L'avvento del digitale PDF
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Universitas Mercatorum
Serena Gennaro
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Questo documento PDF italiano descrive le prime reazioni all'avvento del digitale, analizzando le idee di utopia cibernetica positiva e negativa, e le teorie di Morozov sul ruolo di Internet. L'autore approfondisce aspetti tecnologici e sociali di questa transizione.
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Serena Gennaro - L’avvento del digitale Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941...
Serena Gennaro - L’avvento del digitale Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 7 Serena Gennaro - L’avvento del digitale Indice 1 LE PRIME REAZIONI AL DIGITALE....................................................................................................................... 3 2 L’UTOPIA CIBERNETICA POSITIVA...................................................................................................................... 5 3 MOROZOV......................................................................................................................................................... 6 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................. 7 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 7 Serena Gennaro - L’avvento del digitale 1 Le prime reazioni al digitale Le prime reazioni al digitale sembrano ricordare il movimento di opinione che sorse all’alba dei media che oggi definiamo “tradizionali”, come la radio e la televisione. Uno dei testi che più efficacemente sintetizzò le opposte posizioni è certamente Apocalittici e integrati di Eco (1964). Proprio su questo testo Pezzini (2017) ci ricorda che “quel titolo polarizzava in un’opposizione estrema quanto efficace le attitudini intellettuali all’inizio degli anni sessanta di fronte all’emergere della “cultura di massa”, strettamente legata all’affermazione dei media elettronici come la radio, la tv, e in più in generale dell’industria culturale nel suo complesso. Fenomeni vissuti da un lato come minacciosi e distruttivi della “vera” cultura, dall’altro lato – se non con indifferenza – con curiosità e ottimismo acritici. Mezzo secolo dopo, di fronte alla rivoluzione digitale, la questione che si ripropone, ridotta all’osso, sembra essere sempre la stessa: le nuove tecnologie della comunicazione incrementano le nostre possibilità di conoscere, esprimerci e creare oppure ci costringono, sotto apparenze e in modi seducenti, a uniformazioni radicali, a automatismi generalizzati, a perdite anziché incrementi di competenze? In che modo questo nuovo innesto dell’umano e dell’inanimato, del tutto inedito nella storia dell’umanità, ci sta modificando? E, viste da vicino, le pratiche quotidiane che ci catturano costantemente, sono davvero così sciocche, vuote, inconcludenti come a prima vista potrebbero sembrare?” (Pezzini, 2017, p.178). Se rispondere a questi interrogativi non è certamente semplice - e la questione è oggetto di studio da parte di ricercatori di molte discipline – è indiscusso come l'avvento del digitale abbia portato con sé una sfida al concetto di massa e come il discorso sul digitale debba essere depurato rispetto alle retoriche che lo hanno accompagnato dopo la sua nascita. Certamente «una questione fondamentale posta dalla specificità delle tecnologie informatiche riguarda (…) le modificazioni che esse inducono nelle stesse modalità di percezione e categorizzazione, presupposti della continua ricodificazione/ridefinizione della significatività del mondo.» (Pezzini, 2017, p.179). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 7 Serena Gennaro - L’avvento del digitale La prima reazione all’avvento del digitale è rintracciabile nella cosiddetta utopia cibernetica negativa, ovvero quel filone che ha visto nel progresso tecnologico il rischio di una perdita di centralità da parte dell'individuo a favore di una società costituita interamente da macchine. Nella società cibernetica e automatizzata gli individui sarebbero stati sottoposti al controllo delle tecnologie. A partire dagli anni '90 si diffuse allora l’idea di una progressiva volatilizzazione della realtà ad opera della tecnologia. La cultura cosiddetta cyberpunk ha trasposto questa visione in una vasta produzione di fumetti, film e cortometraggi per rappresentare un mondo distopico e comandato dalle macchine. Uno degli esempi più significativi di questa produzione è certamente il film Blade Runner del 1982. Era dunque cominciata l'era della globalizzazione e del capitalismo post-industriale; la paura di una perdita di centralità dello Stato nell'economia dei singoli Paesi e di una imminente smaterializzazione dei flussi finanziari ad opera di soggetti sovranazionali contribuì a diffondere un clima di disorientamento che fece da base allo sviluppo in questa fase di un diffuso allarmismo rispetto all’avanzamento tecnologico in atto e ai suoi effetti sulle letture del mondo da parte degli individui, in “una visione pessimista che riecheggia anche nei lavori recenti di Richard Grusin (2017), quando sottolinea il ruolo ambiguo di “premediazione” – fra previsione e manipolazione – che hanno assunto progressivamente i media elettronici” (Pezzini, 2017, p.179). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 7 Serena Gennaro - L’avvento del digitale 2 L’utopia cibernetica positiva Solo nella modernità più avanzata troviamo un cambio di direzione rispetto all’utopia cibernetica negativa. Con l'avvento del progetto internet - costituito dalla connessione fra nodi di una rete fatta da uomini e macchine - che si diffonde un certo entusiasmo rispetto al ruolo della rete. Sono questi gli anni delle prime comunità virtuali, dei primi mud e forum e si realizzano così i primi ambienti partecipativi digitali. Questa nuova visione, definita utopia cibernetica positiva, diffonde una narrazione fatta di comunità virtuali, di accesso condiviso al sapere e alle conoscenze e fa riferimento al una nuova agorà elettronica favorita dall’avvento di internet. Questo nuovo tecno-ottimismo esalta la natura salvifica della rete e il suo ruolo nella promozione della democrazia, fino ad arrivare al concetto di tecnocrazia. Le utopie vengono meno quando la rete di internet si diffonde nella vita delle persone e la tecnologia digitale diventa parte della quotidianità, tanto che «il proposito di emancipazione democratica che associa il progetto tecnocratico delle autostrade dell'informazione alla cyber cultura lascia il passo in favore di una secolarizzazione delle tecnologie dell'informazione: internet comincia ad assumere un ruolo rilevante nella politica degli Stati» (Bentivegna, Boccia Artieri, 2019, p. 25). In anni recenti, in seguito diffusione dei social media, la visione tecno-ottimista sembra tornata prepotentemente sulle scene, insieme alla ritrovata fiducia nella possibilità che strumenti come blog, wiki, piattaforme social avrebbero promosso partecipazione civica e democrazia. Se da un lato dobbiamo ricordare il ruolo di internet e di alcuni social network in alcuni contesti di protesta, è evidente il fatto che queste tecnologie non sono state di per sé stesse portatrici di democrazia quanto più un supporto per il racconto e la narrazione degli avvenimenti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 7 Serena Gennaro - L’avvento del digitale 3 Morozov La demagogia sulla natura salvifica di internet comporta in questo senso il pericolo di pensare che la tecnologia «darà potere a gente che oppressa da anni di regime autoritario inevitabilmente si ribellerà mobilitandosi attraverso sms, Facebook, Twitter e qualunque altro strumento arrivi l'anno prossimo» (Morozov, 2011. p. 14). Morozov mette in guardia circa la natura salvifica di Internet e rispetto al cosiddetto lato oscuro della libertà della rete. In The Net delusion: The Dark Side of Internet Freedom (2011) sostiene una posizione cyber-realista così sintetizzabile: - internet non è intrinsecamente portatrice di libertà, democrazia, comunità - le masse utilizzano internet per intrattenersi e confermare la propria personalità - l’attivismo da tastiera di traduce in slacktivism, favorendo disimpegno e depoliticizzazione - internet è comunque soggetta al controllo da parte di istituzioni e ai governi, specie in contesti non democratici (basti pensare ai moltissimi meccanismi di censura messi in atto dai regimi autoritari). Morozov porta avanti una critica di sistema tesa a svelare la pericolosità di internet come ideologia intrinsecamente portatrice di valori positivi. Internet porterebbe, secondo l’autore, ad un’omologazione in cui l’individuo è assoggettato ai messaggi della rete come strumento di distrazione di massa orientato all’intrattenimento. L'autore mette in guardia circa l'uso che regimi autoritari come quello cinese potrebbero fare di internet, utilizzata per accrescere il controllo sui movimenti di protesta e le azioni degli individui. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 7 Serena Gennaro - L’avvento del digitale Bibliografia J. D. Bolter, R.Grusin, Remediation. Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, Guerini, 2003 E. Morozov, The Net delusion: The Dark Side of Internet Freedom, Perseus Books, 2011 I. Pezzini, V. del Marco, a cusa di, Nella rete di Google. Dispositivi, strategie e pratiche del motore di ricerca che ha cambiato la nostra vita, Milano, Angeli, 2017 R. Grusin e A. Maiello, Radical mediation. Cinema, estetica e tecnologie digitali, Frontiere, 2017 S. Bentivegna, G. Boccia Artieri, Le teorie delle comunicazioni di massa e la sfida digitale, Laterza, 2019 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 7