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This document provides an introduction to Italian journalism, covering its history, development, and current forms from the invention of the printing press to modern digital media. It explores key concepts in Italian journalism and the evolving roles involved.

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Giornalismo M-Z Lioni Nascita del Gi nalismo - Il giornalismo è figlio di Gutenberg che a metà del ‘400 inventa la stampa a caratteri mobili —> cambiamento epocale - Si parla di “Galassia Gutenberg”, si passa dalla cultura orale alla cultura alfabetica - L’età delle Gazzette —> Dal 1563 nella Re...

Giornalismo M-Z Lioni Nascita del Gi nalismo - Il giornalismo è figlio di Gutenberg che a metà del ‘400 inventa la stampa a caratteri mobili —> cambiamento epocale - Si parla di “Galassia Gutenberg”, si passa dalla cultura orale alla cultura alfabetica - L’età delle Gazzette —> Dal 1563 nella Repubblica di Venezia veniva diffuso un foglio di avvisi in cui erano riportate notizie ufficiali, sulle guerre ed i commerci, e costava due soldi - Dal momento che la moneta da due soldi circolante nei territori della Serenissima si chiamava “gazeta”, ne prese il nome —> un titolo che ancora oggi è molto utilizzato - Il bisogno di informazione si sviluppa nella prima metà del ‘600 nell’Europa del Nord - Ad Avena, fiorente città commerciale dove la borghesia, ha bisogno di informazioni per i propri affari - Un secolo dopo, nel 1702 esce a Londra il “Daily Courant”, primo quotidiano della storia e precursore del giornale moderno - Il giornalismo inglese ha dato il via al giornalismo che si avvicina a quello che conosciamo noi - Nell’Inghilterra del ‘700 Tories e Whigs si sfidano fondando testate giornalistiche e schierando gli intellettuali, come con “Examiner” di Swift o la “Review” di Defoe - Nel 1833 nasce il “Sun”, il primo giornale newyorkese venduto ad un penny, non viene diffuso in abbonamento ma dagli strilloni per le strade - I giornali riservati all’elite, ai ceti più facoltosi, ora possono comprarlo operai, negozianti e artigiani - Nasce un nuovo mercato e cambiano i contenuti —> i giornali iniziano a pubblicare informazioni raccolti nei distretti di polizia, nelle aule dei tribunali, nelle strade, novità o fatti insoliti - Diventano notizie aspetti più vicini all’esistenza quotidiana dei nuovi lettori - Nasce anche Nellie Bly —> sognava di fare la giornalista, ma era una donna, riesce comunque a farlo facendo il giro del mondo, si è fatta rinchiudere in un manicomio per poter raccontare le condizioni dei pazienti in queste strutture - Inoltre Nellie è riuscita a fare il giro del mondo in meno di 80 giorni La radio e la tv - Inventata tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, la trasmissione di onde radio fu utilizzata inizialmente per la telegrafia, finché negli anni ‘20 nacquero le prime stazioni radiofoniche - A partire dagli anni Quaranta negli Stati Uniti e dagli anni Cinquanta in Europa prende rapidamente piede la Televisione - In America nasce, inoltre i giornalismo investigativo ed il modello del watchdog —> cane da guardia della democrazia contro potere e malaffare - Il Watergate, Bernstein e Woodwart erano dei giornalisti che grazie alle loro ricerche hanno fatto dimettere il presidente degli Stati Uniti - La settimanalizzazione —> per rispondere all’affermarsi dell’informazione televisiva, i quotidiani si ispirano al modello dei settimanali, aumentano la foliazione, privilegiano gli approfondimenti e creano inserti e supplementi or - L’era del citizen journalism —> I cittadini da semplici destinatari si trasformano in produttori di notizie, attraverso social network, blog, video La s i a di un tic o - Si basa sulla regola delle 5 W (Who?,What?,When?,Where?,Why?) L’incipit (o Lead) - L’incipit —> il “cappello” o “attacco”, è l’inizio dell’articolo, per gli americani il “lead” perché ha la funzione di guidare il lettore alla comprensione dell’argomento, invitandolo alla lettura - L’incipit è cosi importante perché deve guidare il lettore, incuriosendolo e rendendogli comprensibile la lettura Div si tipi di Lead (o a acco) a) Enunciazione del fatto o di una sua porzione —> incipit più classico, più scarno, da “5 W” b) Descrizione di una situazione o di un suo particolare —> cominciare da una scena concreta, porta il lettore direttamente dentro il fatto c) Dichiarazione —> entra direttamente nella notizia d) Questione —> domanda posta retoricamente dal giornalista che simula una domanda del lettore La notiziabilità - Lo slogan del The New York Times recitava “all the news that's fit to print”, “Tutte le notizie che meritano di essere pubblicate” - Con “notiziabilità” si intende la capacità di un fatto di trasformarsi in notizia - Negli anni 50' gli studi di sociologia formulano il concetto di giornalista gatekeeper —> apre e chiude i cancelli del flusso dell’informazione - Le storie che non ottengono l'approvazione del gatekeeper, non superano il cancello, non sono pubblicate o diffuse, e dunque non diventano notizie - Le decisioni del gatekeeper si basano su criteri stabili e standardizzabili che uniscono valutazioni individuali e collettive all'interno delle redazioni I val i notizia (news-values) - Sono i criteri valutativi convenzionali che si adottano nelle redazioni e che regolano la selezione e il trattamento delle notizie —> Non sono norme assolute, oggettive, al contrario sono molto variabili e flessibili - I valori notizia cambiano a seconda delle testate, a seconda del tempo - Esempio —> anche lo stesso giornale, ad esempio il Corriere della Sera, 30 anni fa non aveva gli stessi valori notizia di oggi (hanno riportato la notizia del divorzio di Totti, prima non si sarebbe mai dato così tanto peso alla vita privata di uno sportivo) - Prima c’era il trucco di mandare le notizie a Ferragosto, perché i giornali non avevano niente da pubblicare e quindi pubblicavano anche cose che normalmente non avrebbero avuto molta rilevanza (a Capri ad esempio sarebbe il contrario, a Ferragosto è piena di gente ma a gennaio non hanno niente da pubblicare) - I criteri di notizia mutano nel tempo, a seconda dei giornali, a seconda dell’aerea di lettura e della linea editoriale er cr or tt ur ar tt ol I val i notizia - Novità, imprevedibilità, singolarità —> es. il cane che morde l’uomo - Attualità —> auto-esplicativo - Negatività —> le notizie negative fanno più scalpore, attirano più l’attenzione - Interesse umano —> questioni che riguardano es. il costo della vita - Dimensioni e prestigio sociale delle persone coinvolte —> es. il cane morde il Papa. - Innovazione —> tecnologica, scientifica, medica - Effetti pratici —> leader e decisioni che hanno impatto sulla gente - Esclusività —> es. se Biden viene in Italia e concede una sola intervista a un solo reporter: quell’intervista, anche se Biden non dice niente di particolarmente rilevante, acquisisce automaticamente importanza e sale nella scala della notiziabilità - Vicinanza —> es. a Roma crolla un palazzo e muoiono 30 persone Dal gatekeep al mediat e multimediale - Spiegazione: nel mondo multimediale di adesso, il giornalista perde un po’ lo scettro: la notizia può essere condivisa da chiunque, non è più l’unico ad avere le chiavi del cancello - Il gatekeeper diventa un mediatore multimediale —> Deve mediare questa molteplicità di fattori del mondo comunicativo contemporaneo Le f ti - "Le fonti giornalistiche sono le persone e i documenti che forniscono informazioni sugli avvenimenti oggetto di notizia, quando il giornalista non è testimone diretto" - Si dividono in: Primarie e secondarie Dirette e indirette Le agenzie - Sono il pilastro basico della miniera dell’informazione - Tutto parte dalle agenzie (Ansa è la più importante italiana) - Sono organizzazioni che curano la raccolta, l’elaborazione e la distribuzione di notizie e di materiali informativi - Rappresentano la struttura base dell'informazione e presentano una doppia natura: Producono e distribuiscono autonomamente notizie, sono una testata a tutti gli effetti Sono fonti indirette per i mass media, ai quali forniscono informazioni e notizie che contribuiscono a formarne i contenuti - Non fanno soldi con le pubblicità bensì con gli abbonamenti —> alle agenzie si abbonano i giornali, le istituzioni - Il 70%-80% di quello che si vede sui giornali è preso dalle agenzie - Adesso i social stanno mettendo in crisi le agenzie —> non sono più le sole fonti di notizie per i giornali. Adesso la prima notizia arriva dai social - Il prestigio dell’agenzia si basa sull’affidabilità Qualche cenno st ico sulle agenzie - Le prime agenzie di stampa nascono in Europa nella seconda metà dell'ottocento con lo scopo di fornire informazioni ai giornali - La prima, la Havas, dal nome del proprietario Charles Louis Havas, nasce a Parigi nel 1835 on or er or or - Qualche anno dopo due ex impiegati della Havas, Bernard Wolf e Paulus Julius Reuters, fondano rispettivamente la Wolf a Berlino nel 1849 e la Reuters a Londra nel 1851. Le agenzie in Italia - La prima agenzia di stampa in Italia viene fondata nel 1853 e si chiama Stefani, dal nome del fondatore Guglielmo Stefani, all'epoca direttore della Gazzetta Piemontese, che la aprì su impulso di Camillo Benso conte di Cavour - Durante il fascismo divenne organo ufficiale del regimea - Nel 1945 nasce l'Ansa, proprietà di una cooperativa fra i principali editori dei quotidiani - Le principali agenzie oggi in Italia sono ANSA, Adnkronos, Agi, Askanews, Dire, La Presse Radiocor, 9 colonne, Nova, Vista e Italpress - Le agenzie hanno due tipi di pezzo: il flash e il take Il flash - Il primo lancio, riservato a avvenimenti importanti - Notizia di una o due righe, che si limita a comunicare l'evento in maniera secca e concisa - Per esempio alle 20.34 del 22 novembre 1963 l'Ansa diramò questo flash: "Dallas. Il presidente Kennedy è morto”. - Il flash è essenziale, scarno, stringato Il take - Notizia concisa, costruita secondo la regola delle cinque W, di solito non superiore alle ventiquattro righe - Per seguire gli eventi più significativi le agenzie inviano numerosi takes, con i continui aggiornamenti - I take sono messi sempre con l’orario —> fare attenzione all’orario - Le agenzie sono un rullo che si aggiorna costantemente Il new j rnalism - Un provocatorio mescolamento tra letteratura e giornalismo - Letteratura come mezzo —> giornalismo come fine - Materiali, personaggi, storie non sono frutto di invenzione ma presi dalla realtà - Gli esponenti del New Journalism in Italia —> Tiziano Terzani e Oriana Fallaci - La definizione di New Journalism viene coniata da Tom Wolfe nel 1973 con la pubblicazione di una antologia dal titolo omonimo —> che raccoglieva brani di Truman Capote, Hunter S. Thompson, Norman Mailer, Gay Talese, Joan Didion, e molti altri Il data j rnalism - Il giornalismo basato sui dati —> le notizie fatte con i numeri - Sviluppare inchieste e raccontare storie partendo dall’utilizzo dei dati - Si inizia con la raccolta, la selezione e l’analisi dei dati —> si continua con la trasformazione dei dati in una storia da raccontare —> ed infine si utilizzano i grafici e le mappe per visualizzare i dati che abbiamo aggregato ou ou Gi nalismo di precisi e - Il giornalismo di precisione iniziò a diffondersi nel 1973 con la prima edizione del libro di Philip Meyer, “Precision Journalism” - Nello stesso periodo in cui si afferma il new journalism che mescolava giornalismo e letteratura (ed identificava il cronista con uno scrittore), Meyer pensa invece al cronista come ad uno scienziato - Nel 1968 uno staff di giornalisti del “Detroit Free Press”, diretto da Philip Meyer, si aggiudicò il premio Pulitzer —> realizzando un’inchiesta giornalistica successiva alla rivolta avvenuta a Detroit, nel Michigan, dal 23 al 27 luglio del 1967 - Era stata una pagina drammatica per la società americana - Tutto si scatenò in seguito ad un blitz della polizia in un bar privo di licenza, all’angolo con la 12th strada - Quando i poliziotti fecero irruzione, dentro trovarono un’ottantina di afroamericani che festeggiavano il ritorno di due loro compagni dal Vietnam - Al momento degli arresti scoppiarono i primi scontri tra la polizia e gli abitanti del quartiere, che ben presto degenerarono in disordini, tumulti, saccheggi e incendi - Il bilancio fu da bollettino di guerra —> 43 morti, 1189 feriti (centinaia dei quali in gravi condizioni), più di 7200 arresti ed infine migliaia di edifici danneggiati I fa i di De t1 - Per la maggior parte dei media il profilo dei rivoltosi coincideva con i casi più frustrati e disperati provenienti dal fondo della scala economica —> che si ribellavano perché non avevano altri mezzi per avanzare ed esprimersi - Questa ipotesi fu smentita dalla ricerca fatta con interviste (effettuata da Meyer e dal gruppo del “Detroit Free Press”), che al contrario dimostrava che gli individui con un’istruzione universitaria avevano la stessa probabilità di partecipare alla rivolta di coloro che non avevano terminato la scuola secondaria e dunque non avevano conseguito il diploma I fa i di De t2 - La seconda interpretazione più diffusa —> individuava le cause della rivolta nella difficoltà che le persone di colore del sud riscontravano nell’integrazione con la cultura del nord - Si ipotizzava che un ruolo passivo ricoperto durante la repressione subita nel sud insieme alle vessazioni causate dalla schiavitù, avessero costituito un catalizzatore per la loro frustrazione una volta stabilitisi al nord - Anche questa volta la ricerca della “Free Press” produsse un risultato completamente differente - Dai dati emerge, infatti, che gli intervistati cresciuti al Nord avevano possibilità maggiori di partecipare alla rivolta e che la stragrande maggioranza dei non rivoltosi (92%) era proprio nato e cresciuto al sud or tt tt tr tr oi oi on Il datablog del Gu dian - Nasce il Datablog del Guardian - Nel 2009 comincia a circolare il termine “Data journalism” che racchiude tutte le peculiarità del giornalismo guidato dai dati - In Europa la prima testata è il “The Guardian” inglese, che nello stesso anno apre un blog per discutere e commentare tutto ciò che con i dati ha a che fare - Fin dall’inizio il Datablog del Guardian è punto di riferimento e fonte di ispirazione per tutti i data journalist europei Il data j rnalism in Italia - In Italia il primo lavoro di data journalism che si definisce in questi termini viene realizzato nella primavera del 2012 da Jacopo Ottaviani per il “Fatto Quotidiano” —> riguarda un’analisi dei decessi in carcere dal 2002 al 2012 - L’inchiesta, denominata “Patrie Galere”, è corredata da una mappa interattiva che mostra luoghi, numerosità e cause dei decessi e ha ispirato la creazione di un twitter-osservatorio sul tema —> una forma di database journalism - Nell’autunno dello stesso anno esce in varie puntate su “Wired Italia” l’inchiesta "Scuole Sicure” sui dati delle opere di messa in sicurezza delle scuole italiane in funzione antisismica, a firma di Guido Romeo, Marco Boscolo, Elisabetta Tola e altri collaboratori Il data j rnalism oggi - Una forma specifica di presentazione dei dati che vuole rendere graficamente visibili i messaggi, spesso con l’ausilio di un’applicazione web - La trasparenza è un valore centrale —> filosofia di condivisione dei dati i quali possono essere utilizzati e ridistribuiti, in modo da permettere a chiunque di verificarne la veridicità - Il “cherry picking” (cosiddetta, raccolta di ciliegie) —> quando scegliamo e selezioniamo intenzionalmente informazioni e fonti in base alle nostre convinzioni in merito ad un determinato argomento L’illusi e della v idicità - I dati da soli non raccontano una storia —> dunque, non è vero che una storia basata sui dati sia sempre più solida o veritiera - Le storie potrebbero essere basate su dati errati, mal interpretati, obsoleti —> magari ottenuti attraverso metodologie improprie o sbagliate - I dati, addirittura, potrebbe essere prodotti appositamente per supportare una certa visione o una cera argomentazione La aca - Nel modello tradizionale è la forma di esposizione delle notizie per eccellenza, che risponde alle cinque W - Nel giornalismo anglosassone —> storica distinzione tra cronaca e commento, tra news e views cr on on ou ou er ar Il c mento - La nozione di commento coincide con una opinione personale espressa su un fatto - Il fatto è la forma giornalistica di esposizione delle opinioni - Si tratta di views —> punti di vista Il nodo dell’obie ività - L’attività giornalistica è per definizione un’attività interpretativa - Il concetto di obiettività ha sempre fatto discutere gli studiosi e i giornalisti - L’idea è che lasciando parlare solo i fatti, descrivendoli con imparzialità e senza faziosità e pregiudizi —> si possono restituire gli avvenimenti in maniera obiettiva Il mito dell’obie ività - Umberto Eco 1971, “Guida all’interpretazione del linguaggio giornalistico” - “Il mito dell’obiettività, con l’immagine correlativa del giornale indipendente, camuffa semplicemente la riconosciuta e fatale prospetticità di ogni notizia. Per il semplice fatto che scelgo di dire una cosa piuttosto che un’altra ho già interpretato. Se metto in prima pagina la notizia di un conflitto a fuoco in Nigeria e in un’altra pagina la vittoria di tappa al Giro d’Italia, è chiaro che ho già fatto una scelta politica. Ho impostato al pubblico una scala di proprietà”. - Umberto eco a fine anni settanta (più precisamente nel 1979) declina in modo diverso il concetto —> distinguendo tra livello teorico ed empirico - “Il limite alto dell’obiettività è irraggiungibile perché non può mai esserci una corrispondenza assoluta fra eventi e resoconto giornalistico” In Italia - Lungo il corso della storia del giornalismo italiano, l’ideale dell’obiettività, diversamente che nel giornalismo anglosassone, non è stato centrale - Il giornalismo italiano è sempre stato in stretto rapporto con la politica e l’elemento interpretativo forte - Gli editori italiani raramente sono stati editori “puri” —> cioè senza interessi e proprietà principali al di fuori delle testate giornalistiche possedute Gen i inf mativi - Il resoconto —> cronaca lineare e sintetica di un fatto, scrittura tendenzialmente oggettiva (cronaca di un dibattito parlamentare, di un convegno, di un processo) - Il reportage —> una cronaca che non si limita a fornire la notizia ma ne descrive il contesto, scavando in profondità, partendo dal fatto e trasformandolo in una storia, dilatandone i confini, sfruttando la capacità di scrittura del giornalista; è il pezzo classico che si chiede agli inviati speciali (da uno scenario di guerra, dal luogo di un delitto, dal set di un film) - La biografia —> una ricostruzione della vita di personaggi o protagonisti della cronaca; sono molte le occasioni nelle quali ad una redazione può servire una biografia, in ogni campo, dallo sport, allo spettacolo, alla politica: vittorie, premi, conferimenti di incarichi, anniversari, lutti; rientra in questa categoria il “coccodrillo”, la pratica di confezionare biografie di personalità da tenere in archivio, continuamente aggiornate, da pubblicare in caso di morte degli stessi om er or tt tt - Il fogliettone —> il termine deriva dal francese “feuiletton”, come si chiamava nei giornali parigini della prima metà del XIX secolo lo spazio più basso della pagina, riservato ai romanzi d’appendice a puntate; oggi è da considerarsi un genere ibrido, in cui piccole storie e affreschi sociali mescolano cronaca e commento , ironia e morale, con molta libertà - L’editoriale —> detto anche articolo di fondo, è un commento che esprime la linea editoriale del giornale, pubblicato in prima pagina solitamente in alto a sinistra, scritto dal direttore o da un’opinionista I gen i di ini e - Il commento —> a firma di un giornalista o opinion leader, a corredo di un fatto o di un fenomeno, in prima pagina o in una pagina interna, esprime anch’esso una posizione che il giornale riconosce come propria, ma in una collocazione grafica più decentrata - L’opinione —> commento non impegnativo per la linea del giornale, pubblicato di solito in una pagina contenitore destinata a ospitare i contributi esterni - L’analisi —> lettura analitico-interpretativa di un evento o un fenomeno da parte di esperti della materia trattata - Il corsivo —> commento breve, di tono ironico, spesso tagliante, un editoriale minimo, sintetico; il termine deriva dal fatto che un tempo questi pezzi venivano composti in carattere corsivo - Rubrica —> spazio fisso affidato ad un’opinionista autorevole che non esprime necessariamente l’opinione del giornale e si interfaccia con il pubblico La tit azi e - Il titolo è la sintesi del pezzo ed ha la funzione di dare al lettore una conoscenza essenziale a prescindere dalla lettura dell’articolo - Titoli denotativi (o enunciativi) —> tendono a una comunicazione fredda, oggettiva, aderente alla sintesi delle notizie riportate, con una funzione descrittiva - Titoli connotativi (o paradigmatici) —> esprimono un registro caldo, che richiama l’emozione e la soggettività; bisogna cogliere in una parola o in uno slogan, il significato generale dell’informazione riportata La tit azi e “classica” - L’occhiello —> posto al di sopra del titolo e di corpo inferiore a questo - Il titolo —> composto da una, due o tre righe, posto di norma in cima a un articolo ma talvolta anche circondato dal testo - Il catenaccio —> posto al di sotto del titolo e di corpo intermedio tra l’occhiello e il titolo - Il sommario —> composto da più righe, di corpo inferiore all’occhiello pari a questo, posto a volte sotto il titolo e più spesso in mezzo allo sviluppo dell’articolo L’int vista, definizi i - É una metodologia maieutica, capace di far esprimere un soggetto su un fuoco tematico o personale —> è il prodotto del dialogo tra il giornalista e l’intervistato, un processo dialettico - Il genere che rivela più degli altri l’attività interpretativa del giornalista, che è attore del dialogo e non ha una funzione neutrale - Leo Longanesi definiva ironicamente “l’intervista è un articolo rubato” —> nel senso che è un pezzo fatto da un’altra persona, l’intervistato, di cui si riportano le dichiarazioni cosi come er er ol ol on on op on on vengono dette. In realtà su tratta di una tecnica giornalista tutt’altro che semplice, che richiede un grande lavoro prima e dopo, di preparazione e di elaborazione successiva Tipi di int viste - Interviste tematiche —> in cui il dialogo verte su un argomento specifico, di cui l’intervistato è un esperto o un testimone - Interviste personali —> centrate sulla personalità dell’intervistato e sulla sua esperienza umana e professionale Relazi e a int vistato e int vistat e - Tra intervistato ed intervistatore si dipana una relazione dialettica, che varia a seconda delle situazioni, ed ha due estremi 1. L’alleanza —> che impegna il giornalista in un gioco di sponda con l’intervistato, aiutandolo a mettere a fuoco il suo punto di vista 2. L’antagonismo —> segnato da una contrapposizione dialettica, rivolta a far emergere nel colloquio le contraddizioni dell’intervistato Tras izi e dell’int vista - La trascrizione di un’intervista è quasi sempre più lunga dello spazio che si ha a disposizione - Bisogna dunque selezionare e sintetizzare le risposte dell’intervistato - Il giornalista non ha l’obbligo di riportare le risposte ricevute in maniera letterale, può sintetizzarle o esplicitarle, per una maggiore comprensibilità verso il lettore ma senza alternarne il significato - L’editing dell’intervista è un lavoro di esegesi e di sintesi, in cui il giornalista deve porsi esternamente al dialogo appena concluso cercando di costruirne il senso più autentico - Salverà alcune parti del dialogo ritenute essenziali ai fini della notiziabilità L’inchiesta, definizi i - Il nome è mutato dal lessico giudiziario, rivela l’intenzione di portare avanti un percorso conoscitivo a beneficio del cittadino, e suggerisce analogie con il lavoro di investigatori e magistrali - Il giornalista interroga testimoni, confronta le dichiarazioni, studia tutto il materiale relativo al fatto in questione, cerca di scoprire elementi nascosti Inchiesta investigativa - L’inchiesta investigativa punta all’accertamento di vicende controverse, per chiarire aspetti oscuri o trascurati, per fare luce su fatti o fenomeni la cui spiegazione ufficiale risulta insoddisfacente, per individuare responsabilità celate - Le origini dell’inchiesta investigativa le troviamo con Ida Tarbell, ad inizio ‘900 con i suoi articoli sul sistema di potere e corruzione della Standard Oil, pubblicati sulla rivista McClure’s - Negli ultimi anni si è diffusa molto nel giornalismo la cosiddetta “inside story”, una storia in cui il giornalista assume un’identità fittizia per assistere dall’interno ad un avvenimento e raccontarlo con quell’efficacia narrativa che solo l’essere al contempo protagonista e testimone di un evento può dare cr on on er tr er on er er or Inchiesta c oscitiva - L’inchiesta conoscitiva è un viaggio attraverso contesti, aspetti o fenomeni che segnano la società del nostro tempo - Un lavoro di messa a fuoco e approfondimento - Non parte necessariamente da un fatto specifico, cerca di leggere dinamiche e mutamenti sociali, culturali, economici, etc… - Giovanni Russo conduce nel ’55 un’inchiesta conoscitivo sul Mezzogiorno. Una serie di articoli che fornivano dati impressionanti, ma soprattutto che descrivevano situazioni degne di un Paese civile. Parallelamente denunciava, senza usare toni alti ma attraverso l’esposizione nuda dei fatti, lo strapotere e l’egoismo dei grandi proprietari, spesso di rango aristocratico Il racc to della p itica - L’attività interpretativa del giornalista è fondamentale, i fatti in politica non parlano mai da soli - Uno scontro di potere, una dichiarazione sibillina, un particolare posizionamento, la dialettica su una linea, esigono di essere spiegate con una chiave di lettura - Bisogna non solo ricostruire gli eventi, ma anche le motivazioni che vi stanno dietro, attribuirgli un significato alla luce del contesto politico Dal past e al re oscena - Il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica segna il superamento di un genere che aveva scandito per 40 anni i tempi della politica italiana ed era già entrato in crisi negli anni ’80 —> Il Pastone - “É un articolo lungo a volte anche due colonne, che contiene tutte le informazioni politiche della giornata cucite insieme con i soliti, frusti accorgimenti linguistici: un vero e proprio minestrone di notizie, di commenti delle varie parti politiche e del giornalista che lo ha preparato” (P. Murialdi) La nota - “La rappresentazione della dialettica centrata su un singolo tema del giorno si definisce nota politica” (Barbano, Sassu) - La nota riporta le diverse posizioni sull’argomento che ha animato il dibattito nella giornata politica - Se il pastone cuciva temi ed eventi diversi in un filo narrativo comune, la nota riporga il botta e risposta fra esponenti politici su un singolo tema o un nodo politico cha ha segnato la giornata Il panino in Rai - Alla Rai, l’evoluzione del pastone con le dichiarazioni dei rappresentanti del governo e dei partiti è il “panino” - L’introduzione viene attribuita a Clemente Mimun, direttore del Tg2, all’epoca del primo governo Berlusconi - Panino perché consiste nel far parlare un rappresentante del governo (prima fetta di pane), nel mezzo l’opposizione, e infine la maggioranza (seconda fetta di pane) on on on tr ol Il re oscena - La lettura delle vicende politiche attraverso il non detto e le confidenze dei suoi protagonisti, per fare luce sul dietro le quinte - Nato per illuminare le zone d’ombra della politica, per aprire spiragli nella riservatezza attraverso fonti attendibili, nella declinazione italiana a volte si cimenta nella ricostruzione di pensieri, punti di vita, umori, reazioni tratte dal privato del leader e perciò non confutabili - Talvolta attribuiti a fonti anonime, talaltra desunti deduttivamente dall’autore dell’articolo - Un genere tanto diffuso, ma controverso - Il retroscena è un patto di fiducia tra giornali e lettori, e tra il giornalista e le sue fonti L’inf mazi e in Tv - Fin dall’inizio si articola in tre sotto-generi: 1. Le news (notiziari/telegiornali) —> con cadenza quotidiana e presto più edizioni giornaliere 2. L’approfondimento delle notizie, con periodicità settimanale o pluri-settimanale e spesso a carattere tematico, con trasmissioni che (a seconda delle epoche e del formato) vengono chiamate rubriche, rotocalco, magazine 3. La telecronaca di eventi importanti, spesso in diretta, con immagini commentate in audio da un telecronista e l’eventuale presenza di inviati che forniscono interviste e commenti Il telegi nale - Il telegiornale nasce negli Stati Uniti negli anni ’40 - In Italia la prima edizione andò in onda il 10 settembre del 1952 - Dopo un periodo di sperimentazione, le trasmissioni iniziarono regolarmente nel 1954 - Il 3 gennaio 1954, giorno d’inizio delle trasmissioni televisive ufficiali della Rai, va in onda (alle 20:45, per la durata di mezz’ora) il Telegiornale - L’informazione fa parte dei generi fondativi della tv italiana - Nel 1961 nasce il Tg2 e nel 1979 il Tg3 - Concorrenza —> Tra il ’90 ed il ’91 nascono Studio Aperto, il Tg4 ed il Tg5 - Il telegiornale va in onda con molte edizioni al giorno, non è come un giornale stampato che esce una volta —> è un continuo aggiornamento Il linguaggio televisivo 1. Le immagini (in movimento) —> la parte più importante, con una sequenza di inquadrature è possibile raccontare un fatto, fare sentire un’emozione 2. Il suono —> il pianto di un bambino, il rumore del traffico, il tonfo dei mortai, le grida dei feriti, il suono può da solo farci capire dove ci troviamo e cosa stiamo per vedere 3. Il montaggio —> ovvero il procedimento che ci permette di mettere in ordine le sequenze, di dare un senso al racconto; se il servizio televisivo sarà mediocre o sarà fantastico, sarà per buona parte merito del montaggio 4. Il testo —> in televisione le parole sono importanti, bisogna scrivere in modo semplice e chiaro; le parole del testo devono servire ad aiutare il telespettatore nella comprensione del servizio, per descrivere quello che le immagini non sono riuscite a dire, per sottolineare un fatto o provocare un’emozione; bisogna, soprattutto, stare molto attenti a non abusare del testo or tr or on L’infotainment - Negli anni ’80, con la forte competizione determinata dall’avvento delle tv commerciali, nasce un nuovo meta-genere —> l’infotainment - Un ibrido tra information e entertainment —> un’informazione spettacolarizzata, segnata dalla contaminazione tra linguaggi L’agenda se ing, ipotesi - L’ipotesi dell’agenda setting, formulata negli anni ’70 dagli studiosi McCombs e Shaw, si regge dunque su due elementi chiave 1. I media sono in grado di determinare e ordinare gerarchicamente la presenza dei temi nell’agenda 2. L’agenda dei media si riflette nella costruzione dell’agenda degli individui - Le ricerche successive si interrogano sulla possibile diversità dei temi in agenda 1. Il potere di agenda dei media è minore su temi di cui il pubblico ha esperienza diretta, Eyal 1981 2. Esistono temi a soglia alta, che risalano lontani dalla vita quotidiana dei soggetti, e temi a soglia bassa, vicini ai soggetti o per esperienza diretta o perché già entrati a far parte delle questioni di cui si dibatte in un determinato momento, Lang 1981 3. La Stampa e la tv hanno un diverso potere di agenda —> la prima ha un ruolo di agenda setting, la seconda di spot lighting (organizzazione agenda vs rafforzamento temi), McCombs 1976 La isi dei gi nali Fotoc ia - L’ossessione della completezza porta all’omologazione tramite quattro tappe: 1. Intuizione —> i giornalisti adeguano le proprie opzioni tematiche e la gerarchia delle singole notizie a quella che si presume sarà la scelta compiuta da uno o più giornali concorrenti. Sono atteggiamenti che concorrono a costruire una rete di controllo preventivo tra le singole testate, attraverso un meccanismo che potremmo definire di “prevedibilità condivisa dalle scelte dominanti” 2. Sorveglianza —> i giornalisti si controllano a vicenda. I cronisti spiano i loro colleghi, attraverso un contatto con le fonti confidenziali, non solo per avere qualche “dritta”, ma anche per sapere se i colleghi rivali stanno lavorando su quella notizia. A ciò si aggiungono i tradizionali cartelli di collaborazione tra i giornalisti, veri e propri patti di non belligeranza, i quali vincolano gli aderenti alla cessione reciproca di notizie. A volte avvengono anche scambi confidenziali di informazione circa i titoli di prima pagina fra i dirigenti e i quadri dei singoli media 3. Adeguamento a siti web e telegiornali —> l’informazione online ha in gran parte surrogato quel potere di indirizzo che per tutti gli anni ’90 hanno svolto i Tg. Non esistono studi specifici ma è sufficiente confrontare le prime pagine dei quotidiani con l’apertura dei siti delle ore 21-22 del giorno prima, per constatare una tendenza all’omologazione dei primi ai secondi, con riferimento sia alla gerarchia della notizia sia al lessico che alla titolazione 4. Controllo a posteriori —> la cosiddetta verifica del giorno dopo, cioè la valutazione che si fa nella riunione del mattino, finisce per essere l’ultimo elemento di omologazione, quando il giudizio sulla qualità del proprio operato non è dato in funzione della richiesta di informazione da parte del lettore ma piuttosto è desunto dal rapporto tra i propri titoli e quelli dei giornali concorrenti cr tt or op Il gi nale nibus - In Italia è prevalsa la formula del giornale omnibus, cioè sin unico giornale per tutti i tipi di lettori - Pensato come un contenitore generalista che tiene insieme informazione alta e bassa, notizie internazionali e popolari, mescolando generi, stili e linguaggi diversi Tentativi di p ul pap s in Italia - “L’occhio”, nato nel 1979 sul modello della “Bild”, editore Rizzoli, direttore Maurizio Costanzo —> durerà poco più di un anno - Nel 1995 esce “Il Telegiornale” —> formato tabloid, diretto da Gigi Vesigna, dopo 33 giorni interrompe le pubblicazioni - Nel nostro paese tradizionalmente l’informazione popolare, intesa come mix di cronaca rosa, cronaca nera, scandali, pettegolezzi su divi, famiglie reali e personaggi dello sport e della politica, è presediate dai periodici, quelli di taglio più familiare, come “Oggi” e “Gente”, e quelli di gossip, come “Novella2000” e “Chi” Modelli di gi nalismo: Mielismo - Il mielismo, dal nome del direttore del corriere Paolo Mieli dal ’92 al ’97 e dal 2004 al 2009 - “Il giornalista deve essere come un ascensore che va dai piani più alti ai bassifondi della politica, deve trattare gli argomenti leggeri con serietà e quelli più seri con leggerezza” (Paolo Mieli) - Il mielismo secondo Filippo Ceccarelli:”Inconfondibile miscela di spirito alto e materia bassa; attenzione a tutto quanto è televisivamente popolare e popolarmente televisivo; suggestioni perlopiù antiretoriche, non di rado articolate attraverso disseminazioni di dubbi su mitologie consolidate; apparente leggerezza; allegra e spavalda disponibilità al gossip, quindi al divertente, all’eclettico, al frammentario; visione conflittuale della realtà, con conseguente sottolineatura di “casi”, “polemiche”, “duelli” e, quando possibile, spargimento di polpettine di zizzania destinate soprattutto a uomini politici e intellettuali che si prendono troppo sul serio; culto del dettaglio, ancora, talvolta tirato fino all’estremo limite, e cioè ben oltre la vicenda in cui esso dettaglio s’inscriverebbe” Al i modelli di gi nalismo - Il 30 gennaio 1996 esce “Il Foglio” fondato e diretto da Giuliano Ferrara. Inizialmente solo quattro pagine, tanto testo stampato, niente foro ma vignette, senza firme se non nella seconda pagina dedicata ai dibattiti, più che notizie, analisi, commenti e approfondimenti. Giornale d’opinione, colto, dalla foliazione ridotta - Il “Fatto Quotidiano” esce il 13 settembre 2009, diretto da Antonio Padellaro, primo numero di 24 pagine. Giornale di opinione, focalizzato su politica e cronaca giudiziaria, meno spazio al resto. - La “free press” —> I quotidiani distribuiti gratuitamente presso le stazioni della metropolitana, dei treni e degli autobus e nei punti di maggiore transito pedonale delle città. Dotati di una veste grafica agile, hanno avvicinato alla lettura dei quotidiani nuovi pubblici, solitamente estranei al target dei giornali tradizionali. L’uso diffuso del colore, le grandi foto, le infografiche, richiamano il design dei portali online. Forniscono una fruizione “nomade” e veloce dei contenuti. Dopo un boom, il calo del mercato pubblicitario sta cambiando scenario tr or om op or ar or er La radio - L’invenzione della radio nel 1895 è legata a due nomi in particolare —> l’italiano autodidatta Guglielmo Marconi ed il fisico russo Alexandr Stepanovič Popov - Entrambi, negli stessi anni, lavorarono alla realizzazione e messa a punto di uno strumento analogo, in grado di inviare e ricevere segnali a distanza - Marconi chiama la sua invenzione “telegrafo senza fili” ossia “wireless” e pensa ad un utilizzo in questa direzione - In Italia la marina ed il ministero delle Poste non prendono in considerazione il suo progetto che viene accolto in Inghilterra La radio “m c iana” - “Fra tutti i paesi europei, infatti, l’Inghilterra era quello che aveva più contatti con gli Stati Uniti d’America ed era la distinzione del più importante collegamento transatlantico con New York. In seguito all’accettazione del suo dispositivo, Marconi fondò in Gran Bretagna la Compagnia Marconi. Le applicazioni navali della nuova invenzione furono immediate e vastissime, tanto che ancora oggi il radiotelegrafista di una nave si chiama marconista” —> Enrico Meduni, televisione e radio nel XXI secolo - La prima dimostrazione al grande pubblico dell’utilità della radio “marconiana” si ebbe nel 1912 con il naufragio del transatlantico Titanic, durante il quale il segnale di soccorso venne intercettato, secondo un noto aneddoto tra storia e leggenda, dal marconista David Sarnoff dell’American Marconi, che diventerà, negli anni seguenti, il presidente della RCA (Radio Corporation of America) La radio, l’Audi - Nel 1906, l’americano Lee De Forest inventò un elemento di fondamentale importanza che fece da filo conduttore tra la radio marconiana e la radio moderna, ossia la valvola termoionica o triodo, che fu chiamata “Audition” - L’Audition consentì la trasmissione non più solamente dell’alfabeto Morse utilizzato da Marconi, ma aprì le porte dell’etere anche alla voce umana e ai suoni - La produzione di un modello sufficientemente economico e duraturo dello strumento si ebbe soltanto qualche anno dopo, nel 1913, grazie alla compagnia americana General Electric - Ma solo durante la prima guerra mondiale, con una grandissima richiesta di comunicazione da parte degli eserciti coinvolti, si riuscì finalmente a dare il via alla produzione in serie e a basso costo del triodo La radio d o la Prima Gu a M diale - 1916, fino a quel momento l’apparecchio veniva impiegato esclusivamente a livello navale o militare, nessuno aveva mai immaginato che potesse essere utilizzato con altre finalità - David Sarnoff, ancora dipendente dell’American Marconi Company, inviò un memorandum ai sui superiori in cui suggeriva un diverso uso del mezzo radio e ne proponeva un progetto commerciale rivolto ad un mercato più ampio di consumatori - Trovandosi però, in quegli anni, nel pieno della guerra, l’idea viene accantonata —> sarà ripresa e sviluppata qualche anno dopo e Sarnoff ne sarà un grande protagonista, dal 1919 op ar on on err on con la nascita della Radio Corporation of America (RCA), dove ebbe ruoli dirigenziali fino al 1970 La radio in Italia - In Italia il fenomeno comincia nel 1924 con la fondazione dell’URI (Unione Radiofonica Italiana), che manda in onda la prima trasmissione ufficiale della radio italiana il 6 ottobre dello stesso anno - Con un Regio Decreto del dicembre 1927 venne deliberata la trasformazione dell’Uri in EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), che divenne effettiva dal gennaio 1928 - 1944 —> EIAR diventa RAI (Radio Audizioni Italia) - 1946 —> 2 programmi nazionali ad onde medie (Rete Rossa e Rete Azzurra) - 1951 —> 3 programmi nazionali ad onde medie (Programma Nazionale, Secondo Programma, Terzo Programma, che diventeranno Radio 1, Radio 2, Radio 3) - Anni ’70 —> nascita delle radio libere, la stagione dei “cento fiori” - Anni ’90 —> verso il sistema radiotelevisivo misto (pubblico e privato) - Oggi —> 10 radio Rai (FM/A;, filodiffusione, digitale), 20 radio private nazionali, radio comunitarie (nazionali e locali), radio locali, web radio Il quotidiano dal reale al v tuale - La redazioni dei grandi quotidiani di carta tendono a integrarsi sempre di più con quelle della testata online, dando vita ad un giornale multipiattaforma, a ciclo continuo - Il ciclo della notizia comprende tutte le ventiquattr’ore, il prodotto online si rende complementare e integra quello cartaceo - Il New York Times può essere considerato un caso emblematico: nel 2000 l’ufficio centrale del quotidiano era costituito da un ponte tra le due edizioni, composto da caporedattori e redattori incaricati del lavoro di riscrittura, che gestivano il flusso quotidiano delle notizie e chiedevano agli inviati testi integrativi e quando possibile immagini e audio sul campo - Dopo oltre 10 anni, quel ponte si trasforma in news desk, cioè in un modello di piena integrazione, che lavora sia per d’edizione cartacea che per quella online, supervisionando i contenuti di ogni settore C taceo e digitale, “The Gu dian” - Il Guardian ha mantenuto l’accesso libero e puntato su un modello di finanziamento basato sulla membership - “Sono persone talmente fedeli al Guardian che pagano per qualcosa che potrebbero ottenere gratis. Potrebbe esistere un legame più intendo?” —> ha dichiarato l’amministratore delegato David Pemsel - In realtà, a seconda del contributo elargito si entra a far parte di una sorta di “club” in cui si beneficia di un rapporto più riavvicinato con la redazione e i giornalisti, si ha accesso ad eventi e masterclass e soprattutto si fa parte di una comunità, sostenendo il futuro del giornale in cui ci si riconosce - Il motto “If you believe in Guardian journalism, become a Guardian Member” ar ir ar C taceo e digitale, “The New Y k Times” - Il New York Times ha adottato il sistema dei paywall, ossia dopo un certo numero di articoli puoi accedere alla lettura solo se ti abboni - Complessivamente il NYTimes raggiunge 7,8 milioni di abbonati - Di questi, gli abbonati digital/online sono 6.991.000 e 825mila sono abbonati al prodotto tradizionale cartaceo - Ben 1 milione di abbinamenti al di fuori degli Stati Uniti - Impiega 1700 giornalisti, un numero enorme se paragonato al totale dei giornalisti assunti a livello nazionale negli USA, che si aggira tra le 20mila e le 38 mila persone Cr ds rcing e Cr dfunding - Sulla scia del Citizen journalism si innestano crowdsourcing e crowdfunding, due modelli di giornalismo che si basano su sostegno e collaborazione dei cittadini - Il primo, in particolare, è una forma collaborativa tra giornalisti e lettori, un neologismo formato da “crowd” (folla) e outsourcing (esternalizzazione di una parte delle attività), introdotto per la prima volta nel 2006 da Jeff Howe all’interno del sito Wired - Mentre il secondo termine insiste di più sul sostegno economico, sulla raccolta fondi a favore dell’iniziativa giornalistica C munity engagement - Cosa vuol dire per un giornalista fare engagement? Cosa comporta lavorare in una redazione avendo come finalità quella di coinvolgere e rendere attivi i propri lettori e, più in generale, le comunità di cui fanno parte? —> Steve Buttry, già direttore di Community Engagement e Social Media per la Journal Register Company, spiega che l’interazione con il pubblico è rivolta principalmente a migliorare il proprio lavoro ed il livello qualitativo dell’informazone, e la conquisa di nuovi lettori ne è semmai la logica conseguenza, non l’obiettivo iniziale - Secondo una Ricerca Data media hub del 2018 le principali testate italiane, gestivano in maniera del tutto approssimativa le loro fanpage su Facebook - Queste pagine erano una “discarica di link” per fare traffico, senza nessuna, o quasi, gestione della community, né un dialogo con i lettori - Seppur alcuni social media manager avevano deciso di attuare una moderazione silenziosa, resta impressionante la quantità minima delle risposte date dai giornali ai proprio lettori su Facebook Il gi nalismo line - Il primo giornale su internet è il “Chicago Tribune” nel 1992 - In realtà nel 1982 attraverso una locale BBS (Bulletin Board System), una testata texana “The Forth Worth Star Telegram” aveva diffuso una versione online non corredata di immagini - Solo a partire dal 1993 entrano in gioco i grandi quotidiani americani - In Italia il primo quotidiano ad approdare in rete è “L’unione Sorda” nel 1995 —> una grande intuizione dell’editore Nichi Grauso - Internet è ancora poco diffuso, si stima che quell’anno in Italia ci fossero solo 400 mila utenti - A seguire arrivano “L’Unità”, “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”, “La Gazzetta dello Sport” ar om ow or ou on ow or - “La Repubblica” esce nell’aprile 1996 in concomitanza con le elezioni politiche, registrando un grande successo - L’esperimento convince De Benedetti a investire fortemente —> il 14 gennaio 1997 nasce ufficialmente “repubblica.it" diretto da Vittorio Zucconi S iv e sul web 1. Rapidità —> Come dice Paul Virilio:”Il messaggio è la sua velocità”. Sul web la notizia deve essere data ai lettori non appena disponibile, in tempo reale, in un flusso continuo 24 ore su 24 2. Brevità —> Una scrittura oggettiva, lineare, chiara. Si impone come tendenza, seppur non esclusiva, nella prassi delle produzioni giornalistiche su internet 3. Ipertestualità —> “L’ipertesto è una serie di grani di testo tra cui sono creati collegamenti che consentono al lettore differenti cammini” (Theodor H. Nelson) Breaking News - Una notizia che viene comunicata appena giunge e che interrompe il flusso normale delle informazioni, imponendosi all’attenzione del publico per la sua rilevanza - Il tempo del quotidiano erano le 24 ore tra la stampa di un’edizione e l’altra - Radio e televisione hanno avvicinato i tempi della notizia rispetto a quelli del fatto, internet li ha sostanzialmente accertati - Per l’informazione digitale il tempo della notizia si accorcia ancora di più e diventa simultaneo al tempo dell’accadimento - L’aggiornamento dei giornali online è continuo - Chi visita un sito d’informazione si aspetta che sia costantemente sull’ultima notizia, in tempo reale - Potremmo parlare di uno stato di breaking news permanente “Hamst j rnalism”? - “Se prima i giornaliera confezionati con una scadenza precisa - per mandare l’edizione del giornale in rotativa o, nel caso della televisione e della radio, per la messa in onda del notiziario -, nel web questo limite invalicabile non esiste più. Quando una redazione arriva a conoscenza di una notizia deve pubblicare nel più breve tempo possibile. Quel limite temporale invalicabile si scioglie in un flusso senza soluzione di continuità che viene anche rivendicato, se si pensa alle diverse testate che online affiancano il loro nome alla dicitura “24 ore su 24”. Usher (2014) definisce efficacemente questo tipo di produzione come hamster journalism, il “giornalismo dei criceti”, cioè di chi continua a macinare movimento in una ruota irrefrenabile” (Sergio Splendore, Giornalismo ibrido, 2017) Il caso di Michael van P pel - Michael van Poppel, classe 1989, nella sua stanza di adolescente olandese nella primavera del 2007 ha inventato, con sei suoi coetanei provenienti da Europa, Stati Uniti e Messico, la BNO (Breaking News Online), una delle agenzie di stampa più veloci al mondo, un’agenzia composta esclusivamente da giovani sparsi in tutto il mondo e perennemente online - Nel 2009, mezz’ora prima dell’Ansa, van Poppel e colleghi hanno dato l’annuncio del terremoto che aveva distrutto l’Aquila - Altri eventi di cui sono stati tra i primi a dare una copertura mediatica sono l’incidente dell’aereo ammarato nell’Hudson, il terremoto ad Haiti nel 2010, le rivolte in Africa cr er er ou op Settentrionale e Medio Oriente tra il 2010 e il 2013, nonché l’uccisione di Osama Bin Laden nel 2011 L g-f m j rnalism - L’informazione in rete è destinata a contenuti segnati da sinteticità, frammentarietà e tempestività, adatti a tempi di attenzione molto brevi o esiste lo sazio per articoli più ampi e approfonditi, per reportage, inchieste e forma lunghe di racconto giornalistico? - “Sulla scia dei grandi maestri americani del new journalism come Tom Wolfe, Norman Mailer, Joan Didion, e Truman Capote, sta rinascendo nel web quella forma di racconto, a metà tra il reportage giornalistico e il romanzo, che tanta fortuna riscosse negli Sessanta e Settanta” (Barbano, Sassu) - Uno dei primi esempi di questa tendenza è stato premiato nel 2013 con il Pulitzer - Si tratta del progetto di storytelling multimediale intitolato “Snow Fall” pubblicato sul sito di New York Times - Diviso in sei capitoli, di oltre 3000 parole ciascuno, racconta della valanga che travolse un gruppi di sciatori, professionisti del fuoripista, sulle innevate montagne dello stato di Washington - Mescola video e immagini, grafici interattivi e testo —> il tutto creando un flusso narrativo che lascia sempre al centro la lettura, rendendo la parte multimediale integrante di quella testuale - Il sito “L’ultimo uomo” mescola narrazione letteraria, analisi tecnologica, giornalismo sportivo e ironia, puntando su articoli dal formato long-form” —> nel 2018 è stato comprato da Sky “Veleno” Podcast - Il capostipite italiano del giornalismo via podcast - Questo progetto di Pablo Trincia e Alessio Rafanelli racconta il caso agghiacciante e pieno di ombre accaduto 20 anni fa in provincia di Modena, quando sedici bambini furono allontanati per sempre dalle loro famiglie, accusate di far parte di una setta - Un’inchiesta che ha richiesto oltre 3 anni di lavoro per raccogliere e ordinare fatti e testimonianze Dal gi nalismo m o-mediale alla c v genza oss-mediale - Secondo Sofi e Bionda il processo produttivo nelle redazioni sta vivendo una transizione, attraverso 3 fasi: 1. Produzione mono-mediale 2. Produzione multimediale 3. Produzione e convergenza cross-mediale De t ogia - Deontologia —>Termine coniato da Bentham (1° metà del ‘800) - Stabilire quali azioni siano giuste e quali sbagliate - Articolo 21 costituzione= La stampa non può essere soggetta a censure - Individualista, libertà di informazione coincide con libertà di manifestazione del pensiero; Funzionalista, libertà di informazione coincide con il diritto dei cittadini all’essere informati on on ol or or ou on on er cr - Albo dei giornalisti= Legge 69/1963 (4/02/65) istituisce l’Ordine dei giornalisti - Albo si compone di 2 soli elenchi(professionisti e pubblicisti), i praticanti sono iscritti in un apposito registro - Art.2 deontologia= Diritti e doveri - Libertà di informazione - Rettificati gli errori - Segreto professionale - Diritto di diffondere notizie e commenti= Secondo 3 criteri: Pertinenza, utilità sociale; Verità dei fatti esposti; Continenza, forma chiara e civile dell’esposizione dei fatti - Testo unico= Sono allegati, il Codice di deontologia, la Carta di Treviso, la Carta dei Doveri dell’informazione economica, la Carta di Firenze, il Glossario della Carta di Roma - Art. 1= Libertà di informazione e di critica - Art. 2= Diritto all’informazione e libertà di opinione - solidarietà fra colleghi - non accetta premi che possano condizionare la sua autonomia - cura l’aggiornamento professionale - Art. 3= Identità personale e diritto all’oblio - evita particolari del passato, se non opportuni - valuta l’incidenza della pubblicazione sul percorso di reinserimento sociale del condannato - tutela il condannato che ha deciso di esporsi ai media - non pubblica i nomi di chi ha subito violenze sessuali - Diritto all’oblio= Diritto ad un individuo di non essere più ricordato per fatti che in passato furono oggetto di cronaca riconducibili ad una sua vicenda - Art. 4= Regole relative al trattamento dei dati personali Privacy= Il giornalista può trattare anche dati sensibili senza autorizzazione se: Esercitano il diritto di cronaca; Rispettano l’essenzialità dell’informazione su fatti di interesse pubblico; Si attengono al codice di deontologia - Trattare i dati secondo 5 requisiti: Liceità, raccolta lecita; Correttezza, scopi determinati; Esattezza, corrispondere alla realtà; Pertinenza, necessari e non eccedenti; - Articolo 5 = Doveri nei confronti dei minori (utilizzo della Carta di Treviso): -Maggiore interesse per il bambino -Nessun bambino dovrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie. - Nei casi di affidamento o adozione, di genitori separati o divorziati, occorre tutelare l’anonimato del minore - Articolo 5 bis = Rispetto delle differenze di genere: evitare stereotipi di genere nei casi di omicidio ecc, utilizzare un linguaggio rispettoso, specialmente nei confronti dei familiari della vittima - Articolo 6 = Doveri nei confronti dei soggetti deboli: rispetto delle persone malate con disabilità e diffondere le notizie sanitarie e scientifiche solo se verificate con fonti qualificate. - Articolo 7 = Doveri nei confronti degli stranieri (Carta di Roma): evitare di diffondere informazioni imprecise e tutelare l’immagine dei rifugiati, delle vittime ecc, - Articolo 8 = Cronaca giudiziaria e processi in TV: obbligo di rispettare sempre la presunzione di non colpevolezza, non citare persone il cui ruolo non sia essenziale per comprendere la notizia. - Non riprende immagini o foto di persone in stato di detenzione - Non possono essere rappresentati con ferri o manette ai polsi - Articolo 9 = Doveri in tema di rettifica e di rispetto delle fonti: garantire l’opportunità di replica, citare sempre le fonti. - Articolo 10 = Doveri sulla pubblicità e dei sondaggi: distinguere la pubblicità dall'informazione, trasparenza quando vengono pubblicati i sondaggi. - Articolo 11: Doveri in tema sull’informazione economica: sottrae i giornalisti alle sanzioni e al giudizio della Consob dopo la direttiva UE sulla tavoletta di mercato. - Articolo 12: Doveri in tema dell'informazione sportiva: niente immagini ed espressioni violente, niente atteggiamenti che possono provocare atti di violenza. - Articolo 13: Carta di Firenze, garantire una maggiore dignità e riconoscimento nei confronti del giornalista. - Articolo 14: il giornalista separa il proprio compito dagli altri soggetti che operano nella comunicazione e non assume collaborazioni che determinano conflitti d’interesse con il suo incarico.

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