Riassunto Manuale di Biblioteconomia PDF

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Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano (UCSC MI)

Giorgio Montecchi, Fabio Venuda

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biblioteconomia biblioteca libri informazione

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Questo documento è un riepilogo del libro "Manuale di Biblioteconomia" di Giorgio Montecchi e Fabio Venuda. Il documento esplora la storia del libro e della biblioteca, sottolineando l'importanza della biblioteca come strumento per l'accesso alla conoscenza e all'informazione. Analizza le diverse tipologie di biblioteche e le loro funzioni, in ottica di facilitare la comunicazione e la trasmissione del sapere.

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Riassunto del libro "Manuale di biblioteconomia" di Giorgio Montecchi e Fabio Venuda Biblioteconomìa Università Cattolica del Sacro Cuor...

Riassunto del libro "Manuale di biblioteconomia" di Giorgio Montecchi e Fabio Venuda Biblioteconomìa Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano (UCSC MI) 64 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) 1. Dal libro alla biblioteca Cosa è il libro? È un oggetto materiale su cui è registrato e codificato un testo→il libro è costituito da un supporto fisico (papiro, pergamena, carta) e da un testo scritto. Configurazione fisica e contenuto intellettuale sono le due dimensioni fondamentali del libro: non si può considerare la carta, le pagine, i caratteri e le illustrazioni separatamente dai loro contenuti concettuali. La forma del libro non è rimasta sempre invariata: nell’antichità i libri erano srotolati o riavvolti, non aperti o chiusi, perché formati da rotoli di papiro. Le colonne di scrittura si succedevano l’una parallela all’altra senza interruzioni fino alla fine del rotolo. Nell’età tardo antica si diffuse la costruzione di libri assemblando e cucendo più fogli, piegati in due, di pergamena e di papiro, più tardi di carta. Questo libro in forma di codice estese dal bacino del Mediterraneo verso oriente, verso occidente e verso l’Europa continentale. Il libro diventa quindi uno dei principali strumenti di rappresentazione, di comunicazione e di trasmissione del sapere. La trasmissione delle idee è mediata dai processi di scrittura e di lettura. La scrittura scompone il testo in periodi, in frasi, in parole; la lettura riaggrega le parole, le frasi e i periodi in modo da comprenderne le idee e i concetti. Quindi il libro comunica mettendo in riga il testo in parole e in singole lettere. Grazie ai libri si creano relazioni tra gli uomini, che superano le barriere del tempo e dello spazio→nasce così una comunità che trova nel libro uno strumento di coesione e di dialogo. Dunque la comunicazione scritta è uno strumento che consente all’uomo di relazionarsi con altri uomini. Il libro è il prolungamento dell’intelletto e della mente di chi vuole comunicare le proprie idee a grandi distanze nel tempo: può infatti viaggiare in tutte le direzione nel tempo e nello spazio. È dunque estensione della memoria, ma anche strumento per sostenere e prolungare la memoria. Il libro parla al lettore attraverso il testo e la scrittura, ma anche attraverso i suoi stessi elementi fisici→le scelte tipografiche hanno quindi un ruolo importante non solo nel determinare la distribuzione del testo sulla pagina, ma anche nello scandire i ritmi e i tempi della lettura. Le tre fasi nella circolazione dei libri sono: 1. Libro manoscritto, 2. Libro a stampa antico, 3. Libro moderno. Il passaggio da una fase all’altra non è immediato e nemmeno senza interferenze o sovrapposizioni. Nell’età del libro manoscritto la vicinanza tra autore e lettore era resa visibile dalla distribuzione degli spazi della pagina: intorno al testo venivano lasciati margini bianchi in cui i lettori potevano lasciare i loro commenti. La circolazione del libro manoscritto seguiva percorsi di natura personale e individuale→chi voleva leggere o possedere un libro proponeva la sua pubblicazione. Dopo l’invenzione della stampa l’iniziativa e la proposta di pubblicazione si spostarono dalla parte di chi decideva di stampare un’opera. In questo modo aumentava la distanza tra il lettore e la pagina del libro su cui egli non poteva più intervenire. Le legature, cioè l’abito esterno dei libri, erano l’unico spazio aperto all’azione e ai gusti del lettore. La circolazione a stampa allargò il proprio raggio d’azione fino a comprendere l’intera comunità di dotti sparsi in tutta l’Europa: il libro a stampa rappresentava il nuovo rivoluzionario mezzo di comunicazione e di trasmissione del sapere. Oltre al commercio ad ampio raggio, erano attivi altri canali di circolazione e di consumo più limitati: ad 1 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) esempio all’interno della stessa città un maestro di scuole o un parroco ordinavano la stampa di testi per i loro allievi o per i loro fedeli. Tra XVII e XVIII secolo la produzione libraria aumentò considerevolmente e iniziarono ad apparire anche le prime pubblicazioni periodiche, favorite dall’introduzione delle macchine tipografiche, dalle innovazioni tecnologiche nel campo della stampa e della pubblicazione. In seguito all’unificazione d’Italia nuovi strati della popolazione si avvicinarono alla scrittura e alla lettura→aumento della circolazione libraria. Nacquero dunque nuove case editrici specializzate nelle pubblicazioni popolari. I centri principali dell’editoria erano Milano, Firenze e Torino. Un’altra accelerazione alla produzione libraria si ebbe nei primi decenni del Novecento: vennero infatti gettate le basi dell’attuale struttura editoriale italiana grazie all’attività di alcuni grandi editori. In questi anni molte case editrici attraversarono molte trasformazioni negli indirizzi e nelle scelte culturali. Nacque anche una nuova editoria legata non solo alla carta stampata, ma anche ai moderni mezzi di comunicazione di massa. Negli ultimi anni il pubblico dei lettori si è notevolmente esteso→tutti possono avere accesso ai libri. Accanto ai tradizionali canali del commercio librario e alle tradizionali strutture bibliotecarie sono sorte librerie circolanti o gabinetti di lettura con il compito di facilitare l’accesso ai libri e ai giornali. Cominciarono a diffondersi piccole biblioteche popolari e anche biblioteche pubbliche in molti comuni italiani. La biblioteca è la condizione essenziale per l’apprendimento, l’indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale di un individuo e dei gruppi sociali. Questa condizione però rimane lettera morta se libri e giornali rimangono sugli scaffali→il bibliotecario deve fare in modo che il libro vada incontro al lettore e che ogni lettore trovi il suo libro. 2. La biblioteca pubblica Il libro è dunque uno strumento di comunicazione fondamentale ed è anche stato la via privilegiata per l’accesso alla conoscenza e al sapere. Il Manifesto dell’Unesco del 1995 ha individuato i due elementi che definiscono la natura pubblica della biblioteca: l’accesso libero e senza limitazioni a tutti gli utenti e la pronta disponibilità di tutte le raccolte librarie e documentarie della biblioteca. Dalla necessità di garantire l’accesso libero e la pronta disponibilità si fanno derivare la gratuità di queste biblioteche e il conseguente finanziamento da parte delle amministrazioni nazionali o locali, le quali devono intervenire anche con una legislazione bibliotecaria specifica. Ciò significa che la gratuità dei servizi e il finanziamento pubblico sono elementi indispensabili per la vita e lo sviluppo di una biblioteca pubblica, ma non essenziali. Tuttavia è raro che le biblioteche riescano a svolgere le proprie attività senza finanziamenti pubblici. Luigi Crocetti si è soffermato sul carattere pubblico delle biblioteche, ossia sulla loro pubblicità. Egli ha accertato che le biblioteche pubbliche non si identificano né con quelle statali né con quelle degli enti locali→ha proposto di cercare la pubblicità delle biblioteche nella loro attività. Ha individuato tre caratteri principali: 1. La generalità: la biblioteca è di tutti i cittadini di una comunità, 2. La gratuità, almeno nei servizi principali, 3. La contemporaneità: la biblioteca pubblica deve soddisfare le attuali esigenze di lettura dei cittadini. →vi è dunque il netto superamento della concezione secolare italiana secondo cui biblioteche pubbliche = biblioteche statali. 2 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) Crocetti giunge alla conclusione secondo cui il carattere pubblico della biblioteca si identifica con l’essere stesso della biblioteca→la pubblicità è un attributo indivisibile della biblioteca pubblica. Alfredo Serrai per sostenere la pubblicità della biblioteca ha affermato che tutti gli uomini hanno il diritto di coltivarsi e di migliorarsi dal punto di vista intellettuale→la biblioteca pubblica deve fornire agli utenti gli strumenti per soddisfare queste esigenze. Per capire l’articolazione dei servizi offerti dalla biblioteca bisogna partire dalle esigenze degli utenti della biblioteca, le quali possono essere suddivise in tre gruppi secondo gli scopi dei lettori o degli studiosi: 1. Lettura, 2. Studio, 3. Ricerca. Questi sono i tre motivi principali per cui gli utenti si recano in una biblioteca pubblica. A questi tre motivi corrispondono le tre funzioni biblioteconomiche della biblioteca: 1. Di lettura, 2. Di studio, 3. Di ricerca. Oggi però i lettori hanno anche bisogno di informazione→un’altra funzione della biblioteca è quella informativa, a cui sono connessi i servizi di reference. A seconda del prevalere di una funzione sulle altre ci sono diverse tipologie di biblioteche: biblioteche di pubblica lettura, biblioteche di studio e biblioteche di ricerca. Sono comunque biblioteche pubbliche perché rispettano le condizioni fondamentali dell’accesso libero e della pronta disponibilità. L’uso pubblico è l’obiettivo immediato che si pongono i servizi attivati nelle biblioteche pubbliche e infatti la struttura stessa della biblioteca dovrebbe essere determinata dall’uso che ne fa la comunità presso cui si trova. L’offerta di servizi della biblioteca e le esigenze di studio e lettura raggiungono un punto di equilibrio quando la biblioteca propone nei suoi patrimoni e nei suoi servizi la fisionomia culturale della comunità in cui vive. A partire dal XII secolo ci fu un incremento della produzione libraria, che era ancora manoscritta e riservata ad un ceto di dotti. Nelle città del Trecento e del Quattrocento i libri erano conservati nelle biblioteche ecclesiastiche, ma non erano più riservati solo all’uso dei religiosi→erano aperti all’uso comune di tutti i cittadini. I libri erano distinti in due gruppi in base all’uso dei lettori: Libri che venivano incatenati ai plutei per evitare che venissero prelevati e perché fossero sempre disponibili per la consultazione→questo era una modalità che garantiva il libero accesso e la pronta disponibilità, Libri disponibili per la circolazione non solo nei conventi dove venivano conservati, ma anche al di fuori di esso. →la biblioteca non è mai stata pensata come una cittadella di libri arroccata in sé stessa e lontana dagli uomini. Anche le concezioni elitarie ed esclusive concepivano la biblioteca come un’istituzione al servizio della pubblica utilità. Il gesuita Clément sosteneva la necessità di escludere dalla biblioteca 3 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) i libri considerati pericolosi per la salute delle menti e delle anime degli uomini. Anche Naudé, per gettare le basi della biblioteconomia, era partito dalla natura pubblica del servizio di biblioteca. Riguardo ai libri da mettere in biblioteca affermava che se si voleva aprire una biblioteca per sé stessi e per gli amici→potevano essere collocati solo i libri che si riteneva opportuni; se si voleva aprire una biblioteca pubblica→doveva essere collocato ogni tipo di libro perché il lettore doveva essere messo nella condizione di trovarvi tutto ciò che cercava. L’amministrazione pubblica deve farsi carico delle condizioni di sviluppo e di benessere delle biblioteche pubbliche. Solo dal XVIII secolo le autorità statali iniziarono ad interessarsi all’istruzione dei loro sudditi, con il potenziamento di scuole e università + apertura di biblioteche nelle città principali dei loro domini. Nella seconda metà dell’Ottocento lo stato italiano divenne erede di tutte le biblioteche pubbliche appartenute agli stati preunitari, diverse tra loro e distribuite in modo diseguale. Di conseguenza in Italia le biblioteche pubbliche vennero identificate con quelle statali. Tutto ciò era dovuto anche dal ritardo con cui sorsero le biblioteche di pubblica lettura legate agli enti locali. Solo negli ultimi trent’anni sono sorte in Italia biblioteche pubbliche gestite dai comuni→sono aperte all’uso pubblico, presentano le caratteristiche della generalità, della gratuità e della contemporaneità, e le due condizioni di libero accesso e di pronta disponibilità. 3. La biblioteca come istituzione dello stato Le istituzione spesso hanno lunga vita, ma in altri casi invece hanno vita effimera: è il caso della biblioteca che Cassiodoro aveva aperto nel monastero di Vivarium in Calabria, nella seconda metà del VI secolo. Egli nelle Institutiones, una sorta di introduzione e di catalogo ai libri consigliati, diceva di aver organizzato la biblioteca del monastero per offrire ai cristiani la possibilità di avere in Italia una scuola e una biblioteca come quella di Alessandria d’Egitto e di Nisibi in Siria. La biblioteca era stata pensata come una res pacis, cioè un’istituzione della civile e pacifica convivenza tra gli uomini→funzione di incivilimento. La biblioteca del Vivarium per secoli fu il punto di riferimento per chi volesse aprire nuove biblioteche. Tuttavia la sua lezione dovette aspettare molto tempo prima di essere accolta in Europa. Nel frattempo, per tutto il Medioevo, la Chiesa svolgeva un ruolo di supplenza dove erano carenti o assenti le autorità civili: è per questo motivo che le istituzioni bibliotecarie in questo periodo vanno cercate tra quelle ecclesiastiche e non tra quelle dell’amministrazione pubblica. Nell’antichità accanto alle biblioteche dei privati nacquero anche biblioteche volute dallo Stato, le quali avevano il compito di innalzare un monumento di papiro e di pergamena al sovrano→non avevano la finalità di favorire la crescita culturale dei popoli sottomessi. I Tolomei, Cesare e Augusto si impegnarono nell’apertura al pubblico di biblioteche di diretta emanazione imperiale. Tuttavia, dopo la caduta dell’impero in Occidente, si persero le tracce di biblioteche pubbliche e private→nel mondo medievale tra i compiti del sovrano non c’era sicuramente quello di costruire biblioteche pubbliche. Anche Carlo Magno aveva messo insieme una raccolta libraria nel suo palazzo, ma non era una pubblica istituzione e scomparve molto presto. Il momento di svolta si ebbe con Francesco Petrarca, il quale aveva riletto i classici ed era entrato in contatto con le istituzioni dei latini. Egli voleva mettere a disposizione del pubblico, presso un convento o un monastero, i suoi libri e quelli di Boccaccio. I libri del Boccaccio vennero effettivamente raccolti nel convento di Santo Spirito a Firenze; Petrarca invece promise i propri libri alla Repubblica di Venezia, che avrebbero dovuto 4 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) formare il nucleo iniziale di una biblioteca gestita dalla Serenissima. La donazione del Petrarca però non venne fatta. Tuttavia si delineò un nuovo modo di concepire la biblioteca, cioè non più legata alle istituzioni ecclesiastiche ma a quelle pubbliche. Solo cento anni più tardi la Serenissima accolse i codici greci donati dal cardinale Bessarione. Dal Quattrocento molti signori avevano messo a disposizione degli studiosi le loro raccolte librarie; mentre tra XVI e XVIII secolo furono gettate le basi delle moderne biblioteche statali. In seguito all’unificazione italiana, uno dei problemi principali era rendere omogenee le legislazioni degli Stati preunitari→questo si fece sentire soprattutto nel settore dell’istruzione e della cultura poiché nel caso delle biblioteche vi erano situazioni diverse. La questione venne affrontata nel Congresso internazionale di statistica (Firenze 1867) in cui Tommaso Gar si fece carico delle esigenze di tutte le biblioteche italiane, sia nazionali che popolari. Voleva infatti che si uniformassero gli usi e le consuetudini delle biblioteche che dipendevano direttamente dal governo. La commissione istituita nel 1869, di cui facevano parte alcuni tra i più importanti archivisti e bibliotecari italiani, limitò i propri interventi alla biblioteche governative dipendenti gerarchicamente dal Ministero della pubblica istruzione. Di conseguenza l’azione del governo si limitò alle proprie biblioteche→si voleva imporre un unico modello di comportamento a tutti i bibliotecari delle biblioteche statali. Dopo l’annessione di Roma, il Regolamento organico per le biblioteche governative del Regno, definì la struttura gerarchica della biblioteche: vennero dichiarate biblioteche nazionali quella di Roma, Torino, Firenze e Napoli; in seguito anche quelle di Milano, Venezia e Palermo. Nel 1885 venne approvato un nuovo Regolamento organico→vennero gettate le basi di una struttura istituzionale che ebbe più di un secolo di vita. Infatti fu alla base del Regolamento organico delle biblioteche pubbliche statali approvato nel 1501 e rimasto in vigore fino al 1995, anno dell’approvazione del nuovo Regolamento. Negli stati preunitari la struttura delle biblioteche governative era di tipo binario: c’era una biblioteca principale e una biblioteca presso le università, che in molti casi non si trovavano nella capitale, ma in città vicine. Spesso queste biblioteche erano le uniche direttamente al servizio dello studio e della ricerca. Le altre biblioteche che erano sorte nelle città secondarie degli stati preunitari dipendevano nella maggior parte dei casi dall’amministrazione comunale. In alcune aree fu perseguita una politica bibliotecaria centralizzata→anche le biblioteche delle città secondarie vennero legate all’autorità centrale. Ciò accadde ad esempio nella Lombardia austriaca del Settecento: oltre alla Biblioteca Braidense e a quella dell’università di Pavia vennero istituite per volontà imperiale anche quelle di Mantova e di Cremona. Tuttavia, la maggior parte delle biblioteche, anche quelle con funzioni particolari (come quella dell’Accademia di Santa Cecilia), si trovavano nel nord Italia o a Roma→forte squilibrio tra nord e sud Italia. Nel 1975 è stato istituito il Ministero per i beni culturali e ambientali e la Direzione generale delle accademie e biblioteche ha: - Assunto l’amministrazione centrale delle biblioteche statali; - Il compito di coordinare l’attività di altri istituiti che contribuiscono al funzionamento dei servizi di biblioteca. Il Ministero è articolato in quattro dipartimenti: 1. Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici, 5 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) 2. Dipartimento per i beni archivistici e librari, 3. Dipartimento per la ricerca, l’innovazione e l’organizzazione, 4. Dipartimento per lo spettacolo e lo sport. Ogni dipartimento è articolato in direzioni generali→il dipartimento per i beni culturali e paesaggistici comprende: - La Direzione generale per gli archivi, - La Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali: si occupa delle biblioteche pubbliche statali, di istituti culturali, della promozione del libro e della lettura. Ad essa afferisce l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU). Gli organi consultivi del Ministero sono: - Il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici, - I Comitati tecnico-scientifici. Gli organi periferici del Ministero sono: - Le direzioni regionali, - Le soprintendenze, - Gli archivi di Stato e le biblioteche statali. Nell’ambito delle biblioteche italiane sono importanti anche: - Il Centro nazionale per il catalogo unico e per le informazioni bibliografiche, istituito nel 1951. Il suo obiettivo era quello di creare un unico catalogo per le biblioteche italiane, ma promulgò anche le Regole per la catalogazione (1956) e pubblicò la Bibliografia nazionale italiana. L’idea di pubblicare il Primo catalogo collettivo delle biblioteche italiane si arenò perché si scelse di catalogare in modo dettagliato alcune biblioteche ritenute più importanti. Non si era quindi tenuto in considerazione il fatto che le biblioteche italiane avevano seguito modelli organizzativi e tradizioni catalografiche diverse tra loro. I primi 9 volumi vennero pubblicati tra il 1962 e il 1979 e le loro schede sono giunte a completare la lettera A e le prime voci della lettera B. L’Istituto Centrale per il Catalogo Unico è stato riorganizzato nel 1975 e la sua funzione è programmare e coordinare l’attività di catalogazione e di informazione bibliografica nel territorio nazionale, collaborando anche con le regioni. Ha pubblicato le Regole italiane di catalogazione per autori redatte da una commissione ministeriale e si è fatto promotore della diffusione della descrizione bibliografica secondo gli standard internazionali delle ISBD. Si è anche impegnato nella diffusione di norme per la catalogazione di fondi speciali e ha svolto la funzione di agenzia bibliografica nazionale. L’impresa più importante a cui l’ICCU si è dedicato è l’attuazione del Servizio Bibliotecario Nazionale, progetto aperto non solo alle biblioteche statali, ma anche a quelle che desiderano aderirvi. I suoi obiettivi sono: razionalizzare il lavoro catalografico e organizzativo dei bibliotecari, rendere i servizi di biblioteca più efficaci e vicini alle esigenze dei lettori, ricorrendo anche a moderne tecnologie informatiche. Il progetto è operativo e ha anche esteso il suo campo d’intervento al libro antico. - L’Istituto centrale per la patologia del libro, erede diretto dell’Istituto di patologia del libro fondato a Roma nel 1938. È impegnato nella tutela e nella conservazione del patrimonio 6 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) librario + prevenzione delle malattie del libro + si adopera affinché nelle biblioteche si rispettino le condizioni ambientali adatte per la conservazione. L’ordinamento delle biblioteche pubbliche statali è stato definito secondo le norme del Regolamento organico approvato nel 1967. Ma nel 1995 è stato approvato un nuovo regolamento. La struttura delle biblioteche statali italiane è formata al vertice da due biblioteche nazionali centrali: quella di Firenze, nata dalla fusione della Biblioteca Magliabechiana con la Biblioteca Palatina dei granduchi dopo l’unificazione, e quella di Roma, istituita nel 1875. I loro compiti sono: - Raccogliere, conservare e rendere disponibile all’uso pubblico ciò che viene pubblicato in Italia. Perciò, ciascuna di esse usufruisce di una delle copie che la legge impone agli editori di consegnare allo Stato come deposito legale per il diritto di stampa, - Documentare quanto si pubblica all’estero riguardo all’Italia, - Documentare la produzione straniera. Per questo a Roma è redatto il Bollettino delle opere moderne straniere acquisite dalle biblioteche pubbliche statali, a Firenze è invece redatta la Bibliografia nazionale italiana. Vi sono anche sette biblioteche nazionali che: - Raccolgono le pubblicazioni antiche e moderne, italiane e straniere, - Testimoniano la ricca e molteplice tradizione bibliografica italiana con i loro patrimoni. Si trovano a Milano, Torino, Napoli, Venezia, Bari, Potenza e Cosenza. A queste si potrebbe aggiungere anche quella di Palermo, per importanza e funzioni. Queste biblioteche, nonostante le caratteristiche di prestigio e di nobiltà, non funzionano come biblioteche di un’area territoriale di ambito regionale. Le undici biblioteche universitarie sorte prima dell’unificazione dipendono direttamente dal Ministero per i beni culturali. Spesso si è pensato di ricongiungere le biblioteche universitarie italiane con le rispettive amministrazioni universitarie, ma in città hanno assunto la funzione di vere biblioteche pubbliche cittadine. Le biblioteche pubbliche statali, non nazionali e non universitarie, sono elencate nel nuovo Regolamento sotto il nome della regione in cui si trovano→superamento della distinzione tra biblioteche statali e non statali. Il nuovo Regolamento sembra dunque offrire una visione più organica delle biblioteche pubbliche dello Stato: vengono tutte accuratamente registrate, vengono definiti i loro compiti ma si dà molta importanza alla specificità delle raccolte, alla tipologia degli utenti e al contesto territoriale in cui si trovano. Le biblioteche statali elencate nel nuovo Regolamento sono solo quelle che dipendono dal Ministero per i beni e le attività culturali. Presso alcuni ministeri, il Senato e la Camera dei deputati sono sorte molte biblioteche: inizialmente avevano una funzione di raccolta dei documenti, ma in seguito le raccolte, per la loro qualificazione scientifica, sono state messe a disposizione di utenti esterni all’amministrazione. Tra tutte queste biblioteche meritano un’attenzione le biblioteche delle università e le biblioteche scolastiche. Tra 1700 e 1800 la biblioteca universitaria era l’unica al servizio degli studenti universitari, ma iniziarono ad essere allestite anche raccolte librarie separate per la quotidiana attività di studio. Nel 1876 il ministro Ruggero Bonghi concesse alle università di 7 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) aprire le proprie biblioteche di facoltà →in Italia si formarono due tipi di biblioteche al servizio degli studenti: le biblioteche universitarie propriamente dette, che dipendono dal Ministero per i beni e le attività culturali, e le biblioteche delle università, che appartengono all’amministrazione universitaria e fanno riferimento al Ministero dell’università e della ricerca. Le biblioteche scolastiche invece sono inattive e lo rimarranno fino a quando la scuola primaria insegnerà non solo a leggere, ma anche l’abitudine alla lettura e quando la scuola secondaria considererà i libri della biblioteca strumenti essenziali del processo educativo. 4. La biblioteca come istituzione della comunità Il termine “nazione” dopo la rivoluzione francese indicava La comunanza di tradizioni, origini e I valori che erano stati alla base delle l’appartenenza allo stesso territorio. guerre per la libertà e l’indipendenza dei popoli. Per questo motivo alcune biblioteche che prima erano dette palatine, perché proprietà del sovrano che le custodiva nel proprio palazzo, vennero chiamate nazionali perché diventate istituzioni pubbliche della nuova comunità nazionale. Tuttavia l’aggettivo “nazionale” attenuò il riferimento alla comunità di cittadini e divenne riservato esclusivamente alle istituzioni centrali. Per questo motivo alcune biblioteche, come quella di Parma, cambiarono nuovamente la loro intitolazione da nazionale a palatina. Le biblioteche pubbliche nazionali e tutte quelle gestite dallo Stato erano viste come espressione di un apparato statale burocratico e non come espressione della popolazione. Anche le biblioteche che dipendevano dalle amministrazioni cittadine imitavano le strutture, le norme e le procedure delle biblioteche governative→si parla di immobilismo istituzionale perché nulla si muoveva senza il consenso delle autorità centrali. I direttori delle biblioteche seguivano le disposizioni sovrane e riducevano la biblioteca a elemento di prestigio, lontano e distante. Questo era il modello offerto dall’amministrazione centrale delle biblioteche statali alle biblioteche civiche, nate nelle principali città italiane. Circa cinquant’anni fa oltre alle biblioteche statali erano sorte anche biblioteche che dipendevano dai comuni o dalle province: erano in tutto trecento, ma quelle realmente attive e funzionanti non superavano i due terzi. Vi era anche disaccordo sulla loro denominazione: alcune le chiamavano biblioteche non governative, altri biblioteche degli enti locali. L’elemento comune a tutte queste biblioteche era lo stretto legame con la città in cui si trovavano e la loro finalità era quella di assolvere alle tre funzioni della biblioteconomia: fornivano gli strumenti per la ricerca, offrivano i testi e i sussidi per lo studio e, solo dopo l’ultimo dopoguerra, assunsero anche il compito della pubblica lettura. Queste biblioteche, indipendentemente dalla loro appartenenza all’amministrazione comunale o provinciale, vengono chiamate biblioteche civiche. In base al patrimonio librario che conservano e all’importanza delle città da loro servite, vengono suddivise in: - Grandi biblioteche civiche, sorte in città metropolitane, 8 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) - Biblioteche delle città che sono diventate in seguito capoluoghi di provincia, - Biblioteche dei centri minori. Alcune di queste biblioteche sono: la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, la Comunale di Milano, la Civica di Torino, la Civica Berio di Genova, la Queriniana di Brescia, l’Augusta di Perugia. Tutte queste svolgono una funzione importante per la consistenza e la qualità dei patrimoni che conservano non solo nelle città in cui sorgono, ma anche in tutto il territorio in cui si estende l’attività sociale e culturale della loro città. Le biblioteche civiche sono nate anche in centri minori e qui riuscirono a stabilire un forte legame tra le raccolte librarie e la vita della comunità di cittadini. La maggio parte delle biblioteche civiche italiane sono state fondate in tre epoche storiche importanti: 1. In età napoleonica, 2. Nei primi decenni dopo l’unificazione, 3. Negli anni Trenta. All’inizio degli anni Sessanta, le biblioteche governative e quelle civiche erano in tutto trecento/trecentocinquanta circa. Non erano distribuite in modo uniforme, ma si estendevano su tutto il territorio nazionale, dal Piemonte alla Sicilia. Nel corso degli anni Trenta in ogni capoluogo di provincia vi era una biblioteca aperta al pubblico, ma furono anche istituite molte biblioteche civiche nel sud Italia e nelle aree rimaste estranee a ogni rinnovamento culturale. Un altro segno dell’interesse per la crescita delle biblioteche pubbliche non statali fu il fatto che le Soprintendenze bibliografiche, nate nel 1919 e rinnovate nel 1926, furono rese più autonome e attive→non dipendevano più dai direttori delle biblioteche governative ma da personale specifico e qualificato. A questo punto si pensò di istituire biblioteche non solo nei capoluoghi di provincia e nelle città minori, ma anche in tutti i comuni italiani. Si occuparono di questo due bibliotecari italiani: - Ettore Fabietti: sosteneva che si sarebbe dovuto parlare di “biblioteche per tutti”, per evidenziare l’uso aperto a tutta la comunità e che avrebbero dovuto essere gestite direttamente dai comuni; - Luigi De Gregori: sosteneva la necessità di modellare le biblioteche italiane sull’esempio di quelle americane. Per far sorgere biblioteche pubbliche moderne bisognava appoggiarsi alle biblioteche statali e a quelle dei comuni e delle province→erano le uniche in grado di trasformarsi in biblioteche moderne sul modello americano delle biblioteche per tutti. Le autorità statali si fecero carico di diffondere una rete di biblioteche pubbliche moderne, cioè non rivolte solo alla conservazione di fondi antichi, con una legge del 1941: “in ogni comune capoluogo di provincia, dove non esista una biblioteca governativa, deve essere aperta una biblioteca fornita di personale, locali e arredi idonei in modo tale da acquistare materiale librario moderno”. Questa legge rappresentò l’inizio dell’impegno dello Stato nella diffusione in Italia di biblioteche pubbliche non governative. Tuttavia, questo impegno si arrestò a causa dello scoppio della guerra. In Italia non esistevano biblioteche di pubblica lettura che potessero paragonarsi a quelle di paesi americani ed europei. Vi erano innanzitutto due problemi principali: la ricostruzione delle biblioteche distrutte dai bombardamenti e la creazione di biblioteche pubbliche per tutti i cittadini. Di questi problemi si sono occupati bibliotecari legati all’apparato statale, come Luigi De Gregori e Virginia Carini Dainotti, ma anche bibliotecari che gestivano biblioteche civiche dipendenti dalle amministrazioni locali. Il primo confronto riguardò il tema delle biblioteche popolari italiane: 9 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) - De Gregori e la Carini Dainotti sostenevano che le biblioteche popolari erano state la causa dell’assenza di una vera struttura di pubblica lettura; - Altri sostenevano che per impiantare in Italia una struttura di biblioteche di pubblica lettura fosse necessario ripartire proprio da queste biblioteche popolari. Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta furono intraprese diverse iniziative per la diffusione di biblioteche di pubblica lettura: in alcuni casi però si esagerò nella frammentazione→vennero costituite biblioteche per singole categorie professionali (biblioteche dei contadini, dei medici condotti); in altri si pose troppa fiducia in iniziative imposte dalle autorità statali con la collaborazione degli enti locali. →Nei primi anni Settanta non si era ancora arrivati a formare una struttura di biblioteche di pubblica lettura distribuite in modo omogeneo sul territorio nazionale. Si imitava il modello americano delle biblioteche pubbliche tranne nel modo di porre in essere le biblioteche. La biblioteca pubblica prima di essere “per tutti”, doveva essere “di tutti” = nata e cresciuta all’interno della comunità di cittadini e non imposta con procedure amministrative dal di fuori. Se i soprintendenti riuscivano a collaborare con comuni e province allora si riusciva a giungere a valide strutture bibliotecarie di pubblica lettura. Era questo ciò che mancava alle iniziative ministeriali. Le nuove biblioteche di pubblica lettura mantennero la denominazione di biblioteche popolari, frutto della crescita culturale e civile della comunità→erano istituzioni della comunità. Nei primi anni Settanta cui furono due innovazioni che cambiarono il quadro istituzionale che riguardava l’amministrazione e la gestione delle biblioteche: 1. Nascita del Ministero per i beni culturali e ambientali, del quale entrò a far parte anche la Direzione generale delle accademie e biblioteche; 2. L’attuazione delle norme costituzionali che attribuivano alle regioni competenze sulle biblioteche di enti locali e su quelle di interesse locale (=biblioteche che dipendevano da altri enti/fondazioni con funzioni di biblioteca pubblica). Furono quindi precisate le competenze delle regioni→lo Stato aveva potestà di legislazione esclusiva in un determinato gruppo di materie riguardanti la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. Alle regione spettava invece il potere di legislazione nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali e ambientali e in quello della promozione e organizzazione di attività culturali. Quindi in campo bibliotecario: - La legislazione riguardo alla tutela dei patrimoni librari è esclusiva dello Stato; - La legislazione sulla valorizzazione, la promozione e l’organizzazione delle attività di biblioteca è di competenza delle regioni, all’interno di principi fondamentali stabiliti dallo Stato. I comuni hanno funzioni amministrative, le province e le città metropolitane svolgono le funzioni necessarie per garantire l’esercizio unitario sul territorio delle attività amministrative. Le forme di coordinamento fra Stato e regione sono disciplinate da leggi statali. L’azione del Ministero si è indirizzata verso tre settori: 1. La catalogazione e la creazione di strumenti bibliografici, 10 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) 2. L’organizzazione interne delle biblioteche e dei loro servizi, 3. La promozione e il coordinamento della collaborazione tra biblioteche diverse all’interno dello stesso territorio. Verso la fine degli anni Settanta il testimone è passato alle regioni→gli assessorati alla cultura diventarono i referenti principali dell’azione delle biblioteche pubbliche comunali e provinciali. Le regioni si attennero ad alcune linee guida e in alcuni settori fondamentali, come quello delle catalogazione, riconobbero i meriti dell’azione governativa. Il ministero non era riuscito a estendere criteri omogenei di catalogazione e di descrizione delle risorse bibliografiche sul territorio nazionale, ma questa azione riuscì grazie alla collaborazione con le regioni. Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta sorsero molte biblioteche nella maggior parte dei comuni italiani. Questo fenomeno è stato soprattutto determinato da tre fattori: 1. La diffusione dell’istruzione media, l’apertura di scuole superiori e l’estensione dell’istruzione universitaria. Le biblioteche pubbliche assunsero la funzione di biblioteche scolastiche a causa della mancanza di queste, 2. Il radicarsi della convinzione che tutti avessero il diritto al libro e alla lettura→i cittadini sentivano il bisogno di sapere e di conoscere. Questa necessità si traduceva nell’apertura di centri civici di cui faceva parte anche la biblioteca e in cui lavoravano gli operatori culturali, i quali avevano diversi funzioni (servizi audiovisivi, programmazione teatrale), 3. Una componente ideologica: i bibliotecari dovevano avere capacità e competenze tecniche→dovevano essere preparati dal punto di vista professionale. Nel corso degli anni Novanta le biblioteche pubbliche hanno spesso avuto un ruolo di raccordo tra diverse iniziative nate nell’ambito cittadino e oggi si stanno trasformando da luoghi di studio e lettura a centri di informazione, di dialogo e di comunicazione. La collaborazione tra biblioteche è uno degli ambiti in cui le legislazioni regionali sulle biblioteche hanno avuto un grande campo d’azione→si riteneva infatti che l’aggregazione di più biblioteche potesse rendere i servizi librari più qualificati. Le Soprintendenze bibliografiche avevano favorito l’aggregazione di biblioteche in sistemi ed erano state sperimentate forme consortili tra più comuni di aree omogenee per gestire i servizi di biblioteca. L’estensione geografica dei consorzi corrispondeva in genere a quella dei comprensori, raggruppati intorno a un centro con una popolazione tra i venti e i cinquantamila abitanti, che esercitava una forte attrazione nei confronti dei centri vicini. I comprensori erano dunque anelli di congiunzione tra l’attività dei comuni e il coordinamento regionale, scavalcando le stesse province. Nel corso degli anni Settanta i consorzi furono potenziati, ma non si distribuirono in modo uniforme su tutto il territorio: infatti in alcune zone si preferirono forme di aggregazione diverse con la creazione dei sistemi bibliotecari. I consorzi erano nuove entità che amministravano le biblioteche, nei sistemi bibliotecari erano gli stessi comuni che gestivano le biblioteche. Le province avevano il compito di incentivare i comuni nell’apertura e nell’amministrazione di biblioteche e dei loro sistemi bibliotecari. Privilegiando la dimensione territoriale provinciale si pensava di accordare meglio due esigenze diverse tra loro: - Battere la strada dell’evoluzione tecnologica, 11 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) - Salvaguardare il principio della gestione sociale delle biblioteche e del loro funzionamento al servizio della comunità, evitando che venissero assorbite da un tecnicismo lontano dalle reali esigenze dei cittadini. Il quadro istituzionale entro cui operavano le biblioteche pubbliche territoriali cambiò agli inizi degli anni Novanta con le disposizioni sull’ordinamento delle autonomie locali: la legge chiariva le funzioni e i compiti delle province e dei comuni nell’organizzazione dei servizi pubblici, tra cui quelli bibliotecari + stabiliva che i comuni e le province potevano gestire questi servizi in economia, in concessione a terzi, a mezzo di azienda speciale, a mezzo di istituzione o attraverso società per azioni a prevalente capitale pubblico. Generalmente si continuò a preferire la gestione diretta in economia, anche se il alcuni casi si passò alla gestione a mezzo di istituzione per garantire maggiore autonomia ed efficacia ai servizi di biblioteca. Nel 2000 è stato emanato il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (province, comuni, comunità montane o isolate, unioni di comuni): - Tra le forme associative di cooperazione prevede le convenzioni e i consorzi, - Per quanto riguarda la gestione dei servizi pubblici aggiunge, alle forme di gestione già in uso, la società per azioni senza il vincolo della proprietà pubblica maggioritaria. 5. La biblioteca come istituzione della comunicazione e della memoria La biblioteca pubblica è l’istituzione che ha il compito di rendere sociale l’uso del libro→da bene patrimoniale il libro diventa strumento pubblico del comunicare. In questo senso la biblioteca è al servizio del processo di comunicazione del libro. La biblioteca deve offrire a tutti i suoi potenziali frequentatori i libri e le informazioni bibliografiche di cui hanno bisogno→non è interessata né al passato né al futuro, ma agisce nella dimensione del presente. Questa è la dimensione orizzontale della biblioteca, estesa nello spazio ma limitata nel tempo alla contemporaneità. Il libro è anche strumento della memoria e della trasmissione del sapere da una generazione all’altra→la biblioteca agisce anche nella dimensione temporale e questa è la sua dimensione verticale. Ciò significa che la biblioteca allarga l’uso sociale del libro dai lettori reali o potenziali del presente ai possibili lettori futuri. La biblioteca assolve al compito di comunicazione del sapere attraverso i libri non in modo uniforme, ma dando a ogni lettore il suo libro. Le singole biblioteche devono rispondere in maniera diversificata alle molteplici esigenze delle comunità in cui sono attive. I servizi di pubblica lettura, di studio e di ricerca possono essere offerti nello stesso territorio da una sola biblioteca o da più biblioteche→in ognuna di queste deve però prevalere una delle tre funzioni biblioteconomiche. Di conseguenza le singole biblioteche possono essere suddivise in: biblioteche di pubblica lettura, biblioteche di studio e biblioteche di ricerca. Anche le biblioteche speciali o specializzate possono essere considerate biblioteche pubbliche a seconda di quanto mettono a disposizione della comunità i loro patrimoni specializzati. In questi casi la pubblicità della biblioteca non è raggiunta dalla singola biblioteca, ma dal sistema di biblioteche che si coordinano nell’ambito di una città. Anche le biblioteche che non precludono a priori l’accesso a nessuno e pongono come unica condizione l’interesse per il patrimonio possono essere considerate biblioteche pubbliche, anche se possiedono materiali pregiati e rari. 12 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) Quando si parla di dimensione orizzontale della biblioteca pubblica si fa riferimento alle biblioteche che si rivolgono a tutti gli individui di una comunità e mettono i patrimoni e i propri servizi a loro disposizione senza limitazioni e si impegnano ad accrescerli e a migliorarli. In questo senso è importante l’incremento subito dalle biblioteche in Italia che sono sorte in molti comuni→la stessa parola biblioteca non viene più interpretata come un luogo polveroso e lontano, ma come una realtà viva e presente sul territorio. La biblioteca non è più un luogo privilegiato ed esclusivo per letterati o eruditi, ma un luogo familiare in cui si va per leggere libri e per conoscere. Questa disseminazione capillare delle biblioteche è l’esito dell’attuazione della dimensione orizzontale della biblioteca pubblica. Si potrebbe parlare infatti di geografia delle biblioteche e pensare ad una loro razionale distribuzione nello spazio, idea che non era assente in chi ne disegnò la mappa nel nuovo Regolamento delle biblioteche pubbliche statali, quando vennero elencate sotto il nome delle regioni. Al giorno d’oggi due innovazioni concorrono a migliorare la capacità di comunicazione delle biblioteche: 1. La diffusione non solo di singole biblioteche, ma di sistemi di biblioteche complessi e articolati che tendono a coprire l’intero territorio nazionale, 2. Il processo di informatizzazione delle biblioteche e dei loro servizi: ha aumentato le occasioni di incontro tra biblioteca e cittadini + ha cambiato il modo di concepire la biblioteca→si parla di biblioteca virtuale, che è il punto più avanzato della comunicazione bibliotecaria ed è la piena attuazione della dimensione orizzontale. Le biblioteche sono alcune delle istituzioni più longeve→molte delle biblioteche italiane sono nate nel Medioevo o nel Rinascimento e sono tutt’oggi attive. In molti casi proprio per le loro radici antiche queste biblioteche hanno avuto difficoltà nel modernizzarsi e aggiornarsi. I patrimoni librari costituiscono la memoria nel tempo e la biblioteca diventa una delle istituzioni della nostra memoria collettiva. La conservazione dei libri del passato è quindi uno dei compiti primari della biblioteca pubblica→deve salvaguardare i libri del passato e del presente per garantirne l’uso alle nuove generazioni. La conservazione si esplica dunque attraverso due operazioni: mantenere in buona salute e disponibili all’uso pubblico i libri del passato + salvare dalla dispersione totale le pubblicazioni contemporanee in perché possano diventare parte del patrimonio bibliografico della comunità. Il compito di trasmettere libri alle generazioni future non spetta solo alle biblioteche che possiedono fondi antichi, ma anche a quelle più recenti. Nelle nazioni in cui le biblioteche possiedono libri e testimonianze di civiltà le biblioteche pubbliche hanno il compito di diffondere libri ai cittadini, le grandi biblioteche pubbliche, che possiedono fondi antichi, invece si occupano della conservazione, della tutela e della valorizzazione dei libri antichi. In loro aiuto sono state istituite le Soprintendenze bibliografiche e per rendere più efficace l’azione delle biblioteche è stato istituito l’Istituto centrale per la patologia del libro. Questo patrimonio non deve rimanere lontano e inaccessibile→deve essere valorizzato e reso noto attraverso i cataloghi. Spesso i fondi antichi sono entrati in biblioteca quando i cataloghi erano compilati secondo norme e criteri diversi dai nostri→bisogna favorire l’accesso a questi fondi antichi attraverso una revisione dei cataloghi. Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi, ma la descrizione del nostro patrimonio bibliografico antico rimane un problema aperto. In alcune nazioni a una o più biblioteche è stato affidato il compito di conservare almeno un esemplare di ogni pubblicazione uscita all’interno 13 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) dei propri confini. In Italia il deposito legale degli esemplari di ogni libro stampato è stato regolato da una legge del 1939, modificata nel 1945. Una nuova legge era pronta per essere approvata entro il 1995 ma non entrò in vigore. Attualmente il deposito legale è regolato da una legge del 2004 la quale stabilisce che sono oggetto di deposito legale i documenti destinati all’uso pubblico e fruibili mediante la lettura, l’ascolto e la visione, qualunque sia il loro processo tecnico di produzione, di edizione o di diffusione. Le finalità del deposito legale sono di natura bibliografica e non più censoria. Il soggetto obbligato al deposito non è più il tipografo ma l’editore e la legge prevede il deposito di quattro copie di ogni pubblicazione: due per l’archivio nazionale, cioè una per ciascuna delle biblioteche nazionali di Rome e Firenze, due per l’archivio regionale, cioè una copia per la biblioteca principale del capoluogo di provincia e una per quella biblioteca individuata come principale della regione in cui ha sede la casa editrice. Le due dimensioni dell’attività bibliotecaria sono i due poli attorno ai quali si strutturano i servizi di ogni biblioteca: al prevalere dell’uno o dell’altro avremo biblioteche di conservazione o biblioteche d’uso. Tuttavia non esiste una netta distinzione tra i due parametri (uso dei libri e conservazione)→è raro incontrare biblioteche finalizzate esclusivamente all’uno o all’altro. La distinzione tra i libri destinati all’uso e quelli destinati alla conservazione è però fondamentale nella vita di una biblioteca perché ogni biblioteca ha una sua vocazione. Di conseguenza è diverso il destino riservato ai libri di una biblioteca propria in base a questa vocazione. È compito del bibliotecario interrogarsi sugli obiettivi della propria biblioteca, non solo prima degli acquisti di libri, ma anche prima di predisporre i servizi al pubblico. In questo modo ogni libro seguirà il suo destino: ci sono libri che stanno sugli scaffali per molto tempo e poi diventano obsoleti, altri sono consultati di rado e da una cerchia ristretta di lettori anche a distanza di anni. Ogni libro deve avere il suo posto negli spazi e nei servizi della biblioteca, posto che deve essere individuato dal bibliotecario. Ranganathan ha espresso il rapporto libro-lettore con la seconda e la terza legge della biblioteconomia: “a ogni lettore il suo libro” e “a ogni libro il suo lettore”. Egli sostiene quindi che la biblioteca pubblica debba prendere in considerazione qualsiasi tipo di lettore e che i bibliotecari debbano disporre i servizi in modo che i libri possano arrivare nelle mani dei lettori. Prima di lui, Gabriel Naudé aveva poggiato la relazione tra libro e lettore su un percorso pedagogico finalizzato all’educazione della mente umana. La biblioteca era il luogo in cui si apprestavano gli strumenti per favorire questo itinerario della mente. Naudé era convinto che la verità fosse una meta alla quale gli uomini potevano solo ambire di avvicinarsi con un impegno continuo di ricerca e di analisi delle verità sparse nei libri, ma in tutti i libri, anche quelli disprezzati. Quindi il bibliotecario deve offrire al lettore le più ampie possibilità di scelta e di ricerca. Tutte le attività della biblioteca sono finalizzate a favorire l’incontro dei libri con i lettori→i cataloghi e le bibliografie mirano a far sì che ogni lettore possa ottenere le informazioni che cerca e trovi il libro di cui ha bisogno. Questo ruolo era svolto quindi dai cataloghi a schede che il lettore incontrava quando entrava in biblioteca. Oggi però le tecnologie stanno cambiando i modi e le procedure che utilizzano i cataloghi: grazie alla facilità e alla rapidità di collegamenti sono state messe in discussione le competenze professionali dei bibliotecari. È però importante ricordare che i bibliotecari e i bibliografi sono i custodi e gli organizzatori delle informazioni e del sapere. 6. La biblioteca come struttura organizzata 14 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) Esistono diversi tipi di biblioteche a seconda della loro funzioni: - Biblioteche di pubblica lettura: hanno il compito di diffondere la cultura di base, - Grandi biblioteche statali: funzione di conservazione, - Biblioteche delle università: sostengono la ricerca scientifica, - Biblioteche specializzate: sono a supporto degli interessi degli enti o delle associazioni di cui fanno parte. Tutte le biblioteche, qualsiasi funzione abbiano, trasmettono il sapere e lo mettono a disposizione del pubblico. Ci sono biblioteche che garantiscono la trasmissione del sapere da una generazione all’altra→funzione di conservazione del patrimonio intellettuale: biblioteche nazionali centrali, biblioteche nazionali, biblioteche statali, biblioteche universitarie sorte prima del 1860, tutte le biblioteche che hanno come obiettivo la conservazione del sapere. Queste biblioteche hanno spesso un aspetto solenne. Altre biblioteche garantiscono la trasmissione del sapere all’interno della stessa generazione→funzione di diffusione delle idee e della conoscenza: biblioteche di pubblica lettura, biblioteche delle università, biblioteche specializzate di enti di ricerca o di grandi imprese. Queste biblioteche hanno un aspetto funzionale, i libri sono messi a disposizione dei lettori nelle sale di lettura o in settori aperti al pubblico per facilitare l’avvicinamento del lettore alla biblioteca. In ogni caso la biblioteca ha il compito di esercitare una mediazione tra la conoscenza che risiede nei libri e il bisogno di conoscenza del lettore. La biblioteca svolge questo ruolo acquisendo il materiale e mettendolo a disposizione dei lettori attraverso l’organizzazione del proprio lavoro, degli spazi e dei servizi che soddisfino al meglio le esigenze del pubblico. Ogni tipo di biblioteca svolge quindi una funzione legata al pubblico a cui si rivolge e si organizza a seconda dei propri obiettivi: la biblioteca di pubblica lettura svilupperà maggiormente il servizio di prestito bibliotecario; in una biblioteca di conservazione prevarranno i magazzini librari e le sale per la consultazione di manoscritti e di libri antichi e pregiati. La biblioteca non possiede solo libri, ma anche altri materiali che trasmettono idee e sapere→esistono diversi supporti su cui sono registrate le informazioni, definiti con il termine generico di “documenti”: periodici, microforme, testi registrati su supporto magnetico, videocassette, CD-ROM, DVD, letteratura grigia, materiali minori come manifesti e dépliant illustrativi. La biblioteca si divide in due aree: 1. Area riservata ai servizi interni: qui vengono svolte le operazioni che sono il motore della biblioteca, 2. Area destinata ai servizi al pubblico in cui la biblioteca esprime la propria potenzialità e si confronta con le necessità dei lettori. I servizi al pubblico sono a loro volta suddivisi in 3 livelli: 1. Accesso e informazioni che permette al lettore di conoscere i servizi offerti dalla biblioteca e di trovare le informazioni a lui necessarie per utilizzare la biblioteca, 2. Livello che mette a disposizione gli strumenti che permettono al lettore di ottenere ciò che sta cercando, 3. Livello formato dai depositi: qui la biblioteca organizza e rende disponibile il proprio patrimonio. 15 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) L’entrata della biblioteca deve essere disposta in modo da consentire a tutte le persone di prendere contatto con il punto che offre le informazioni riguardo alla modalità di accesso e sui servizi offerti dalla biblioteca, deve anche essere realizzata in modo da eliminare le barriere architettoniche per i portatori di handicap. La zona di entrata deve essere arredata con appositi espositori nei quali vengono messi a disposizione dépliant informativi che spiegano il funzionamento dei servizi attivati, gli orari in cui sono disponibili questi servizi, una pianta della biblioteca in cui sono indicate le sale, i cataloghi e i luoghi dove questi sono reperibili. Sono anche utili delle bacheche in cui vengono esposti degli avvisi che danno notizia di avvenimenti culturali, di interruzioni o modifiche dei servizi o di qualsiasi altra informazione utile per gli utenti. È importante attrezzare un punto in cui il personale possa dare informazioni ai lettori perché quello sarà il primo impatto del lettore con la biblioteca→è qui che il lettore deve ottenere le informazioni che gli permettano di utilizzare la biblioteca. Tuttavia questo ruolo viene spesso sottovalutato→l’assistenza viene svolta da personale non qualificato. Un lettore si reca in biblioteca per cercare un libro o altro materiale che gli interessa e di cui conosce il titolo o l’autore, oppure per approfondire un determinato argomento e in questo caso cerca materiale di cui non conosce l’esistenza. Gli strumenti di cui il lettore usufruisce per capire e trovare ciò di cui ha bisogno sono le bibliografie e i cataloghi. Le bibliografie, o repertori bibliografici, sono elenchi di libri e possono essere organizzate per argomento, disciplina, area geografica o limitate a determinati periodi cronologici definiti all’interno di un preciso argomento. Questo strumento consente al lettore di conoscere ciò che è stato pubblicato sull’argomento che sta cercando e di cercarlo nei cataloghi della biblioteca. I cataloghi sono il cuore della biblioteca e sono un insieme di schede cartacee di formato standard, raccolte e ordinate secondo criteri omogenei in uno schedario. Ogni scheda rappresenta un libro o un’altra unità di materiale posseduto dalla biblioteca e fornisce le indicazioni per poterlo recuperare. La scheda registra alcune informazioni che hanno un posto specifico: - Al centro c’è la descrizione del libro che riporta gli elementi principali per la sua identificazione: titolo, nome e cognome dell’autore, edizione, luogo di pubblicazione, editore, anno di pubblicazione, numero delle pagine e dimensioni, titolo della collana, se il libro ne fa parte, e la numerazione del libro all’interno della collana. La descrizione è la notizia bibliografica che consente al lettore di capire se è quello il libro che sta cercando, - In alto a sinistra sono indicati gli accessi: possono essere cognome e nome dell’autore, o il soggetto, o il numero di classificazione che rappresenta la materia entro cui rientra il libro. Gli accessi servono al bibliotecario a ordinare le schede nei diversi cataloghi della biblioteca, - In alto a destra è indicata la segnatura di collocazione: serve a recuperare fisicamente il libro, - In basso a destra viene indicato il numero di ingresso: viene assegnato al libro quando entra a far parte del patrimonio della biblioteca e ha solo valore amministrativo. Il lettore può trovare le informazioni che sta cercando organizzate in diverse tipologie di cataloghi: - Catalogo alfabetico per autori: vengono ordinate le schede che hanno come accesso gli autori. Per ogni libro viene inserita una scheda per ciascun autore, curatore o altro tipo di responsabilità intellettuale. In questo catalogo sono presenti anche schede di rinvio dalla forma non corretta del nome e schede di spoglio, che informano il lettore sulla presenza di 16 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) articoli di periodico, di saggi o di altri contributi riguardanti l’argomento che sta cercando. Questo catalogo informa su quali opere sono possedute dalla biblioteca e in quale edizione. - Catalogo alfabetico per soggetti: le notizie bibliografiche sono ordinate secondo l’accesso per soggetto, ossia una parola o un insieme di parole che esprimono il tema affrontato dal libro. In questo caso il lettore trova una di seguito all’altra le schede di libri che trattano lo stesso argomento. - Catalogo sistematico per materia o classificato: ordina le schede secondo un accesso formato da un numero individuato secondo un sistema di classificazione. I numeri di classificazione raggruppano le schede per disciplina e per settori interni alla medesima disciplina. - Catalogo dizionario: associa le schede con accessi sia per autore che per soggetto in un unico ordine alfabetico→se sto cercando il nome di un autore posso trovare le opere scritte da questo autore e anche le opere che parlano di lui. Ci possono essere anche cataloghi speciali che raccolgono le notizie bibliografiche di altri tipi di materiale come periodici, manoscritti. Ognuno di questi cataloghi verrà organizzato secondo gli accessi ritenuti più adatti. Quando il lettore ha capito che cosa la biblioteca gli può offrire→può iniziare a usufruire dei suoi servizi. I servizi di base offerti dalla biblioteca sono la consultazione del materiale e il prestito esterno dei libri. Il lettore può consultare il materiale sia chiedendo al personale di recuperarlo in magazzino, sia prendendo direttamente il materiale dallo scaffale. Per ottenere il materiale dai magazzini l’utente deve compilare un modulo in cui indica autore, titolo, segnatura di collocazione e i propri dati anagrafici. Se prende il materiale dallo scaffale, terminata la consultazione lo deve mettere nei punti di raccolta→non deve riposizionarlo sullo scaffale. La biblioteca può anche prestare il materiale al lettore secondo condizioni e modalità regolate dalla biblioteca stessa che devono essere comunicate agli utenti. Il prestito deve essere limitato come durata e come quantità di libri richiesti contemporaneamente dallo stesso utente. Un altro servizio che la biblioteca può offrire è la fotoriproduzione, per riprodurre materiali esclusi dal prestito. Quando il lettore non trova nella biblioteca il materiale che sta cercando→può chiedere alla biblioteca di acquistarlo compilando il modulo di “desiderata” o può attivare il prestito interbibliotecario→chiede in prestito il libro da altre biblioteche. La biblioteca può conservare il proprio patrimonio in magazzini in cui gli utenti non possono accedere direttamente oppure può disporre i libri a scaffale aperto, consentendo ai lettori di prelevare di persona il materiale. Nel primo caso i magazzini devono essere organizzati in modo da sfruttare al massimo lo spazio e ordinati per garantire una facile e precisa reperibilità del materiale. Nel secondo caso la disposizione dei libri va organizzata in modo da guidare il lettore lungo il percorso che lo porta a trovare ciò di cui ha bisogno→la biblioteca deve adottare una collocazione che presenti i libri secondo un ordine significativo per i lettori. Ad esempio utilizzando un sistema di classificazione che consente di organizzare il patrimonio per materia. 7. Organizzazione della biblioteca e crescita delle raccolte 17 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) I servizi della biblioteca sono organizzati in settori che svolgono attività diverse e specifiche e che devono collaborare tra loro per raggiungere i fini che la biblioteca si è posta. Di conseguenza, la biblioteca non è uno sterile deposito di libri, ma è un organismo vivente e pulsante in cui ogni settore lavora in funzione e in collaborazione con gli altri. In base alle dimensioni della biblioteca ogni attività può costituire un settore distinto con personale specifico, diverse attività possono essere raggruppate in un unico settore oppure possono essere svolte da una persona sola nei casi di biblioteche piuttosto piccole. Selezione e acquisto dei libri È il settore che sceglie le nuove acquisizioni seguendo la politica stabilita dal direttore o dal comitato di gestione. Considera le proposte d’acquisto fatte dai lettori, analizza i cataloghi degli editori, prende visione delle novità editoriali. Seleziona i fornitori, effettua gli ordini, riceve i libri in arrivo, controlla la loro integrità e la corrispondenza con ordini e fatture. Settore amministrativo Avvia le procedure per il pagamento delle fatture, compila il registro cronologico di entrata, assegna al libro un numero di ingresso e lo contrassegna con il timbro della biblioteca. In molti casi il registro cronologico di entrata coincide con l’inventario dei beni mobili→il libro che viene assegnato al libro viene chiamato numero d’inventario. Il libro quindi entra a far parte del patrimonio della biblioteca e viene mandato al settore catalogazione. Catalogazione È il settore che si occupa della catalogazione dei libri e della creazione dei cataloghi. Crea le registrazioni bibliografiche secondo le norme vigenti in Italia: ISBD per la descrizione del libro, REICAT per la definizione degli accessi di tipo formale, il Nuovo Soggettario per la definizione degli accessi per argomento, la Classificazione Decimale Dewey o un altro schema di classificazione adottato dalla biblioteca per individuare gli accessi per materia. Infine assegna la segnatura di collocazione = indicazione del posto che il libro occupa a scaffale. Gestione dei periodici Cataloga i periodici, riceve i fascicoli correnti e ne controlla il regolare arrivo, sovrintende alla rilegatura delle annate quando sono complete e tiene aggiornati gli schedoni amministrativi = memoria della consistenza delle collezioni periodiche della biblioteca. In questi schedoni vengono registrati i fascicoli arrivati in biblioteca, vengono invece evidenziati i fascicoli mancanti. Gestione magazzini e prestito Si occupa della supervisione dei depositi librari e del servizio di prestito esterno. Può informare il lettore e la direzione sulla disponibilità del libro e consentire le prenotazioni per i libri già in prestito, segnala al lettore la data di rientro del libro, gestisce i ritardi nella riconsegna dei libri in prestito e le relative sanzioni. Reference È il settore responsabile del servizio di informazione bibliografica e documentaria: dà informazioni sui cataloghi della biblioteca, fornisce aiuto per il recupero di notizie bibliografiche. Per fare ciò 18 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) utilizza tutti i repertori disponibili: bibliografie e cataloghi della biblioteca stessa e anche di altre biblioteche. Questo settore può anche occuparsi di fondi particolari come le pubblicazioni ufficiali (ad esempio la Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana). Libri rari Amministra le collezioni speciali di manoscritti, di libri antichi rari o di pregio e i relativi servizi al pubblico. Manoscritti e libri rari si possono trovare non solo nelle grandi biblioteche storiche, ma anche in piccole biblioteche e non adeguate alla loro conservazione. In questi casi bisognerebbe depositarli in biblioteche più adatte. La biblioteca deve garantire a questi libri la conservazione in condizioni che evitino la loro alterazione fisica o biologica e deve restaurarli nei casi di patologie o danni irreparabili. Direzione Coordina la pianificazione dei progetti di sviluppo e di funzionamento della biblioteca, supervisiona tutti i settori della biblioteca e si occupa di questioni di carattere amministrativo e finanziario. Ogni biblioteca deve tenere co4to delle sue disponibilità finanziarie e deve fare scelte di gestione che considerino la necessità di acquistare libri e quella di fornire un servizio che la renda diversa da un semplice magazzino. Ad esempio deve considerare se le sale di lettura sono confortevoli, se è necessario acquistare sedie, tavoli, scaffali, deve valutare quanto denaro è necessario per l’acquisto delle schede che formeranno i cataloghi, per le etichette da incollare sul dorso dei libri. Solo dopo questa analisi è possibile procedere con l’acquisto dei libri presso i librai, ordinandoli direttamente dagli editori, utilizzando grandi organizzazioni che distribuiscono opere pubblicate da più case editrici. Una biblioteca può incrementare il suo patrimonio anche grazie a donazioni. Un modo particolare di acquisizione libraria è il diritto di stampa, regolato dalla legge del 15 Aprile del 2004→identifica e descrive nel dettaglio le categorie di documenti destinati al deposito legare. Ogni editore deve consegnare quattro copie dei libri pubblicati: 1. Biblioteca nazionale centrale di Firenze: questa inoltre cataloga tutti i documenti ricevuti in base al diritto di stampa e pubblica la Bibliografia nazionale italiana = repertorio ufficiale di tutte le pubblicazioni italiane. 2. Biblioteca nazionale centrale di Roma Queste copie andranno a costituire l’Archivio nazionale della produzione editoriale. 3. Biblioteca principale della regione, 4. Biblioteca principale della provincia in cui ha sede l’editore. Queste copie andranno a costituire l’Archivio della produzione editoriale regionale. Il successivo Regolamento attuativo del 2006 individua il numero di copie da depositare e gli istituti in cui depositarle, le modalità di conservazione dei documenti prodotti e diffusi su supporto elettronico e pubblicati in rete. La crescita delle collezioni di una biblioteca deve essere programmata in modo organico ed equilibrato. La biblioteca di un piccolo paese con un pubblico di lettori che prediligono la letteratura e di ragazzi delle scuole medie starà attenta a non acquistare opere troppo specializzate→comprerà 19 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) opere di carattere generico, testi di narrativa, di poesia. Una grande biblioteca di conservazione, oltre ai libri che ottiene per dovere istituzionale, cercherà di acquistare grandi collezioni, di procurare ai propri utenti la maggiore produzione scientifica nazionale e mondiale, libri rari o di pregio. Nelle biblioteche delle università la scelta dei libri da acquistare è fatta solitamente dai docenti + collaborazione di una commissione per il funzionamento della biblioteca. Per poter organizzare una crescita intelligente del proprio patrimonio la biblioteca deve conoscere i suoi utenti, le loro esigenze e deve anche tenere in considerazioni i loro suggerimenti d’acquisto (espressi attraverso i moduli di desiderata). I suggerimenti sono uno strumento per sondare le preferenze dei lettori e orientare la politica delle acquisizioni. Le persone che si occupano di decidere gli acquisti della biblioteca devono avere una capacità culturale che li metta in grado di analizzare le segnalazioni dei lettori e i cataloghi con cui le case editrici annunciano la propria produzione. La selezione dei libri deve considerare le linee di sviluppo che la biblioteca si è data e il ruolo che la biblioteca ricopre nella realtà in cui è inserita. Una volta scelti i nuovi libri bisogna verificare che questi non siano già posseduti dalla biblioteca o se sia necessario acquistarne una seconda copia→vanno controllati i cataloghi e gli ordini già inviati dalla biblioteca. È necessario anche assicurarsi che i libri da ordinare siano disponibili, contattando il fornitore o l’editore e controllando il catalogo dei libri in commercio. Lo staff della biblioteca dovrà poi scegliere il fornitore considerando diversi aspetti: la rapidità di consegna e il vantaggio economico delle condizioni di fornitura (eventuali sconti sul prezzo di copertina, spese di spedizione). Per evitare errori di fornitura l’ordine deve essere mandato al fornitore con una breve ma precisa descrizione che identifichi il libro. Un aiuto può essere fornito dal codice ISBN, formato da 13 cifre organizzate in cinque gruppi: - 978 o 979 identifica il prodotto libro, - Il secondo gruppo identifica la nazione o l’area linguistica in cui il libro è pubblicato, - Il terzo gruppo identifica l’editore, - Il quarto gruppo identifica il libro in quella precisa edizione, - L’ultimo è un codice di controllo. L’ISBN può essere utilizzato per effettuare gli ordini, sia da solo, sia accompagnato ala breve descrizione bibliografica. Non sempre l’editore è il migliore fornitore→spesso è più conveniente rivolgersi a organizzazioni di fornitura e distribuzione perché queste permettono alla biblioteca di ottenere da una sola ditta materiali che altrimenti dovrebbe ordinare a diversi editori o librai. Inoltre queste organizzazioni acquistano molti libri da ogni editore→offrono anche servizi di informazione bibliografica sulle novità editoriali in base alle esigenze di ogni biblioteca. Quando arriva il libro, il personale che si occupa degli acquisti deve confrontare tutti gli elementi bibliografici con quelli inseriti nell’ordine e rilevare ogni incongruenza per verificare che quello è proprio il libro che è stato ordinato. Bisogna anche verificare se il libro è danneggiato o incompleto→in questi casi va inviato al fornitore che provvederà a sostituirlo. Se il libro corrisponde all’ordine, è integro e la fattura è corretta e approvata per il pagamento→il libro e la fattura possono essere inviati al settore amministrativo. 20 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) Un’altra via attraverso cui la biblioteca può arricchire il proprio patrimonio sono le donazioni: queste giungono da parte di qualche ente che vuole diffondere copie di libri che ne esprimono l’attività culturale o di ricerca, da parte di enti che vogliono svecchiare la propria raccolta di libri o magari da famiglie di studiosi che hanno raccolto una piccola biblioteca. È difficile rifiutare una donazione perché la biblioteca potrebbe essere accusata di scarso livello culturale o di poca sensibilità. A volte però sarebbe meglio rifiutare un dono o destinarlo ad una biblioteca più adatta alla sua conservazione. Infatti un libro che entra in biblioteca ha un costo elevato sia in termini di lavoro necessario per renderlo disponibile, sia in termini di spazio che occupa a scaffale. Introdurre in biblioteca un libro che è adeguato alle possibili richieste dei lettori e che non verrà mai consultato significa occupare spazio che potrebbe essere destinato a libri più utili. Il libro deve ora entrare a far parte del patrimonio della biblioteca e deve quindi essere segnalato nel registro cronologico di entrata, che ha valore patrimoniale = considera il valore del libro espresso nella copertina e non il prezzo che è stato effettivamente pagato. Ha la funzione di documentare il patrimonio della biblioteca: fornisce il numero dei volumi, degli opuscoli, delle annate dei periodici e di ogni altro materiale posseduto dalla biblioteca. Il registro può assumere forme diverse ma prevede la registrazione degli stessi dati: - Numero di ingresso: assegnato al pezzo fisico in una progressione continua che non deve interrompersi. Questo è riportato nell’ultima pagina di testo prima dell’indice e sulle schede che formeranno i cataloghi. Nel caso dei periodici il numero di ingresso viene assegnato a ogni annata e non al fascicolo e viene riportato sul primo fascicolo dell’annata e sullo schedone amministrativo. - Descrizione del libro: si possono utilizzare gli stessi criteri adottati per la descrizione del libro nella scheda catalografica. Vanno in ogni caso indicati autore, titolo, editore, luogo di edizione, anno di pubblicazione, numero delle pagine e altezza. - Provenienza del libro: nome del fornitore o dell’ente/persona che ha donato il libro, - Numero della fattura, - Segnatura di collocazione: posto a scaffale occupato dal libro in biblioteca, - Valore del libro: è il prezzo di copertina e non quello pagato, magari in base a sconti. Nel caso di libri che vengono donati e che non riportano il prezzo→si può dare un valore approssimativo anche in base al costo di opere simili. La somma dei valori va riportata alla fine di ogni foglio e il totale va riportato all’inizio del foglio successivo. A questo totale vanno sommati i valori di ogni libro espresso nel foglio. All’inizio del nuovo anno la somma dei valori ricomincia da zero. Il documento ora è parte integrante del patrimonio della biblioteca e l’appartenenza alla biblioteca viene anche espressa utilizzando il timbro che lo contrassegna con il nome della biblioteca. A questo punto il libro passa al settore che si occupa della catalogazione. 8. La catalogazione: descrizione bibliografica La catalogazione è un insieme di procedure che permettono alla biblioteca di far conoscere i documenti che possiede ai propri lettori e dare le indicazioni per poterli individuare e recuperare negli scaffali. Inizialmente i bibliotecari, per documentare il patrimonio della biblioteca compilavano 21 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) delle liste che avevano un valore di inventario e una funzione di controllo sulla presenza o non presenza in biblioteca dei libri che possedeva. Su queste liste venivano segnati i titoli, o gli incipit delle opere, gli autori, la dimensione e gli scaffali dove venivano custodite→documentavano il patrimonio della biblioteca + aiutavano il lettore a conoscere il materiale disponibile e il suo contenuto. Il loro aspetto fisico era simile a quello del materiale librario in uso: tavolette, rotoli, codici manoscritti. Questo sistema però risultò poco pratico perché non era possibile avere le notizie sulle opere ordinate per titolo o per autore secondo l’ordine alfabetico. Verso la fine del XIX secolo di diffuse la pratica di registrare le notizie riguardo a ogni singola opera su fogli sciolti, raccolti in fascicoli o volumi→sistema che consentiva più facilmente l’aggiornamento dei cataloghi e il recupero delle informazioni bibliografiche. All’inizio del XX secolo le dimensioni di questi fogli subirono un processo di standardizzazione: le schede utilizzate erano in cartoncino, con dimensioni 7,5 X 12,5 cm, raccolte e ordinate in schedari. Ogni scheda ha la funzione di rappresentare un libro e di informare il lettore che il libro che sta cercando è posseduto dalla biblioteca. Per ottenere questo sono necessarie due operazioni: - Dare al lettore la notizia che la biblioteca ha proprio quell’opera, in quella particolare edizione. Come? Facendo una descrizione precisa, esclusiva e non ambigua di quella edizione. - Consentire al lettore di recuperare facilmente questa notizia, individuando uno o più elementi che costituiscano una via d’accesso alla notizia e permettano di inserirla in uno o più insieme omogenei di schede (cataloghi per autori, per materia…) ordinati secondo uno stesso criterio (alfabetico, cronologico…). I cataloghi costruiti in questo modo svolgono una funzione di mediazione tra i lettori e il patrimonio della biblioteca→mettono in relazione il bisogno di conoscenza dei lettori e la conoscenza che si trova nei libri. Nel percorso che ha portato alla normalizzazione internazionale delle procedure di catalogazione hanno avuto un ruolo fondamentale i dodici Principi di Parigi, approvati dalla Conferenza internazionale sui principi di catalogazione (Parigi, ottobre 1961). Questi Principi definirono le funzioni e la struttura del catalogo, i tipi di schede da cui è formato, i criteri per la scelta e la forma delle intestazioni da utilizzare per l’ordinamento delle schede nel catalogo. Per quanto riguarda le funzioni del catalogo stabilirono che deve consentire di trovare una pubblicazione particolare, tutte le opere di un determinato autore, tutte le edizione di una particolare opera che esistono nella biblioteca. Le indicazioni date da questi Principi vennero prese come riferimento dalla maggior parte delle Agenzie bibliografiche nazionali per elaborare le norme di catalogazione utilizzate dalle biblioteche dei rispettivi paesi. Dopo cinquant’anni dalla conferenza di Parigi, i Principi sono stati ritenuti non in grado di supportare le attuali esigenze catalografiche e le potenzialità dei cataloghi informatizzati→hanno dei limiti per quanto riguarda la catalogazione delle risorse informative oggi disponibili. Per questo l’IFLA, dal 2003 al 2007, ha programmato alcuni incontri internazionali tra esperti di catalogazione con lo scopo di adeguare i principi del 1961 ai nuovi metodi di gestione e accesso all’informazione + promuovere lo sviluppo di un nuovo Codice internazionale di catalogazione. Nel primo di questi incontri è stata proposta e approvata una prima bozza dei nuovi Principi internazionali di catalogazione, approvata nella versione definita nel 2009. La Dichiarazione di Principi internazionali di catalogazione nella, parte introduttiva, afferma di: - Sostituire ed estendere i Principi di Parigi dalle sole opere testuali a tutti i tipi di materiali, 22 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) - Sostituire ed estendere i Principi di Parigi dalla sola scelta e forma dell’intestazione a tutti gli aspetti dei dati bibliografici e di autorità utilizzati nei cataloghi di biblioteca. Inoltre questa Dichiarazione afferma di fondare le proprie basi sul nuovo modello concettuale, definito nello studio condotto dall’IFLA, sui Requisiti Funzionali per i Record Bibliografici (FRBR). La catalogazione è una procedura costosa per le biblioteche in termini di tempo e di competenze professionali. La ricerca di una semplificazione del processo di catalogazione, la tendenza a contenere il dettaglio e l’estensione della descrizione e il tentativo di definire un livello minimo delle informazioni necessarie per costruire un record bibliografico sono stati i temi discussi al seminario sui record bibliografici, che si è tenuto a Stoccolma nel 1990. Nel corso del seminario si è capita l’importanza di privilegiare il punto di vista degli utenti che utilizzano i record bibliografici e di studiare quali caratteristiche dovesse avere il record bibliografico per poter rappresentare diversi tipi di materiali e soddisfare le esigenze di chi gravita bel circuito librario (editori, librai…). Nel corso del seminario l’IFLA ha riconosciuto la necessità di definire i requisiti funzionali dei record bibliografici→il gruppo di studio che è stato avviato doveva delineare: - Le funzioni svolte da un record bibliografico rispetto ai diversi mezzi di comunicazione, - Le varie applicazioni, - I bisogni dell’utente. Gli scopi dello studio erano: - Individuare quali fossero gli utenti che utilizzano la notizia bibliografica, - Individuare i requisiti di un record bibliografico, - Individuare quali informazioni deve gestire per soddisfare le esigenze degli utenti, - Individuare il livello standard minimo di completezza per i record prodotti dalle Agenzie bibliografiche nazionali. Il Rapporto conclusivo approvato nel 1997 riassume i lavori del gruppo di studio. Questo inizia considerando Le possibili modalità di I formati nei quali possono essere registrazione delle presentati (libri, cassette…). informazioni (analogica, I materiali che possono essere digitale, acustica). I diversi supporti su cui vengono rappresentati in un record rappresentati (carta, supporti ottici bibliografico (testi, musica…). o magnetici). I partecipanti al gruppo di studio hanno anche stabilito che i dati contenuti nel record bibliografico devono essere utili alle necessità degli utenti e devono poter essere utilizzati da applicazioni specifiche. Una volta individuati i materiali, i supporti, i formati del record, gli utenti e le applicazioni a cui deve servire, lo studio ha identificato quale può essere l’uso che gli utenti fanno dei dati e delle registrazioni bibliografiche→FRBR ha messo a fuoco le funzioni utente: i record devono essere utili ai possibili utenti per trovare informazioni sui materiali che stanno cercando, per identificare un documento, per selezionare il documento adeguato alle proprie necessità, per ottenere l’accesso al documento scelto. Lo studio si è quindi proposto di disegnare un modello concettuale di record 23 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) bibliografico che rispondesse alle diverse esigenze delineate, applicando un’analisi basata sulle entità e sulle relazioni fra le entità. Il punto di partenza dell’analisi è l’utente→identificare quale sia l’oggetto di interesse primario dell’utente, cioè che cosa cerca e cosa si aspetta di trovare in un record bibliografico: L’oggetto di interesse dell’utente sono le 10 entità, ossia gli oggetti interessanti per un ipotetico utente→sono le entità da prendere in considerazione nella progettazione e nella costruzione di un record bibliografico. Sono suddivise in tre gruppi: 1. Le entità relative ai prodotti dell’attività artistica o intellettuale: - Opera: è la creazione artistica on intellettuale in astratto, come è pensata nella mente dell’autore prima di essere espressa. - Espressione: linguaggio utilizzato per esprimere l’atto creativo→realizza e rende percettibile un’opera. - Manifestazione: la realizzazione fisica dell’espressione di un’opera = materializzazione dell’opera su un supporto. - Documento: è l’esemplare, la copia che costituisce la manifestazione. Ad esempio: opera = idea di scrivere il testo “I Promessi sposi”, Espressione = le parole/ i testi, Manifestazione = le diverse edizioni dell’opera “I Promessi sposi”, Documento = edizione particolare dei Promessi sposi”. Non è facile stabilire se variazioni nell’opera danno origine a diverse espressioni dell’opera o se danno origine a nuove opere. Per stabilirlo bisogna verificare la presenza/assenza di un’attività artistica o intellettuale indipendente. Se le varianti apportate all’opera sono prive di un’attività artistica o intellettuale→si parla di espressione della stessa opera; se invece le varianti sono frutto di un’attività artistica o intellettuale→si parla di una nuova opera. I cambiamenti nella forma fisica segnano il passaggio da una manifestazione all’altra→quando cambia il supporto o il carattere si avrà una nuova manifestazione dell’opera. Per avere una nuova manifestazione dell’opera è necessario che i cambiamenti intervengano durante la fase di produzione delle copie; se accadono dopo il termine di questa fase e riguardano solo una copia→la manifestazione non cambia. Una nuova manifestazione si ha anche in presenza di cambiamenti che comportano aggiunte, modifiche o cancellazioni al contenuto artistico o intellettuale. Il documento rappresenta la manifestazione→ne segue i cambiamenti al variare della forma fisica o del contenuto artistico o intellettuale. 2. Le entità relative alla responsabilità relative al contenuto artistico, intellettuale, alla produzione, alla diffusione e alla tutela di questi prodotti: - La persona = singolo individuo, - L’ente: insieme di individui organizzati in forma temporanea (mostre e convegni) o permanente (istituzioni, organizzazioni), dotati di un nome che li identifica. Queste sono le figure che possono essere coinvolte nella creazione, nella realizzazione, nella produzione, nel possesso e nella conservazione di uno dei prodotti dell’attività artistica o intellettuale. 24 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) 3. Le entità relative ai soggetti dell’attività artistica o intellettuale→argomenti di cui trattano le opere: - Concetto: idea o principio astratto, - Oggetto: una cosa che è possibile toccare. Può essere animato/inanimato, mobile/immobile, naturale/artefatto, - Evento: rappresenta qualcosa che è successo, un fatto o un’azione, - Luogo: identifica una località geografica o politica, storica o contemporanea e non necessariamente terrestre. A questo punto FRBR associa a ogni entità degli attributi, cioè le informazioni descrittive (titolo, editore…), le caratteristiche fisiche (estensione, supporto…), gli identificatori (ISBN, numero di deposito legale) e le informazioni relative al contesto che identificano e definiscono un’entità. Sono gli elementi informativi di ogni entità che consentono di effettuare le ricerche, di interrogare il catalogo e di comprenderne le risposte, attuando le funzioni utente. Per completare la costruzione del modello concettuale di record bibliografico è importante capire quali siano le relazioni che collegano fra loro le diverse entità. Fra le entità opera, espressione, manifestazione e documento sono state individuate le relazioni si realizza nella, si materializza nella ed è rappresentata da. Ciò significa che un’opera si realizza nell’espressione, l’espressione si materializza nella manifestazione e la manifestazione è rappresentata dal documento. Ogni entità che costituisce il gruppo dei prodotti è anche posta in relazione con le entità che rappresentano le responsabilità. Le relazioni individuate stabiliscono che una persona o un ente ha creato un’opera, ha realizzato un’espressione, ha prodotto una manifestazione o possiede un documento. La relazione ha come soggetto mette in relazione l’entità opera con tutte e dieci le entità→il soggetto di un’opera può essere un’altra opera, un’espressione, una manifestazione, un documento, una persona, un ente, un concetto, un oggetto, un evento o un luogo. Le relazioni del modello FRBR definiscono il ruolo che un’entità svolge rispetto a una o più entità e consentono di mettere in relazione i diversi tipi di responsabilità con le precise entità a cui si riferiscono. Dopo la pubblicazione del Rapporto conclusivo il gruppo di studio ha continuato a modificare il modello concettuale fino ad arrivare alla versione attuale (febbraio 2009). Nel 2010 l’IFLA ha istituito un nuovo gruppo di lavoro con il compito di studiare e definire i requisiti funzionali dei record di autorità, cioè i record relativi agli elementi che costituiscono un punto di accesso controllato alla notizia bibliografica. I lavori del gruppo hanno portato all’elaborazione e alla pubblicazione di due nuovi modelli concettuali: i FRAD (Functional Requirements for Authority Data) e i FRSAD (Functional Requirements for Subject Authority Data). I FRAD sono stati realizzati con lo scopo di gestire le entità relative alle responsabilità individuate dal gruppo 2 di FRBR. È stata anche aggiunta l’entità famiglia. Per poter gestire correttamente i dati sottoposti al controllo di autorità FRAD ha dovuto definire delle nuove entità: 25 Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-del-libro-manuale-di-biblioteconomia-di-giorgio-montecchi-e-fabio-venuda/4956609/ Downloaded by: Beatrice-Piscitelli ([email protected]) - Il nome: identifica il modo in cui è conosciuta un’entità, - L’identificatore: formato da un numero o un codice che identifica e differenzia un’entità dalle altre, - Il punto di accesso controllato: la forma accettata sotto cui si può trovare un record bibliografico o di autorità e gli eventuali rinvii dalle forme non accettate, - Le regole di catalogazione: governano la creazione dei punti di accesso controllati, - L’agenzia: istituzione che si occupa della creazione o della correzione dei punti di accesso. Nell’elaborazione dei FRSAD l’attenzione si è focalizzata sulle entità relative ai soggetti (gruppo 3 di FRBR). Il gruppo di lavoro ha individuato due nuove entità: thema e nomen→super entità che semplificano e rendono possibile l’applicaz

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