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LA LINGUISTICA TEDESCA Capitolo 0 L’importanza della lingua per il parlante comune La lingua → fattore importantissimo nella vita quotidiana di noi parlanti, di fatti dedichiamo particolare attenzione al comportamento linguistico degli altri e di noi stessi. Il modo di parlare di una persona può...

LA LINGUISTICA TEDESCA Capitolo 0 L’importanza della lingua per il parlante comune La lingua → fattore importantissimo nella vita quotidiana di noi parlanti, di fatti dedichiamo particolare attenzione al comportamento linguistico degli altri e di noi stessi. Il modo di parlare di una persona può rivelarci molte cose di un parlante : -la provenienza regionale, -la sua estrazione sociale, -il suo grado di istruzione, -la sua cultura generale, -la sua professione. Noi parlanti tendiamo inoltre a controllare il nostro comportamento linguistico adattandolo alla concreta situazione d’uso. Ruolo centrale lo riveste l’interlocutore. Esistono infatti diverse gradazioni che vanno dalla confidenza e dalla deferenza. Altri elementi importanti sono : -il contesto situazionale-istituzionale → con una stessa persona possiamo parlare in maniera diversa a seconda che si tratti di una situazione informale o formale; -l’argomento di cui si parla: -il fine della comunicazione. Il parlante usa la lingua anche per perseguire obiettivi “personali” come ad es. fare bella figura, mettersi in mostra o distinguersi dagli altri. Perciò il parlante comune si sforza di essere “creativo” : è alla costante ricerca di nuove espressioni linguistiche. Tutti i parlanti si occupano in modo cosciente della lingua da essi usata. Essi riflettono sulla lingua, ne parlano con gli altri ed esprimono precisi giudizi in merito. Viene definita a tal proposito l’attività metalinguistica → riflessione esplicita sul linguaggio. In numerose occasioni il parlante si sofferma su precisi aspetti della lingua. Egli esprime dei giudizi di merito riguardo ai fenomeni linguistici che incontra, pronunciandosi su ciò che ritiene “corretto” o “sbagliato” nella sua lingua. Tra i parlanti sono diffuse alcune opinioni generali sulla lingua. Spesso si ritiene che vi sia un decadimento dei costumi linguistici. I cambiamenti in quest’ambito vengono talvolta considerati come un segno del “declino” della lingua stessa, minacciata nella sua “purezza” originaria. Infine, alcune varietà linguistiche come i dialetti, vengono considerate < alle lingue nazionali, negando i loro status di lingua. La linguistica come studio scientifico della lingua La linguistica come studio scientifico della lingua, mira a raggiungere una conoscenza sistematica della struttura e del funzionamento della lingua. Il suo oggetto di studio va oltre la grammatica. In tedesco essa è indicata con due termini : -“Linguistik” ( derivante dal latino ) ; -“Sprachwissenschaft” ( di matrice germanica ) → letteralmente scienza della lingua. La fachsprache ( = linguaggio settoriale, scientifico ) usufruisce di molti termini derivanti dal latino. Essa ha carattere descrittivo e non prescrittivo : descrive come funziona la lingua astenendosi da giudizi su come essa “dovrebbe” essere. Dimostra che la correttezza è un criterio del tutto soggettivo : non tutti i parlanti esprimono gli stessi giudizi, oppure analizzando la storia della lingua, si può notare che un fenomeno in passato considerato sbagliato ora è stimato corretto. Essa smentisce i luoghi comuni riguardo alla lingua, dimostrando che non vi è alcun decadimento della lingua. Tutte le lingue cambiano perennemente, ma la loro funzionalità complessiva e la loro efficienza comunicativa rimangono inalterate. La distinzione tra dialetto ( considerato “inferiore” ) e lingua ( “superiore” ) risulta del tutto politica : i dialetti sono lingue a tutti gli effetti con un proprio sistema grammaticale e lessicale. Godono di minor prestigio in quanto spesso non possiedono una letteratura ufficiale ed i loro uso non è codificato da grammatiche ufficiali. Il parlante comune sa usare la propria lingua, ma solitamente non ha un’idea precisa di come essa funzioni, e dunque non è capace di esplicitare le regole che stanno alla base del suo parlare. Dunque la sua conoscenza risulta intuitiva. Una sistematica conoscenza metalinguistica può invece avere risvolti positivi nell’apprendimento della lingua stessa. Uno dei padri della linguistica è lo svizzero Ferdinand de Saussure, al quale si deve la distinzione tra : -langue : il sistema codificato di una determinata lingua in termini astratti, -parole : la messa in atto del sistema linguistico, la reale comunicazione che avviene tramite un parlante, -langage : la capacità biologica dell’uomo di utilizzare la lingua / parlare. I CAMPI DELLA LINGUISTICA Tutte le lingue sono composte da vari livelli di analisi indipendenti tra loro. Ogni livello segue regole proprie. La linguistica si struttura in : -fonetica e fonologia, -morfologia, -sintassi, -semantica, -pragmatica, -linguistica testuale. Si ricorda inoltre la distinzione tra : -sprachenlernen ( = apprendimento ) → riguarda tutte le lingue apprese / imparate successivamente la LM; -sprachwerb ( = acquisizione ) → riguarda unicamente la LM. Fonetica È la disciplina che si occupa della produzione, trasmissione e recezione dei suoni come analisi di fenomeni fisici. Essa si rifa alla parole. Non ha alcun risvolto rispetto ai significati dei diversi suoni. Fonologia È la disciplina che si occupa della distribuzione, delle possibilità di combinazione e funzione dei suoni linguistici di un determinato sistema. Si fa dunque riferimento al significato che essi trasmettono e dunque tale disciplina si rifà alla langue. Morfologia È la disciplina che si occupa della figure e della struttura della lingua, degli elementi linguistici essenziali che compongono i segni linguistici. In altre parole, lo studio della struttura interna delle parole. ( flessione di verbi e sostantivi e “Wortbildung” = costruzione delle parole ). Sintassi È quel sistema di regole combinate, che definiscono la struttura delle frasi e i rapporti che si stabiliscono tra le parole all’interno di esse. In particolare, fa leva sull’ordine delle parole nei sintagmi e nella frase, e sulla combinazione di frasi in periodi complessi ( subordinate e coordinate ). Semantica Si occupa del significato dei segni linguistici e delle loro successione, sotto l’aspetto della relazione tra : -significante = segno linguistico che mi riconduce al significato ( suoni, forma della parola ecc…), -significato = ciò che si materializza nella nostra mente, l’idea / immagine derivante dal segno linguistico ( diverso dal referente = oggetto a cui si riferisce ) Il significato può essere : -DENOTATIVO : l’informazione neutrale di una parola, come ad esempio è segnata in un dizionario, il significato proprio ( casa come edificio ) -CONNOTATIVO : le interpretazioni di una data parola che risvegliano i sentimenti, un significato attribuito che può essere positivo o negativo, individuale o collettivo ( casa come luogo sicuro, affetti ecc..) Pragmatica È la disciplina che si occupa della lingua come agire sociale, come interazione tra “Komumunikationspartner” in concrete “Kommunikationssituationen”. Nel concreto le intenzioni del parlante, le aspettative dell’ascoltatore, ciò che il parlante sa dell’ascoltatore e viceversa. In essa è fondamentale l’analisi degli ATTI LINGUISTICI → le azioni che si compiono usando un’espressione linguistica. Es : “Mi può dire che ore sono” ? = presa alla lettera è una domanda, ma come atto linguistico è a tutti gli effetti una richiesta. Linguistica testuale -Combinazione tra frasemi e frasi per la costruzione dei testi. TESTO → unità comunicativa che tratta un determinato tema ed è legata ad una data situazione. È un insieme coerente di frasi tra cui si stabiliscono precise relazioni logico-semantiche. I criteri alla sua base sono : COERENZA = sviluppo logico e consequenziale delle idee; COESIONE = legami di carattere morfologico che ci sono tra le diverse frasi / elementi del testo, attraverso struttura di carattere grammaticale ( ad es. la relazione soggetto-verbo ). Linguistica diacronica → traccia la storia di una lingua e descrive i cambiamenti che essa subisce sui piani fonologico, morfologico, sintattico ecc ( questione del mutamento linguistico). Capitolo 1 FONETICA, FONOLOGIA E GRAFIA Come funziona l’apparato articolatorio dell’uomo ? L’aria esce dai polmoni, si incanala e trova - a seconda del suono che si vuole produrre - vari tipi di strettoie / ostacoli. Non tutti i suoni prodotti dall’uomo sono linguistici ( ad es. dare un colpo di tosse ). La maggior parte degli organi fonatori sono mobili → l’uomo è perciò in grado di produrre una vasta gamma di suoni linguistici, detti foni. Fanno eccezione tre organi fissi e costituiscono le parte anteriore-superiore della cavità orale : i denti, l’alveolo ( la zona del palato in rilievo dietro ai denti superiori ) e il palato duro. Laringe : situata nella zona del pomo d’adamo, contiene le corde vocali → membrane elastiche unite tra loro a una sola estremità. Lo spazio aperto fra di esse è detto glottide. Tra le numerose posizioni che possono assumere, due sono particolarmente rilevanti : -corde aperte → l’aria passa tra le due membrane provocando un leggero fruscio ( produzione di suoni sordi ); -corde accostate → l’aria le mette in vibrazione ( suoni sonori ). Ugola : la parte più posteriore della volta platina; serve ad articolare diversi tipi di r. Velo : parte molle del palato, solitamente in posizione alzata per non far entrare l’aria nella cavità nasale, abbassato quando si articolano i suoni nasali. Lingua : costituita a sua volta da tre parti ( = punta, dorso e radice ), essa può spostarsi -orizzontalmente ( arretrando e avanzando ), -verticalmente ( alzandosi o abbassandosi ). Labbra : vengono accostate per i suoni labiali ( p di panca e b di banca ). Fonetica → si occupa dei processi di articolazione e percezione dei suoni e si distingue in : -FONETICA ACUSTICA : descrizione del linguaggio dal punto di vista fisico e dunque del segnale acustico e del suono linguistico in relazione alla sua produzione misurabile ( propagazione del suono ) -FONETICA UDITIVA : descrizione dei suoni del linguaggio così come vengono percepiti / recepiti dall’uditore ( ricezione del suono ) -FONETICA ARTICOLATORIA : descrizione dei suoni linguistici in relazione alla loro produzione tramite il parlante ( produzione del suono). Il problema della trascrizione : foni e grafemi I suoni della lingua → foni, sono diversi dalle lettere dell’alfabeto usati per trascriverli → grafemi ( unità a livello grafico ) Il fono è l’unità minima della fonetica, definito come continuum uditivo di espressioni verbali. In italiano : 1)Una stessa lettera può segnare suoni distinti, ma considerati simili. Per esempio la lettera s indica sia la variante sonora ( casa ), sia quella sorda ( sale ) oppure la lettera a può segnare sia una breve ( malore ) sia una lunga ( male ). 2)Una stessa lettera può segnare suoni molto diversi tra loro : come la c di cena e la c di casa oppure la g in gallo o in gelo. 3)Uno stesso suono può essere rappresentato da lettere diverse, come ad es. in cena e cielo, dove lo stesso suono è segnato con una lettera sola o con una combinazione e di due lettere. Viste le incongruenze tra lettere e suoni, la linguistica ha sviluppato un modo di segnare i suoni linguistici in maniera sistematica e scientifica : l’alfabeto fonetico internazionale ( codificato dall’IPA : International Phonetic Association ). Esso è caratterizzato da una corrispondenza biunivoca tra suono e segno : a ogni suono corrisponde un solo segno e viceversa, indipendentemente dalla lingua in questione e dall’alfabeto usato per trascriverla. Per convenzione, i singoli segni vanno sempre messi tra parentesi quadre di modo da non confonderli con eventuali grafemi simili, segnai con altro tipo di parentesi. T = lettera dell’alfabeto [ t ] = il suono in questione Fonetica articolatoria Differenza tra : -luogo di articolazione ( Artikulationsort ) = il luogo dove un suono viene prodotto nella faringe, nella cavità orale. -modo di articolazione ( Artikulationsart ) = il modo in cui un suono viene prodotto. Artikulationsarten ( 1 ) Vocali, consonanti e semivocali I suoni linguistici sono divisi in : VOCALI → suoni sonori, prodotti mediante la vibrazione delle corde vocali. -L’aria espiratoria, dopo aver passato la glottide, non incontra nessun ostacolo ( dalla laringe passa attraverso lingua, bocca e denti fino ad accarezzare le labbra ) -Il suono è prolungabile a piacimento. La sua qualità dipende dalla posizione della lingua, la quale delimita la grandezza della cavità orale che funge da cassa acustica. -Per alcune vocali subentra anche un arrotondamento delle labbra. La qualità delle vocali dipende da una serie di criteri : -grado di apertura della bocca ( chiusura in caso di consonante ) ; -posizione della parte più alta della lingua ( nella parte anteriore o posteriore della cavità orale ) * ; -posizione delle labbra : arrotondate o non arrotondate. *il dorso della lingua determina l’articolazione. Le vocali italiane Come sappiamo la lingua si muove orizzontalmente e verticalmente. Spostamento verticale : -se la lingua si abbassa rispetto alla posizione di riposo verrà articolata una [ a ] come in mare; -se la lingua si alza verrà pronunciata una [ i ] come in fiume o una [ u ] come in muro. A → vocale bassa I ed U → vocali alte Spostamento orizzontale : -se la lingua avanza → vocale anteriore come la [ i ] ; -se la lingua arretra → vocale posteriore come la [ u ]. vedi figura pag 21 Le vocali estreme( A, I, U ), in italiano, formano un triangolo. In linguistica si preferisce però parlare di trapezio perché in altre lingue, vi sono vari tipi di vocale bassa oltre la [ a ], per cui il perimetro costituito dalle posizioni vocaliche assume una forma quadrangolare. Asse verticale -La [ i ] ed [ u ] sono vocali alte; -la [ e ] di mela e la [ o ] di dove sono medio-alte, -la [ ɛ ] di festa e la [ ɔ ] di posta sono medio-basse, -la [ a ] è bassa. Asse orizzontale -Vocali anteriori rispetto alla posizione di riposo della lingua → [ i ], [ e] ed [ ɛ ] -Vocale centrale → [ a ] -Vocali posteriori → [ ɔ ], [ u ], [ o ]. Posizione delle labbra -normale / distesa → tipica delle vocali anteriori e della centrale, -arrotondata → tipica delle posteriori. Il primo gruppo di vocali = non-arrotondato, il secondo = arrotondato. Le due posizioni possono essere combinate con diversi gradi di apertura delle mascelle : -si distingue una e chiusa [ e ] da una e aperta [ ɛ ] ; -una o chiusa [ o ] da una o aperta [ ɔ ]. Il grado di apertura coincide con l’altezza delle vocali : -le vocali più alte sono chiuse, -le vocali più basse sono aperte. In italiano tutte le vocali sono orali. Vocali nasali esistono in altre lingue come il francese. Dittonghi* : -ascendenti* come in ieri, piove, piano … ; -discendenti* come in sai, sei, poi… ; +trittonghi = due semivocali* fanno da cornice a una vocale come in suoi, guai… *SEMIVOCALI → ( ad es. la i di ieri o di sei ) hanno tutte le caratteristiche delle vocali vere e proprie ad accezione della durata, che risulta ridotta quando si passa immediatamente all’articolazione successiva. *Dittongo = combinazione di una vocale con una semivocale. Dittongo ascendente = la vocale segue la semivocale e si ha un aumento di sonorità ( es. ieri ) Dittongo discendente = la vocale precede la semivocale e si ha una diminuizione di sonorità ( es. sei ) Le vocali tedesche vedi figura pag 22. Le vocali brevi e lunghe non si differenziano solo per la lunghezza, ma anche per il luogo di articolazione. La lunga viene convenzionalmente segnata con i [ : ]. Le vocali brevi sono più aperte ( basse ) delle lunghe e più centrali. Per i ed u la differenza di pronuncia è leggera Miete [ i : ] Mitte [ i ] Ruhm [ u : ] Rum [ʊ] Per la a , la breve è leggermente più centrale della lunga. Saat [ α : ] Satt [ a ] Netta è la differenza di pronuncia per e ed o. Beet [ e : ] Bett [ ɛ ] Rob [ o : ] Robbe [ ɔ ] La e lunga è chiusa, la e breve è aperta. La o lunga è chiusa, la o breve è aperta. Una o lunga aperta non esiste come suono in tedesco; esiste però una e lunga aperta, segnata graficamente come Ä. Nehme [ e : ] Nähme [ ɛ : ] Beten [ e : ] Bäten [ ɛ : ] Se in italiano sono arrotondate solo le vocali posteriori, in tedesco troviamo pure vocali anteriori arrotondate : Mühle [ y : ] Müller [ ɣ ] Höle [ ø : ] Hölle [ oe ] Anche in questo caso la breve risulta più aperta e leggermente più centrale rispetto alla lunga. La prima vocale è segnata graficamente tramite una ü, la seconda mediante una ö. In tedesco esistono poi due vocali centrali brevi : Sache, Reise e Liebe [ Ə ] Tor, Uhr, ihr, Mütter [ ɐ ] La prima vocale, detta anche schwa / vocale indistinta è una vocale media e compare graficamente come una e. Compare in sillaba non accentata : in sillaba iniziale in parola → Beratung, centrale → Liebelei, finale → Tasche. La seconda vocale centrale è una vocale più bassa, con una pronuncia molto vicina a una [ a ] prodotta con poco sforzo articolatorio. Essa viene segnata graficamente con una -r in quanto deriva dalla vocalizzazione di una [ R ] consonantica ( es Tor ). Compare in fine sillaba dopo vocale. Quando la vocale precedente è una schwa quest’ultimo cade, e [ ɐ ] si trova a essere segnato dalla sequenza grafica -er. In tedesco vi sono tre dittonghi discendenti : [ al ] Mai [ aʊ ] Baum [ ɔl ] neu Dittonghi ascendenti si trovano solo in parole di origine straniera ( Region, sozial, Duell ) Riepilogo movimenti lingua e posizione labbra Posizione della lingua : -davanti nella cavità orale ( sul palato ) come ad es. [ i :] in Liebe ; -neutra = piatta all’interno ella bocca come ad es. [ a ] in satt ; -dietro = nella parte posteriore del palato ( velo ) come ad es. [ u:] in Huhn Altezza della lingua -alta = lingua in alto nella bocca, come ad es. [ e : ] in Ehre l’h che segue la vocale va a prolungare il suono ( vocale chiusa → lunga ) ; -al centro della cavità orale come [ Ə ] in Sache ( → vocale corta ) -profonda = nella parte inferiore della cavità orale come [ ɛ ] in hell ( vocale aperta → corta ) Posizione delle labbra -arrotondate, come [ u ] in gut ( vocale chiusa → lunga ) ; -arrotondate, come [ y : ] in Mühle , [ ø ] in Höhle ( vocale chiusa → lunga ) ; -arrotondate, come [ Y ] in Müller, [ oe ] in Hölle ( vocale aperta → corta ) ; -non arrotondate , come [ i ] in Bibel ( vocale chiusa → lunga ) ————————————————————————————————————— LE CONSONANTI → sono quei suoni - sordi (stimmloser) oppure sonori (stimmhafter) - in cui il passaggio dell’aria nella cavità orale o nella faringe viene bloccato -totalmente come in [ p ] e [ b ] ; -parzialmente come in [ l ], [ m ] ed [ n ] ; -a intervalli [ r ] ; oppure quei suoni in cui si forma un restringimento del canale fonatorio tale da produrre una frizione udibile come in [ f ] ed [ s ]. Le consonanti italiane Si possono classificare in base a tre criteri : 1) il modo di articolazione ( = il tipo di ostruzione che si crea nel canale fonatorio ) 2) il luogo di articolazione ( = il punto in cui si crea l’ostruzione ) 3) la presenza o meno di sonorità ( vibrazione / non vibrazioni corde vocali ) Secondo il modo di articolazione distinguiamo : Suoni occlusivi : gli organi fonatori costituiscono un’ostruzione totale del canale fonatorio. Il flusso d’aria viene bloccato completamente, per poi essere liberato dopo brevissimo tempo. Il suono è causato da questa piccola “esplosione”. Le occlusive in italiano sono -le labiali sorda [ p ] in panca e sonora [ b ] in banca, -le dentali sorda [ t ] in tare e sonora,[ d ] in dare, le velari sorda [ k ] in cara e sonora [g] in gara. Suoni fricativi : gli organi fonatori si avvicino, lasciando all’aria un passaggio strettissimo. Il suono è causato da tale frizione. Le fricative in italiano sono : -le labiali dentali sorda [ f ] in fino e sonora [ v ] in vino, -le dentali sorda [ s ] in cassa e sonora [ z ] in casa, -le alveopalatali [ ʃ ] in scena e sonora [ʒ] in garage. Suoni affricati : gli organi fonatori costituiscono un’occlusione totale, il rilascio però è graduale. Le affricate hanno due momenti articolatori : un momento occlusivo e uno fricativo. Il punto di articolazione rimane lo stesso, la presenza / assenza di sonorità rimane invariata. Le affricate in italiano sono : -le dentali sorda [ ts ] in strazio e sonora [ dz ] in zero, -le alveopalatali sorda [ tʃ ] in Cina e sonora [ dʒ ] in Gina. Suoni nasali : il velo è abbassato in modo da permettere all’aria di passare per la cavita nasale, mentre quella orale risulta bloccata. Le nasali in italiano sono : -la labiale [ m ] in mare, -la labio-dentale [ ɱ ] in invidia, -la alveolare [ n ] in insidia, -la palatale [ ɲ ] in stagno, -la velare [ ŋ ] in anche. Suoni laterali : la lingua costituisce un’ostruzione al centro della cavità orale, il flusso d’aria passa ai lati. Le laterali in italiano sono : -l’ alveo-dentale [ l ] in li, -la palatale [ ʎ ] in gli Suoni vibranti : un organo fonatorio mobile vibra ( ugola / lingua ), formando a intermittenza una leggere occlusione. In italiano standard vi è una sola vibrante, prodotta con la lingua : l’alveolare [ r ] in ramo. Le consonanti tedesche Secondo il luogo di articolazione i suoni si distinguono in : -labiali : realizzati tramite il contatto tra labbra superiori e inferiori, come la [ b ] ; -labiodentali : realizzati con il labbro inferiore e la parte superiore dei denti, come la [ f ] ; -dentali : realizzati grazie alla punta della lingua che va contro i denti, coma la [ t ] ; -alveolari : suoni che si formano con la lingua che batte contro il palato, come la [ s ] ; -palatali : si fa riferimento al suono [ ç ] di ich ( fonizzazione della lingua e del palato duro ); -uvulari : si fa riferimento alla pronuncia della [ R ] uvulare / gutturale come in Zäpfchen ; -faringali / glottali : si fa riferimento alla pronuncia della [ h ] che avviene nella gola o nella faringe. Secondo il modo di articolazione abbiamo invece : Suoni nasali : -la (bi) labiale [ m ] in Meer, -la dentale - alveolare [ n ] in Natur, -la velare [ ŋ ] in Klang, -la labio - dentale [ɱ] in fünf. Suoni occlusivi : Sordi In numerosi contesti la pronuncia delle occlusive sorde è aspirata -la labiale [p] in Peter, -la dentale - alveolare [t] in Tier, -la velare [k] in Kasse, -la glottale [ʔ] in aus. → occlusiva glottidale ( o colpo di glottide ) che ha per lo più valore di demarcazione segnando il confine di una sillaba o di un elemento morfologico. Essa si articola chiudendo completamente le corde vocali. L’aria poi esce bruscamente. Compare solitamente prima di una sillaba che inizia con un suono vocalico accentato. Sonori -la labiale [b] in Ball, -la dentale-alveolare [d] in danke, -velare [g] in Garten. Suoni fricativi : Sordi -la labio-dentale [f] in Vater, -la dentale-alveolare [s] in hassen, -l’alveo-palatale [ʃ] in Schule, Kirsche, -la palatale [ç] in ich, Kirche, -la velare [x] in acht. Sonori -la labio-dentale [v] in Wagen, -la dentale-alveolare [z] in Sonne, sie, -l’alveo-palatale [ʒ] in Garage, -la palatale [j] in Jacke, -l’uvulare [ʁ] in rot. Suoni affricati : Sordi -la labiale / labio-dentale [pf] in Pfanne, -la dentale-alveolare [ts] in Zahn, -l’alveo-palatale [tʃ] in deutsch, -la velare [kx] solo in alcuni dialetti o nello Schweizerdeutsch. Suoni laterali : -l’alveolare [ l ] in Liebe. Suoni vibranti : La vibrante tedesca a differenza dell’italiano è in generale articolata mediante il movimento dell’uvulare : l’uvulare [ R ] in Reise. In alcune varietà regionali del tedesco esiste però la vibrante alveolare [ r ]. Schema riassuntivo delle consonanti tedesche secondo luogo e modo di articolazione. ———————————————————————————————————— FONOLOGIA È la disciplina che si occupa dei rapporti tra suoni all’interno di un determinato sistema linguistico : studia la funzione e l’organizzazione di suoni nella loro qualità di elementi linguistici. L’unità minima della lingua ( langue ) è il FONEMA con bedeutungsunterscheidender Funktion. Per contraddistinguere i suoni nella fonologia si usano le barre / /. Fonemi → suoni con funzione distintiva all’interno di un sistema linguistico. Pur mancando di un proprio significato, servono a distinguere i significati, sottolineando le differenze semantiche tra le parole. Tale funzione distintiva diventa evidente quando abbiamo una coppia minima ( Minimal-Paar ) = due parole che si differenziano per un solo suono, ma per il resto sono perfettamente uguali. -santo / canto si differenziano per il primo suono / s / opposto a / k /, -santo / santi si differenziano per l’ultimo suono / o / opposto a / i /. In tedesco : -Rose / Hose -Bett / Nett… Per individuare i fonemi di una lingua, bisogna sostituire i suoni di determinate parola di quella lingua : se il risultato è un’altra parola, allora il suono sostituito costituisce un fonema ( es. cane / pane ). Se invece il risultato è la “stessa parola” allora il suono sostituito non costituirà un fonema ( es. ra:mo , Ra:mo ) con sostituzione della vibrante, che da sempre la parola ramo. Gli allofoni Sono varianti dello stesso fonema. Distinguiamo : -allofoni liberi = sostituibili senza restrizioni in una determinata posizione. Ad esempio le occlusive sorde in finale di parola possono essere pronunciate aspirate / non aspirate la / p / di Stopp può essere realizzata come [ ph ] o [ p ]. Oppure ancora Rand può essere pronunciato [rant], [Rant], [ ʁant] Zungenspitzen [ r ] ,Zäpfchen [ R ] e Reibelaut [ ʁ ] sono tutti allofoni di / r /. -allofoni regionali = realizzazioni alternative di uno stesso fonema che hanno una precisa distribuzione geografica, senza conseguenze sul significato di una parola. Ad esempio la sostituzione del suono [ ç ] con il suono [ x ]. -allofoni condizionati = dipendono dalla posizione del fonema nella parola. I fonemi tendono ad avere realizzazioni diverse a seconda del condizionamento subito ad opera dei suoni “vicini” ( luogo attiguo ) nella catena parlata. Ad esempio / n / può essere realizzata -come labiodentale [ ɱ ] in fünf perché precede la labiodentale [ f ], -come alveolare [ n ] in Finden perché precedente la dentale [ d ], -come velare [ ŋ ] in Ungar perché precede la velare [ g ]. -allofoni complementari = un caso particolare di allofoni condizionati. All’interno di un morfema / una sillaba, le varie ti presentano una distribuzione mutualmente esclusiva, detta complementare. Vi è una variazione degli stessi fonemi secondo precise regole. Ad esempio il suono [ x ] -dopo vocali posteriori ( [ u ] ecc… ) : Buch -dopo vocali centrali ( [ a : ] [ a ] ) : Nacht -dopo il dittongo su : auch il suono cambia chiaramente a seconda di questi casi. Il suono [ ç ] -dopo Vordervokalen : Licht, echt -dopo le consonanti [ l ], [ R ] ed [ n ] : Elch, Archäologie, Ampelmännchen -all’inizio del morfema : chinesisch Un altro esempio di distribuzione complementare è costituito dalle occlusive sonore in tedesco: -sonore ad inizio della sillaba, -sorde in fine di sillaba. fonema allofono inizio sillaba allofono fine sillaba /b/ [ b ] Bein, Biene, Lo-bes [ p ] Lob, ab-holen, ab /d/ [ d ] Dame, Län-dern, danke [ t ] Land, Bad, Rad /g/ [ g ] Gabel, Ta-ge, Garten [ k ] Tag, Zug I tratti fonologici I fonemi risultano essere ulteriormente scomponibili in quanto ogni fonema è caratterizzato da un insieme di proprietà dette tratti fonologici. I tratti sono caratteristiche distintive perché permettono di differenziare un fonema dall’altro. Ad esempio la sonorità o la sordità. Fonema = somma delle sue caratteristiche distintive Per individuare i tratti distintivi bisogna dunque cercare coppie minime di fonemi : contrapponendo due fonemi allo stesso gruppo di suoni ( “classe naturale” ). Ad es., contrapponendo le vocali anteriori / i / ed / ɛ / : la prima è più alta della seconda. Si può quindi definire la prima come [ + alta ] e la seconda come [ - alta ]. Come è evidente, le denominazioni delle caratteristiche sono racchiuse tra parentesi quadre. I tratti sono per definizione binari = ammettono solo due valori ( “più” e “meno” ). Ad es. [ + sonoro ] per / b / , [ - sonoro ] per / p /. LE VOCALI Vocali anteriori. Includendo anche il terzo grado di altezza / i /, / e / ed / ɛ /, è possibile classificare queste tre vocali a seconda della loro altezza, grazie all’assunzione di due tratti fonologici [ ± alto ] e [ ± basso ]. [ + alto ] = la lingua ( il dorso ) si alza rispetto alla posizione di riposo [ - alto ] = la lingua non si alza rispetto alla posizione di riposo [ + basso ] = la lingua si abbassa rispetto alla posizione di risposo [ - basso ] = la lingua non si abbassa rispetto alla pozione di risposo / i / = [ + alto ] [ - basso ] / e / = [ - alto ] [ - basso ] / ɛ / = [ - alto] [ + basso ] La combinazione [ - alto ] [ - basso ] significa che la lingua non si alza e non si abbassa, ossia permane nella posizione di riposo ( = neutra ). Oltre ai tratti [ ± alto ] e [ ± basso ], per le vocali tedesche bisogna assumere un terzo tratto, ossia [ ± arrotondato ], tenendo conto delle vocali arrotondate / y / e / ø /. [ + arrotondato ] = labbra protese in avanti e quindi arrotondate [ - arrotondato ] = labbra non protese in avanti Alto Basso Arrotondato / i/ + - - / y/ +. - + / e/ - - - / ɛ/ - + - / ø/ - + + Volendo includere nel prospetto anche le vocali centrali e posteriori, va tenuto conto anche di un altro tratto : [ + posteriore ] = la lingua si ritrae rispetto alla posizione di riposo [ - posteriore ] = la lingua non si ritrae rispetto alla posizione di riposo Per quanto riguarda la lunghezza vocalica, in tedesco le lunghe e le brevi si distinguono per una differente energia articolatoria : le lunghe sono tese, le brevi no. [ + teso ] = particolare tensione muscolare durante l’articolazione del suono [ - teso ] = assenza di particolare tensione muscolare durante l’articolazione del suono. Si fa riferimento nello specifico alla tensione muscolare della lingua. Fra questi suoni ritroviamo le vocali accentate. -Le vocali accentate tese sono [+ lunghe] -le vocali accentate non tese sono [ -lunghe] Es: bieten [i:] bitten [I] Hüte [y:] Hütte [y] Höhle [ø] Hölle [œ] CONSONANTI ( = suoni prodotti tramite un’ostruzione del flusso d’aria nel glottide ) Accanto al tratto generale [+/ - consonantico ] che serve a contraddistinguere l’intera classe, vi sono altri tratti : [ - consonantico ] = tutti i suoni, ? -[ + sonoranti ] = i suoni che sono spontaneamente sonori, le corde vocali vibrano automaticamente come in / l /, / r / ed / n /; in questo caso l’apertura dell’apparato circolatorio è tale da permettere un flusso d’aria abbastanza libero con conseguente risonanza del suono. -[ - sonorante ] = l’apertura dell’apparato articolatorio non è tale da permettere un flusso d’aria abbastanza libero. Le occlusive e fricative, dette perciò anche ostruenti sonore : [ z ], [ d ]… non sono spontaneamente sonore, ossia è dunque necessaria una maggiore apertura della glottide, un ulteriore sforzo articolatorio. N.B. : Quando si parla di fonetica → sonore, quando si parla di fonologia → sonoranti. -[ + sonoro ] = vibrazione corde vocali -[ - sonoro- ] = nessuna vibrazione delle corde vocali Ostruenti : occlusive e fricative Laringali : [ h ] + colpo di glottide -[ + continuo ] = il flusso d’aria attraverso la cavità orale è ininterrotto durante l’articolazione del suono come nelle fricative -[ - continuo ] = il flusso d’aria attraverso la cavità orale è interrotto ( vi è un blocco dell’aria ) durante l’articolazione del suono come nelle occlusive. !nella [ t ] non c’è un blocco ma un prolungamento. -[ + coronale ] = la punta della lingua si alza rispetto alla posizione di risposo, nel caso delle dentali e delle alveopalatali [ʃ],[tʃ], [ʒ]; -[ - coronale ] = la punta della lingua non si alza rispetto alla posano e di riposo ( tutte le altre consonanti ) -[ + nasale ] = l’abbassamento del velo consente il flusso d’aria attraverso la cavità nasale, ad es. [m], [n], [η] ; -[ - nasale ] = l'innalzamento del velo non consente il flusso d’aria attraverso la cavità nasale. -[ + laterale ] = la bocca è chiusa a metà e il flusso d’aria è limitato ai lati della cavità orale come nel caso della / l / -[ - laterale ] = il flusso d’aria non è limitato ai lati della cavità orale ( tutte le altre consonanti ). vedi tabella pag. 31 Dalla tabella è possibile notare come i tradizionali luoghi di articolazione siano stati tradotti in combinazione di tratti binari : -LABIALE = [ - coronale , -posteriore ] ; -DENTALE = [ + coronale , -alto ] ; -ALVEOPALATALE = [ + coronale , + alto ] -PALATALE = [ - coronale , + alto, -posteriore ] -VELARE = [ + alto , + posteriore ] -UVULARE = [ - alto , + posteriore ] Tutte le consonanti con il tratto + posteriore hanno al contempo la caratteristica -coronale. Questo tipo di coincidenza è detta ridondanza = uno dei due tratti è detto ridondante, ossia superfluo per un’unica caratterizzazione. Le affricate non compaiono perché possono essere definitive come sequenze di 1 occlusiva + 1 fricativa. Le due glottidali invece costituiscono una classe a parte. Processi fonologici e regole fonologiche I processi fonologici determinano la formazione di sequenze di fonemi all'interno della catena parlata. ( = combinazioni di fonemi all’interno di una lingua ). Essi stabiliscono una relazione tra i suoni delle parole e le frasi combinate. Relazione tra la forma della parola ( forma di flessione della stessa unità lessicale ) lo stesso lessema ( = termine tecnico per parola ) Ad es. Er trinkt ein Glas Wasser Trink ein Glas Wasser Du trinkst ein Glas Wasser Vediamo forme diverse del verbo a seconda di come viene declinato. Cambia quindi la forma del lessema Relazione tra lessemi di forma differente. Ad es. maschile e femminile : Lehrer / Lehrerin Elenco dei processi fonologici ELISIONE : caduta di un fonema ( / di un segmento ). In tedesco è un processo facoltativo che riguarda la lingua colloquiale ( “Umgangssprache” ) e si verifica per lo più nella parlata veloce. Solitamente vediamo la caduta di una vocale finale ad es. Fried-und Freud Di frequente, lo schwa cade prima di una sonorante. Es. leben -pronuncia “accurata” = [ le:bƏn ] -pronuncia “trascurata” ( tipica del quotidiano ) = [ le:bn ] Avviene lo stesso con beten, lachen, Atem… L’elisione dello schema avviene indipendentemente dalla qualità della consonante precedente ( labiale in leben, dentale in beten…). La caduta dello schwa comporta però spesso altri mutamenti, in parte dovuti al numero delle sillabe all’interno della parola in questione. Altri processi di elisione facoltativa riguardano i segmenti consonantici, Nella lingua colloquiale della Germania centro-settentrionale è diffusa la caduta di / t / in finale di parole come nicht, vielleicht e quella dell’occlusiva all’interno di un’Africa = /pf/ diventa [ f ] ( Pferd si pronuncia come fährt ), /ts/ diventa [ s ] ( Ganz diventa Gans ). EPENTESI : inserimento di un segmento / di un suono all’interno di una parola per facilitare la pronuncia. Un esempio è dato dall’aggiunta, nel parlato colloquiale, di un’occlusiva sorda tra nasale e dentale. Ad es. kommt [ kɔmt ] diventa [ kɔmpt ] Namen + lich > namentlich ASSIMILAZIONE : comporta un mutamento nei tratti di un determinato segmento e porta ad una semplificazione della pronuncia dell’intera sequenza. Vale a dire che, un suono viene assimilato a quello successivo. Essa può essere -totale : assimilazione completa di un suono nel suono vicino Es einmal [aimma:l] -parziale : adeguamento di una parte delle caratteristiche del segmento in questione Es Imbiss < mhd. inbiz -progressiva : comporta il mutamento di un segmento successivo al suono che determina il processo Es legen [le:gη] -regressiva : comporta il mutamento di un segmento precedente al suono che determina il processo. Es Bank [baηk] Nell’assimilazione progressiva / n / viene adeguato al luogo di articolazione dell’ostruente precedente ( sorda e sonora ). Ciò si verifica nel tedesco colloquiale, dove per precedente caduta dello schema viene a crearsi un contatto diretto tra due segmenti consonantici : heben [ he:bm ] hupen [ hu:pm ] lo stesso vale per reden, beten, legen… La nasale alveolare / n / -diventa labiale dopo le labiali / b / e / p / -resta alveolare dove le dentali / d / e / t /, -diventa velare dopo le velare / g / e / k /. Nel caso di assimilazione regressiva diventa velare in adeguamento a una successiva occlusiva velare : Bank [baηk] Tank [taηk] Quando si trova tra due consonanti : -nel caso di Lebens si adegua alla labiale precedente, -nel caso di Locke e si adegua alla dentale seguente. Numerose forme di assimilazione in tedesco riguarda la caratteristica della sonorità. Un’ostruente sonora diventa sorda davanti a un’ostruente sorda. Nei seguenti esempi / b / e / d / si de-sonorizzano entrando in contatto diretto con / s / : bleibst. [ blaIpst] bliebest [ bliƏbest ] [ bli:pst] Waldes [ valdƏs] [ valts ] Nella parola haben [ ha:bƏn ], pronunciata [ ha:m ] vediamo, in ordine, un processo di elisione, uno di assimilazione e uno di elisione. DISSIMILAZIONE : trasformazione di un suono in un altro meno simile. Ad es. Fibel < Bibel METATESI : cambio di posizione di una consonante all’interno di una parola o di un morfema. Ad es. Bern - Bronnen / Brunnen Le regole fonologiche Esse descrivono il passaggio dal livello di rappresentazione fonologica al livello di rappresentazione fonetica, sistematizzando i processi che governano le realizzazioni fonetiche dei vari fonemi a seconda del contesto all’interno della catena parlata. La notazione di una regola fonetica ha questa forma generale : A → B / X_Y La prima parte della regola indica il processo fonologico vero e proprio = il segmento A viene sostituito dal segmento B. Ad es: ich lebe [b] du lebst [p] er lebt [p] → [b] viene sostituito da [p]. La seconda parte indica il contesto in cui ciò avviene = la posizione del segmento tra X e Y. Caratteristiche distintive del segmento A [b] ✓[+ consonantico ] ✓[- sonorante ] ✓[+sonoro] Caratteristiche distintive del segmento B [p] ✓[+ consonantico ] ✓[- sonorante] ✓[-sonoro] La desonorizzazione di un’ostruente sonora davanti a un’ostruente sorda: ich lebe [b] du lepst [p] er lept [p] ich lade [d] du lädst [t] er lädt [t ] ich fege [g] du fegst [k] er fägt [k] ich kurve [v] du kurvst [f] er kurvt [f] ich reise [z] du reist [s] er reist [s] Possiamo formalizzare questa regola inserendo nello schema generale i segmenti in questione : [b,d,g,v,z] → [p,t,k,f,s] / _ [p,t,k,f,s] Si può anche effettuare una notazione in tratti fonologici in quanto essi caratterizzano l’intero gruppo di segmenti in questione. [b,d,g,v,z] sono accumunati dal fatto di essere tutti [ + consonantico -sonorante + sonoro ] si può dunque formulare la seguente regola : [ + consonantico ] [+ consonantico] [- sonorante ] → [- sonoro] / ____ [- sonorante ] [+ sonoro ] [- sonoro ] Del tipo di segmento A vengono riportati tutti i tratti caratterizzanti la classe naturale ( le ostruenti ), del tipo di segmento B solo i tratti modificati, infatti [ + consonantico ] [- sonorante ] non compaiono perché restano invariati. Per quanto riguarda il contesto, viene indicato solo il segmento successivo Y ( dato che X risulta irrilevante per la questione). Le specificazioni del contesto X e Y possono anche essere zero : -se X = 0, allora il segmento che cambia si trova all’inizio del contesto rilevante; -se Y = 0, allora il segmento che cambia si trova alla fine del contesto rilevante. Ciò anche nella cosiddetta Auslautverhärtung* ( = desonorizzazione ) , processo per cui un’ostruente sonora diventa sorda in fine di sillaba / parola. *alla lettera = rendo duro ( hart ) il suono ( laut ) in uscita ( aus ) di una parola. Plurale Singolare die Diebe [ b ] der Dieb [ p ] die Länder [ d ] das Land [ t ] die Berge [ g ] der Berg [k ] die Archieve [ v ] das Archiv [ f ] die Kreise [ z ] der Kreis [ s ] Regola con cui si può riassumere questo processo : [ + consonantico ] [ + consonantico ] [ - sonorante ] → [ - sonoro ] / _____ [ - sonorante ] [ + sonoro ] [ - sonoro ] # ( = confine di sillaba ) Significativa è la distribuzione di due fricative, entrambe segnate graficamente dal ch : -la palatale [ ç ] -la velare [ x ] In una prima serie di esempi [ ç ] si trova dopo vocale anteriore [ x ] dopo vocale centrale e posteriore Ç palatale ich [I] psychologisch [y: ] echt [ɛ] höchst [ø] X velare acht [a] Bucht [ʊ] hoch [o: ] Hochzeit [ɔ ] Il segmento [ ç ] può comparire dopo consonante ( / l /, / n / ed / r / ) al contrario di [ x ]. Nelle parole manch, durch, solch la fricativa viene sempre pronunciata ç e mai x. Il segmento [ ç ] può inoltre trovarsi in posizione iniziale assoluta, come avviene nelle parole di origine straniera : China, Chemie, Charisma vengono sempre pronunciate con la palatale [ ç ]. Entrambi compaiono sempre in contesti esclusivi. Hanno una distribuzione complementare per cui possono essere considerati allofoni di uno stesso fonema. Partendo da / ç / come fonema di base si può descrivere la sua velarizzazione dopo vocale centrale e posteriore mediante la seguente regola : [ - sonorante ] [ + continuo ] [ -consonantico ] [ - coronale ] → [ posteriore ] / [ -anteriore ] ______ [ - posteriore ] [ - sonoro] La struttura della sillaba La sillaba è un'unità composta da una sequenza di suoni linguistici che ha come componente base ( Silbenkern ) una vocale o un dittongo, accompagnata questa da una o più consonanti. -La limitazione delle diverse sillabe è data da pause nell’articolazione ( ad es. Brot, te-sprun-gen ). -Ogni sillaba ha un nucleo caratterizzato da un massino di sonorità → si tratta in genere di una vocale ( V ) o al massimo una sonorante come / m / in A-atem. -Una sillaba può essere costituita dal solo nucleo, ma il più delle volte contiene anche altri elementi consonantici o semivocalici ( C ). V = Vokal C = Element per es. Freund : CCVCCC Quando c’è un dittongo viene presa in considerazione solo una vocale delle due. Costituzione di una sillaba : Kern ( Nucleo ) / Silbengipfel, Onset ( Incipit ) = cosa si trova prima del nucleo, Koda = cosa si trova dopo il nucleo, Kern + Koda = rima Le sillabe che finiscono in vocale sono dette “aperte”, quelle che finiscono in consonante sono dette “chiuse”. σ ( sigma greco ) → simbolo che si usa per definire la sillaba Ad es. Strand Onset: CCC (Strand) Nukleus : V (Strand) Koda : CC (Strand) -Le consonanti e in generale i diversi segmenti che compongono la sillaba sono organizzate secondo una gerarchia di forza basata sul criterio della sonorità : nell’incipit si ha un aumento progressivo di sonorità, nella coda una progressiva diminuizione. -Il vertice della sillaba costituisce il massimo grado di sonorità → esso infatti è costituito dalle vocali che di per sé hanno il massimo grado di sonorità in quanto non vi è interruzione dell’aria nel momento in cui vengono pronunciate. Ricordiamo infatti che le vocali sono sempre sonore ( = vi è sempre una vibrazione delle corde vocali ) -Esiste una scala di sonorità universale che considera classi di suoni : Occlusive Fricative Nasali Liquide Vocali alte ( = a ) Vocali Il grado di sonorità è crescente. Ogni lingua ha le sue regole riguardo alle possibili combinazioni tra i suoni di queste varie classi. In tedesco ad esempio l’incipit è costituito da massimo 3 consonanti. In questo caso la prima deve essere una fricativa cornale sorda [ ʃ ], la seconda un’occlusiva sorda [p] e la terza una liquida [ R ] come ad es. in Sprung, Skrupel, Sklave. Particolarmente ricche sono le possibilità combinatorie nel caso di due consonanti. Ad es. le dentali [t] e [d] nonchè la labiale [V] possono essere combinate unicamente con [R] come in Traum, Drama e Wrack. Le labiali [p] , [b] ed [f ] solo con [R] e [l] come in Probe, plumb, Brief e bleiben. Se la sillaba presenta un dittongo dobbiamo distinguere i dittonghi ascendenti da quelli discendenti. Nei dittonghi ascendenti, la semivocale fa parte dell’incipit poiché precede la vocale che costituisce il nucleo sillabico ( Region ). → la o rappresenta il vertice essendo la vocale tonica. Nei dittonghi discendenti, la semivocale fa parte della coda come in Baum. Anche la coda della sillaba è caratterizzata da molteplici regole combinatorie, in particolare molte combinazioni dell’incipit si ripresentano in ordine inverso. Ad esempio vediamo la combinazione [ ʃm ] - [ mʃ ] come in schmal e Ramsch, oppure [ kl ] - [ lk ] come in klar e Kalk. Vediamo però due differenze rispetto all’incipit -è possibile la combinazione di più sonoranti, con decrescente sonorità ( liquida + nasale come in Farn e Arm ; liquida [ R ] + liquida [ l ] come in Kerl; -non vi sono ostruenti sonore ( a causa della desonorizzazione ) C’è però da tenere a mente che non tutte le sequenze fonologicamente possibili risultano poi realmente esistenti. GRAFETICA Dottrina / disciplina che studia gli elementi concreti che permettono una comunicazione linguistica visuale, sotto l’aspetto della scrittura. Grafo → elemento minimo della grafetica Quel carattere concreto, unità informativa minima nelle espressioni scritte (testo) a differenza di un trattino senza valore di comunicazione = la lettera che concorre a formare la parola. GRAFEMICA Individua i segni linguistici prendendo in considerazione i loro caratteri distintivi in combinazione tra loro e la loro posizione in un sistema ( Alfabeto ). Grafema → combinazione di diverse sillabe, corrispondenza visiva del fonema indicato con queste parentesi : Sparchverwandlung - Parole Graphetik Phonetik Sparchsystum - Langue Graphemik Phonologie / Phonemik Nel caso ideale, a ogni suono della lingua corrisponde un solo grafema ( in italiano ad es. l’occlusiva labiale [ b ] viene sempre segnata < b > ) e a ogni grafica corrisponde un solo suono ( in italiano la lettera < b > segna unicamente [ b ] ). Tale rapporto di corrispondenza 1:1 tra suono e grafema è detto biunivoco. Orthographie / Rechtschreibung = quella disciplina che si occupa di mettere insieme la corrispondenza tra fonemi della lingua parlata e grafemi della lingua scritta. In tedesco vi sono casi in cui a più suoni corrisponde un unico grafema come ad es. [ b ] e [ p ] che sono segnati entrambi con < b > come in Lobes e Lob, oppure a più grafemi corrisponde un unico suono come per , e che segnano [ s ] in las, lassen e ließ. La maggior parte dei grafemi consonantici sono rappresentati da un grafema a forma di lettera : /m/ attraverso /n/ attraverso /l/ attraverso Caso in cui lo stesso grafema < g > rappresenta suoni diversi : [ g ] in geben [ k ] in sagt [ ç ] in wenig [ ʒ ] in Genie [ d ] in Gin Frequente risulta il caso in cui uno stesso suono è rappresentato da più grafemi diversi ( rappresentazione grafemica multipla ) , come nel caso della fricativa alveopalatale sorda [ ʃ ] : in Schule, in Straße, Stimme, Sprung, in Charme, in Shirt, in Ski, in Pastasciutta. Ad es. la sequenza grafemica / ks / può essere rappresentata da : ❑ in Keks, ❑ in Klecks, ❑ in Fuchs, ❑ in flugs, ❑ in Hexe. Oppure per [i:] : ❑ Igel ❑ sie

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