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1. [SCELTA DEL PROBLEMA 3](#scelta-del-problema) 2. [L'ESAME DELLA LETTERATURA 6](#lesame-della-letteratura) 3. [FORMULAZIONE DELL'IPOTESI 9](#formulazione-dellipotesi) Scelta del problema =================== La scienza viene spesso descritta **come attività di soluzione di problemi**. La psi...

1. [SCELTA DEL PROBLEMA 3](#scelta-del-problema) 2. [L'ESAME DELLA LETTERATURA 6](#lesame-della-letteratura) 3. [FORMULAZIONE DELL'IPOTESI 9](#formulazione-dellipotesi) Scelta del problema =================== La scienza viene spesso descritta **come attività di soluzione di problemi**. La psicologia, in particolare, si occupa di rispondere a quesiti che riguardano la motivazione o le cause del comportamento umano. Come ogni altra scienza, anche nella psicologia la **scelta dei problem**i da affrontare viene determinata da una pluralità di fattori. Tra questi, ricordiamo: - **la *curiosità* del ricercatore** verso un determinato argomento, la quale può motivare le fasi iniziali della ricerca. Ciò è particolarmente vero nell'ambito della psicologia, in quanto la comprensione delle ragioni alla base dei comportamenti altrui (soprattutto di quelli devianti) è una questione che pervade tutti gli aspetti della nostra vita sociale. Tuttavia, una volta iniziata la ricerca, accade spesso che i problemi creati dai tentativi di adattare le teorie ai dati divengono una motivazione autonoma dell'attività scientifica. Questo significa che, col passare del tempo, lo studioso potrebbe trovarsi ad esaminare questioni che sono anche molto lontane da quelle che lo hanno ispirato all'inizio della sua carriera. - **la *necessità di risolvere problemi pratici***: un esempio molto noto riguarda la nascita dei test mentali nel 1905 ad opera **di Simon e Binet,** due ricercatori francesi che erano stati incaricati dal governo di mettere a punto uno strumento in grado di discriminare con facilità gli allievi bisognosi di **istruzione differenziata**. Da allora, i test di intelligenza sono diventati uno degli strumenti più utilizzati dagli psicologi (si veda, ad esempio, la Wechsler Adult Intelligence Scale, o WAIS, pubblicata da Wechsler nel 1955). - **la ricerca *applicata***: ad esempio[, la teoria della detezione del segnale] fu originata sviluppata per comprendere il modo in cui gli addetti ai radar sottomarini distinguevano segnali deboli disturbati dal rumore di fondo. Successivamente**, questa teoria è stata applicata con successo in molti campi della psicologia, inclusa la memoria di riconoscimento (Wixted, 2007).** A livello pratico, possiamo chiederci come fa uno studente all'inizio della propria carriera a scegliere un progetto (e quindi un argomento) su cui lavorare. Anche in questo caso, il processo di scelta non è regolare e si possono trovare molti fonti di idee. - La maggior **parte dei testi e dei manuali di psicologia** descrive problemi non risolti e offre suggerimenti per ricerche future. - **Le osservazioni e gli eventi quotidiani** possono essere un\'altra fonte di ispirazione. Ad esempio, i telegiornali riportano casi di femminicidio sempre più spesso. Certamente, uno studente di psicologia può essere fortemente motivato a comprendere quali sono i tratti psicologici che predispongono un uomo a compiere questi atti così efferati. - **Gli interessi personali** del ricercatore possono essere particolarmente importanti nelle fasi iniziali della ricerca. Molto spesso questi interessi si focalizzano sullo studio intensivo di casi singoli. Ad esempio**, Ebbinghaus era interessato a determinare la velocità dell'oblio e decise di sottoporsi egli stesso ad una serie di esperimenti che esaminavano l'apprendimento di materiale neutro** (sillabe senza senso). - Infine, lo studente potrebbe ispirarsi al proprio insegnante o tutor. Molti ricercatori hanno scelto il problema che li ha impegnati per tutta la loro vita sulla base degli argomenti studiati dal proprio tutor. A mano a mano, l'interesse per quel campo di ricerca è aumentato, fino ad occupare lo studioso a tempo pieno. Il vantaggio di questo metodo è che [il tutor ha una conoscenza avanzata del campo di indagine prescelto dallo studente e pertanto può fornire importanti suggerimenti e consigli bibliografici.] Una volta scelto l'argomento della vostra ricerca, **occorre restringere l'argomento ad una dimensione maneggevole**. Ad esempio, all'inizio lo studente potrebbe aver deciso di studiare i processi di memoria. Naturalmente, l'argomento è virtualmente sconfinato, per cui il nostro studente potrebbe decidere di focalizzarsi su una forma specifica di memoria, quella implicita (un tipo di memoria che non richiede il richiamo consapevole delle informazioni studiate). A questo punto, decide di restringere il campo ancora di più e si limita a considerare gli studi che hanno indagato gli effetti della divisione dell'attenzione in test di memoria implicita. Se possibile, **si dovrebbe ridurre l'argomento ad una domanda specifica**: ad esempio, la divisione dell'attenzione durante la fase di studio riduce la memoria implicita in test concettuali? Occorre sempre ricordare che **più è accurata e precisa la domanda di ricerca e più facile sarà costruire un esperimento in grado di fornire una prova decisiva a favore (o a sfavore) dell'ipotesi.** L'esame della letteratura ========================= Prima di progettare un esperimento, **uno studioso deve necessariamente avere un'idea dei risultati ottenuti dai ricercatori che lo hanno preceduto**. In genere, uno studente alle prime armi può mostrare due atteggiamenti completamente opposti in questa fase. - Alcuni penseranno di essere i primi ad interessarsi ad un determinato argomento e passeranno direttamente alla programmazione dell'esperimento. In realtà, bisogna sempre tenere presente che gli studiosi hanno già preso in considerazione la maggior parte dei problemi ai quali è possibile pensare. La letteratura psicologica è così vasta che la probabilità di trovare un argomento completamente nuovo è minima. - D'altro canto, altri studenti potrebbero essere sopraffatti dall'enorme numero di ricerche condotte in un determinato campo, e potrebbero decidere di abbandonare la ricerca in modo prematuro. Allo scopo di evitare questa possibilità, occorre conoscere dei metodi utili a ridurre la letteratura ad una dimensione maneggevole. Nel caso in cui lo studente abbia scelto un argomento trattato dal proprio tutor, questi indubbiamente saprà consigliare una serie di letture da cui iniziare la ricerca. Alternativamente, lo studente potrebbe iniziare a consultare un articolo consigliato dal testo sul quale ha studiato. Tornando all'esempio illustrato nel paragrafo precedente, la maggior parte dei manuali introduttivi che riguardano la memoria umana contiene un capitolo sulla memoria implicita in cui sono citate una serie di ricerche particolarmente importanti per quel settore. Nel caso in cui lo studente non abbia un testo di riferimento, potrebbe essere necessario consultare il catalogo cartaceo (o elettronico) di una o più biblioteche (al giorno d'oggi, la maggior parte delle facoltà universitarie possiedono delle biblioteche specializzate nei vari settori disciplinari). A questo punto, il nostro studente è pronto per effettuare una ricerca bibliografica più approfondita. Questa fase richiederà la consultazione di alcune riviste fondamentali che occorre conoscere. Tra queste, vanno sicuramente annoverate: - **la rivista "*Psychological Abstracts*",** la quale contiene i riassunti (abstracts) della maggior parte degli articoli pubblicati in psicologia, divisi per area. Si tratta di uno strumento molto utile per entrare in contatto con la letteratura in un dato campo. Tuttavia, ha dei limiti**.** In primo luogo**, le voci nell'indice sono molto ampie,** per cui è possibile che lo studente debba passare in rassegna molti articoli poco pertinenti prima di scoprire quelli interessanti per la sua ricerca. In secondo luogo**, non vi è modo di distinguere una piccola nota da una rassegna di fondamentale importanza.** Infine, vi sono **alcune riviste che non sono prese in considerazione** negli "Psychological Abstracts": se un articolo interessante per il nostro studente è stato pubblicato su una di queste riviste, sarà semplicemente impossibile trovarlo. - **le riviste "*Science Citation Index*" e "*Social Science Citation Index*",** le quali elencano tutte le citazioni di articoli e libri apparse in altri articoli in ogni dato anno. Utilizzando queste riviste **il nostro studente potrà trovare ogni altro articolo che è stato pubblicato *dopo* l'articolo da cui ha iniziato la ricerca, e che cita l'articolo stesso nella** sua bibliografia. Il vantaggio è che è possibile muoversi *in avanti* nella letteratura ed esaminare ciò che è avvenuto in un dato campo dopo la pubblicazione di un articolo target. Inoltre, con questo metodo lo studente ha una minore probabilità di imbattersi in articoli poco pertinenti con la sua area di ricerca. Attualmente, queste tre riviste esistono in forma computerizzata e sono messe a disposizione dalla maggior parte degli atenei di tutto il mondo. Il database ***PsycINFO*** è la versione computerizzata di **"Psychological Abstracts"** e **consente la ricerca su un totale di oltre 3 milioni di riassunti estratti da più di 2.500 riviste a partire dal 1800**. **Scisearch e Social Scisearch, a loro volta, sono le versioni computerizzate del "*Science Citation Index*" e del "*Social Science Citation Index*".** L'enorme vantaggio rispetto alle riviste cartacee è che tutte le banche dati computerizzate consentono di cercare articoli che **soddisfino due o più criteri** contemporaneamente. Così, lo studente interessato agli effetti della divisione dell'attenzione sulla memoria implicita concettuale, potrà restringere notevolmente il campo della sua indagine cercando su PsycINFO gli articoli che Formulazione dell'ipotesi ========================= Una volta identificati gli articoli di suo interesse, il nostro studente dovrà leggerli. A questo punto della ricerca, può essere utile *evitare* la lettura dei metodi e delle procedure seguite dagli studiosi per rispondere alle questioni teoriche di loro interesse. Lo studente potrebbe limitarsi a leggere **il riassunto (abstract**) dell'articolo e le conclusioni, in modo tale da avere un quadro iniziale sui risultati raggiunti da quella specifica ricerca. **La bibliografia andrebbe sempre controllata**, in quanto potrebbero essere citati articoli che il nostro studente non aveva trovato durante la sua ricerca bibliografica. Il passo successivo consiste nella lettura dell'**Introduzione**. Questa sezione dell'articolo contiene una serie di informazioni di fondamentale importanza. Quasi sempre, l'Introduzione **degli articoli include una rassegna più o meno ampia degli studi condotti su un dato argomento fino a quel momento**; ciò significa che, leggendo l'Introduzione, il nostro studente avrà la possibilità di [capire cosa era noto in quel campo *prima* della pubblicazione dell'articolo stesso.] Oltre ad una rassegna degli studi precedenti, **l'Introduzione contiene spesso una descrizione delle principali teorie proposte per spiegare le evidenze sperimentali**. Infine, è possibile che **l'Introduzione illustri quali sono le questioni ancora irrisolte in un determinato campo** -- spesso questa sezione [serve all'autore per chiarire il contributo innovativo del suo studio] ed è quindi posizionata alla fine dell'Introduzione. Solo a questo punto il nostro studente è pronto per concentrarsi nella **lettura dei metodi e della procedura.** In questa fase, è importante capire quali sono i punti forti e i punti deboli della metodologia adottata dal ricercatore. In pratica, [ ] **nessun articolo è esente da errori e notare le debolezze di un esperimento è una premessa fondamentale nella progettazione di nuove ricerche.** [Spesso, gli autori ammettono alcuni di questi limiti nelle Conclusioni dei loro articoli e propongono dei metodi per risolverli. In altri casi, le debolezze di una ricerca sono evidenziate in articoli successivi]. Ad ogni modo, alla fine della sua rassegna bibliografica, il nostro studente troverà sempre che ci sono problemi non ancora risolti, risultati contrastanti da chiarire o ipotesi specifiche da esaminare. Questa comprensione lo aiuterà nella pianificazione del suo esperimento. [Quando si effettua una ricerca bibliografica, è utile focalizzare la propria attenzione sulle **rassegne o sulle meta-analisi,** in quanto questi articoli consentono di avere una visione d'insieme su un determinato ambito di ricerca.] In psicologia, [la rivista "*Annual Review of Psychology*" pubblica delle rassegne qualitative molto aggiornate ed influenti su specifici settori della ricerca,] quali ad esempio la Memoria di Lavoro (Baddeley, 2012). Le **meta-analisi**, d'altra parte, offrono una rassegna quantitativa della letteratura. Con questo termine, ci si riferisce ad [ una serie di tecniche che permettono di combinare molti studi con caratteristiche diverse per raggiungere una conclusione comune.] La meta-analisi è particolarmente utile quando la letteratura riporta risultati contrastanti e lo scopo del ricercatore è quello di individuare i fattori che moderano la possibilità di osservare un determinato fenomeno sperimentale. Supponiamo che lo scopo della meta-analisi sia quello di studiare il fenomeno **dell'inibizione collaborativa** -- un effetto per cui gruppi che collaborano durante la fase di richiamo ricordano meno di gruppi nominali, ovvero gruppi di persone che lavorano insieme ma non collaborano tra loro. Supponete che alcuni studi abbiano trovato un forte effetto di inibizione collaborativa, mentre altri studi non hanno trovato alcun effetto. In passato, uno studioso che avesse voluto trarre conclusioni sull'esistenza di questo fenomeno, avrebbe dovuto adottare **la tecnica del *box-score*. Questo metodo consiste nel contare il numero di articoli con risultati significativi (positivi) o non significativi (negativi) e nel far prevalere la posizione con il più grande numero di ricerche a favore.** Anche se apparentemente utile, questo metodo è fortemente limitato, in quanto [la significatività statistica dipende in maniera critica dalla numerosità del campione esaminato.] È possibile, ad esempio, che uno studio ottenga un effetto molto grande che tuttavia non raggiunge la significatività statistica a causa della scarsa numerosità del campione. Analogamente, è possibile che uno studio riporti un effetto di grandezza trascurabile che tuttavia risulta significativo a causa dell'elevato numero di partecipanti esaminati. [L'approccio proposto dalla meta-analisi è assai diverso, in quanto l'attenzione dello studioso viene focalizzata sulla *grandezza*] [*dell'effetto*, piuttosto che sulla significatività statistica.] L'indice di **interesse (chiamato d di Cohen) viene calcolato dividendo la differenza tra le medie del gruppo trattato e di quello non trattato per la deviazione standard dei due gruppi combinati fra loro (pooled standard deviation). Questo metodo ha il vantaggio di confrontare studi diversi utilizzando la stessa scala di misura.** [Marion e Thorley (2016) hanno recentemente utilizzato la meta-analisi per quantificare la grandezza dell'effetto di inibizione collaborativa su un totale di 64 studi. I risultati hanno dimostrato come l'effetto negativo della collaborazione sulla prestazione di memoria sia molto robusto.] Inoltre, hanno evidenziato come l'effetto sia moderato da una serie di variabili, tra cui il grado di conoscenza tra i membri del gruppo collaborativo (l'inibizione era meno evidente quando i membri erano amici o coniugi) e il tipo di test di memoria utilizzato (l'inibizione era molto forte in test di richiamo libero, mentre diventa trascurabile in test di riconoscimento). Certamente, la meta-analisi di Marion e Thorley (2016) rappresenta un punto di partenza molto utile per tutti gli studiosi che intendono fare ricerca su questo argomento. Bibliografia ============ - Baddeley, A. (2012). Working memory: theories, models, and controversies. *Annual review of psychology*, *63*, 1-29. - Binet, A., & Simon, T. (1905). New methods for the diagnosis of the intellectual level of subnormals. *L'annee Psychologique*, *12*, 191-244. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - Marion, S. B., & Thorley, C. (2016). A meta-analytic review of collaborative inhibition and postcollaborative memory: Testing the predictions of the retrieval strategy disruption hypothesis. *Psychological Bulletin, 142*(11), 1141- 1164. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - Wechsler, D., 1955. Wechsler Adult Intelligence Scale. Psychological Corporation, --------------------------------------------------------------------------------- - New York. --------- - Wixted, J.T. (2007). Dual-process theory and signal-detection theory of recognition memory. *Psychological Review, 114*(1), 152-176. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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