Titoli di Credito - L'imprenditore lez.1 - PDF

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HalcyonConnemara5841

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LUISS Guido Carli

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imprenditore diritto commerciale attività economica

Summary

These notes cover the definition of an entrepreneur under Italian civil law, focusing on the key elements of the definition found in article 2082 of the Civil Code. They also discuss various types of entrepreneurs based on the nature of the business and the scale of the enterprise, and explore the distinction between legal and illicit entrepreneurial activities.

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## TITOLI DI CREDITO ### L'imprenditore lez.1 - Dove è definito l'imprenditore nel nostro ordinamento? - Quali sono le parole chiave che identificano la nozione dell'imprenditore? - Oltre a quello che il legislatore richiede in via espressa per poter essere definito imprenditore sono necessari ult...

## TITOLI DI CREDITO ### L'imprenditore lez.1 - Dove è definito l'imprenditore nel nostro ordinamento? - Quali sono le parole chiave che identificano la nozione dell'imprenditore? - Oltre a quello che il legislatore richiede in via espressa per poter essere definito imprenditore sono necessari ulteriori presupposti? I. La definizione di imprenditore la troviamo nel codice civile art.2082 c.c. dobbiamo considerare che nel nostro ordinamento abbiamo una definizione generale di imprenditore ma anche diverse categorie di imprenditore, individuabili nell'art. 2082. Art.2082 “chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi”. Queste classificazioni sono individuabili sulla base - dell'oggetto (es. imprenditore agricolo e imprenditore commerciale), - sulla base della dimensione dell'impresa (grandi-medio grandi-piccoli), - sulla base della natura del soggetto (impresa individuale e impresa collettiva). Le parole chiave dell'art. 2082 “attività economica e professionale collegata alla produzione dello scambio di beni e servizi”, gli elementi caratterizzanti di tale definizione sono attività economica e professionale. L'art. 2082 evidenzia i requisiti minimi per acquistare l'identità di imprenditore, il requisito dell'attività della professionalità e dell'economicità. II. Quali sono le parole chiave che identificano la nozione di imprenditore? Il termine attività fa riferimento a una serie continuata di atti, una serie continua di condotte, una condotta che si caratterizza per porre in essere una serie di atti, una condotta dinamica, e deve essere una attività diretta alla produzione o allo scambio di beni e servizi. Se noi esercitiamo una attività produttiva potremmo rientrare nella definizione dell'art.2082 ma se noi ci limitiamo a una attività di mero godimento non rientriamo nel tipo di attività di cui l'art.2082. (es: tipica attività di mero godimento è godere dei frutti di una locazione di un appartamento ad esempio), (se in quell'appartamento dato in locazione decido di aprire un b&b allora potrò parlare di attività produttiva). Dunque deve essere una attività finalizzata alla produzione e allo scambio di beni e servizi. Il termine attività viene qualificato anche dal termine “organizzata” ciò significa che questi singoli atti che compongono l'attività devono essere coordinati e programmati, da un punto di vista pratico l'attività organizzativa dell'imprenditore si esplica attraverso la creazione di un apparato strumentale stabile e duraturo all'interno del quale si può esercitare questa attività produttiva. Il termine organizzata è direttamente collegato alla figura dell'imprenditore perchè è lui che crea un apparato strumentale composto da persone e strumenti volti a garantire la produzione. Il termine economica sta a significare che l'attività deve garantire un pareggio, è necessario che sia diretta a garantire la copertura dei costi con i ricavi nel lungo periodo. Quei soggetti che svolgono attività per sfizio non rientrano nella categoria di imprenditore. Il termine professionale per poter assumere rilievo, l'attività economica non deve essere occasionale e non quotidiana, non necessariamente deve essere una attività esclusiva, quindi non per forza si deve svolgere una sola attività, anche con un unico affare si può acquistare la qualifica di imprenditore. ### Lezione 12 settembre Sono sufficienti gli elementi essenziali o è necessario qualche altro presupposto? Per rispondere a questa domanda possiamo distinguere 3 diverse questioni affrontate dalla dottrina. 1) Per essere all'interno della cornice normativa dell'art. 2082 è necessario il raggiungimento dello scopo di lucro? Ci si è domandati se per diventare imprenditori sia necessario un ulteriore requisito determinato dal perseguimento dello scopo di lucro (produrre guadagno, creare ricchezza, ottenere profitto, utile alla fine dell'esercizio). Ma i giuristi parlano di lucro soggettivo: obiettivo del soggetto di realizzare guadagno, riguarda la sfera volitiva dell'imprenditore. Mentre il lucro oggettivo riguarda il guadagno effettivo che si è realizzato. Non è un requisito implicito del 2082 perché non si può collegare una nozione di imprenditore alle intenzioni del soggetto. 2) La seconda domanda che si è posti in dottrina è: per diventare imprenditore devo porre in essere una attività lecita? (legale). Si deve distinguere tra l'oggetto ILLEGALE e IMMORALE. - OGGETTO ILLEGALE➔ si riconduce alle ipotesi per la quale l'attività posta in essere è in astratto lecita, ma in concreto è esercitata da un soggetto privo dei requisiti richiesti dalla legge, cioè illecita. Se l'attività in astratto è lecita, allora io divento imprenditore (con annesse sanzioni). - IMPRESA ILLEGALE➔ sia in astratto che in concreto illecita (es: trafficante di droga o armi). Non diventa mai imprenditore chi pone in essere un'attività sia in astratto che in concreto illecita. Alla domanda “ per essere imprenditore è necessario che l'oggetto dell'attività sia lecito?” DIPENDE, perché dobbiamo distinguere se si tratta di un'impresa illegale o immorale. 3) L'ultima questione riguarda la destinazione al mercato dei beni o servizi prodotti. L'art. 2082 intende che beni e servizi prodotti devono essere collocati sul mercato oppure esiste anche la cosiddetta “impresa per conto proprio”?. Cioè per essere imprenditori è necessario che i beni prodotti vengano successivamente collocati sul mercato o possono anche solo soddisfare un bisogno personale ? La destinazione al mercato dei beni e servizi prodotti ha due interpretazioni: - La destinazione sul mercato dei beni e servizi prodotti è un requisito implicito dell'art. 2082, cioè non ci può essere impresa per conto proprio. Concezione che enfatizza e valorizza il ruolo dell'imprenditore come intermediario tra pubblico e produzione - Altra interpretazione: negativa. La destinazione al mercato dei beni e servizi prodotti non è un requisito implicito dell'art.2082: si è imprenditori anche quando i beni prodotti soddisfano bisogni o esigenze personali dell'imprenditore (es. coltivazione del fondo per scopi personali, orto per sostentamento di se e della propria famiglia)➔ non si può essere considerati imprenditori perché manca l'economicità e il rischio d'impresa. ### SULLA DESTINAZIONE AL MERCATO NON PRENDIAMO POSIZIONE, CI SONO QUESTE DUE TEORIE. ### Lezione 13 settembre ### Categorie di imprenditore Possiamo individuare diverse categorie di imprenditore sulla base di alcuni requisiti. Dall'art. 2082 partono 3 raggi che permettono una sotto classificazione della definizione generale e distinguiamo diverse categorie di imprenditore questa seconda classificazione è importante per affrontare le ricadute pratiche di quella classificazione generale, per capire se a quel determinato soggetto si applica o meno le norme sulle procedure concorsuali. L'importanza di questa distinzioni è sotto il punto di vista normativo. Questi 3 criteri distintivi: oggetto-dimensione – natura giuridica del soggetto che esercita l'attività di impresa sono i presupposti che ci permettono di distinguere tra imprenditore agricolo e commerciale, piccolo imprenditore e imprenditore medio grande, impresa individuale o collettiva. - Abbiamo una definizione nel nostro ordinamento di piccolo imprenditore? Si, La ritroviamo nell'art. 2083. Parole chiave “lavoro proprio” art.2083 individua categorie specifiche (es: artigiano), sono piccoli imprenditori tutti quelli che utilizzano nello svolgimento della propria attività il lavoro proprio e della propria famiglia. Il criterio distintivo e qualificatorio della nozione dell'art.2083 è il lavoro proprio o dei familiari. Con il passare del tempo questa definizione ha perso importanza, al 2083 è stata affiancata una ulteriore e diversa definizione che per identificare il piccolo imprenditore utilizza un criterio distintivo completamente diverso da quello indicato dall'art. 2083 (lavoro proprio e dei propri familiari). Questa definizione nuova era originariamente contenuta nella legge fallimentare del 42 e oggi è stata trasportata all'interno del codice della crisi dell'impresa e dell'insolvenza. Definizione dell'impresa minore art.2 del codice della crisi e dell'insolvenza che definisce l'impresa minore sulla base di 3 diverse soglie dimensionali che sono identificate prendendo come riferimento l'attivo patrimoniale (non superiore a 300.000), i ricavi conseguiti (non superiore a 200.000 )e i debiti dell'impresa (non superiore a 500.000). Se prima art. 2083 aveva importanza centrale, adesso on è più cosi perchè per definire impresa minore si fa riferimento all'art.2 del codice della crisi e insolvenza. Art. 2083 non è stato abrogato dal legislatore. Art.2 fa riferimento a dati contabili e certi riferiti a attivo patrimoniale, ricavi lordi e debiti. Questa norma sulla base dei 3 criteri contabili, per esser impresa minore deve avere questi 3 criteri distintivi, se supera anche uno di quei 3 requisiti non viene classificata come impresa minore. Al contrario non abbiamo definizione delle imprese medio grandi, tutto quello che non è piccola impresa è impresa medio grande. È importante capire chi è piccolo imprenditore o imprenditore medio grande, perché questa distinzione ha riflessi dal punto di vista pratico e normativo. Il piccolo imprenditore è esonerato dalla tenuta delle scritture contabili ed è anche esonerato dalla disciplina delle procedure concorsuali maggiori, non trova applicazione nei confronti del piccolo imprenditore la disciplina sulla liquidazione giudiziale (prima chiamato fallimento) e ne concordato preventivo. Sulla base del soggetto che svolge attività di impresa possiamo distinguere tra imprenditore individuale, impresa collettiva e pubblica. - **IMPRENDITORE INDIVIDUALE➔** chi non ha soci, chi non assume dipendenti, chi svolge attività senza costituire un soggetto giuridico con lo specifico fine di esercitare questa attività senza costituire una società che andrà a svolgere una attività. L'imprenditore individuale svolge personalmente e giuridicamente questa attività. All'opposto dell'impresa individuale c'è l'impresa collettiva, il ruolo da protagonista è assunto dalle società, le società sono degli enti collettivi funzionali all'esercizio dell'attività d'impresa. Se esercito l'attività d'impresa in forma collettiva creo un soggetto giuridico, il fatto che creo un soggetto giuridico significa che pongo qualcosa tra me e l'attività di impresa, costituisco una barriera tra il mio patrimonio personale e il patrimonio del soggetto che ho creato e che svolge l'attività d'impresa. L'imprenditore individuale è colui che rischia con il proprio patrimonio personale tutte le obbligazioni Imprenditore collettivo crea una barriera tra il proprio patrimonio personale e l'attività d'impresa quindi i creditori non potranno aggredire il patrimonio personale dell'imprenditore. Società di capitali = autonomia patrimoniale perfetta Società di persone = autonomia patrimoniale imperfetta (ci può esser confusione) La macro distinzione è tra impresa individuale e collettiva, nella individuale confusione tra patrimoni, collettiva separazione patrimoniale diversa a seconda se abbiamo costituito una società di persone o capitali. L'ultimo criterio fa riferimento all'oggetto dell'attività svolta (impresa pubblica non da fare, vedere solo definizione). Sulla base dell'oggetto possiamo distinguere tra imprenditore agricolo e commerciale. Imprenditore agricolo → definizione la troviamo art. 2135 definisce imprenditore agricolo “è imprenditore agricolo......” È un articolo complesso ma che può essere schematizzato sulla base di parole chiave. C'è stato un cambio a cavallo degli anni 2000 della definizione di imprenditore il vecchio testo è molto più sintetico, il testo attuale è più lungo. Questa definizione ha subito una rilevantissima modifica legislativa negli ultimi 20 anni perché il legislatore si è reso conto che dal 1942 ( anno promulgazione del codice) al 2000 era cambiato tutto dell'attività agricola, se nel 42 l'attività agricola era una attività tradizione e poco sviluppata fortemente legata alla coltivazione della terra negli ultimi anni l'attività agricola grazie alle tecnologie è diventata completamente differente. La nuova definizione rispecchia maggiormente la nuova attività agricola, che può prescindere dall'utilizzo del suolo a differenza del 42 che non considerava attività agricola se non vi era connessione con il fondo. L'imprenditore agricolo esercita o attività essenziali o attività connesse, nell'affrontare lo studio art.2135 bisogna tenere in mente una macro distinzione nell'ambito delle attività agricole essenziali (espressamente definite) e attività agricole connesse. ### Lezione 17 settembre L'art. 2135 può essere suddivisa in 3 parti: 1. Composta dal primo periodo che ci dice che è imprenditore agricolo chi esercita una attività di coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Nel primo periodo vengono illustrate le due macroaree dell'imprenditore agricolo che può essere quindi un soggetto che svolge una attività essenziale o connessa. 2. “per coltivazione del fondo.... Marine.” Nella seconda parte il legislatore vuole specificare cosa si intende per attività agricola essenziale, quindi quell'attività diretta alla cura o allo sviluppo del ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso della specie animale o vegetale di cui quel soggetto si occupa. 3. "si intendono...esercitata.” Nella terza parte definisce cosa si intende per attività agricole per connessione sono una categoria aperta, meno precise rispetto a quelle essenziali il legislatore è più generico nella descrizione delle attività connesse, non sono indicate in astratto dal legislatore. Come si individuano le attività connesse? Per individuare le attività agricole per connessione bisogna tenere in considerazione un elemento fondamentale cioè che le attività agricole per connessione sono attività oggettivamente commerciali che non rientrerebbero all'interno della definizione di imprenditore agricole. Sono attività commerciali che per espressa volontà del legislatore possono essere considerate agricole in presenza di 2 presupposti: - Che vi sia un presupposto Soggettivo➔ “attività esercitate dal medesimo imprenditore agricolo”. Deve esercitare una delle 3 attività agricole essenziali - E un oggettivo ➔ i beni e i servizi prodotti devono essere ottenuti in maniera prevalente dall'attività agricola essenziale esercitata. In presenza di questi 2 presupposti l'attività diventa da commerciale ad agricole per connessione. Se non si è imprenditore agricolo si è imprenditore commerciale, la definizione di imprenditore commerciale è presente nell'art. 2195. È imprenditore commerciale chi esercita una delle attività elencate nell'art.2195. i profili più rilevanti dettati dal legislatore all'art.2195 sono indicati al numero 1 e 2, “industriale” e “intermediaria” perché numero 3,4,5 non sono altro che una specificazione delle attività 1 e 2, quindi industriale e intermediaria, quindi esso si compone di 5 numeri che elencano una serie di attività ma in realtà ciò che qualifica l'imprenditore commerciale lo ritroviamo al numero 1 e 2 nelle parole industriale e intermediaria. **IMPRESA CIVILE→** una parte della dottrina ha prospettato che la distinzione tra imprenditore commerciale e agricolo non era sufficiente, una parte della dottrina ha evidenziato che sulla base dell'oggetto si può distinguere tra imprenditore commerciale, imprenditore agricolo e impresa civile. Non è però condivisa dalla dottrina maggioritaria che nega l'esistenza dell'impresa civile, poiché nel nostro ordinamento non è presente alcuna norma che fa riferimento all'impresa civile, il suo riconoscimento co porterebbe la disapplicazione dello statuto di imprenditore commerciale nei confronti di imprese che essenzialmente sono commerciali. L'impresa civile esiste o no? no, non esiste Un esempio tipico di impresa civile sono le agenzie matrimoniali, che producono servizi senza trasformare le materie prime. ### GLI STATUTI DELL'IMPRENDITORE All'imprenditore si applicano delle norme specifiche, degli statuti (insieme di regole). Il termine statuti al plurale è perché nel nostro ordinamento è presente uno statuto generale dell'imprenditore, cioè un insieme di regole. Quali sonon le norme che compongono lo statuto gnerale dell'imprenditore? II 2082 è il presuppoto per l'applicazione dello statuto generale dell'imprendiotre. - Norme sulla concorrenza - Norme sull'azienda - Norme sui segni distintivi - Norme sui consorzi Queste 4 sono quelle norme che compongono lo statuto generale dell'imprenditore e si applicano a tutti gli imprenditori. Se si è imprenditore commerciale si applica oltre allo statuto generale anche uno statuto specifico. ### Di che cosa si compone lo statuto dell'imprenditore commerciale ? Si basa su 4 aree di intervento, lo statuto dell'imprenditore commerciale è un corpo normativo che si basa su 4 pilastri: - Prima parte: norme in materia di pubblicità = norme sul registro delle imprese - Seconda parte: disciplina della rappresentanza commerciale - Terza parte: riguarda le scritture contabili - Quarta parte: fa riferimento alle norme sulle procedure concorsuali #### 1. REGISTRO DELLE IMPRESE Il registro delle imprese è uno statuto previsto dal legislatore per permettere ai soggetti che operano sul mercato di avere a disposizione delle informazioni chiare, corrette e veritiere sull'imprenditore con i quale stiamo contrattando. Per garantire che queste informazioni non siano false bisogna affidare la cura del controllo del registro delle imprese a un soggetto esterno che non ha rapporti con l'imprenditore. Il registro delle imprese è infatti gestito dalle camere di commercio che su base provinciale si preoccupano di garantire il corretto funzionamento del registro delle imprese di quella provincia dove loro operano. Oltre a una forma di controllo privata il legislatore ha previsto una forma di controllo ulteriore e successiva, che verrà svolta dall'autorità giudiziaria: il tribunale, dal giudice del registro, il soggetto che controlla l'operato della camera di commercio e al quale ci si può rivolgere se non si è d'accordo con la. Decisione assunta dalla camera di commercio. È quindi una procedura a più livelli: primo livello la camera di commercio; secondo livello giudice del registro; terzo livello è possibile proporre un reclamo al tribunale in composizione collegiale. ### Lezione 19 settembre Il registro delle imprese è ordinato in sezioni ordinarie e sezioni speciali, nella prima sono obbligati a iscriversi determinati soggetti. **Principio di tassatività** rispetto agli atti da iscrivere➔ significa che solo quei determinati atti hanno l'obbligo di essere trascritti, non vi è libertà di iscrivere o meno nel nostro ordinamento, è il legislatore chje stabilisce quali atti devono essere iscritti e on si può iscrivere nel registro delle imprese iscrivere atti che non sono dettati dal legislatore per questo si parla di tassatività. Quali sono gli effetti che derivano dall'iscrizione dell'atto nel registro delle imprese? **Pubblicità legale** L'effetto principale che deriva dall'iscrizione degli atti nella sez. ordinaria del registro delle imprese è l'**effetto dichiarativo** ➔ quindi che sarà opponibile a terzi, una volta iscritto quell'atto si presume conosciuto dai terzi. Il terzo non può negare di esserne venuto a conoscenza, per il semplice fatto che quell'atto è stato iscritto nel registro delle imprese si presume che è stato conosciuto dal terzo. Oltre all'efficacia dichiarati l'iscrizione di quell'atto nel registro delle imprese può determinare: - **efficacia normativa** ➔ solo a seguito dell'iscrizione si applicherà una determinata norma. (es: società in nome collettivo, se noi iscriviamo l'atto costitutivo della s.n.c. nel registro imprese comporta l'applicazione di una determinata disciplina, la s.n.c viene a esistenza anche senza l'iscrizione cd. S.n.c. irregolare e viene applicata una normativa differente) - **efficacia costitutiva➔** in alcuni casi l'iscrizione dell'atto nel registro imprese determina la costituzione di quel soggetto che prima di quell'atto non esiste (es: società per azioni, esiste solo dopo che è stato iscritto l'atto costitutivo nel registro delle imprese nelle sezioni ordinarie). #### 2. DISCIPLINA DELLE SCRITTURE CONTABILI Le scritture contabili sono la rappresentazione in termini monetari, numerici dell'andamento economico dell'impresa. Quali sono le scritture contabili? Libro giornale, libro mastro, rendiconto, bilancio, libro inventario. L'imprenditore deve tenere le scritture contabili necessarie in relazione alla dimensione, al tipo e all'oggetto dell'attività svolta. Il legislatore non può decidere ex ante ciò che deve essere trascritto. Il legislatore ci dice che in ogni caso 2 scritture contabili devono essere sempre tenute: - libro giornale = II libro giornale da una rappresentazione ordinata delle singole operazioni che sono state compiute dall'imprenditore. - Libro inventario = è una fotografia dell'attività d'impresa e deve essere redatto all'inizio e alla fine dell'attività di impresa, si chiude il libro inventario con la redazione del bilancio. Riguardo la forma devono essere ordinate, devono rispettare dei requisiti di forma, devono essere regolarmente tenute (senza abrasioni, cancellature). #### EFFICACIA PROBATORIA DELLE SCRITTURE CONTABILI Queste scritture contabili possono avere una efficacia probatoria ossia che possono dare una prova in giudizio, sia a favore sia contro l'imprenditore. Le scritture contabili sono un mezzo di prova. Per poter essere utilizzate in giudizio l'imprenditore pone dei paletti: se vengono utilizzate contro l'imprenditore l'importante è che il soggetto che le utilizza non vada a scinderne il contenuto quindi deve essere letto nella sua interezza. Queste scritture contabili possono essere utilizzate a favore dell'imprenditore quando ricorrono 3 presupposti: - Devono essere regolarmente tenute - La lite riguarda un altro imprenditore (per un principio di corrispondenza: crediti- debiti tra imprenditori che se realmente esistono sono presenti nel libro giornale e fungono da prova) - La controversia riguarda rapporti inerenti all'attività d'impresa. #### 3. DISCIPLINA DELLA RAPPRESENTANZA COMMERCIALE Disciplina prevista dal legislatore al fine di garantire da un lato la possibilità che l'imprenditore utilizzi degli ausiliari nell'esercizio dell'attività di impresa e dall'altra parte vuole tutelare i terzi che entrano in contatto con gli ausiliari dell'imprenditore. Questi ausiliari possono compiere degli atti in nome e per conto dell'imprenditore tutelando i terzi che vanno a contrarre non direttamente con l'imprenditore ma con gli ausiliari dell'imprenditore, che sono 3 in ordine gerarchico: - **Institore** ➔ soggetto che si trova subito dell'imprenditore e risponde solo nei confronti dell'imprenditore, è dotato di poteri e obblighi che richiamano proprio quelli dell'imprenditore. L'institore ha rappresentanza processuale, può stare in giudizio in nome e per conto dell'imprenditore, è tenuto a rispettare l'ordine della tenuta delle scritture contabili proprio come l'imprenditore e può essere assoggettato alle procedure concorsuali cosi come l'imprenditore. Ha un solo limite: non può disporre liberamente dell'azienda, non può modificare l'oggetto dell'attività svolta. - **Procuratore** ➔ dotato di poteri ridotti rispetto all'institore ma sono comunque rilevanti perchè il procuratore ha il potere di compiere atti di impresa in nome e per conto dell'imprenditore ed ha funzioni e poteri decisionali del tutto autonomi, può decidere personalmente se svolgere o meno una certa attività ma questi poteri sono limitati all'area di attività che gli compete. (es: direttore marketing, soggetto che si trova a capo di quella determinata area dell'attività di impresa). - **Commesso** → colui che si occupa dell'aspetto pratico della consegna delle merci, sta a contatto con la clientela, un soggetto che svolge compiti di tipo pratico, è un soggetto operativo che non ha ulteriori poteri, non può modificare le operazioni contrattuali ne concedere sconti o dilazioni. #### 4. SOGGEZIONE ALLE PROCEDURE CONCORSUALI ### LEZIONE 20 SETTEMBRE Questo statuto dell'imprenditore si compone di 4 macroaree: - Disciplina sull'azienda - Sui segni distintivi - Sulla concorrenza - Sui consorzi #### 1. AZIENDA Dove è definita l'azienda? Qual è la disciplina sull'azienda? Quali sono le norme che derogano al diritto comune? art.2555 l'azienda è il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'attività di impresa. L'azienda è tutto ciò di cui necessita l'imprenditore per l'inizio dell'attività di impresa, è un complesso di elementi organizzati, ed è lo strumento attraverso il quale viene esercitata l'attività di impresa, il mezzo attraverso il quale si raggiunge un fine, un obiettivo = l'esercizio dell'attività di impresa. Quali sono i beni che nel loro complesso formano l'azienda? L'art.2555 afferma che l'azienda è composta da una pluralità di beni, non elenca i singoli beni presenti nell'azienda. Pone l'accento sul fatto che devono essere beni necessari per l'attività d'impresa. possono far parte dell'azienda anche beni di cui l'imprenditore non è proprietario purchè siano destinati a far parte dell'azienda. Dove è disciplinata l'azienda? Art.2555 Perché c'è una disciplina sull'azienda? Perché il legislatore ha voluto tutelare o meglio ha voluto raggiungere un obiettivo specifico. Preso atto che l'azienda può essere oggetto di circolazione : può essere venduta, conferita, trasferita, il legislatore ha previsto delle norme speciali per permettere che l'azienda in caso di circolazione mantenga lo stesso valore, per evitare che il valore economico dell'azienda venga disperso. Di cosa si compone questa disciplina speciale sull'azienda? si compone di regole in materia di: - Validità del trasferimento - In materia di cessione dei contratti - Debiti - Crediti - Norma specifica in materia di concorrenza Il primo profilo che deve essere affrontato nell'ambito di disciplina speciale in caso di trasferimento dell'azienda il legislatore detta delle norme particolari rispetto al trasferimento di qualsiasi altro bene. #### Le norme speciali in caso di trasferimento: -deve essere provato per iscritto, per quando riguarda i requisiti di forma il legislatore stabilisce che vengono dettate in relazione dei beni trasferiti. Se io trasferisco con l'azienda un bene immobile sarà necessario che avvenga per atto pubblico a pena di nullità. I contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà dell'azienda il contratto di trasferimento deve essere iscritto nel registro delle imprese. Se non vengono iscritti non sono conoscibili e quindi non opponibili nei confronti dei terzi. Oltre alle regole in materia di trasferimento non dettate delle regole specifiche che si occupano di cessione dei contratti, debiti, crediti e concorrenza. - Concorrenza in materia di trasferimento della proprietà dell'azienda: l'art.2557 divieto di concorrenza: ci dice che l'alienante (soggetto che trasferisce l'azienda) non può intraprendere una attività che possa sviare la clientela. Questo divieto di concorrenza ha una durata massima di 5 anni, ferma la possibilità delle parti di accordarsi per un termine di durata inferiore ma mai superiore. Con l'art. 2557 vuole tutelare l'avviamento e colui che acquista. - Art. 2558 norme in materia di contratto deroga al diritto comune nel caso in cui con l'azienda siano stati trasferiti dei contratti non ancora totalmente eseguiti, contratti nei quali una delle due parti non aveva totalmente adempiuto alle sue prestazioni. L'obiettivo di tutta la disciplina dell'azienda è non disperdere valore dell'azienda, partendo da questo presupposto quale è l'obiettivo che vuole perseguire il legislatore? Art.2558 afferma che i contratti trasferiti con l'azienda proseguono automaticamente, questa regola trova eccezione in due casi: 1. Non si trasferiscono automaticamente i contratti con carattere personale (per la cui conclusione è stato fondamentale il fatto che ci sia stato quel determinato contraente, es: il MANDATO), 2. Il terzo contraente ceduto ha la possibilità di recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia del trasferimento dell'azienda ma solo per giusta causa. - Art 2559 norme in materia di crediti: il legislatore detta una disciplina specifica anche nel caso in cui nel trasferimento dell'azienda sono presenti dei crediti vantati dall'acquirente. Si tratta di un contratto COCNLCUSO da cui risulta un credito. In materia di cessione del credito art. 1260-61. Affinchè quella cessione abbia effetti deve essere notificata direttamente al terzo. II 2559 afferma che la notifica personale non è necessaria perché viene sostituita come effetti dall'iscrizione del trasferimento dell'impresa nei registri delle imprese (questa iscrizione produce effetti pubblicitari). - Art. 2560 norme in materia di debiti: il soggetto che compra l'azienda si ritrova un debito. Qui si tenterà di tutelare il creditore attraverso l'adempimento della prestazione quindi non liberando l'alienante. Chi trasferisce l'azienda non è liberato nei confronti del creditore salvo che ci sia un espresso consenso da parte del creditore. In assenza di uno specifico consenso non c'è liberazione da parte del soggetto che trasferisce l'azienda. ### LEZIONE 24 settembre Le intese sono: accordi, pratiche deliberate e deliberazioni tra imprese. 1. **Accordo** ➔ è un contratto con cui le imprese stabiliscono come comportarsi. si parla di accordo, base del contratto, accordo è qualcosa di più ampio. 2. **Pratiche concordate** ➔ la nozione di pratica concordata riguarda quei comportamenti concordati tra le imprese, è ritenuto sufficiente lo scambio di informazioni ### LEZIONE 25 settembre Disciplina della concorrenza 2598 che tutela la concorrenza sleale. La concorrenza sleale si verifca tra due imprenditori, il primo è: - Atti confusori (L'imitazione di prodotti altrui, Compio atto che potrebbe generare confusione nei consumatori) - La terza è la più importane perché è più generica quindi consente di garantire una maggiore tutela poiché si possono inserire più cose tutto ciò che è contrario ai principi di correttezza professionale. È una clausola aperta, nel quale sono stati inseriti altri atteggiamenti considerati di concorrenza sleale (es: storno dei dipendenti). Le sanzioni sono 2: il risarcimento del danno e l'inibitoria preventiva (quindi l'interruzione del comportamento scorretto non appena mi rendo conto che si sta verificando un atto di concorrenza sleale). ### SEGNI DISTINTIVI La disciplina dei segni distintivi è un modo per tutelare l'operatività dell'impresa sul mercato. È importante che i segni che individuano una caratteristica della mia impresa siano diversi da quelli del mio concorrente. Diritto di utilizzazione esclusiva dei segni da parte del titolare di quei segni, un diritto di proprietà (particolare). Questa stessa esigenza di tutelare l'imprenditore dandogli l'utilizzazione esclusiva dei segni riguarda anche le invenzioni, le opere dell'ingegno. La tutela dei segni distintivi è potenzialmente limitata, se scade posso rinnovarla all'infinito. Per il brevetto è diverso poiché è una tutela temporale limitata, dura 20 anni e allo scadere del termine l'invenzione è utilizzabile da chiunque. 30/2005 codice della proprietà industriale, l'espressione “proprietà industriale” comprende.... La disciplina dei segni distintivi parte con la tutela di 3 segni tipici: DITTA-INSEGNA-MARCHIO - Ditta➔ contraddistingue il nome dell'imprenditore - Insegna contraddistingue i luoghi nei quali viene esercitata l'impresa - **Marchio** → contraddistingue beni e servizi che produco Il codice della proprietà industriale pone l'attenzione sul marchio, poiché contraddistingue i prodotti che poi arrivano alla clientela, ha una caratteristica ulteriore: nel caso del marchio il diritto di utilizzazione esclusiva avviene quando viene fatta domanda all'Ufficio marchio e brevetti per registrare il proprio marchio . Gli altri segni distinvivi sono segni non titolati poiché non avviene registrazione. La disciplina del marchio può essere utilizzata anche per colmare le lacune degli altri segni distintivi., anche quelli atipici. Quelli tipici sono ditta, insegna e marchio. **Principio di unitarietà dei segni distintivi:** opera in maniera trasversale, per ci io non posso utilizzare la ditta altrui come mia ditta non posso registrare il marchio registrato altrui. Io non posso utilizzare come marchio quello di un'altra impresa. nel momento in cui registro un marchio indico nella domanda il settore di quel marchio (magliette, ristorazione) preclude l'utilizzazione di un altro imprenditore nello stesso settore merciologico. **Relatività della proprietà industriale significa che** Il problema è se è un marchio importante o meno, il marchio dotato di rinomanza supera il concetto di relatività della proprietà industriale. In questo caso non conta il settore merciologico,poiché se è un marchio rinomato non vale questo principio. Il parametro per rilevare se è un marchio rilevato è un parametro concreto. Cosa succede se vengono registrati due marchi identici in diversi settori merciolgici e quello registrato dopo acquista rinomanza? Si fa riferimento alla disciplina del marchio registrato o no. Se non registro il marchio ho una tutela minore, se registro marchio acquisto l'esclusività di utilizzazione. Ancora oggi ci sono imprenditori che non registrano il marchio, in questo caso chiunque altro può registrarlo per gli stessi prodotti, salvo il caso in cui l'utilizzazione di quel marchio è a livelli nazionale e posso impedirne la registrazione altrui. Se si verifica una situazione del genere posso continuare a utilizzare il mio marchio ma nei limiti del preuso, a livello territoriale, locale. Se è rinomato solo a livello territoriale e locale non posso bloccare la registrazione altrui se non ho registrato il mio marchio. Quali sono i requisiti per poter registrare il marchio? **NOVITA', LICEITA', Descrittivi, nominativi, sonori** Per poter registrare il marchio deve essere nuovo, non deve essere uguale a un marchio gia esistente per prodotti uguali o simili, la registrazione in questo caso è nulla. ### LEZIONE 1 OTTOBRE La crisi dell'impresa Il legislatore decide di intervenire solamente in caso di crisi dell'imprenditore commerciale medio grande perché la crisi dell'imprenditore commerciale medio grande può comportare gravi problemi nel sistema economico nel suo complesso. Perchè il soggetto che entra in crisi a sua volta ha legami con altri imprenditori, banche, dipendenti. Quindi se non si interviene subito sulla crisi si genera una reazione a catena, in virtù del quale da un fallimento di mercato si può sfociare a un fallimento di sistema. La seconda ragione per la quale vi è una disciplina sulla crisi dell'impresa è sulla efficienza e razionalità, il legislatore afferma che è preferibile che ci sia un'unica azione collettiva da parte dei creditori, quindi un unico soggetto, un unico creditore a nome di tutti piuttosto che molte procedure individuali. Perche nel nostro ordinamento è presente una disciplina sulla crisi dell'impresa? 1.per evitare l'avvenimento di un effetto a catena, alla prima crisi di un imprenditore si scatena una reazione a catena 2.Evitare che ci siano una pluralità di azione nei confronti di un unico soggetto debitore, imprenditore in crisi, meglio che ce ne sia una sola che le racchiuda tutte. Ci sono molti strumenti utilizzabili per risolvere la crisi dell'impresa e tutti sono accomunati da 2 qualità comuni a tutti gli strumenti individuati dal legislatore per risolvere la crisi dell

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