Farmacologia 1 Past Paper PDF - 01/10/2024
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2024
Francesca De Rosa
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This document is a past paper for a pharmacology course, detailing the exam format and structure. The course covers general and special pharmacology, with an emphasis on drug action and response, and includes information about drug testing. The study materials listed are essential. The exam consists of a written and oral component, focusing on questions.
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1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato INTRODUZIONE AL CORSO Il corso di farmacologia I verrà tenuto dalla professoressa Jessica Cusato e dal professor Antonio D’Avolio, la prof.ssa Cusato affronterà la prima parte, cioè le prime qu...
1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato INTRODUZIONE AL CORSO Il corso di farmacologia I verrà tenuto dalla professoressa Jessica Cusato e dal professor Antonio D’Avolio, la prof.ssa Cusato affronterà la prima parte, cioè le prime quattro lezioni. Si precisa che, per completezza, tutte le informazioni riportate di seguito, sia quelle di introduzione che quelle relative alla lezione vera e propria sono integrate con le slides. Il corso vale 5 CFU e il programma è composto da una prima parte di introduzione alla farmacologia generale in cui sono trattate le generalità, la farmacologia cellulare e molecolare, i principi di farmacocinetica, la farmacologia dei principali sistemi di neurotrasmissione, la variabilità della risposta ai farmaci e i principi di tossicologia. A questa prima parte ne segue una seconda, di farmacologia speciale, in cui verranno trattati i seguenti argomenti: i farmaci attivi sul sistema nervoso, i farmaci antiflogistici e per il trattamento della gotta, i farmaci attivi sull'apparato respiratorio e digerente, i farmaci utilizzati nel trattamento dei disordini ormonali. La professoressa sostiene sia necessario studiare sulle slide e completare le informazioni con i libri di testo consigliati. Collino, Cicala, Ialenti: Farmacologia Generale, UTET Annunziato L. Di Rienzo G.F.: Trattato di Farmacologia Edizioni Idelson-Gnocchi Goodman & Gilman’s: The Pharmacological Basis of Therapeutics Bertram G. Katzung, Anthony J. Trevor: Basic & Clinical Pharmacology La modalità d’esame prevede il superamento di uno scritto e di un orale vincolato dall’esito dello scritto. Prova scritta: 32 domande a risposta multipla (1.0 punti per ogni risposta corretta; le risposte errate avranno una penalità di -0.25) durata della prova scritta: 20 minuti. domande erogate attraverso la piattaforma Moodle, da un proprio device, in modalità di navigazione sequenziale, che impone di completare la prova in ordine e vieta di tornare alle domande saltate. Prova orale: In caso di superamento della prova scritta (votazione di almeno 18/30) lo studente dovrà presentarsi alla prova orale, la mancata presenza alla prova orale comporterà la verbalizzazione come “studente ritirato” e il candidato dovrà sostenere nuovamente l’esame scritto. La valutazione della prova orale prenderà in considerazione: la conoscenza dell’argomento proposto, la capacità di organizzare discorsivamente la conoscenza, di sviluppare un ragionamento critico sulla materia, di sviluppare un lessico appropriato e di avere una corretta capacità di espressione. In caso di esito negativo della prova orale, l'esame dovrà essere interamente ripetuto (scritto e orale). La professoressa afferma che nel corso delle lezioni ci sarà l’intervento di alcuni internisti che porteranno una lezione di clinica a cui seguirà una specifica lezione di farmacologia. Le lezioni, eccetto le prime introduttive, sono strutturate con una prima parte di introduzione alla malattia spiegando i meccanismi molecolari di cui poi verrà trattata la farmacologia. Ogni lezione prevederà la presentazione di casi clinici, per entrare nel meccanismo di ragionamento, e di kahoot per verificare ciò che si è appreso. I kahoot verranno riattivati prima degli esami perché può capitare che alcune domande vengano tratte da essi. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato INTRODUZIONE ALLA FARMACOLOGIA La professoressa comincia la trattazione della lezione affermando che nessun farmaco sia perfetto e a sostegno di questa tesi mostra la tabella riportata. Si vede, per esempio, l’efficacia della pillola anticoncezionale (97%) e si nota come le percentuali di efficacia diminuiscano allo scendere lungo le classi di farmaci nella tabella, fino a percentuali molto basse come, per esempio, quella oncologica con efficacia del 25%. Sir William Osler, considerato il padre della medicina moderna, afferma che ciò che distingue l’uomo dagli animali e quell’innato desiderio di assumere dei medicinali. Sin dai tempi più antichi l’uomo cercava nelle sostanze naturali un qualcosa che portasse beneficio: si prenda per esempio la pianta della gioia scoperta da un cacciatore che, assaggiando bacche e piante per cercare sollievo al male fisico, ha riscontrato in alcuni semi in principio un gusto amaro e sgradevole, ma seguito da una sensazione di beneficio. Inizialmente i farmacologi erano considerati come stregoni perché si credeva che una causa magica, estranea all'organismo umano potesse essere responsabile dello stato di malattia che veniva infatti definito “empirismo magico”, da qui nasce il ricorso a pratiche e riti magici. Il termine greco “Pharmakos” era sinonimo di “Pharmakeus” che significava stregone, mago o avvelenatore. Nell'antica Grecia il termine “Pharmakon”, da cui deriva l’attuale denominazione di «Farmaco», stava ad indicare sia una sostanza curativa o una sostanza tossica ed avvelenatrice. Lo stesso tipo di accezione è riportato anche nella lingua inglese in cui la parola “drug” indica sia il farmaco che la droga. A proposito di ciò, infatti, è necessario tener conto del fatto che un’elevata percentuale di morti sia associata agli effetti collaterali dei farmaci. I pazienti più a rischio di effetti collaterali sono pazienti che ne assumono il numero maggiore e pazienti anziani in cui i sistemi di metabolismo ed eliminazione dei farmaci (reni e fegato) hanno funzionalità ridotta portando ad un accumulo di sostanze tossiche. Un altro importante problema riguardante l’assunzione di farmaci è dato dall’interazione tra di essi quando vengono assunti contemporaneamente. Lo studio riportato mostra come circa il 9-10% degli accessi in pronto soccorso è dovuto all’interazione tra farmaci. Di questi pazienti la media di farmaci assunti è di 5.1 all’ingresso al PS e di 6.1 alla dimissione: ciò vuol dire che è stato aggiunto un farmaco per trattare la problematica per la quale sono entrati ovvero l’assunzione di troppi farmaci. La farmacologia è la scienza che ha come oggetto lo studio dei farmaci e delle modalità con cui si svolgono i fenomeni indotti da tali sostanze nell’organismo, e come fine l’impiego delle sostanze stesse a scopo terapeutico. L’OMS definisce il farmaco come “qualsiasi sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane; che può essere utilizzata sull’uomo o somministrata all’uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un’azione farmacologica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi medica”. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato TIPI DI CLASSIFICAZIONE DEI FARMACI Sulla base di criteri intrinseci sostanziali Classificazione in base all’origine: ⁃ prodotti di origine naturale (vegetale, animale o umana): es. penicillina; ⁃ prodotti di sintesi chimica (small molecules): la maggior parte dei farmaci attualmente in uso; ⁃ prodotti biologici prodotti mediante biotecnologie (proteine e/o macromolecole): da fonte non nativa (non esistente in natura), ma da ibridoma e/o ingegnerizzazione del sistema biologico. Classificazione ACT (anatomico-terapeutico chimico): sistema di classificazione internazionale, gestito dall'OMS, che classifica i principi attivi dei farmaci in una gerarchia di 5 livelli di cui il primo livello è composto da 14 gruppi anatomico-farmacologici principali. Sulla base di elementi estrinseci formali (da un punto di vista giuridico amministrativo) Classificazione in base alla prescrivibilità o meno in regime assistenziale: ⁃ Classe A (Farmaci a carico dal Servizio Sanitario Nazionale); ⁃ Classe H (Farmaci carico dal Servizio Sanitario Nazionale solo in ambito ospedaliero); ⁃ Classe C (Farmaci a carico del cittadino); Classificazione in base al tipo di dispensazione IL FARMACO COME SOSTANZA D’ABUSO O TOSSICO A volte il farmaco può essere sfruttato in maniera inappropriata. Si parla di abuso sociale quando il farmaco è usato come sostanza d’abuso diventando tossica. Con abuso sportivo si intende quando un farmaco viene sfruttato in modo inappropriato in ambito sportivo come nel caso del doping. Per questa ragione l’utilizzo di farmaci è sotto il controllo legislativo, giuridico, medico-legale, ispettivo ed è sanzionabile. IL FARMACO COME PRODOTTO MEDICINALE Con il termine “farmaco” si intende la molecola che ha azione terapeutica, quindi il principio attivo. Il farmaco è reso somministrabile mediante l’aggiunta di eccipienti diventando quindi un medicinale FUNZIONE DEGLI ECCIPIENTI proteggere il principio attivo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo aumentare il volume per consentire la preparazione di compresse o di qualsiasi altra forma farmaceutica di dimensioni accettabili rendere stabili soluzioni o sospensioni evitando la sedimentazione del principio attivo sul fondo dei contenitori facilitare l’assorbimento del principio attivo nell’organismo rendere il sapore dei medicinali più gradevole Gli eccipienti possono però diventare causa di effetti avversi: si pensi per esempio ad un diabetico a cui viene lo sciroppo senza tener conto che nella sospensione orale vi sia presente il glucosio. TIPI DI ECCIPIENTI IN BASE ALLA FORMA FARMACEUTICA Gli eccipienti sono scelti in base alle caratteristiche fisiche e chimico-fisiche dei farmaci e alla forma di somministrazione e per questo motivo costituiscono particolare oggetto di studio da parte della tecnica e della chimica farmaceutiche. Di seguito un elenco. Soluzioni iniettabili: gli eccipienti (veicoli) più comuni sono: o acqua per le somministrazioni endovenose o intramuscolari; o olio per la somministrazione intramuscolare di sostanze non solubili in acqua; o solventi non acquosi come gli alcoli (etilico e benzilico) e i poliossietilenglicoli. Compresse: lattosio, mannitolo, cellulosa microcristallina, saccarosio, glucosio, amido, gelatina, polivinilpirrolidone, alginati, talco, magnesio stearato, gel di silice (anche colloidale). Cronoidi: acidi grassi, oli idrogenati, esteri metacrilici. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato Sciroppi: acqua, sorbitolo (da solo o associato a saccarosio), xilite o pentaeritrite o sucrone per sciroppi speciali. Sospensioni: acqua, carbossimetilcellulosa e cellulosa microcristallina, gomma adragante. Paste e pomate: vaselina, lanolina, siliconi, oli vegetali. Polveri aspersorie: talco, gel di silice, stearati di metalli alcalino-terrosi e ossido di zinco. Stillazioni nasali: acqua, olio e vaselina. Colliri: acqua e oli, spesso addizionati di tensioattivi. Supposte: gliceridi semisintetici (il burro di cacao è ormai abbandonato), poliossietilenglicoli, miscele glicerina-gelatina, stearati, glicerina, sostanze autoemulsionabili come il poliossietilensorbitanmonostearato. TIPI DI ECCIPIENTI Diluenti: aumentano il volume della dose unitaria (es. lattosio, amido di mais, caolino). Leganti: migliorano la coesione delle polveri (es. gelatine, cellulosa microcristallina). Lubrificanti e glidanti: aumentano la scorrevolezza (es. stearato di magnesio). Disgreganti: facilitano la disgregazione delle forme solide e aumentano la superficie di contatto con i liquidi biologici es. amido di mais. Agenti bagnanti: tensioattivi che conferiscono idrofilia (es. tween). Coloranti: migliorano la presentazione della FF (stessi dell’industria alimentare). Edulcoranti: nascondono odori e sapori sgradevoli (es. saccarosio, mannitolo). Antiossidanti e antimicrobici: aumentano il periodo di conservazione. Polimeri per il rilascio: per le forme a rilascio modificato. CLASSIFICAZIONE MEDICINALI PER EFFETTO Sostitutivi: sostituiscono un’azione fisiologica venuta a mancare (es. insulina nei diabetici). Sintomatici e palliativi: coinvolti nella terapia del dolore (es. analgesici come antidolorifici). Causali: eliminano la causa della patologia (es. chemio-antibiotici come antinfettivi). Preventivi (es. vaccini). Diagnostici: (es coloranti vitali, midriatici). Presidi medico-chirurgici (es. anestetici). PREPARAZIONE DEI MEDICINALI Preparazione industriale: il medicinale o viene preparato industrialmente o nella sua produzione interviene un processo di tipo industriale. Al farmaco viene poi attribuita una propria denominazione: un nome di fantasia non confondibile con la denominazione comune seguito da una denominazione comune o scientifica, il tutto accompagnato da un marchio responsabile della commercializzazione. Preparazione galenica: il medicinale viene prodotto in scala ridotta dalla singola farmacia seguendo le formule magistrali o officinali. I medicinali che seguono formule magistrali sono preparati in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente, come avviene attualmente per la cannabis terapeutica. I medicinali che seguono formule officinali sono preparati in farmacia in base alle indicazioni della Farmacopea Europea o della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana e sono destinati ad essere forniti direttamente ai pazienti. La farmacopea è un manuale in cui sono scritti tutti i procedimenti che la farmacia deve rispettare per produrre il galenico officinale, per esempio se è necessario usare un determinato cilindro o una determinata quantità di acqua. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato FASI DELL’AZIONE FARMACOLOGICA 1. Somministrazione del farmaco: la forma farmaceutica attraverso diverse vie di somministrazione si introduce all’interno dell’organismo. 2. Fase I o farmaceutica: disgregazione del composto e rilascio dei principi attivi mediante diverse reazioni chimiche. 3. Fase II o farmacocinetica: è contraddistinta dall’acronimo ADME ad indicare le quattro sottofasi che la definiscono (Assorbimento, Distribuzione, Metabolismo, Escrezione). La farmacocinetica descrive ciò l’uomo fa al farmaco. 4. Fase III o farmacodinamica: il farmaco legando i suoi recettori bersaglio può espletare la propria funzione determinando il proprio effetto sull’organismo. La fase farmacodinamica determina il meccanismo d’azione e riguarda ciò che il farmaco fa all’uomo. 1. SOMMINISTRAZIONE DEL FARMACO La somministrazione del farmaco può avvenire grazie al fatto che l’eccipiente viene unito al principio attivo andando a costituire la forma farmaceutica. FORME FARMACEUTICHE IN BASE ALL’ASSUNZIONE ORALI: possono essere solide o liquide ◦ SOLIDE: ▪ Polveri per uso orale (particelle 0.5 - 1000 micrometri) ▪ Granulati (aggregati solidi di particelle di polvere > 1000 micrometri) ▪ Compresse (cpr, ottenute per compressione di volumi uniformi di polveri o granulati) possono essere: non rivestite, rivestite, effervescenti, solubili, dispersibili, orodispersibili, a rilascio modificato, gastroresistenti ▪ Capsule (cps, componente principale dell’involucro è la gelatina, i contenuti possono avere consistenza solida, liquida o pastosa) possono essere rigide, molli, a rilascio modificato, gastroresistenti ▪ Cialdini (cachet o capsula amilacea, involucro il cui componente principale è pane azzimo di farina di frumento, vengono immersi in acqua per pochi secondi, posti sulla lingua e deglutiti) ▪ Gomme da masticare (principio attivo rilasciato con la masticazione nella saliva) ◦ LIQUIDE: ▪ Soluzioni (miscela di sostanze chimicamente e fisicamente omogenee in cui solvente e soluto sono incorporati l’uno nell’altro) ▪ Sospensioni (il mezzo disperdente è un liquido acquoso e la fase dispersa è costituita da particelle solide di un farmaco poco solubile, è necessario agitare prima dell’uso) ▪ Emulsioni (vengono incorporati due liquidi non miscibili, uno viene disperso nell’altro sotto forma di goccioline, non mostrano segni di separazione di fase) Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato ▪ Gocce (soluzioni, emulsioni o sospensioni somministrate in piccoli volumi o per mezzo di un adatto dispositivo) ▪ Sciroppi (preparazioni acquose caratterizzate da gusto dolce e viscosità̀ elevata, possono contenere saccarosio, il gusto dolce può̀ essere ottenuto anche usando dolcificanti) occorre prestare attenzione nel trattare pazienti diabetici. ORO MUCOSALI: possono essere solide, semisolide o liquide e sono destinate alla somministrazione alla cavità orale o alla gola per un effetto locale o sistemico. ◦ Gargarismi (soluzioni destinate ad essere gargarizzate senza essere inghiSoluzioni (miscela di sostanze chimicamente e fisicamente omogenee in cui solvente e soluto sono incorporati l’uno nell’altro) ◦ Collutori (soluzioni destinate a venire a contatto con la mucosa della cavità orale) ◦ Gengivari (soluzioni somministrate alle gengive per mezzo di un opportuno applicatore) ◦ Soluzioni e sospensioni oromucosali (preparazioni liquide somministrate per mezzo di un applicatore) ◦ Preparazioni oromucosali semi-solide (gel o paste per applicazione a cavità orale o gengive) ◦ Gocce oromucosali, spray oromucosali e spray sublinguali (applicate per instillazione e nebulizzazione) ◦ Pastiglie, tavolette e paste (preparazioni solide destinate a essere succhiate con effetto locale o sistemico) ◦ Compresse sublinguali e buccali (da applicare sotto la lingua o nella cavità buccale per ottenere un effetto sistemico) ◦ Capsule oromucosali (da masticare o succhiare) ◦ Preparazioni mucoadesive (destinate all’assorbimento sistemico, contengono polimeri idrofili che a contatto con la saliva formano un idrogel che aderisce alla mucosa buccale) NASALI: possono essere solide, semisolide o liquide isotoniche e sono destinate alla somministrazione nelle cavità nasali per ottenere un effetto locale o sistemico. ◦ Gocce nasali (soluzioni, emulsioni o sospensioni destinate alla somministrazione mediante instillazione o nebulizzazione nelle cavità nasali; le dimensioni delle goccioline dello spray sono tali da consentire la loro deposizione nelle cavità nasali) ◦ Spray nasali liquidi ◦ Polveri nasali (insufflate mediante corretto dispositivo, le dimensioni delle particelle sono tali da consentire la loro deposizione nelle cavità nasali) ◦ Preparazione nasali semisolide (creme, unguenti per applicazione locale) ◦ Lavaggi nasali (soluzioni acquose isotoniche destinate alla pulizia delle cavità nasali) AURICOLARI: possono essere solide, semisolide o liquide da instillare, spruzzare, insufflare, applicare nel meato uditivo o da usare come lavaggio dell’orecchio. Se richiesto di instillare in un orecchio leso sono sterili e in confezione monodose. ◦ Gocce e spray auricolari (soluzioni, emulsioni o sospensioni adatte a essere applicate nel meato uditivo senza esercitare una pressione dannosa sul timpano) ◦ Preparazioni auricolari semisolide, polveri auricolari, tamponi auricolari (destinati a essere introdotti nel meato uditivo esterno generalmente con un tampone impregnato con la preparazione) ◦ Lavaggi auricolari (soluzioni acquose isotoniche destinate alla pulizia del meato uditivo esterno) OFTALMICHE: possono essere solide, semisolide o liquide sterili e sono destinate all’applicazione sul bulbo oculare, congiuntiva o sacco congiuntivale. ◦ Colliri (soluzioni o sospensioni sterili da instillare nell’occhio, gli eccipienti regolano la tonicità o la viscosità e contengono un adatto antimicrobico) ◦ Bagni oculari (soluzioni acquose sterili destinate a lavare gli occhi o per impacchi) ◦ Polveri per colliri o bagni oculari (dispensati in forma sterile e secca, devono essere disciolte o sospese in liquido al momento della somministrazione) Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato ◦ Preparazioni oftalmiche semisolide (unguenti, creme o gel sterili destinati all’applicazione sulla congiuntiva o sulle palpebre) ◦ Inserti oftalmici (preparazioni sterili, solide o semisolide, di forma e dimensioni tali da essere inserite nel sacco congiuntivale; costituite da un serbatoio di principio attivo, inserito in una matrice o circondato da una membrana che ne controlla la velocità di cessione) PER INALAZIONE: possono essere solide o liquide sterili, da somministrare come vapore o aerosol al polmone per avere un effetto locale o sistemico ◦ Preparazioni liquide per nebulizzazione (soluzioni, sospensioni o emulsioni trasformate in aerosol per mezzo di dispositivi adatti detti nebulizzatori attraverso l’uso di gas compressi o di ultrasuoni) ◦ Preparazioni pressurizzate con dosatore per inalazione (soluzioni, sospensioni o emulsioni fornite in contenitori dotati di una valvola dosatrice e che sono tenute sotto pressione con adatti propellenti liquefatti) ◦ Preparazioni destinate ad essere vaporizzate (preparazioni liquide o solide a cui si aggiunge acqua calda per inalare il vapore che si forma) ◦ Polveri per inalazione (si somministrano per mezzo di inalatori di polvere) PARENTERALI: sono forme farmaceutiche che devono sempre essere contenute in un contenitore trasparente in modo che l’addetto possa controllarne il contenuto. ◦ Preparazioni iniettabili (soluzioni, emulsioni o sospensioni sterili multidose o a dose unica) ◦ Infusioni (soluzioni acquose o emulsioni sterili, isotoniche con il sangue e prive di antimicrobici, destinate alla somministrazione in grande volume) ◦ Concentrati per preparazioni iniettabili o infusioni (soluzioni sterili destinate a preparazioni iniettabili o infusione dopo diluizione a un volume prescritto) ◦ Polveri per preparazioni iniettabili o infusioni (sostanze, solide, sterili, ripartite nei loro contenitori finali e che, quando vengono agitate con il volume prescritto di un dato liquido sterile, danno luogo a soluzioni limpide o a sospensioni uniformi) ◦ Gel per preparazioni iniettabili (gel con una viscosità̀ adatta a garantire un rilascio modificato del principio attivo al sito d’iniezione) ◦ Impianti (preparazioni solide, sterili, di dimensioni e forma adatte per l’impianto e il rilascio del principio attivo per un periodo di tempo prolungato) APPLICAZIONE CUTANEA: una parte può essere assorbita a livello sistemico con possibili effetti indesiderati. ◦ Forme farmaceutiche solide: polveri per applicazione cutanea (particelle solide, non aggregate di vari gradi di finezza) ◦ Forme farmaceutiche semisolide: ▪ unguento (base monofasica povera di acqua ma ricca di sostanze grasse e resinose in cui possono essere disperse sostanze liquide o solide) ▪ creme (emulsioni formate da due fasi, una lipofila e una acquosa, di cui una prevale sull’altra), ▪ gel (liquidi gelificati per mezzo di gelificanti quali ad esempio pectina, possono essere idrofobi - ologel o idrofili – idroceli) ▪ paste (preparazioni semisolide per applicazioni cutanee che contengono finemente dispersi nella base, solidi in grandi proporzioni) ▪ cataplasmi (base idrofila che trattiene il calore, in cui sono dispersi principi attivi solidi o liquidi) ▪ impiastri medicati (base adesiva ed adatto rivestimento che si toglie prima di applicare) ◦ Forme farmaceutiche liquide: ▪ shampoo (preparazioni contenenti tensioattivi destinate all’applicazione su cuoio capelluto) ▪ schiume cutanee. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato RETTALI: ◦ Supposte (il principio attivo è disperso o disciolto in eccipienti quali grassi solidi, con un punto di fusione vicino a quello della temperatura corporea, quindi in grado di rilasciare il principio attivo solo in seguito alla sua somministrazione) ◦ Capsule rettali (rivestimento lubrificante) ◦ Soluzioni, sospensioni ed emulsioni rettali (preparazioni liquide che contengono i principi attivi disciolti o dispersi in acqua, glicerolo o macrogol di volume compreso tra 2.5 - 2000 mL) ◦ Polveri e compresse per soluzioni e sospensioni rettali (preparazioni da disciogliere o disperdere in acqua al momento della somministrazione) ◦ Preparazioni semisolide rettali (unguenti, creme o geli confezionati in contenitori dotato di un adatto applicatore) VAGINALI: ◦ Ovuli (preparazioni solide ovoidali) ◦ Capsule vaginali ◦ Soluzioni, emulsioni e sospensioni vaginali (preparazioni liquide destinate ad esercitare un effetto locale, per irrigazione o per scopi diagnostici) ◦ Compresse per soluzioni e sospensioni vaginali (preparazioni a dose unica che vengono disciolte o disperse in acqua al momento della somministrazione) ◦ Preparazioni vaginali semisolide (pomate, creme o geli) ◦ Schiume vaginali ◦ Tamponi vaginali medicati PER IRRIGAZIONE: soluzioni acquose sterili di grande volume, isotoniche con il sangue, allestite in contenitori a dose unica. Sono impiegate per l’irrigazione di cavità corporee o ferite, ad esempio durante interventi chirurgici. ◦ Schiume medicate: preparazioni costituite da grandi volumi di gas disperso in un liquido contenente i principi attivi ed un tensioattivo che assicura la formazione di schiuma. ◦ Tamponi medicati: preparazioni solide a dose unica, da inserire nella cavità del corpo per un limitato periodo di tempo. Sono costituiti da materiale tipo cellulosa impregnato con uno o più principi attivi. FORME FARMACEUTICHE IN BASE AL RILASCIO DEL PRINCIPIO ATTIVO Le forme farmaceutiche si possono classificare anche in base a come avviene il rilascio del principio attivo. Rilascio convenzionale in cui il principio attivo viene rilasciato subito dopo la somministrazione del medicinale (rilascio immediato). Questo tipo di rilascio comporta la presenza di picchi di farmaco nel sangue. Rilascio modificato permette di andare a modificare sia il sito che il tempo di rilascio del principio attivo, permettendo un rilascio di tipo prolungato, ritardato o ripetuto. Il rilascio modificato è importante per andare a modificare le caratteristiche farmacocinetiche (l’ADME) e farmacodinamiche del farmaco; dunque, permette la modifica del meccanismo con cui si ha l’azione terapeutica. Un esempio pratico in cui risulta essere utile il rilascio modificato è, per esempio, una terapia che prevede un’assunzione costante del principio attivo nel corso della giornata: ciò è possibile proprio grazie a questo metodo che permette di rilasciare poco farmaco per volta. Ciò offre diversi vantaggi: permette la riduzione degli effetti collaterali, poiché non vi è una somministrazione eccessiva in un singolo momento; anzi, la concentrazione si mantiene costante nel tempo; consente di aumentare la compliance della terapia (capacità del paziente di rispettare la prescrizione medica) poiché egli non deve continuamente assumere il medicinale, ma è sufficiente ad esempio un’assunzione alla mattina e un’assunzione alla sera garantendo Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato comunque un rilascio continuativo durante il giorno e dunque il dosaggio corretto secondo la prescrizione. In poche parole, il rilascio modificato permette una modifica di tempo e luogo del rilascio del farmaco. Per la modifica in termini di velocità (il tempo) esistono: sistemi a riserva: presentano il farmaco circondato da una membrana polimerica che consente un rilascio costante del medicamento; sistemi a matrice: prevedono il principio attivo disciolto o disperso in una matrice polimerica. Per la modifica in termini di luogo, intesa come il raggiungimento del principio attivo in un luogo specifico, esistono: sistemi a vettorizzazione modulare: permettono il controllo della distribuzione di un principio attivo grazie all’associazione di esso con un vettore, come per esempio un anticorpo monoclonale con radionuclide che lega un tessuto specifico; sistemi a micro/nano particelle e le formulazioni liposomiali: garantiscono la possibilità di inglobare efficacemente il principio attivo ed influenzarne il rilascio tramite la modulazione delle proprietà fisico- chimiche del trasportatore stesso. L’uso di tali sistemi consente la liberazione del principio attivo in particolari distretti dell’organismo ed è usato nel trattamento di patologie che richiedono la terapia farmacologica mirata come ad esempio antibiotici, antitumorali, farmaci antinfiammatori. Si può notare il farmaco al centro, avvolto da albumina da un lato e da liposomi dall’altro, che fungono da vettore; si parla dunque di localizzazione tissutale. VIE DI SOMMINISTRAZIONE Le vie di somministrazione permettono di introdurre i farmaci dall’esterno all’interno dell’organismo. L’obiettivo è che il farmaco raggiunga solo la sede che necessita l’effetto terapeutico e che non si disperda nell’organismo a causare possibili effetti collaterali. Nella maggior parte dei casi, però, dopo aver somministrato il farmaco, esso viene assorbito e va in circolo raggiungendo molteplici siti oltre a quello malato. Come si può vedere dallo schema nell’immagine, il farmaco viene somministrato attraverso le varie vie e raggiunge i tessuti dove avviene uno scambio reciproco di farmaco con il plasma. Nello schema, nella colonna di destra, sono esaminate le vie di eliminazione: urina, feci, sudore, latte e aria espirata. È importante sottolineare che fegato e rene sono solo i principali ma non gli unici organi deputati al metabolismo e all’eliminazione dei farmaci. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato Il profilo farmacocinetico ADME è diverso a seconda della via di somministrazione ed è rappresentato nell’immagine a lato. Per esempio, nel caso della via di somministrazione orale, l’inizio della curva coincide con l’assunzione del farmaco. Poi avviene l’assorbimento, durante il quale il farmaco passa a livello sistemico e raggiunge la concentrazione massima in un tempo massimo. Dopo viene distribuito, metabolizzato ed eliminato, per cui scende la sua concentrazione nel circolo sanguigno. Per quanto riguarda la somministrazione endovenosa, invece, il farmaco viene iniettato direttamente nella circolazione sanguigna quindi è come se mancasse la fase di assorbimento, rimangono solo i processi di distribuzione metabolismo ed escrezione. Le vie di somministrazione di un farmaco si possono ordinare in modo decrescente in relazione alla velocità ed entità dell’assorbimento: 1. Endovenosa (perché manca la fase di assorbimento) 2. Inalatoria 3. Sublinguale, transmucosale 4. Sottocutanea 5. Intramuscolare 6. Intradermica 7. Rettale 8. Orale Le vie di somministrazione rappresentano delle porte di accesso anatomiche al corpo del paziente e possono anche essere classificate in: Naturali: anatomicamente pronte (es: via orale anche chiamata per os) Artificiali: create dall’uomo e non presenti in natura (es: cannula endovenosa) Un altro tipo di classificazione le distingue in: 1) Enterali: sublinguale, orale, rettale. 2) Parenterali: endovenosa, intramuscolare, sottocutanea, intradermica. 3) Altre: cutanea, transdermica, inalatoria, intracavitaria. 1.VIE DI SOMMINISTRAZIONE ENTERALI Le vie di somministrazione enterali si distinguono per la diversa sede di assorbimento e sono 3: A. sublinguale: l’assorbimento avviene nel cavo orale, a livello del pavimento sottolinguale che è molto vascolarizzato; B. orale: l’assorbimento avviene a livello gastrointestinale e nel caso dei farmaci prevalentemente nel duodeno; C. rettale: l’assorbimento avviene nell’ampolla rettale. 1A) SOMMINISTRAZIONE ENTERALE SUBLINGUALE Si effettua mettendo il farmaco sul pavimento della bocca sotto alla lingua che, essendo molto vascolarizzato, rende il passaggio nella circolazione sistemica molto rapido. Si tratta però di un’area di assorbimento molto piccola, per cui anche se è molto vascolarizzata, l’efficienza di assorbimento non è altissima. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato I vantaggi sono: Passaggio diretto nella circolazione sistemica evitando il filtro epatico Effetto rapido Utile per l’autosomministrazione Possibilità di interrompere l’effetto espellendo la compressa Gli svantaggi sono: Spesso i pazienti, invece di lasciar sciogliere la compressa nel distretto sublinguale, la deglutiscono trasformando questa via in una via di somministrazione orale Irritazione della mucosa Inadattta per un uso regolare e frequente 1B) SOMMINISTRAZIONE ENTERALE ORALE Questa via di somministrazione prevede l’ingestione di farmaci somministrati per bocca in diverse forme farmaceutiche. Il farmaco viene deglutito e assorbito in diversi tratti del sistema digerente, principalmente nel duodeno. Questa via è la più utilizzata e quella che garantisce la massima compliance tranne per i pazienti con problemi di deglutizione. I vantaggi sono: Semplice ed economica Ben accettata dal paziente Possibilità di intervenire in caso di errore Utile nelle terapie croniche (protratte nel tempo) Gli svantaggi sono: Non adatta per farmaci distrutti dall’acidità gastrica o dagli enzimi digestivi. Esistono tuttavia delle compresse gastroresistenti che sono rivestite da una pellicola che impedisce al pH acido dello stomaco di distruggerle, in modo tale che arrivino nell’intestino dove rilasciano il loro contenuto. Possibile interazione con il cibo. Per esempio le tetracicline non possono essere assunte con i latticini perché si formano dei composti insolubili costituiti da farmaco e calcio che precipitano e quindi il farmaco non viene assorbito, ma solo eliminato. Assorbimento variabile sia come entità e sia come velocità Effetto del primo passaggio epatico Inadatta per soggetti non cooperanti (neonati, pazienti incoscienti, in coma) o che vomitano. Per superare questo ostacolo è stata creata una forma farmaceutica di un farmaco antiemetico per via sublinguale che passa direttamente in circolo e va ad agire a livello del centro del vomito Non indicata nei casi in cui si vuole un effetto immediato. Una volta che il farmaco è assunto per via orale, il picco di concentrazione ematica avviene solo 1-1,5 ore dopo. A tal proposito ci sono nuove formulazioni con dei sali che aiutano ad assorbire più velocemente 1C) SOMMINISTRAZIONE ENTERALE RETTALE Sono somministrati sotto forma di supposte prevalentemente con i pazienti pediatrici. Anche la mucosa rettale è ben vascolarizzata e quindi l’assorbimento dovrebbe essere molto rapido ed efficiente. La via rettale, però, viene usata quando si vuole ottenere un effetto farmacologico prolungato nel tempo perché le supposte si sciolgono lentamente alla temperatura corporea, rilasciando il farmaco lentamente. I vantaggi sono: Utile in caso di vomito, per pazienti incoscienti, per i bambini piccoli Per la somministrazione di farmaci irritanti per lo stomaco Per azione locale (purganti irritativi) Si evita in parte il filtro epatico Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato Gli svantaggi sono: Materiale fecale può interferire con l’assorbimento Possibile irritazione locale Non particolarmente gradita dai pazienti 2.VIE DI SOMMINISTRAZIONE PARENTERALI Le vie parenterali si distinguono per la quantità di farmaco che si può somministrare e sono: A. Endovenosa: il farmaco è iniettato direttamente in circolo nel lume di un vaso venoso B. Intramuscolare: il farmaco è iniettato all’interno di un muscolo scheletrico (grande gluteo) C. Sottocutanea: il farmaco è iniettato nel tessuto sottocutaneo D. Intradermica: il farmaco è iniettato nel derma 2A) SOMMINISTRAZIONE PARENTERALE ENDOVENOSA Viene effettuata in un’unica soluzione di tempo utilizzando siringhe per praticare un’iniezione endovenosa lenta. In alternativa viene effettuata su tempi molto più lunghi usando aghi butterfly o agocannula. Quando viene somministrato un farmaco per via endovenosa si salta la tappa dell’assorbimento e tutte le sue limitazioni, in questo modo tutto il farmaco somministrato raggiunge il circolo sistemico. Si usa in caso di urgenza. Questa via permette di infondere volumi molto grandi di liquidi e di ottenere concentrazioni plasmatiche del farmaco stabili nel tempo. Questo è importante per pazienti critici o nel caso di farmaci estremamente tossici per evitare fluttuazioni della concentrazione plasmatica che potrebbe determinare una perdita dell’efficacia della terapia o tossicità. Questa via di somministrazioe presenza però numerose problematiche: rischio infettivologico legato alla possibile presenza di patogeni nell’accesso al circolo che possono causare sepsi; ingresso in circolo di rilevanti quantità di aria che possono determinare un’occlusione embolica di piccoli vasi; bisogna anche considerare che esistono dei farmaci particolarmente dannosi per le pareti vasali (come alcuni farmaci oncologici) che possono causare problemi nel sito di iniezione; un’altra problematica deriva dal fatto che è possibile quantificare il farmaco presente nel plasma del paziente. La concentrazione deve rispettare determinati limiti, se è troppo bassa si ha inefficacia terapeutica, al contempo se è troppo alta si rischia tossicità. Un errore che riguarda questa pratica è rappresentato dall’esecuzione di un prelievo ematico dallo stesso sito d’accesso in cui avviene l’iniezione del farmaco. Il risultato del prelievo riporterà una concentrazione plasmatica del farmaco molto alta inducendo uno stop alla terapia, ma questo è solo dovuto all’errore commesso durante il prelievo. I vantaggi sono: Azione rapida: utile nelle situazioni di emergenza e per ottenere un’elevata concentrazione di farmaco nel sangue Precisione nel dosaggio Possibilità di somministrare volumi notevoli Possibilità di somministrare sostanze irritanti Utilizzabile nei pazienti incoscienti Gli svantaggi sono: Maggior rischio di gravi effetti avversi Nel caso di errore non è possibile evitare gli effetti avversi provocati Non particolarmente gradita dai pazienti Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato 2B) SOMMINISTRAZIONE PARENTERALE INTRAMUSCOLARE È semplice da effettuare e consente un buon assorbimento dei farmaci con tempi di picco brevi. Si possono somministrare al massimo 5 ml di farmaco. I rischi sono principalmente di tipo infettivo e se la somministrazione del farmaco non è effettuata correttamente si possono danneggiare i tronchi nervosi e si possono causare problemi neurologici. I vantaggi sono: Assorbimento rapido Possibilità di utilizzo nei pazienti incoscienti Più sicura rispetto alla via endovenosa Adatta anche per preparati deposito (ritardo) che consentono il rilascio del farmaco poco alla volta Gli svantaggi sono: A volte provoca dolore nella sede d’iniezione Non si possono somministrare farmaci necrotizzanti per non danneggiare il muscolo 2C) SOMMINISTRAZIONE PARENTERALE SOTTOCUTANEA Viene effettuata con piccole siringhe. Il farmaco viene iniettato dopo aver sollevato una piccola plica cutanea. Il tessuto sottocutaneo è povero di vasi, quindi l’assorbimento ha una velocità moderata. Si possono somministrare piccole quantità di farmaco intorno a 1 ml al massimo. Per aggirare il problema si usano pompe programmabili, per esempio per i pazienti diabetici, in cui questi sistemi consentono di erogare ogni volta piccole quantità di insulina nel sottocute. Anche in questo caso si può avere un rischio infettivo locale e dolore nel sito di iniezione. I vantaggi sono: Azione rapida Adatta per preparati deposito Possibiltà di autosomministrazione Gli svantaggi sono: Non adatta per sostanze irritanti Assorbimeto scarso in pazienti con insufficienza circolatoria periferica Iniezioni ripetute possono provocare lipoatrofia con conseguente scarso assorbimento 2D) SOMMINISTRAZIONE PARENTERALE INTRADERMICA Le iniezioni intradermiche hanno lo scopo di somministrare per via parenterale un liquido che debba essere assorbito il più lentamente possibile. Questa via è usata per la somministrazione di tubercolina, un reagente usato per la verifica di tubercolosi. I vantaggi sono: Utile per la somministrazione dei vaccini Costi ridotti Gli svantaggi sono: Dose ottimale sconosciuta La tecnica di iniezione richiede abilità e tempo Reazioni al sito di iniezione: gonfiore, prurito Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato 3. ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE Le altre vie di somministrazione sono: A. Inalatoria B. Cutanea e transdermica C. Intracavitaria D. Mucosale 3A) ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE: INALATORIA Sfrutta l’albero riespiratorio. Le molecole più grandi si fermano alle alte vie respiratorie, quelle più piccole arrivano fino al sistema bronchiale e agli alveoli. Le porzioni prossimali dell’albero respiratorio sono poco permeabili ai farmaci e la somministrazione ha effetto locale. Le porzioni distali, invece, sono molto permeabili ai farmaci che le raggiungono e che quindi possono avere degli effetti sistemici. I vantaggi sono: Assorbimento estremamente rapido Si evita il filtro epatico Possibilità di autosomministrazione Utile anche per azione locale Adatta per la somministrazione di gas (anestetici) Gli svantaggi sono: Minor controllo del dosaggio Necessità di apparecchiature particolari Possibilità di irritazione locale 3B) ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE: CUTANEA E TRANSDERMICA La somministrazione cutanea viene effettuata per ottenere un effetto locale come per patologie dermatologiche. La somministrazione trasdermica prevede l’utilizzo di specifiche preparazioni farmaceutiche come i cerotti, attraverso i quali i farmaci possono essere assorbiti attraverso la cute ed esercitare un effetto sistemico (per esempio i cerotti contraccettivi e i cerotti usati nelle terapia del dolore). I vantaggi sono: Concentrazioni plasmatiche uniformi senza fluttuazioni La somministrazione del farmaco attraverso la pelle evita le variazioni di pH osservate con il transito gastrointestinale Viene evitato il metabolismo epatico di primo passaggio (sebbene la pelle sia metabolicamente attiva) È possibile l’autosomministrazione L’assunzione di farmaci può essere interrotta in qualsiasi momento rimuovendo il cerotto transdermico Può essere la via di somministrazione del farmaco preferita in pazienti che sono nauseati o privi di coscienza Gli svantaggi sono: Eruzioni cutanee, irritazione locale, eritema, dermatite da contatto Solo i farmaci potenti sono candidati idonei per il cerotto transdermico a causa dei limiti naturali di ingresso di farmaci imposti dall’impermeabilità della pelle Dosi di soli 5 mg o meno possono essere somministrate in un giorno La funzione barriera della pelle cambia da un sito all’altro sulla stessa persona, da persona a persona e con l’età Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato Il cerotto potrebbe essere scomodo da indossare poiché gli adesivi potrebbero non aderire bene a tutti i tipi di pelle e cadere Il sistema di somministrazione transdermica del farmaco in media non permette di far raggiungere livelli elevati di farmaco nel sangue I farmaci ionici non possono essere somministrati per via transdermica 3C) ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE: INTRACAVITARIA La via di somministrazione intracavitaria consente di avere il farmaco solo nel sito bersaglio. Il farmaco viene iniettato all’interno di una cavità sierosa. Per esempio, la via intracerebroventricolare prevede l’inserimento di una microcannula che raggiunge la cavità dei ventricoli laterali per somministrare farmaci direttamente nel liquor come alcuni antineoplastici per il trattamento delle leucemie. Inoltre, in ambito della medicina dello sport, viene sfruttata la via sinoviale che permette di somministrare farmaci antinfiammatori direttamente nella cavità sinoviale delle articolazioni. I vantaggi sono: Veicolare il farmaco direttamente nel sito bersaglio Riduzione della tossicità sistematica Gli svantaggi sono: Molto invasiva Richiede buona manualità dell’operatore 3D) ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE: MUCOSALE Le mucose esterne (nasale, congiuntivale, vaginale, uretrale) sono usate per ottenere un effetto topico e in alcuni casi offrono buone possibilità di assorbimento dei farmaci. Sono pochi i farmaci somministrati per questa via. I vantaggi sono: Elevata permeablità Tessuto altamente vascolarizzato Rapido assorbimento Viene evitato l’effetto di primo passaggio Facilità di somministrazione Maggiore biodisponibilità dei farmaci rispetto al percorso gastrointestinale o polmonare Gli svantaggi sono: Volumi molto piccoli e quindi applicabile solo a farmaci potenti con elevata solubilità in acqua La via di somministrazione nasale del farmaco non è adatta per farmaci irritanti o dannosi per la mucosa nasale Le condizioni delle malattie del naso possono causare un assorbimento ridotto Area relativamente piccola disponibile per l’assorbimento Le applicazioni croniche possono portare a problemi di tossicità e danneggiare le ciglia compromettendo le difese dell’organismo Le vie di somministrazione si possono distinguere in base al tempo di insorgenza dell’effetto: alcune vie sono più rapide e si usano in urgenza ed emergenza (vie endovenosa, inalatoria e sublinguale), le altre vie invece richiedono più tempo per l’insorgenza dell’effetto. Endovenosa: 30-60 secondi Inalatoria: 2-3 minuti Sublinguale: 3-5 minuti Intramuscolare: 10-20 minuti Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa 1.farmacologia1 01/10/2024 Prof.ssa Jessica Cusato Sottocutanea: 15-30 minuti Rettale: 5-30 minuti Orale: 30-90 minuti Transdermica (topica) variabile (da minuti a ore) CRITERI DI SCELTA Per scegliere la via di somministrazione adatta bisogna considerare diversi fattori: biodisponibilità: indica la quantità di farmaco non modificato che raggiunge il circolo sistemico (vedi 2.farmacologia1); condizioni cliniche del paziente: per esempio, se si tratta di pazienti in coma sarà impossibile usare la via orale; compliance del paziente: indica la capacità del paziente di rispettare la terapia prescritta. Essa è influenzata da diversi fattori relativi al paziente, al farmaco e alla via di somministrazione. In media la compliance massima si ha quando si ha l’assunzione di poche dosi al giorno per via orale; velocità di passaggio in circolo del farmaco: con la via endovenosa, il farmaco viene somministrato direttamente in circolo, a differenza della via orale che risulta più lenta; volume di farmaco che può essere iniettato: utilizzando una linea endovenosa non si ha altro limite al volume somministrato nel tempo se non quello posto dal rischio di causare una tossicità da espansione del volume extracellulare. La via endovenosa consente di somministrare un grande volume di liquidi, la via intramuscolare 5 ml, la via sottocutanea 1 ml mentre la via intradermica solo alcune decine di microlitri. Sbobinatore: Francesca De Rosa Revisore: Ilaria Chiavassa