Appunti sull'analisi qualitativa delle fake news PDF
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Università Mercatorum
Teresa Agovino
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Questo documento tratta l'analisi qualitativa delle fake news. L'autrice, Teresa Agovino, esplora le tecniche utilizzate dai creatori di bufale per manipolare le informazioni e influenza l'opinione pubblica.
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Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul d...
Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news Indice 1. DETTO E NON DETTO.......................................................................................................... 3 2. MEZZE VERITÀ.................................................................................................................... 6 3. RIASSUMENDO................................................................................................................... 9 BIBLIOGRAFIA.......................................................................................................................... 10 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news 1. Detto e non detto Questa lezione è modellata sull’analisi qualitativa della fake news avviata da Alice Lokar. Gli autori di fake news sono ben attenti a specificare solo i dettagli di cui hanno bisogno per raggiungere il proprio scopo. Alcune informazioni racchiuse nel testo sono molto vaghe e approssimative; si lascia al lettore il compito di interpretarle in modo da confermare le proprie convinzioni e ignorare le informazioni che le contraddicono. Questi testi lavorano sull’induzione: dal caso particolare, attraverso sottintesi e incompletezze, portano a formulare conclusioni universali. Chi scrive notizie false, ad esempio, usa spesso forme impersonali; vediamo un esempio tratto da un articolo pseudoscientifico del 3 marzo 2017, il cui titolo recita: Il virus del morbillo sconfigge il cancro. Ma ci si ostina a sconfiggere il virus del morbillo!: da anni si dice che il virus del morbillo va eradicato e che è da considerare peggio della peste bubbonica, poi… si scopre che sconfigge il cancro Questo articolo sostiene che il virus del morbillo sia una cura miracolosa per il cancro e lo fa senza preoccuparsi di portare dati a conferma delle affermazioni fatte nel testo. L’uso della forma impersonale (si dice, si scopre) è perfettamente in linea con questa modalità di diffondere e recepire le notizie false, ed è quasi superfluo aggiungere che nel testo non viene precisato il soggetto (‘colui che compie l’azione’) al quale si riferisce questa forma. Chi scrive notizie false ha capito bene quali sono gli elementi da precisare e far risaltare nel testo e quali elementi invece possono essere omessi o vagamente accennati. L’elemento a cui si dà rilievo in questo esempio è l’espressione peste bubbonica che, rappresenta un’accentuazione dell’espressività che scatena l’emotività del lettore e che non dovremmo trovare in un articolo scientifico. Va anche rilevato che le forme impersonali sono usualmente presenti nei testi scientifici, nei quali hanno valore denotativo; nel caso delle fake, invece, valgono per attenuare la responsabilità di chi compie le affermazioni. Un altro aspetto relativo alla vaghezza di alcune informazioni negli articoli fake riguarda gli indicatori di quantità, come nell’esempio che segue: Ha del raccapricciante l’ultima proposta di legge spinta con forza dal governo PD, servo delle multinazionali, che recentemente ha imposto l’obbligo vaccinale, violando diversi punti della costituzione Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news A quali “punti” (si intenderà: ‘articoli’) si fa riferimento? Quanti esattamente? Nel testo non viene precisato. Risulta chiaro quindi che le fake news si fondano proprio sull’approssimazione, su statistiche accennate (ad es. «ormai i bambini non si ammalano nemmeno più di morbillo, si ammalano però sempre più di cancro»), sull’uso di quantificatori indefiniti ed espressioni evocative, mai precise (ad es. «la maggior parte»), che però sembrano confermare una percezione diffusa. Insomma, il confine tra detto e non detto nelle fake news si situa sulla linea che separa ciò che conviene dire da ciò che conviene omettere. [Le implicature] A volte però il quadro si complica ulteriormente e l’autore della bufala dice qualcosa che porta con sé un messaggio secondario, sottinteso dal lettore. È il caso delle “implicature”, chiamate così da linguisti e semiologi perché implicano, appunto, un secondo significato che si affianca a ciò che viene detto esplicitamente ma che non è direttamente ricavabile dalle parole usate nel testo. Vediamo l’esempio di un post comparso nel gennaio 2017 su Facebook; si tratta di un banale fotomontaggio che condivide la notizia sulla patente gratis per tutti gli immigrati: In questo articolo leggiamo: “mentre eravamo tutti distratti dalla tragedia del terremoto, proprio ieri il Senato ha approvato (…) la modifica dell’art. 126 ter del cod. della strada”. Al di là della oggettiva falsità dell’informazione (infatti questa modifica non è mai stata apportata e non esiste alcun art. 126 ter del cod. della strada), se ci fermiamo al significato letterale della frase in Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news corsivo, non troviamo un filo logico che la collega al testo che segue. Si sta facendo intendere qualcosa attraverso un’affermazione che apparentemente non è collegata a quella successiva: tra le due non c’è un nesso coerente, a causa del salto di tema. Inoltre la congiunzione mentre esprime un collegamento temporale (e non causale, come invece cerca di dare a intendere l’autore). A causa dell’implicatura il lettore accoglie il significato implicito suggerito dall’autore della fake news, che vuole comunicare l’idea che il governo italiano abbia agito “alle spalle” dei cittadini “distratti dalla tragedia del terremoto”. In questo modo l’autore fa leva ancora una volta sull’emotività del lettore, suscitando rabbia e indignazione. Le implicature rientrano nella pragmatica, la branca della linguistica che si occupa degli effetti che le parole hanno sui nostri comportamenti, sui nostri ragionamenti e sulla nostra visione del mondo. L’esempio analizzato sopra contiene però altri aspetti, di natura più strettamente linguistica, ad esempio salta subito all’occhio il riferimento diretto al lettore (“Scrivi basta e condividi!”): il lettore viene sollecitato a condividere il post sui social media e a esprimere la propria indignazione riguardo alla notizia. A questo si aggiunge l’espressività accentuata dall’avverbio ben (“con ben 30 punti iniziali”); anche questo elemento gioca a favore dell’accentuazione di sfumature valutative che, come è ormai chiaro, non dovrebbero comparire in una cronaca oggettiva. Troviamo poi il pronome personale noi accompagnato all’attributo di nazionalità (“noi italiani!”) che contribuisce a creare due schieramenti contrapposti e a far coincidere l’identità del lettore con quella della collettività (gli italiani) in opposizione agli “immigrati”. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news 2. Mezze verità È facile dunque intuire che l’autore di fake news gioca molto sulla scarsa propensione del lettore a informarsi e approfondire l’argomento della notizia, anche basandosi sui collegamenti logici tra le varie parti del testo. Talora, studiando la struttura dell’articolo e risalendo alla fonte dell’informazione, il lettore potrebbe scoprire che non si tratta di una notizia completamente falsa, ma piuttosto di una notizia vera riplasmata dall'autore della bufala per aumentare le visite a un sito o per diffondere la propria tesi sull'argomento. In questo caso chi scrive usa a proprio vantaggio l’ignoranza del lettore e la sua scarsa capacità di comprendere e interpretare correttamente il testo. Ad esempio, sul sito Ultim’ora24 nel mese di marzo del 2017 è stato pubblicato un articolo dal titolo: «Taranto – Crolla Palazzo – Immigrati costruivano abusivamente sul terrazzo». A parte il fatto che è poco chiaro come un solo atto di abusivismo su un terrazzo possa far crollare un intero edificio, se si legge con attenzione il titolo è immediata la percezione che viene veicolata degli “immigrati” come colpevoli del crollo. Tuttavia, per un lettore attento e allenato è facile intuire che potrebbe trattarsi di una notizia falsa: l’iperonimo “immigrati” nel titolo rappresenta un chiaro campanello d’allarme. Sarebbe sufficiente fare una breve ricerca sul web per scoprire che sul sito “bari.repubblica.it/cronaca”, nello stesso giorno della notizia sospetta, fu pubblicato un articolo dal titolo: “Taranto, crolla il solaio di un palazzo: illesa una donna. L’edificio è stato evacuato”. In questo articolo non si fa alcun riferimento agli immigrati. La notizia dalla quale siamo partiti dunque è solo parzialmente falsa; ciò contribuisce a ingannare il lettore che, avendo già sentito in precedenza la notizia vera, può facilmente ricollegarla al secondo articolo, ritenendo quest’ultimo più informativo perché è più ricco di dettagli e menziona gli “immigrati”. Un simile atteggiamento è più probabile soprattutto in chi ha sviluppato un pregiudizio contro gli organi di informazione e contro gli immigrati. Le fake news si basano frequentemente su notizie vere che vengono manipolate; chi scrive si appoggia a fatti realmente accaduti e li modifica facendo leva su stereotipi diffusi. Uno degli aspetti linguistici che si collega a questa circostanza è rappresentato dal modo in cui vengono sfruttati i nomi propri per inventare personaggi inesistenti ricollegabili a persone e istituzioni che, invece, sono ben note. Vediamo un esempio: la notizia in questione circolava come post su Facebook, accompagnata dall’immagine di un medico (protagonista di un conosciuto reality show trasmesso dall’emittente televisiva Real Time). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news In questo esempio ritroviamo alcuni elementi che già conosciamo e che possiamo individuare come indizi di falsità della notizia, ovverosia l’accentuazione dell’espressività per mezzo dell’avverbio ovviamente e il riferimento diretto al lettore che viene esortato a condividere la notizia. L’elemento che ci interessa ora però è un altro: chi è Giuseppe Prodi, fratello di Romano? Il nome proprio in questo caso si riferisce a una persona inesistente. A chi ha architettato questa fake news non interessa accusare una persona in particolare, ma piuttosto la classe politica italiana, o meglio, una determinata parte politica. Poco importa che il personaggio esista o meno; ciò che importa è che quel nome proprio sia rapportabile a quella determinata categoria proprio perché si riferisce a un suo rappresentante di spicco. Inoltre nell’esempio viene accusata l’informazione giornalistica televisiva che, a detta dell’autore della falsa notizia, insabbierebbe le notizie che mettono in discussione la reputazione degli uomini politici. Chi scrive sa perfettamente di avere poche probabilità di venire smascherato; si gioca anche in questo caso sulla scarsa propensione del lettore a informarsi e approfondire gli argomenti trattati nel testo. D’altro canto nelle bufale troviamo riferimenti costanti a fonti autorevoli; in alcuni casi, soprattutto negli articoli che diffondono disinformazione scientifica, l’autore del testo ha bisogno di citare alcuni particolari per rendere credibile la notizia. Poiché l’argomentazione su basi scientifiche non è possibile quando si comunica una notizia palesemente falsa, chi scrive ricorre ad altri stratagemmi per garantire l’autorevolezza delle affermazioni fatte nel testo. Come è possibile far credere a chi legge l’articolo che si tratti di una notizia vera e attendibile? È sufficiente fare riferimento nel testo alla provenienza dell’informazione mediante l’uso di “indicatori evidenziali” che segnalino la fonte dell’informazione (anche se inventata di sana pianta) e che vengano usati per dare credibilità all’articolo. Se il lettore considera autorevoli certe fonti di notizie, va da sé che Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news considererà vero e attendibile ciò che queste dicono su un argomento. Spesso, ad esempio, in articoli scientifici troviamo nomi di medici, specialisti e più in generale fonti autorevoli che ci garantiscono la validità delle informazioni proposte. Nelle fake news il rimando a “fonti autorevoli” viene sfruttato per creare nel lettore l’illusione di leggere una notizia vera. Negli articoli di questo tipo possiamo leggere nomi di cliniche, università, riviste; spesso si fa riferimento al Ministero della Salute oppure più genericamente troviamo “gli scienziati” o “i medici”. Un lettore poco informato, di fronte a questi indicatori che rimandano a fonti autorevoli, è propenso a concedere fiducia all’autore e a non mettere in dubbio la veridicità delle informazioni. Vediamo alcuni esempi tratti dall’articolo che promuove il morbillo come cura per il cancro, già citato precedentemente: Sono riusciti a farlo i ricercatori statunitensi della Mayo Clinic di Rochester L’articolo è per ora comparso sulla rivista edita dallo stesso ospedale in cui lavorano i ricercatori, Mayo Clinic Procedeenigs ma la ricerca prosegue e gli studi sono promettenti Nell’articolo vengono citate sia la clinica nella quale lavorano i ricercatori che hanno fatto la scoperta scientifica, sia la rivista scientifica sulla quale è stato pubblicato l’articolo. È interessante notare che il nome della rivista è citato in grassetto e a caratteri più grandi rispetto al resto del testo, questo lo fa risaltare agli occhi del lettore e lo induce a soffermarsi sulla fonte dell’informazione. Peraltro, in questo esempio è anche contenuto un errore di ortografia, perché la parola inglese che indica gli atti dei convegni scientifici è “proceedings”. Ma chi crede alla notizia non starà tanto a sottilizzare! Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news 3. Riassumendo In conclusione, notizie vere manipolate per creare articoli fake, nomi propri usati per inventare personaggi inesistenti e fonti autorevoli citate abbondantemente per aumentare la credibilità del testo sono tutti aspetti che riguardano l’utilizzo di elementi noti per accrescere la diffusione delle notizie false. Oltre alle fasi preliminari alla lettura del testo (siti fotocopia, titoli sensazionalistici, esortazione esplicita al lettore), ci sono dunque altre caratteristiche che vengono alla luce mentre si legge una fake news. Innanzitutto notiamo la ricorrenza di uno schema narrativo fisso che dà una struttura prestabilita all’articolo; i personaggi che si muovono entro i confini di questo schema ricoprono dei ruoli predefiniti e la sequenza delle fasi della narrazione è sempre uguale. Oltre a questo aspetto strutturale, emergono tratti più propriamente linguistici: lo sfruttamento dei pronomi personali per creare due schieramenti contrapposti, le denominazioni etniche usate per riferirsi a individui e l’espressività accentuata mediante sostantivi, aggettivi e avverbi iperbolici che suscitano l’emotività del lettore e lo spingono a condividere la notizia. In aggiunta a quello che viene detto però, è necessario dare rilevanza anche a ciò che non viene detto: chi scrive notizie false fa spesso uso di espressioni vaghe a approssimative. Si usa ad esempio la forma impersonale senza specificare il soggetto dei verbi di parola (“si dice…”), oppure si inducono i lettori a fare dei ragionamenti senza dichiararli apertamente, attraverso dei sottintesi (implicature). D’altra parte, vengono usati anche riferimenti a personaggi e fonti noti e quindi autorevoli, per dare credibilità alla notizia o attaccare intere categorie di persone. Lo scopo finale è sempre quello di far circolare la notizia il più possibile, sfruttando economicamente le visite che i lettori fanno alle pagine web delle bufale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 10 Teresa Agovino - Approfondimento sull’analisi qualitativa delle fake news Bibliografia Alice Lokar, Stefano Ondelli , Fabio Romanini, Elia Silvestro, Credibile ma falso Come riconoscere le fake news (quasi senza leggerle), EUT, 2018 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 10 di 10