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Didattica della Geografia riassunto Geografia Università degli Studi di Macerata (UNIMC) 57 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/...

Didattica della Geografia riassunto Geografia Università degli Studi di Macerata (UNIMC) 57 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) CAPITOLO 1: I SAPERI GEOGRAFICI NELLA DIDATTICA E NELLA RICERCA.  Un lungo e complesso cammino VERSO LA FORMAZIONE DEI SAPERI GEOGRAFICI I saperi geografici si sono sviluppati in alcuni millenni con il compito di comprendere come si evolve il progetto umano di vivere il pianeta. Le grandi tappe che hanno segnato la storia e la cultura dei popoli, i progressi della tecnica e delle scienze e l’evoluzione della pedagogia e della psicologia hanno profondamente cambiato il mondo della ricerca e quello della formazione di generazioni di giovani. È difficile il tentativo di individuare e sistemare i saperi geografici precedenti all’avvento della geografia scientifica (700\800) visto che prima i saperi includevano conoscenze molto diversificate e disseminate (nozioni astronomiche, cartografiche, geodetiche…) e derivanti anche dai racconti di viaggio e dai resoconti dell’esplorazione che hanno contribuito alla conoscenza del mondo. Tuttavia, tutte queste nozioni hanno rappresentato un presupposto per la scienza geografica. La cognizione del mondo nel corso dei millenni ha coinvolto tante manifestazioni dell’essere umano come il mito, la poesia, il racconto, la religione e la pratica del sacro. Il genere umano, prima costretto a piegare le sue necessità alle forze della natura, a poco a poco ha provato a comprenderle, partendo dall’esperienza quotidiana e affidandosi ai vari saperi. DAL MONDO CLASSICO AL SECOLO DEL METODO  Per quanto riguarda il mondo occidentale, la nascita dei saperi geografici risale alla Grecia antica; essi sono stati naviganti e viaggiatori, hanno osservato il cielo e le stelle. Nell’Ellade, quindi, si sono create le condizioni essenziali per una geografia di portata universale, dove in qualche modo i geografi possono trovare oggi chiari riferimenti e motivi di riconoscimento.  Alla fine del IV secolo a.C. è Dicearco di Messina (350-290 a.C.) che tenta di razionalizzare il disegno della Terra, introducendo una coordinata rappresentata dal parallelo centrale passante per Rodi, da cui determinare la posizione dei vari luoghi. La forma e le dimensioni della Terra costituiscono due oggetti di studio essenziali per la trasmissione del sapere geografico antico.  Eratostene (276 a.C.) dà largo impulso alle indagini geografiche scrivendo un’opera articolata in tre libri: 1) il primo relativo alla storia della geografia; 2) il secondo tratta della geografia fisica e astronomia; 3) il terzo riguarda la descrizione del mondo allora conosciuto. Nell’opera sono presenti interessi matematici e cartografici che hanno portato alla diffusione di itinerari, per terra e mare, e alla nomenclatura delle regioni della terra.  Importante parlare anche dei 17 libri della geografia di Strabone, dove l’aspetto più interessante consiste nel suo tentativo di congiungere la tradizione scientifico-matematica con la geografia umana, ridefinendone obiettivi e metodi. Questi libri vengono riconosciuti da Ratzel che è uno dei padri della geografia moderna e li ha collocati tra i classici della geografia.  Con lo sfaldamento dell’Impero romano la geografia giunge ad un deterioramento che va a scomparire nel medioevo. La spiritualità comporta ad una scarsa attenzione verso il mondo sensibile, favorendo una lacerazione tra scienza ed esperienza, con esiti negativi per le conoscenze geografiche che vanno a collocarsi nel magico e fantastico.  Il pensiero umanistico si contrappone in modo frontale alla formazione intellettuale del Medioevo. Le scoperte geografiche contribuiscono allo sviluppo dell’Umanesimo e inducono i grandi studiosi del rinascimento ad affrontare nuovi problemi e a cercare soluzioni per le esplorazioni da intraprendere.  Ritorna popolare l’opera geografica e cartografica di Tolomeo.  Si susseguono serie incredibili di ricerche e di innovazioni dalle quali la scienza moderna trae salda radici: Francis Bacon, Galileo Galilei e Cartesio. Nell’azione di ricerca diviene essenziale la sperimentazione tanto che il libro della natura si sostituisce al libro della scuola  il metodo sperimentale costituisce un aspetto centrale della rivoluzione scientifica del 600 e insieme motivazione dei successi raggiunti. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) LA GEOGRAFIA SCIENTIFICA Nel periodo illuminista del ‘700 il pensiero di Rousseau e Kant esercita una marcata influenza sulla geografia. Rousseau  portatore di originalità in campo pedagogico, evidenzia il valore educativo dell’ambiente. Kant  la geografia insegna a conoscere l’officina della natura. A livello pedagogico si fa consapevole promotore di una disciplina destinata ad attivare negli allievi l’interesse a formarsi un’idea di prima approssimazione di che cos’è e come è fatto realmente il mondo. La globalizzazione, prefigurata dal pensatore tedesco, è un fenomeno che presuppone l’acquisizione di dimensioni eminentemente geografica dello spazio e come tale si connota per i suoi aspetti geo-politici e geo-economici. Agli inizi dell’800 si assiste ad un progresso negli studi geografici, dovuto soprattutto all’evoluzione scientifica e tecnica. Il cambiamento lo si vede soprattutto in Germania. Qui la geografia si modella sulle scienze della natura e qui nascono Humboldt e Ritter: coloro considerati fondatori della geografia contemporanea. I due studiosi son accumunati per il loro apporto epistemologico riguardo ai problemi legati alle relazioni tra uomo e natura e soprattutto, al principio di interdipendenza che sono alla base della geografia scientifica. Friedrich Ratzel  giunge a una concezione unitaria della geografia cercando di creare un metodo unificato per lo studio della connessione fra tutte le caratteristiche della superficie terrestre e la presenza umana. Il quadro di riferimento generale è costituito da una concezione meccanicistica  le leggi matematiche della meccanica avrebbero dovuto offrire spiegazione dei fenomeni che avvengono nello spazio e nel tempo. L’ambiente naturale è agente dominatore rispetto ai comportamenti umani sottoposti alla sua influenza incontrastata. è evidente la pretesa di conoscere oggettivamente le relazioni fra i comportamenti delle società e l’evoluzione della natura giacché anche la società sarebbe soggetta a leggi rigorose e ben determinate.  in Italia la geografia si conforma al modello tedesco. In Francia si sviluppa un diverso orientamento  Paul Vidal de le Blanche.  da alcuni concetti derivati dalla sociologia si elabora il principio basilare della concezione vidaliana  “genere di vita” definibile come l’insieme dei comportamenti abituali e stabili di un gruppo umano, che si organizza su un determinato territorio dal quale ottiene il necessario sostentamento. Le opzioni adottate sono in funzione non solo dell’ambiente in cui si colloca ma anche delle proprie vicende storiche e socioculturali.  L’obiettivo è un’originale concezione dei rapporti fra umanità e ambiente il possibilismo geografico  formulata da Lucien Febvre, legato alle idee vidaliane. Tutti e tre gli autori sono positivisti LA GEOGRAFIA DAL SECONDO DOPOGUERRA A OGGI. Dopo la Seconda guerra mondiale la ricerca geografica si trova di fronte a quadri politici e socioeconomici in rapida evoluzione. In Italia l’assetto della disciplina si modifica senza intaccare in profondità i paradigmi della geografia classica sempre con eccessiva lentezza rispetto agli altri paesi. La matrice positiva risulta ancora radicata per cui si posiziona generalmente nell’ambito delle scienze naturali precludendosi la possibilità di analizzare e approfondire la dimensione sociale.  i vari cambiamenti prodotti nella configurazione demografica, la crescita economica che modifica il paesaggio e le contaminazioni con altre discipline producono occasioni per un aggiornamento e rinnovamento della disciplina. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) La fine degli anni 60 segnano un periodo sociopolitico denso di conflittualità. La geografia risente del nuovo clima con la riscoperta e l’attualizzazione del pensiero marxiano  si propongono diverse riflessioni concettuali con spiegazioni politico- ideologiche concordi nel rifiuto di una geografia intenta a vedere il territorio come un semplice stato di fatto, immobile e fissato al presente.  le sollecitazioni proveniente dall’ecologia esercitano una significativa influenza sulla ricerca geografica che avvia studi ed analisi sugli ecosistemi e sul cambiamento globale (mutamenti fisici e antropici del pianeta) Negli anni 70 si diffonde una nuova geografia grazie anche allo sviluppo di metodologie matematico statistiche.  il ricorso a tali metodi diviene rilevante in breve tempo fino a far parlare di rivoluzione quantitativa.  questo approccio vuole circoscrivere ogni fatto geografico entro una misura espressa quantitativamente e cogliere le correlazioni fra i fenomeni che la diretta osservazione e intuizione di un singolo studio non può individuare. Frémont affronta uno dei nodi centrali della disciplina  il processo della sua legittimazione scientifica. Il proponimento di conferire alla disciplina una legittimazione scientifica ha fatto trascurare altri percorsi. La geografia non può conformarsi ai paradigmi delle scienze analitiche e alla definizione di rapporti fissi causa-effetto, visto che non sempre le leggi e le teorie matematiche e fisiche possono essere trasportate nello spazio sociale.  anche se tale indirizzo ha consentito di introdurre fra i geografi le tecniche di rilevazione e di calcoli statistico con risultati positivi in molti settori (cartografia tematica computerizzata e Geographic information sistems GIS). Dalla seconda metà del 900 le geografie della percezione, del comportamento e umanistica hanno riscosso grande interesse. La geografia della percezione  con l’attenzione sullo spazio vissuto, arricchito di elementi psicologici e sulla visione che del territorio hanno i suoi fruitori ha ampliato gli schemi interpretativi del rapporto fra società e ambiente puntando sul presupposto: “il mondo visto dagli esseri umani” in geografia che nel suo studio incastra la soggettività l’arte assume un rilievo pregnante: il quadro percettivo di un ambiente filtrato dalla sensibilità di uno scrittore\poeta\pittore può aiutare alla sua comprensione che verrà strutturata poi attraverso letture e interpretazioni più geografiche.  la matematica e la statistica (geografia quantitativa) e la psicologia, l’arte e la letteratura (geografia della percezione e umanistica) rappresentano altrettante strade che possono essere accolte nell’ambito geografico.  DIDATTICA DELLA GEOGRAFIA DIDATTICA GENERALE E DIDATTICHE DISCIPLINARI Didattica generale  insieme di orientamenti, di principi e di tecniche da applicare ai processi di apprendimento e insegnamento  scienza della comunicazione e della relazione educativa che rappresenta la teoria della corretta ed efficace pratica di insegnamento. In quanto teoria la didattica è riflessione ragionata che tende a un assetto sistematico. Le conoscenze devono essere presentate in modo tale da permettere all’allievo una fattiva rielaborazione e che stimoli il formarsi di strategie mentali individuali e conduca all’autonoma conquista del sapere. L’azione di insegnamento si deve appoggiare su solide strutture scientifiche  la didattica si pone come scienza di frontiera fra discipline pedagogiche, psicologiche, sociali e della comunicazione. Il legame fra pedagogia e didattica è generato da un comune oggetto di riflessione, costituito dallo stretto rapporto fra educazione e istruzione; si tratta di un legame difficile visto che si pensa che la conoscenza di una materia equivarrebbe a saperla insegnare. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) La didattica è una scienza di frontiera rispetto a quello delle relazioni con i diversi insegnamenti. Ciascuna disciplina è fornita di propri specifici contenuti, di propri linguaggi e metodi. In questo confronto si apre alla didattica un’ampia gamma di opportunità legate a un discorso interdisciplinare. Infatti, se tutti concordano sulla necessità di una stretta ed efficace collaborazione fra studiosi di didattica e studiosi provenienti dai diversi campi disciplinari  match-confronto fra didattica genera e didattica disciplinare  teorizzata e progettata la prima da ricercatori dell’ambito delle scienze dell’educazione e la seconda dai ricercatori dell’ambito disciplinare. POTENZIALITÀ E OBIETTIVI DELLA DIDATTICA DELLA GEOGRAFIA Le potenzialità della didattica della geografia si esplicitano nel mettere in relazione i saperi e i metodi della geografia con i processi di apprendimento- insegnamento  bisogna tradurre in chiave didattica corretta i saperi geografici e il loro modello epistemologico organizzandoli secondo l’età degli studenti e quindi con ordini di complessità differenziati. La didattica della geografia si trova in stretta relazione con molteplici ambiti di ricerca (didattica generale, pedagogia, psicologia, storia della scuola e dei suoi ordinamenti, legislazione scolastica e politiche dell’istruzione). La didattica della geografica, quindi, deve indagare in più direzione: - Rapporto fra il sapere elaborato dai geografi e quello da trasmettere attraverso l’insegnamento - Sull’evoluzione della ricerca geografica, per individuare come questa possa trasferirsi efficacemente nella quotidiana pratica dell’insegnamento scolastico - Sui rapporti fra gli studenti e la geografia, come scienza che aiuta a comprendere meglio molti dei problemi del mondo - Sui sussidi e sugli strumenti che sono in grado di agevolare l’apprendimento della geografia. Il campo di azione della didattica della geografia è molto vasto e è l’insegnamento che ha subito le innovazioni più marcate negli ultimi decenni. La geografia ha abbandonato da tempo la tradizionale impostazione regionale a favore di una sistematica  da una disciplina prevalentemente descrittiva ed enciclopedica si è trasformata su una disciplina basata sull’esame di problemi, volta alla ricerca delle spiegazioni dei fenomeni e sempre più protesa verso le comprensioni delle interrelazioni.  obiettivo della didattica della geografia è quello di tradurre per la scuola i risultati e i progressi conseguiti dalla ricerca in modo che oggetti, metodi e finalità della disciplina possano partecipare compiutamente al progetto educativo-didattico  impegno forte nel modo della scuola  RICERCA E DIDATTICA: UN BINOMIO IMPRESCINDIBILE ALCUNI PROBLEMI DI FONDO Per lo sviluppo di una qualsiasi didattica disciplinare sono essenziali le interazioni possibili con le attività svolte dalla ricerca nella stessa disciplina e in quelle affini. L’importanza della combinazione fra didattica e ricerca non sempre è colta in modo consapevole. Riferendoci alla disciplina della geografia occorrerebbe attivare sempre più i canali che possano mettere in proficua comunicazione accademia e scuola. La divisione fra insegnamento. Ricerca emerge ancora troppo forte e supera quelle distanze fisiologiche pure inevitabilmente riscontrabile fra queste due funzioni, che sembrano non comunicare, facendo così emergere forti criticità.  l’intervallo temporale non dovrebbe rilevarsi eccessivamente lungo affinché i risultati della ricerca possano essere selezionati e poi tradotti in chiave didattica per il trasferimento nei vari comparti scolastici.  purtroppo, difettano collegamenti strutturali con lo scopo di produrre ricerca per la didattica o di elaborare i risultati della ricerca per l’applicazione didattica. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected])  il compito di allacciare relazioni fra scuola- didattica e università- ricerca rimane affidato in prevalenza all’azione volontaria di docenti appartenenti a diversi livelli d’istruzione o di associazioni culturali e professionali che però non possono incidere sul tessuto scolastico per la mancanza di una ben radicata rete istituzionale e di sostegni anche finanziari. LE SPECIFICITÀ GEOGRAFICHE La diversità di indirizzi e di approcci della geografia contemporanea indica la flessibilità epistemologica della disciplina fattore strategico sul piano didattico  molteplicità di modelli e strategie per favorire una migliore comprensione del mondo alle varie scale spaziali. Occorrerebbe valorizzare le acquisizioni della ricerca scientifica e attuare nella pratica didattica quei principi (dal loro territorio di vita fino alla scala planetaria) in modo nuovo come sistema dinamico di relazioni. L’insegnamento della geografia dovrebbe svolgere una funzione formativa di grande rilevanza garantendo una presenza qualitativa di alto profilo educativa nella scuola in un mondo che sta cambiando profondamente e nel quale i rapporti società-natura diventano sempre più complessi e gli equilibri più fragili. La geografia dovrebbe cogliere con immediatezza e approfondire questi cambiamenti con le contraddizioni, i conflitti e i nuovi approcci spaziali che comportano. Appare sempre più importante un’approfondita valutazione del comportamento umano nei riguardi della natura e delle scelte consapevoli fra azioni possibili ma derivate da diversi principi e norme morali.  le conoscenze geografiche dovrebbero essere poste alla base di una filosofia dell’azione, che si sviluppa nello spazio e che produce territorio visto che i processi di antropizzazione del pianeta non sono neutri ma derivano da concezioni etiche, con relativi comportamenti. I processi di antropizzazione grazie agli sviluppi della tecnica e della scienza sono preoccupanti per le risorse che distruggono e le disparità che accrescono  consumo di risorse\spazi e disuguaglianze sociali\economiche costituiscono altrettanti problemi di interesse geografico e di conoscenze di base da apprendere RICERCA E DIDATTICA COME FLUSSO DI RECIPROCI IMPULSI Il rapporto fra ricerca e didattica andrebbe costruito su un flusso di impulsi virtuosi e reciproci  la ricerca dà il suo contributo alla didattica e da questa lo riceve. La carenza di integrazione fra le due sfere, dovuta alla scarsa applicazione nella ricerca per la didattica, indebolisce le potenzialità che la geografia potrebbe esercitare a scuola e non giova nemmeno alla ricerca. È compito della ricerca individuare le reti concettuali di ciascuna disciplina ma spetta alla didattica da una parte fare in modo che le sconoscenze disciplinari risultino veramente utili agli studenti e dall’altra formulare progetti in cui concetti e obiettivi educativi di carattere generale siano veramente efficaci.  compito della didattica trovare il modo più adeguato di interpretare e trasmettere sul piano dell’apprendimento- insegnamento i progressi della ricerca. La coerenza e l’equilibrio fra il momento scientifico e quello educativo-didattico sono essenziali perché danno senso e significato alle informazioni, alle abilità, alle competenze che lo studente riceve dalle discipline.  fondamentale che l’impianto educativo abbia obiettivi strettamente collegabili alla realtà, a valori- guida che servano ad affrontare in modo attivo e critico le sfide del futuro.  il collegamento a precisi obiettivi didattici consente di aggiungere concretezza alle finalità scientifiche evitando il pericolo di una ricerca ancorata a uno stadio improduttivo.  ricerca nell’educazione geografica il modo per insegnare geografia costituisce una questione complessa tale da richiedere una ricerca significativa e continua. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected])  LE POLITICHE DELL’ISTRUZIONE CENNI STORICI Le politiche educative realizzate dai governi rivestono grande rilevanza sociale e culturale nella vita di un paese, anche se non sempre alle dichiarazioni di principio corrispondono coerenti atti concreti.  l’unione del Regno d’Italia (1859-1861) avviene in una piena atmosfera positivista.  legge Casati 1859  stabilisce le prime direttive della politica scolastica italiana volte ad armonizzare le precedenti politiche scolastiche diversificate nei tanti Stati.  varie difficoltà come l’elevato tasso di alfabetizzazione. I programmi scolastici, predisposti dai positivisti, evidenziano il metodo oggettivo e intuitivo, l’osservazione e la lezione attraverso i sensi, la raccolta e catalogazione dei materiali  i testi scolastici presentano biografie di benefattori dell’umanità (benefattori, scienziati…)  pedagogia espressa per modelli.  i problemi dell’insegnamento vanno quindi inquadrati nella situazione socioculturale e polito- economica dell’Italia. Con i programmi del 1894 la scuola dovrebbe essere strumento di redenzione morale e civile  per conseguire questo scopo tutte le discipline sono presentate in funzione dei valori che devono trasmettere (amor patrio, ordine e nazionalismo  politica coloniale) Inoltre, l’incontro della pedagogia con la questione sociale alimenta l’interesse educativo nei confronti dell’istruzione popolare, dello sviluppo economico, del funzionamento delle istituzioni.  la scuola inizia un processo di apertura nei confronti di quelle subalterne, che possono accedere almeno agli elementi base del sapere visto che la preparazione elementare della popolazione si rende irrinunciabile in seguito ai cambiamenti produttivi legati anche al processo di industrializzazione LA RIFORMA DI GIOVANNI GENTILE. La riforma gentile del 1923 influenza profondamente il modello educativo italiano, prendendo netta posizione contro la pedagogia scientifica di tipo positivista ed esaltando la coincidenza fra pedagogia e filosofia distinguendo però la cultura umanistica da quella scientifica.  a casa di quest’ultima presa di posizione la geografia subisce pesanti conseguenze nella sua stessa natura  o è assorbita nel settore umanistico in posizione marginale oppure è relegata a livello periferico fra le materie tecnico- scientifiche. Gli esiti delle politiche dell’istruzione nel Fascismo si vedranno ben presto con una trasformazione del sistema scolastico in funzione di aspirazioni nazionalistiche e imperialistiche, riconducibili all’antica Roma. Nel 1928 nasce il testo unico di Stato, ispirato agli ideali del partito fascista  Nazionalismo, razzismo, guerra, espansione coloniale costituiscono i concetti chiave dell’insegnamento  anche la geografia si deve adeguare. Importante è la posizione del pedagogista Giuseppe Lombardo- Radice (1879-1938) che assume la direzione generale della scuola elementare per incarico del ministro Gentile.  per lui la geografia non ha un suo precipuo oggetto di studio, ma è essa stessa o un capitolo di fisica o di scienze biologiche o un capitolo della storia dell’uomo.  doveva essere associata ad un'altra materia. DAL PROGRAMMA ALLE INDICAZIONI NAZIONALI Le norme ministeriali forniscono le linee unitarie per la struttura e l’organizzazione scolastica del paese. --> la politica entra in diretta relazione con l’applicazione delle scienze dell’educazione e dei saperi disciplinari. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) Le norme consistevano nell’elaborazione di programmi ministeriali delle varie discipline, prescrittivi e concepiti per una scuola molto centralizzata, caratterizzati da un elencazione di contenuti e obiettivi che venivano aggiornati per rispondere alle trasformazioni di ciascuna disciplina e ai mutamenti socio-culturali e politici  il rinnovamento periodico dei programmi consentiva di trasmettere le nuove acquisizioni della ricerca (aspetto scientifico\pedagogico) e di rispondere alle trasformazioni della società (aspetto culturale\politico). Nel 1985  i programmi della scuola elementare hanno segnato una svolta superando l’impostazione basata su una enumerazione di argomenti per seguire un itinerario di progettazione dell’attività educativo- didattiche  viene sottolineato che gli scopi dell’educazione geografica siano sempre in funzione della società, evidenziando la varietà di quadri socioeconomici e politici che sono alla base dei diversi obiettivi didattici proseguiti dalla disciplina. Lo spostamento del baricentro dei processi di insegnamento a quelli di apprendimento ha reso contraddittoria la definizione di programma agevolando il passaggio alle indicazioni nazionali  testo di riferimento per la progettazione del curricolo indirizzato a una scuola che dovrebbe costruire i suoi percorsi di studio grazie alla sua autonomia nel quadro di finalità e obiettivi volti a garantire un tessuto culturale e educativo comune.  LE ASSOCIAZIONI GEOGRAFICHE L’ASSOCIAZIONE ITALIANA INSEGNANTI DI GEOGRAFIA Le varie aree disciplinari scolastiche sono rappresentate da una o più associazioni di docenti, sia per svolgere insieme ricerca, didattica e attività di formazione sia per offrire opportunità nella diffusione di esperienze didattiche, abilità e competenze metodologiche. Il 22 aprile 1954 nell’università di Padova nel XVI congresso geografico italiano, Elio Migliorini propone ai congressisti di creare un’associazione di docenti  viene fondata l’associazione italiana insegnanti di geografia. L’associazione ha visto progressivamente crescere il suo prestigio, sviluppando relazioni con istituzioni pubbliche e private e promuovendo la sua azione istituzionale, formativa e sociale sempre determinata nel rispetto puntale di stabilire un raccordo fecondo fra scuola e università. L’AIIG ha messo a punto e ampliato i suoi obiettivi. - Favorire l’incontro degli insegnanti di discipline geografiche di ogni formazione e indirizzo - Diffondere l’educazione e la cultura geografica, favorendo scambi\accordi con organizzazioni impegnate nella didattica e nella formazione del cittadino - Promuovere la conoscenza e la tutela dei beni ambientali e culturali nel quadro di una corretta educazione geografica\ecologica - Promuovere la conoscenza della costituzione e l’educazione alla cittadinanza a tutte le scale geografiche, lo studio delle diverse culture e il diritto di tutti i popoli a uno sviluppo sostenibile. AIIG ha pubblicato fin dalla sua fondazione la rivista “ambiente società territorio- geografia nelle scuole” e poi con il tempo si sono affiancate altre riviste. I corsi di formazione e di aggiornamento, conferenze, seminari e i gruppi di lavoro per docenti hanno avuto un importante riconoscimento nel febbraio del 2003, quando il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha incluso l’AIIG nell’elenco definitivo degli enti qualificati per la formazione del personale della scuola. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) LE SOCIETÀ GEOGRAFICHE NAZIONALI E INTERNAZIONALI Nel panorama italiano operano altre associazioni geografiche che tessono proficui rapporti e collaborazioni con la didattica e il mondo della scuola. Società geografica  l’obiettivo è quello di promuovere la cultura e le conoscenze geografiche con un impegno particolare nell’attività di esplorazione delle terre. Oggi si concentra sulla promozione della ricerca scientifica e sulla divulgazione realizzati con programmi di studi sul territorio e sull’ambiente. 1895  società di studi geografici 1978  associazione dei geografi italiani Centro italiano per gli studi storico – geografici e l’associazione italiana di cartografi. Tutte queste società hanno costituito il SOGEI (2018) un ordinamento sorto per contribuire a: - Rafforzare il loro ruolo nelle azioni di difesa e di rilancio dei saperi geografici e di sostegno alla comunità di geografi - Individuare strategie condivise per la promozione della geografia nella società - Diffondere le informazioni relative alle iniziative scientifico culturali di interesse geografico L’istituto geografico militare (IGM)  funzione di ente cartografico dello stato, propone una serie di prodotti in grado di offrire piena garanzia per la descrizione del territorio. Ci sono innumerevoli associazioni geografiche  Royal Geographical Society (Londra) e l’American Geographical Society. C’è un’associazione mondiale “international Geographical Union del 1922. Ha 41 commissioni di cui una di didattica con lo scopo di promuovere a livello globale l’educazione geografica e ambientale. In Europa opera l’association of geographical societies in Europe (EUGEO) del 97 con finalità di coordinare in una dimensione europea le varie attività a vantaggio della ricerca e della didattica geografica. CAPITOLO 2: GEOGRAFIA: DISCIPLINA CRONOSPAZIALE  LA DINAMICITA’ DELLO SPAZIO UNA FILASTROCCA DI NOMI Lo spazio se non viene osservato da una dimensione cronologica non può assumere uno spessore geografico in quanto è il tempo a conferirgli profondità e dinamismo  necessari per interpretare alle diverse scale geografiche le società fra loro e nelle loro relazioni con il territorio. La dimensione per considerare il mondo è quella del cambiamento e non della permanenza, bisogna dare attenzione ai cambiamenti e agli esiti da questi prodotti altrimenti ci sarebbe una geografia dell’invariabilità e della fissità. Critica ad una visione statica e invariabile della geografia ancora oggi vista nelle aule scolastiche ma che non corrisponde alla reale natura della disciplina. LA STABILITA’ DEL MONDO Per superare la concezione stereotipata della geografia dell’invariabilità è indispensabile declinare il tempo in tutte le sue manifestazioni. È attraverso la chiave cronologica che la geografia può cercare di indagare sulle dinamiche della società che vivono e si confrontano\integrano sugli spazi in continua antropizzazione. La geografia è una storia del presente che analizza e sfida le situazione dell’oggi inquadrandole in una visione futura. Già all’inizio del ‘900, Giuseppe Ricchieri mette in guardia sulla presenza di alcuni pregiudizi anche dal punto di vista educativo assegnata agli stati  sostiene che la geografia appresa per Stati può risultare più facile, tuttavia, induce a credere che essi siano qualcosa di conforme a natura e alla realtà geografica quindi non mutabile. Ghisleri  ribadisce il concetto e sostiene che la geografia è capace di spiegare il segreto di molti fatti storici. Tuttavia però non riesce a esplicitare tutte le sue potenzialità originando una Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) contraddizione specifica  la geografia fornisce un “pascolo” importante per l’immaginazione dei ragazzi però l’insegnamento fa si di creare una mortale ripugnanza quando la devono imparare. UNA DINAMICITA’ COMPIUTA Geografia  scienza che studia l’antropizzazione del pianeta  esamina il mondo come una rete di avvenimenti, un insieme di processi attivati nelle relazioni fra collettività e ambiente.  questi processi hanno cambiato l’ambiente e hanno costruito il territorio  la geografia è identificabile come disciplina crono-spaziale. La visione diacronica dello spazio consente di interpretare meglio le realtà territoriali soggette a una velocità nelle trasformazioni e anche di aprire l’orizzonte al mondo nella sua vastità e di afferrare consapevolmente lo spazio praticato ogni giorno. Nella geografia è completata la dinamicità che deve essere compiuta in tutte le sue estensioni  una geografia con una dinamicità imperfetta porterebbe a descrizioni asettiche dei territori e farebbe perdere le sue capacità di coinvolgimento degli studenti che non potrebbero intuire le potenzialità rimanendo bloccati sulle staticità fisiche (monti, fiumi…) e antropiche (città, confini…). Dematteis  riflettendo sul paesaggio evidenzia la debolezza di un approccio non dinamico, un approccio che può spiegare il passato, valutato per comprendere meglio il presente, ma non è in grado di entrare nella dinamica dell’oggi per analizzare le potenzialità latenti e suoi possibili sviluppi.  SCENARI PER UN FUTURO POSSIBILE L’attenzione al futuro deve essere connaturata al discorso geografico che declina i vari momenti temporali integrandoli in una visione diacronica dello spazio  analisi completa ed efficace dei modi e delle forme attraverso cui si svolgono i processi di antropizzazione. Il presente allaccia nel flusso temporale passato e futuro.  l’ambiente, plasmato nel passato costituisce simultaneamente materia essenziale da cui partire per scandagliare il futuro. Nello spazio si ritrovano i segni e le impronte del passato che compongono piste\indizi da seguire\ abbandonare nel percorso verso il futuro. Il modello con il quale si misura, si progetta e si organizza lo spazio è impostato su un’ottica monoculturale  priva di prospettiva e profondità di campo, che troppo spesso trascura tutta la sfera dei diritti non sempre e ovunque garantiti (diritti civili, politici, sociali)  in molti dei paesi poveri non sono assicurati neppure i bisogni fondamentali. Proprio in funzione dei diritti è essenziale comprendere come le risorse del pianeta costituiscano un diritto di ogni persona e di ciascun popolo al soddisfacimento dei bisogni essenziali  le questioni inerenti ai diritti devono essere affrontate a scuola in maniera interdisciplinare  occorre valutare con attenzione i forti impatti geografici presenti in tante tematiche come quelle relative alle diversità culturali\religiose o ai flussi migratori, alla salute, al genere e all’ambiente.  SINCRONIA E DIACRONIA: TEMPI PLURIMI Un aspetto dalle forti potenzialità didattiche riguarda l’inquadramento del tempo relativo nell’ottica spaziale. Un caso significativo è offerto dalla contemporaneità che si esprime in modi diversi secondo i territori da esaminare. Gli spazi sono diversificati come i tempi sono plurimi  non indica solo il presente ma anche tempi ed epoche diverse che si intrecciano in un paesaggio e lo costruiscono. in spazi diversi il tempo scorre con scansioni e metriche diverse  ritmi lenti per secoli possono accelerarsi in archi temporali molto brevi o viceversa. In uno stesso spazio sono presenti i segni di tempi plurimi: impronte, memorie, testimonianze artistiche e culturali  la coesistenza di queste manifestazioni avviene ovunque. Settis  è possibile leggere i paesaggi come un mosaico di compresenze sincroniche e insieme come uno stratificato palinsesto diacronico. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) L’espressione “popolo primitivo” quando attribuita a popolazioni contemporanee ripropone per altri aspetti l’associazione fra sincronica e diacronica. Le distanze allungandosi o riducendosi in funzione di metriche mutevoli agiscono in profondità nello spazio e diventano sempre più flessibili al pari dei tempi  il tempo ha perso il primo strato: la sua unicità; in ogni luogo il tempo ha un ritmo diverso. L’alienazione spaziale, dovuta all’accelerazione nei mutamenti, si riscontra ovunque ma in alcune aree del paese è impressionante  es: Dubai che con la scoperta del petrolio in 40 anni è passata dal medioevo al postmoderno con una velocità impressionante.  CAMBIAMENTO E COMPLESSITÀ DELLO SPAZIO GRAFICO Le trasformazioni spaziali in continue accelerazioni dovrebbero essere affrontate a scuola con grande attenzione in quanto pongono domande per il futuro. La terra è in grado di assorbire le rapide innovazioni spaziali e i mutamenti degli equilibri di una crescita economica sempre più differenziata? Questi interrogativi possono offrire molti spunti su cui impostare ragionamenti geografici, condotti con l’obiettivo di far acquisire agli studenti quelle capacità e abilità necessarie nel sapersi destreggiare fra le innumerevoli informazioni rinvenibili attraverso mass media e social network. Attualmente è lo spazio globale che si presenta come scena del cambiamento  un insegnamento coordinato, dove tempi e spazi, storia e geografia riescano a integrarsi e promuovere così prospettive innovative per la didattica fornendo chiavi di lettura per l’orientamento rispetto ai processi in atto con lo scopo di ritrovare il senso e la cultura del limite. I cambiamenti, sempre più rapidi, rendono le realtà spaziali più complesse e quindi più difficili da decifrare. Marcella Schmidt  ricorda che la geografia oggi deve contribuire a un’educazione alla complessità, che caratterizza la società contemporanee. Solo riconoscendo l’identità complessa e in comune con tutti gli esseri viventi e facendola diventare oggetto principale di ogni tipo di insegnamento il sapere geografico diventa fondamentale. I rapporti sociali sono mediati dall’ambiente geografico e quindi c’è una correlazione spaziale  biosfera e sfera socioculturale interagiscono come componenti di un unico sistema dove operano secondo specifiche modalità.  scelte sbagliate a livello territoriale possono alterare le condizioni biologiche e socioeconomiche della terra con ripercussioni a catena sulla vita dei sistemi locali. La dimensione temporale è un punto di vista essenziale per affrontare le nuove sfide del cambiamento e della complessità  se lo spazio fosse inquadrato come solo superficie fisica di semplice supporto alla società, i fatti sociali e politici si concepirebbero bloccati nell’immutabilità dell’ordine esistente e non come problemi aperti a soluzioni alternative. Il decentramento spaziale, come approccio didattico, trova nella pedagogia interculturale incoraggianti occasioni da sviluppare  opera per la formazione di un cittadino predisposto alla globalità, capace di integrare differenti punti di vista sul mondo e cosciente della uguale dignità delle molteplici espressioni culturali.  ABITANTI DI UN MONDO GLOBALIZZATO LE COORDINATE SPAZIO-TEMPO La cognizione del mondo dev’essere un sistema  nel sistema il tutto è prima delle parti. Nell’aggregato le parti sono le prime.  bisogna farsi un’idea dell’insieme per poi dedurre tutte le parti. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) Questa riflessione di Kant nella sua Geografia fisica  espone il concetto di sistema fra il tutto (globo) e le sue parti (le regioni)  Kant privilegia il globo dal quale deve cominciare la descrizione del mondo “pensa globalmente agisci localmente”. Angelo Turco  osserva che occorre pensare la natura come un dispositivo nel quale si effettua la transizione da una scala all’altra  la visione transcalare si colloca nell’ambito di una generale visione regionale del sistema-mondo e di dialoghi fra territori visto che consente di togliere ai diversi livelli spaziali più proprietà di uno stesso fenomeno territoriale. Farinelli  colloca nel 1969 il momento in cui lo spazio e il tempo della fisica classica, meridiani e paralleli, sono all’improvviso entrati in crisi, segnando la fine della modernità.  corrisponde alla nascita di ARPANET, la prima forma della rete. Con la globalizzazione le coordinate di spazio e di tempo assumono accezioni diverse, derivanti anche dal fatto che i sensi del tempo e dello spazio sono legati in maniera molto stretta alla distanza  conseguenza della disponibilità e qualità dei mezzi di comunicazione, che sembrano rimuovere molti limiti negli ambiti spaziali e temporali.  queste due categorie stanno assumendo dimensioni nuove con effetti straordinari e non sempre facilmente valutabili, tanto che il luogo è leggibile secondo paradigmi spaziali e temporali diversi da quelli considerati in passato, così come è possibile comunicare senza spostamenti nello spazio fisico ed esercitare azioni sganciate dalla condivisione dello stesso spazio.  lo spazio territoriale è virtualmente soppresso. ABITARE IL TEMPO Gli uomini sono abitanti del tempo, l’abitare è una funzione sociale essenziale tanto che l’organizzazione spazio-temporale ha rappresentato un’esigenza primordiale dell’umanità.  il calendario costituisce lo specchio di tale organizzazione e dello sforzo di equilibrare i ritmi umani a quelli della natura.  infatti, attraverso il calendario viene riconosciuta la periodicità, la ciclicità di certi fenomeni e ricorrenze della natura e della società. Lo stesso termine “abitare” implica il concetto del tempo, con l’avvicendamento nei diversi luoghi dei giorni, delle stagioni e degli anni. L’abitare richiede i suoi tempi e i suoi ritmi  più questi sono lenti e lunghi più le relazioni con lo spazio si intensificano e si rafforzano e le conoscenze del mondo si fanno più profonde. Il territorio, che è il risultato dello scorrere dei tempi, vive una successione di trasformazioni e sedimentazioni che gli conferiscono fisionomie specifiche. La stabilità cronologica nello stesso luogo conferisce una dimensione sociale allo spazio e al tempo  la mobilità produce forme diverse dell’abitare con esiti molteplici e scenari inediti che andrebbero approfonditi per la rilevanza che hanno nella realizzazione del rapporto società- ambiente. La valutazione dei tempi, dei cicli e dei ritmi della natura propone attenzioni verso nuove forme di conflittualità  contrasti fra i tempi della natura e quelli dell’uomo così forti da rendere complicato il rapporto società-ambiente  sono i comportamenti antropici, caratterizzati da ritmi che a volte si fanno sempre più serrati tanto da disturbare i tempi della natura, deviando o bloccando\ accelerando i processi naturali con risvolti nei confronti dell’equilibrio idrogeologico, climatico, biologico e indirettamente nell’organizzazione sociale.  a scuola si deve affrontare e approfondire la dimensione geografica di queste discordanze anche grazie a un’educazione ambientale attenta alla valutazione dei tempi, dei cicli e dei ritmi della natura. ABITARE LO SPAZIO La geografia poggia direttamente le sue basi sull’abitare lo spazio  questa è la dimensione nella quale le società vivono e agiscono  abitare deriva da Habere= possedere. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) La trasformazione dello spazio di vita non è soltanto occupazione ma è pure espressione di valori e di affetti  intreccio inscindibile di spazio oggettivo e soggettivo. Gli andamenti demografici (dinamica naturale di nascite/morti e migratoria) stanno producendo trasformazioni profonde alle varie scale geografiche, nella distribuzione della popolazione e nelle relazioni fra società e territori, fra società e culture diverse. La stabilità (prodotto di generazioni che si succedono nello stesso spazio) e la mobilità (flussi migratori) producono combinazioni diverse che necessitano di nuove chiavi interpretative. Gli scenari che si vanno generando meritano di essere trattati e interpretati a scuola in quanto riguardano il futuro dei ragazzi stessi.  I quadri relativi alla distribuzione della popolazione sono destinati a cambiare profondamente nei prossimi decenni in maniera molto rapida.  La rivoluzione dei trasporti che ha ridotto le distanze e le disuguaglianze crescenti nella ricchezza fra i diversi paesi del mondo hanno impresso alla mobilità migratoria una spinta forte che sta suscitando tensioni e conflittualità mai viste prima.  La lotta per la sopravvivenza ingrossa i flussi migratori con storie innumerevoli che si compongono in quadri di dolore, di sofferenza e speranza. La mobilità non riguarda solo la dinamica migratoria, coinvolge in maniera incisiva le popolazioni del mondo economicamente avanzate che è in continuo e progressivo movimento  ai propri spazi quotidiani si aggiungono gli spazi occasionali (turismo o lavoro)  la mobilità genera nuove geografie da indagare in un mondo globalizzato. ABITARE LO SPAZIO RAPPRESENTATO Oltre lo spazio realmente vissuto c’è quello della rappresentazione cioè il mondo disegnato e cartografato. La carta geografica riproduce il corrispondere fra il mondo e la sua rappresentazione e tale rapporto deriva dalla cultura geografica che genera la carta. Farinelli  non possiamo più far finta di ignorare che il mondo non è più una bidimensionale mappa bensì un globo e qualcosa di topologicamente irriducibile a tutti i nostri modelli spazio- temporali. La carta geografica non deve essere confusa con la realtà essendo essa una rappresentazione approssimale della realtà.  sempre maggiore interesse sta suscitando la cartografia partecipativa consistente in una rappresentazione cartografica in cui una comunità, anche se priva di specifiche competenze, si può identificare, raffigurando il paesaggio, il patrimonio socioculturale, i saperi in cui si riconosce e che desidera trasmettere. attraverso ciò si comprende come la comunità locale percepisce e attribuisce valore al proprio territorio, alle memorie, trasformazioni e al suo futuro.  LA MEMORIA FRA CONSERVAZIONE E TRASFORMAZIONE L’accostamento fra geografia e storia è antico  i rapporti fra i due saperi sono molto complessi e le strategie didattiche dovrebbero partire dalla semplice osservazione che sulla superficie terrestre si trovano elementi fra loro lontanissimi in termini di età  il presente abbonda di segni del passato. Senza il supposto della memoria una comunità difficilmente può esistere perché questa ne testimonia il legame con il passato e la propria identità. Le diverse tracce materiali\immateriali, rinvenibili nello spazio dovrebbero trovare possibilità di espressione nella descrizione e rappresentazione geografica, però per conseguire tali obiettivi si deve includere la dimensione storica. La memoria si sviluppa molto bene anche in aspetti non direttamente visibili, ma localizzabili visto che si possono fissare nello spazio. Ad esempio  memoria della lingua  territorio e forme dialettali. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) La varietà dei termini geografici di origine dialettale offre un’immagine dello spazio a misura storica d’uomo proprio perché il termine viene ancorato al terreno  il territorio così si carica di sentimenti\storie\legende e la costruzione toponomastica diviene efficace mezzo di comunicazione sociale che coinvolge direttamente spazio e tempo. Le applicazioni didattiche ricavabili dalla toponomastica risultano utili in ambito interdisciplinare come quello linguistico-storico-geografico. Il discorso toponomastico costituisce una fonte preziosa per la ricostruzione storica del paesaggio e delle sue trasformazioni sia negli aspetti fisici\ geomorfologici sia in quelli biologici (vegetazionali\faunistici) e antropologici (insediativi\rurali\ agricoli). La distribuzione e le indicazioni dei toponimi sulle carte topografiche forniscono proiezioni diacroniche e sincroniche dalle quali si possono dedurre i mutamenti dei territori e le vicende di popolamento. Il paesaggio geografico è il grande contenitore di tutte le memorie anche nella loro proiezione futura e da qui la grande forza educatrice che nasce da una storia antica e recente ma che vive nel passato e futuro.  RAGIONAMENTI INTERDISCIPLINARI UNA SCIENZA DI SINTESI? Ciascuna scienza è contigua alle altre, cui trasmette stimoli e impulsi, che a sua volta riceve in un circuito virtuoso, grazie al quale si arricchisce il patrimonio scientifico di tutte. il superamento di rigide barriere disciplinari evita non solo la frammentazione dell’insegnamento ma permette di affrontare più adeguatamente il problema dell’unificazione della conoscenza.  i saperi scientifici, per l’eterogeneità degli oggetti studiati presentano un’estrema ricchezza nelle relazioni con le altre discipline. Dewey  l’unità di tutte le scienze è trovata nella geografia Vallusi  geografia come scienza di sintesi per eccellenza visto che era in mezzo alle discipline storiche e naturali. Occorre evitare il rischio di una possibile frammentazione della geografia visto l’importanza che l’interdisciplinarietà può esercitare sui processi di apprendimento  agevola la diversificazione delle fonti da utilizzare aiutando l’insegnante a proporre confronti critici che sono necessari allo studente per guardare la realtà da diverse prospettive e per giungere a una migliore comprensione e interpretazione del problema da affrontare. GEOGRAFIA DIFFUSA E PREZIOSA La caratteristica della geografia di leggere e interpretare i processi, segni e fenomeni sviluppa un discorso costituito da una molteplicità di contenuti con tematiche relative alla sfera antropica e a quella fisica. Serrani  ricorda come la funzione tradizionale di abituare l’alunno a guardarsi intorno, a osservare l’ambiente che lo circonda è da tempo inserita in una più ampia riflessione ecologica  la geografia si presenta, come un elemento di raccordo fra altre materie insegnate a scuola senza diluirsi in nessuna di esse;  la geografia non può dissolversi nelle altre materie  gli oggetti di studio della geografia, disgregati e assegnati ad altre discipline, si disarticolano e staccati dalla loro impostazione originaria che li relaziona e li collega perdono gran parte delle loro potenzialità didattiche.  pluralità e complessità degli oggetti di studio devono rappresentare punti di forza che si chiariscono in una spiccata integrazione delle conoscenze e nell’attenzione didattica all’interdisciplinarità Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) CAPITOLO 3: EDUCAZIONE GEOGRAFICA: PRINCIPI E VALORI  IL CONTRIBUTO DELLA GEOGRAFIA ALL’EDUCAZIONE.  Titolo di una sezione della carta internazionale sull’educazione geografica che delinea un quadro pressoché completo delle valenze formative che questa disciplina potrebbe offrire oggi agli studenti;  lo studio della geografia aiuta le persone a capire ed apprezzare come si sono formati i luoghi e i paesaggi, come interagiscono le persone e gli ambienti  geografia vista come una materia e una risorsa vitale per i cittadini che vivono in un mondo sempre più interconnesso. L’educazione geografica aiuta ad apprendere come convivere in armonia con tutte le specie viventi  le prospettive offerte dalla geografia aiutano a una comprensione approfondita di molte sfide attuali come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, le scelte energetiche… Il coinvolgimento emotivo rappresenta un primo stadio fondamentale perché incuriosisce e rende vivo il sapere geografico permettendo di prendere posizione e di affrontare i problemi  deve essere bene alimentato da conoscenze approfondite frutto della ricerca.  dovrebbe essere superato lo stereotipo per cui i saperi geografici possono essere ritenuti proficui e stimolanti e che spiegano fatti immobili, bloccati nel presente.  INTERIORIZZARE E CONDIVIDERE I VALORI Il contesto socioculturale e quello politico dettano le diverse interpretazioni del rapporto spazio- società e le scelte conseguenti. Es: periodo fascista  l’amore per la patria è mutato in forme di più o meno acceso nazionalismo. L’Italia rappresentava il centro e il modello di riferimento; una geografia tendente a esaltare le bellezze d’Italia, le opere del regime, l’espansione coloniale, la presenza dell’Italia nel mondo. Una geografia, quindi, fortemente incardinata sulla struttura dello Stato italiano dove non emergevano i problemi e le contraddizioni della società dell’epoca. La geografia offre un sapere strategico che si confronta con il delicato e complesso problema dei valori ai quali bisogna dare forza sia finalizzando a grandi obiettivi sociali le ricerche disciplinari sia arricchendo in questa prospettiva conoscenze e competenza e coinvolgendo strati sociali sempre più ampi.  l’educazione permette di generare cambiamenti nei valori e nei comportamenti della società.  i docenti svolgono il ruolo di guida nell’interiorizzazione valoriale e devono cogliere i principi fondamentali delle singole discipline scolastiche, adeguandoli nell’insegnamento ai vari livelli di scolarità. Attraverso una serie di operazioni didattiche gli insegnanti caricano ogni disciplina di valenze educative ristrutturate in funzione del momento educativo e quindi in funzione dello sviluppo della persona.  la disciplina non si deve trovare esposto a tentazioni ideologiche o propagandistiche fino a perdere le sue peculiarità di disciplina scientifica. La dimensione etica porta l’attenzione del docente di geografia a ricercare tematiche forti  la cultura e il rispetto del territorio e del paesaggio, lo sviluppo sostenibile, il miglioramento della qualità della vita, la globalizzazione (giustizia spaziale e socioeconomica), i diritti umani.  RISPETTARE LA DIGNITÀ DELLE PERSONE La consapevolezza dell’importanza e della ricchezza delle diversità agevola l’abbandono di paradigmi etnocentrici dei saperi e dei valori e accresce il bagaglio culturale della persona che riesce a moltiplicare le prospettive da cui può leggere e interpretare il mondo. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) La didattica interculturale migliore risposta alla cultura della divisione e del sospetta. Potenziale rivoluzionario e scaturisce dal fatto che l’alterità, l’emigrazione, la vita in una società complessa e multiculturale non sono più considerate soltanto problemi ma anche risorse e opportunità da cogliere. Grazie alla rivoluzione delle comunicazioni e il divario sempre più forte nella distribuzione delle ricchezze sono aumentati i contatti e gli incontri fra le diverse culture rendendo la società più multietnica. Individui e popoli hanno acquistato una mobilità straordinaria questo sottolinea l’aumento dei problemi di convivenza di gruppi umani diversi  la pacifica coesistenza è minata dalla critica combinazione delle disuguaglianze crescenti e delle diversità culturali (migrati sentimenti di frustrazione nei confronti del mondo occidentale). In questa prospettiva è imprescindibile una seria reimpostazione dei contenuti geografici disciplinari e dei progetti formativi-didattici per analizzare i nuovi quadri territoriali, economici, sociali, culturali e i sistemi di reti che riorganizzano il mondo. La geografia studia le culture attraverso un’articolata serie di segni, il territorio, che viene ad assumere in sé i valori del patrimonio di conoscenze prodotte.  analizzare gli spazi in riferimento alle componenti sociali, religiose etiche ed estetiche.  EDUCARE PER UNA CITTADINANZA ATTIVA GEOGRAFIA E CITTADINANZA Il territorio è il risultato di processi che nel corso del tempo lasciano segni e testimonianze, costruiscono memorie, singole e collettive, creano legami e reti di relazione spazio- temporali.  importante far acquisire competenze per percepire, leggere e interpretare il territorio in un’ottica inter e transcalare.  il sapersi collocare e orientare nello spazio non è una questione geometrica bensì è l’espressione di una capacità culturale di pensarsi come cittadino nell’ambito di sistemi sociali e culturali diffusi spazialmente.  risulta essenziale, nell’osservare fatti e fenomeni che si svolgono e si sviluppano nello spazio, inquadrare gli stessi nelle giuste dimensioni.  la visione spaziale deve adeguarsi alle dimensioni areali del problema che va messo a fuoco anche sotto questa angolazione.  la scelta consapevole delle giuste dimensioni spaziali per inquadrare fatti e fenomeni è un’abilità di grande rilevanza che la geografia può offrire agli studenti. Problemi complessi (fenomeno migratorio, riscaldamento globale e la crisi climatica) richiedono continui passaggi di scala spaziale  dal vicino al lontano e viceversa. Es: si comprende poco e nulla del fenomeno migratorio se lo sguardo non va oltre la piazza del proprio paese. La lettura però non si può bloccare su scala mondiale perché vanno valutati nei loro esiti territoriali pure i molteplici aspetti locali che i fenomeni migratori comporta Il concetto di distanza è essenziale anche per i riscontri che assume nella vita quotidiana  la distanza non si comprende solo attraverso il calcolo matematico visto che subisce pure l’effetto della memoria, le forme di emotività che possono influire sulle percezioni che si caricano dei sentimenti di affettività o di distacco. Steccati sociali e culture si formano all’interno di comunità, impostando diversi confini, difficili e rischiosi perché vanno a incidere in maniera negativa sulla stessa convivenza e organizzazione del territorio  nuove frontiere che segnano gli spazi, spesso attraverso la realizzazione di veri e proprio muri posti ai confini che costituiscono strumenti di violenza. APPARTENENZE PLURIME La base identitaria è rappresentata dall’appartenenza alla comunità locale che, unità per lingua e cultura, dovrebbe offrire protezione e sicurezza e che costituisce il riferimento fondante della Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) condivisione  questa se non ben intesa e vissuta potrebbe comportare pericoli derivanti dalle possibili chiusure e creazione di ritagli spaziali in un’ottica di rifiuto nei confronti degli altri. A livello spaziale superiore si pone l’IDENTITA’ NAZIONALE  politica e culturale ma che dipende dalla forza unificante dei processi attraverso i quali si è costruita  sentimento di appartenenza a una comunità più vasta con tradizioni condivisi e con principi stabiliti.  Costituzione nazionale come cemento di quest’appartenenza, come insieme di regole e istituzioni collettivi e regolative. Comunità più ampie e plurali sono quelle SOVRANAZIONALI (es UE), con indicazioni e leggi ma anche con l’ethos civile costruito insieme dai singoli paesi.  questa dimensione sovranazionale riveste una posizione decisiva e strategica in grado di aprire gli spazi locali verso orizzonti più vasti (cittadinanza mondiale).  nei processi di scambi si profila una cittadinanza mondiale, interetnica, internazionale, etico- politica che cresce con la crescita della globalizzazione, se in esse non si faranno prevalere gli integralismi e i conflitti di civiltà e si valorizzeranno le vie interculturali di formazione di quell’uomo globalizzato.  quali problemi di integrazione e di conflittualità spaziali producono queste appartenenze multiple? La scuola dovrebbe dare risposte convincenti affrontando sia le novità del mondo globalizzato sia le conseguenze di una globalizzazione dell’indifferenza e del disinteresse che toglie la capacità di commuoversi e che osserva gli esseri umani come numeri. Morin  insegnare la cittadinanza terrestre, insegnando l’umanità nella sua unità antropologica e nelle sue diversità individuali e culturali nella quale tutti gli umani sono posti a confronto con gli stessi problemi.  EDUCARE PER L’AMBIENTE I DIRITTI DELL’AMBIENTE Il concetto di ambiente evidenzia un percorso che da molto tempo si è aperto verso nuovi orizzonti considerando non solo aspetti fisici, chimici o biologici ma anche  implicazioni di ordine sociale, economico e culturale che consegnano all’attenzione generale un ambiente da inquadrare in una visione globale e inteso anche come mondo vissuto e sede di cambiamento. Attraverso la geografia, studiando l’antropizzazione del pianeta, si è in grado di considerare in simultanea i tempi e gli spazi antropici e naturali nel loro correlarsi con le conseguenti consonanze e conflittualità riscontrabili.  la scuola sta producendo una progettualità forte, costruita proprio sulla trasversalità del concetto di ambiente; le istituzioni scolastiche attribuiscono un ruolo significativo all’educazione ambientale  stimolando l’attuazione della didattica per l’ambiente.  “formare cittadini che sappiano convivere con l’ambiente, valutando l’impatto delle loro azioni su di esso e operando le necessarie correzioni di rotta per la conservazione del patrimonio naturale e culturale è uno dei compiti fondamentali della scuola”. L’ambiente costituisce uno specchio che riflette le percezioni, le rappresentazioni, i segni e i sogni dei singoli e delle collettività  nelle considerazioni geografiche entrano pure gli aspetti riconducibili al rapporto con la cultura perché l’ambiente viene visto sia come strumento di conoscenza sia come luogo in cui si sviluppano molteplici processi di trasformazione territoriale. I ragazzi dovrebbero prendere coscienza della realtà nella quale vivono per assumere un atteggiamento corretto e responsabile  il contatto diretto e l’osservazione diretta con la natura possono aiutare sia facilitando la conoscenza dell’ambiente sia promuovendo l’assunzione di valori ambientali. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) Concetto di base è  responsabilità verso l’ambiente, patrimonio comune del genere umano, che dalle esigenze del presente si deve estendere a quelle del futuro. LA NOSTRA CASA È IN FIAMME La biosfera, unica e piena di valore, è sempre più a rischio. Le possibili soluzioni sono evidenziate da tempo dagli scienziati e accolte, in buona parte, nei trattati internazionali ma oggettivamente non trovano concretezza nella pratica politica che privilegia gli interessi del presente rispetto alle speranze del futuro. L’accordo di Parigi (COP-21) sul clima 2015  questo accordo intende dare una risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, nel contesto di uno sviluppo sostenibili e degli sforzi per sradicare la povertà; definisce per la prima volta un piano di azione globale volto a limitare il riscaldamento sotto i 2° C riducendo l’emissione dei gas serra ed è volto anche per fornire ai paesi economicamente poveri un sostegno economico.  Dovrebbe essere naturale che la scuola sviluppasse fra i suoi temi fondanti quelli concernenti la salvaguardia della biosfera proprio nella prospettiva del domani  la spinta decisiva viene proprio dagli studenti che hanno chiesto una risposta immediata all’emergenza climatica globale  Greta Thunberg  ha dato spunto per una serie di proteste provenienti proprio dalla scuola. Greta Thunberg ha lamentato che dopo anni dalla firma dell’accordo di Parigi gli impegni presi non si siano trasformati in azioni concrete mettendo a rischio il futuro di intere generazioni, lanciando un vero e proprio grido di allarme anche in tanti convegni internazionali o in summit. Vediamo che questo poco interesse per la biosfera porta a gravi ed immediate implicazioni anche sul piano sociale e culturale oltre che quello ambientale e climatico. Il problema della foresta dell’Amazzonia, migliaia di incendi stanno minacciando la sopravvivenza di molte specie di animali e piante di un territorio che gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici e non solo per le grandi quantità di anidride carbonica immagazzinate ma anche per la vita di popolazioni indigene messe a rischio di sopravvivenza.  i saperi geografici possono offrire un contributo formativo essenziale, sia perché sono attenti al presente nelle loro proiezioni al futuro, sia perché studiano le tematiche ambientali e i processi di antropizzazione del pianeta.  LO SVILUPPO SOSTENIBILE IL RAPPORTO BRUNDTLAND E LA CONFERENZA DI RIO. L’integrità dell’ecosistema costituisce la risorsa naturale di base per costruire sistemi economici efficienti, per impostare buone strategie di sviluppo e per contribuire al generale benessere.  nella realtà l’attenzione esclusiva alle prospettive economiche porta a trascurare altri aspetti essenziali come quelli socioculturali ed ecologici. Sebbene questa è superata a livello d’impostazione teorica la visione economicistica tende a persistere nella prassi quotidiana a tutte le scale spaziali non producendo né prosperità condivisa né equità sociale.  cambiare significa considerare valori diversi da quelli prevalenti, con l’esigenza di sviluppare la dimensione etica cemento sul quale possono reggersi in maniera equilibrata economia, politica, ecologia e possono essere recuperati sia il senso della misura e del limite, sia quello della solidarietà ed equità sociale. Il ruolo dell’educazione risulta essenziale visto che occorre una preparazione adeguata ad affrontare i cambiamenti che spesso sono in conflitto con i valori persistenti. L’educazione allo sviluppo sostenibile prende spunto dal degrado ambientale, dalla rottura dell’equilibrio fra società e ambiente, dalla consapevolezza di come la comunità umana si stia ponendo fuori da ogni corretto rapporto con il futuro. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected])  sostenibilità come riferimento per l’educazione ad una cittadinanza che sappia unire la conservazione delle risorse del pianeta per le generazioni future alla giustizia sociale e allo sviluppo economico per la generazione attuale. Il rapporto Brundtland (1987) introduce il concetto di sviluppo sostenibile secondo cui il miglioramento della qualità della vita umana va mantenuto entro la capacità di carico degli ecosistemi. Questi principi vengono ripresi dalla conferenza delle nazioni unite sull’ambiente e lo sviluppo (UNCED) riunitasi a Rio nel giugno del 1992.  la dichiarazione di Rio ufficialmente proclama l’adesione internazionale alla teoria dello sviluppo sostenibile.  il pianeta si trova in una situazione di forte squilibrio che da una parte consente al sistema mondiale di sostenersi e dall’altra danneggia in modo grave il sud del mondo, penalizzato da un eccessivo sfruttamento di ricchezze e di risorse. L’AGENDA 2030: LA GEOGRAFIA PER EDUCARE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE Nella direzione dello sviluppo sostenibile un altro passo è rappresentato dall’adozione dell’Agenda 2030: (vertice delle Nazioni Unite 2015 a New York). È il primo accordo, a scala planetaria, che indica un programma d’azione globale in grado di esercitare un impatto sulle politiche nazionali di tutti i paesi del mondo il complesso di obiettivi intende realizzare un bilanciamento fra tre fondamentali dimensioni dello sviluppo sostenibile: 1. Economia; 2. Ambiente; 3. Società.  operando in settori strategici: povertà, disuguaglianza, sicurezza alimentare, sanità, occupazione, infrastrutture, cambiamenti climatici, parità di genere, società pacifiche e inclusive, accesso alla giustizia.  tutti finalizzati a eliminare la povertà e porre termini ai tipi di malnutrizione. L’educazione geografica può favorire la realizzazione di collegamenti fra molti degli obiettivi enunciati dall’Agenda essendo tutte espressioni di valori, atteggiamenti e conoscenze che un insegnamento moderno della geografia può offrire alle nuove generazioni.  un progetto geografico di educazione allo sviluppo sostenibile può avvalersi di numerosi concetti chiave (diversità, eco sostenibilità…) che sono in grado di riorganizzare la disciplina cercando di integrare la tradizione con l’innovazione. Puntare sulle tradizioni è possibile in quanto molti di questi concetti sono consolidati nel patrimonio geografico. E’ grazie ad una tradizione forte e ricca che la geografia può proporsi a buon diritto come disciplina trainante nelle tematiche dello sviluppo sostenibile  L’innovazione è essenziale perché i concetti chiave implicano contenuti nuovi ed esigono diversi punti di vista per la comprensione della realtà (es: principi della complessità, del cambiamento, della globalità).  PER UNA CULTURA DEL TERRITORIO EDUCARE AL TERRITORIO, EDUCARE IL TERRITORIO Spesso viene denunciata la mancanza di politiche territoriali adeguate soprattutto in occasione degli eventi calamitosi  alla base dei tanti problemi che coinvolgono lo spazio in cui si vive vi è un’appannata percezione del valore della risorse ambientali. Manca una robusta cultura del territorio sufficientemente diffusa fra la popolazione, proprio a partire dai giovani che dovrebbero essere abituati a vedere e a pensare geograficamente lo spazio per viverlo in maniera responsabile; anche un corretto insegnamento geografico potrebbe fornire un valido contributo educativo. L’educazione al territorio si legittima come progetto integrato di cittadinanza, di sostenibilità, di convivenza nella complessità e nella transcalarità delle relazioni  l’educazione si pone sia come proposta intenzionale di costruzione della comunità locale, di recupero di tradizioni\valori\saperi, di riconoscimento collettivo di un patrimonio materiale e non materiale e sia come risposta culturale alla globalizzazione, come integrazione e valorizzazione delle diversità etniche e culturale. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) EDUCARE AL PAESAGGIO Il nucleo fondante della cultura del territorio è costituito dal paesaggio che non è solo natura e architettura ma anche soprattutto società, persone, gesti, abitudini. L’educazione al paesaggio si fonda su tanti tipi di sguardo, su tante letture per giungere a visioni integrate in grado di sviluppare le facoltà conoscitive, psicologiche e morali per affinare la sensibilità e per conformare l’animo all’ammirazione e al rispetto del paesaggio. Le descrizioni dei geografi si possono avvalere con profitto delle narrazioni degli scrittori.  è importante seguire strategie didattiche che possano condurre alla ricerca di quella lingua universale prodotta dalla natura ma soggetta a molteplicità di letture, interpretazioni e percezioni visto che è impregnata di miti e simboli ei si colloca fra i dati geomorfologici e quelli storico- culturali. Sia le riflessioni scientifiche sia la convenzione europea del paesaggio aprono a scenari e contesti impiegati sulla partecipazione e sul coinvolgimento della popolazione locale. Il paesaggio nella convenzione è definito come una determinata parte di un territorio, così come è percepita dalla popolazione, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e\o umani e delle loro interrelazioni. accento sulla necessità di un impegno collettivo per accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione. La sensibilizzazione è essenziale per qualsiasi azione che tenda a valorizzare il paesaggio in tutte le sue espressioni ambientali e culturali considerando che ciò che è ritenuto bello muta nel tempo e nei contesti geografici e non è soltanto la bellezza ma pure la storia a conferire valore alle realtà diverse. CAPITOLO 4: LA GEOGRAFIA NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITA’  L’EDUCAZIONE GEOGRAFICA NELLE SCUOLE La carta Internazionale sull’educazione geografica insiste sul ruolo che la ricerca dovrebbe svolgere sulle strategie e metodi della disciplina per far si che risulti i più possibile efficace nelle aule scolastiche. L’elenco dei temi è molto lungo ma la prima e principale questione si condensa in una domanda “quali sono le conoscenze di cui hanno bisogno gli studenti di geografia?”.  forte impegno comune per sottolineare quali conoscenze si ritengono veramente necessari specificandole e ordinandole nei vari livelli di istruzione. Nonostante la complessità della disciplina così ricca di contenuti e così in continuo mutamento, la comunità geografica deve fornire alle nuove generazioni le conoscenze, competenze, atteggiamenti e le abilità. La ricerca in ambito didattico consente a chi si occupa dello sviluppo dei curricoli scolastici e agli educatori geografici di: - Perfezionare i curricoli, le pratiche di insegnamento e le modalità di valutazione utilizzate; - Sviluppare fra i docenti e gli educatori un orientamento alla ricerca che consente un coinvolgimento critico e riflessivo nelle pratiche educative e un atteggiamento mentale professionale orientato al miglioramento della qualità dell’educazione; - Chiarire le finalità e gli obiettivi dell’educazione geografica;  SGUARDI AL PASSATO LA SCUOLA PRIMARIA Un approfondimento su programmi e curricoli di geografia elaborati nel passato consente di osservare come questi abbiano recepito i mutamenti sociali verificatisi nella ricerca scientifica geografica, che si è evoluta rapidamente dopo l’ultimo conflitto. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) Nei programmi successivi alla 2WW l’insegnamento della geografia, abbinato a quello della storia, è rivolto a percorrere un itinerario dentro la tradizionale ripartizione amministrativa: dal proprio comune  regione  stato  stati europei  extraeuropei. La metodologia è impostata su schemi descrittivi e sulla trasmissione e memorizzazione di nozioni (sussidiari e lezione frontale); Programmi 1955  associazione della geografia a storia e scienze.  novità per quanto riguarda la caratterizzazione antropica: si prendono in esame non solo gli elementi naturali del paesaggio ma anche le opere con le quali gli uomini lo hanno modificato. Persiste l’approccio descrittivo e nozionistico regionale mitigato da una serie di innovazioni come l’osservazione diretta e il metodo della ricerca per favorire il processo di apprendimento; Programmi 1985  “la geografia rileva e interpreta i caratteri dei paesaggi geografici, studia i rapporti fra l’ambiente e le società umane, elabora e propone modelli di spiegazione dell’intervento degli uomini sul territorio”  l’oggetto di studio non si rivolge più tanto agli elementi naturali quanto più al paesaggio e ai rapporti fra l’ambiente e l’uomo, organizzato in gruppi sociali. Si parla di relazioni piuttosto che di elementi. Ciò spiega come la geografia entri in una combinazione di nuova introduzione insieme alla storia e agli studi sociali e si distacchi dalla scienza.  l’orientamento regionale viene sostituito da un approccio più stimolante, finalizzato alla possibilità d’evidenziare i problemi e le soluzioni adottate e da adottare. IN 2004  rivoluzione nei contenuti visto che l’attenzione è focalizzata solo sull’Italia con accenno agli altri paesi quando si fa riferimento alla posizione dell’Italia nel mondo. La geografia è vista come uno strumento per imparare a leggere l’ambiente modificato dalla società e a comprendere lo spazio inteso come sistema in continua trasformazione.  geografia che utilizza strumentalmente qualunque tipo di spazio, partendo dall’ambiente vissuto per far acquisire concetti e impadronirsi dei fondamentali metodi di lavoro. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia compaiono i primi elementi di geografia che possono fornire una propedeuticità all’itinerario da percorrere nella scuola primaria  la geografia è essenziale ed utile per arricchire il pensiero spaziale. LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Nel 1962 si intrude negli ordinamenti italiani la scuola media unica che consente l’accesso a tutti gli indirizzi di scuole superiori e viene abolita l’alternativa fra scuola media e scuola di avviamento professionale (per coloro che non volevano proseguire l’istruzione nelle scuole superiori).  la geografia resta fortemente descrittiva e regionalistica: dall’Italia all’Europa agli altri continenti. Programmi del 1979 si compongono di 4 parti iniziali: 1) finalità e obiettivi; 2) indicazioni programmatiche; 3) indicazioni metodologiche; 4) itinerario didattico. Il percorso formativo prospetta una geografia impiantata su grandi temi e problemi motivata sulla ricerca e orientata all’adozione del metodo scientifico.  insegnamento da impostare problematicamente sul processo attivo della ricerca geografica. L’ultima parte riporta in maniera sintetica i contenuti divisi per 3 classi e che ritorna in qualche modo ai tradizionali schemi di geografia regionale: 1° anno si studiano le regioni amministrative italiane, 2° Europa, 3° gli altri continenti. Le IN del 2004 per i piani di studio personalizzati nella scuola secondaria di primo grado presentano forme di persistenza e innovazioni grazie anche ad alcuni elementi negli obiettivi specifici di apprendimento. Riguardo alle novità in ambito regionale la più evidente coinvolge la ripartizione in due momenti successivi: lo studio prevalente dell’Italia nella scuola primaria, dell’Europa e del mondo nella secondaria di primo grado  la riforma segna il passaggio da un procedimento ciclico (stessi contenuti ripetuti nei due ordini con una evoluzione negli approfondimenti) ad uno di tipo progressivo. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO. La riforma Gentile (1923) prevedeva la divisione della scuola superiore in due comparti: i licei e gli istituti tecnici. Le profonde innovazione avvenute nei gradi inferiori avrebbero dovuto portare alla ridefinizione di quella superiore; così non è avvenuto, con grave danno sul rinnovamento di tutto l’ordinamento scolastico, privato dei necessari caratteri di continuità. La scuola secondaria di secondo grado ha cercato vie di uscita dal suo stato di disagio didattico puntando su varie forme di progetti e di sperimentazione anche se i risultati non possono soddisfare le esigenze richiese da un proficuo processo di apprendimento- insegnamento. La situazione ha coinvolto più o meno tutte le discipline, penalizzando le loro potenzialità  la geografia ne ha sofferto visto che non ha potuto vedere tradotta nella pratica didattica la trasformazione dei dinamismi e dei processi avvenuti al suo interno. Le sperimentazioni hanno prodotto un indebolimento progressivo nell’immagine della geografia con il rischio di una sua frammentazione; in alcuni curricoli scolastici hanno attribuito contenuti e competenze geografiche ad altre discipline come scienze della terra, storia economia e studi sociali. IL PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE: LE INDICAZIONI DEL 2007 E DEL 2012. Nel 2007 le indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione subiscono dal ministro Fioroni un’opera di manutenzione con cambiamenti in particolare per le discipline che vengono aggregate in 3 aree: - Linguistico-artistico-espressiva - Storico- geografica - Matematico- scientifico- tecnologica Con il fine di sviluppare le possibili interazioni e collaborazione fra i diversi saperi. La geografia è associata alla storia perché entrambe si occupano dello studio delle società umane nello spazio e nel tempo e servono per dare sistemazione e coerenza al nostro mondo. Nel primo ciclo, all’interno di quest’area, si propone massima collaborazione con le altre discipline attraverso l’utilizzo dei vari linguaggi verbali, numerici e artistici. Il linguaggio della geo-graficità  gli alunni devono imparare e utilizzare e che costituisce un punto di forza della disciplina che attiva la memoria visiva e agisce così da facilitatore per la memorizzazione e la localizzazione di nozioni. 2012  revisione realizzata dal ministro Profumo  scompaiono le aggregazioni disciplinari rimettendo alle stesse scuole valutazioni autonome riguardo alla trasversalità e alle interconnessioni. La ripartizione regionale è da svilupparsi in due momenti distinti (primaria si studia lo spazio vicino e l’Italia, secondaria l’Europa e il mondo) anche se in forme meno rigide, che consente il necessario raccordo fra vicino e lontano fondamentale per una corretta lettura degli spazi del mondo. Nel raffronto fra le indicazioni del 2007 e quelle del 2012 emerge un’importante novità riguardante il curricolo verticale essenziale per un apprendimento significativi. Nel 2007 i nuclei tematici fondanti per la geografia sono diversificati fra primaria e secondaria:  Primaria: orientamento; carte mentali; linguaggio della geograficità; paesaggio; territorio e regione;  Secondaria: ragionamento spaziale; linguaggio della geo-graficità; carte mentali; concetti geo grafici e conoscenze; immaginazione geografica; metodi, tecniche e strumenti propri della geografia. Le IN 2012 riducono e uniformano i nuclei degli obiettivi di apprendimento: orientamento; linguaggio della geo-graficità; paesaggio; regione e sistema territoriale. (i primi 2: sviluppo di abilità necessarie per muoversi e sapersi collocare nello spazio; gli altri 2: concetti chiave della geografia.) Il paesaggio è un tema che può essere avviato già dalla scuola dell’infanzia attraverso un approccio senso-percettivo. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) Tecnologie informatiche  La scuola seppur con ritardo sta cercando di aggiornarsi coinvolgendo anche i docenti che devono possedere competenze adeguate. Le IN colgono questa esigenza che in geografia è molto sentita specialmente nell’elaborazione dei dati e nelle nuove forme di rappresentazione spaziale. Visto che la geografia è una finestra sul mondo, una didattica coinvolgente dovrebbe trasformare la stessa aula in una finestra dove gli alunni possano lavorare con curiosità e desiderio di esplorare.  i nuovi strumenti per la didattica offrono un aiuto consistente al perseguimento di questi obiettivi di innovazione che vedono la geografia sempre più interessata e impegnata. CAPITOLO 6: EDUCAZIONE GEOGRAFICA, MASS MEDIA, SOCIETA’  IL POTERE DEI MASS MEDIA L’avvento dei mass media risale alla prima metà dell’Ottocento quando si è verificato nel mondo della comunicazione il passaggio dai media tipografici a quelli elettrici e successivamente elettronici. Da allora in poi il mondo ha assistito al costante predominio delle tecnologie di comunicazione e della loro evoluzione più incisiva avvenuta nel settore dei mezzi di trasporto  la diffusione immediata e ovunque di suoni e di immagini annulla in molti casi la percorribilità terrestre dello spazio eleminando le distanze.  Con l’avvento delle prime emissioni televisive (dal 1935) lo stesso messaggio informativo può giungere simultaneamente a un gran numero di persone in località anche molto lontane fra loro. Attraverso la recente esperienza di internet si vive dentro la comunicazione globale  l’opportunità di trasmettere notizie in tempo reale e in qualsiasi parte del pianeta ha riscontri pratici immediati nel modo di agire lo spazio. I mass media sono agenti formativi con enormi capacità di attrazione proprio per la quantità di informazioni che riescono a diffondere e sono accessibili facilmente. I mass media anche quando svincolati da intenti didattici, rivestono ormai un ruolo strategico nel processo educativo, trasformandolo in modo profondo.  se la scuola prima, insieme alle famiglie, era la principale agenzia formativa da quando i mass media si sono affermati si trova a interagire e a confrontarsi in modo sempre più intenso con molteplici soggetti esterni.  le agenzie tradizionali dell’educazione hanno perso la loro centralità sociale e formativa perché i mass media hanno prodotto una vera e propria rivoluzione pedagogica fungendo da veri e proprio educatori.  è auspicabile che la scuola possa interagire con i mass media giovandosi delle loro qualità come la democratizzazione della cultura, ricchezza e varietà d’informazione, sensibilizzazione nei confronti del mondo. Affinché l’interazione si verifichi in maniera positiva è necessario però che gli studenti possano imparare a esaminare i contrastanti messaggi, a decodificare e a distinguere i fatti dalle opinioni.  la scuola non può trascurare l’ambito della comunicazione e ha il compito di far pervenire messaggi strutturati e organizzati.  per conseguire quest’obiettivo occorre che in classe vengano selezionate le informazioni in funzione degli interessi manifestati dagli allievi e del raggiungimento di obiettivi educativi e didattici programmati.  GLI SPAZI SOCIALI DELLA SCUOLA GLI SPAZI DELLA PAROLA E QUELLI DEI SOCIAL NETWORK La scuola, fra le tante operazioni sociali, ha quella di progettare nuovi spazi per la didattica, con le relative attrezzature e strumenti per studenti e docenti. L’invenzione della stampa ha portato con sé trasformazioni profondissime nella società con ripercussioni importanti nell’insegnamento. Le stesse modalità di lettura e scrittura sono state rivoluzionate dai mass media, i quali tendono a modificare i processi educativi così come erano stati disegnati e adottati nel passato. C’è la necessità di una rimediazione visto che ogni mezzo di configurazione e trasmissione dell’informazione definisce differenti procedimenti di percepire e capire  non si può trasferire, Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) senza una profonda azione di riposizionamento, la strategia didattica della logica frontale a quella della logica digitale. Mentre il mondo della parola si fonda su rapporti di successione logica, sull’esposizione e sulla storia, quello della televisione e dei media trova nella simultaneità e nella rapidità delle risposte emotive le basi del suo successo  il transito da una strategia all’altra può produrre perdite in alcune abilità (Es: i bambini leggono molto meno). Sui ragazzi si riversano oltre alle enormi quantità di informazioni e messaggi anche modelli di comportamento conformistici, passivi e omologati fondati su abitudini a un consumismo sfrenato  ciò comporta la riduzione delle potenzialità creative e cognitive con veri rischi per la costruzione di una propria identità personale. Le sollecitazioni dell’area extrascolastica, dei mass media, dei social network non dovranno essere ignorate nello sviluppo culturale degli studenti, rappresentando spazi di relazione da loro effettivamente frequentanti e vissuti con intensità. Un’ integrazione di questi mezzi nei processi di formazione può consentire un proficuo confronto con il linguaggio giovanile che ha notevole confidenza con le tecnologie di internet. GLI SPAZI DELLA TRADIZIONE Il libro non è più come in passato il mezzo primario e quasi esclusivo di conoscenza e va ridefinito alla ricerca di nuove strade e nella consapevolezza che il modo di leggere e di scrivere è mutato anche per l’ingresso prorompente dell’informatica nel mondo della comunicazione. Gli studenti, per l’apprendimento della geografia, hanno necessità di fruire di una serie molteplice di fonti (disegni, grafici, schemi, immagini satellitari, foto, filmati, carte geografiche), tutti questi sono mezzi efficaci di comunicazione e sono in genere di più facile assimilazione rispetto a una lunga esposizione verbale.  realizzazione di aule\laboratoriali (problema di un’aula specifica di geografia) multimediali che consentano attività di ricerca\scoperta da parte degli studenti e che possano essere utilizzate per più discipline. Gli studenti hanno bisogno di uscire fuori dall’aula visto che non può essere il luogo esclusivo della pratica didattica  rilevanza dell’osservazione diretta. Infatti, chi non sa guardare attentamente non è in grado di comprendere bene e non può riuscire a interpretare ciò che vede.  l’osservazione diretta è il punto di partenza per arrivare pronti all’osservazione indiretta (dal vicino al lontano e viceversa).  LA GEOGRAFIA NELLA SOCIETÀ E NEI MASS MEDIA SIGNIFICATI ATTRIBUITI ALLA GEOGRAFIA Il ruolo sociale delle varie discipline non procede in funzione esclusiva dell’azione esercitata dalla ricerca e dalla didattica ma si sviluppa anche per le interazioni prodotte dalle sollecitazioni provenienti da ambiti esterni al mondo della scuola  la geografia posiziona il suo oggetto specifico di indagine nelle relazioni fra società e ambiente. Dewey  la geografia è una più formale e definita formulazione dei fatti che si vedono, si sentono e si toccano tutti i giorni. Lo studioso sottolinea l’apertura fra la geografia direttamente vissuta e quella appresa a scuola  differenza che esiste fra le esperienze quotidiane del ragazzo e il materiale isolato con cui le si rimpiazza nella scuola. Le considerazioni conducono alla centralità dei rapporti fra geografia, società e mass media e dall’altra colgono l’enorme forza di attrazione che questa disciplina può esercitare sui ragazzi nella comprensione del mondo.  il più evidente fattore negativo che segna ancora la valutazione della geografia è rappresentato dalla persistenza di una serie di pregiudizi e stereotipi costituiti sia da opinioni concepite e ripetute sia da idee semplicistiche precostituite sulla base di un’opinione comune, scalfibile con difficoltà. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected]) L’aspetto nozionistico della geografia diviene soggetto preferito e optato in TV per giochi  facendo emergere sempre di più lo stereotipo del nozionismo geografico con attenzione preoccupata alla diffusa ignoranza geografica rispetto a conoscenze minime e irrinunciabili. I mass media suggeriscono anche altri significati rispetto al termine geografia  accostando parole come distribuzione\collocazione alla geografia politica o elettorale per indicare la composizione in parlamento di deputati e senatori. Questo non concorre a rafforzare dell’immagine come disciplina scientifica perché i termini utilizzati dai media sono solitamente banalizzati e privati delle loro connotazioni geografiche. Le sedi scolastiche devono aiutare il superamento di questo sapere mnemonico, cercando di moltiplicare nella scuola gli aspetti di maggior complessità che concorrerebbero a diffondere percezioni più appropriate della disciplina.  inserire in maniera corretta ed efficace le nozioni base nei contesti spazio- temporali e nei processi di antropizzazione del pianeta. L’IMMAGINE SCOLASTICA DELLA GEOGRAFIA Le considerazioni riguardanti l’immagine della geografia nella pubblica opinione s’intrecciano in gran parte con le esperienze ricevute nella scuola. Infatti, spesso l’immagine della geografia ne esce deformata dal nozionismo e dall’enciclopedismo. Il problema principale di questa ambiguità di valutazioni deriva dalla stessa difficoltà nel tracciare confini rigidi e chiari con le altre discipline.  la trasversalità della geografia è altissima implicando competenze specificatamente scientifiche e insieme tipicamente umanistiche e di conseguenza sensibilità e approcci molto diversificati.  a questa varietà di contenuti si contrappone il rischio della frammentazione della geografia nei suoi molteplici aspetti che vanno a confluire nelle altre discipline.  MEDIA E SOCIAL NETWORK PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA SUSSIDI TRADIZIONALI… Un aspetto riguardante i rapporti fra saperi geografici e mass media deriva dalla continua apparizione nei vari mass media di immagini di luoghi e paesaggi poco conosciuti o sconosciuti  si parla di fame e di ignoranza geografica addebitando alla scuola e al cattivo insegnamento della disciplina la mancanza di tante conoscenze di base. Sull’istruzione geografica va ricordato che le accelerazioni nella velocità dei cambiamenti rendono più difficile la comprensione dei quadri territoriali alle diverse scale spaziali. I docenti dovrebbero avvalersi il più possibile delle molteplici acquisizioni che gli studenti recepiscono fuori dalla scuola e che esercitano un’influenza non trascurabile sulla loro formazione.  la televisione costituisce un mezzo che incide molto sull’insegnamento della geografia  grande mole di informazioni, relativa a fenomeni e fatti spaziali la cui analisi può rivestire interesse sul piano didattico. La realizzazione in classe di carte tematiche, di cartogrammi a mosaico e di grafici può essere utile per correggere il linguaggio proposto dai mass media (ingannevole e potrebbe trarre in errore). Es  utilizzando lo stesso tipo di grafico ma impiegando scale diverse in ascisse e ordinate i valori possono risultare graficamente appiattiti o acuiti producendo così nel lettore\fruitore impressioni diversificate. I ragazzi devono imparare ad osservare con attenzione e spirito critico i grafici, le immagini che vengono mostrate dai mass media per non essere forviati e per non assimilare passivamente ciò che altri vorrebbero dimostrare  la televisione si presenta più rischiosa egli altri media visto che le immagini non possono essere percepite con una riflessione adeguata. Document shared on https://www.docsity.com/it/didattica-della-geografia-riassunto-1/9430270/ Downloaded by: alessandro-ritacco-2 ([email protected])..E INNOVATIVI L’impiego consapevole e responsabile di video game, ipod, podcast, social network… può risultare di proficua utilità didattica per l’insegnamento della geografica, disciplina che si presta bene a questi strumenti per la sua attenzione agli spazi vissuti, alla storia del presente e alle aspettative nei confronti del futuro.  l’uso didattico del blog riceve grande attenzione in particolare nella scuola secondaria, guidando gli studenti nella realizzazione di luoghi virtuali di discussione, per esporre le proprie idee, comunicare e scrivere intorno al mondo, può accogliere varie forme di espressione come testi, disegni, registrazioni, fotografie, video, dibattiti e confronto fra pari. Facebook  si presta molto bene per la realizzazione di gruppi di discussione e comunità di studio; Twitter  presta un vincolo comunicativo (testi brevi, 140 caratteri) cui si può ricorrere didatticamente per lo sviluppo di capacità di scrittura sintetica; Youtube  interessante per attività di editing, arricchendo i filmati con audio per rendere più significativi e attraenti i processi di apprendimento; Instagram  il linguaggio espressivo delle immagini e delle sensazioni che produce partecipa del linguaggio della geo-graficità potendo divenire strumenti ideale per raccontare il proprio territorio.  LA DIVULGAZIONE: OPPORTUNITÀ PER LA GEOGRAFIA NELLA SOCIETÀ Ai contenuti di carattere più o meno geografico (trasmessi dai media) si deve in gran parte la costruzione dell’immagine sociale della geografia, quella della cultura di massa diversa da quanto proposta dai docenti nelle aule universitarie. La richiesta proveniente dal pubblico nei confronti di argomenti assimilabili ai saperi geografici risulta tanto forte da spingere i mass media a produrre una miriade d’iniziative in questa direzione. Fra i mass media si distinguono in particolare i programmi televisivi per il contesto spettacolare in cui sono presentati e molte riviste che fanno divulgazione geografica. (National Geographic – caso più noto di divulgazione scientifica fatta bene) Un problema non trascurabile che riguarda la divulgazione deriva però dalla mancanza di una codificata scala generica delle fonti per cui possono essere messi sullo stesso piano di credibilità testi, programmi radiotelevisivi, articoli di giornali e riviste molto diversi per serietà e rigore  il forte sviluppo di internet acuisce problemi e difficoltà per una fruizione corretta. Per ridurre questi inconvenienti bisognerebbe insegnare a scuola come misurare i vari gradi di attendibilità delle fonti di informazione e sopr

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