I Difetti del Legno PDF
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This presentation explores the various defects that can affect wood. It categorizes defects into natural, external, and processing-related issues. The presentation also details different types of defects, such as curves, splits, and knots, in the context of wood use.
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I DIFETTI DEL LEGNO DIFETTI E IMPERFEZIONI DEL LEGNO I difetti del legno Il tronco dell’albero è materia organica e può presentare difetti, ossia irregolarità o anomalie a carico del materiale, che pregiudicano il suo utilizzo per un dato impiego tecnologico specifico. Nel legname i...
I DIFETTI DEL LEGNO DIFETTI E IMPERFEZIONI DEL LEGNO I difetti del legno Il tronco dell’albero è materia organica e può presentare difetti, ossia irregolarità o anomalie a carico del materiale, che pregiudicano il suo utilizzo per un dato impiego tecnologico specifico. Nel legname impiegato per usi strutturali si considerano difetti tutte le irregolarità che causano uno scadimento delle prestazioni meccaniche. Pertanto, quando possibile, è necessario prevenire o correggere tali difetti. Classificazione dei difetti del legno I difetti del legno si possono dividere in quattro categorie: 1. Difetti naturali del tronco: si tratta di imperfezioni della struttura anatomica dovute alla costituzione dei tessuti legnosi. 2. Difetti indotti da agenti esterni (neve, vento, ecc.). 3. Difetti indotti dalla lavorazione (errori di trasporto, taglio, stagionatura o di lavorazione in genere): in particolare, tali difetti si manifestano sulle assi già tagliate e dipendono dalle modalità del taglio adottate che comportano un diverso ritiro del legno nelle tre direzioni (assiale, radiale e tangenziale). I difetti possono essere in parte corretti caricando, opportunamente, con pesi le cataste di assi. 4. Alterazioni prodotte da animali o funghi. Difetti Naturali (1) Tronco incurvato Le curvature del tronco sono modificazioni dell’asse geometrico longitudinale. Difetti Naturali (2) Tronco biforcato La biforcatura può essere dovuta alla cimatura della pianta giovane. Nei legnami comporta lo scarto della parte dove avviene la divisione del fusto. Difetti Naturali (3) Tronco cavernoso La cavernosità costituisce anche un rifugio per gli insetti e una sede di dannosi ristagni di acqua. Difetti Naturali (4) Tronco contorto La crescita del tronco avviene a «spirale» ossia con le vene che si avvolgono attorno al tronco. Difetti Naturali (5) Tronco a sezione non circolare La presenza di una sezione non circolare del tronco diminuisce il valore del materiale perché riduce la parte che si può effettivamente utilizzare. Difetti Naturali (6) Nodi I nodi sono le parti dei rami inglobati dal legno durante l'accrescimento della circonferenza del tronco; talvolta, si tratta di rami mai sviluppatisi all’esterno. Esistono: 1. nodi superficiali (o aderenti); 2. nodi passanti (o cadenti). Difetti Naturali (7) Nodi I nodi superficiali o aderenti sono quelli formati dai rami vivi e presentano caratteristiche di continuità con il resto del materiale, influendo in maniera minore sulle sue prestazioni meccaniche. I nodi passanti (o cadenti) sono quelli relativi a rami secchi, che, nel corso della crescita della pianta, sono stati inglobati nel fusto. E' molto frequente che i nodi passanti si distacchino da lavorati o semilavorati, soprattutto durante l'essiccazione, lasciando veri e propri vuoti che possono influire negativamente sulle caratteristiche meccaniche. Difetti Naturali (8) Nodi aderenti, cadenti, ellittici e a baffo I nodi sono di forma tendenzialmente circolare, colore scuro, maggiore durezza rispetto al tessuto legnoso adiacente e non risultano omogenei con il resto della superficie legnosa. Generalmente si distinguono nel modo seguente: Difetti Naturali (9) Nodi di crescita e nodi chiusi Se un'asse proviene da un taglio centrale, dove inizia il ramo, i cerchi sono continui con la venatura del legno e formano un cosiddetto nodo di crescita; verso la superficie esterna, dove la struttura dei condotti del tronco è cresciuta attorno al ramo, si produce invece un nodo chiuso. Durante la stagionatura delle assi, i nodi si restringono più velocemente del resto del legno, per cui un nodo chiuso può staccarsi dall'asse, e lasciare un buco. Un nodo di crescita non può staccarsi, ma il legno circostante si deforma per il restringimento diseguale, e l'asse può comunque risultare difettosa. Difetti Naturali (10) Fibratura deviata Assume particolare rilevanza, a livello strutturale, l’andamento della fibratura rispetto all’asse geometrico. Quando la fibratura è rettilinea e parallela al proprio asse geometrico l’elemento strutturale presenta le massime prestazioni meccaniche consentite. Quando la fibratura è deviata, dette prestazioni diminuiscono in misura tanto più elevata quanto maggiore è l’inclinazione delle fibre. Difetti Naturali (11) Stellature Sono spaccature radiali causate dalle tensioni di crescita della pianta o dal maggior ritiro della parte centrale del tronco rispetto a quella periferica. Difetti Naturali (12) Eccentricità del midollo Si ha quando la posizione del midollo è spostata verso l’esterno rispetto al centro geometrico del tronco; è un difetto tipico di alberi che crescono su pendii molto ripidi. Difetti Naturali (13) Marezzature (fibratura deviata o inclinata) Quando, in seguito ad anomalie nell’accrescimento, si riscontra un andamento curvo, flessuoso o irregolare e contorto delle fibre del legno che deviano dal loro normale decorso più o meno rettilineo e parallelo all’asse della pianta, si parla di marezzature. Difetti indotti da agenti esterni (atmosferici, lesioni, ecc.) Gli agenti esterni Oltre ai difetti naturali, l'albero porta i segni dell'ambiente in cui vive. Si tratta di deformazioni del tronco che possono essere provocate da un forte vento che soffia costantemente in una direzione, da neve o acqua che scende periodicamente lungo un pendio. Anche l'albero colpito da un fulmine può continuare a vivere e a crescere, ma la ferita rimarginata lascerà il suo segno all'interno del tronco. Tali agenti provocano sfaldature interne dovute alla precoce morte di gruppi di tessuto, pena l'indebolimento delle difese della pianta. Difetti indotti da agenti esterni (1) Cipollature Si tratta del distacco fra due anelli di crescita consecutivi, causato dal gelo o da gradienti di temperatura particolarmente elevati. Questo difetto può evidenziarsi durante la stagionatura. Nei casi più gravi può portare alla separazione dell’elemento in due o più porzioni che reagiscono alle sollecitazioni in modo indipendente. Difetti indotti da agenti esterni (2) Fenditure o cretti Il gelo crea le fenditure o cretti, ossia spaccature radiali più o meno profonde, che possono essere centrali o periferiche. Difetti indotti da agenti esterni (3) Lunature Il gelo crea anche le lunature, ovvero la presenza, nel durame, di porzioni di legno giovani e, quindi, tenere, aventi la consistenza dell’alburno. Difetti indotti da agenti esterni (4) Legni di reazione Sono quelle parti di legno dove le fibre non seguono l'andamento longitudinale, ma assumono una conformazione caotica. In questi punti la pianta ha subito una lesione o un attacco di un parassita. Difetti indotti da agenti esterni (5) Sacche, infiltrazioni o tasche di resina Sono zone di separazione, a forma di lenti, che si verificano tra due cerchi annuali che si riempiono di resina (quindi favorite dalla presenza di cipollature). Ciò provoca una diminuzione della resistenza e la presenza di macchie. Anche le sacche di resina fanno parte delle difese naturali dell'albero quando questo subisce una lesione. Dal momento che si trovano all'interno del tronco, queste si manifestano quasi esclusivamente durante la segagione. Difetti indotti da agenti esterni (6) Canastro È un’alterazione dei tessuti dovuta a sollecitazioni meccaniche (peso proprio, ecc.). Il legno diventa di colore rossiccio e acquista una durezza anormale. Difetti indotti da agenti esterni (7) Legno di tensione È un’alterazione dei tessuti dovuta al vento. Il legno diventa di colore biancastro e acquista una durezza anormale. Difetti indotti da agenti esterni (8) Fessurazioni e crateri Sono causati dai fulmini o dal gelo. Talvolta è il carico asimmetrico della neve che provoca le fratture. Difetti indotti dalla lavorazione (1) Tali difetti si possono manifestare già durante la stagionatura del legname tagliato a causa di anomalie o eccessivo ritiro che provocano tensioni interne al materiale. D’altra parte, poiché il legno è un materiale anisotropo (in particolare, ortotropo), le tavole, nel ritirarsi, non solo diminuiscono di volume, ma subiscono a volte profonde modificazioni che prendono il nome di: 1. Arcuatura. 2. Imbarcamento. 3. Svergolamento. 4. Falcatura Difetti indotti dalla lavorazione (2) Tali difetti sono connessi a igroscopicità e ritiro del legno, ovvero alla capacità del legno di assorbire l’acqua dall’atmosfera (igroscopicità) e di cedere acqua all’ambiente (ritiro) e alle conseguenti variazioni di volume, che possono essere molto diverse nelle due direzioni radiale e tangenziale. In particolare, il ritiro è un fenomeno inevitabile che inizia quando l'umidità del legno scende al di sotto del 30% circa del suo peso secco. Ricordiamo che, in linea generale, le essenze dure o pesanti si ritirano maggiormente di quelle tenere o leggere e che l'intensità delle contrazioni varia a seconda delle specie legnose. Difetti indotti dalla lavorazione (3) Il ritiro che si manifesta nei semilavorati è in stretta dipendenza della posizione delle tavole nel tronco. Difetti indotti dalla lavorazione (1) Arcuatura Curvatura dell'asse longitudinale, ossia parallelamente alle fibre. Difetti indotti dalla lavorazione (2) Imbarcamento Curvatura dell'asse nel senso della larghezza, cioè perpendicolarmente alle fibre. Difetti indotti dalla lavorazione (3) Svergolamento Curvatura dell'asse longitudinale in modalità torsionale. Difetti indotti dalla lavorazione (4) Falcatura Curvatura dell'asse longitudinale in pianta. Difetti indotti da animali, funghi, insetti, ecc. Oltre ai danni causati dagli agenti atmosferici quali umidità, sbalzi di temperatura ed esposizione al sole, esistono fenomeni di origine biologica quali l’attacco di funghi, alghe e licheni. Non meno trascurabili, infine, sono gli attacchi da parte degli insetti xilofagi e i danni causati da alcune specie di roditori e uccelli. Animali xilofagi e funghi Capricorno: scava "gallerie" all'interno della massa legnosa, intaccandone la resistenza. Termiti: scavano "gallerie" all'interno della massa legnosa, intaccandone la resistenza. Funghi: provocano il disfacimento di gruppi di cellule. Alterazioni prodotte da animali e funghi (1) Infradiciamento Il tronco può essere aggredito da insetti, muffe e parassiti che intaccano la corteccia e penetrano all’interno, producendo carie, infradiciamento e altri gravi inconvenienti. Si distinguono: 1. Cavernosità provocate da parassiti (larve e insetti). 2. Marciume bianco o rosso dovuto a funghi (che attaccano il legno in luoghi umidi). 3. Tarlature da parte di insetti xilofagi (Capricorno della casa, tarli, formiche, termiti). Alterazioni prodotte da animali e funghi (2) GALLERIE MARCIUME TARLATURA Cunicoli di medio e grande Materiale organico di colore Insieme di cunicoli di piccolo diametro, dovuti ad insetti o a bianco e rosso dovuto a funghi diametro, più o meno intrecciati larve d’insetti, che penetrano nel che attaccano il legno quando è scavati nel legno da insetti (tarlo, legno solcandolo in tutte le mantenuto in ambienti molto formiche, termiti, capricorno direzioni. umidi. della casa, vespe del legno). Alterazioni prodotte da animali e funghi (3) Il tarlo del legno Col nome generico di "tarlo" si indicano un insieme di insetti (in genere coleotteri) che vivono e si sviluppano all'interno del legno nutrendosi della fibra molle. Il tarlo, quando raggiunge il completo sviluppo, può essere lungo tra i 2 ed i 9 millimetri, a seconda della specie. La femmina adulta del tarlo deposita le uova (fino a 80) in anfratti, fessure, venature ed incastri di mobili e strutture in legno. Dall'uovo si sviluppa la larva che, invece di uscire da dove è entrata, si scava una lunga galleria lungo la fibra molle del legno, durante un periodo di circa tre anni. Al termine di questo periodo la larva diventa crisalide e, dopo qualche settimana, insetto. A questo punto compie una brusca curva verso l'esterno e fuoriesce, lasciando un forellino tondo di diametro variabile tra 1,5 e 3 millimetri. Questa fuoriuscita avviene sempre in estate. Accanto al foro si forma un mucchietto di legno polverizzato e si possono notare i tarli camminare lungo i mobili e i serramenti. Talvolta le gallerie scavate dai tarli arrivano molto vicino alla superficie del mobile, tanto che è possibile, osservandola con attenzione, vedere la vernice leggermente sollevata. Sotto quel rilievo c'è una galleria giunta quasi a contatto con la vernice stessa, e in questi casi è sufficiente esercitare una lieve pressione per sfondare la pellicola e arrivare alla galleria. Alterazioni prodotte da animali e funghi (4) Il tarlo del legno Questa eventualità deve indurre alla massima prudenza nell'uso di abrasivi (carta abrasiva, pagliette, ecc.) in quanto, insistendo troppo, si potrebbe arrivare a rimuovere il sottile diaframma legnoso rimasto tra la cavità e la vernice, mettendo in evidenza la galleria per un lungo tratto, con effetti estetici terribili. Il mobile tarlato, se da un lato dimostra la sua età ed è, per questo, apprezzato dagli amanti dell'antiquariato, dall'altro lancia un grido d'allarme a cui bisogna rispondere. Infatti il legno tarlato, oltre ad imbruttirsi, perde consistenza e può arrivare addirittura a sgretolarsi. Il legno preferito da questi insetti non è né troppo giovane né troppo vecchio: è sufficientemente asciutto per consentire uno scavo agevole, ma non è eccessivamente duro. I mobili molto antichi e tarlati non subiscono più l'attacco degli insetti. Soltanto alcuni tipi di legno vengono assaliti dai tarli, mentre altri, come ad esempio il carrubo e il pino marittimo, ne sono completamente e fortunatamente immuni. Considerazioni finali: la stagionatura Alla luce di quanto premesso, è evidente l’importanza che può assumere una corretta stagionatura, operazione durante la quale si riduce gradualmente l’umidità per tutto lo spessore del legno fino a raggiungere il punto di equilibrio con l’umidità ambientale. Tale operazione può essere effettuata in maniera naturale, tagliando i tronchi ed esponendoli in ambienti arieggiati naturalmente al riparo dalla pioggia: in tale modalità i tempi sono lunghi, da 4/5 mesi fino a 6/7 anni, ma gli effetti sono sicuramente migliori rispetto ad una stagionatura artificiale che si effettua in appositi capannoni chiusi ed arieggiati artificialmente. In quest’ultimo caso i tempi sono più brevi, ma, trattandosi di una stagionatura accelerata, “forzata”, presenta degli inconvenienti che si manifestano nel tempo.