APPUNTI FINITI - Copia PDF - Architettura in Francia
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Summary
Gli appunti trattano dell'architettura in Francia, analizzando la transizione dal Barocco al Rococò ed al Classicismo. Vengono presentati i principali architetti e le loro opere, evidenziando le caratteristiche distintive di ogni periodo, così come i motivi che portarono al rifiuto del principio organico del Barocco, a favore di un approccio più razionale e scientifico.
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Architettura in Francia, tra crisi del barocco e rivoluzione La Francia fu uno dei paesi che, insieme all’Italia, influenzò maggiormente lo sviluppo del Barocco, anche se non si diffuse molto come in Italia e Germania. L’immagine del Palazzo di Versailles fatto costruire dal Re Sole con i suoi magni...
Architettura in Francia, tra crisi del barocco e rivoluzione La Francia fu uno dei paesi che, insieme all’Italia, influenzò maggiormente lo sviluppo del Barocco, anche se non si diffuse molto come in Italia e Germania. L’immagine del Palazzo di Versailles fatto costruire dal Re Sole con i suoi magnifici giardini affascinò l’Europa, furono proprio i Francesi a dare inizio all’ultima fase di questo stile: il Rococò stile di decorazione d’interni più intimo e delicato. Le parole chiave per questo stile sono leggerezza e vivacità. Il Barocco veniva utilizzato soprattutto nei santuari cattolici o nei palazzi di principi o sovrani assolutisti. Questo stile si basa su un principio organico dell’architettura che unisce forme concave e convesse; le parti con il tutto. Chiesa della Sorbonne (1635-53): c’è una continuità organica, che si può osservare nell’articolazione esterna e interna, dalle basi fino alla lanterna, non c’è un singolo elemento che non sia in relazione con le altre parti e con l’insieme. Questo tipo di articolazione viene superata dalla volontà di dare una propria importanza ad ogni singolo elemento. Ora il progetto architettonico viene letto e ricercato su altri principi e su altre basi con l’esito di disarticolare questo continuum organico, a favore di un’individuazione di parti e di componenti di un tutto architettonico. Nasce la necessità di fondare l’attività artistica su principi fissi basati sulle leggi della natura. Le prime reazioni agli eccessi del Barocco di verificano in Francia perché il Barocco, che aveva avuto origine in Italia, viene portato alla sua compiutezza solo in questa nazione. In Francia avviene l’ultima fase del Barocco. RIFIUTO DEL PRINCIPIO ORGANICO DEL BAROCCO SEPARAZIONE SCIENTIFICA DELLE PARTI 1. Accademia reale di architettura Dagli anni 70 del 600 il clima culturale cambia radicalmente, soprattutto in Francia: si vuole andare oltre il Barocco attraverso degli elementi razionali basati sullo studio della matematica e della geometria. Lo scardinamento del principio Barocco e Tardo Barocco in Francia avviene grazie ad una volontà generalizzata che viene istituzionalizzata attraverso la fondazione dell’ Accademia Reale di architettura, primo luogo di formazione per gli architetti. Viene istituita nel 1671 dal ministro Colbert con la volontà di creare una formazione uniforme e moderna degli architetti che fosse uguale per tutti e poggiasse sulle stesse basi. Sino ad allora la trasmissione del sapere avveniva da maestro ad allievo, mentre da quel momento in poi la formazione diventò univoca per tutti gli alunni. Principi cardine dell’accademia: Formulare una teoria obbligatoria per tutti E’ la prima istituzione con insegnamento sistematico per architetti Razionalismo di Cartesio Raison= razionalità scientifica. Non si segue più il disegno creativo, ma si segue una serie di principi che si legano al contesto storico-culturale e che basano gli insegnamenti sulla matematica (certitude) e la geometria (fondamento della bellezza). Con questa impostazione su base razionale e non più organica/artistica viene selezionato un percorso di analisi del passato, ci sono anche le prime forme di ripensamento del passato. Non fa parte del bagaglio di formazione l’architettura medievale che non viene vista pienamente razionale. Ci furono grandi conseguenze: fino all’800 l’architettura medievale non veniva studiata, solo nell’800 si recupera il gotico. L’arte rinascimentale, come quella di Michelangelo, viene rinnegata perché responsabile degli eccessi decorativi e artistici tipici del barocco. Si abbandonano gli elementi decorativi superflui per un ritorno alla primitiva chiarezza classica, la natura e l’antico vengono presi come modelli e gli ordini acquistano valore funzionale. 1671: Colbert promuove un concorso per la creazione di un nuovo ordine architettonico nazionale: c’è il desiderio di formare un ordine (nel senso classico del termine colonna) architettonico nazionale che corrispondesse pienamente al periodo e alla cultura francese del tempo. 1. FRANCOIS BLONDEL (1617-1686): Uno dei primi docenti dell’accademia reale di architettura è: Francois Blondel (1617-86) il quale era anche direttore generale dei lavori della città di Parigi, la sua formazione era quella di matematico e ingegnere, propone nuove forme di architettura e un manuale di architettura. Gli alunni per generazioni hanno studiato sul testo che lui aveva elaborato. Prima dell’Accademia Reale c’erano delle Accademie private dove gli allievi apprendevano dai disegni dei maestri, questa trasmissione maestro-allievo non viene del tutto persa, viene portata avanti proprio da Blondel: egli ha istruito 3 architetti fondamentali: Boullee, Ledoux, Lequeu. Blondel è importante anche per aver scritto un testo Cours d’architecture del 1675-83 dove riprende l’idea di carattere, come funzione espressiva di un edificio, e individua una sua personale e nuova idea di stile, cioè il risultato dell’opera come sublime, nobile ed elevata, una magnificenza dell’edificio. Le proporzioni sono per lui desunte dalla natura. Insieme a questa tendenza verso il Classicismo c’è una tendenza a ritornare alle forme originarie in senso razionale. L’unica opera architettonica che realizzò fu la Porta di San Denis, 1672. 2. CLAUDE PERRAULT (1613-88): Importante per due motivi principali: - Edizione critica del 1673 del “De Architectura”, Vitruvio - Realizza la facciata est del Louvre, Parigi È autore di una edizione critica del trattato di Vitruvio del 1673, questa edizione apporta un’altra serie di elementi nuovi e non è come le precedenti: 1. In essa scardina il concetto di proporzione vitruviano, le proporzioni non sono più quelle indicate dalla natura e dal corpo umano: abbandona il sistema antropocentrico. Le proporzioni sono quelle determinate da un “accordo tra architetti” scaturito da usanze e tradizionile proporzioni sono frutto di un sistema di convenzioni. La proporzione viene relativizzata come concetto empirico, mettendo in discussione l’autorità canonica fino ad allora adottata. 2. L’architettura viene fondata su due principi: Principio Positivo: ha ruolo normativo di uniformità e perfezione; uso, necessità dell’edificio (solidità, salubrità, comodità); unione di utilitas e firmitas. Principio Arbitrario: ha ruolo funzionale; è la bellezza, dipendente dalla consuetudine e modelli ma anche dalla conformità delle parti all’uso; 3. La vera rivoluzione introdotta da Perrault è sul concetto di simmetria. Per Vitruvio essa era intesa come “rapporto tra le parti, proporzione”; Per Perrault essa è l’assialità: la corrispondenza da una parte e dall’altra (specularità) rispetto ad un asse. La moderna simmetria in senso di assialità è fissata dal punto di vista teorico come criterio della bellezza positiva e diventa il dogma del Classicismo. La facciata Est del Louvre,1664 -74: all’epoca era la residenza urbana del Re della corte di Francia. Viene progettata nel 1664 e completata nel 1674 (importanza del lasso di tempo). Il Louvre era considerato l’esempio perfetto del Classicismo barocco francese del XVII sec.: classico ma moderno, razionale ma fastoso, francese ma universale con il suo carattere autorevole e distaccato. Siamo in pieno centro della città di Parigi, vengono utilizzate le colonne binate che rimandano ad un riferimento importante: la residenza di Raffaello progettata da Bramante, e indicano la “bellezza positiva” fondata sulla rispondenza ai legami statici. Possiamo trovare in questo edificio nella facciata est: lesene alle estremità, colonne nel centro e colonne addossate al muro; quindi, le colonne non hanno soltanto funzione estetica, ma viene trattato l’elemento con valenza statica. Sono tre diverse configurazioni statiche con lo stesso principio della colonna binata che corrispondono a parti funzionalmente diverse. Il colonnato del Louvre è molto equilibrato, nessuna delle parti rivela un’accentuazione particolare, Perrault sosteneva infatti che i contrasti appartenessero alla pittura e alla scultura, non all’architettura. Fu proprio questo equilibrio a determinare la vittoria del suo progetto rispetto agli altri. La concezione di edifici organici non corrisponde più alle idee della contemporaneità, per esempio, le idee di Bernini vengono scartate proprio per questo motivo, per favorire un’altra organizzazione prodotta da Perrault. Qui possiamo vedere il nuovo concetto di simmetria, c’è una parte centrale dove individuiamo un timpano e delle colonne, questo è l’asse di simmetria dell’edificio, si percepisce la corrispondenza tra ciò che lui scriveva nel suo testo e gli edifici che produceva. La centralità è accentuata dall’uso del frontone e dell’ordine. La facciata è fatta dalla composizione simmetrica di sue parti speculari. Ai lati ci sono due padiglioni che hanno una loro autonomia, ma comunica con la facciata. Anch’essi sono simmetrici. Il progetto di Bernini fu scartato perché rimandava all’idea del concavo-convesso eccessivamente barocca. 3. G. BOFFRAND (1667-1754): Architetto teorico di questo periodo che scrive un altro manuale: Livre d’Architecture (1745), nel quale afferma che la qualità dell’edificio è data dal buon gusto, il quale è basato sui principi basilari dell’architettura (belle proporzioni, decoro, comodità, sicurezza, salubrità, buon senso). I principi architettonici non sono fissi, ma derivano dall’evoluzione e scaturiscono dalla natura, dalla riflessione teorica e dall’esperienza. Fondamentale è il concetto di CARATTERE dell’edificio, introdotto da Boffrand: ogni edifico deve esprimere e rivelare, cominciando dall’esterno sino all’arredamento, il carattere del suo ideatore e la funzione per cui è stato costruito. Quindi un edificio deve esprimere/far intuire sia il suo progettista che la sua destinazione. L’edificio e il progettista da ora sono strettamente collegati si riconosce colui che ha progettato l’edificio. Getta le basi dell’ architettura parlante e dell’ architettura rivoluzionaria. Nobile semplicità dell’architettura. Padiglione di caccia a Bouchefort (1705) per Massimiliano di Baviera sarà il modello per Chaux di Ledoux 4. J.F.BLONDEL (1705-1774): è il successore di Francois Blondel Inizialmente aveva fondato una “scuola privata” in opposizione all’Accademia Reale. Studenti di questa scuola erano Boulleé e Ledoux. Poi aderì all’accademia e diventò successore del primo Blondel. Scrive una sua versione di “Cours d’Architecture”,1771: è la più ampia e completa opera teorica del XVIII secolo. Le proporzioni sono per lui desunte dalla natura (interpretazione Antropomorfa, tipica del Rinascimento). Riprende da Boffrand la teoria del carattere= la qualità espressiva di un edificio. Introduce il concetto di STILE: come risultato dell’opera; sublime, nobile, elevato. Se Boffrand con la concezione dell’unità di carattere era rimasto nella sfera dell’unità estetica, Blondel lo superò con la tripla unità utilitas, firmitas, venustas; secondo Blondel trascurare la funzione aveva portato al limite dell’esagerazione gli architetti barocchi e rococò, che condannava. La forma perfetta di un edificio dipendeva dalla misura in cui ci fosse la riconciliazione tra forma e praticità “da questa conciliazione dipende l’accordo di tutte le parti dell’edificio”, “l’unità consiste nell’arte di conciliare nel proprio progetto la solidità, la comodità, l’ordine senza che vada distrutta alcuna di queste tre parti”. Blondel avanzò anche suggerimenti concreti: la forma per l’esterno e la praticità all’interno; la forma per gli edifici pubblici, la praticità per quelli privati. ARCHITETTURA = FORMA + FUNZIONE 5. ABATE MARC-ANTOINE LAUGIER Un monaco abbate che scrive il proprio testo “Essai sur l’Architecture” tra il 1753 e 1765, lui è agli antipodi rispetto all’accademia e a Blondel: per lui la bellezza deve essere riconosciuta nella natura che ha la funzione di determinare le leggi della nuova architettura. Il modello di riferimento archetipico di questo personaggio è la capanna primigenia, secondo lui tutto parte da essa che è determinata da elementi verticali Ed elementi orizzontali che formano il sistema trilitico + dalla copertura formata delle foglie. Gli elementi che la compongono non vengono tagliati e riposizionati, lui riteneva che tutto dovesse essere estremamente vivo, gli alberi vivi determinavano la struttura attraverso le loro ramificazioni e determinavano le decorazioni. Lui ha l’obiettivo di recuperare la forma base dell’architettura dalla natura e dalla combinazione di elementi semplici, si veniva così a creare un’ unità minima che rispondeva al bisogno di spazio dell’uomo. Tale unità è composta da: colonna, architrave e timpano. Concetto di funzionalismo che sostituisce quello di destinazione d’uso. È una figura importante per la teoria architettonica dell’ art nouveau perché vengono riprese le sue teorie. l’architettura è una struttura viva che cresce nel tempo. Oltre alla facciata est del Louvre possiamo osservare altri edifici che diventano la configurazione degli elementi che abbiamo visto fino ad ora. I concetti di carattere, di purismo geometrico delle forme, del “vero strutturale ed estetico”, possono essere riscontrati in un edificio: Chiesa di Sainte Genevieve di Jacques Germain Soufflot dal 1756 e poi continuata da Quatremere de Quincy sino al 1791. È in questo edificio che si sperimentano ulteriormente tutti quei passaggi da Barocco, tardo barocco, organicismo barocco sino a qualcosa di organizzato su nuovi principi. 6. Jacques Germain Soufflot (1713-80) Sin dalla giovinezza si interessa all’architettura antica, fa parte di un gruppo di architetti francesi che svecchiano l’architettura, studia all’accademia d’arte di Lione, nel 1731 compie il suo viaggio in Italia dove si trasferì a Roma per i suoi studi ed entrò in contatto con la romanità e i templi greci di Paestum, nel 1741 progetta l’Hotel Dieu di Lione (1741) che gli diede notorietà. Chiesa di Sainte Geneviève,1756: Si tratta di un santuario laico, chiamato anche “Pantheon” di Parigi, era luogo di sepoltura di personaggi del passato. Il primo progetto per la chiesa (1756) appare ancora di carattere barocco: i piedistalli erano stati posti alla base del tamburo per raccordare corpo con cupola, la trabeazione del tamburo era alternatamente aggettante e rientrante e vennero aggiunte due torri sul lato orientale (tipica aggiunta barocca). La sua proposta è legata ancora al linguaggio precedente perché c’era una struttura barocca, successivamente nel 1777 disegna/introduce un colonnato circolare intorno al tamburo che separava la cupola dal corpo edilizio. Questo segna una individuazione delle parti, non più una continuità ma una individuazione di ciascun elemento con caratteristiche proprie. Gli intenti di Soufflot erano quelli di unire la leggerezza strutturale degli edifici gotici con la purezza e la magnificenza dell’ architettura greca. La leggerezza della costruzione rifletteva l’apprezzamento dell’architettura gotica da parte del progettista che condivideva con l’importante teorico Laugier. Fu apprezzata l’unione tra greco e gotico anche se audace. Arch. Brebion: “il suo intento era quello di riunire in una delle forme più belle la leggerezza di costruzione degli edifici gotici e la purezza e splendore dell’architettura gotica.” GRECITA’ + STILE GOTICO La Chiesa divenne un Pantheon laico a tutti gli effetti solo dopo la Rivoluzione Francese, nel 1791. Quatremère de Quincy rinunciò alle due torri, che richiamavano San Pietro, e fece murare le finestre perché tutta la luce arrivasse dall’alto, “alla vera maniera degli antichi”, ne consegue una maggiore semplificazione delle forme, e con una pianta e un alzato che tendono ad un alleggerimento. Organizzazione dell’alzato e della pianta: il principio ispiratore dei due architetti era quello di dare un’organizzazione classica con un contributo di strutture gotiche, nella direzione della razionalità dell’architettura. In pianta è una semplice croce greca che però possiamo anche non leggere in questo modo, ma come un insieme di quattro parallelepipedi che confluiscono in un centro che è anch’esso di forma quadrangolare. Non si legge più un’impostazione classica di croce latina piuttosto che greca, ma la forma viene letta come composizione di forme semplici, questo lo si percepisce in pianta e in alzato. Non c’è più la fluidità ma si percepisce la separazione delle varie parti che si giustappongono. La parte centrale si sviluppa poi con un tamburo e cupola. All’interno troviamo diverse soluzioni: una soluzione architravata, archi rampanti, un insieme di forme non semplici ma che portano ad una semplificazione complessiva. Rispetto alla chiesa della Sorbone questo edificio rappresenta un approccio progettuale contrapposto e inizia a segnare una serie di passaggi fondamentali anche per la contemporaneità. Erano presenti colonne isolate, lunghi architravi orizzontali, non interrotti da pilastri o paraste come nelle chiese rinascimentali o barocche. La chiesa è proceduta da un pronao con 24 colonne, al di sotto fu posta una cripta con volta in pietra sorretta da colonne doriche, sulle pareti della navata si sarebbero dovute aprire molte finestre, come in una cattedrale gotica lasciando entrare la luce nella navata attraverso i colonnati, mentre la cupola è sostenuta da pilastri molto sottili, ognuno circondato da tre colonne. Purtroppo, ora la struttura non appare come da progetto perché furono apportate delle modifiche quando nel 1791, dopo la Rivoluzione, la chiesa divenne il santuario laico e si chiamò Pantheon: finestre laterali murate, pilastri rinforzati per crepe nella struttura. L’atteggiamento delle composizioni barocche era l’estroversione e la forma che ne risultava era centrifuga l’atteggiamento mentale che creò la Place du Pantheon era l’introversione e ne derivò una forma centripeta. BAROCCO: estroversione e forma centrifuga NEOCLASSICISMO: introversione e forma centripeta Immagini del testo: tavola didascalica in cui c’è un’immagine del pronao del Saint Genevieve dove vengono raffigurate delle barre disposte sulla base delle leggi appartenenti alla meccanica razionale, assolvendo pienamente all’obiettivo di consolidamento statico dell’edificio. Non come avveniva allora con il posizionamento di carene metalliche tra gli elementi verticali ma all’interno delle strutture in pietra venivano posizionati dei tondini di ferro seguendo le linee forza. 7. J.B. RONDELET (1743-1829): Allievo di Jacques Germain Soufflot, realizza un trattato di carattere non tradizionale (come Vitruvio, Alberti), cioè completamente nuovo nella sua impostazione: “Trattato teorico e pratico dell’arte di costruire” del 1802. Il principio innovativo che sta alla base del testo sta nel vedere l’architettura come arte della costruzione. Con questo trattato viene scardinato completamente il sillogismo architettura = arte razionale e diventa pienamente una scienza guidata dalle leggi della matematica e della fisica, dal bisogno e dalla necessità. PRIMO ESEMPIO DI TRATTATISTICA TECNICA DELL’ARCHITETTURA Primo trattato interamente dedicato ai problemi tecnici, è caratterizzato da 5 aree tematiche articolate secondo l’idea di architettura come arte da costruire: Materiali Costruzione in pietra, stereotomia e strutture murali: la stereotomia è il taglio basato sulla geometria descrittiva delle pietre Costruzioni in legno e strutture in ferro: parte strutturale Teoria delle costruzioni: valutare le scelte di materiali e tecniche costruttive Stima delle opere: valutazioni economiche del progetto ( estremamente moderno). “la teoria è una scienza che guida tutte le operazioni pratiche. Questa scienza è il risultato dell’esperienza e del ragionamento, fondato sui principi della matematica e della fisica applicati alle operazioni dell’arte. È per mezzo della teoria che un abile costruttore giunge a determinare le forme e le giuste dimensioni per ciascuna parte dell’edificio”. Gli Architetti rivoluzionari Parliamo di architetti rivoluzionari perché rappresentano una rivoluzione architettonica definita da: dissociazione da schemi secolari mutato atteggiamento nei riguardi dei materiali intento di esercitare un effetto diverso sullo spettatore: le loro opere suscitano un effetto emotivo nel fruitore, coinvolgono i sensi nella loro complessità: approccio sintetico riorganizzazione dell’insieme architettonico: forme nuove, utilizzo di schemi della geometria elementare Gli architetti che svolsero un ruolo attivo in questo processo possono essere considerati gli architetti della Rivoluzione Francese, per quanto abbiano lavorato decenni prima e dopo. “Architettura rivoluzionaria” è quella compresa tra il 1789 e il 1799. Ne studiamo fondamentalmente tre: Ledoux, Boullee e Lequeu Uno degli elementi più importanti era la scuola privata che porta alla formazione di questi architetti, definiti come architetti rivoluzionari. Vengono chiamati così perché propongono qualcosa di innovativo, ma anticipano una modernità che non corrisponde al contesto ancora neoclassico. Il rinnovamento non è solo del linguaggio ma anche dei materiali, di loro rimane il concetto di creare una sorta di patos, effetto emotivo sul fruitore che osserva le loro tavole, l’effetto emotivo che loro vogliono produrre si distacca dal patos barocco creato da Bernini e Borromini. La loro è una sorta di sinestesia dei sensi che Boulle introduce, e sarà un elemento che si porterà avanti anche fino alla contemporaneità. Un altro aspetto per il quale vengono definiti in questo modo è la semplificazione delle forme. SINESTESIA DEI SENSI + SEMPLIFICAZIONE DELLE FORME La riscoperta di questi architetti si deve a uno storico dell’arte viennese, Emil Kaufmann (1891-1953). Kaufmann scopre un’epoca rivoluzionaria ricca di soluzioni innovatrici, l’architettura che abbandona il superfluo basandosi sulla vitalità della struttura, volumi geometrici, spesso dotati di valore simbolico, sovrapponendoli e accostandoli, contro l’armonica organizzazione barocca. Egli pubblica nel 1934 il volume “Von Ledoux bis Le Corbusier”: uno studio dell’architettura da Ledoux fino a Le Corbusier. Origine e sviluppo di un’architettura autonoma. Egli nel suo testo individua un legame tra Ledoux e Le Corbusier in quanto entrambi introducono una semplificazione volumetrica e la razionalizzazione delle forme. 1952: Kaufmann pubblica il volume “ Tre architetti rivoluzionari: Boulleé, Ledoux e Lequeu” Esce postumo un altro testo, nel 1955 , “L’architettura dell’illuminismo” Nel 1964 c’è stata una Esposizione a Parigi di questi tre architetti. Kaufmann scopre un’epoca rivoluzionaria ricca di soluzioni innovatrici: l’architettura che abbandona il superfluo basandosi sulla vitalità della struttura; volumi geometrici, spesso dotati di valore simbolico, sovrapponendoli e accostandoli, in contrasto con l’armonica organizzazione barocca. Il rinnovamento è troppo avanzato per quel tempo e vengono riscoperti successivamente (meccanismo che si verifica più volte nella storia). 1. Entienne Louis Boullée (1728 - 1793) È stato allievo di J.F. Blondel, la sua formazione è genericamente artistica-pittore, anche se l’accademia che poi frequenta, dove il suo maestro sarà Blondel, è di stampo architettonico. “Essai sur l’art “(1781 - 1793) – Saggio sull’arte di Boullée, nell’edizione italiana l’introduzione è fatta da Aldo Rossi che opera tra gli anni 70 e 80 del ‘900. L’incipit di questo testo è molto famoso: “ Ed io anche son pittore…” I suoi progetti non sono destinati alla realizzazione, ma a costituire un museo ideale di architetture. Egli non costruirà nessun edificio perché l’obiettivo delle committenze era quello di elaborare sperimentazioni tipologiche, che sono poi catalogate nel libro “Saggio sull’arte”. La fase costruttiva diventa per Boullée un’arte secondaria alla progettazione. I suoi studi sono finanziati da un mecenate. L’architettura di Boullée ha un carattere poetico, soprattutto negli edifici pubblici: “Le immagini che offrono ai nostri sensi dovrebbero eccitare in noi sentimenti analoghi all’uso al quale questi edifici sono destinati”. I principi della sua architettura sono: REGOLARITA’ SIMMETRIA VARIETA’ La figura geometrica perfetta per Boullée è la SFERA = completa simmetria e ampia varietà. a. Progetto per una Cattedrale: In questa cattedrale ipotizza la celebrazione estiva del corpus domini che deve avere un carattere di maestosità e grandezza. La grandezza del tempio deve offrire l’immagine della grandezza del culto: infatti l’edificio si trova su un luogo sopraelevato e su un nobile basamento, che serve appunto a conferire nobiltà. E’ composta da 4 parallelepipedi con base rettangolare con una configurazione centripeta verso il fulcro anch’esso regolare con diversi livelli sino ai tamburi e alla cupola, i pronai di stampo tradizionale. Semplificazione volumetrica che corrisponde a ciò che era stato realizzato da Quatremère de Quincy nel “Pantheon” di Parigi. Il progetto viene completato nel 1791, questo rientra nelle realizzazioni tipiche dell’epoca mentre le altre proposte si svincolano dalle realizzazioni del tempo. b. Progetto per un teatro: Il teatro in questo periodo storico ha un ruolo fondamentale. Il teatro è per Boullée un monumento consacrato al piacere, è il tempio del gusto e tutti i suoi elementi devono denotare questo carattere. Considerazioni ambientali: Sceglie un lotto ampio e poco costoso Accesso al teatro da ogni lato Dispersione del rumore Il teatro del ‘500 aveva una forma tipica a ferro di cavallo, ma per Boullée la forma ideale è la pianta circolare, con 4 vestiboli quadrati sulle diagonali: due corpi per gli ingressi e due per le uscite. Studia gli accessi e teorizza il principio di divisione tra ingresso e uscita: non devono coincidere. Sia la pianta circolare che la struttura semisferica è qualcosa che favorisce l’acustica, viene scelta anche per quello. Deve controllare la città ed anche il contesto è importante, come si osserva propone un edificio aperto verso l’esterno. Gli elementi del teatro sono evidenziati dagli ordini e da elementi allegorici. c. Progetto per una biblioteca-basilica: il riferimento di base per Boullèe è La scuola di Atene di Raffaello “profondamente colpito dalla concezione sublime della Scuola di Atene di Raffaello, ho cercato di realizzarla; ed è senza dubbio a questa idea che devo il mio successo...” Dalla Suola di Atene deriva l’idea di realizzare un anfiteatro di libri, attraverso uno spazio basilicale con un’ampia volta. In realtà l’area assegnata di piazza Vendome aveva già edifici preesistenti che dovevano essere utilizzati, quindi il progetto non aveva pretese di realizzazione, era teorico. Esposizione permanente dei libri con scaffali a vista nelle pareti e corridoi su ogni parte della cavea con illuminazione dall’alto della basilica-biblioteca. Nella sua idea progettuale propone uno spazio centrale, aperto, illuminato da un lucernario con i libri su scaffali a vista. Sopra alle pareti di libri si trova un lungo colonnato. Il carattere di austerità è garantito dall’introduzione di due archi trionfali Anfiteatro di libri PROGETTO: Aumentare la capienza di libri Scuola di Atene come modello di anfiteatro: sistematica tipologia prefissata e necessaria che diventa modello Illuminazione dall’alto Volta a botte Scaffali a vista Scansione del prospetto interno su tre livelli d. Progetto per un monumento funebre - Cenotafio di Newton: Nei monumenti funerari il fine è “immortalare la memoria di coloro i quali sono consacrati” attraverso la forma ideale del Cenotafio celebrativo. Questi progetti richiedono, in modo più particolare rispetto ad altri, la Poesia dell’architettura. Per riconnettere la morte alla natura si scelgono proporzioni basse, quasi interrate. I Cenotafi presentano una parte recinta al cui centro si innalza un monumento principale. Il recinto è formato dagli ossari in mezzo ai quali possono trovarsi delle Cappelle per gli uffici funebri. “Io volevo un insieme composto dall’effetto delle ombre” elemento fondamentale in questa tipologia di edificio è il chiaro-scuro: le ombre sono parte integrante del progetto, esse offrono l’immagine dei corpi. Buollèe immagina di progettare un cenotafio dedicato a Newton: “O Newton! Se con la vastità dei tuoi lumi e la sublimità del tuo genio hai determinato la figura della terra, io ho concepito il progetto di avvolgerti nella tua stessa scoperta. Ed è come averti in qualche modo avvolto in te stesso. E chi potrebbe trovare al difuori di te stesso qualcosa d’altro degno di te!”. Attraverso il richiamo alla forma della terra si rende altamente simbolico questo progetto. La forma del monumento è una vasta sfera in cui è possibile raggiungere il centro di gravità mediante un’apertura praticata nel basamento, al di sopra di questa apertura si trova la tomba. Da qualsiasi parte si volgano gli sguardi si vede sempre una superficie continua. La luce è prodotta da piccole aperture a imbuto nella parte esterna della volta riproduce gli elementi della volta celeste. 2. Claude Nicolas Ledoux (1736-1806) Egli si pone in antitesi a Boullée, in quanto esprime la concretezza costruttiva dell’architettura. Egli fu architetto dell’alta società parigina. L’architettura rispetta un ordine sociale: “La casa del povero con il suo esterno modesto farà risaltare lo splendore del palazzo del ricco” e “la casa del povero e il palazzo del ricco sono compiti edilizi equivalenti ” è il carattere che permette di distinguere committenza ricca o povera. Non si tratta di discriminazione sociale, ma di corrispondenza tra la committenza e la realizzazione architettonica= espressione del carattere dell’edificio. Ogni incarico è diverso dall’altro, ma ognuno va trattato con uguale serietà: la casa del povero avrà un suo carattere che deve essere reso manifesto con uguale studio e attenzione che si dedica al progetto della casa del ricco. Riprende il concetto di carattere, utilizza forme geometriche prive di ornamenti e la continuità della linea. Semplificazione formale come Boullée, ma non con lo stesso estremismo Città di Chaux (Arc et Senans) nel 1775. Raccoglie due luoghi tra loro limitrofi, preesistenti, creando un collegamento tra loro. È una città creata dal nulla (agglomerato di nuova formazione), a pianta ellittica con al centro la casa del direttore e le fabbriche. Ci sono due assi principali: Asse Maggiore (est-ovest): è la strada che da Bresancon porta al fiume Loue, ha come estremità il municipio e la canonica. Asse Minore (nord-sud): è la strada che va da Arc a Senans, ha alle due estremità le porte urbiche con gli alloggi degli operai e i bagni pubblici. L’area centrale è circondata da un anello di spazi verdi. All’esterno della cinta verde sono posizionati gli edifici delle varie attività produttive. Le attività produttive si trovano all’esterno, la città era chiamata anche “città del sale” perché dotata di un sistema di condotti che portavano grandi quantità di acqua salata verso l’esterno, dove, nelle manifatture, veniva prodotto il sale. In realtà venne completata solo per metà, come un emiciclo, perché non c’erano disponibilità economiche sufficienti. A Chaux sono previsti numerosi edifici pubblici e residenziali, tutti trattati con uguale rispetto e attenzione, ma estremamente dotati nel loro carattere, porta all’estremo il concetto di CARATTERE ARCHITETTURA PARLANTE Luoghi importanti nella cittadina di Chaux: 1. “casa del fabbricante di cerchioni”: casa del fabbricante di cerchioni di ferro per le botti di legno usate per la conservazione del sale. Essa è formata da due cilindri concentrici con un oculo centrale aperto, specifica corrispondenza con status sociale dell’abitatore della casa (cerchioni = struttura a cerchi). L’esterno è costituito da un continuo susseguirsi di anelli, proprio per indicare la professione di chi la abita. 2. “Oikema o tempio dell’amore”: bordello con funzioni educative = la pratica del vizio deve arrivare a suscitare il senso di bassezza umana fino a ricondurre alla virtù. L’edificio, all’esterno risulta senza finestre, ma è circondato da un colonnato che lo fa assomigliare ad un tempio antico. E’ collocato in un bel paesaggio naturale e visto dall’alto si nota che nel complesso ha una forma fallica, che fa subito comprendere la sua destinazione. 3. “Casa Jarnac”, 1780: progetto per la città di Chaux; composizione assolutamente “moderna” per via delle seguenti caratteristiche: forma parallelepipeda, muri spogli, tetto piano, aperture senza cornici, presenza di un pronao, edificio sollevata su un podio = basamento aulico che indica il distacco dei volumi e dall’intorno, ciò evidenza purezza geometrica. 4. 5. “Casa delle guardie campestri”: in realtà non fa parte del progetto per Chaux, ma fa parte del progetto del Castello di Maupertius,1780. Si tratta di una casa a forma di SFERA, che però non fu mai realizzata. E’ un edificio privo di finestre, con solo 4 accessi, su 4 lati, raggiungibili da 4 rampe. Ogni esigenza funzionale è sacrificata alla purezza della forma. Riduzione dell’architettura alla pura geometria, che però in questo caso risulta discutibile (era più accettabile nel cenotafio di Newton) = applicazione un po’ banale di una grande idea. Caselli daziali di Parigi 1784 – 1789: chiamati “barrier” di Parigi. Ledoux riceve l’incarico di realizzare i caselli daziali lungo cinta muraria di Parigi per controllo di merci e persone in entrata, fondamentali per il controllo economico della città. Già nel 1787 i lavori apparivano eccessivamente costosi e “permanenti” nel clima sociale = siamo nel periodo della Rivoluzione Francese imposizioni economiche e tributi eccessivi portano la gente a ribellarsi. I caselli iniziano ad essere visti con sospetto, molti vengono realizzati, ma molti altri vengono distrutti. Nel 1859 alcune barriere vengono in gran parte distrutte, ne rimangono solo 4. Caratteristiche principali di questi edifici: Struttura elementare, pianta quadrangolare, con un’area interna per ospitare le varie fasi della definizione del tributo (spazio quadrangolare comune centrale) Uso del bugnato e delle colonne binate, ispirate alle opere di Sebastiano Serlio. Servono per dare distacco rispetto al muro e conferire un senso di protezione. un pronao precedeva la struttura. a. Barriére de la Santé: semplicità degli elementi e contrasto compositivo. La semplificazione formale che propone Ledoux è costituita da: un parallelepipedo come corpo principale, 4 pronai che confluiscono in maniera centripeta verso lo spazio quadrangolare interno. Il tamburo è cilindrico. Anche in questo caso, un insieme di forme semplificate vengono giustapposte in un sistema centripeto. b. Barriére de la Villete: progetta una serie di caselli come questo, di pianta circolare mutuate dal Tempietto di San Pietro in Montorio, Bramante e dalla Colonna Traiana. Teatro di Besançon, inaugurato nel 1784: Bresancon è una città vicino a Chaux. Qui Ledoux progetta un teatro in cui studia la conformazione delle gallerie e delle tribune, in modo da godere dello spettacolo con maggiore comfort. LEDOUX E’ RIVOLUZIONARIO PERCHE’: Diventa modello di riferimento per la successiva Urbanistica utopica di Owen, Fourier, Howard, partendo dal rifiuto della metropoli come causa di tutti i mali (Rousseau e Babeuf). Riduzione dell’architettura alle forme geometriche elementari e la sostanziale rinuncia agli ornamenti fanno apparire Ledoux come precursore dell’architettura moderna e in particolare di Loos e Le Corbusier (La saline d’arc-et-Seans, chef-d’oeuvre visionnaire, video) 3. Jean Jacques Lequeu (1757 – 1825) Propone edifici con forme che esplicitano la funzione dell’edificio, operò prevalentemente come disegnatore e non ci è rimasto nessuno dei pochi edifici che realizzò. Produceva disegni in cui le idee di Boullée e Ledoux vengono portate all’eccesso: torri enormi, latterie a forma di mucca, case che uniscono il gotico e motivi classici. Rompe tutte le convenzioni della simmetria, della purezza stilistica, della proporzione e del gusto. Riprende degli elementi decorativi di matrice orientale come nel caso del portico persiano. Anche in questo caso rimane tutto a livello di progetto non realizzabile. Egli alterna e combina proposte utopistiche e realizzazioni concrete, questo è il gioco tra alunni e allievi che abbiamo già visto con il trattato di Rondel. OPERE: Palazzo municipale, 1779 Portico Persiano, 1789 Faro/ colonna cochlide,1789-90 4. J.N.L. Durand (1760-1834) Jean-Nicolas-Loius Durand, allievo di Buollée, fu uno dei primi insegnanti di Architettura all’Ecole Polytecnique, nel 1802. un Scrisse il libro “Precis des lecons donnees a l’Ecole Polytecnique” (1802), si tratta di un compendio delle lezioni tenute in quella scuola, in cui ci trasmette la volontà di ricerca di soluzioni tipologiche in pianta che siano la base di realizzazioni concrete, anche con alzate di carattere differente, ma che abbiano in base alla tipologia uno standard minimo garantito. individuazione di PIANTE TIPO. L’obbiettivo è arrivare ad uno schema base delle tipologie funzionali dei primi dell’800 per garantire gli standard minimi. Parte dalla pianta quadrangolare e la trasforma in una sorta di reticolo geometrico, che poi articola in diverse conformazioni planimetriche. Architettura = è un’operazione ragionata per utilità pubblica e privata, per il benessere e la conservazione degli individui. Elimina ogni elemento decorativo superfluo. La sua architettura è condizionata da: Domanda sociale: la richiesta di tipologie Convenienza economica: è una prerogativa che viene sempre presa in considerazione (teatro di B. terreno piccolo = poco costoso) Estetica semplificata (simmetria, semplicità geometrica, la varietà): elimina ogni elemento decorativo superfluo. Le tavole di Durand sono presentazioni tipologiche che fungono da presupposto archetipo per tutte le tipologie di edificio: c’è una griglia geometrica e su questo reticolo delinea le prime strutture che diventano le organizzazioni tipologiche, tutte le tipologie hanno delle caratteristiche minime sia per lo sviluppo in pianta che per quello in alzato. Ritroviamo l’idea dei quattro parallelepipedi che confluiscono in un volume centrale con intenzionalità centripeta, c’è una giustapposizione di volumi semplificati in una convergenza di volumi. OPERE: Casa Latguile Tempio Decadario Il Neoclassicismo 1. Gusto greco – La riscoperta dell’antico C’è un nuovo interesse eclettico rivolto al passato e gli edifici iniziano ad essere raffigurati nel loro ambiente naturale con un contesto adeguato al periodo in cui erano stati fatti. Questo fece in modo che l’architettura venisse considerata per le sue potenzialità narrative o evocative, da qui nasce anche l’apprezzamento per le rovine. L’architettura greca viene considerata un modello per eccellenza, ma in realtà è ancora molto poco conosciuta. (es. Perrault introduceva nella sua traduzione di Vitruvio una colonna dorica scanalata e senza base, in realtà non ne aveva mai vista una). L’impero ottomano controllava il territorio della Grecia e l’arte greca era difficilmente visitabile e studiabile in questo periodo. È stato reso possibile studiare questo territorio grazie alla concessione, per pochissimi studiosi, di scavi archeologici da parte dell’impero ottomano. L’ultimo rilievo del Partenone è quello di Ciaco D’Ancona del 1423, ma fortunatamente tra il tardo rinascimento e la fine del ‘700 si ritornerà a conoscere realmente Atene e la Grecia, in questo periodo la conoscenza della Grecia avveniva attraverso la magna Grecia, cioè il sud Italia (Pestum, Agrigiento). Dal 1423 in poi, per molto tempo, non ci sarà occasione di andare in Grecia e attraverso mezzi alternativi si elaborano teorie e speculazioni sull’architettura greca, ma non attraverso una conoscenza diretta. Jacques Germain Soufflot, sulla base della sua conoscenza della magna Grecia (es. conoscenza del tempio di Paestum) e su fonti precedenti, propone in maniera filologica una colonna dorica senza piedistallo e con le scanalature. Prima della metà del ‘700 ci sono delle rarissime occasioni nelle quali si può accedere a questi luoghi grazie alle concessioni dell’impero ottomano. Viene data la possibilità a Jacob Spon nel 1678 di compiere un viaggio in Italia, che non era impero ottomano, in Dalmazia, Grecia e nel Levante che invece lo erano. Viene riproposta nel suo testo “Voyage d’Italie, de Dalmatie, Grece et du levant” la prima raffigurazione della grecità e del Partenone con un’incisione che raffigurava le colonne doriche senza scanalature. Degli errori ci sono anche da parte di questi studiosi del ‘700, uno di questi studiosi è Fischer von Erlach, il quale pubblica nel 1721 “Entwurf einer historischen Architectur”. Propone un discorso maggiormente ancorato alla conoscenza storica, nel testo ci viene proposto un mix di edifici, tra i quali: Tempio di Giove a Olimpia, diviso in navate, colonne libere, volte a botte, che però Perrault aveva conosciuto come il Tempio di Bacco a Baalbek. (errore di “titolo dell’opera”). In Gran Bretagna: Le prime raffigurazioni reali e la conoscenza diretta anche tramite rilievi si ha grazie all’associazione inglese Society of Dilettanti che promuove una conoscenza dell’antichità in senso reale. Questa associazione finanzierà i viaggi in Grecia di alcuni architetti/archeologi che rileveranno l’acropoli di Atene, il Partenone e altri templi della Grecia o del vicino Oriente. Questa società permette di avere le prime raffigurazioni precise e reali: “The Ruins of Palmyra” del 1753 e “The Ruins of Balbec” del 1757, fatte da J. Stuart e N. Revett (Antiquities of Athens 1762). In Francia: La Gran Bretagna e la Francia si contendevano questo aggiornamento tecnologico attraverso le esposizioni universali e questo avviene anche nell’ambito dell’antico. Senza i potenti mezzi dell’associazione sopra citata anche Leroy (1724 o 28 - 1803), un architetto e archeologo, nel 1758 ha la possibilità di andare ad Atene e tornare in Francia per mostrare ciò che aveva osservato attraverso rilievi. Pubblica il libro: “ Le rovine più belle della Grecia”. La differenza tra Stuart, Revett e Leroy sta nell’approccio/metodo, i primi hanno come obiettivo quello di rilevare i templi dell’antichità con i loro sistemi proporzionali e poter diventare un riferimento, l’obiettivo di Leroy invece era quello di poter emozionare attraverso questi elementi, lui è interessato alle emozioni che suscita l’antichità nell’osservatore. Entrambi sono privilegiati ma il loro approccio è totalmente diverso: da una parte una tecnica geometrica precisa e dall’altra l’emozione dell’antichità e delle rovine. ANTICHITA’: SENTIMENTO O GEOMETRIA? Questa emozionalità in Francia determina un gusto greco: il desiderio che tutti gli oggetti d’arte fossero allineati con le caratteristiche dell’arte greca che Leroy aveva portato in Francia. Questo gusto greco si ha in molteplici aspetti come nel testo del Conte di Caylus, Recueil d’antiquités, 1752, ma non solo: tutto il mobilio riprende elementi della grecità. Essa va a influire anche sull’abbigliamento e sulla moda in generale: un architetto francese che lavora alla corte di Parma propone dei vestiti per uomo e donna ispirati alle architetture greche dell’antichità. Le persone guardavano al gusto greco come qualcosa che potesse permeare tutti gli aspetti artistici. (es. gonna della donna ispirata alla colonna scanalata). Leroy VS Piranesi Leroy ha anche un’altra importanza, non è solo colui che promuove questo gusto greco in Francia, è anche un importante teorico e come tale inizia una disputa sull’importanza dell’architettura greca. Lui sosteneva che la cultura di età romana derivava da quella greca, quindi così era anche per l’architettura e l’arte romane. Civilità romana : civilità greca = arte/architettura romana : arte/architettura Greca Piranesi, invece, riteneva che l’architettura e l’arte romana fossero totalmente indipendenti da quella greca, nel caso ci fossero stati dei riferimenti erano all’arte etrusca come arte italica pre-romana. Su questi due punti di vista si dibatte per anni. Giovanni Battista Piranesi ( 1720- 1778): Piranesi (1720-1778) si forma in ambito veneto, diventa allievo di Gian Paolo Panini, il quale operava in ambito veneziano e aveva proposto in termini pittorici e grafici un elemento nuovo: “la veduta ideata”, cioè una composizione che univa in un unico luogo diversi edifici di Venezia che invece si trovavano in luoghi diversi della città, formando una composizione unica; si trattava di una raccolta degli edifici ritenuti più importanti della città. Piranesi eredita questa libertà della composizione e raffigurazione dei luoghi, nel 1740 si trasferisce a Roma e inizia a studiare gli edifici dell’antichità e pubblica dei volumi che sono una raccolta di tavole. 1748 abbiamo le vedute del 43 delle carceri 1748 “Antichità romane dei tempi della repubblica e dei primi imperatori”: incluse fasi e cronologia dell’età romana 1756 “Antichità romane: 200 tavole” 1761 “Della magnificenza ed Architettura dei Romani” Piranesi afferma che l’architettura romana è autonoma rispetto alla grecità, perché è un’architettura solida. Piranesi introduce il senso di fuori scala per esaltare la solidità di questa architettura, differenzia dunque l’architettura romana da quella greca esaltandone la magnificenza, la monumentalità, la matericità attraverso delle tavole. Fa delle riflessioni anche sulle strutture dell’architettura romana che erano ben diverse da quelle greche. L’uso del fuori scala è dovuto proprio a questa volontà di Piranesi di dimostrare la sua tesi. Il dibattito acceso da Piranesi e Leroy ha impatto anche su Winckelmann (1717-68), il maggior studioso dell’età classica. Egli è il più autorevole sostenitore della supremazia greca: riassume l’arte greca come “nobile semplicità e quita grandezza”. Lui in realtà parla di scultura e pittura greca, mai di architettura; quello che dice sull’arte greca deriva dalle copie conservate nei musei vaticani di derivazione greca. Anche lui non ha una conoscenza diretta, il suo testo fa riferimento a copie derivate dalla Magna Grecia. Nel suo testo “Geschichte der Kunst der Alterthums”, 1764, tutto ciò che dice deriva dalle copie conservate nei musei vaticani (non ha esperienza e conoscenza diretta). Questa influenza della grecità e romanità si diffonde in Inghilterra e in Germania. 2. Inghilterra – Influenza dell’archeologia: Tutta la conoscenza dell’età romana che giunge in Inghilterra arriva attraverso i disegni di Palladio (Palladianesimo). Il fautore della ripresa dell’antichità in Inghilterra è Lord Burlington, un nobile che parte dall’idea di rinascita delle arti in Inghilterra. In questa zona c’è una dinamica differente rispetto ai paesi che abbiamo prima citato (Francia e Italia), si protrae per molto più tempo il gotico rispetto a quello europeo, con poco rinascimento sovrastato da un barocco eccessivo. Lord Burlington crede che ci debba essere un momento di rinascita dell’arte in Inghilterra basata sulle scoperte archeologiche (tradizione pittoresca). Soggiorna a Roma dove studia e visita gli edifici della romanità con l’obiettivo di elaborare un linguaggio classico svincolato dalle specificità della romanità per proporlo come stile nazionale in Inghilterra al suo ritorno. Durante questo viaggio ha la possibilità di vedere e acquistare molti disegni di Palladio che venivano venduti, in questo modo il Lord aveva la possibilità di studiare gli edifici rilevati da Palladio. Pubblica i disegni di Palladio nel 1730 “Le fabbriche antiche disegnate da Andrea Palladio”, raccolta di tavole che pubblica in Inghilterra: egli aveva l’obiettivo di eliminare le stravaganze barocche (in realtà erano poche in U.K.), ritornando alla purezza e all’armonia classica, rifacendosi a Palladio e alla classicità studiata e interpretata da lui. Posizione unica in Inghilterra Burlington anticipa il Neoclassicismo con il Palladianesimo. Questa sua conoscenza riportata in Inghilterra determina una serie di sollecitazioni sulla conoscenza dell’architettura classica, perciò vengono redatti altri testi: 1715: Colin Campbell pubblica “Vitruvius Britannicus”, critica dell’eccesso di ornato 1715 traduzione dei “Quattro Libri di architettura di Palladio (Giacomo Leoni prima e Burlington poi, nel ‘38) Giacomo Leoni è un architetto veneziano e viene chiamato in Inghilterra per la progettazione di alcuni interni, sollecitato dal clima anglosassone realizza il libro sopra citato, le tavole presenti all’interno dell’opera sono sue e non hanno nulla a che fare con i 4 libri di Palladio. Questo libro è un’elaborazione personale degli elementi attribuiti a Palladio, questo spiega la necessità del Lord di proporre un’edizione filologicamente corretta dei 4 libri di Palladio che pubblica nel ’38. Lord Burlington promuoveva in Inghilterra, in modo privo di fantasia, uno stile neo-palladiano come espressione dello spirito nazionale. Tra i disegni che era riuscito ad acquistare c’erano quelli fatti per gli studi sulle terme dell’antica Roma dove si potevano osservare ambienti articolati da absidi e colonnati, ebbero una forte influenza sull’impostazione planimetrica degli edifici settecenteschi. Lord Burlington contribuisce non solo dal punto di vista teorico ma anche come progettista di una serie di edifici che sono i riferimenti primi e imprescindibili del neoclassicismo in Inghilterra. 1720-1726,Chiswick House, Burlington: a sud di Londra, fa esplicito riferimento alla villa La Rotonda di Palladio. C’è un ambiente circolare al centro, 4 pronai frontali che hanno ordini diversi, 4 prospetti che sono diversi tra loro, mentre nella villa di Palladio i prospetti sono tutti uguali. 1730,Lord Burlington, Assembly Rooms, York: c’è una maggiore complessità, da questo edificio si inizia a capire la specificità del neoclassicismo in Inghilterra. Il progetto ha come modello di riferimento la ricostruzione che Palladio aveva fatto di una “sala alla maniera egizia”. Il vano è a pianta rettangolare con colonne, ci sono una serie di ambienti perimetrali con esedre ed emicicli da una parte e dall’altra. Questi ambienti circolari e quadrati absidali ricordano i disegni degli spazi termali di Palladio. Viene proposta una spazialità di tipo termale grazie ai disegni di Palladio, c’è uno spazio principale con colonne libere e architrave che riprende un altro tipo di classicità più legata alla grecità. Questo modello di sala con colonne libere sarà un modello di riferimento per tutto il secolo. Grecità, romanità e antico Egitto convengono a formare un unico spazio: Romanità delle terme + cupola di età romana Ampia sala con colonne libere tipica dei templi greci Dettagli decorativi egizi La specificità del neoclassicismo in Inghilterra è il PITTORESCO: cioè l’insieme di più riferimenti a più periodi storici differenti in un unico spazio/insieme/luogo con l’obiettivo di emozionare, è la versione britannica del Neoclassicismo. A Roma L. B. conosce il giovane artista inglese William Kent che era in viaggio d’istruzione (Gran Tour), i due visitano insieme la città, ritornano a casa e vanno a vivere entrambi a Londra, il giovane diventa allievo di Burlington e poi realizza anche lui una serie di ambienti che contribuiscono alla nascita del neoclassicismo, riproponendo una serie di linguaggi del passato in un unico spazio. Uno degli edifici neoclassici più conosciuti è Holkham Hall, nel 1734 a Norfolk,William Kent: le cui caratteristiche principali sono: una Sala vitruviana (spazio civile della basilica vitruviana)di Palladio con grande abside, di derivazione delle Basiliche e chiese di Palladio un fregio, cassettoni e colonne ioniche derivate dal Tempio della Fortuna Virile un forte interesse per la decorazione etrusca e pompeiana (in questo periodo viene riportata alla luce la città di Pompei con scavi archeologici interesse per le colorazioni). J. Stuart, Painted Room (1758): considerata la prima sala realmente neoclassica (nella Spencer House a Londra). Anche lui ha l’occasione di compiere viaggi e studi grazie alla Society of Dilettanti. I “Gran Tour” erano un’iniziazione all’architettura Classica. Tempio di Hagley (1758) primo esempio di tempio Neogreco in Europa. Robert Adam (1728-92) propone una complessità di attività a tutto tondo. 1757 rilievi del palazzo di Diocleziano a Spalato, contenuti in “Ruins of the Palace of Diocleziano” (1764). Una delle sue più importanti realizzazioni è la Syon House (1762-69) dove l’esterno è caratterizzato da un linguaggio della tradizione delle manor houses, che esternamente hanno l’aspetto di fortezze. Il portale d’ingresso è caratterizzato dalla presenza di pilastri sormontanti da leoni, il cui contorno si staglia nitidamente contro il cielo. Gli interni sono di tutt’altra natura, troviamo una planimetria termale (Palladio) e modanature riprese dall’acropoli di Atene (in particolare dell’Eretteo), trofei dorati derivanti da illustrazioni di Piranesi, per il soffitto vengono ripresi i disegni palladiani dal “ trattato di Houghton Hall” di Campbell, mentre le 12 colonne azzurro antico arrivavano direttamente da Civitavecchia, per tanto sono realmente reperti dell’antichità romana ripresa di molti periodi in un’opera sola = PITTORESCO Noto soprattutto per gli interni neoetruschi è l’edificio di Osterley Park, c.a 1775. (Es. il salotto rosso in figura) R. Adam realizza anche notevoli edifici come il Mausoleo a Bowood, 1761: mausoleo tuscanico con cupola e volta a botte: c’è l’ordine tuscanico (rimanda alla romanità) e la cupola. Culzean Caste, Scozia, dal 1780, Robert Adam: è un esempio emblematico della traduzione della residenza fortificata , con le torri e la solidità di un perimetro esterno in pietra. Scala interna con sovrapposizione degli ordini: all’esterno si presenta solida mentre all’interno c’è una ripresa del passato con qualcosa di estremamente sofisticato ed elaborato. Adam propone la sovrapposizione di ordini (ionico, dorico e corinzio), viene ripresa la sovrapposizione degli ordini romana già presente in alcune opere, come il Colosseo. Università di Edimburgo, 1789-92 : presenza dell’innesto di un pronao in una struttura di tipo tradizionale. L’antichità è riproposta anche da Sir John Soane (1753-1837), il quale ha la volontà di emozionare e creare qualcosa che solleciti la nostra curiosità, è un teorico e progettista, inoltre uno dei collezionisti più importanti di questo periodo. In uno dei suoi saggi scrive “ effetti bizzarri che costituiscono la poesia dell’architettura” : aveva lo stesso intento di Boullée, ma Soane riesce a creare all’interno della tradizione classica uno stile che è sia poetico che pratico. Soane è profondamente influenzato dall’ideale di Laugier : riprodurre la leggerezza e la grazia della struttura gotica in una versione riformata dal linguaggio classico. La storia quindi non è vista come un modello da imitare, ma come un insegnamento dall’antichità eredita la capacità di pensare per spazi più che per immagini. 1788 – 1833: diventa sovraintendente per la Bank of England, è una figura di rappresentanza e in questa veste propone dei rinnovamenti negli spazi della Banca. C’è una corrispondenza tra la destinazione d’uso degli spazi e morfologia. Partendo dalla ricostruzione del tetto reimposta lo Stock Office, per il quale realizza una pianta termale, con esedre e una serie di spazi perimetrali, la copertura viene realizzata riprendendo una tecnica del passato: utilizza i tubi fittili (cones). Questi tubi sono utilizzati nella tarda romanità, in età bizantina, e sono leggeri ed ignifughi. Esempi: San Lorenzo a Milano prima della distruzione del 500, San Vitale a Ravenna, sono realizzati con questi elementi a bottiglia, cilindrici fatti in argilla, che venivano impilati e davano una struttura senza centine/strutture per realizzare archi e volte. La copertura in tubi fittili è sostenuta da pilastri in pietra su cui poggiano archi in mattoni. Il progetto della Banca è debitore nei confronti delle Terme di Diocleziano, delle tavole di Piranesi, di Laugier e delle preesistenze londinesi. Fu in questo progetto,realizzato in collaborazione con Dance, che Soane diede vita all’ideale di quest’ultimo di “un’architettura libera da ogni costrizione”, dove gli ornamenti del linguaggio classico fossero ridotti a un sistema di incisioni e scanalature che definissero spazi a volta illuminati dall’alto, di effetto insolitamente poetico: sviluppò questo tema progettando gli interni della banca. lo spazio sospeso è attuato mediante la riduzione degli elementi plastici a combinazione di luce, superficie spazio. Il gioco architettonico di Soane, con diversi livelli, illuminazione dall’alto, specchi e altri elementi di complessità scenica, insieme alle continue allusioni all’antico, fanno effettivamente dell’edificio della Banca il vertice del Pittoresco nell’Inghilterra neoclassica. 1804-5: nuovo vestibolo d’ingresso, in stile dorico greco, che corrisponde al vestibolo dell’acropoli di Atene. Successivamente viene voltato a botte. Lincoln’s Inn Fields, Londra, 1792-1824, John Soane: tre archi regolari, lo stesso motivo si ripete al primo piano, dove gli archi hanno una decorazione seccamente intagliata e fra di essi si trovano lesene ioniche che reggono un architrave eccezionalmente sottile. In facciata non è stato realizzato il secondo piano, ma sono state poste delle mensole, che danno un senso di instabilità e insicurezza antigreco, ma romantico, una fusione fra classicismo e medioevo. Una delle sale più interessanti è la Breakfast Room: «La vista di questa stanza verso la corte dei monumenti e verso il museo, gli specchi nel soffitto e I vetri, combinati con la varietà del profilo, dell’arrangiamento e della decorazione di questo piccolo ambiente, presentano una successione di quei fantasiosi effetti che costituiscono la poesia dell’architettura». L’edificio più interessante è la Residenza – Casa museo di John Soane, diventata poi casa museo con raccolte di oggetti di tutti i tipi con una serie di ambienti con diversi oggetti e spazi a tutta altezza nei quali la luce arriva attraverso un lucernario dall’alto. Residenza che è diventata una casa museo, con la raccolta dei riferimenti e una serie di spazi a tutta altezza su 3-4 livelli in cui il lucernario illumina dall’alto e convergono diversi elementi di diversi periodi, in un insieme pittoresco. CASA MUSEO: È un'abitazione trasformata in museo dove gli arredi, i cimeli e gli oggetti di uso personale e quotidiano fanno parte del percorso espositivo, oltre ad eventuali opere di altro genere (quadri, sculture, collezioni di oggetti d'arte eccetera). In generale, lo spazio quotidiano diventa rilevante, culturalmente e antropologicamente, nel momento in cui chi ha abitato quello spazio è stato un personaggio famoso, un personaggio pubblico o comunque considerato significativo ai fini culturali. 3. Germania – il neoclassicismo maturo: In Germania, la mancanza di un unico centro culturale e politico paragonabile a Londra o Parigi ha avuto come conseguenza che la storia dell’architettura tedesca di questo periodo risultasse poco omogenea, perché esistono varie realizzazioni senza alcuna connessione l’una con l’altra dovute a singoli committenti, spesso progettate da architetti francesi emigrati, e che non esercitarono alcuna influenza. Gli ideali classici giunsero nella Germania settentrionale verso la metà del XVIII sec come risultato di una politica di apertura verso l’esterno oltre che dell’ammirazione per la Francia e l’Inghilterra da parte di Federico il Grande, Re di Prussia. L'alto livello del dibattito intellettuale e anche morale sviluppatosi nel XIX secolo negli ambienti architettonici francesi e inglesi si riflette anche in Germania. Lo Stato si assunse la piena autorità dell'istruzione, che fu resa accessibile a tutte le classi sociali, delineando un'analisi comparata della cultura greca e della cultura tedesca. Il programma di studi fu incentrato sul greco, latino, tedesco e la matematica, dando poca importanza alla religione. Il principe Federico Guglielmo fu, durante tutto il suo Regno, un dilettante di architettura, ma fu anche un suo influente mecenate. La sua ambizione fu quella di fondere elementi greci, gotici e germanici nella visione di una Germania unita, in sintonia con lo spirito nazionalista divenuto popolare durante le guerre di liberazione contro Napoleone. L'architetto che diede espressione dell'idealismo filosofico dello Stato prussiano fu Karl Friedrich Schinkel. La carica di architetto del dipartimento dei lavori diede avvio alla sua carriera di pubblico funzionario, grazie alla quale poté guidare lo sviluppo dell'architettura in Prussia e altrove nei trent'anni successivi. C'era un'idea del greco e del Gotico come polarità gemelle, c'era la volontà di sintetizzarle e fonderle perché si sarebbero reciprocamente valorizzate. GRECITA’ + STILE GOTICO + Germanità = STILE NAZIONALE La Germania centrale e meridionale invece fu dominata, fino alla metà del XVIII sec, dalle opere dei fratelli Asam, da Neumann, Fischer e Zimmermann che diedero un contributo tardivo dello stile barocco, quando ormai da tempo era stato abbandonato in altre parti d’Europa. Neoclassicismo in Germania = adozione eclettica di diversi stili e riferimenti a culture, principalmente utilizzati da Klenze e Schinkel. Ci sono sempre una serie di riferimenti proposti in maniera integrale a tutte le varie epoche. Germania, Berlino, Porta di Brandeburgo viene realizzata tra il 1789 e il 1793 da K.G. Langhans. Langhans aveva visitato l’Italia, ma la porta deriva dai disegni di Leroy, per la sua progettazione viene presa come riferimento la porta dei propilei all’acropoli di Atene con l’organizzazione esastila dorica, viene proposto una versione di dorico romano semplificato (cioè con basi e intercolumni ineguali) come accesso monumentale alla città. È la porta di Berlino e metaforicamente del Neoclassicismo tedesco. LEO VON KLENZE (1784-1864) Il tema dei propilei viene portato a compimento da Leo von Klenze (1784-1864) nei Propylaen di Monaco realizzati tra il 1846 e il 1853. Egli visita la Magna Grecia (vista e rileva i templi greci in Sicilia e a Paestum) e propone questi propilei con il pronao esastilo e l’intercolumnio differente, con lo spazio centrale più ampio e il corridoio di ordine ionico + due torrette laterali. Klenze aveva avuto come maestri Percier e Durand all’Ecole Polytechnique a Parigi. Gliptoteca di Monaco, 1816, Klenze: Questo architetto del sud della Germania (Baviera) realizza nel 1816 a Monaco una Gliptoteca(sede di Ludovico di baviera; Klenze era l’arch. di corte). Si tratta della prima galleria pubblica di sculture mai eretta. La glipsoteca è una galleria di esposizione di sculture, in questo caso il luogo era destinato all’esposizione di sola scultura. La scultura arriva dallo spoglio del Tempio di Athena Faia, esattamente come era stato fatto per il Partenone, i marmi del fregio vengono spogliati per volontà di Ludovico di Baviera e portati in Germania a Monaco. (marmi di Egina acquistati da Ludovico di Baviera). Facciata: portico greco fiancheggiato da edicole romaniche. Ratisbona, Walhalla, tra il 1830 e 42, Klenze: Era considerato un edificio celebrativo per la vittoria su Napoleone a Lipsia nel 1813. Viene realizzato per volontà del principe Lodovico di Baviera, così come il Partenone era stato realizzato dopo la vittoria dei greci sui persiani, quindi, si sceglie di realizzare un edificio rappresentativo della vittoria che riprende gli elementi del Partenone. Viene commissionato da Ludovico di Baviera. Le forme greche erano richieste dal bando di concorso. Questo edificio unisce alla grecità anche la cultura tedesca in quanto il Walhalla è il luogo mitologico in cui le anime degli eroi di guerra vengono accolte dalle Valchirie. Il Walhalla il tempio degli eroi nella mitologia teutonica. Realizzazione che fa capire l’attitudine tedesca: no insieme di linguaggi ma una corrispondenza specifica all’edificio dell’antichità al quale ci si riferisce. Il tempio era sopraelevato come luogo nobile essendo il tempio degli eroi della cultura tedesca. È realizzato su un alto basamento, c’è un percorso grazie al quale si può girare attorno per le cerimonie/processioni, aveva 8x17 colonne (richiami del Partenone). Influenza di Hittorf: policromia dei templi qui nell’uso del marmo policromo. Il tetto traforato si ispira a S. Vincent de Paul Nella Pinacoteca di Klenze a Monaco, 1825, in gran parte dedicata alla pittura italiana, il trattamento della facciata è ispirato al palazzo della cancelleria e al cortile del Belvedere in Vaticano, mentre la sua pianta innovativa, destinata a esercitare una notevole influenza, è costituita da 7 larghe gallerie illuminate dall'alto. Affiancate su un lato da scale più raccolte per quadri di minori dimensioni, a loro volta collegate con un'altra scala e aperte sulla galleria principale. Questo ricorso a uno stile rinascimentale fu riproposto in modo meno convincente negli edifici residenziali neo-quattrocenteschi. Klenze fu abbastanza fortunato da aver avuto l'opportunità di esprimere la sua fede nell'antichità, con la progettazione di quattro edifici pubblici monumentali, tutti commissionati da Ludovico: il Walhalla presso Ratisbona, il tempio della liberazione, il tempio della fama e i Propilei a Monaco. Questi quattro monumenti non hanno alcuna funzione specifica, ma sono espressione di un'idea: rappresentano infatti lo sviluppo della concezione secondo cui l'architettura dovrebbe plasmare la coscienza morale della nazione. KARL FRIEDRICH SCHINKEL (1781-1841) Il nord della Germania ha un altro architetto di riferimento: la Prussia con la sua area geografica è rappresentata dal punto di vista architettonico da Karl Friedrich Schinkel (1781-1841). Trascorre due anni in Italia (1803-1805), egli non si interessa solo dei luoghi dell’antichità, ma anche dei contesti naturalistici, come per esempio il panorama delle colline sopra Trieste,1803 che raffigura attraverso un quadro = il contesto ambientale diventa oggetto della raffigurazione. Si spinge anche in Sicilia con le residenze comuni che diventano per lui interessanti, insieme all’urbanizzazione. Famoso è il disegno della casa rurale con pergolato, Sicilia, 1805. L'entusiasmo che Schinkel manifestò per il gotico all'inizio della sua carriera non era soltanto l'espressione di elevati ideali, ma era dovuto anche al suo interesse per la teoria del neoclassicismo francese, dove il greco e il gotico erano ammirati al contrario dell'architettura romana per la loro onestà strutturale. Tutti gli edifici pubblici berlinesi hanno uno spiccato carattere greco con cui Schinkel diede espressione alle nuove aspirazioni culturali e politiche della Prussia. Egli credeva che l'architettura dovesse educare ed elevare il pubblico, suscitando in esso il senso della propria identità. Con questo architetto possiamo fare un collegamento con Piranesi e la veduta ideale, immaginaria. (Schinkel fu autore di diverse scenografie teatrali per opere liriche). Schinkel arriva a Milano e rappresenta il Duomo in contesti differenti, è un’attitudine mentale con la quale si valuta un edificio in un contesto diverso dal proprio (contributo inedito). Realizza una serie di edifici in stile neogotico come: neue Wache (1816), Schauspielhaus (1821). Si tratta di opere profondamente “germaniche”. Altes Museum (1822-28, danneggiato nel ‘45): presenta un colonnato continuo con ordine ionico che rappresenta la grecità piena del peristilio (fila ininterrotta di snelle colonne ioniche lungo la facciata); all’interno della rampa d’accesso prevede uno spazio circolare con copertura a cupola che è la ripresa diretta del Pantheon e quindi della romanità degli spazi voltati e cupolati. La scalinata aperta verso il portico è un’interpretazione spaziale inattesa. Entra in gioco un’altra definizione di approccio neoclassico: l’eclettismo, cioè il riferimento a periodi storici del passato differenti in un complesso, in un’opera, di diversi stili del passato, ma ogni spazio ha un suo preciso riferimento, non tutti riferimenti in un unico spazio come il pittoresco. Werdersche Kirche, Berlino 1821-1830: nelle tavole viene proposta in due versioni, una con stile classico e una in stile gotico. La Werdersche Kirche a Berlino viene realizzata in stile neogotico. Ci troviamo all’inizio della cultura tipologica eclettica, ovvero nel momento in cui si inizia ad assegnare uno stile a una determinata tipologia. Si inizia ad assegnare il gotico a categorie di spiritualità, quindi per eccellenza al mondo delle chiese. Per le scuole si sceglie il romanico, per le residenze il neorinascimentale. Ogni periodo, ogni linguaggio viene collegato a una tipologia. Schinke fece anche un viaggio in Gran Bretagna, con Peter Christian Beuth, 1826. Insieme pubblicano Vorbilder für Fabrikanten und Handwerker (“Modelli per industriali e artigiani”), Berlino 1821-1837. Cerca di cogliere la modernità di quello che vede. In particolare è colpito dal ponte sospeso in Galles, che viene colto non solo per la sua innovazione tecnologica, ma proprio come manifattura artistica. Karl Friedrich Schinkel, Bauakademie, Berlino 1831-1836: Descrizione dalla Sammlung: «L’edificio accoglierà un gran numero di costose collezioni e dovrà presentare la massima sicurezza contro gli incendi. Contiene uno scantinato a volta, un piano terreno pure a volta con una serie di negozi il cui ricavato servirà a finanziare il resto della costruzione. Segue un I piano a volta destinato alla biblioteca e alle collezioni, alle sale da disegno e all’Auditorium della scuola. Uffici e sale di riunione del Dipartimento Superiore per l’Edilizia sono al II piano. Nel sottotetto sono locali di servizio e depositi per archivi» «L’edificio è stato realizzato in mattoni senza intonaco all’esterno, e di conseguenza una grande cura è stata posta al trattamento del laterizio. Tutte le partizioni, i davanzali, le decorazioni, i bassorilievi, i pannelli sono eseguiti in terracotta con la massima precisione e accuratezza» Era la sede della famosa scuola di architettura di Berlino e del dipartimento dei lavori pubblici, di cui Schinkel era diventato architetto capo nel 1815. La sua carica gli conferiva il potere di esaminare i progetti di tutti gli edifici statali della Prussia, il che determinò di conseguenza uno stile riconoscibile per gli edifici pubblici della Germania settentrionale nei primi decenni del XIX secolo. La sua dedizione alla causa dell'architettura e del nuovo Stato prussiano fu sottolineata nel 1836 dalla decisione di risiedere nell’edificio da lui progettato, dove rimase fino alla morte, avvenuta 5 anni più tardi. L'edificio era un parallelepipedo isolato, come alcuni palazzi rinascimentali italiani. Alto quattro piani e con quattro facciate di 8 campate ciascuna, separate da pilastri, corrispondenti approssimativamente alle partizioni verticali interne che, come nei mulini inglesi, erano costituite da archi in mattoni a sesto ribassato collegati da travi orizzontali in ferro su cui poggiavano coperture laterizie a volta schiacciata. Sulle facciate in mattoni rossi e viola con elementi decorativi in terracotta beige e piastrelle smaltate, erano inseriti pannelli di terracotta, i cui rilievi illustravano simbolicamente la storia dell'architettura dell'antichità fino al Rinascimento. Schinkel cercò quindi di ingentilire un edificio funzionale, attuando in qualche misura quella fusione tra stile greco e stile gotico con la quale si era cimentato all'inizio della sua carriera. È opportuno prendere in considerazione, contemporaneamente alla realizzazione di questo edificio, i numerosi appunti lasciati da Schinkel per un esauriente manuale di architettura, rimasti inediti fino al 1979. In queste note l'autore sottolinea la sua convinzione che il Funzionalismo di Durant e Rondelet non era sufficiente. Dice “il principio dell'architettura greca è quello di perseguire il bello nella costruzione e questo deve rimanere il principio nella sua prosecuzione. Inoltre, l'architettura è un'espressione di alti ideali e deve sempre riflettere le esigenze della storia, della poesia e della bellezza.” L'influenza di Schinkel fu sentita in maniera notevole nelle città dello stato prussiano. Progetto per un palazzo sull’Acropoli per il re di Grecia, 1834 : Policromia e composizione paesaggistica asimmetrica >>> Classicismo romantico NEOCLASSICISMO TEDESCO: ECLETTISMO E MAGGIORE RIGORE 4. Neoclassicismo in Francia – “Stile impero” e Neobarocco Nel XVIII sec insorse una reazione contro la ricca ed elaborata decorazione architettonica barocca e rococò. Le prime campagne in Grecia portano ad una conoscenza dal vero, si hanno nuovi riferimenti per la nascita di un nuovo linguaggio, il linguaggio neoclassico. Ci sono diverse declinazioni uniche, tra cui appunto in Inghilterra l’estetica pittoresca. In Germania invece delle declinazioni più simbolico-politiche, con l’attività di Schinkel e Von Klenze. In Francia, è soprattutto con l’età Napoleonica, a partire dal 1799, che l’architettura neoclassica si sviluppa e conforma in particolar modo le opere pubbliche. Napoleone rivendicò il suo ruolo politico come gli imperatori romani, questi ultimi si riconoscevano per le grandi opere. Napoleone era un imperatore moderno. La sua riconoscibilità o autorevolezza politica vengono percepite anche attraverso le architetture che fa realizzare, esattamente come in periodo imperiale gli imperatori venivano riconosciuti attraverso le grandi opere. = esaltazione del potere facendo riferimento alla tradizione classica Charles Percier e P.F. Fontaine, gli architetti ufficiali di Napoleone, che si formarono durante una serie di viaggi in Italia (Roma e Firenze – edifici antichi e rinascimentali). Riescono a comporre in modo armonioso il patrimonio di elementi acquisiti. Essi costruirono meno di quanto Nash fece a Londra, anche se, in termini di organizzazione urbana, furono molto attivi nel realizzare le idee di Napoleone relative alla costruzione di strade, mercati e fontane, e al trasferimento di mattatoi e cimiteri verso la periferia. Le proposte di questi architetti per collegare il Louvre alle Touileries sfociarono nella costruzione dei portici di rue de Rivoli e della adiacente rue des Pyramides, queste opere sono fondamentali per il loro carattere disadorno e la assenza di ornati. Intensa attività per Napoleone = nominare responsabili per grandi progetti per riorganizzazione di Parigi (strade, mercati, fontane monumenti). Rue de Rivoli, strada che collega il Louvre con le Tuilleres. Le Tuilleres erano una serie di appartamenti poi distrutti nel 1870. Sono stati realizzati grandi interventi neoclassici, fregi. Castello di Malmaison, di Napoleone e Giuseppina (1799-1803), Percier e Fontaine : i due architetti propongono lo stile impero (napoleonico e romano), non propongono solo i fregi dell’architettura classica ma anche una vivacità cromatica (cromie di rosso pompeiano) che deriva dagli scavi di Pompei ed Ercolano. Influssi palladiani con contorni netti e vivacità cromatiche (giallo cromo, verde, azzurro su ebano e mogano scuro). Gli echi dell'antichità, vigorosi anche se scarsamente innovativi dal punto di vista stilistico, si univano a una dottrina che rappresentava l'apice del pensiero architettonico razionalista del XVIII secolo, i cui testi più importanti furono: “Traitè theoritique et pratique de l’art de batir” di Rondelet e” Prècis des lecons d’architecture donnes a l’Ecole royale politechnique” di Durand. Rondelet amico di Soufflot, fu professore di Stereotomia all’Ecolè speciale d’Architecture e in seguito, dal 1806 al 1829, all’ Ecole des Beaux-Arts; Durand allievo preferito di Boullèe, insegnò all’Ecole politecniche dalla sua istituzione nel 1795 fino al 1830. Con i loro insegnamenti di grande autorevolezza, entrambi ridussero l'architettura a due elementi: la struttura e la geometria. Rondelet sosteneva infatti che l'architettura non era altro che una soluzione meccanica a specifici problemi pratici. Negli edifici neoclassici si eliminarono tutti gli elementi decorativi superflui, attribuendo agli ordini valore funzionale e non decorativo. Si supponeva che la natura e l’antichità costituissero i due modelli per questo tipo ideale di costruzione. Seguendo i suggerimenti di Vitruvio, Laugier postulò che la capanna primigenia costituita con alberi e fronde, costituiva l’origine del tempio classico. Tale fusione di ragione e fantasia, di sofisticatezza e rusticità, che costituisce il nucleo centrale del classicismo del Settecento, ebbe la sua tipica espressione nell’atteggiamento ambiguo verso la nuova scoperta della colonna dorica priva di base degli antichi greci. Rimasero colpiti dal carattere netto e asciutto di queste colonne rispetto a quelle romane che erano state ritrovate. Il dorico greco fu rivestito di un’aura di semplicità primordiale che si accordava pienamente con l’opera stessa della natura, un tema che trovò la sua espressione poetica nella giustapposizione delle colonne doriche greche con la roccia artificiale come, ad esempio, nel portale di Claude-Nicolas Ledoux alle Salin Reali di Arc-et-Senans. J-F. Chalgrin, Arco di Trionfo, Parigi, dal1806: ci sono diversi progetti, quello definitivo viene realizzato nel 1810. Se un primo progetto faceva riferimento diretto alla grandiosità romana, con colonne libere e statue, dal 1810 diventa più austero, con bassorilievi e attico. Archetipo dell’arco che ripropone un’arte decorativa dell’arte classica. (età romana) Sobrio e massiccio rispetto al primo progetto: un fornice, incrocio di due assi nelle due direzioni, non abbiamo un prospetto con 3 archi, ma uno sviluppo in profondità determinata dai 4 piloni che lo sorreggono (tetrarchilo). Chiesa della Madeleine a Parigi,(1807 la parte estrena da Vignon; 1828 la parte interna ): l’architetto Vignon (allievo di Ledoux) realizza l’esterno nel 1807; il prospetto riprende quello di un tempio. L’interno realizzato da Huvé nel 1828 riprende lo schema di un impianto termale romano in pianta. Palais Royal del 1829: passaggio coperto da copertura in ferro e vetro, collegamento tra diversi luoghi. Altro personaggio molto importante è J.H. Hittorf (1792-1867), si introdusse nel dibattito sull’uso dei colori in architettura. Lo appassionava il fatto che l’architettura greca potesse aver fatto uso dei colori, si recò in Sicilia per provare la sua teoria e così trovò tracce di stucco colorato. Egli rovesciò completamente la concezione di arte greca di Winckelmann come pura e priva di colori. Introduce in alcuni edifici parigini portici colorati. Rappresentò un importante punto di riferimento per un piccolo gruppo di giovani architetti che consideravano la sua concezione dell’antica policromia come un’alternativa alla scontata ortodossia classica. La sua è una teoria che si diffonde velocemente in Europa. La teoria della cromia viene trasportata subito anche nei suoi progetti neoclassici. Chiesa di Ste Vincent de Paul (1830-46), Hittorf: più grande chiesa del tempo, interni su due ordini di colonne. È la chiesa basilicale più grande di quel tempo, ha il tetto a capriate lignee. Si ha esuberanza di colonne: colonne color albicocca, capriate rosse e blu con superfici anche dorate (modello per il duomo di Monreale). All’esterno è preceduta da un portico con frontone e due torri laterali retrostanti, anche all’esterno le colonne sono colorate. Questa stagione non perdura nel tempo. Non si ha un grande riscontro con gli architetti a lui successivi e contemporanei. È una stagione quindi di promozione di cromia velocemente rimossa. Dal 1846 le pareti del portico furono rivestite con pannelli dipinti con storie bibliche con colori smaltati. Rimossi nel 1863. Hittorf fu anche uno dei due architetti più interessanti del periodo perché si pone un problema di riferimento al passato ma anche di strutture aggiornate con la contemporaneità. In questo caso abbiamo la realizzazione di stazioni ferroviarie che si arricchiscono di coperture in ferro e vetro, idonee per le stazioni di testa. A queste strutture si pone la questione di compresenza di queste due esigenze: quella della modernità e del riferimento al passato. Hittof era molto attento alle nuove funzioni e ai nuovi materiali. Gare du Nord, 1861: è il coronamento delle opere di Hittorf, In quanto non solo archeologo, è artefice di edifici pubblici, come le stazioni ferroviarie. Bisogna conciliare l’avanzamento tecnologico con le tipologie neoclassiche: negli interni ci sono coperture in ferro e vetro, mentre il prospetto mantiene una struttura neoclassica = facciata integra di motivi e decorazioni classiche. Con la decorazione cerca di mascherare la mancanza di proporzionamento delle parti. La stazione doveva essere situata su un ampio boulevard ma Haussmann ne fece deviare il tracciato. H. Labrouste (1801-75) l’architetto più celebre del gruppo dei romantici radicali, affermava che le forme architettoniche sono profondamente radicate in specifici luoghi e periodi storici, e nei modi di vita a essi connessi, tanto da non poter essere trasferite in altre epoche o paesi. Questo suo pensiero gli precluse per due anni tutti i lavori importanti perché l’accademia lo considerò un attacco ai suoi principi. L’ ARCHITETTURA RIFLETTE LE ASPIRAZIONI SOCIALI DEL POPOLO, DEL TEMPO E DEL LUOGO IN QUESTIONE Biblioteca Sainte Genevieve (1838),Labrouste: la sua grande occasione arrivò nel 1838 quando fu scelto come architetto della biblioteca di Sainte Geneviève presso il Pantheon. (vicino ad una chiesa omima). La Biblioteca fu ultmata nel 1850. E’ sempre stata considerata uno dei capolavori dell’architettura ottocentesca: costituisce una novità radicale e senza compromessi, è un parallelepipedo inarticolato, senza colonne, portici o frontoni. Gli unici elementi di rilievo sono i nomi scolpiti sulla facciata nell’intento di fissare la storia dell’ebraismo alla scienza moderna. Le facciate ad archi richiamano degli edifici del primo rinascimento, la porzione superiore è destinata ad una sala lettura composta da due navate con volta a botte, divise da una fila di colonne al centro. L’ingresso era direttamente al piano terra; gli ambienti sui lati erano dedicati a magazzini e uffici. Gli archi in ghisa sono decorati da forature circolari(simili agli elemeti usati per la Galleria di Milano). E’ un primo esempio di utilizzo della ghisa in un edificio pubblico monumentale. Labrouste riuscì così a mettere in relazione il suo edificio con la società industriale in cui viveva, in modo al tempo stesso razionale e poetico. Conferisce un prospetto classico a un edificio che in pianta manifesta tutte le innovazioni tipologiche e tecnologiche, con soluzioni innovative = struttura portante in ghisa con due arcate che identificano due vani completamente aperti in pianta. Si creano quindi nuovi spazi aperti, senza struttura portante in mezzo. Sala lettura: spazio longitudinale bipartito, colonne in ghisa ed archi, che creano due navate con al centro una “spina” strutturale in ghisa. Labrouste usa i montacarichi, i sistemi di illuminazione e riscaldamento e soprattutto le colonne in ghisa, non per semplici ragioni utilitarie, ma per adattare organicamente la sua architettura alla moderna società industrializzata >>> architettura quale nobile espressione. Labrouste realizza anche i magazzini della biblioteca nazionale,1853: magazzini di libri interamente in ghisa, con rampe di accesso e scaffalature nello stesso materiale. NEOBAROCCO: Charles Garnier (1825-98) lavora con Napoleone III, in un’epoca di grandi trasformazioni urbanistiche. L’architetto che esprime l’ostentazione e la potenza del Secondo Impero. Progetta l’Opéra Garnier (1862-75), sceglie il linguaggio barocco, che non si ha solo nell’eccessiva decorazione, ma anche nell’organizzazione delle varie parti funzionali del teatro. Quest’opera influenza profondamente l’architettura francese successiva. Il teatro per Garnier è il luogo di ritrovo per una “cerimonia”, dove condividere sogni e sentimenti e per essere visti. I luoghi principali del teatro sono quelli in cui avvengono le relazioni sociali: Foyer luogo principale; anche le scale sono molto rilevanti (momento comunitario).La sala è uno dei punti meno riusciti: con lo spettacolo la sala perde evidenza. Garnier tratta con massima perizia tutti gli elementi, da quelli funzionali alla massa, ritmo,struttura. Nell’età barocca, negli edifici si passa dalla corte rinascimentale alla doppia rampa di accesso. Questo principio tardo barocco, se non rococò, viene ripreso nel foyer dell’Opéra. A livello tipologico il teatro è ben consolidato, non avviene nulla di nuovo. Si nota però l’esuberanza anche negli interni di decorazione. Realizza anche lui viaggi in Italia, realizza poi opere in Costa Azzurra e Liguria NEOBAROCCO COME CHIUSURA DEL NEOCLASSICISMO FRANCESE: RIPRESA DEL BAROCCO DOPO IL SUO ABBANDONO. Neoclassicismo maturo in Italia – frammentarietà e dominio straniero Il senso di unità culturale e artistica presente in Italia dal Medioevo e dal Rinascimento fu animato all'inizio del XIX secolo, dalla tensione per l'indipendenza e l'unità politica, in parte ispirata dagli ideali della Rivoluzione francese e del periodo napoleonico. A quel tempo l'Italia era ancora una costellazione di Stati indipendenti, mentre il Regno Lombardo Veneto faceva parte dell'Impero Austriaco. L’Italia risulta divisa sino alla seconda metà dell’800 in Stati differenti e questo porta a una frammentazione di scuole e realizzazioni, a seconda dei committenti. A Milano dopo il dominio spagnolo (che durava dal 1525), nel 1706 subentrano gli Austriaci, che governeranno sino al 1859. Il movimento per l'indipendenza, il Risorgimento, ebbe la sua conclusione politica e militare, soprattutto per opera del re di Sardegna Vittorio Emanuele II che divenne Re d'Italia nel 1861, dopo un lungo periodo di belligeranza tra Austria e il Regno di Sardegna. Ottenuta Venezia nel 1866, Vittorio Emanuele completò il processo di unificazione nel 1870 con l'annessione di Roma, che divenne la capitale del nuovo Stato italiano. Nell'Italia del XIX secolo, non si trova nessun architetto o teorico di architettura del livello di coloro che abbiamo analizzato in Francia, Inghilterra e Germania, tuttavia è riconoscibile, un'ampia produzione tardo neoclassica di alta qualità, spesso decisamente riferibile al greek revival. Un grande mausoleo/tempio fu realizzato dallo Scultore Antonio Canova sulle colline presso il suo paese Natale, Possagno. La presenza di Piranesi e Winckelmann aveva contribuito a fare della città di Roma il fulcro dell’attività architettonica e intellettuale europea. Gli austriaci introducono un sistema di controllo del territorio che è valido ancora oggi: il catasto. Inizialmente si riconoscono le varie parti del territorio della città di Milano a seconda della loro destinazione, capendo a cosa era destinata ogni particella. Questo perché nel caso di immobili e soprattutto di terreni si dava luogo ad una tassa. Nel catasto di Carlo VI non c’è un aspetto grafico ma solo un’indicazione numerica delle particelle. A questo sistema di analisi di controllo economico c’è una seconda elaborazione che avviene con Maria Teresa, che graficamente fa elaborare le prime tavole dei catasti, in pianta, con l’indicazione numerica della particella. Parliamo infatti di catasto Teresiano dal 1760: tavole elaborate in modo geometrico con la strumentazione di Giuseppe Filippini. Vengono identificati i vari lotti con i relativi proprietari e la tassazione, fondamentale perché quando abbiamo un lotto libero, attraverso i catasti sappiamo almeno fino alla fine del 600 cosa c’era precedentemente. Tutte le istituzioni religiose, gli ordini monastici con le loro propriet