Citologia - Sistema Membranoso PDF

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Università degli Studi di Milano Statale

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cell biology cell membranes cytology biology

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This document provides an overview of cell cytology, focusing on the structure and function of cell membranes, including their composition, types, and functions. It details the different components and processes associated with cellular membranes.

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Citologia Sistema membranoso Essenziale nella cellulare eucariote per permettere lo svolgimento simultaneo di diverse reazioni in differenti compartimenti (RE, apparato di Golgi, involucro nucleare, lisosomi e perossisomi). Hanno tutti la stessa composizione di membrana (si...

Citologia Sistema membranoso Essenziale nella cellulare eucariote per permettere lo svolgimento simultaneo di diverse reazioni in differenti compartimenti (RE, apparato di Golgi, involucro nucleare, lisosomi e perossisomi). Hanno tutti la stessa composizione di membrana (si possono fondere fra di loro), presentano associate alle membrane complessi enzimatici idrosolubili, con i substrati disciolti nella matrice. Collaborano in reazioni quali la fagocitosi, il trasporto di molecole, la respirazione e la secrezione. Al microscopio elettronico essa presenta una struttura trilaminare formata esternamente da due strati elettrodensi spessi 2,5 nm e separati da una lamina elettrontrasparente di 3 nm. Entrambi hanno Una composizione di 40% di lipidi, 50-55% di proteine e 5-10% di glucidi legati a proteine. Le molecole lipidiche sono rappresentate soprattutto dai fosfolipidi, molecole an patiche che presentano teste polari rivolte verso l’ambiente intra ed extra cellulare e le code apolari, rivolte le une verso le altre – questo spazio è il preferenziale per il colesterolo. Sono presente anche glicolipidi solo su il restante estremo della membrana. L’altezza della membrana è in media di 4,5 nm. La composizione dei due strati lipidici di membrana è detta asimmetriche poiché non sono presenti le stesse molecole: sullo strato esterno possono essere presenti glicos ngolipidi, s ngomieline e fosfatidilcolina; sullo strato interno fosfatidilserina, fosfatidiletanolamina e fosfatidilinositolo. La membrana plasmatica presenta anche una certa plasticità, adattandosi alla forma della cellula tramite una composizione più rigida o uida (permette movimenti di diffusione laterale, ip- op, oscillazione e rotazione). Le proteine di membrana possono essere di diverso tipo: estrinseche (periferiche, a contatto con le proteine intrinseche o con le teste idro le) esterne, intrinseche (integrali) esterne, intrinseche interne e estreinseche interne, oltre che transmembrana – che attraversano integralmente la membrana portandosi da uno strato all’altro di essa - con residui oligosaccaridici. I lipidi e le proteine non hanno una posizione ssa ma posso spostarsi, nonostante i lipidi possano spostarsi solo nel loro monostrato. La membrana è permeabile solo ad alcune sostanze come molecole apolari (O2 e N2), piccole molecole polari (acqua, urea, etanolo) ed ad alcuni lipidi (ormoni steroidei), le quali possono attraversare la membrana attraverso la diffusione semplice. È semipermeabile a molecole polari (glucosio, a) e a ioni (hanno carica elettrica), che possono passare tramite fi fi fl fl fl fi fi fi diffusione facilitata, cotrasporto e trasporto attivo. È impermeabile a macromolecole che possono essere incluse tramite endo- e esocitosi. La tipologia di trasporto è determinata dal gradiente elettrochimico (differenze di concentrazione o carica elettrica alle due estremità della membrana): il trasporto è passivo se avviene secondo gradiente di concentrazione e non implica l’utilizzo di energia, è attivo se è contro gradiente di concentrazione ed implica l’utilizzo di energia. Le proteine coinvolte nel trasporto possono essere dei due tipi: canale, formano un canale per molecole di piccole dimensioni, carrier con molecole diverse ed anche più grandi, può essere un trasporto di vario tipo: uniporto: speci ca molecola; simporto: associazione di due molecole che stanno tra loro in un rapporto speci co; antiporto: alcune molecole possono entrare a patto che altre escano. I canali possono presentare un cancello a controllo di potenziale di membrana o a controllo di ligando. Sulla membrana possono essere anche presenti recettori di diversi natura: lipidici, che innescano l’unione dei recettori e una serie di reazioni all’interno, proteica, che comporta l’apertura e l’entrata della sostanza. Se si parla, invece, di segnali, i segnali lipidici possono entrare direttamente all’interno della cellula, i proteici scatenano reazioni. Sulla super cie esterna della membrana e sul versante interno degli organuli possono essere presenti carboidrati associati a lipidi e proteine. Gli oligosaccaridi formano glicolipidi e glicoproteine, mentre i polisaccaridi si uniscono solo con le proteine formano i proteoglicani. Questi formano il glicocalice, presente solo nelle cellule animali, dove va a sostituire la parete cellulare delle cellule vegetale. Ha funzione di riconoscimento, adesione, catalisi enzimatica, carica elettrica, ltro barriera, assorbimento, oltre che di protezione da insulti chimici e meccanici. Matrice citoplasmatica È una matrice amorfa che contiene i substrati ed i prodotti intermedi delle funzioni biosintetiche. È un sistema polifasico colloidale formato all’85% da acqua in cui si possono rintracciare DNA, RNA, aa, fosfati di, nucleotidi, nucleo si di e proteine che consentono un cambiamento conformazionale da plasmasol a plasmagel e viceversa. Contiene Ø il nucleo, Ø gli organuli, Ø il citoscheletro e Ø Inclusioni (granuli di glicogeno, lipidi…) fi fi fi fi Nucleo Forma, dimensioni e numero dei nuclei dipendono dal tipo di cellula (epitelio intestinale: allungate e verso la base; granulociti neutro li polilobato; osteociti: polinucleati…). Il nucleo è attorniato dall’involucro nucleare, il quale è formato da due membrane concentriche separate da uno spazio di 25 nm, interrotte dai pori, che rappresentano la cisterna perinucleare, in conitnuità con il RE. La membrana esterna partecipa all’attività del RE e può presentare ribosomi; è circondata da lamenti intermedi. La membrana interna, invece, è rivestita da una lamina brosa (dall’aspetto feltroso) o nucleare formata dalla polimerizzazione delle lamine (laminine) che si interrompono a livello dei pori e che sono associate a regioni di eterocormatina. I pori si compongono di circa 100 nucleoproteine che catalizzano il trasporto – selettivo ed attivo – di macromolecole nell’una o nell’altra direzione. Essi presentano in posizione centrale un canale acquoso e sul versante cito plasmatico un anello di proteine e lamenti che si portano sia verso il citosol che verso la matrice nucleare. Il nucleo interfasico presenta nella matrice nucleare o nucleoplasma la cromatina – formata da DNA avvolto intorno ad istoni, proteine e basso peso molecolare – ed il nucleolo. La cromatina, presente sotto forma di bre di cromatina dal diametro di 30 nm, unite da proteine istoniche non nucleosomiche, che sono formate da nucleosomi, si può trovare in diverse forme: Ø Eterocromatina: forma tascrizionalmente inattiva, associata alla lamina nucleare e al nucleolo, rappresenta le regione telomeriche e centromeriche dei cromosomi Ø Eucromatina attiva: rappresenta il 10% del totale (di eucfromatina attiva), sintetizza le 50 mila proteine che formano i mammiferi, non è colorata Ø Eucromatina inattiva: forma intermedia Nei nuclei dei mammiferi di sesso femminile è presente un dimor smo nucleare: uno dei due cromosomi X viene inattivato e diventa un ammasso di cromatina addossato all’involucro nucleare, chiamato Corpo di Barr. La cromatina si trova all’interno della matrice nucleare. La matrice nucleare è il corrispondente nucleare del citoscheletro cito plasmatico. È costituita dalla lamina nucleare, dal reticolo bre granulare interno e da residui nucleo lari. Può essere associata tramite proteine. Aspeci che sequenze di DNA. La disposizione della cromatina nel nucleo durante l’Inter fase non è casuale ma regolato da essa. Nella matrice è presente anche il nucleolo, privo di membrana. Esso è deputato alla sintesi o dell’rRNA ed è la sede di assemblaggio i delle subunità ribosomiali. Possono essere da 1 a 6 per nucleo ed occupare un fi fi fi fi fi fi fi fi volume nucleare dal 3% al 25%. Il nucleolo è formato da diverse anse di DNA, in cui ogni ansa corrisponde ad un gruppo di geni che codi cano per l’rRNA e il NOR, organizzatore nucleolare che contiene numerose copie dei geni codi canti rRNA, cromatina associata al nucleolo, rRNA nascenti, proteine ribosomiali ed enzimi ribosomiali proveniente dal citoplasma che, legandosi a precursori ribosomiali, formano particelle ribonucleoproteiche che sono tras ormate nelle subunità ribosomiali. Al microscopio elettronico è possibile individuare 3 regioni: granulare (i granuli sono precursori ribosomiali); brillare (DNA trascrizionalmente inattivo); brillare densa (rRNA con gene che lo codi ca). Reticolo endoplasmatico È una rete tridimensionale di cavità chiuse, in parte comunicanti (cisterne, tubuli, vescicole). È visibile solo al microscopio elettronico, non è in comunicazione con la membrana, forma una grande cisterna attorno al nucleo, è di 2 tipi, ma di solito uno prevale nella cellula. Rugoso Corrisponde all’ergastoplasma della microscopia ottica, è formato da tubuli e sacculi appiatti (cisterne) sulla cui membrana citosolica sono presenti ribosomi sulla super cie esterna, tipico di cellule con attività di sintesi e secrezione proteica (epitelio ghiandolare). Sintetizza le proteine destinate ad essere intrinseche di membrana, all’esterno (proteine di secrezione) della cellula ed ai lisosomi. La traduzione ha inizio con la formazione di un ribosoma funzionale, poi l’mRNA codi ca per un RE- peptide segnale che viene riconosciuto da una SRP (signal recognition particle), questo lo lega ad un ribosoma in corrispondenza di un SRP recettore. A questo punto l’SRP ritorna nel citosol ed il complesso penetra nel lume delle cisterne. A ne traduzione il RE peptide e le subunità ribosomiali si staccano. Nelle cisterne sono presenti proteine intracisternali che ripiegano le proteine e creano ponti disolfuro, inoltre vengono aggiunti oligosaccaridi sul gruppo NH. Liscio Ha forma prevalentemente tubulare, non presente ribosomi. È formato da una rete di tubuli che nella maggior parte dei casi rappresenta la porzione terminale del RER senza ribosomi, chiamata elementi di transizione. Non è visibile al microscopio ottico. Costituisce le vescicole fra il RER e la rete fi fi fi fi fi fi fi fi fi cis-golgiana. È abbondante nelle cellule che sintetizzano lipidi e che trasportano ioni. In queste cellule può essere formato da vescicole singole e da una rete anastomizzata di tubuli con diametro uniforme ma con forme irregolari e aggrovigliati. Ha funzione di biosintesi di steroidi assieme ai mitocondri (ghiandole endocrine), di colesterolo, glucocorticoidi e mineralcortoicoidi; negli eritrociti – cellule deputate all’assorbimento – la sintesi dei trigliceridi a partire da monotrigliceridi ed acidi grassi avviene nel REL; detossi cazioni di composti organici come etanolo e barbiturici (fegato), in queste cellule il REL aumenta e viene poi degradato per autofagia; metabolismo del glicogeno (fegato); depositi di ioni calcio (reticolo sarcoplasmatico). Ribosomi Organuli deputati alla sintesi proteica. Hanno un diametro di 25x15 nm. Se sono liberi sono deputati alla sintesi di proteine destinate a rimanere all’interno della cellula (eritrociti nei primi stadi dell’eritropoiesi, neuroni), se sono associati sintetizzano proteine di membrana, lisosomiali o di secrezione. Negli eucarioti i ribosomi hanno un coef ciente di sedimentazione pari a 80S (60S+40S). Sono composti in proporzione 1:1 da RNA e proteine che si autoassemblano nel nucleolo. Quando attivi posso formare complessi di poliribosomi (3-30 unità). Le subunità prima della traduzione sono staccate. Quando il tRNA trova il codone di inizio sull’mRNA, le due subunità si associano ed ha inizio la traduzione. Apparato di Golgi È formato da una pila di 5-6 cisterne incurvate che presentano una faccia prossimale – nucleare – convessa ed una faccia distale – periferica – concava. Ogni pila presenta una cisterna cis, una o più cisterne intermedie ed una cisterna trans. Le cisterne cis e trans presentano una rete di tubuli e vescicole e perciò si parla di rete trans e cis golgiana. Le vescicole correttamente riunite e ripiegate dal RER vengono elaborate e condensate dal Golgi, il quale svolge principalmente 3 funzioni: aggiunta di oligsaccaridi (glicosilazione sulle terminazioni N e O), l’aggiunta di catena di glicosamminoglicani per la formazione di proteoglicani e la fosfatazione e solfatazione. Le proteine vengono selezionate nella rete cis e trans. Nella rete trans vengono riconosciute le proteine lisosomiali destinate agli endosomi tardivi. A questa altezza vengono anche riconosciute le proteine intracisternali del RER erroneamente indirizzate qui. Dal complesso di Golgi si dipartono 3 tipi di vescicole: le vescicole contenenti enzimi lisosomiali, rivestite di clatrina che si fondono poi con gli endosomi tardivi; le vescicole di secrezione costitutiva che secernono fi fi continuamente proteine e lipidi di membrana; le vescicole di secrezione controllata che contengono proteine secretorie che si condensano sempre più e completano i processi proteolitici nella rete transgolgiana, sono rivestite di clatrina e liberate per endocitosi. L’endocitosi comporterebbe un ampliamento della super cie della membrana plasmatica se l’azione non venisse bilanciata dalla cellula. Nel caso della via di secrezione, le vescicole vengono reindirizzate al Golgi per essere riutilizzate, nella via costituitiva sostituiscono le cellule di membrane invecchiate. È una stazione intermedia nel trasporto dei prodotti di secrezione. I prodotti giungono avvolti in vescicole alla faccia prossimale, si fondono con le membrane del Golgi e all’interno di esso vengono elaborati e condensati. Fuoriescono dalla faccia distale avvolti in vescicole. Le funzioni dell’Apparato di Golgi sono: completamento della glicosilazione; sintesi di polisaccaridi (glicoamminoglicani, mucina), di lipidi (s ngomielina), di glicolipidi (mediatori del riconoscimento cellulare); eventuale aggiunta alle proteine neosintetizzate di gruppi solfato, fosfato e acidi grassi; corretto smistamento delle proteine tramite vescicole; selezione degli enzimi lisosomiali e separazione dalle proteine di secrezione. Lisosomi Organuli deputati alla digestione. Le vescicole possono giungervi tramite endocitosi, fagocitosi o auto fagocitosi. L’endocitosi può assumere materiali liquido tramite la pinocitosi e materiale solido tramite la fagocitosi. La pinocitosi è un processo costituivo attraverso cui la cellula ingurgita materiale extracellulare ed i suoi componenti all’interno di vescicole rivestite da clatrina e mediate da recettori. La fagocitosi è un processo regolato, mediante il quale macromolecole e altri materiali solidi sono ingeriti (eterofagia: la membrana plasmatica si invagina formano un fagosoma che si fonde con un endosoma tardivo o lisosoma). Gli organuli invecchiati vengono eliminati per autofagia: vengono circondati dalla membrana del RE. I vacuoli contenenti lamelle di residui dei lisosomi formano i corpi densi che possono essere esocitati dalla cellula o diventare pigmenti di lipofuscina. I lisosomi contengono enizimi idrolitici (proteasi, lipasi, nucleasi) che agiscono a pH acido (5) mantenuto tramite una pompa ad H+ che funziona grazie ad ATP. La membrana lisosomiale ha una particolare permeabilità che consente agli enzimi di non fuoriuscire e ai suoi prodotti di essere liberati dal citoplasma. I lisosomi si originano dall’unione di una vescicole rivestita di clatrina contenente enzimi lisosomiali e da un endosoma tardivo (organulo deputato alla digestione che lavora a pH 6 in prossimità del Golgi che riceve vescicole dall’endosoma precoce – che riceve vescicole di endocitosi). fi fi Perossisomi Sono presenti in tutte le cellule eucariote. Contengo catalasi, enzimi che neutralizzano il perossido di idrogeno ed altri prodotti nocivi dell’ossigeno proteggendo la cellula dalle perossidazioni. Ossidano gli acidi grassi in Acetil Coenzima A che entra nei mitocondri e nel ciclo di Krebs, si forma da gemmazione del RE e importano gli enzimi dai ribosomi liberi. Sono organuli rivestiti da membrana che contengono materiale nemente granulare. Sono abbondanti negli epatociti e nelle cellule epiteliali dei tubuli contorti prossimali del rene. Attuano reazioni ossidative producendo perossido di idrogeno che viene usato per catalizzare reazioni ossidative di diversi substrati. L’energia liberata dalle ossidazioni viene usata in processi metabolici o dispersa sotto forma di calore. Degradano sostanze tossiche e sono implicati nella gluconeogenesi. Mitocondri I mitocondri producono energia a partire dalla fosforilazione ossidativa che porta alla formazione di ATP. Si replicano in maniera indipendente dal ciclo cellulare, originano da un altro mitocondrio, non originano ex-novo. Si ipotizza che derivino da una simbiosi tra batteri e cellule primitive capaci solo di respirazione anaerobia. Il numero varia in base alle esigenze energetiche del tessuto, in media 1000-2000, negli ovociti 100000. Oltre 100 geni controllano la sintesi delle proteine mitocondriali. Di questi, solo 13 sono rimasti nei mitocondri, gli altri si sono spostati nel nucleo. Ogni mitocondrio contiene una molecola circolare di DNA di circa 16,6 kb senza introni. Questa codi ca 13 proteine e 24 tRNA. La sintesi proteica avviene grazie ai ribosomi mitocondriali, simili ai batterici, che utilizzano molecole mitocondriali di tMRNA e mRNA. Al microscopio ottico appaiono come bastoncelli dal diametro di 0,2 micron e lunghi no a 12 micron. A livello ultrastrutturale presentano una membrana esterna, una membrana interna, uno spazio intermembrana e una matrice. La membrana esterna è liscia, permeabile a molecole dal peso molecolare inferiore a 5000 DA; la membrana interna è impermeabile alla maggior parte degli ioni ed è sollevata in creste. Gli enzimi della catena respiratoria si trovano sulla membrana interna. La funzione principale dei mitocondri è produrre energia sotto forma di ATP, calore e attuare ossidazioni. Questo si compie nel ciclo dell’acido citrico mediante ossidazione del piruvato e degli acidi grassi. Nella fosforilazione ossidativa, dal NADH si liberano elettroni che si uniscono all’ossigeno molecolare per produrre ATP. Lo spazio fra le membrane contiene enzimi che utilizzano ATP per fosforilare nucleotidi. La membrana interna racchiude la matrice mitocondriale con ioni calci9o. Contiene anche DNA mitocondriale. fi fi fi Citoscheletro Da forma alla cellula, ne consente lo spostamento e la migrazione interna degli organelli. È formato da 3 componenti principali: · Microtubuli (tubulina): instabili · Filamenti intermedi: stabili · Micro lamenti (actina): instabili Ed altre proteine accessorie che consentono il rapporto fra loro o con altre strutture cellulari (granuli e membrana plasmatica). È una struttura dinamica che comporta l’associazione e la dissociazione continua die suoi componenti. Microtubuli e micro lamenti sono ubiquitari per ogni cellula, mentre i lamenti intermedi sono eterogenei e possono avere forme varie. L’interazione fra citoscheletro e matrice avviene tramite le placche di adesione che assicurano l’ancoraggio delle cellule al substrato, utilizzate nel movimento ameboide ed informano la cellula della sua posizione rispetto allo spazio. I movimenti cellulari sono di 3 tipi: ameboide (tipico dello sviluppo embrionale e fetale e nei processi di cicatrizzazione); ciliare (epiteli vibratili che spostano liquido sulla super cie); agellare (solo spermatozoi). Il movimento ameboide prevede l’emissione di un lamellipodio, l’ancoraggio di questo al substrato tramite placca di adesione e contrazione dell’estremità posteriore. Il citosol occupa il 54% del volume cellulare, i mitocondri il 22% e sono circa 1700, il RER il 9%, il REL e il Golgi il 6%, i perossisomi l’1% e sono 400, i lisosomi l’1% e sono 300. Microtubuli I microtubuli sono strutture tubulari cave presenti in ogni cellula dal diametro di 25nm. Sono formate da 13 proto lamenti lineari disposti in circolo, ognuno dei quali è formato dall’alternanza di subunità globulari di tubuli alfa e beta. Costituiscono l’assonema di ciglia e agelli e l’ impalcatura per il posizionamento intracellulare degli organuli, oltre che dare forma alla cellula. Costituiscono un sistema micro circolatorio per il trasporto delle molecole e degli organuli, dirigono e orientano il trasporto delle vescicole secretore e partecipano al trasporto assonico. Sono eterodimeri polarizzati, in cui il polo positivo è rivolto verso la membrana ed il polo negativo verso il centrosoma, sono dinamici perché ad ogni polo positiva vi è la continua polimerizzazione delle subunità globulari e al polo negativo se non è stabilizzato la depolimerizzazione. Si autoassemblano nel citoplasma , in particolare a livello del centrosoma, e sono instabili perché possono accorciarsi, allungarsi e scorrere sul posto. fi fi fi fl fi fi fl Sono associate a proteine (MAPs) che consentono questi movimenti, fra cui ricordiamo le dineine citoplasmatiche e le cinesine che consentono lo scorrimento su microtubuli di organuli e vescicole. Vanno a costituire l’apparato mitotico il quale è formato dai centrioli (sempre presenti), dall’’aster e dal fuso mitotico (si formano in profase). Questo è essenziale per una corretta migrazione dei cromosomi ai poli opposti della cellula durante la divisione mitotica e meiotica. I centrioli sono solitamente 2 e perpendicolari tra di loro. Occupano il centro geometrico della cellula ed assieme al materiale pericentriolare costituiscono il centrosoma. Hanno la stessa struttura dei corpi basali di ciglia e agelli (9 triplette di microtubuli), spesso sono intercambiabili. Ogni tripletta è formate da un tubulo completo unito a due tubuli incompleti. Le triplette sono legate tramite proteine stabilizzatrici. Prima di ogni divisione cellulare i centrioli si duplicano e si spostano ai poli opposti della cellula dove costituiscono un centro organizzatore per aster e fuso mitotico assieme al materiale pericentriolare che contiene tubulina gamma. Micro lamenti Sono lamenti di circa 6-8 nm di spessore, sono presenti in tutte le cellule e formati da actina, che rappresenta dal 2 al 15% delle proteine totali. Si formano a partire da actina G la quale grazie ad ATP e ioni magnesio (e calcio) forma delle strutture lamentose ( lamenti di actina F) disposti a doppia elica che formano un giro completo ogni 70 nm. Su tutta l’actina presente nelle cellula, solo la metà è in forma lamentosa, l’altra metà è in forma monomerica. Se ne conoscono 6 isoforme: 1 nel muscolare scheletrico, 1 nel cardiaco, 2 liscio, 2 nelle altre cellule; possono avere polarità strutturale e funzionale e presentano il trademilling, fungono da guida per i movimenti intracellulari degli organelli. Forma l’anello di costrizione durante la citodieresi, i microvilli. All’actina si possono legare diversi lamenti di miosina che determinano lo scorrimento dell’actina sulla miosina o il movimento intracellulare di organelli. Presentano proteine associate che uniscono i micro lamenti in reticolati o fasci. Filamenti intermedi Filamento di circa 8-10 nm molto stabili. Sono tretrameri elicati formati da monomeri di lunghe proteine lamentose (subunità proteiche lineari ad alfa elica) in grado di auto assemblarli senza l’apporto di proteine accessorie o di energia, in base alla composizione sono suddivisi in 6 gruppi. Nonostante siano presenti in tutte le cellule dove vanno a formare reti perinucleari che vanno dal nucleo alla membrana cellulare, sono fi fi fi fl fi fi fi fi fi particolarmente abbondanti nelle cellule sottoposte a sollecitazioni meccaniche come le cellule epiteliali, muscolari e le bre nervose del sistema nervoso periferico. Sono di 6 tipi: · Filamenti di cheratina, presenti a livello delle cellule epiteliali ed in particolare nell’epitelio pavimentoso strati cato, dove assieme a proteine hanno funzione di barriera. Se associati a desmosomi ed emidesmosomi hanno funzione di sostegno meccanico; · Filamenti di desmina, a livello delle cellule muscolari lisce ancorano i lamenti sottili e distribuiscono la contrazione alla super cie cellulare, nelle cellule muscolari scheletriche legano le mio brille e le connettono al plasmalemma; · Filamenti di vimentina, abbondanti nelle cellule di origine mesodermica, attorno al nucleo; · Filamenti gliali, formati da proteina acida glio brillare, costituiscono il citoscheletro lamentoso di astrociti e cellule di Schwann; · Neuro lamenti, costituiscono i prolungamenti citoplasmatici dei neuroni, in particolari gli assoni lunghi; · Lamine nucleari, costituiscono uno strato feltroso sulla super cie interna dell’involucro nucleare. Istologia fi fi fi fi fi fi fi fi fi Tessuto epiteliale È ancorato alla membrana basale. È formato da cellule a stretto contato fra di loro, inframmezzate da scarsissimo materiale extracellulare. Non è vascolarizzato: le sostanza nutritizie provengono dai vasi del connettivo sottostante e si diffondo tramite i sottili spazi intercellulari tra le cellule epiteliale che contengono liquido interstiziale. Le bre nervose sensitive bucano la lamina basale tranne nell’epitelio di stomaco, intestino e utero. I linfociti possono migrare attraverso l’epitelio. Gli epiteli possono essere di 3 tipi: · Di rivestimento: cute, riveste la super cie esterna; tonache mucose, rivestono le cavità interne in comunicazione con l’esterno (tubo digerente, vie respiratorie, vie genitali); tonache sierose (mesotelio), rivestono cavità interne non in comunicazione con l’esterno (pleura, peritoneo, pericardio); endotelio, riveste la parete interna di vasi sanguigni e linfatici; · Ghiandolare: costituisce il parenchima di ghiandole endocrine ed esocrine · Sensoriale: cellule specializzate fra le cellule epiteliale, hanno recettori speci ci e sono collegate ai neuroni (cellule gustative, acustiche). L’epitelio ha funzione di escrezione dei prodotti di scarto e secrezione delle sostanze utili. Ha un alto tasso di rinnovamento che mantiene regolato tramite un’uguaglianza di proliferazione cellulare e morte cellulare. Questa avviene o per cheratinizzazione (cute) o per esfoliazione (intestino) – no in vie aeree e ghiandole. Le cellule epiteliali sono polarizzate, presentano una super cie apicale, una super cie basale e una super cie laterale. La polarità consiste nella distribuzione asimmetrica di organelli e specializzazioni di membrana. È particolarmente visibile nell’epitelio cilindrico semplice. Prevede una posizione basale del nucleo, una posizione latero-basale di RER e mitocondri, una posizione intermedia del Golgi e vescicole secretorie apicalmente. Le diverse super ci epiteliale possono presentare diversi specializzazione di membrana. Sulla super cie apicale sono presente microvilli, ciglia e stereociglia; sulla super cie laterale giunzioni cellulari e sulla super cie basale la lamina basale. È formato da uno o più strati di cellule che formano una barriera con proprietà speci che. Presenta sempre una super cie libera che può essere rivolta verso l’esterno o verso una cavità o un condotto. Rivestono la super cie esterna di tutto il corpo e delimitano la super cie interna dell’organismo. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Specializzazioni apicali delle cellule epiteliali § Microvilli: estro essioni digitiformi del citoplasma che si estendono dalla super cie cellulari. Sono immobili, principalmente presenti in epitelio con funzione di assorbimento come l’intestino (a orletto striato) e i tubuli contorti prossimali del rene (orletto a spazzola). Hanno un diametro di 80nm e un’altezza di 1 micron. Sono circa 2000 per cellula. L’asse è occupato da 20-30 micro lamenti di actina che all’apice presentano materiale amorfo e che si connettono fra loro per formare alla base la trama terminale (spettrina e miosina) che da rigidità al citoplasma apicale. Nella trama terminale i lamenti di actina del microvillo si legano ai lamenti orizzontali di actina cellulare; § Ciglia e agelli: sono sottili processi cellulari più grandi e complessi dei microvilli. Se sono corti e numerosi sono ciglia, se è uno unico e lungo è un agello. Sono dotati di movimento proprio, coordinato e ritmico, nel casi delle ciglia e pendolare, dei agelli sinusoidale. Ciglia e agelli presentano un citoscheletro specializzato, l’assonema, che è formato da 9 coppie di microtubuli disposte a cerchio intorno ad una coppia centrale di microtubuli, rivestite da membrana. La coppia centrale presenta microtubuli completi, formati da 13 proto lamenti, mentre nelle coppie periferiche un micro tubulo è completo (circolare), l’altro è incompleto (a forma di C), formato da 10 proto lamenti. Dal tubulo completo dipartono due bracci di dineina a intervalli regolari. Le 9 coppie sono unite da nexina. Da ogni coppia dipartono due raggi che terminano sulla guaina che circonda la coppia centrale. Alla base presentano il corpo basale che ha la stessa struttura dei centrioli (9 triplette di microtubuli). La coppia centrale termina sulla piastra basale, mentre le coppie periferiche si prolungano nei due microtubuli più interni del corpuscolo. Il movimento di ciglia e agelli è consentito grazie allo scorrimento dei tubuli ciliari dovuto alle interazioni dei tubuli periferici senza modi cazione di lunghezza, l’energia del movimento è data dall’idrolisi di ATP grazie all’ATPasi che si trova sulla dineina. Lo spermatozoo è l’unica cellula nei mammiferi ad essere agellata. § Stereociglia: microvilli (diversi perché la base è più sottile dell’apice) lunghi relativamente rigidi formati da actina. Si trovano nell’epididimo dove hanno il compito di aumentare la super cie di assorbimento e nelle cellule sensoriali della coclea dell’orecchio interno, dove traducono il segnale. fi fi fl fl fl fl fl fi fi fi fi fl fl fi fi Specializzazioni laterali delle cellule epiteliali Le cellule epiteliali tendono a formare lamine compatte garantendo l’integrità meccanica del rivestimento ed impedendo il libero passaggio di sostanze fra il lume dell’organo ed il connettivo. Questo è permesso grazie alle giunzioni cellulare che possono essere di 3 tipi: § Occludenti (zonula occludens): linea di fusione fra le membrane di due cellule adiacenti, sollevandole in creste, che decorre a cintura attorno all’intero perimetro cellulare. Sono responsabili della polarità delle cellule suddividendole in una porzione apicale ed in una latero-basale. Non permettono il passaggio ad alcuna molecola nell’interstizio tra una cellula e l’altra e mantengono la polarità della cellula impedendo lo spostamento di proteine di membrana; § Aderenti: robuste giunzioni meccaniche rese possibili da proteine di membrana che interagiscono a livello interstiziale con quelle della cellula adiacente. Possono essere di due tipi: giunzioni intermedia – zona adhaerens – e desmosoma/emidesmosoma. La zonula adhaerens rappresenta un accollamento fra cellule separate da cemento intercellulare. Decorre subito sotto la zonula occludens. È formata da proteine transmembrana di adesione (caderine) e proteine citoscheletriche (actina). I desmosomi sono giunzioni tenaci, rinforzate dalla presenza di addensamenti su cui si ancorano abbondati fasci di micro lamenti, sono formati da due tipi di proteine: le proteine di ancoraggio intracellulari ossia le desmoplachine che formano la placca di adesione connessa con lamenti intermedi di cheratina del citoscheletro; le proteine di adesione transmembrana ossia le caderine, che da un lato si ancorano con le omologhe della cellula adiacente, dall’altro con la placca. I piccoli contatti simili a desmosomi in più siti fra le cellule si chiamano punta adherentia; emidesmosomi: consentono l’ancoraggio dell’epitelio alla lamina basale, hanno la stessa struttura dei desmosomi, quello che cambia sono le proteine di adesione transmembrana che sono rappresentate dalle integrine; § Comunicanti: giunzioni che garantiscono l’accoppiamento elettrico e metabolico di cellule adiacenti tramite il passaggio di molecole grandi meno di 1000 Dalton. La super cie della gap junction è tappezzata da canali proteici – connessioni – perfettamente allineati con quelli delle cellule adiacenti. Il connessone è formato da 6 connessine. Le due membrane sono separata da uno spazio (idro lo) di 1.5 nm e interrotte dai connessioni. Sono presenti negli epiteliali, nelle cellule muscolari lisce, cardiache, nervose, fi fi fi fi osteociti, follicolari e cellule di Sertoli. Mancano soltanto nel muscolo scheletrico, negli spermatozoi e nelle cellule del sangue. Specializzazioni basali La membrana basale è tra l’epitelio ed il connettivo sottostante, è formata da due strati: · Lamina basale, prodotta dall’epitelio, suddivisa in lamina lucida formata da integrine, enanctina e laminina; lamina densa formata da collagene di tipo IV e rivestita da proteoglicani; · Lamina reticolare, prodotta dal connettivo, formata da bre reticolari collagene di tipo I e III. Ha funzione di sostegno strutturale e di adesione cellula/matrice, permette ai nutrienti e agli scarti di diffondere, funge da ltro per le macromolecole, è zona di differenziamento e polarizzazione cellulare, nella rigenerazione funge da “autostrada” per la migrazione delle cellule. Si moltiplicano continuamente per mitosi. Epiteli di rivestimento Classi cati in base Ø al numero degli strati cellulari Può esser: semplice un solo strato di cellule; strati cato più strati; di transizione – cambia forma in base alle esigenze – pseudostrati cato tutte le cellule poggiano sulla membrana basale (propaggine citoplasmatica) ma hanno nuclei disposti su più livelli, non tutte le cellule raggiungono la super cie libera. Ø alla forma delle cellule Possono essere: pavimentose larghezza prevale sull’altezza; cubiche larghezza ed altezza si equivalgono; cilindriche l’altezza supera la larghezza. Negli epiteli strati cati per individuare la forma delle cellule si osserva l’ultimo strato. Ø alle specializzazioni della super cie cellulare Epiteli semplici Sono relativamente sottili, le cellule hanno tutte la stessa polarità e nuclei più o meno allineati. Sono fragili. Rivestono compartimenti e condotti; hanno funzione di secrezione e assorbimento. § Pavimentoso semplice fi fi fi fi fi fi fi fi Ha l’aspetto di un pavimento formato da mattonelle poligonali. Le cellule sono disposte a mo’ di squama, verso la super cie libera presentano margini dentellati. Si dispongono a formare una lamina continua. Il nucleo sferoidale o ovoidale si dispone al centro della cellula determinando un leggero rilievo. Riveste le super ci interne umettate e si trova negli alveoli polmonari, in porzione del rene (foglietto parietale della capsula di Bowman; porzione sottile dell’ansa di Henle), nelle tonache sierose (mesotelio), nella parete dei vasi sanguigni e linfatici (endotelio), nella cavità del timpano, nel labirinto membranoso dell’orecchio interno, nella camera anteriore dell’occhio. § Cubico semplice È formato da cellula in cui altezza e larghezza si equivalgono, hanno l’aspetto di prismi in cui l’apice dà sulla super cie libera mentre la base rimane ancorata alla membrana basale. Si trova sulla super cie dell’ovaio, nei dotti escretori delle ghiandole, nei follicoli tiroidei i e nei tubuli renali, nell’epitelio del cristallino e nell’epitelio pigmentato della retina. C’è ne sono 2 tipi: basso se la larghezza prevale sull’altezza e alto se l’altezza prevale sulla larghezza. § Cilindrico semplice È formato da cellule in cui l’altezza prevale sulla larghezza, il nucleo ovoidale si trova di solito in posizione basale. Può presentare ciglia e microvilli. Riveste la super cie (soprattutto super ci di assorbimento) di stomaco, intestino, tuba uterina, utero, tubuli contorti prossimali e distali del rene. Epitelio pseudostrati cato È costituito da cellule che poggiano tutte sulla membrana basale ma non tutte raggiungono la super cie apicale. Dà l’impressione di essere formato da più strati perché i nuclei si trovano a diverse altezze rispetto alla membrana basale. Possono essere ciliate o mucipare (caliciformi). Le cellule basali a seguito di attriti sostituiscono le super ciali. Riveste le vie respiratore dove presenta chinociglia e la mucosa olfattiva. Un particolare tipo di epitelio pseudostrati cato con stereo ciglia si rinviene nell’epididimo e nel dotto deferente. Epiteli strati cati § Pavimentoso strati cato Ha funzione prevalentemente protettiva, lo si ritrova in super ci sottoposte ad elevate sollecitazioni meccaniche. È costituito da più strati sovrapposti di cellule in cui quelli super ciali sono eliminati con l’accrescimento delle fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi basali. Può essere umido o cheratinizzato. Il processo di cheratinizzazione è essenziale per la rigenerazione dell’epitelio e si basa sul fatto che le cellule epiteliali si dividono per mitosi in modo asimmetrico: una cellula rimane indifferenziata, l’altra andrà incontro al processo di cheratinizzazione. Questo è ri esso anche nell’istologia dell’epitelio: lo strato basale coincide con la fase germinativa, è formato da elementi cubici o cilindrici che sono ricchi di poliribosomi per la sintesi dei tono lamenti ; lo strato spinoso e della granulosa coincidono con la fase sintetica, lo strato spinoso è subito al di sopra dello strato basale e si compone di cellule strettamente adese fra di loro grazie a desmosomi, i quali formano delle spine fra le cellule dato dall’attacco sulle giunzioni dei tono lamenti, lo strato granuloso – presente solo nell’epitelio cheratinizzato – presenta cellule appiattite e che contengono cheratoialina e granuli lamellari; lo strato lucido e corneo coincidono con la fase degenerativa, lo strato lucido contiene eleidina, mentre nello strato corneo sono presenti cellule anucleate piene di cheratina che protegge l’epitelio dall’attacco di agenti esterni, nel caso dell’epitelio non cheratinizzato si parla di strato super ciale. Il processo richiede 20-30 gg. § Cubico strati cato Ha funzione di protezione, secrezione, assorbimento. È raro. È formato da più strati di cellule in cui quello super cie presenta cellule cubiche. Si trova in alcune dotti escretori di ghiandole. § Cilindrico strati cato Ha funzione di protezione, secrezione ed assorbimento. È raro. Si trova nell’epididimo e nei condotti lacrimali, nella porzione distale dell’uretra. Epitelio di transizione Il numero di strati dipende dal grado di distensione dell’organo cavo che riveste. Presenta 3 strati: lo strato basale, lo strato intermedio di cellule (cellule clavate) e lo strato super ciale (cellule globose). Riveste le vie urinarie. Quando l’epitelio è poco in tensione, le cellule dello strato super ciale sono grandi e cupoliformi, mentre quelle dello strato basale sono piccole e irregolari. Le cellule aumentano di dimensioni dallo strato basale a quello super ciale. Quando l’epitelio è stirato, le cellule sono appiattite e l’altezza totale dell’epitelio diminuisce. Epiteli ghiandolari Sono formati da cellule specializzate nell’elaborazione di un secreto che derivano dalla proliferazione di cellule epiteliali super ciale nel sottostante fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi tessuto connettivo. Può essere costituita da solo tessuto ghiandolare o da dotti e dallo stroma, un’intelaiatura connettivale che forma inoltre una capsula di sostegno formata da bre collagene, elastiche e reticolari e che suddivide i lobi che formano il parenchima in lobuli; ogni unità secernente è rivestita da bre reticolari. Possono essere di due tipi: 1. Esocrine: riversano il loro contenuto all’esterno, sulla super cie epiteliale o tramite dotti escretori. Possono essere uni- o pluri- cellulari e sono classi cati in base alla forma, alla modalità di secrezione, alla localizzazione ed al tipo di secreto. 2. Endocrine: non hanno dotti escretori, riversano il loro secreto direttamente nel circolo sanguigno. Sono classi cate in base alla forma. Le ghiandole endocrine hanno perso il contatto con l’epitelio di origine e secernono direttamente il secreto nel sangue a livello dei capillari. Il parenchima può essere di due tipi: cordonale ossia cordoni cellulari fra cui scorrono i capillari all’interno di un sottile strato di connettivo reticolare; follicolare: strutture sferiche ripiene di liquido che viene emesso nei vasi capillari che le circondano. Modalità di secrezione · Olocrina: tutta la cellula costituisce il secreto (ghiandole sebacee, si riempiono di granuli lipidici e la cellula si disintegra nella fuoriuscita) · Merocrina o eccrina: la cellula rimane intatta, il secreto (in granuli di secrezione) fuoriesce per esocitosi (ghiandole sudoripare) · Apocrina: la porzione apicale del citoplasma (unico grande granulo di secrezione attorniato da un alone di citosplama) viene persa durante il rilascio del secreto (ghiandola mammaria); · Citocrina: viene passato fra le cellule, come nell’epidermide per la melanina. Tipo di secrezione · Ghiandole sierose: il secreto è proteico, acquosa, ricco di enzimi, le cellule presentano un nucleo in posizione centrale e numerosi granuli di secrezione che sono i precursori di enzimi e si chiamano granuli di zimogeno; · Ghiandole mucose: il secreto è glicoproteico, vischioso, ricco di zuccheri (mucina), con azione lubri cante e protettiva, presentano un nucleo sulla porzione basale, appiattito in prossimità della membrana. Oltre a mucina contengono cellule epiteliali staccate e fi fi fi fi fi fi leucociti. Proteggono le cavità interne di organi in contatto con l’esterno · Ghiandole sieromucose: secreto misto. Ghiandole unicellulari Le cellule mucipare o caliciformi si insinuano fra le cellule di rivestimento degli epiteli cilindrici. Sono dette mucipare perché secernono il muco a partire dall’idratazione di mucinogeno che si converte in mucina. Nel terzo inferiore della cellula è localizzato il nucleo, i mitocondri, il RER, ed il Golgi, mentre nella porzione apicale sono presenti diversi granuli di secrezione contenenti mucinogeno. La secrezione avviene con l’emissione di più vescicole di secrezione. Ghiandole pluricellulari Le ghiandole esocrine derivano dall’epitelio di rivestimento della cute o della mucosa e vi rimangono collegate tramite un sistema di dotti escretori. Possono essere di due tipi: - Intraparietali ossia che rimanengono nello spessore della parete del viscere in cui riversano il secreto e si possono distinguere in intraepiteliali, ossia accumuli di cellule disposte a delimitare un lume, accolti nello spessore dell’epitelio di rivestimento della mucosa; esoepiteliali: si approfondano al di sotto dell’epitelio o della tonaca sottomucosa; - Extraparietali: si sviluppano al di fuori del viscere a cui rimangono collegate tramite un dotto escretore come fegato, pancreas e ghiandole salivari maggiori Ghiandole pluricellulari semplici Ghiandole formate da una o più unità secernenti connesse all’epitelio direttamente o tramite dotti non rami cati: - Ghiandole tubulari semplici: le cellule secernenti si dispongono a formare un unico tubulo rettilineo senza differenza fra parte secernente ed escretrice (intestino crasso) - Ghiandole tubulari rami cate: la porzione secernente è rappresentata da due o più tubuli rami cati (stomaco) - Ghiandole tubulari a gomitolo: la parte secernente è a forma da tubulo con la porzione distale raggomitolata, il dotto escretore è rettilineo (ghiandole sudoripare) - Ghiandole acinose (o alveolari, le acinose sono più piccole e strette, le alveolari più ampie): la porzione secernente non è a forma di tubulo ma di piccola sfera. Sono suddivide in più acini e si connettono ad un unico dotto escretore. fi fi fi Ghiandole pluricellulari composte Presentano il dotto escretore che si dirama in rami cazioni sempre più piccole che terminano con l’adenomero, ossia ciascuna rami cazione presenta un’unità secernente. - Ghiandole tubulari composte: gli adenomeri alla ne di ogni rami cazione hanno forma tubulari - Ghiandole acinose composte: adenomeri di forma sferica o tubuli rami cati con diverticoli a forma di acino - Ghiandole tubulo-acinose composte: unità secernenti sia tubulari che acinose. Dotti ghiandolari Sono formati da epitelio cilindrico o cubico. Possono essere secretori o striati, attivi e caratterizzati da cellule striate per la presenza di mitocondri sulla membrana basale che si insinuano fra le sue invaginazioni, hanno funzione di trasporto attivo per modulare composizione e concentrazione del secreto; dotti escretori, passivi. In serie il prodotto di secrezione prodotto da una ghiandola esocrina con uisce dapprima nei dotti intralobulari (al centro del lobulo) poi negli interlobulari (nel connettivo Interlobulare), nei dotti lobulari e nel condotto principale. Epiteli sensoriali Formato da cellule epiteliale specializzate nelle ricezione degli stimoli sici o chimici. Non sono cellule nervose perché non posseggono neuroni ma sono in contatto diretto con cellule nervose sensoriali il cui corpo cellulare è posto nei gangli cerebro-spinali. Ne sono esempio le cellule gustative delle papille (ricambio ogni 10 gg} e le cellule uditive dell’organo di Corti (no olfattive, sono cellule nervose in collegamento diretto con il SNC tramite il bulbo olfattivo (del rinencefalo), la mucosa olfattoria è formata da epitelio pseudostrati cato e neuroni bipolari chiamati cellule olfattive). fl fi fi fi fi fi fi fi Tessuto connettivo Può essere di diversi tipi: osseo, cartilagineo, sangue e linfa, propriamente detto lasso (tessuto mucoso, reticolare, elastico, adiposo, pigmentato) e denso o compatto (tendini, legamenti, aponeurosi). Tutti hanno la stessa origine embrionale: derivano dalle cellule mesenchimali che compongono il mesenchima (o mesoderma). I tessuti di origine mesenchimale hanno in comune la caratteristica di avere cellule rade ed un’abbondante matrice extracellulare la cui composizione determina il tipo di tessuto. Il tessuto connettivo forma un continuo con il tessuto epiteliale, muscolare, nervoso e con le altre porzioni di connettivo. Può essere di 3 tipi: I. Connettivo embrionale II. Connettivo propriamente detto III. Connettivo specializzato (osso, cartilagine, sangue) Il tessuto connettivo è formato da 3 elementi principali: Ø Cellule: sse o migranti Ø Fibre: collagene, reticolari o elastiche Ø Sostanza fondamentale amorfa e liquido interstiziale La sostanza fondamentale amorfa e le bre formano la matrice extracellulare. I tessuti connettivi connettono sia meccanicamente (più bre proteiche che danno stabilità e robustezza) dando sostegno e protezione agli organi sia ancorando i tessuti fra di loro sia funzionalmente (più sostanza fondamentale idratata che consente la diffusione di sostanze e la migrazione di cellule) permettendo il trasporto di sostanze nutritive e metaboliche e di cellule per la difesa immunitaria. Ha funzione di sostegno strutturale, di scambi metabolici (metaboliti e cataboliti, CO2/O2, disciolti nel liquido interstiziale per raggiungere o lasciare tessuti non connettivali), è la sede dei processi immunitari sia speci ci (immunità cellulomediata e anticorpi) e a speci ci (fagocitosi), deposito di grassi. È l’unica sede dei vasi. Cellule sse · Mesenchimali: sono le cellule speci che del tessuto connettivo embrionale, derivano dal mesoderma durante i primi stadi della vita embrionale e danno origine alle cellule del connettivo adulto. Sono cellule irregolari, pluripotenti che si trovano vicino ai vasi sanguigni Dal punto di vista istologico: nucleo voluminoso (parte più visibile della cellula che presenta ridotti organelli) e baso lo con uno o più nucleoli, ridotta quantità di citoplasma, sottili prolungamenti cellulari, la matrice è poco differenziata e le bre sono rarefatte; · Fibroblasti e brociti: sono le cellule del tessuto connettivo adulto. Producono i precursori delle bre e la sostanza fondamentale amorfa. Possono essere attivi ( broblasti) o quiescenti ( brociti). Possono essere inoltre presenti mio broblasti ossia broblasti che contengono lamenti di actina ancoranti ai corpi densi che assomigliano a cellule muscolari lisce, pare abbiano funzione nel contrarre il tessuto da cicatrizzare. I broblasti possono derivare direttamente da cellule mesenchimali connettivali o da brociti trasformati da fattori microambientali. Dal punto di vista istologico: hanno forma affusolata con prolungamenti per il contatto reciproco (variano in base al tipo di connettivo), hanno citoplasma eosino lo fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi e pallido, abbondante RER e Golgi, uno o due nucleoli, nucleo voluminoso ed ellittico nei broblasti, piccolo nei brociti; · Cellule reticolari: specializzazioni dei broblasti che producono bre reticolari (collagene di tipo III), costituiscono il tessuto reticolare (connettivo lasso) che forma un’impalcatura per linfonodi, midollo osseo, muscolo liscio, ghiandole esocrine ed endocrine. Hanno attività fagocitaria. Le bre reticolari formano una maglia entro la quale sono presenti broblasti e macrofagi. Dal punto di vista istologico: hanno un nucleo voluminoso con uno o due nucleoli, hanno prolungamenti cellulari intrecciati con le bre reticolari e forma stellata; · Adipociti: probabilmente originano dai broblasti, sintetizzano e accumulano trigliceridi (grassi neutri). Possono essere di due tipi: adipociti uniloculari, formano il tessuto adiposo bianco, sono sferici, con diametro di 120 micron e riempiti da un’unica grande goccia di grasso priva di membrana, il citoplasma è ridotto ad anello periferico, il nucleo è appiattito ed eccentrico, producono energia chimica; adipociti multiloculari, formano il tessuto adiposo bruno, presentano diverse gocciole lipidiche e molti mitocondri e citocromi che conferiscono colore bruno, produce calore, ha RER e Golgi poco sviluppati; · Macrofagi ssi o istiociti: sono cellule specializzate in fagocitosi, le secondo più numerose dopo i broblasti. Normalmente sono adagiate su bre collagene ma possono diventare libere a seguito delle liberazione di fattori chemiotattici e processi in ammatori (chemiotassi e fagocitosi). L’inglobamento, dunque, può avvenire per pinocitosi o fagocitosi sia indiscriminatamente che tramite speci ci fattori (immunoglobuline G e M). Dal punto di vista istologico: sono cellule voluminose che possono emettere pseudopodi per movimento ameboide, hanno un citoplasma pallido che contiene numerosi lisosomi, ribosomi, fagosomi, fagolisosomi, oltre che RER, REL e Golgi ed un nucleo irregolare. Possono unirsi a formare cellule giganti da copro estraneo (80-90 nuclei) a seguito di in ammazioni croniche (con prevalenza di macrofagi su neutro li, contrarie alle acute in cui prevalgono i neutro li). Derivano da cellule del sangue ossia i monociti. I macrofagi, assieme ad altre cellule ad attività fagocitaria e derivanti dai monociti, formano il sistema reticolo-istiocitario o dei macrofagi. Queste cellule si trovano in diversi organi e contribuiscono al rimodellamento e difesa. Sono cellule presentanti l’antigene ossia che possono esporre il materiale estraneo agli antigeni af nché rispondano correttamente. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi · Cellule pigmentate: sono cellule che se presenti in gran numero colorano il tessuto connettivo. Negli animali domestici contengono melanina, negli an bi e nei rettili contengono pteridine e purine. Cellule migranti Derivano dai globuli bianchi, il loro numero varia in base alle condizioni patologiche e siologiche. Si spostano per diapedesi che avviene nelle venule post-capillari e prevede molecole accessorie quali la E-selectina che rallenta il usso, le integrine che bloccano i leucociti sulla parete e le ICAM che favoriscono l’attraversamento della parete. · Monociti: sono i precursori dei macrofagi, rappresentano il 3-8% dei globuli bianchi circolanti. Dal punto di vista istologico: sono cellule rotondeggianti e voluminosi (12-18 micron di diametro), il nucleo è eccentrico ed a forma di rene, presentano sulla super ci lopodi, contiene lisosomi. · Linfociti: rappresentano il 30% dei globuli bianchi nel sangue, ma dal sangue migrano nel tessuto connettivo e negli organi dove talvolta si trovano in massa abbondante costituendo il tessuto linfoide (linfonodi, milza, tonsille, timo, appendice, placche del Peyer). Sono responsabile delle difese immunologiche. Si dividono in diverse classi, le due principali sono i linfociti B che si trasformano in plasmacellule e producono anticorpi (risposta umorale); linfociti T che sono responsabili della risposta cellulo-mediata (linfociti T citotossici, T helper, T suppressor). Dal punto di vista istologico: sono cellule piccole con un grosso nucleo rotondo e scarso citoplasma. · Plasmacellule: derivano dai linfociti B e sono responsabili della produzione di anticorpi circolanti o immunoglobuline (G, A, M, E, D). Dal punto di vista istologico: hanno forma ovoidale e contengono un grosso nucleo in cui la cromatina disposta a zolle il cui aspetto è detto a ruota di carro. Il citoplasma è baso lo ad eccezione delle porzioni che corrispondono al Golgi che contiene le proteine sintetizzate e pronte per essere emesse all’esterno. Contiene molto RER per la sintesi delle proteine anticorpali. Nel citoplasma sono presenti granulazioni PAS positive denominate corpi di Russel che probabilmente sono il deposito di prodotti di sintesi non utilizzabili. · Mastociti: sono grosse cellule polimorfe (sferoidali do ovoidali) che si trovano nel tessuto connettivo lasso (soprattutto di pelle e intestino) in posizione perivascolare. Derivano dalle cellule mesenchimali del tessuto connettivo. Il loro citoplasma presenta diversi granuli baso li metacromatici contenenti sostanze come fl fi fi fi fi fi fi l’istamina (vasocostrittore che aumenta la permeabilità dei vasi sanguigni e determina la fuoriuscita di plasma che neutralizza rapidamente l’antigene), eparina (anticoagulante), fattori chemiotattici per eosino li e neutro li. Presentano recettori per le Immunoglobune E (allergia di tipo I) chiamate reagine cioè anticorpi diretti verso gli antigeni allergizzanti e allergeni. Fibre extracellulari · Fibre collagene: lunghe, resistenti ma essibili e non rami cate, se tirate non si estendono molto, solo del 5%. Sono presenti in tutti i tessuti connettivi e sono le più abbondanti, hanno un diametro di 1-20 micron, resistenti alla trazione, se bollite danno gelatina. L’unità base è il tropocollagene formato da 3 catene polipeptidiche ad alfa elica (se ne conoscono 25) che presentano propeptidi (catene polipeptidiche di estensione), prodotto dal RER, impacchettato dal Golgi ed emesso per esocitosi. Più molecole di tropocollagene si combinano per formare una mio brilla. Più mio brille si uniscono per formare una brilla dal diametro di 200-1000 angstrom, più brille di collagene formano una bra collagene, sono le uniche proteine che contengono idrossiprolina e idrossilisina per la polarizzazione per legami a idrogeno che servono per l’autassemblaggio e l’analisi quantitativa del collagene. I broblasti producono procollagene che presenta alle estremità catene polipetidiche in eccesso. L’eliminazione da parte della cellula di queste catene polipeptidiche comporta alla generazione di tropocollagene che si autoassemblano in mio brille con tipica periodicità assile. Catene polipeptidiche diverse caratterizzano diversi tipi di collagene presenti in organi diversi. Sono presenti diversi tipi di collagene: I. Collageni brillari: di tipo I (in tendini, legamenti, derma, osso, 90%, in fresco sono bianche)); di tipo II (cartilagine ialina); di tipo III ( bre reticolari). Tutte e 3 presentano una tipica struttura con striature trasversali e rotazioni ogni 67 nm, non presentano propeptidi; II. Collageni associati ai collageni brillari: di tipo IX (al II), tipo X e XII (al I), con propeptidi per associarsi; fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi III. Collageni a catena corta: di tipo IV, V, VII (membrane basali), con propeptidi per associarsi fra loro o alla membrana. · Fibre reticolari: più sottili delle collagene, formano una rete intrecciata e rami cata, meno resistenti ma più essibili. Sono costituite dalle stesse proteine delle bre collagene, ma più sottili e disposte a maglie e reti. Sono comuni nel mesenchima e nell’adulto si trovano associate a tessuto periendoteliale, stroma degli organi ghiandolari, sostegno a organi linfoidi e midollo osseo, anche in tessuto adiposo e muscolare liscio. Hanno af nità per l’argento grazie al loro rivestimento di proteoglicani e glicoproteine. Sono brille di collagene di tipo III, circondo anche bre nervose e muscolari; · Fibre elastiche: si allungano se sottoposte a trazione, al cessare della trazione tornano nella loro posizione iniziale. Possono allungarsi del 150% (2,5 volte) rispetto alla loro lunghezza originaria. Sono formate da micro brille dal diametro di 10 nm di una glicoproteine, la brillina che garantisce la stabilità della bra e viene prodotta prima dell’elastina costituendo un’impalcatura, immerse in una sostanza amorfa ricca di elastina, la qual contiene abbondante prolina e glicina, presenta bre unite da legami trasversali covalenti stabili (elasticità). Si possono organizzare in una rete a maglie lasse o formare cordoni e lamine. Possono avere diametro varia da 0,2 a r micron nel connettivo lasso no a 12 micron nel legamento nucale. L’elasticità deriva dalla formazione di legami della desmosina formata da 4 molecole di lisina. Quando la bra è sottoposta a trazione i legami si aprono. Quando nisce i legami si riformano e si rigenera la desmina; In base alla disposizione e al tipo di collagene, si determina il tipo di tessuti: lasso (più comune, costituisce le pareti degli organi cavi e dello stroma), denso (capsula organi parenchimatosi), broso (tendini e legamenti), reticolari (organi linfatici), elastico (legamento nucale, padiglione auricolare). Sostanza extracellulare amorfa Le componenti cellulari e brillari del connettivo sono immerse in sostanza fondamentale amorfa che viene prodotti dai broblasti e che ha aspetto di gel/liquido vischioso. Ha funzione di riempire gli interstizi dei tessuti, assorbire gli shock e fare da barriera contro i batteri. È composta da acqua, proteine, sali minerali, vitamine, glicoproteine, glucosamminoglicani e proteoglicani. fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi fi fi fi Le glicoproteine, come la bronectina, hanno il compito di connettere cellule e matrice. I glicosamminoglicani sono polisaccaridi a catena non rami cata (7 tipi cheranasolfato, condroitin (4 e 6) solfato A, B, C; dermatansolfato, acido ialuronico, eparansolfato) che si uniscono alle proteine formando i proteoglicani. Queste sono molecole ad enorme peso molecolare (da migliaia a milioni di dalton, capaci di legare molte molecole di acqua). L’acido ialuronico li unisce in aggregati ed il suo grado di polimerizzazione de nisce la viscosità della matrice, controllando la diffusione dei metaboliti, prevenendo la diffusione di agenti tossici o batteri e svolgendo funzione lubri cante. Sono come spugne che possono trattenere grande quantità di acqua. II. Tessuto connettivo propriamente detto Ha funzione di connettere gli epiteli con i tessuti sottostanti e riempire gli spazi fra i tessuti e gli organi. È formato da abbondante matrice extracellulare che contiene numerose bre e fasci di bre. Le cellule posso essere sse, che originano nel connettivo stesso, o migranti, che originano dal mesenchima in altre aree dell’organismo e migrano nel connettivo lasso tramite il sangue. Può essere di 3 tipi: · (Mesenchima: è formato da cellule mesenchimali a forma stellata e sostanza amorfa fondamentale. Le cellule mesenchimali sono indifferenziate e vanno incontro a divisioni mitotiche cambiando forma e dimensione per adattarsi allo sviluppo embrionale. Vi derivano tutti i connettivi) · Mucoso: prevale la sostanza amorfa, presente nel connettivo sottodermico embrionale, nel cordone ombelicale (gelatina di Whorton), nella polpa dentaria dell’adulto, nel glande del pene del toro e nella cresta dei gallinacei; · Lasso: permeabile, facilita gli scambi gassosi, sede di meccanismi di difesa (reticolare, presenta bre reticolari di collagene di tipo III immerse in tessuto connettivo lasso, si trova negli organi linfoidi come linfonodi, milza e midollo osseo e nelle ghiandole endocrine come pancreas, tiroide e ovaio e, ha funzione di costituire un’impalcatura di supporto ad altre cellule), dal punto di vista istologico presenta abbondante sostanza fondamentale con numerosi proteoglicani che non permettono la fuoriuscita dei liquidi tessutali i quali, disponendo nei pressi dei capillari, diffondono facilmente per via venosa e linfatica, cellule visibili e poche bre. È il connettivo più comune. Si trova come sottocutaneo, impalcature degli organi, parete dei vasi sanguigni e lamina basale delle fi fi fi fi fi fi fi fi fi mucosa, forma la pia madre e l’aracnoide, circonda fasci nervosi e muscolari, ha funzione di scambi metabolici e risposte in ammatore (macrofagi); · Denso: robusto, notevole resistenza alle sollecitazioni meccaniche (se regolare: broso o elastico; irregolare), formato i da fasci compatti e ordinati di bre collagene in sede extracellulare e scarsa sostanza fondamentale amorfa. Il tessuto connettivo denso irregolare ha aspetto disordinato, con fasci di bre compatti che prevalgono sulle cellule e nuclei dei broblasti ben visibili. Si trova nel derma, nella capsula degli organi e nel periosito (anche nel pericardio) ed ha funzione di protezione. Le bre possono essere disposte su un solo piano (aponeurosi sottili o fasci muscolari) o su più piani intrecciati (aponeurosi ispessite). Il tessuto connettivo regolare ( broso) ha una netta prevalenza di fasci paralleli di bre sulle cellula ( bre collagene con poca elastina), presenta pochi vasi sanguign, nuclei broblasti ben visibili. Si trova nei tendini (muscolo-osso, ogni bra è avvolta da endotenonio formato da tessuto connettivo regolare broso e forma fasci che sono avvolta da peritononio - tessuto connettivo lasso - che si continua con l’epitenonio – connettivo denso irregolare), nei legamenti (osso- osso) e nelle aponeurosi (tendini modi cati appiattiti), permette il movimento nelle aree di trazione. Il tessuto connettivo elastico presenta una prevalenza di bre elastiche, si trova nella parete delle arterie, nei legamenti gialli (legamento avo) e nelle corde vocali. Tessuto adiposo È un tessuto connettivo specializzato che oltre ad avere funziona di isolante termico e meccanico (cuscinetti plantari e digitali dove è associato a bre collagene ed elastiche), ha funzione metabolica. Possiede una nutrizione saltuaria e consuma grandi quantità di energia. È un tessuto di riserva energetica di lipidi che sono molecole a volume e peso minore a parità di energia. L’adipocita, infatti, sintetizza lipidi a partire da acidi grassi, carboidrati e proteine. Gli acidi grassi necessari a ciò derivano dai trigliceridi che sono trasportati nel sangue in chilomicroni, demoliti da una lipasi lipoproteica o da lipoproteine. Una volta entrati negli adipociti vengono risintetizzati come trigliceridi. Sotto azioni ormonale o nervosa (noradrenalina), gli adipociti idrolizzano i trigliceridi, gli acidi grassi ed il glicerolo sono riversati nel sangue per essere demoliti per liberare energia. Il colore ed il sapore sono legati all’alimentazione. Da il sapore alle carne. Il 10% dei lipidi depositati viene ricambiato ogni 24 h fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi attraverso il fenomeno del nissaggio. La mobilitazione avviene sotto effetto di ormoni (tiroideo, corticosurrenalici, sessuali, insulina). Ha azione endocrina: produce leptina che regola la massa grassa insieme all’ipotalamo agendo su organi bersaglio come pancreas endocrino e cellule del sistema immunitario. Ve ne si rinviene di 2 tipi: · Tessuto adiposo uniloculare (bianco): presenta adipociti uniloculari (diametro 120 micron, sferici o poliedrici, nucleo e citoplasma periferici). Si trova nel pannicolo adiposo sottocutaneo, nell’omento, nel mesentere, negli spazi retroperitoneali. · Tessuto adiposo multiloculare: tipico delle specie ibernanti, presenta mitocondri specializzati nella trasformazione di energia non in ATP (sintesi disaccoppiata) ma in calore. È presente in piccola quantità anche nelle specie domestiche e nel neonato. Gli adipociti bruni sono più piccoli del tessuto adiposo bianco, hanno abbondante citoplasma e le gocce lipidiche non sono circondate da membrana. Lo stroma è connettivale lasso, ricco di vasi e bre nervose. Ha un organizzazione lobulare simile alle ghiandole. Sangue Il sangue è un tessuto connettivo uido trasportato attraverso i vasi sanguigni per diffondere nutrienti ai vari tessuti e per portare le sostanze di scarto agli organi escretori. Solitamente è espresso in relazione al peso corporeo, rappresenta il 7% del peso corporeo (nei grossi mammiferi 8-11%; animali da laboratorio 7%). È formato dalle cellule del sangue (globuli rossi o eritrociti, globuli bianchi o leucociti, piastrine o trombociti) e dal plasma, costituito da siero e brinogeno, andando a comporre una matrice extracellulare amorfa e brosa. Se il sangue viene fatto centrifugare, si compone di 3 strati: al 45% da eritrociti, da uno strato intermedio grigio e dalla crema leucocitica formata da leucociti addossati ai globuli rossi e da piastrine. Generalmente il numero di globuli rossi per mm3 va da 7x10^6 a 10x10^6; di globuli bianchi da 8x10^3 a 12x10^3; piastrine da 2x10^5 a 4x10^5. Il rapporto fra cellule e plasma deve essere circa di 40 su 60. La funzione del sangue è di trasportare ossigeno, anidride carbonica, metaboliti di difesa, di termoregolazione, equilibrio acido/base e osmotico. Il plasma è formato al 90% da acqua, al 7% da proteine (globulina, brinogeno e albumina); 1% sali inorganici, 2% lipidi, vitamine, amminoacidi, ormoni. Sono presenti anche degli elementi del complemento, inattivati per la tessuto-coltura. fi fi fi fi fl fi Eritrociti Derivano dagli eritroblasti nel midollo osseo. Hanno caratteristica forma biconcava (biconcavità ben visibile in cane e bovino, meno in cavallo e gatto, appiattiti in capra, pecora, maiale), ma essibili, con diametro di 7 micron (nel cane; nella capra più piccoli di 4,1 micron), senza nucleo, hanno vita media di 120 giorni, ma varia far specie e specie (cane 100-120 gg, gatto 66-79 gg, bovino 160 gg, 85 gg maiale, 150 gg cavallo) vengono eliminati per emocateresi da milza e fegato. Negli uccelli sono nucleati. Nell’uomo sono 5x10^6 per mm3, ciò vuol dire in tot 25x10^12 e dunque se ne ricambiano 200x10^9 al gg; nel suino sono 7x10^6 per mm3, dunque in totale 77x10^12 e al giorno se ne producono 640x10^9; nella capra ce ne sono 13x10^6 per mm3, sono in totale 39x10^12 e se ne producono ogni giorno 320x10^9. Presentano una porzione pallida centrale (presentano dei corpi di Howell-Jolly ossia frammenti di DNA dati dalla frammentazione del nucleo) circondato da un citoplasma arancione per l’emoglobina (apprezzabile nel cane, meno in gatto e cavallo, no in bovino, maiale, capra e pecora). Possono differire per dimensione e forma (nelle capre a bastoncello, triangolari,… nei cimeli di ellittici). Gli eritrociti sono privi di nucleo, ribosomi, reticolo endoplasmatico e mitocondri, sono dunque incapaci di sintetizzare proteine e nuove membrane. La forma biconcava è mantenuta grazie alla spectrina, una proteina associata al citoscheletro che forma una rete al di sotto della membrana. Questa permette di mantenere una certa plasticità anche sotto l’azione deformante del usso sanguigno, mantenuta anche grazie alla porzione colloidale interna dell’eritrocita composta al 60% di acqua, emoglobina ed elettroliti. Il contenuto emoglobinico è circondato da una membrana fosfolipidica. L’emoglobina, una proteina quaternaria, è formata da un gruppo prostetico (eme) e da una proteina (globina). Forma il 33% del peso dell’eritrocita. Il ferro all’interno dell’emoglobina deve essere mantenuto in forma ferrosa per consentire il legame con l’ossigeno e perciò negli eritrociti è anche presente l’enzima metaglobina riduttasi il quale riduce la metaemoglobina conentente ione ferrico in ione ferroso e consente il legame. Quando l’ossigeno si lega all’emoglobina questa diventa ossiemoglobina, inattiva. Leucociti Sono di 2 tipi: granulociti (polimorfonucleati) fra cui troviamo neutro li (30%), baso li (1%) e eosino li (5%); agranulociti (mononucleati) fra cui linfociti (60%), monociti (5%). Hanno funzione di difesa, si muovono per diapedesi (vedi sopra). Sono circa 5000 per mm3 (rapporto GR e GB 1000:1). I granulociti sono divisi in base alle loro attività tintoriali: gli fi fl fi fl fi eosino li hanno granuli acido li, i baso li hanno granuli baso li, i neutro li hanno granuli che non si colorano né con coloranti acidi né basici. Granulociti: · Neutro li: cellule terminale, diapedesi, attività fagocitaria, morte cellulare. Il numero varia in base alla specie (nei cani e nei gatti prevalgono sui linfociti, possono essere dal 40 al 70%) ed hanno diametro vario da 12 a 15 micron. Presentano un nucleo eterocromatinico con cordoni che nei mammiferi di sesso femminile presentano un’appendice nucleare – corpo di Barr. Contengono granuli (azzurro li e speci ci che hanno azione di regolarne la produzione e di azione contro i batteri). Nel sangue solitamente sono presenti solo i maturi perché gli immaturi sono con nati nel midollo osseo. Una volta che lasciano il midollo osseo migrano per 14-16 ore e poi raggiungono il tessuto. Sono implicati nella difesa contro i batteri, nella loro fagocitosi e nella modulazione dei processi in ammatori. I granuli azzurro li sono implicati nella modulazione dei processi in ammatori, nella produzione e inattivazione dei fattori chemiotattici e nella migrazione dei neutro li nei tessuti. I granuli speci ci sono implicati nell’adesività, nell’aggregazione e contengono fattori chemiotattici. Producono energia tramite anaerobiosi. I granuli speci ci sono abbondanti nei neutro li maturi. · Eosino li: fagocitano il complesso antigene, anticorpo. Sono attirati da fattori secreti da mastociti. Costituiscono il 2-8% dei leucociti totali. Hanno un diametro di 10-15 micron. Hanno un nucleo con eterocormatina meno condensata e meno segmentate dei neutro li. Gli organuli sono meno visibili dei neutro li. Contengono solo granuli speci ci (azzurro li sono negli immaturi). A forma, le dimensioni ed il colore dei granuli varia in base alla specie (cane rosei, diverse forme; gatto bastoncelli, arancio-grigi; ruminanti e maiale sferoidali, arancio brillante; nei cavalli più grandi). Sono coinvolti principalmente nelle infestioni parassitarie, nella regolazione di processi allergici e in ammatori. Quest’ultima funzione è mediata fagocitando complessi antigene-anticorpo, inattivando l’istamina e inibendo la liberazione di altri fattori vasoattivi. L’istamina è liberata da mastociti e baso li in risposta a lesioni tessutali o a reazioni allergiche. Sono dotati di motilità, con ridotta capacità fagocitaria e battericida dei neutro li (meno fattori del complemento e Ig G). · Baso li: contengono eparina e istamina, reazioni ana lattiche. Sono rari nel sangue normale. Hanno diametro di 10-15 micron, nucleo eterocromatiinco ma meno segmentato dei neutro li (2-3 lobi), fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi contengono RER, Golgi e mitocondri, oltre che granuli voluminosi che di solito si colorano di rosso-viola ma che variano Ada specie a specie a (nel cane più grandi che in cavallo e bovino, nel gatto bastoncelli e arancio-grigi). Sono simili ai mastociti, ma rispetto a questi sono più piccoli, con formare regolare e granuli in minor numero e disposti regolarmente. Sono coinvolti nelle reazioni in ammatorie. Come gli eosino li hanno minore attività fagocitaria e battericida. Rispondono ai prodotti batterici, alle componenti del complemento e alle linfociti e. Sebbene si sviluppino indipendentemente, i mastociti e i baso li sono strettamente connessi e complementare l’uno all’altro. Il contenuto dei loro granuli è simile dal punto di vista morfologico, farmaceutico e citochimico. Liberano il contenuto dei granuli per esocitosi e sono capaci di risintetizzarlo. Presentano sulla loro super cie recettori per Ig E (soprattutto i baso li) che una volta che si legano portano alla degradazione e dunque si liberano i fattori che modi cano la permeabilità dei vasi e intensi cano le reazioni in ammatorie. I granuli contengono eparina, istamina, acido ialuronico, condritinsolfato, serotonina e leucotrieni. L’eparina è un anticoagulante che stimola anche il metabolismo lipidico nell’endotelio. Istamina e leucotrieni sono vasodilatatori che modi cano la permeabilità dei vasi immediatamente (istamina, ipersensibilità immediata) o in giorni (leucotrieni, ipersensibilità ritardata). Sono coinvolti dunque nei processi allergici, in ammatori, nel metabolismo dei lipidi e nella coagulazione del sangue. Agranulociti: · Monociti: precursori dei macrofagi quando si portano nel connettivo, formano il sistema reticolo endoteliale. I monociti circolanti migrano velocemente e si trasformano in macrofagi costituendo il sistema fagocitaria mononucleare (MPS). La trasformazione è associata ad un aumento di lipidi, proteine, dimensioni, contenuto, dell’attività fagocitaria e dell’attività lisosomiale. L’MPS ha funzione di distruzione di organismi e cellule tumorali, di risposta immunitaria, di regolazione di eritropoiesi e granulocitopoiesi. Sono leucociti grandi, con diametro di 12-18 micron. Hanno nuclei di forma irregolare (bilobato, a ferro di cavallo…) con cromatina a merletto o reticolo e in qualche area condensata. Il citoplasma è blu-grigiastro. I monociti attivati possono avere vacuoli e granuli azzurro li. · Linfociti: le cellule staminali si trovano nel midollo e si differenziano negli organi linfoidi primari ossia il timo per i linfociti T (citotossici e fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi helpe) borsa di Fabrizio (uccelli) e midollo osseo (mammiferi) per i linfociti B. Questi maturi poi migrano tramite sangue e linfa per formare gli organi linfoidi secondari(linfonodi, milza, tonsille, placche di Peyer). Variano per numero in base alla specie (cane, gatto, cavallo 20-40%; ruminanti, ratto, topo 60-70%, maiale 50%). Hanno un ruolo nell’immunità cellulo-mediata (linfociti T) e umorale (linfociti B). Sono divisi in linfociti piccoli, diametro 6-9 micron, prevalgono in cane e gatto, con scarso citoplasma e poco colorati di blu; e grandi linfociti 9-15 micron, abbondante citoplasma blu, nucleo con qualche nucleolo e indentature. Nei ruminanti si equivalgono. Circolano nei vasi, sono le cellule principali del sistema immunitario. Sono di 3 tipi: B (plasmacellule), T (di diversi tipi, immunità cellulo-mediata, regolazione emopoiesi e differenziamento dei linfociti B in plasmacellule), linfociti NK (cellulo-mediata con funzione di NK). Piastrine Sono presenti solo nei mammiferi. Sono frammenti di megacariociti dal diametro di 2-4 micron e vivono 5-8 gg. Sono circa 150 mila per microlitro. Partecipano alla coagulazione e chiudono rotture vascolari. Contengono adrenalina e serotonina (vasocostrittori). La membrana ha uno spesso glicocalice che serve per i meccanismi di aggregazione ed adesione alle super ci alterate. Hanno aspetto sferoidale o discoidale. Ultrastrutturalmente presentano lisosomi, particelle di glicogeno, diversi granuli (granuli alfa contengono fattore coagulante V, brinogeno…), microtubuli e micro lamenti, sistema di canalicoli. La membrana presenta un rivestimento esterno che gli conferisce la tipica adesività, in cui vengono anche assorbite proteine plasmatiche. I micro lamenti e i microtubuli sono situati sotto la membrana e contribuiscono a mantenere la forma e sono responsabili dei cambiamenti come l’emissione di pseudopodi (durante attivazione e secrezione dei granuli). I micro lamenti sono anche resposabili della retroazione del coagulo. È presente il sistema canicolare aperto nel citoplasma che si apre per emettere i prodotti di secrezione e per portare all’interno i prodotti del plasma. È anche presente il sistema tubulare denso come sito di sequestro di calcio. Le piastrine mantengono l’integrità dei vasi e hanno importanza nella coagulazione sanguigna e nella retroazione del coagulo. In seguito a lesioni, le piastrine formano un tappo (coagulo) emostatico (primario) nel luogo dove ha avuto luogo la lesione. Le piastrine vengono stimolate e liberano il contenuto granulare che porta alla formazione di un tappo emostatico secondario di maggiori dimensioni. Per bloccare un’emorragia è necessario una de nito numero di piastrine. Simultaneamente viene fi fi fi fi

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