Esame Letteratura Coreana 1 PDF

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Il documento fornisce un'introduzione alla letteratura coreana, coprendo le origini, i periodi cruciali come Koryo e Silla, gli autori importanti e le caratteristiche principali. Include anche informazioni sulla lingua e la cultura coreana, oltre a dettagli sulle influenze straniere.

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INTRODUZIONE Le origini della letteratura coreana I coreani tendono ad affermare che il proprio paese ha cinquemila anni di storia e questo perché? perché l’Antico Choson (Ko Choson) parte con il mito di Tang’un (circa quattromila anni). In generale però, non si trova questo in nessun reperto stori...

INTRODUZIONE Le origini della letteratura coreana I coreani tendono ad affermare che il proprio paese ha cinquemila anni di storia e questo perché? perché l’Antico Choson (Ko Choson) parte con il mito di Tang’un (circa quattromila anni). In generale però, non si trova questo in nessun reperto storico. Dopo Ko Choson nacquero alla fine del I millennio a.C: Puyo, Koguryo, Paekche e Silla che conoscevano, alcuni, già la scrittura, ma nessun opera ci è arrivata. Le prime opere letterarie sono: Samguk Sagi scritto da Kim Pusik durante il periodo Koryo (1145-1122). Ha 28 volumi e tratta delle origini e la caduta dei Tre Regni (Silla, Paekche e Koguryo). L’altro è il Samguk Yusa è più fantastico rispetto al Sagi perché tratta di aneddoti ed è stato scritto dal monaco Iryon. Gli albori della storia La storia coreana vede come palcoscenico la Manciuria. La Corea si trova tra due potenze mondiali: Cina e Giappone. Anche se è così, lei non ha mai perso l’indipendenza e per questo adesso si trova dove è. A nord si fondò Koguryo, ramo che creò Paekche. A sud Silla e Kaya, che quest’ultimo dovette arrendersi a Silla e Paekche. Iniziando così il Periodo dei Tre Regni. Silla sconfigge prima Paekche nel 660 e poi Koguryo nel 668 unificando la penisola. Poi essa sconfisse pure i Tang (prima suoi alleati) perché i cinesi volevano il controllo della penisola, ma senza successo. Gli ex abitanti di Koguryo e Paekche fondarono Parhae nel 698, ma vennero attaccati dai Khitan (Liao) e caddero nel 926. Silla cadde nel 935 a causa delle lotte interne dei due stati Nuovo Koguryo e Nuovo Paekche. Vinse il primo cambiando il nome di Koryo. Nel periodo Koryo, però, ci furono vari attacchi dai mongoli e la dominazione della dinastia Yuan per circa ottanta anni, poi, fu sostituita dai Ming. La Corea ottenne dipendenza nel 1392 con Yi Songgye, che dopo un colpo di stato fonda il regno di Choson. Questo regno ripudiò l’ideologia di Koryo che era fondata sul buddhismo e si basò sul neoconfucianesimo. Lo stato di Choson venne attaccato durante l’Era di Muromachi alla fine del XVI secolo, e la penisola chiese aiuto ai Ming, ma vennero rovesciati dai Qing. Nel 1950 ci fu la guerra civile che divise Corea del Nord e del Sud. Le ragioni per una storia della letteratura coreana La letteratura coreana rispetto a quella cinese e meno vasta soprattutto nel periodo precedente a Choson a causa di vari fattori elencati da Yi Kyugyong: frequenti guerre e invasioni: in particolare quella giapponese nel 1592; incendi alle biblioteche reali; scarsa considerazione della letteratura coreana, a differenza di quella cinese ritenuta più importante; problema della lingua: quelle scritte in cinese erano considerate importanti, quelle in coreano ritenute scarse, infatti quelle scritte in Han’gul non ne restano tantissime, ma le poche che sono arrivate sono considerate di grande valore (Canone Buddhista di Koryo, Diario della segreteria reale). La lingua coreana: iscrizioni, trascrizioni, testimonianze Fu inventato il sistema di trascrizione Idu nel V secolo, dove si ha traccia nelle tombe di Koguryo. Questo sistema era usato con gli Hanja, in modo da poter prendere il posto degli ideogrammi. Questo sistema lo troviamo nelle hyang-ga di Silla e Koryo, ma in generale, non ne è rimasto tanto. Finché nel XV/XX secolo Re Sejong non crea l’Hang’ul, un alfabeto coreano, molto semplice e si apprende in mezza giornata. Cultura straniera e pensiero tradizionale Il pensiero straniero ha avuto un grosso impatto ed importanza soprattutto in ambito politico: buddhismo usato nel periodo dei Tre Regni, e anche il confucianesimo usato come ideologia nello stato di Choson. Caratteristiche e tradizioni culturali dei paesi vicini La Corea con la Cina ha un rapporto di rispetto verso i superiori (Cina), usando il termine “sadaebu kyorin” cioè avere rispetto per i potenti. Non solo dalla Cina ha subito influenze, ma anche dagli USA e della lingua inglese. Vediamo la diffusione del Cristianesimo e tante altre influenze. CAPITOLO 1 Fra storia e mito La Corea possiede miti di fondazione per legittimare il proprio potere e assicurare la sua storia e natura. Questi miti li troviamo in opere che possiamo leggere ancora oggi: Samguk Sagi; Samguk Yusa; Tongmyongwang-p yon (Poema del Re Tongmyong); Chewang un’gi (Registro di versi di re e imperatori) Ko Choson e il mito di Tang’un (233) Ir’yon inizia la mitologia di Tang’un. Quindi questo mito lo troviamo nel Samguk Yusa. Questa storia parte dall’antico regno di Choson (Ko Choson) e da Tang’un, il suo fondatore. Hwanung, figlio del dio del cielo, viene sulla terra per mettersi a capo di uomini e insegnargli la civiltà regnando con giustizia. Un’orsa e una tigre gli chiedono di potersi trasformare in esseri umani. Quindi il dio dà loro dell’assenzio e dell’aglio e non devono vedere la luce del sole per 100 giorni. L’unica che rispetta questo è l’orsa, infatti viene trasformata in umana, ma chiese un’altra cosa al dio, cioè di volersi sistemare e sposarsi. Hwanung sentendo questo, la rende gravida facendo nascere Tang’un. Lui rende capitale Pyongyang del suo stato Choson, e dopo al termine diventa dio della montagna nei monti di Asadal (monti Paegak e Kuwol). Koguryo e il mito di Chumong (36 a.C-668) Questo mito lo troviamo nel Samguk Sagi. Questo mita inizia con Haeburu nel regno di Puyo. Non aveva figli e faceva tanti sacrifici agli dei della natura al fine di poter avere finalmente un erede. Per strada, un giorno, trovò questo ragazzo di nome Kumwa, che era simile di aspetto ad una rana d’oro, e lo elesse come suo successore. Divenuto re Kumwa sposò Yuhwa, figlia del dio delle acque Habaek. La donna, però, era già stata messa incinta da Haemosu, figlio del dio del cielo. Kumwa la rinchiuse in una torre, ma la luce del sole la seguiva in ogni istante così che lei, dopo, dà alla luce un uovo. Il re fa di tutto per sbarazzarsene, ma senza successo. Nacque così Chumong (nella lingua di Puyo significa “abile con l’arco”). Era talentuoso e invidiato da tutti così che si ritrovò a scappare dai nemici arrivando sul fiume Cholbon fondando Koguryo nel 37 a.C. Dopo arrivarono nel suo regno anche i profughi di Puyo tra cui sua madre e suo figlio Yuri. Lui, quando si trovava a Puyo, sposò una donna degli Ye dando luce a Yuri, il principe ereditario. Un giorno Yuri per errore fracassò i recipienti di una portatrice d’acqua e fu rimproverato dalla donna che gli disse “tu sei così perché non hai un padre”. Tornato a casa chiese dove fosse il padre, e lei gli disse che il padre, in realtà, era il sovrano di Koguryo. La donna disse al figlio di trovare la pietra di forma ettagonale sotto il pino e di portargliela in modo da essere riconosciuto dal padre, e così successe. Mito di Onjo di Paekche (18 a.C-660) Si trova nel Samguk Sagi e parte con Chumong, al tempo della sollevazione nel Puyo settentrionale andò nel Puyo Cholbon e il sovrano gli diede in sposa sua figlia. Divenne sovrano e si ritrovò con due principi. Onjo e Piryu. Questi due principi lasciarono il paese dopo che Yuri, figlio del sovrano, arrivò e divenne lui erede al trono. Piryu andò a Minch’inhol (odierna Inch’on) mentre Onjo a sud del fiume Han, nella fortezza di Wirye. Quest’ultimo ebbe successo, mentre Piryu no, così si tolse la vita invidioso del fratello. Mito di Pak Hyokkose di Silla (57 a.C-935 d.C) Questo mito fa parte del Samguk Yusa. Sei villaggi, privi di un re e quindi c’era preoccupazione. Un giorno nel pozzo di Najong videro brillare una luce e c’era questo uovo dal quale nacque Pak Hyokkose. Gli abitanti si presero cura di lui. Nel mentre nel pozzo di Saryang-ni apparve un drago-gallina con a fianco una bambina dall’aspetto meraviglioso. I due bambini furono allevati e cresciuti insieme, così che a loro volta si sposarono e Pak Hyokkose divenne il sovrano di Sorabol, dopo prese il nome di Silla. Mito di Kim Suro di Kaya (42 a.C-532) Questo mito lo possiamo leggere nel Samguk Yusa. Inizia con un gruppo di nove capi tribù si recò sul monte Kuji per invocare il cielo e chiedere un sovrano. Dopo una supplica appassionata, una scatola d'oro discese dal cielo contenente sei uova. Da ognuna di queste uova nacque un principe, e il primogenito fu proprio Kim Suro. Da un lontano regno Wanha arrivò Sok T’arhae e disse vicino a Suro di rinunciare al trono. Kim Suro si ritrovò d’accordo solo se T’arhae l’avesse battuto in una gara di magia, ma quest’ultimo fu sconfitto. Un giorno da una nave arrivò la principessa Ho Hwangok che andò in sposa a Kim Suro, e insieme governarono Kaya. Kim Suro poi morì a 150 anni dopo la separazione con la regina. CAPITOLO 2 Le antiche canzoni: dalla collettività del mito al lirismo individuale Le più antiche canzoni arrivate a noi sono: Kuji-ga (canzone della tartaruga); Kong mu toha-ga (Signore, non attraversare il fiume!); Hwangjo-ga (canzone dei rigogoli). Per metterle in ordine cronologico a seconda dell’antichità dinastica vanno così: 1. Kong mu toha-ga (Ko Choson); 2. Hwanjo-ga (Yuri di Koguryo); 3. Kuji-ga (Kaya) Ma se le mettiamo in ordine dal collettivismo all’individuale: 1. Kuji-ga (collettiva e legata al mito); 2. Kong mu toha-ga (intermedia); 3. Hwanjo-ga (individualista e distaccata dal mito) La Kuji-ga: l’ardente formula per la fondazione di un regno Questa canzone è riportata nel Samguk Yusa ed è dedicata a Kaya. La Kuji-ga riguarda il mito di Kaya, e sarebbe la canzone che i nove capi- villaggio o la comunità cantano per avere un sovrano per il regno. C’è l’ardente desiderio dell’arrivo di un sovrano carismatico. la Canzone fa così: Tartaruga,tartaruga, metti fuori la tua testa! Se così tu non farai, ti cuoceremo e ti mangeremo. La prima strofa indica una preghiera, un rito collettivo per far arrivare il sovrano il cui compito è quello di edificare un regno unitario con la tartaruga, un animale totemico, e simbolico. La seconda strofa è quasi una minaccia perché se questa cosa non si avvera, il popolo andrà in rovina senza un sovrano. La Kong mu toha-ga: un lamento che annuncia la fine dell’età del mito Questa canzone è legato al regno di Ko Choson, anche se alcuni l’hanno fatta rientrare nella letteratura cinese perché venne tramandata dal Haedong Yoksa (Trattato storico sulla Corea) che, a sua volta, cita il Gujin-zhu (Documenti antichi e moderni) opera cinese scritta da Cui Piao. Questa canzone inizia con un barcaiolo Kwangni Chago che all’alba stava riparando la sua barca e vide un uomo dai capelli bianchi che con una bottiglia di liquore barcollava e tentava di attraversare il fiume. La moglie, seguendolo, gli pregò di non farlo, ma lui non ascoltò e annegò. La moglie pianse lamentandosi e si buttò anch’essa nel fiume. Il barcaiolo, tornando a casa, lo raccontò alla moglie Yo Ok che con una cetra intonò la seguente canzone: Signore, non attraversare il fiume! No, mio signore, non attraversalo! Ma tu attraversasti e peristi nell’acqua: e adesso, signore, cosa sarà di me? La canzone ha un autore e un esecutore: la moglie dell’uomo che è annegato, e la moglie del barcaiolo che intona la canzone con la cetra di tipo konghu per questo la canzone ha un secondo titolo come Konghu-in (Canzone della cetra konghu). L’uomo viene visto come uno sciamano che attraversa il fiume, cioè una frontiera fra vita e morte, e attraversandolo riesce ad acquisire i poteri sconfiggendo la morte, ma fallisce l’impresa per un motivo: il rito va a scemare perché abbiamo un potere più politico con Ko Choson quindi è come se vengono messi in discussione i poteri dello sciamano. Abbiamo la fine dell’età del mito, quindi anche della sacralità e collettivismo e andiamo più verso l'individualismo. La Hwangjo-ga: la prima lirica descrittiva di un intimo dolore La canzone è riportata nel Samguk Sagi. Riguarda Yuri, sovrano di Koguryo, che quando venne a mancare la consorte Song, lui prende in sposa una donna coreana, Hwaui, e una cinese Ch’ihui. Le due erano gelose l'una dell’altra quindi avevano alloggi separati. Quando Yuri dovette partire le due andarono in contesa e la cinese andò via. Yuri la rincorse per farla tornare, ma fu del tutto inutile, e sconsolato si sedette sotto un albero, guardando uno stormo di rigogoli e intonò la canzone: Rigogoli, che a coppie svolazzare festosi, rincorrendovi a vicenda, considerate me che sono solo. Insieme a chi rifarò il mio cammino? Questa è una lirica di tipo descrittiva ed individuale che indica come il sovrano non abbia abbastanza potere per controllare le due donne= non ha potere per controllare e moderare la situazione, un dissidio tra due popoli. CAPITOLO 3 L’introduzione dei caratteri cinesi e la letteratura dei Tre Regni Le tre canzoni citate nel secondo capitolo sono arrivate a noi in lingua cinese. Il cinese lo vediamo già prima del periodo dei Tre Regni. Con questa introduzione della lingua cinese vediamo le prime forme di poesia e prosa. La scrittura cinese ha permesso ai cinesi e poi anche ai coreani di creare una bellissima forma d'arte: la letteratura. All'inizio i coreani si sono ispirati ai cinesi, ma poi hanno creato uno stile tutto loro. Fino alla metà del periodo dei Tre Regni abbiamo la poesia classica con 4 sillabe per verso, il metro più usato. Dopo verso la metà del periodo di Silla Unificato abbiamo gli stili del Munson (opera cinese che contiene 443 poesie di varie epoche). Per ultimo, ancora più tardi, quando aumentò il numero di studenti coreani che si recavano in Cina per allargare le loro conoscenze e sempre più diplomati agli esami di Stato presso i Tang tornavano in patria, al loro seguito arrivò anche la ‘poesia moderna (kŭmch’esi) cinese. La prosa, invece, predilige lo stile detto ‘delle frasi appaiate’ (pyollyomun) che di solito ha 4-6 versi. Ciò che di essa oggi rimane sono i testi diplomatici o genericamente ufficiali. La letteratura in cinese di Koguryo Koguryo era confinante con la Cina, quindi fu il primo a ricevere il cinese. Nel regno di Sosurim con l’introduzione del Buddismo (372), dalla Cina arrivarono testi buddhisti e statue del Buddha, e fu aperta anche un’Accademia nazionale (T’aehak), dove s’insegnava ai giovani. Nel secondo anno del regno di Changsu (414) abbiamo l’iscrizione su tela del re Kwanggaet’o che è alta 6 metri e 39 centimetri e si trovano incisi circa mille e ottocento caratteri che trattano delle gesta del sovrano. Nel 639 troviamo già giovani di Koguryo che studiano in Cina. Nel 643 vennero importati il Daodejing di Laozi e altre importanti opere cinesi come i Cinque Classici, l’Antologia poetica, lo Shiji e il Hanshu. Nel 612 un’opera importante arrivata a noi in stile e lingua cinese: Yu U Chungmun (A Yu Zhongwen) scritta da Ulchi Mundok,, comandante di Koguryo che con strategia ha fatto elevare l’ira di Yu Zhongwen (Sui) e le sue truppe sono finite nel disastro nel fiume Salsu. Altre è una poesia “Elogio al ginseng” e una canzone di Chongbop, che parla di una roccia solitaria che si eleva sull’acqua chiamata Susimga e la canzone è detta Yonggosok che significa “canto narrativo”. La letteratura in cinese di Paekche Nel regno di Koi (285), il letterato Wang In fu invitato in Giappone per insegnarvi gli “Analecta” (analetti) di Confucio e i “Mille caratteri”,ciò fa pensare che la letteratura cinese a Paekche fosse ben conosciuta e apprezzata. Inoltre che nel regno di Kun Ch’ogo (375) il letterato Ko Hŭng scrisse delle Cronache (Sogi) riguardanti la storia nazionale. Per il resto, c’è un’iscrizione su uno specchio di rame trovato all’interno della tomba di re Muryong che riporta una richiesta all’imperatore Hyomun dei Wei di soggiogare Koguryo e una lettera del ministro Song Ch’ung indirizzata a re U˘ija. La Stele di Sat’aek Chijok (Sat’aek Chijok-pi) fu ritrovata a Puyo nel 1948. Di autore ignoto, da vari indizi viene datata alla fase finale del regno di Paekche. La scrittura, di grande qualità, rivela un alto livello intellettuale da parte dell’estensore del documento litico. A parte questo reperto, ci sono arrivati pochi esempi di altri scritti. La letteratura in cinese di Silla prima dell’unificazione Silla fu l’ultimo a ricevere l’influenza cinese. Nel regno di Chijŭng (503), il paese prese il nome di Silla. Nel regno di Chinhŭng (545), fu pubblicata una Storia nazionale (Kuksa) e ancora dopo vennero erette delle stele ai 4 angoli del paese, lungo la frontiera con Koguryo e Paekche, la qualità delle cui iscrizioni superava addirittura quella di tali regni. Occorre dunque pensare che Silla sia stato capace di recuperare in pochissimo tempo il ritardo culturale che lo separava dagli altri regni. Nel regno della regina Chindok (650), in occasione della vittoria di Silla su Paekche, una poesia in cinese venne scritta su seta e inviata come dono all’imperatore della Cina dei Tang. Questo componimento, scritto al fine di consolidare le relazioni coi Tang, era intitolato proprio “Eulogia della pace per l’amicizia con la Cina” e divenne particolarmente famoso per la sua bellezza, lodato come fu dagli stessi cinesi, che non lo ritennero inferiore alle loro stesse poesie. Durante il periodo in cui il Buddhismo arriva nel regno coreano di Silla, si sviluppa una prosa di grande valore letterario, legata anche alla nuova religione. Tra le opere importanti ci sono la Lettera a re Chinp’yong di Kim Hujik e il trattato filosofico Elementi essenziali del sūtra del Nirvāna del monaco Wonhyo. Questo periodo vede molti monaci buddisti impegnati nello studio e nell’interpretazione dei testi sacri, come fece anche Wonhyo, contribuendo alla diffusione della letteratura buddhista. Tuttavia, la scrittura in cinese classico risulta difficile da adattare alla lingua coreana. Per esempio, testi come la Stele della nuova fortezza sul Monte Meridionale e la Roccia del giuramento dell’anno “Imsin” usano ideogrammi cinesi. Questo metodo mostra come i coreani dell’epoca facessero fatica a esprimere il proprio pensiero usando solo i caratteri cinesi. Più tardi, però, questa difficoltà venne ridotta usando i caratteri cinesi anche per rappresentare i suoni coreani. Questo sistema di scrittura, chiamato hyangch’al, sarà utilizzato per scrivere poesie chiamate hyang-ga. CAPITOLO 4 Le hyang-ga: romanticismo e dolore nel popolo di Silla Del genere hyang-ga ci sono arrivati 25 esemplari, 14 dei quali si trovano nel Samguk yusa,le rimanenti 11 sono state tramandate dal Kyun’yo-jon (Vita di Kyun’yo), opera del primo periodo Koryo, e sono raggruppate nel corpus di poesie conosciuto come I dieci voti di Samantabhadra,tema principale Buddista. Queste poesie, vere e proprie lodi al Buddha e destinate alla propagazione della fede, per il loro carattere strettamente religioso differiscono alquanto dalle hyang-ga di Silla, i cui contenuto sono maggiormente legati al mondo secolare. Le hyang-ga del periodo Silla sono delle ‘canzoni di Silla’, secondo il sistema di scrittura ‘HYANGCH’AL’ ,che usa i caratteri cinesi dal punto di vista sia ideografico sia fonetico, in modo da poterli meglio adattare alla sintassi e al ritmo della poesia coreana. Possiamo dividere le hyang-ga in base alla struttura dei versi: ❖ 4 versi tipica delle canzoni popolari Sodong-yo nel Samguk Yusa(Canzone di Sodong) P’ung’yo (Ballata) Honhwa-ga (L’omaggio del fiore) nel Samguk Yusa, Sanhwa kongdok-ka (Canzone dei meriti e dei fiori sparsi) ❖ 8 versi Ch’oyong-ga (La canzone di Ch’oyong) Mo Chukchirang-ga (Elogio del hwarang Chukchi) ❖ 10 versi ,componimenti complessi, quelle che mostrano il miglior livello poetico. Che mangmae-ga (In morte della sorella) Ch’an Kip’arang-ga (Elogio del hwarang Kip’a). La Sodong-yo e la Honhwa-ga: sogno e romanticismo della gente comune Sodong, futuro re di Paekche, un giorno recita: Sonhwa, la principessa, ha un amore segreto, ed esce nella notte per incontrare Sodong. Era stata trasmessa oralmente. La dedica alla principessa Sonhwa di Silla. Una volta diventata di dominio pubblico, la principessa fugge dal Palazzo, si sposano e lui diventa Re Mu di Paekche. La Honhwa-ga invece, durante il regno del 33esimo re di Silla (Songdok), la dama Suro vide questa azalea su questo precipizio e volle a tutti i costi raccoglierlo. Era però pericoloso visto la sua posizione e nessuno volle raccoglierlo per lei: solo un uomo cantando questa canzone: Se permettete ch’io lasci la mia vacca legata ai piedi di quella roccia rossa, e non avrete di me vergogna alcuna, colto quel fiore, io ve ne farò dono. Può essere visto come uno sciamano, o un vecchio che, attratto dalla bellezza della dama, esaudisce il suo desiderio. C’è questo superamento delle barriere sociali e politiche a causa di differenze di ceti. La Ch’oyong-ga: degenerazione e dissolutezza delle classi superiori Re Hongang andò ad Ulsan, e presso le fontane della Buona Fortuna, incontrò Ch’oyong, uno dei sette figli di re-drago e lo portò con sé a Kyongju. Il drago è simbolo di orgoglio e schiettezza al proprio luogo di appartenenza quindi il protagonista andando nella capitale si sente come chiuso in trappola. Vede la corruzione del paese, anche se ottiene le cariche pubbliche, lui girovaga un po ' per distrarsi. Finché un giorno trova la moglie con un demone (sarebbe un nobile depravato e un pò libertino) e capisce come la capitale abbia perso i suoi principi morali. La triste ombra della lode al hwarang Con le hyang-ga vediamo come i hwarang venivano descritti: valorosi in battaglia, degli studiosi, facevano pellegrinaggi. Dobbiamo però guardare anche un altro aspetto di queste figure nelle hyang-ga: solitudine e tristezza come in Mo Chukchirang-ga (Dedica la hwarang Chukchi) e Ch’an Kip’arang-ga (Lode al hwarang Kip’a). La prima riguarda questo hwarang Chukchi che è molto conosciuto e considerato importante, ma abbiamo il suo declino a causa della situazione storica: erano considerati outsiders perché non serviva più il loro potere dopo l’unificazione. La Ch’an Kip’arang-ga viene descritto il hwarang Kip’a. Questa hyang-ga è di 9 versi ed è considerata la più stilosa anche dal re Kyongdok perciò detta “sanoe-ga”. Wolmyong, il più grande menestrello di Silla Lui è il più grande esponente delle hyang-ga e compose Tosol-ga (dedica) quando due soli apparvero nel cielo e con questa canzone pose fine a questo evento durato dieci giorni. Era un uomo raffinato e colto, è stato menestrello (artista di corte) poi monaco. Ha scritto anche una hyang-ga per la sorella morta: Che mangmae-ga (in morte alla sorella) e parla del suo rapporto con lei; di come fossero legati e dice che spera di rivederla ancora ed è per questo che seguirà la Via. CAPITOLO 5 La letteratura in cinese di Silla unificato La prima donna a governare fu la regina Sondok (27esimo sovrano) che grazie a lei abbiamo un notevole sviluppo della letteratura cinese a Silla, ma non solo grazie a lei: sistema di esami di stato grazie a re Wonsong (788) che venivano selezionati in base alle loro abilità di leggere i classici eccetera; accademia nazionale con re Sinmun (681). Due geni di Silla: Kangsu e Sol Ch’ong Kangsu è originario di Kaya, che dopo la caduta del suo paese lui va a Silla e coltiva il confucianesimo e si occupa della stesura dei documenti. Lui era bravo nella stesura perchè quando un diplomatico dei Tang mandava messaggi, lui capiva messaggi nascosti che nemmeno il sovrano capiva, perciò si occupava lui a scrivere. Sol Ch’ong, figlio di Wonhyo, un grande studioso confuciano che si occupò nell’interpretazione dei testi confuciani. Inventò il sistema kugyol (scritta in ordine cinese (soggetto-verbo-oggetto), seguendo l'ordine coreano (soggetto-oggetto-verbo). Lui compose “il re dei fiori”: re Sinmun chiese a Sol Ch’ong di raccontargli qualcosa di interessante e lui gli raccontò la storia della peonia, regina dei fiori, rosa adulatrice e della pulsatilla fedele e sincera. Nel regno sboccia la peonia e tutti gli altri fiori, tra cui la rosa e la pulsatilla, andarono dal re e sperano di essere prese in considerazione per un premio. La pulsatilla venne scelta per il suo modo di parlare così dolce e soave. La sua struttura e “pyollyomun” del periodo dei tre Regni. Il pellegrinaggio alle cinque regioni dell’India di Hyech’o e la letteratura buddhista Con l’unificazione abbiamo un grosso sviluppo del buddhismo tra cui esponenti famosi: Wonch’uk (613-696) e Wonhyo (617-686). Del primo ne sopravvivono solo diciassette di centootto opere. Wonhyo compose “Trattato sul ‘Vajrasamadhi sutra’” che è un perfetto esempio di pyollyomun. Un altro monaco che arriva più tardi è Hyech’o che compone “Pellegrinaggio alle cinque regioni dell’India” dove parla dei costumi delle persone del posto. Fu ritrovato nel 1908 nelle grotte di Dunhuang da Paul Pelliot e pubblicato nel 1910. Ch’oe Ch’iwon, il fondatore della letteratura in cinese della Corea Ch’oe Ch’iwon fu uno degli studenti di Silla che studiarono in Cina. All’età di dodici anni andò in Cina, a diciotto anni superò gli esami di stato diventando funzionario. Era il più brillante, addirittura dopo che ritornò in Corea, i poeti cinesi gli dedicarono poesie d’addio. Lui a Silla, vide la situazione politica, e scrisse un memoriale alla regina Chinsong dove criticava la situazione, ma non venne preso in considerazione e si ritirò dalla vita politica e andò sul monte Kaya scrivendo “la sala di letture sul monte Kaya”. Compose anche “sotto la pioggia, in una notte d’autunno” scritto mentre preparava gli esami. La letteratura in cinese di Parhae Sulla sua letteratura si sa pochissimo solo: “note sulle cronache del regno di Parhae” di Kim Yukpul; e anche alcune poesie del lettorato Wang Hyoryom conservati in testi giapponesi. CAPITOLO 6 La letteratura cinese del primo periodo Koryo Abbiamo il rinnovamento degli esami di Stato che va a sviluppare molto la letteratura cinese e non solo, anche la prosa ha un notevole sviluppo in questo periodo. Nuovi generi nascono: note sparse che tendono a far notare l’essenza del soggetto. Il nuovo sistema degli esami di Stato Nuove regole al sistema degli esami di Stato vennero adattate durante il regno di Kwangjong (958). Lui voleva a corte degli uomini talentuosi in modo da frenare la forza dell’aristocrazia (perché già a Silla i funzionari minori avevano chiesto gli esami di Stato, ma le classi alti rifiutarono). Con la riforma di Koryo, poteva chiunque fosse in possesso dei requisiti richiesti. Gli esami di Stato erano di tre tipi: chesul’op: composizione in cinese di poesie, prose su temi di attualità; myonggyong’op: commenti ai classici confuciani; chap’op: mansioni da svolgere. Gli esami chesul’op erano i più importanti e i vincitori si dividevano in base al punteggio kap’; ul; pyong. Quello con il punteggio massimo era detto “changwon”, mentre il funzionario che si occupava degli esami era “chigongo”. Gli studi nazionali e lo sviluppo delle scuole private Prima di fare gli esami di Stato bisognava prepararsi prima quindi i giovani andarono all’accademia di stato, ma col tempo si fondò una privata di Ch’oe Ch’ung chiamata “gruppo di munhongong”. Le scuole private furono un problema però perché cos’ il clan riprese potere. Gli esami di stato aiutano a ridurre il loro potere perché potevano partecipare tutti non solo i “ricchi”, ma con queste scuole private il potere dell’aristocrazia si fece sempre più forte. Rivalità fra letterati: Chong Chisang e Kim Pusik I due avevano pensieri diversi e perciò rivali: Kim Pusik, autore del Samguk sagi, era legato al confucianesimo quindi a un tipo di governo ordinato; mentre Chong Chisang era legato al buddhismo quindi ad un governo più libero e spirituale. Quest’ultimo fu accusato ingiustamente e morto a causa di Pusik che geloso del suo talento gli chiese una poesia ma Chong Chisang rifiutò. L’autore del Sagi, un giorno, si trovava nella toilette e gli venne un’idea su una poesia, ma il fantasma di Chisang andò da lui e gli fece notare degli errori e quindi gli strinse i genitali e Kim Pusik morì. I cambiamenti nella classe dei letterati La nuova burocrazia era interessata alla letteratura poiché i letterati venivano da famiglie nobili, quindi i militari e contadini venivano trascurati e quindi ci furono delle rivolte che non vennero prese in considerazione: Yi Chagyom e Myonchong. I militari stanchi di questa situazione quando il re era a caccia ci fu un colpo di Stato nel 1170 durante il regno di Uijong. Ci fu una dittatura militare per circa un secolo. La vecchia aristocrazia perse il potere e ci furono i circoli letterari in cui i letterati si scambiavano opinioni e basavano la letteratura sui problemi sociali dopo che la Corea ha subito devastazioni (come dominio mongolo). Yi Kyubo e l’alta società del bosco di bambù Il circolo letterario è proprio chiamato “società del bosco di bambù” oppure “sinhung sadaebu”. Il suo fondatore è Yi Illo e ricordiamo di lui che fù costretto a tagliarsi i capelli e farsi monaco. La sua opera è P’ahan-jip “raccolta di scritti per ammazzare il tempo” che ha 300 testi che analizza le poesie di vari autori. Uno importante di questo circolo è Yi Kyubo con una sua opera “raccolta di scritti del ministro Yi del regno di Corea” che ha 53 volumi e comprende il “Poema di Re Tongmyong”. Un uomo, Im Chun, cadde in disgrazia, e ricordiamo alcune sue pseudobiografie: “storia della moneta” che tratta questa moneta burocratizzata che arriva fino agli Han quindi segue i ricchi e c’è il disappunto dei poveri; un’altra storia è “storia del liquore” che tratta che stare brilli ti fa dimenticare i problemi, ma quando l'alcol nel corpo spariscono i problemi restano quindi è solo un momento quando tu stai bene. CAPITOLO 7 La cifra letteraria delle biografie del Samguk Sagi Il valore del Samguk Sagi lo vediamo anche nelle biografie da esso contenuto. Ne ha 50 di libri e dal 41 al 50 sono biografie. Principalmente si trattano di biografie dell’eroe di Silla, Kim Yusin. Ondal lo sciocco e la principessa P’yonggang Ondal era un uomo di Koguryo, povero, ma con grande cuore. Abitava con la vecchia madre. Dall’altra parte abbiamo la principessa del re P’yonggang, che piangeva in continuazione e lui per scherzare disse “se non la smetti di piangere ti darò in sposa ad Ondal lo sciocco”. Lei una volta compiuta la maggiore età andò in cerca di Ondal, anche se il re non era d’accordo, ma il sovrano doveva sempre mantenere la sua parola. La principessa andò al tugurio dove abitavano Ondal e la madre, che prima si oppose perché pensava in un inganno, e dopo fece avvenire il matrimonio. La principessa con il suo oro comprò terre e un cavallo indigeno, che diventò il più bello e forte fra tutti. Ondal partecipando alla caccia che si organizza periodicamente e Koguryo, risulta il più abile. Il suo valore lo notiamo quando re Mu degli Zhou attraversa il Liaodong, quindi un pericolo per Koguryo, ma con la sua forza ottenne vittoria. Il re P’yonggang lo riconobbe come suo genero. Purtroppo, arrivò la fine di Ondal che con una battaglia contro Silla venne ucciso. Al suo funerale la bara non si muoveva quindi dovette arrivare sua moglie a chiedere allo spirito dell’amato di muoversi e così successe, e il funerale poteva proseguire. Il messaggio è: determinazione perché chiunque può diventare chi vuole se agisce con coraggio e determinazione, e soprattutto essere amati per quello che si è, senza pregiudizi a causa di differenze sociali. Le cronache del Samguk Sagi e la storia del principe Hodong Durante il regno del terzo re di Koguryo, Taemusin, abbiamo il principe Hodong che facendo un viaggio a Okcho, e il re di Nangnang, Ch’oe Ri lo portò con sé. Si sposò lì, e quando un giorno fece ritorno a Koguryo scoprì la sua patria volesse attaccare Nangang quindi mandò un messaggio alla moglie dicendo di distrggere il tamburo e un flauto, due tesori del regno, che potevano sentire quando arrivavano i nemici perché erano magici. La patria di sua moglie fu sconfitta da Koguryo. Dopo Hodong si tolse la vita perché la sua matrigna gelosa di lui, aveva paura che lui prendesse il trono dopo il padre, quindi mise in mezzo calunnie non vere e lui morì. La storia in versi: Tongmyongwang-p’yon e il Chewang un’gi Dopo la dominazione dei mongoli, i coreani vollero riprendere il loro passato creando il genere “poesia di storia cantata” cioè in versi e di esempi abbiamo: “Il Poema di re Tongmyong, che si trova nella “raccolta di scritti del ministro Yi, del regno di Corea”. Il poema è scritto da Yi Kyubo e parla delle gesta del re Tongmyong, fondatore di Koguryo. L’altro esempio è il "Chawang un’gi” , un poema cinese di due libri completato da Yi Sunghyu nel 1287. Il primo tratta della storia cinese, il secondo è un poema storico sulla Corea. Fu scritto in un periodo in cui la Corea era sotto il dominio della dinastia mongola Yuan, e Yi Sŭnghyu lo usò per criticare le famiglie nobili coreane che avevano collaborato con gli invasori. Yi Sŭnghyu, nel Chewang un’gi, presenta la Corea come un paese con una storia unica, distinta dalla Cina, scegliendo Tan'gun come suo fondatore leggendario invece del cinese Kija. Questo per dare alla Corea una propria identità, senza legarsi troppo alla Cina.Include anche il regno di Parhae nella storia coreana, legandolo ai regni di Koguryŏ e Koryŏ, per creare una continuità storica e rafforzare l'unità nazionale. L’opera mira a costruire una forte identità coreana in un momento difficile di dominazione straniera. CAPITOLO 8 Storie meravigliose dei Tre Regni: il Samguk Yusa e il Sui-jon Le storie fantastiche le troviamo per lo più nel Samguk Yusa completato nel 1281, ma prima di esso, abbiamo il “Hwarang Segi" (Cronaca dei Hwarang) e il “Sui-jon” (storie inusuali). Il Hwarang Segi è stato ritrovato una ventina d’anni fa (perché perduto), è stato scritto da Kim Taemun nel VIII secolo. Il Sui-jon si tratta di un’opera perduta in sé, ma ricostruibile grazie a frammenti riportati più tardi. Abbiamo anche “Haedong kosungjon” (vita dei monaci illustri di Corea) che tratta di temi buddisti. Yono, Seo e la fondazione dello stato giapponese Yono e Seo erano una coppia che viveva nel Mare D’Oriente. Un giorno Yono stava sullo scoglio a raccogliere le alghe, ma questo scoglio si stacca e diventa una imbarcazione che lo trasporta fino in Giappone. Arrivato lì, diventa sovrano perché gli indigeni lo credono un essere soprannaturale. Seo non trovando il marito, va anche lei su uno scoglio e viene trasportata in Giappone dal marito. Durante la loro mancanza a Silla il sole non splendeva quindi il sovrano di Silla chiese spiegazioni agli astrologi e loro risposero che è causato per l’assenza della coppia. Il re ordinò ai due di ritornare e Yao disse: “non posso perché tutto questo è stato deciso dal cielo, io ora vi darò una pezza di seta, tessuta da mia moglie, e se la date in sacrificio al Cielo, tutto ritornerà come prima”. Così avvenne. Questa storia è riportata non solo nel Samguk Yusa, ma anche nel Pirwon chapki (note varie del giardino del pennello) di So Kojong. C’è una versione più elaborata nel Kojiki (cronache di antichi eventi), testo giapponese: Il principe di Silla, Ch’ŏniljimo, sposò una donna che partorì una perla rossa, concepita dal sole. Dopo un litigio, lei fuggì in Giappone e divenne una divinità. Ch’ŏniljimo la seguì, ma, tornando verso Silla, fu bloccato da un dio del mare. La regina Sondok e le donne di Silla “La regina Sondok e le donne di Silla” è una storia che si trova nel Sui-jon. Alla regina le vengono attribuiti tre episodi di veggenza: 1. La regina salì al trono nel 632, e l’imperatrice dei Tang le inviò delle pitture raffiguranti peonie bianche, rosse e viola insieme a semi di quelle peonie e disse: “di sicuro quando crescono questi fiori non avranno profumo” e così fu. 2. Si trovava vicino allo stagno della porta di giada e sentì gracchiare le rane in pieno inverno e mandò i suoi soldati perché sapeva che ci fossero i nemici di Paekche. I ministri le chiesero come avesse capito e lei rispose: “il grido di rabbia e odio delle rane in pieno inverno è strano, quindi per questo ho capito che ci fossero i nemici in agguato”. 3. Chigwi era follemente innamorato della regina Sŏndŏk, tanto da ammalarsi per lei. Venuta a conoscenza della sua devozione, la regina gli inviò un messaggio in cui gli diceva di aspettarla al tempio, così che potesse vederla. Chigwi, felice, andò al tempio, ma mentre attendeva, si addormentò.Quando la regina arrivò e lo vide addormentato, non lo svegliò, ma lasciò un bracciale sul suo petto come ricordo e tornò al palazzo. Quando Chigwi si svegliò e capì di aver perso l’occasione di incontrarla, si sentì così frustrato e disperato che finì per "bruciare" di vergogna e dolore, al punto che, secondo la leggenda, prese letteralmente fuoco.Saputo della tragedia, la regina fece creare un incantesimo per proteggere la gente dagli incendi, che poi fu usato come amuleto contro il fuoco.Questa storia vuole mostrare la compassione della regina Sŏndŏk, capace di preoccuparsi anche per una persona di basso rango, un atteggiamento molto raro per le donne nobili dell’epoca. Il re e le orecchie d’asino Questo episodio è riportato nel Samguk Yusa. Re Kyŏngmun, salito al trono come genero del re precedente (Honan), sviluppò orecchie d’asino e, vergognandosi, le nascose con un cappello. Solo il cappellaio ne era a conoscenza, ma, oppresso dal segreto, alla fine andò in un bosco e gridò: "Il re ha le orecchie d’asino!" Il vento iniziò a sussurrare il segreto tra i bambù, ripetendo la frase ogni volta che soffiava. Disperato, il re tagliò i bambù, ma anche i nuovi arbusti piantati continuavano a rivelare il segreto. La storia è una satira sulla difficoltà del potere a nascondere i propri difetti. Il martirio di Ich’adon Quando il Buddhismo arrivò in Corea dalla Cina, molti funzionari e ministri nei regni coreani erano contrari alla costruzione di templi buddhisti. Questo successe anche nel regno di Silla durante il regno di Pŏphŭng, dove i ministri si opponevano al desiderio del re di promuovere il Buddhismo.Un funzionario buddhista chiamato Ich’adon si offrì per aiutare il re a superare questa opposizione. Propose al re un piano: si sarebbe fatto accusare ingiustamente per la costruzione dei templi, prendendo la colpa su di sé. Così, sarebbe stato giustiziato, e il suo sacrificio avrebbe mostrato agli altri funzionari quanto il re fosse determinato a diffondere il Buddhismo. Anche se all’inizio il re era incerto, alla fine accettò il piano. Ich’adon fu quindi giustiziato, ma accadde un miracolo: dal suo corpo uscì latte invece di sangue, e la sua testa volò via verso una montagna sacra. Questo evento fu visto come un segno divino, e convinse tutti i funzionari ad accettare il Buddhismo. Grazie al sacrificio di Ich’adon, il Buddhismo poté diffondersi liberamente in Silla. La storia mostra come l’introduzione di nuove religioni spesso incontri resistenza, e come, a volte, ci sia bisogno di un sacrificio per superare le difficoltà. Verso l’inizio del romanzo biografico: la storia di Ch’oe Ch’iwon La storia di Ch’oe Ch’iwon si trova nel Sui-jon. Ch’oe Ch’iwŏn, un giovane coreano del regno di Silla, si trasferì in Cina, dove superò gli esami di Stato e ottenne cariche pubbliche. Durante una passeggiata, scoprì le tombe di due donne e lasciò delle poesie.Quella sera, una misteriosa donna gli portò delle borsette rosse contenenti le risposte delle defunte. Ch’oe le invitò a incontrarlo, e scoprirono che le donne erano sorelle, figlie di un ricco proprietario terriero, morte giovani a causa di un matrimonio infelice. Ch’oe trascorse del tempo con loro, godendo di vino e poesia.Dopo il suo ritorno in Corea, lasciò la vita pubblica e si ritirò in montagna come eremita, vivendo da saggio. Era rispettato in Cina come erudito, tornato in patria non riuscì a realizzare i suoi ideali e scelse l’isolamento. La sua vita si discosta dalle fiabe tradizionali e si avvicina al genere biografico cinese, rappresentando un passo verso la formazione del romanzo. CAPITOLO 9 Le koryo sog-yo: amore e sogni di un popolo Dopo la fondazione di Koryo, il sistema degli esami di Stato sono più legati al confucianesimo quindi si affermano in modo deciso. La letteratura cinese diventa superiore in Corea, che addirittura le “hyang-ga” (canzoni di Silla) tornano alla loro forma orale. Per questo motivo, nessuna poesia di Koryŏ è sopravvissuta nella sua forma originale. Solo dopo che venne inventato l'alfabeto coreano han’gŭl, all'inizio del periodo Chosŏn, alcuni testi furono riportati in opere come l'Akhak kwebŏm ("Canone degli studi musicali"), l'Akchang kasa ("Spartiti musicali e canzoni"), e lo Siyong hyang’akpo ("Spartiti di musiche indigene per poesia"). Questi testi erano veri trattati musicali, in cui venivano scritti solo alcuni pezzi musicali della corte reale, scelti per il loro uso nelle cerimonie e quindi considerati “brani della passione amorosa”. Durante il periodo Chosŏn, i letterati confuciani che raccoglievano la musica di Koryŏ notarono che molte canzoni erano molto dirette, anche audaci, e per questo le consideravano volgari e inappropriate. Di conseguenza, molte canzoni furono scartate e non incluse nei libri, andando perse per sempre. Le poesie indigene di Koryŏ vengono chiamate koryŏ sog’yo ("canzoni popolari di Koryŏ") e le possiamo dividere in: una sola strofa, e tante strofe. Quelle ad una sola strofa sono: Chŏng’ŭp-sa ("Canzone di Chŏng’ŭp") e la Chŏng Kwajŏng-gok ("Canzone di Chŏng Kwajŏng") o anche Kasiri (Vuoi andartene?), mentre nelle poesie con più strofe troviamo la Sŏgyŏng pyŏlgok ("Canzone della capitale d’Occidente") ; la Ssanghwajŏm ("Il negozio di ravioli") e “Manjonch’un pyolgok” (Canzone della primavera che inonda il palazzo). Ogni strofa di solito ha un ritornello caratteristico e una rima che può essere tripla o, a volte, quadrupla. I temi di queste poesie vanno dall’amore, alla critica sociale, ai sogni, alle emozioni quotidiane. Anche se oggi sono considerate canzoni di corte, si può intuire che molte di esse abbiano origini popolari, perché esprimono i sentimenti e le esperienze della gente comune del periodo Koryŏ. La gioia dell’amore e il dolore della separazione “Kasiri” e “Sogyong pyolgok” rappresentano il dolore della separazione. Nella prima la protagonista è una donna che vorrebbe trattenere il suo uomo, ma evita di farlo perché ha timore che lui non voglia tornare con lei. Nella seconda la donna dice che lascerebbe il suo luogo natale e il suo lavoro per lui perché il suo amore per l’amato non può mai mutare e verso la fine della canzone lei è dubbiosa che lui possa tradirla e quindi fa una scena di gelosia. Nella canzone “Manjonch’un pyolgok” il tema non è la tristezza per la separazione, ma la gioia di un amore. La protagonista della storia prova un amore molto intenso, al punto che sarebbe disposta a sopportare qualsiasi sofferenza, persino il freddo della morte, se solo il suo amore fosse ricambiato. Tuttavia, una passione così forte non può durare a lungo senza problemi: infatti, quando il suo amato se ne va, la protagonista si ritrova a passare le notti da sola, triste e piena di nostalgia. Nelle stanze 2-4 della poesia, il dolore e il rimpianto per l’amore lontano emergono chiaramente. Infine, nella quinta stanza, la protagonista sogna un incontro immaginario con il suo amato, la protagonista si sente come se il suo desiderio fosse realizzato perché è felice e in estasi. Chŏngsŏk-ka: Questa canzone parla di un amore incondizionato che continua nonostante varie difficoltà e momenti negativi. È un inno alla resistenza dell’amore, anche di fronte a situazioni difficili. Tongdong: Questa canzone racconta la solitudine che dura dodici mesi (cioè un anno intero) a causa della lontananza dell’amato. Esprime malinconia e il dolore dell’attesa. Queste canzoni, nate come canzoni popolari, venivano cantate dalle kisaeng, intrattenitrici o musiciste che lavoravano a corte, grazie alle quali queste musiche popolari vennero introdotte tra le canzoni di corte. Ci fu una trasformazione: a causa del dominio mongolo i sovrani erano impegnati solo con festini quindi i funzionari per favori portavano delle canzoni con a volte temi anche un pò provocanti come: Ssanghwajom che ha temi sessuali e tratta di una donna che dice di aver avuto rapporti intimi con un forestiero, un drago, un monaco e un padrone di un locale. L’altra donna dice di volerlo fare anche lei quindi c’è una satira e una critica verso la classe dominante e tema di divertimento. La dura vita all’interno del caos sociale Dalla metà del periodo Koryo, la vita del popolo peggiora, ma non smette di sognare: la Chong’up-sa è il monologo di una donna che è preoccupata per il marito che ancora non è tornato perché è andato in campagna a commerciare. Invoca la luna affinché possa illuminare il suo cammino. Nella Ch’ongsan pyolgok il protagonista spera di poter tornare al proprio luogo natale e ai propri campi, perché sta facendo una vita non agiata cibandosi quà e là; quindi non perde la speranza. La Sangjo-ga (Canzone del mortaio) è un canto che accompagnava il lavoro dei contadini durante la macinatura del riso. Racconta del duro lavoro, e della preparazione per i genitori, e se rimaneva altro riso era per il resto della famiglia. CAPITOLO 10 La critica letteraria nel periodo Koryo Come già detto: nel 1170 ci fu il colpo di Stato militare quindi nacque la critica che distingue il buono e il cattivo. Nacquero anche dei circoli e il più importante è la società del bosco di bambù con maggiori esponenti: Yi Illo con P’ahan-jip; Ch’oe Cha con Pohan-jip (Raccolta di scritti per riempire il tempo libero); Paegun sosol (Piccole storie di Paegun) di Yi Kyubo; e Yogong p’aesol (Piccole storie di Yogong) di Yi Chehyon. Il P’ahan-jip di Yi Illo Pubblicato nel 1260, si compone di tre libri e trecento testi poetici. Il P’ahan-jip è un testo fondamentale che va oltre la semplice analisi di poesie di autori noti. Offre una riflessione profonda sulla letteratura. L'autore, Yi Illo, critica l'imitazione superficiale e sottolinea l'importanza di creare nuove strade nella scrittura. Yi Illo mette in discussione l'idea che la letteratura debba essere legata a fini politici o nazionalisti, suggerendo invece che il suo valore dovrebbe essere intrinseco, ovvero indipendente da tali influenze. Questo punto di vista riflette il cambiamento in atto nel mondo della letteratura dell'epoca, che stava attraversando rapidi mutamenti. Nel P’ahan-jip lui discute molto della letteratura in particolare nella Canzone della montagna gialla introducendo la teoria dell’adattamento: 1. Adattare le opere esistenti: Prendere ispirazione da testi già noti, come la Canzone della montagna gialla, ma modificarli in modo che riflettano le proprie emozioni e visioni. 2. Essere originali: Non limitarsi a copiare i poeti del passato, ma cercare di esprimere nuove idee e sentimenti che non erano stati precedentemente esplorati. Il Paeg’un sosol di Yi Kyubo Yi Kyubo (1168-1241) è un letterato che rappresenta un approccio diverso rispetto a Yi Illo. Mentre Yi Illo si concentrava sul passato della letteratura, Yi Kyubo si propone come guida per la letteratura moderna. La sua raccolta di scritti, Paeg’un sosŏl, è inclusa nel Sihwa ch’ongnim (Foresta completa dei discorsi poetici), un'opera compilata da Hong Manjong che selezionò i pezzi più importanti di Yi Kyubo. Nel Paeg’un sosŏl, Yi Kyubo analizza la poesia con metafore e spiegazioni chiare. Secondo lui, la cosa fondamentale nella poesia è il significato; la parte più difficile è illustrare il significato, mentre comporre le parole è solo una fase successiva. Per lui, è essenziale studiare e coltivare lo spirito (sensibilità nel raccontare le cose) piuttosto che concentrarsi solo sulla forma poetica. Yi Kyubo critica i poeti che si dedicano solo alla forma, considerandoli imitatori o plagiatori. Preferisce uno stile più semplice, originale e spontaneo, che risponda meglio alle esigenze del momento.Nel suo scritto Kusima mun (Scritto del demone tentatore della poesia), Yi Kyubo immagina di avere un dialogo con un demone della poesia che lo costringe a scrivere versi. Attraverso le opinioni di persone inventate, esprime le sue idee e desideri, rivelando il privilegio del poeta di scoprire significati nascosti nelle cose. Nei suoi altri scritti, come Nonsi (Poesia della critica), Yi Kyubo continua a mostrare la sua natura di critico letterario. In questo caso, commenta altre poesie e afferma che la poesia ideale è una perfetta combinazione di forma e contenuto. Tuttavia, preferisce i contenuti, criticando le poesie del suo tempo, che secondo lui sono troppo piene di artifici retorici e stilistici. Il Pohan-jip di Ch’oe Cha Il Pohan-jip è il continuo di P’ahan-jip. Ha 147 componimenti, in tre libri. Tratta di prose e poesie, anche con l’aiuto di aneddoti. Ch’oe Cha crede che la letteratura abbia un ruolo importante nel rafforzare i principi confuciani e nel guidare i poeti verso una vita virtuosa. Anche lui, come Yi Kyubo, rifiuta il plagio, sottolineando che il contenuto e il significato di un'opera sono più importanti della forma. Per lui, la forma dovrebbe venire dopo; ciò che conta di più è quanto un poeta riesce a esprimere i propri sentimenti. Più un poeta si concentra sui propri sentimenti, più il contenuto della sua poesia sarà profondo e significativo. Lo Yogong p’aesol di Yi Chenyon L’autore si fermò a lungo nella Cina degli Yuan ed ebbe scambi intellettuali. Quest’opera ha quattro libri ma è divisa in due parti: la prima riguarda le figure dei sovrani e funzionari; mentre la seconda parte riguarda l’analisi dei componimenti. Nella sua opera, Yi Chehyŏn analizza poeti famosi della dinastia Tang, come Li Bo e Han Yu, e poeti coreani come Chŏng Chisang. Sottolinea che, nonostante i tentativi di imitare il loro stile, nessuno riesce a eguagliarli. Critica le imitazioni perché i poeti non hanno abbastanza personalità nel loro lessico e stile, e incoraggia a migliorarsi con impegno. Yi Chehyŏn non ama che i poeti copino lo stile degli antichi; preferisce che siano più diretti e concisi. Per lui, le esperienze personali contano più delle idee teoriche, e pensa che una buona poesia possa dire molto anche con poche parole. Per quanto riguarda la prosa, Yi Chehyŏn ha modernizzato testi antichi per farli coincidere con le idee del Neoconfucianesimo, una filosofia che stava diventando popolare tra i nuovi studiosi coreani (sadaebu). La sua raccolta di scritti, Ikchae nan’go, era molto apprezzata anche in Cina. In questa raccolta, ha tradotto alcune canzoni popolari coreane in cinese, mostrando quanto tenesse alla cultura tradizionale di Koryŏ. Il Tonginjii-mun di Ch’oe Hae: un’antologia letteraria della fine di Koryo Durante il periodo Koryŏ, alcune persone importanti si sono messe a leggere e valutare vecchi scritti per capire quali fossero i migliori. Hanno scelto i brani più belli e significativi e li hanno messi insieme in raccolte chiamate antologie. Queste antologie erano come una guida per aiutare i giovani a riconoscere e apprezzare la buona letteratura.Tra le antologie, Tongguk mungam (specchio della letteratura coreana) di Kim T’aehyŏn era una raccolta di prose (ora perduta). Anche Ch’oe Hae compilò una raccolta, Tonginji mun (scritti di un orientale), che includeva poesie e prose. Questi scritti dimostrano quanto fosse apprezzata e di alto livello la letteratura in Corea, specialmente quella scritta in cinese. Per esempio, uno scrittore, Yi Saek, ha lasciato più di quattromila poesie! Questo amore per la raccolta di testi importanti ha influenzato altre raccolte che sono state create più tardi, durante il periodo Chosŏn. CAPITOLO 11 La kyonggich’e-ga, ovveri la realtà e le idee della classe dominante La kyŏnggich’e-ga è un genere poetico coreano del periodo Koryŏ, che rappresenta il mondo dei nuovi letterati e funzionari, ossia la classe dominante dell'epoca. Questi erano influenzati dal Neoconfucianesimo, una filosofia che arrivava dalla Cina e che cominciava a diffondersi in Corea, anche se ufficialmente il Buddhismo era ancora la dottrina principale. A differenza della koryŏ sog’yo, che era una forma espressiva popolare, la kyŏnggich’e-ga era una poesia usata proprio dai letterati per esprimere temi legati alla loro vita e al loro ambiente. Ogni componimento includeva un ritornello tipico, kyŏnggŭi ŏttŏhanikko?, che significa "che ve ne pare?"..I componimenti della kyŏnggich’e-ga celebravano spesso la vita dei letterati-funzionari, con descrizioni di bellezze naturali o personali, quasi come un dialogo immaginario con il lettore a cui si chiedeva di esprimere un’opinione. Questo tipo di poesia aveva però un ambito tematico piuttosto ristretto, e forse per questo motivo ne sono sopravvissuti solo una ventina, tutti scritti tra il periodo Koryŏ e i primi anni del periodo Chosŏn.Tra le poesie più antiche ci sono la Hallim pyŏlgok (Canzone dei letterati confuciani), la Chukkye pyŏlgok (Canzone di Chukkye), la Kwandong pyŏlgok (Canzone del Kwandong) di An Ch’uk, la Sangdae pyŏlgok (Canzone del Censorato) di Kwŏn Kŭn, la Todong-gok (Canzone della Via) di Chu Sebung e la Tongnak p’almun (Otto canti per la gioia della solitudine) di Kwŏn Homun. L’orgoglio dei letterati e la Hallim pyolgok La Hallim pyŏlgok è la più antica e rappresentativa delle poesie kyŏnggich’e-ga. Questo poema esprime tutti i tratti caratteristici del genere. Nella prima strofa, descrive i più famosi letterati del periodo Koryŏ, celebrando la loro saggezza e chiedendo retoricamente se gli autori siano da considerarsi meno meritevoli. Poi, elogia gli studenti che hanno superato gli esami di Stato e che ammirano i loro maestri. Nella seconda strofa, vengono elencati i piaceri della vita di questa classe di letterati: buoni libri, calligrafia, musica, fiori e banchetti lussuosi. Le otto strofe successive descrivono vari intrattenimenti, come il gioco dell’altalena, che portano a scene licenziose, comuni durante le feste di questi funzionari. Questa nuova aristocrazia, chiamata sinhŭng sadaebu, era orgogliosa di aver ottenuto il potere tramite gli esami di Stato, non per diritto di nascita, come la vecchia nobiltà. Questo orgoglio per il merito diventa ancora più forte nel periodo Chosŏn, come si vede nella Sangdae pyŏlgok di Kwŏn Kŭn. In questo componimento, si celebra il Censorato (ufficio che controlla l’etica pubblica) diretto proprio da Kwon Kun e nelle prime strofe viene descritto le tipiche giornate di lavoro in questo ufficio; mentre alla fine delle ultime 5 strofe si elogia il legame tra il re e i suoi ministri virtuosi. Canzoni didattiche di ispirazione confuciana Dopo le kyonggich’e-ga, ci sono le Todong-gok di Chu Sebung e le Tongnak p’almun di Kwon Homun. Questi componimenti non solo riflettono l'orgoglio della classe dominante, ma giustificano anche il loro orientamento filosofico confuciano. Le due poesie hanno però alcune differenze. Todong-gok di Chu Sebung mette in primo piano l’importanza dell'insegnamento del Neoconfucianesimo e del Tao, mentre Tongnak p’almun di Kwŏn Homun celebra una vita più ritirata, con il letterato immerso nella natura e dedicato alla coltivazione dello spirito. Con il passare del tempo, durante il medio periodo Chosŏn, il genere kyŏnggich’e-ga inizia però a svanire. Questo perché il suo stile era troppo chiuso e riservato a pochi. I versi in cinese erano spesso immaturi, i componimenti erano pieni di lunghi elenchi, e la loro fruizione era limitata a piccoli gruppi. Questi fattori, insieme al cambiamento della società, portarono alla sua scomparsa. CAPITOLO 12 Il mito di fondazione di Koryo e Chak Chegon Il mito di fondazione di Koryŏ, narrato nel Koryŏ-sa (Storia di Koryŏ), riporta l'origine della dinastia del re Wang Kŏn, legandola a figure leggendarie e simboliche. Uno dei personaggi principali di questo mito è Chak Chegŏn, il nonno di Wang Kŏn. Secondo la leggenda, Chak Chegŏn era figlio dell'imperatore cinese Sukchong della dinastia Tang e di una donna coreana, Chinŭi, un'unione vista come simbolo di potere e legame con la grande Cina. Nella storia, Chak Chegŏn intraprende un viaggio per trovare suo padre, ma incontra ostacoli e rischia la vita in mare. Viene salvato dal re-drago del Mare d’Occidente, che, in segno di riconoscenza per un favore ricevuto, promette di esaudire un suo desiderio. Chak Chegŏn esprime il desiderio di diventare re di Corea, ma il re-drago gli dice che solo un suo nipote potrà realizzare questo sogno e lo sposa con sua figlia. Questo matrimonio dà alla dinastia di Koryŏ due legami simbolici: con il Cielo (tramite la Cina) e con l’acqua (tramite il re-drago). Questi racconti mitici, come quello di Chak Chegŏn, si rifanno a storie più antiche coreane (come Yuri che va alla ricerca di suo padre Chumong, re di Koguryo) e confermano il legame tra la legittimità regale e il mondo spirituale. La fondazione dello Stato era quindi legittimata sia dagli antenati "celesti" sia da quelli legati alle acque. Storie di religiosi e il Kyunyo-jon Il Kyunyo-jon (Vita di Kyunyo) è stato completato nel 1075 e narra la vita del monaco buddhista Kyunyo. Quest’opera la troviamo già nel Canone buddhista e diamo la sua fama alle sue undici poesie in stile hyang-ga e ai suoi intrecci come un romanzo. La madre di Kyunyo rimase incinta a 60 anni e partorì, ma lei lo buttò perché brutto, ma due corvi lo proteggevano con le loro ali, così lei capito il suo errore prese a crescerlo. Kyunyo divenne un eccelso patriarca, fu educato alla Via del Buddha. Quest’opera è molto simile al mito di Chumong, sovrano di Koguryo. Storie di uomini di vario stile Le storie del periodo Koryŏ non avevano solo scopi politici o religiosi, ma includevano anche racconti più personali e curiosi. Durante il periodo Chosŏn, re Sŏngjong incaricò un gruppo di studiosi, guidato da Ko Sŏjŏng, di creare una raccolta di testi letterari, chiamata Tongmunsŏn (Antologia della letteratura d’Oriente). Pubblicata nel 1478, questa raccolta contiene storie e aneddoti su personaggi famosi, prese da epitaffi, elogi, messaggi per l’aldilà, e brevi opere che celebrano la vita di antenati o parenti. Oltre alle biografie reali, venivano scritte anche vite immaginarie, solo per divertimento o come esercizio letterario. Un genere particolare era quello delle kajŏn (pseudobiografie), in cui i protagonisti erano oggetti animati come denaro, liquore, carta e bambù. Questo genere venne praticato da autori come Im Ch’un (Storia del liquore), Yi Kyubo (Storia del Sig. Malto), e altri. Le kajŏn erano racconti scherzosi, non molto formali, ma con piccoli consigli su come vivere bene e civilmente. Il Kongbang-jon Tradotto come Storia della Moneta. Il Kongbang-jŏn (Storia della moneta) è un racconto che gioca sull'origine del nome della moneta: le monete antiche erano rotonde con un buco quadrato al centro, in modo da poter essere infilate su un filo per portarle con sé. "Kong" significa "tondo" e "bang" "quadrato," formando insieme la parola "moneta". "Kong" può anche voler dire "spazio" o "Confucio," richiamando concetti usati dagli uomini.La storia racconta che le monete esistevano fin dai tempi antichi, ma con l'Imperatore Giallo iniziarono a essere usate davvero e a entrare nei sistemi di potere. Il padre della moneta, Hwach’ŏn, diventò primo ministro e poi esattore delle tasse. La moneta, come personaggio della storia, è abile nel cambiare per adattarsi e ottenere posizioni di potere, ma alla fine cerca solo il guadagno e si unisce ai ricchi, perdendo la fiducia della gente e venendo allontanata. I suoi discendenti cercano di risalire la scala sociale, ma alla fine cadono in rovina. Il racconto vuole essere una critica al desiderio di profitto senza limiti e un avvertimento per chi persegue solo il guadagno. Le biografie di ispirazione buddhista e il Wang nangbanghon-jon Alla fine del periodo Koryŏ, appare una storia biografica, Wang nangbanghon-jŏn (Storia del sig. Wang, morto e risorto), che racconta una vicenda fantastica. La trama è semplice: Wang Sagwe, un uomo di Kilju, riceve in sogno la visita della moglie defunta, che gli dice che morirà presto, a meno che non preghi con devozione per salvarsi. Wang segue il consiglio e, quando i messaggeri dell’aldilà arrivano per portarlo via, esitano vedendolo pregare. Portano comunque Wang al cospetto di re Yŏmna, il sovrano degli Inferi, che decide di perdonarlo e consentirgli di tornare in vita. Il re cerca anche di riportare in vita la moglie di Wang, trasferendola però nel corpo di una principessa appena deceduta. Rinati, Wang e sua moglie vengono accolti come principi e vivono una lunga e felice vita fino ai 147 anni, prima di entrare in Paradiso. La storia è in realtà più simile a un racconto romanzesco che a una vera biografia, poiché si concentra su eventi fantastici più che sulla vita reale del personaggio. Il T’aep’yong kwanggi e l’importazione della narrativa cinese Anche se non ci sono arrivate lunghe opere di narrativa del periodo Koryŏ, è probabile che qualcosa sia stato prodotto. Sappiamo infatti che in Corea si leggevano grandi opere della narrativa cinese, il che fa pensare che i coreani abbiano provato a imitare quel genere. Per esempio, una vasta raccolta di racconti cinesi, il Taiping guangji (Notizie ampliate dell’Era Taiping), pubblicata nel 981, arrivò in Corea tra il XII e il XIII secolo. Inoltre, in un libro di testo per traduttori pubblicato nel 1347, Pak t’ongsa (Libro del traduttore Pak), compaiono estratti da un altro famoso racconto cinese, Xiyouji pinghua (Racconti del viaggio in Occidente). Questo conferma che le grandi opere cinesi circolavano in Corea, e probabilmente i coreani crearono una narrativa ispirata a queste. dc

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