pubblico registro automobilistico, come tutti i mezzi militari. Per guidare questa ambulanza non basta una adeguata patente civile ma ne occorre una specifica rilasciata dalla CRI). 3) nelle ambulanze CRI è installato un dispositivo radio che permette di comunicare attraverso un canale specifico con la sede e con le altre ambulanze CRI. Tale radio “fissa” sull’ambulanza identifica anche l’ambulanza, e tale identificazione è leggibile da ogni lato dell’ambulanza. Modulo 1 -Trasporto sanitario 13 SISTEMI ED APPARATI DI TELECOMUNICAZIONE La Croce Rossa Italiana, per garantire le comunicazioni durante le attività operative, si avvale di differenti apparati di telecomunicazione. Tra questi sono presenti gli apparati radio. Tutti gli apparati radio, di qualsiasi tipologia, per essere utilizzati sulla rete radio della C.R.I. devono obbligatoriamente essere conformi al relativo Capitolato Tecnico per gli apparati di Telecomunicazione. La versione più aggiornata del Capitolato è sempre disponibile su Gaia sul sito istituzionale cri.it. Tutti gli apparati devono inoltre essere censiti sulla piattaforma WebRadio CRI a cura dei Referenti Tecnici TLC. Tipologie di apparati Apparato radio fisso o mobile/veicolare - Questi apparati sono utilizzati in differenti configurazioni. Possono essere installati a bordo dei veicoli CRI (autovetture, ambulanze, natanti, ecc.) sia in postazioni fisse come le Sedi CRI o in postazioni mobili come PMA e altre strutture temporanee. Sono generalmente composti da un corpo principale e da un microfono. Comandi della radio (in esempio: Motorola DM4601): Pulsante accensione / spegnimento Manopola di regolazione del volume DIsplay Tasto OK / Menù / Chiamata alla base Selettore del cambio di canale Altoparlante Tasto Indietro / Home Tasti funziona: 1. P1: Cambio Modalità (Analogico / Digitale Slot A / Digitale Slot B) 2. P2: Composizione selettiva 3. P3: Apertura / chiusura monitor 4. P4: Pressione breve: Selezione messaggi di testo Connettore microfono con tastiera Indicatori LED: 1. Verde fisso: radio in trasmissione 2. Verde lampeggiante: radio in ricezione 3. Arancio: stato del monitor (audio aperto o chiuso in selettiva) icrofono con tastiera: PTT Tasto Menù Tasto OK Tastiera numerica * ultime 10 chiamate # composizione manuale del destinatario della chiamata Tasto indietro Tasto Home/Chiamata alla base Tasto di Navigazione del menù Microfono PTT Monitor Pressione corta: selezione messaggio SMS Pressione lunga: blocco/sblocco tastiera 14 Davide Bolognin - Manuale TSSA Apparato radio portatile Questo tipo di radio viene utilizzato come ausilio agli apparati veicolari, oppure durante interventi con squadre a piedi. Ricordare sempre che, per un funzionamento ottimale, la radio portatile va portata in modo da garantire il massimo spazio libero intorno all’antenna. Inoltre, la radio portatile non va MAI trasportata afferrandola per l’antenna poiché, oltre ad ottenere un pessimo funzionamento, si rischia di danneggiare la radio in modo irreparabile. Comandi della radio: (in esempio: Hytera PD785G) Tasto di selezione audio aperto o chiuso in selettiva Pulsante PTT Pressione breve: Selezione messaggio di testo Pressione lunga: blocco/sblocco tastiera Tasto arancione: alta / bassa potenza Manopola di selezione Modo (Analogico / Digitale) Microfono Display Menù radio Altoparlante Tastiera numerica Indicatore LED: TX rosso fisso, RX verde fisso, arancio fisso coda gruppo (DMR) Antenna Manopola di accensione spegnimento / volume Connettore accessori esterno Altre opzioni Tasto navigazione / cambio canale su Tasto navigazione / cambio canale giù Principi di funzionamento Codici Identificativi e selettive: Ogni stazione radio facente parte della rete nazionale della CRI, sia essa portatile, veicolare o fissa; deve avere un proprio codice identificativo unico. Il codice serve praticamente per identificare la dislocazione, il tipo e/o la provenienza di quella radio. Ogni codice è composto da sei cifre, e serve a classificare il tipo di apparato e verrà impiegato per le chiamate in selettiva e per l’identificazione stessa (cioè capire con chi stiamo parlando). Modulo 1 -Trasporto sanitario 15 Composizione di un identificativo radio CRI Nell’esempio in figura, per inviare una chiamata selettiva a questa radio occorrerà digitare sulla radio chiamante le cifre 161254, mentre per inviare una chiamata “a voce”, dovrà essere chiamata come “GENOVA DODICI-CINQUANTAQUATTRO”. Tutti i veicoli dotati di apparato radio a bordo dovranno avere i contrassegni con l’indicativo di chiamata, come stabilito nell’allegato 5 del Testo Unico “Flotta Moderna”. Modi di trasmissione utilizzati Le modalità di trasmissione via radio si distinguono in: Trasmissione via ponte ripetitore (canali CRI da 1 a 6 e da 13 a 18) Si chiama “Ponte Radio Ripetitore” una stazione radio speciale ed automatica ubicata in posizione elevata in grado di poter ricevere, amplificare e ri-trasmettere un segnale proveniente anche da zone molto lontane. Tale sistema è quello universalmente adottato per tutte le comunicazioni di carattere sanitario e non, esso consente in pratica la copertura di un’ampia zona/regione permettendo comunicazioni a volte impossibili dovute alla presenza di ostacoli naturali quali colline, località di montagna, ecc. (su una vasta area oltre i 70 - 100 Km e più), anche concatenando più ripetitori fra loro. Trasmissione in diretta o isofrequenza (punto - punto) (canali CRI da 7 a 12 e da 19 a 24) Consiste nell’utilizzo da parte degli apparati sia in trasmissione che in ricezione della medesima frequenza cioè dello stesso canale radio. Si utilizza per comunicazioni a breve distanza (ad esempio tra ambulanza e squadre a piedi durante manifestazioni sportive, concerti, ecc) ed è ammessa solo in caso di avaria o mancata copertura delle stazioni ripetitrici; con raggio massimo di copertura circa 15-20 Km (5 Km per le radio portatili). 16 Davide Bolognin - Manuale TSSA Chiamata selettiva Quando è necessario chiamare un apparato radio specifico, ad esempio un veicolo che deve comunicare con la propria sede CRI, è possibile inviare una chiamata selettiva. Una chiamata selettiva serve a far “squillare” una radio specifica richiamando l’attenzione dell’operatore radio dall’altra parte, che entrerà successivamente in comunicazione col chiamante. E’ importante ricordare che solo l’invio della chiamata è selettivo, cioè farà squillare solo l’apparato chiamato, mentre la successiva conversazione sarà comunque udibile da tutte le radio in ascolto sullo stesso canale. Per effettuare una chiamata selettiva, comporre coi numeri della tastiera il codice della radio da chiamare, poi premere l'apposito tasto (per es. il triangolino). Sul display del ricevente comparirà il codice numerico della stazione chiamante. Un segnale acustico avviserà l’operatore che c’è una chiamata in corso fino a che non risponde; nel caso in cui questi non sia presente, potrà identificare al suo rientro la stazione chiamante attraverso il codice che rimarrà visualizzato sul display. Questo tipo di chiamata deve essere preferito alla chiamata “a voce”, essendo automatizzate la visualizzazione a display dell’identità del chiamante e la conferma della ricezione da parte del chiamato, cosa non possibile con le chiamate a voce. Consigli per l'uso della radio Per utilizzare un apparato radio ci sono una serie di operazioni standard da effettuare indipendentemente dalla marca e dal modello di apparato, che possono essere riassunte nei seguenti passaggi: accendere sempre l’apparato radio ad inizio servizio, impostare il canale radio di comunicazione utilizzato nel territorio ove ci si trova (o controllare lo stesso); per effettuare una comunicazione via radio, prima di premere il pulsante PTT o inviare la chiamata selettiva, verificare che il canale non sia impegnato da altri utenti; in pratica prima di parlare ascoltare che nessun’altra persona stia già parlando; indirizzare la bocca verso il microfono; premere il pulsante del microfono ed attendere un secondo prima di inviare il messaggio per permette alla radio di andare in trasmissione senza tagliare le prime parole pronunciate; mentre si parla mantenere bocca a circa 5-10 cm dal microfono senza urlare; Modulo 1 -Trasporto sanitario 17 parlare in maniera chiara e pronunciare ogni parola distintamente, se necessario fare uso dell’alfabeto fonetico per fare lo spelling dei termini difficili; per chiamare a voce utilizzare sempre la formula “CHIAMATO DA CHIAMANTE” (esempio: MILANO DA FIRENZE 11-12”); se necessario fare lo spelling delle informazioni fornite, se possibile utilizzando l’alfabeto internazionale; evitare, per quanto possibile, di trasmettere via radio dati sensibili (dati relativi ad un paziente, ad un intervento, ecc.); in caso di messaggi importanti (esempio, target per un intervento), chi riceve dovrà RIPETERE SEMPRE I DATI RICEVUTI in modo da evitare incomprensioni. Se i dati vengono ripetuti correttamente, chi ha trasmesso i dati risponderà a sua volta con “SI CONFERMA”; se i dati non sono corretti li ripeterà ulteriormente; è importante ricordare che ad ogni chiamata radio va sempre data risposta al più presto possibile, eventualmente rispondendo “ATTENDERE (se non è urgente)” se si è già impegnati in altre incombenze. Termini frequenti durante lo scambio di messaggi radio Per una maggiore chiarezza nelle comunicazioni si consiglia di utilizzare i termini che seguiranno. Ciò che viene proposto è semplicemente a titolo esemplificativo; è importante essere molto brevi e comprensibili: AVANTI per invitare l’interlocutore ad iniziare la comunicazione; ATTENDERE per chiedere all’interlocutore di restare in ascolto; RIPETERE per farsi nuovamente ripetere il messaggio o l’informazione; RICEVUTO per confermare la ricezione di un messaggio; INTERROGATIVO si colloca alla fine della frase quando si pone una domanda; AFFERMATIVO per confermare una richiesta, sostituisce il SI; NEGATIVO per non confermare una richiesta; sostituisce il NO. Alfabeto fonetico I.C.A.O. A - ALFA B - BRAVO C - CHARLIE D – DELTA E - ECHO F - FOXTROT G - GOLF H – HOTEL I - INDIA J - JULIET K - KILO L – LIMA M - MIKE N - NOVEMBER O - OSCAR P – PAPA Q - QUEBEC R - ROMEO S - SIERRA T – TANGO U - UNIFORM V - VICTOR W - WHISKY X - X-RAY Y - YANKEE Z - ZULU 18 Davide Bolognin - Manuale TSSA COMPOSIZIONE E COMPITI DELL'EQUIPAGGIO L'equipaggio minimo di un'ambulanza che svolge servizio di trasporto infermi è di due soccorritori: un autista e un barelliere. Questo è anche il numero minimo di solito previsto dalle convenzioni con le varie strutture sanitarie. Tenuto conto comunque che movimentare un paziente in soli due operatori può essere difficile, spesso serve del personale di supporto, Per questo è utile sapere quando si accetta un servizio se la persona è allettata o meno, quanto approssimativamente pesa, le sue condizioni e se ci sono da affrontare rampe di scale. Le ambulanze targate CRI possono essere guidate unicamente da un autista in possesso dell'apposita patente (non è quindi sufficiente la comune patente “civile”). Il soccorritore più esperto svolgerà il ruolo di capoequipaggio, coordinando gli altri soccorritori. L'eventuale tirocinante dovrà essere in soprannumero rispetto all'equipaggio base, ovvero sarà il terzo o quarto. Mentre l'autista è incaricato di condurre l'ambulanza, compito degli altri operatori è quello di assicurare nel vano sanitario la massima assistenza durante il trasporto per il paziente a loro affidato. Nel caso il paziente trasportato avesse un peggioramento delle condizioni, tale da considerarsi un'urgenza, i soccorritori dovranno valutare i parametri vitali del trasportato e darne comunicazione al 118/112, che dirà loro cosa fare. Lo stesso nel caso incrociassero per strada o durante il servizio qualche persona bisognosa di assistenza: daranno primo soccorso, valutando i parametri vitali dell'infortunato, li comunicheranno al 118 attendendo istruzioni ed eventualmente chiedendo l'intervento di altri mezzi e personale qualificato. Nel caso vi sia assenza dei parametri vitali, allerteranno il 118/112 ed inizieranno subito le manovre di rianimazione sul posto. Sulle ambulanze di soccorso o assistenza sanitaria CRI - sulla base della maggior parte delle convenzioni col 118 - sono presenti come minimo tre soccorritori (un autista e due soccorritori). A volte comunque i soccorritori presenti sono 4, di cui al massimo un tirocinante. Oltre all'autista, in possesso della patente CRI apposita per la guida di mezzi di soccorso, tra i soccorritori si sceglie un capoequipaggio che coordina gli interventi di soccorso e l'assistenza all'infortunato. In genere si tratta del soccorritore più esperto – non solo per anzianità di servizio, ma anche come esperienza nel soccorso – a cui i soccorritori fanno riferimento per agire in modo coordinato ed efficace in situazioni di emergenza. L'autista gestisce le comunicazioni radio con la sede CRI, la centrale 118 etc.. Inoltre riceve le eventuali chiamate di soccorso – in genere su un cellulare – e si occupa delle comunicazioni telefoniche con la centrale operativa (C.O.). Tali compiti – in caso di necessità o opportunità – possono venire svolti comunque anche dagli altri soccorritori. Buona norma per l'equipaggio di un mezzo di soccorso è trovarsi in sede per controllare l'ambulanza almeno mezz'ora prima dell'inizio turno o della partenza. La check list – necessaria anche nel servizio di trasporto infermi – assume particolare importanza nei servizi di emergenza. Un impianto per ossigenoterapia non funzionante o con le bombole “scariche” può comportare conseguenze anche estreme (morte o lesioni irreversibili..) per le persone che dovremo soccorrere. Lo stesso vale per altre strumentazioni o dotazioni presenti sull'ambulanza. Ad inizio servizio quindi è indispensabile controllare in maniera sistematica l'ambulanza e integrare il materiale eventualmente mancante. Al termine del servizio sarà compito dell'equipaggio smontante reintegrare il materiale utilizzato e lasciare l'ambulanza pulita e in ordine. Questo però non toglie all'equipaggio montante la responsabilità di controllare nuovamente il mezzo: è anche un ottimo sistema per memorizzare la posizione dei vari presidi presenti nell'ambulanza. Teniamo inoltre sempre presente il fatto che quasi ogni ambulanza è diversa dalle altre per allestimento interno, e spesso anche per disposizione del materiale sanitario. Le stesse barelle e attrezzature varie differiscono tra un modello e l'altro per una serie di particolari a volte insignificanti, a volte invece fondamentali. Un semplice controllo a inizio servizio ci evita anche spiacevoli brutte figure... Nel caso l'ambulanza sia convenzionata col servizio di emergenza sanitaria l'equipaggio aspetterà in sede in attesa di una chiamata dalla centrale operativa. Se invece fa assistenza sanitaria ad una gara sportiva o manifestazione stazionerà con l'ambulanza nei pressi di questa, o a volte – come in certe gare ciclistiche – seguirà con l'ambulanza gli atleti. Le varie fasi di un intervento di soccorso possono venire schematicamente riassunte così: preparazione e controllo del mezzo e del materiale (vedi sopra: check list), divisione dei ruoli; allertamento, fatto telefonicamente dalla Centrale Operativa del 118/112 (C.O.) o – se in una Modulo 1 -Trasporto sanitario 19 manifestazione – da chi assiste all'infortunio. L'autista, coadiuvato dall'equipaggio, dovrà individuare il percorso più rapido per raggiungere il luogo dell'intervento con l'ambulanza; una volta giunti sul luogo relativo alla segnalazione ricevuta, si valuta la sicurezza dello scenario e si effettua una prima valutazione dell'ambiente e/o della dinamica dell'incidente; portando con sé l'attrezzatura più indicata (zaino, bombola ossigeno, eventuali presidi di immobilizzazione... monitor multiparametrico... aspiratore...), si effettua una prima valutazione dell'infortunato, e si prestano le prime manovre urgenti di primo soccorso (disostruzione delle vie aeree, ossigenoterapia, emostasi, immobilizzazione, BLSD…); nel caso, si allertano altre risorse (automedica, altre ambulanze, VVFF, forze dell'ordine..); se il paziente è stabile, si procede al trasporto fino all'ambulanza col presidio più adatto, e poi al ricovero presso il Pronto Soccorso indicato dalla C.O. (in genere il più vicino, ma non necessariamente, potrebbe essere anche il più adatto alla patologia o il più libero); durante il trasporto si continua a monitorare i parametri vitali della persona, a raccogliere informazioni, a fornire supporto psicologico; all'atto della consegna al Pronto Soccorso si forniranno all'infermiere addetto al triage le informazioni raccolte e i parametri vitali, e vi sarà il passaggio dall'autocaricante alla loro barella; infine la compilazione del foglio di intervento, che documenta per iscritto il soccorso compiuto, ne specifica i tempi ed è la conferma dell'avvenuto ricovero. Qualche volta, inoltre, contiene le motivazioni del mancato completamento del servizio, come nel caso in cui il paziente rifiuti di ricevere soccorso e di venire trasportato. In genere l'intervento di soccorso non può considerarsi concluso sino a che il paziente non sia stato affidato alle cure del personale dell'ospedale. Fino a quel momento i soccorritori non possono abbandonare la persona soccorsa, a meno che la stessa, perfettamente capace di intendere e di volere e resa edotta dei rischi che sta correndo, non rifiuti il soccorso. In questo caso non resterà che compilare il foglio di servizio con la frase : "il paziente rifiuta il trasporto", che lo stesso paziente dovrà sottoscrivere; nel caso rifiutasse anche di apporre la firma sul foglio così compilato, si annoterà anche: "rifiuta di firmare". Durante un intervento in urgenza è sconsigliato trasportare parenti del paziente. Anche se il paziente non sembra in rischio di vita, potrebbe peggiorare anche rapidamente: immaginate a questo punto di dover mettere in atto manovre di rianimazione col familiare che assiste. Eccezione a questa regola è rappresentata dalla presenza della madre di un paziente bambino piccolo o in qualsiasi caso minorenne. La decisione ultima spetta comunque all'autista: sua infatti è la responsabilità del personale a bordo del mezzo che conduce. Il team-leader presente in quel momento spiegherà con cortesia al parente che questo viene fatto nell'interesse del paziente stesso. Compiti del soccorritore - Non esiste un mansionario del soccorritore, cioè un elenco delle manovre sanitarie che egli può legittimamente eseguire o delle tecniche che deve conoscere. Ci affidiamo così alla prassi comune; essa indica che il soccorritore: riconosce e valuta i parametri vitali e le principali alterazioni; esegue manovre rianimatorie di base (massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale); somministra ossigeno secondo i protocolli; immobilizza colonna vertebrale, bacino ed arti; pratica una emostasi; protegge e medica temporaneamente le ferite; assiste un parto d'emergenza; trasporta un paziente in qualsiasi condizione egli sia, posizionandolo a seconda della patologia presunta; sottrae un ferito o un malato da imminenti situazioni di pericolo (pur preservando la propria incolumità) Le mansioni che può svolgere il soccorritore volontario possono sembrare limitate, soprattutto se raffrontate a quanto possono fare medici e infermieri, in quanto professionisti con una formazione 20 Davide Bolognin - Manuale TSSA specifica. In realtà le poche cose che dev'essere in grado di fare (bene) il soccorritore volontario, arrivando per primo sul luogo di un malore e di un incidente, possono risultare fondamentali e decisive. Le cose importanti sono: essere sicuri delle proprie capacità senza voler strafare; avere sempre innanzitutto un occhio di riguardo per la sicurezza (propria e altrui); osservare e raccogliere le informazioni importanti e i parametri vitali; attuare le misure di primo soccorso più urgenti (BLS, emostasi, immobilizzazione cervicale..); mantenersi in contatto con la centrale operativa del 118/112 (C.O.); sapere quando è il caso di chiedere aiuto (automedica, VVFF, polizia..); avere infine un atteggiamento collaborativo con l'equipaggio ed altri operatori. La compilazione della modulistica - L'autista dell'ambulanza è tenuto a compilare per ogni servizio un “foglio di viaggio” che attesti chi guidava il mezzo, in che tempi e per che percorso, oltre che il tipo di servizio. È indispensabile per la fatturazione dei costi del servizio, che verrà curata poi dall'amministrazione. Inoltre sarebbe opportuno che compilasse un registro del mezzo all'inizio del servizio, per verificarne l'efficienza e l'integrità. I soccorritori invece sono tenuti a raccogliere – per ogni servizio di trasporto infermi – i dati del paziente trasportato e la richiesta del servizio (es. modulo di richiesta di dimissione dal Pronto soccorso a carico dell'ULSS, firmato da un medico). Nel caso di interventi di primo soccorso, va compilato anche un “Modulo di intervento” con i dati del paziente, i parametri e/o lesioni riscontrate e le manovre di soccorso messe in atto (es. ossigenoterapia, o immobilizzazione con collare cervicale e steccobenda). Questo modulo va fatto timbrare dal personale del Pronto soccorso a cui si consegna il paziente, come prova dell'avvenuto trasporto. Va fatto invece necessariamente firmare dal paziente stesso nel caso questi rifiuti il soccorso e il trasporto in P.S.: questo anche a tutela dei volontari stessi, per evitare possibili accuse o responsabilità per omissione di soccorso. PREPARAZIONE DEL MEZZO DI SOCCORSO E TERMINE DEL SERVIZIO Controllo del materiale e delle dotazioni (CHECK LIST) - L'equipaggio dell'automezzo è responsabile del materiale sanitario presente e pertanto, se al momento dell'intervento in emergenza, si scopre che l'automezzo non è dotato di tutti quei presidi sanitari stabiliti nel regolamento interno all'associazione, la responsabilità, civile e penale, di questa inefficienza ricade sull'equipaggio. Per questo motivo è indispensabile ricordare che prima di partire per un'emergenza, ma anche per i semplici servizi non urgenti, è assolutamente necessario controllare, visto che nessuno lo garantisce a priori, che l'automezzo sia dotato di tutto il materiale previsto dal regolamento (compreso lenzuola, cinghie, collari...). È buona cosa effettuare il controllo del mezzo, delle apparecchiature presenti nonché dello zaino d’emergenza indossando guanti protettivi, sempre per garantire la propria autoprotezione. Su ogni ambulanza è presente una lista del materiale sanitario, o check list, che deve far parte della dotazione dell'automezzo. È buona norma "preparare" il mezzo di trasporto o soccorso con un certo anticipo, appena si inizia il proprio turno di servizio. L'importanza di questa manovra (preventiva) si traduce nell'evitare una perdita di tempo al momento di partire per un servizio urgente. Qualora vengano rilevati durante l'utilizzo dei gravi difetti meccanici dell'automezzo o delle mancanze di materiale sanitario (insostituibile al momento), è dovere di ogni soccorritore segnalare il fatto al capoturno, il quale si impegnerà a non far utilizzare per servizio quello specifico automezzo fino a quando non si sia provveduto alla sistemazione. Sarà pertanto un compito fondamentale di ogni soccorritore, al termine di ogni servizio lasciare l'automezzo in condizioni di completa efficienza e perfettamente in ordine in termini di dotazione del materiale sanitario. Quindi, se durante un servizio, si utilizzano lenzuola o materiale sanitario in genere (compreso cannule, collari, etc.) sarà cura di ogni volontario preoccuparsi di rifornire nuovamente l'automezzo del materiale utilizzato, in modo da lasciare l'automezzo stesso perfettamente efficiente e "a norma", Modulo 1 -Trasporto sanitario 21 pronto per poter immediatamente uscire per un successivo servizio. Il materiale sanitario può essere trovato negli appositi armadietti in sede (“farmacia”). Ad ogni reintegro di materiale dalla “farmacia” occorre segnare sull'apposito registro quanto prelevato. Qualora mancasse qualcosa, il volontario avviserà il responsabile del materiale sanitario, secondo le regole in atto nel proprio Comitato. L'utilizzo dei presidi sanitari è una manovra che deve sempre essere accompagnata dalla sostituzione del materiale utilizzato e, nel caso ciò non sia possibile per l'esaurimento delle scorte, è necessario segnalare la circostanza alle persone incaricate. Controllo impianto per ossigenoterapia - Una precauzione importantissima è il controllo della pressione delle bombole d'ossigeno. La manovra del controllo della pressione delle bombole implica l'apertura di tutte le valvole che controllano il collegamento che va dalla bombola stessa all'apposito erogatore; dopo aver provato la pressione è necessario richiudere tutte le valvole e gli interruttori che abbiamo aperto, altrimenti le inevitabili perdite presenti nel collegamento provocheranno una fuoriuscita dell'ossigeno, che lentamente scaricherà completamente le bombole. Ricordiamo anche di calcolare l’autonomia di tutte le bombole presenti sul mezzo, sia quelle fisse che quelle portatili con la formula riportata nel paragrafo sull'ossigenoterapia. Pulizia - L'igiene della cellula sanitaria è una garanzia indispensabile sia per il trasportato sia per i membri dell'equipaggio. Dopo ogni servizio d'emergenza, e soprattutto nel caso in cui sia stata verificata la presenza di un qualsiasi liquido organico, è dovere di ogni volontario rientrare in sede per effettuare una pulizia accurata e completa (con relativa disinfezione) di tutto l'automezzo. Si consiglia di adottare questa procedura anche nel caso in cui si effettuino dei servizi non urgenti, ma da e per certi reparti ospedalieri (o certe case d'accoglienza) nei quali sono ospitati pazienti che presentino patologie infettive contagiose. Principi generali di pulizia - Il sistema più semplice e valido per ottenere la riduzione della carica microbica e per favorire un intimo contatto tra la superficie da trattare ed il disinfettante applicato successivamente, è lo sfregamento con acqua e detergente: adottare sistemi di pulizia “ad umido” per la rimozione di polvere e/o sporcizia; iniziare a pulire dalla parte più pulita verso quella sporca; proteggere le mani con guanti di gomma (es. quelli per le pulizie domestiche) ed indossare indumenti protettivi quando richiesto (presenza di liquidi biologici o altra contaminazione). I materiali non monouso (scope, panni in tessuto, stracci, etc.) dopo l’uso vanno lavati, disinfettati, asciugati e conservati asciutti, in luogo pulito e dedicato. Non esiste un disinfettante “ideale”, ma è assolutamente necessario usare il disinfettante appropriato secondo le modalità prescritte: tempi di contatto - diluizione - conservazione. Evitare che la “bocca” del contenitore contenente il disinfettante venga a contatto diretto con materiali di pulizia, superfici e mani. Evitare operazioni di travaso di disinfettante in contenitori diversi da quelli originali. Se ciò si rendesse necessario, usare contenitori perfettamente asciutti e puliti (evitare rabbocchi). Tali contenitori devono riportare all’esterno le caratteristiche indispensabili del prodotto (nome commerciale, principio attivo, concentrazione o diluizione, precauzioni, etc.). L’ipoclorito di sodio può essere usato in concentrazioni che vanno da: 20 ml/litro di acqua per superficie NON contaminata da materiale biologico; 100 ml/litro di acqua per superficie contaminata da materiale biologico. Modalità di pulizia dell’ambulanza allestire i due secchi, quello blu con acqua pulita, quello rosso con acqua più soluzione detergente; indossare i guanti; rimuovere la biancheria sporca, raccogliere e gettare negli appositi contenitori di rifiuti ed il materiale usato (garze, medicazioni, confezioni sterili aperte e non utilizzate…); 22 Davide Bolognin - Manuale TSSA con panno o spugna imbevuta di soluzione detergente lavare il materassino, il cuscino della barella, tutte le suppellettili, le superficie interne, e le attrezzature dell’ambulanza (risciacquare frequentemente la spugna o il panno nell’acqua pulita); disinfezione con panno o spugna imbevuta di soluzione disinfettante, a base di cloro e lasciare agire per alcuni minuti (10-20 minuti), tutte le attrezzature (barelle, sedie, steccobende, collari, telo …) passare il panno lavasciuga per sciacquare e asciugare le superfici precedentemente trattate; detergere il pavimento; vuotare l’acqua dai due secchi lavarli e asciugarli; detergere le spugne e i panni multiuso e disinfettarli tramite immersione in soluzione a base di cloro per almeno 30 minuti; utilizzare se possibile spugne e stracci monouso lavarsi accuratamente ed abbondantemente le mani dopo qualsiasi servizio; cambiarsi se gli indumenti sono sporchi. Utilizzare se possibile camici monouso. Pulizia in presenza di liquidi biologici usando i DPI previsti (dispositivi di protezione individuale), per prima cosa detergere la superficie; applicare poi il disinfettante nella concentrazione prevista e lasciare agire per i tempi indicati; rimuovere il disinfettante e lavare con detergente, per poi asciugare. Prima di applicare il disinfettante su una superficie, la stessa deve essere asciugata (o lasciata asciugare) per evitare la diluizione del prodotto. Dopo avere disinfettato, non risciacquare e asciugare subito la superficie, al fine di consentire al disinfettante di svolgere la sua azione “residua”. 24 Davide Bolognin - Manuale TSSA LA SICUREZZA NEL SERVIZIO IN AMBULANZA In materia di gestione della sicurezza parliamo spesso di pericolo e rischio. Spesso nella normalità quotidiana sono considerati sinonimi. Il pericolo ed il rischio sono concetti distinti: il pericolo è legato alle proprietà degli oggetti e delle attività; il rischio è legato alle conseguenze (danni) ed alle probabilità che esse si verifichino. Il pericolo è una proprietà intrinseca (non modificabile) di un determinato fattore di rischio (materiali, attrezzature, metodi, procedure) che ha la potenzialità di causare un DANNO. Il rischio invece è una combinazione di PROBABILITA’ e dell’entità delle CONSEGUENZE relativamente ad un DANNO ipotizzabile. Non possiamo eliminare il pericolo se non eliminiamo il fattore di rischio stesso (es. non salendo sull’ambulanza, non avendo alcun rapporto con soggetto infetto). Possiamo intervenire per RIDURRE IL RISCHIO attraverso le sue componenti di probabilità e danno attraverso azioni di prevenzione e/o protezione. Il rischio può essere gestito: questo è lo scopo della nostra attività. Il pericolo è quindi legato alla proprietà intrinseca degli oggetti e delle attività che non può essere modificato mentre il rischio è legato alle conseguenze (danni) ed alle probabilità che esse si verifichino. Il pericolo è legato alla “cosa” mentre il rischio è legato al “come”. Ad esempio la benzina è infiammabile (pericolo), ed è una cosa che noi non possiamo cambiare perché attiene alle caratteristiche del prodotto. Quale è il rischio che si infiammi ed ustioni le persone (danno): nel serbatoio dell’auto ferma? e sull’auto in movimento? ed in caso di incidente stradale? e se qualcuno accende una sigaretta dopo l’incidente? Sono tutti esempi che a parità di pericolo evidenziano una differente entità del rischio associato. In generale vi è una serie di azioni che possono essere “moltiplicatori” di rischio e che aumentano la probabilità che si verifichino danni. Alcuni attengono alla formazione competenza, altri al modo di lavorare o alle condizioni di lavoro, oppure allo scarso rispetto delle regole. Quelli che definiamo “ostacoli alla prevenzione” in generale sono: scarsa considerazione del pericolo; sottovalutazione del rischio; sottovalutazione dei danni e delle conseguenze; eccessiva confidenza con i mezzi e le attrezzature e le situazioni; eccessiva sicurezza personale; comportamenti scorretti e procedure non chiare; stress e ambiente di lavoro “ostile”. Il termine deriva dal latino “sine cura” (senza preoccupazione) può essere definita come la "conoscenza che l'evoluzione di un sistema non produrrà stati indesiderati”. È quindi finalizzata alla diminuzione della possibilità di infortuni e incidenti. La sicurezza è un diritto: Costituzione Art.32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo o interesse della collettività e garantisce cure agli indigenti”. Il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, detto “Testo unico in materia di sicurezza e salute sul lavoro” riordina e coordina in un unico testo normativo le norme vigenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nel rispetto delle normative comunitarie e delle convenzioni internazionali in materia. Una particolare attenzione è stata posta nei riguardi “[…] del soccorso pubblico e della difesa civile, dei servizi di protezione civile, nonché nell’ambito […] delle organizzazioni di volontariato di cui alla legge 1 agosto 1991 n. 266 […], le disposizioni del presente decreto legislativo sono applicate tenendo conto delle effettive particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarità organizzative” (Titolo I - Art. 3 comma 2) Tutte le norme in materia di sicurezza e salute sul posto di lavoro si applicano a qualunque lavoratore che viene definito come qualsiasi: “persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge Modulo 1 -Trasporto sanitario 25 un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione …”. Quindi deve essere garantita anche nei confronti del volontario che non è però un soggetto passivo ma deve essere egli stesso il principale attore della sicurezza: ESSERE IN SICUREZZA, FARE SICUREZZA (o autoprotezione) devono essere i primi pensieri del soccorritore. È fondamentale per questo essere formati in materia di salute e sicurezza, al fine di essere consapevoli dei pericoli e rischi delle attività, per poter esercitare una “autoprotezione consapevole”. A questo proposito un Volontario CRI che voglia operare nel TSSA, oltre alla formazione specifica dei corsi TS- SA, dovrebbe aver completato la formazione di Base e Generale in materia di Salute e Sicurezza che allo stato attuale comprende: 1. Corso SIC (o SIC1) che viene somministrato all’interno del corso di accesso ovvero in aggiunta a tutti quei volontari che siano in servizio alla precedentemente all’istituzionalizzazione del modulo SIC nel corso di accesso (allo stato attuale 2 ore – vedasi elenco corsi su GAIA per aggiornamenti); 2. Corso SIC2 che deve essere frequentato successivamente all’inserimento in servizio (allo stato attuale 2 ore – vedasi elenco corsi su GAIA per aggiornamenti). Inoltre per quei volontari che svolgano la funzione di capo squadra (o capo turno, a seconda di come venga chiamato il ruolo nelle varie sedi CRI), in quanto coordinatore di volontari, deve aver frequentato anche il modulo specifico di formazione aggiuntiva per preposti (Corso SICPRE allo stato attuale 4 ore – vedasi elenco corsi su GAIA per aggiornamenti). Esistono alcune precauzioni importanti da prendere ogni volta che si sale in ambulanza, per qualsiasi tipo di servizio: assicurarsi che gli strumenti e i vari presidi dell'ambulanza siano fissati bene riporre appena possibile aghi o simili (oggetti taglienti) negli appositi contenitori (alibox); evitare di riporre vetri di fiale o simili senza precauzioni: potrebbero cadere e rompersi facilmente. Per questo tra l'altro la tendenza è quella di usare flebo e fiale in materiali plastici; evitare di rimanere in piedi durante il movimento del mezzo, per non cadere a causa di movimenti improvvisi; non mettere le mani in posti non sicuri, per motivi igienici e per non farsi male; non sedersi sulla barella durante il movimento, ma usare solo i sedili; attenzione alle mani quando si chiudono gli sportelli: ai propri e a quelli degli altri; assicurarsi che tutti gli sportelli siano ben chiusi prima di partire, e non solo appoggiati; in particolare attenzione al portellone posteriore; non aprire gli sportelli fino ad arresto avvenuto della macchina, confermato dall'autista: quest'ultimo potrebbe avere la necessità di effettuare altre manovre. Prima di scendere dalla macchina aspettare il via dall’autista; prestare particolare attenzione scendendo dal mezzo, specie se siamo lungo una strada, e in generale muovendosi nei pressi dell'ambulanza magari per scaricare la barella o prelevare del materiale; non mettere le mani fuori dai finestrini quando il mezzo è in movimento; durante gli spostamenti notturni tenere sempre le luci interne accese; in caso di mal d’auto avvisare subito per tempo l’autista. In ambulanza occorre indossare sempre le cinture di sicurezza: sia l'autista, che il passeggero sul sedile anteriore, ma anche i soccorritori nel vano sanitario. Unica eccezione prevista è per motivi di assistenza al paziente. Tra l'altro questo comportamento è di buon esempio per gli altri utenti della strada Un concetto generale che spesso viene trascurato è poi quello dell'adeguato riposo di cui ogni operatore (sia volontario che dipendente) deve usufruire: vale innanzitutto per chi guida l'ambulanza, ma anche per i soccorritori, il principio per cui il sommarsi di troppe ore di servizio in ambulanza magari contigue alla propria attività lavorativa può portare a stanchezza e stress, con conseguenze anche gravi in termine di errori nel servizio o della stessa salute degli operatori. Abbigliamento e sicurezza - Anche l'abbigliamento dei soccorritori deve rispondere a requisiti di sicurezza, e se fornita dal proprio Comitato deve essere obbligatoriamente utilizzata in servizio. L'attuale capitolato tecnico relativo all'abbigliamento operativo dei volontari all'Associazione Italiana della Croce Rossa è quello approvato con Delibera del Consiglio direttivo Nazionale n°21 del 4 marzo 26 Davide Bolognin - Manuale TSSA 2022, che aggiorna il Capitolato Uniforme Unica e riporta in allegato il Regolamento Uniforme Unica 2022. Nel regolamento troviamo: definizione delle combinazioni di abbigliamento da utilizzare per macrotipologia di attività da svolgere; analisi delle attività che comportano l’esposizione a rischi specifici e individuazione di massima dei DPI richiesti; specifiche tecniche dei capi di abbigliamento e dei DPI. Rispetto al precedente capitolato, viene inserita espressamente l’uniforme per attività operative sul campo come servizio di pronto soccorso e trasporto infermi (Obiettivo Strategico Salute) che appare sensibilmente variata. In particolare: la divisa è fornita di fasce riflettenti per assicurare maggiore visibilità anche la sera, magari muovendosi in luoghi dove transitano altri mezzi. È importante evidenziare che il giubbino ed il pantalone, sebbene forniti di fasce riflettenti, non sono certificati e marcati CE quali indumenti ad “alta visibilità” secondo la norma di riferimento (UNI EN 20471:2017 almeno di Classe2); è per questo che in ogni scenario che comporti l’esposizione al traffico stradale sia utilizzato, anche sopra l’uniforme completa, un giubbino ad alta visibilità marcato CE (come quelli che devono essere presenti nella dotazione dei veicoli su strada) in mancanza del GILET ALTA VISIBILITA’ ufficiale CRI (indicato come ITEM 18 nel Regolamento); la divisa deve essere utilizzata completa, e anche se fa caldo bisogna aver con sé la giacca, sia per autoprotezione, che nel caso le condizioni climatiche cambino. È utile a quest'ultimo proposito vestirsi a strati, specie d'inverno o di notte, anche perché nel trasportare un infermo giù dalle scale si suda molto, e vi sono spesso sbalzi termici importanti tra i reparti d'ospedale e le abitazioni e l'esterno; tenere chiuse tasche e zip, per evitare che siano d'intralcio impigliandosi; tenere la divisa pulita e in ordine, per motivi igienici e d'immagine. Foggia nuova uniforme Tipo 1 conforme al Capitolato 2022 (Delibera del Consiglio direttivo Nazionale n°21 del 4 marzo 2022) Modulo 1 -Trasporto sanitario 27 Tabella 1 – prospetto dei DPI necessari per le attività più frequenti svolte in CRI - ADDETTI AL SOCCORSO E TRASPORTO INFERMI (AUTISTI/soccorritori IN AMBULANZA) - Obiettivo Strategico 1 – Interventi di primo soccorso – tutti gli scenari - I capi indicati per tutti gli scenari sono la dotazione di base da usare anche nelle situazioni particolari descritte per le altri fasi o attività specifiche. Rischi Tipologia indumenti Norma di Distribuzione Uso riferimento Giubbino e pantalone UNI EN Agenti biologici trasmessi operativo Personale Riutilizz 13688 per contatto con liquidi Uniforme 1 abile biologici potenzialmente Tessuto con requisiti infetti prestazionali EN 14126-08 ISO 16603 liv.2 16604 liv.2 EN 20743 – EN 20811-93 UNI EN 420 Agenti biologici trasmessi Guanti monouso in A disposizione Monous per contatto con liquidi 3A Cat., UNI nitrile/lattice o biologici potenzialmente EN 374- infetti 1/2/3 : 2004 Personale o Esposizione a Giacca Impermeabile e comunque a Riutilizz intemperie traspirante UNI EN disposizione abile 13688, UNI garantendo EN 343 necessaria :2008 3:3 igiene nello scambio Esposizione a traffico Indumenti ad alta visibilità UNI EN Personale o veicolare/stradale Riutilizz 13688 comunque a In assenza di pettorina abile UNI EN disposizione CRI utilizzare un 20471:2017 garantendo qualunque indumento ad Classe2 necessaria alta visibilità omologato e igiene nello certificato (NDA) scambio Tagli/urti/caduta di Elmetto di protezione UNI EN 397 o Personale o oggetti dall’alto UNI EN 14052 comunque a Riutilizz disposizione abile garantendo necessaria igiene nello scambio Tagli/schiacciamenti/ abrasioni/scivolamenti Calzature di sicurezza alte UNI EN ISO Personale Riutilizz con suola antiperforante e 20345 abile puntale rinforzato, categoria S3 antistatica e antiscivolo, resistenti all’attacco chimico 28 Davide Bolognin - Manuale TSSA Esempio DPI per uso generale (tutti gli scenari) Nota: i DPI indicati hanno uno scopo puramente indicativo fare riferimento sempre al proprio caposquadra e/o referente per le indicazioni specifiche che fornirà indicazioni sulla base della valutazione del rischio effettuata. Esempio Scarpa sicurezza Esempio Guanto Esempio pettorina alta vsibilità con categoria S3 Monouso Nitrile emblema CRI e pettorina generale senza emblema CRI Modulo 1 -Trasporto sanitario 29 Interventi di primo soccorso – interventi e procedure su pazienti che espongono a contatto con quantità rilevanti di fluidi biologici (PRESENZA RISCHIO BIOLOGICO) - Qualora sia necessario effettuare procedure sui pazienti che richiedano l'uso di indumenti di protezione dal rischio biologico prima che l’area di intervento sia stata messa in sicurezza e adeguatamente segnalata e, quindi sussista un rischio di investimento da parte di autoveicoli in transito, sopra al camice monouso andrà indossato il gilet ad alta visibilità in dotazione al mezzo che, dopo l'uso, andrà segregato e sottoposto a sanificazione o sostituito. Rischi Tipologia indumenti Norma di Distribuzion Uso riferimento e Particelle ad alta Velocità Visiera per casco o UNI EN 166 / Agenti biologici occhiali contro la Personale o Riutilizzabile trasmessi per contatto proiezione di schizzi o comunque a garantendo con liquidi biologici visiera integrata al casco disposizione igiene e potenzialmente infetti EN 149:2001 garantendo disinfezione +A1:2009 necessaria tra utilizzi Facciale filtrante FFP2 o igiene nello FFP3 scambio e riutilizzo Agenti biologici Camice o tuta monouso UNI EN 13688, UNI trasmessi per contatto EN 14126:2008 UNI A Monouso con liquidi biologici EN 13034:2009 UNI disposizione potenzialmente infetti EN 14605:2005 Agenti biologici Facciale filtrante EN 149:2001 A Monouso trasmessi per via (mascherina) FFP2 o FFP3 +A1:2009 disposizione inalatoria tramite aerosol 30 Davide Bolognin - Manuale TSSA Esempio DPI specifici per Rischio Biologico (da usare in aggiunta a quelli generali) Nota: i DPI indicati hanno uno scopo puramente indicativo fare riferimento sempre al proprio caposquadra e/o referente per le indicazioni specifiche che fornirà indicazioni sulla base della valutazione del rischio effettuata. Esempi di visiera montabile o integrata nel casco Esempi di visiera, occhiali e maschera da usare senza casco Esempi di Mascherine FFP2 e Esempio di camice monouso Esempio di tuta monouso FFP3 – fare attenzoone alla indossabile sulla uniforme dicitura! Modulo 1 -Trasporto sanitario 31 Interventi di primo soccorso – interventi e procedure su pazienti con patologie infettive trasmissibili per via inalatoria, anche presunte (PRESENZA RISCHIO BIOLOGICO) Rischi Tipologia indumenti Norma di Distribuzione Uso riferiment o Visiera o occhiali contro la Personale o Riutilizzab Agenti biologici trasmessi per proiezione di schizzi comunque a ile contatto con liquidi biologici o visiera integrata al casco disposizione garantend potenzialmente infetti UNI EN garantendo o igiene e 166:2004 necessaria disinfezion igiene nello e tra scambio e utilizzi riutilizzo Agenti biologici trasmessi per Camice o tuta monouso UNI EN contatto con liquidi biologici 13688, UNI A disposizione Monouso potenzialmente infetti EN 14126:2008 UNI EN 13034:2009 UNI EN 14605:2005 Agenti biologici trasmessi per Facciale filtrante (mascherina) EN A disposizione Monouso via inalatoria tramite aerosol FFP3 149:2001 +A1:2009 Interventi di primo soccorso – interventi in scenari particolari (grandi incidenti, maxiemergenze, etc.) Rischi Tipologia indumenti Norma di Distribuzione Uso riferimento Elmetto di protezione Tagli/urti/caduta UNI EN 397:2001 o UNI Personale o Riutilizzabile di oggetti dall’alto EN 14052:2006 comunque a garantendo disposizione igiene e garantendo disinfezione necessaria tra utilizzi igiene nello scambio e riutilizzo Tagli/abrasioni agli arti Guanti di protezione da UNI EN 388 Personale o Riutilizzabile superiori rischi meccanici 2.1.4.1, UNI EN comunque a garantendo 420:2003+A1: disposizione igiene e 2009 garantendo disinfezione necessaria tra utilizzi igiene nello