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Università degli Studi di Messina

Antonio Pontoriero

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history of medicine ancient medicine medical history human health

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This document is a course program on the history of medicine, focusing on topics such as ancient Egyptian medicine, paleopathology, and the evolution of medical practices. It covers various periods from antiquity to modern times. It also contains information for a program on bioethics.

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzaz...

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Storia della Medicina CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Pad. E Piano IV Tel. 0902212929 e-mail [email protected] Radioterapia Pad. E Piano -1 Il Triangolo di Ippocrate, Paleontologia, Iconodiagnostica e Storia della Medicina. Paleopatologia ed i primordi di un’attività curativa; Medicina presso le antiche civiltà; Programma di Medicina Istintiva, Primitiva, Sacerdotale ed Empirica. Medicina Egizia; Storia della Mondo classico: Medicina Medicina Greca; Medicina Ellenico-Romana. Medicina Araba; La medicina nei secoli XIII-XVI. Università, Ospedali, Rivoluzione Anatomica.​ Medicina e Chirurgia medioevali. Medicina Monastica. Agiolatria. Uroscopia. Conventi-Ospedali-Lazzaretti. La scuola di Salerno, il Regimina. La nascita delle Università e l’insegnamento della Medicina; Assistenza ospedaliera; La Medicina nel rinnovamento umanistico-rinascimentale. Il secolo XVII: Rivoluzione Scientifica. Circolazione del Sangue. La dottrina del Contagio. Il progresso nella conoscenza dell’anatomia umana nel Cinquecento; Iatrochimica. Galileo, il Microscopio e la rivoluzione scientifica. Anatomia Programma di Scompositiva. Chirurgia nel Cinquecento. Metodo Tagliacozzi. Storia della Il metodo quantitativo in Medicina: le scuole latromeccanica e latrochimica; Medicina Harvey e a circolazione del sangue. La Peste e la Sifilide. Medicina e Chirurgia nel Seicento. Generazione Spontanea. Genesi acarica della scabbia. Anatomia microscopica. Le cere anatomiche. Anatomia e Fisiologia; Morgagni e la nascita dell’Anatomia Patologica; I sistemi medici; Medicina nel Settecento. Anatomia clinica e Patologia d'organo. Spallanzani. Jenner. La vaccinazione; Programma La nascita della clinica: il metodo anatomo-clinico. di Storia Secoli XIX-XX. della Le specializzazioni. Medicina La malaria. I Chemioterapici. Gli Antibiotici. Le ultime scoperte. Giuseppe Brotzu e la Cefalosporina. Programma di Bioetica Introduzione alla bioetica. Definizioni di bioetica, Etica della responsabilità: individuale, collettiva, parcellizzata, condivisa. Il confronto multidisciplinare. Bioetica animalista e ambientalista. Bioetica religiosa e bioetica laica. Il rapporto medico–paziente. Libertà di ricerca e sperimentazione. La deontologia professionale e le scelte quotidiane di applicazione pratica. Etica della vita o della sacralità della vita. Il ragionamento etico in situazione: dire la verità al malato, accanimento terapeutico, la clonazione, fecondazione medicalmente assistita, le cure palliative. Legge 22 dicembre 2017, n.219. Bioetica di inizio vita. Procreazione medicalmente assistita. Legge 14 aprile 1982, n. 164 – Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso. Testi di Riferimento Bioetica e Storia della Medicina: Materiale didattico allegato sul Team della piattaforma didattica. Giuffra V., Fornaciari G., La storia della medicina. Dagli Egizi al XX secolo. Pisa University Press, 2022 Fondamenti di bioetica.​ Massimo Reichlin (Autore) Il Mulino, 2021 M. L. Giacobello, Van Potter: la bioetica tra saggezza e conoscenza. In dialogo con la filosofia, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019. Medicina s. f. [dal lat. medicina, in origine ars medicina, femm. dell’agg. medicinus «pertinente al medico o al curare», der. di medĭcus «medico2»]. La scienza che ha per oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e la loro prevenzione. Triangolo di Ippocrate Questo triangolo rappresenta la visione di Ippocrate, secondo cui il medico è al servizio dell’arte e il malato aiuta il medico a combattere la malattia. Infatti secondo egli l’arte si compone di tre termini: medico, malato, malattia. Questo triangolo è tutt’ora attuale, si parla infatti di relazione clinica. La figura geometrica propone dei percorsi di indagine complementari in base ai 3 punti di vista del triangolo ideale. I. Il rapporto medico-malato ci informa sull’aspetto teorico ed eziopatogenetico della malattia. II. Il rapporto malato-malattia affronta le problematiche legate al vissuto individuale della sofferenza. III. Il rapporto malattia-malato documenta l’impatto della malattia sulla società. IV. Il rapporto medico-malato riconduce all’ambito della deontologia e dell’etica professionale. Triangolo di Ippocrate Aspetto Teorico ed Eziopatogenetico Deontologia-Etica professionale Vissuto individuale Impatto della malattia della sofferenza sulla società MALATTIA ILLNESS VISSUTO DISEASE ANORMALITA’ SICKNESS RICADUTA INDIVIDUALE PATOLOGICA SUL SOCIALE Tipi di Fonte Arte e Resti Umani Fonti Letterarie Archeologia Storia della Paleopatologia Iconodiagnostica Medicina Paleopatologia (PALLOS+PATHOS+LOGOS ) Studio basato su rilievo di segni morbosi dimostrabili in individui appartenenti al passato. Grazie alla paleopatologia siamo in grado di ricostruire la PATOCENOSI. PATOCENOSI= insieme delle malattie che caratterizzano un determinato luogo in una determinata epoca. Scopo della Paleopatologia MEDICO ANTROPOLOGICO Scoprire le malattie del passato Ricostruire gli stili di vita delle epoche e relazionarle a quelle presenti passate. per prevedere in anticipo le possibili evoluzioni (il discorso ha maggior valenza per le malattie genetiche). In questa immagine vediamo dei nani a corte. I grandi signori vivevano in compagnia dei nani. Questo ci dimostra che il nanismo in quegli anni non era vissuto come una malattia , anzi i nani erano molto apprezzati. Laura Battiferri ,Bronzino Pittore del ‘500. Possiamo notare l’ esoftalmo e il gozzo segni tipici della malattia tiroidea. Proprio in quegli anni il primo medico descrisse la patologia tiroidea probabilmente causata dall’ingestione di acque contaminate provenienti da acquedotti igienicamente inadeguati. In questa figura vediamo un medico e l'abbigliamento tipico negli anni della malaria. L’abito è lungo fino ai piedi, inoltre il medico indossa una maschera e dei guanti il tutto per proteggersi da un possibile contagio. Crocifisso di Giotto: In questo corpo crocifisso vediamo la protrusione dei visceri. Il colore del ventre è diverso rispetto a quello degli arti inferiori. Questo colore e la protrusione sono segno di decomposizione del corpo. Il sangue sul corpo risulta essere coagulato. Da tutti questi elementi si può arrivare alla conclusione che il pittore ha usato come modello un cadavere di un uomo morto almeno da tre giorni. Lorenzo Il Magnifico: Dalla letteratura sappiamo che questo personaggio aveva una voce rinolarica ed era asnomico (non riusciva a sentire gli odori). Dagli studi effettuati con RX sulle ossa del cranio del Magnifico si è dimostrato un difetto anatomico delle ossa del palato. Questo difetto era causa dei disturbi precedentemente detti. Eleonora di Toledo: Quando non si riusciva scoprire quale fosse stata la causa di morte si attribuiva il decesso alla malaria perniciosa (es:la morte di Eleonora di Toledo). Inoltre già dal ‘500 venivano effettuate autopsie sui cadaveri per dimostrare se la morte era avvenuta per cause naturali oppure no. Cosimo I: dagli esami effettuati sulle ossa è stato dimostrato che questo personaggio aveva un’artrosi lombo-sacrale dovuta al fatto che indossava un’armatura molto pesante per andare a cavallo. Già al momento della sua morte era stata effettuata un’autopsia infatti è stato ritrovato il cranio scalottato. Si voleva dimostrare che la causa della morte era naturale. Francesco I Dei Medici: Egli morì assieme alla moglie Bianca nella loro villa di Poggio a Caiano.Dalla letteratura sappiamo che prima di morire i due stavano molto male già da alcuni giorni. Morirono a distanza di poche ore. Nelle ricerche sono stati ritrovati degli epatociti contenenti arsenico che dimostrano che i due erano stati avvelenati. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Storia della Medicina Egizia CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Papiro Ebers Il papiro risale al 1550 a.C. circa ed è composto da 110 pagine, il che lo rende il più lungo papiro medico conosciuto. Questo papiro tratti numerosi argomenti, tra cui dermatologia, malattie digestive, malattie traumatiche, odontoiatria e ginecologia. Una delle cose più importanti di questo papiro sono i riferimenti alle emicranie, che dimostrano che questo problema risale almeno a questo periodo. Papiro Edwin Smith Databile attorno al 1600 a.C è la sola parte sopravvissuta di un libro di testo egizio sulla chirurgia dei traumi. Papiro di KahumIl (1850 a.C.) è un compendio di ginecologia, ma tratta anche di materie diverse come veterinaria ed aritmetica. Riporta anche una malattia ” che divora i tessuti ”:.... il cancro. Il Medico Egizio I medici dell'antico Egitto erano molto numerosi ed esisteva una precisa gerarchia: a capo vi era il medico personale del faraone, seguiva il supervisore e l'ispettore medico, i medici meno importanti e i medici di base. La formazione avveniva presso le “case della vita“, poste vicino ai templi. Il papiro Ebers descrive tre tipi di medici nella società Il papiro Smith descrive tre tipi di medici: egizia: SUNU: medici civili che esercitavano presso le classi più I sacerdoti di Sejmet, mediatori con le divinità e umili e traevano le proprie conoscenze dai libri e dalla conoscitori di un ampio assortimento di droghe, tra pratica empirica questi Sabni, che godeva del titolo di "Medico capo UABU: i sacerdoti di Sekmet, che curavano le classi e scriba della parola del dio" privilegiate; mediavano con le divinità e conoscevano un I medici civili, (sun-nu), capaci di effettuare ampio assortimento di droghe. guarigioni con la magia. SAU: maghi guaritori, specializzati nella riduzione di fratture Aiutanti, denominati ut che non erano considerati e lussazioni, che lottavano contro i poteri invisibili legati ai terapeuti, assistevano in gran numero alla casta mali inspiegabili o contro i mali originati dagli animali che medica, anticipando la corporazione degli infermieri. assalivano l’uomo, come lo scorpione. Per la cura si servivano di formule, incantesimi, amuleti e statue guaritrici. Gli attrezzi più comuni di un medico erano: pinze, coltelli, fili di sutura, schegge, trapani e ponti dentari. Medicina Egizia Medico Egiziano. Il vasetto=vaso d’unguento Freccia=cauterio, paragonabile al bisturi di oggi. Il medico era una persona di grande rilevanza sociale (lo si nota dal fatto che indossa le scarpe). Nell’antico Egitto esistevano varie specialistiche mediche a seconda della professione del paziente. Questa statua rappresenta IMHOTEP, Dio della medicina per gli Egiziani. A differenza delle altre divinità, Imhotep è realmente esistito. Era l’architetto che inventò le piramidi. Più tardi questo Dio verrà identificato con Asclepio il Dio greco della medicina, a testimonianza dei legami tra il mondo egiziano e quello greco. Questo occhio esprime il concetto di frazione (ad ogni parte della figura corrisponde una frazione) Il triangolo esterno dell'occhio ricorda un naso umano e si allinea all'inizio del tratto olfattivo. La pupilla è allineata con il talamo, che si riferisce alla visione. OCCHIO DI Il triangolo esterno si sovrappone alle aree 41 e 42 di Brodmann, che è il nucleo dell'udito umano. ORUS: La coda segue una forma e una lunghezza simili al percorso che ci permette di elaborare i gusti. La lacrima segue il percorso somatosensoriale, che è il modo in cui elaboriamo il tatto. Infine, la fronte segue il corpo calloso, dove elaboriamo i pensieri. Questo potrebbe collegarsi all'idea di un sesto senso o simboleggiare la saggezza. Al di là dei sensi, l'occhio si allinea anche con la ghiandola pineale, una minuscola ghiandola al centro del cervello. La funzione della ghiandola pineale che svolge un ruolo nel sonno e nella regolazione degli ormoni. Gli antichi medici egiziani avevano già compreso il collegamento del battito del polso con il cuore, che consideravano il centro della vita. La conoscenza anatomica degli egizi, però, aveva un grosso limite... l'etica religiosa che imponeva di non oltraggiare un cadavere...infatti per eseguire i riti dell'imbalsamazione, si eseguiva una sola incisione, necessaria per svuotare il corpo delle viscere e accompagnata dalla simbolica sassaiola che la famiglia del defunto rivolgeva all'imbalsamatore. L’imbalsamazione: Al fine di mantenere integro il corpo veniva praticata l’imbalsamazione. Durante tale procedura attraverso la narice sinistra veniva tolto il cervello che in seguito veniva buttato, mentre tramite un’incisione addominale sinistra venivano prelevati stomaco, polmoni, fegato, intestino. Questi organi venivano posti nei vasi Canopi. Solamente il cuore rimaneva in sede. Si riteneva infatti che nell’Aldilà il Morto venisse sottoposto alla “pesatura del cuore” durante la quale venivano posti sulla bilancia il cuore del defunto e una piuma. Come il cuore sta al centro del corpo e lo comanda così il faraone sta al centro dell’Egitto e lo Durante tale procedura attraverso la narice sinistra veniva tolto il cervello che in seguito veniva buttato, mentre tramite un’incisione addominale sinistra venivano prelevati stomaco, polmoni, fegato, intestino. Stomaco, polmoni, fegato, intestino venivano posti nei vasi Canopi. Solamente il cuore rimaneva in sede. Si riteneva infatti che nell’Aldilà il Morto venisse sottoposto alla “pesatura del cuore” durante la quale venivano posti sulla bilancia il cuore del defunto e una piuma. Come il cuore sta al centro del corpo e lo comanda così il faraone sta al centro dell’Egitto e lo governa. Queste immagini rappresentano un arto atrofico in seguito a Poliomielite. Il soggetto quando veniva rappresentato sui papiri aveva sempre un bastone, quindi si può risalire alla patologia poliomielitica sia dai resti dell’arto che dalle immagini. La mummia di Nesparehan, un sacerdote di Amon della XXI Dinastia, fu esaminata nel 1920 da Ruffer e mostra i tipici segni del collasso dei corpi vertebrali dovuta alla tubercolosi e della conseguente cifosi. In queste statue si nota il Gibbo, segno tipico del morbo di Pott (tubercolosi ossea). Benché gli Egizi fossero considerati validissimi odontoiatri, non sono stati trovati molti riscontri su questo argomento. anzi sono state ritrovate moltissime mummie con ascessi profondi e penetranti senza traccia di estrazione del dente malato e un ascesso dentario e il diabete sono stati con molta probabilità la causa della morte della donna faraone Hatshepsut. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Storia della Medicina CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Pad. E Piano IV Tel. 0902212929 e-mail [email protected] Radioterapia Pad. E Piano -1 Giuffra V., Fornaciari G., La storia della medicina. Dagli Egizi al XX secolo. Pisa University Press, 2022 L' arte lunga. Storia della medicina dall'antichità a oggi di Giorgio Cosmacini - Laterza Libri Elementi di storia della medicina - R. A. Bernabeo,Giuseppe M. Pontieri,G. B. Scarano - Piccin-Nuova Libraria, 1993 Consigliati Storia della medicina. Dagli antichi greci ai trapianti d'organo. di Sherwin B. Nuland (Autore) Paola Frezza (Traduttore) Mondadori, 2017 Triangolo di Ippocrate Aspetto Teorico ed Eziopatogenetico Deontologia-Etica professionale Vissuto individuale Impatto della malattia della sofferenza sulla società Tipi di Fonte Arte e Resti Umani Fonti Letterarie Archeologia Storia della Paleopatologia Iconodiagnostica Medicina Laura Battiferri ,Bronzino Pittore del ‘500. Possiamo notare l’ esoftalmo e il gozzo segni tipici della malattia tiroidea. Proprio in quegli anni il primo medico descrisse la patologia tiroidea probabilmente causata dall’ingestione di acque contaminate provenienti da acquedotti igienicamente inadeguati. Papiro Ebers Il papiro risale al 1550 a.C. circa ed è composto da 110 pagine, il che lo rende il più lungo papiro medico conosciuto. Questo papiro tratti numerosi argomenti, tra cui dermatologia, malattie digestive, malattie traumatiche, odontoiatria e ginecologia. Una delle cose più importanti di questo papiro sono i riferimenti alle emicranie, che dimostrano che questo problema risale almeno a questo periodo. Papiro Edwin Smith Databile attorno al 1600 a.C è la sola parte sopravvissuta di un libro di testo egizio sulla chirurgia dei traumi. Papiro di KahumIl (1850 a.C.) è un compendio di ginecologia, ma tratta anche di materie diverse come veterinaria ed aritmetica. Riporta anche una malattia ” che divora i tessuti ”:.... il cancro. Gli attrezzi più comuni di un medico erano: pinze, coltelli, fili di sutura, schegge, trapani e ponti dentari. Medico Egiziano. Il vasetto=vaso d’unguento Freccia=cauterio, paragonabile al bisturi di oggi. Il medico era una persona di grande rilevanza sociale (lo si nota dal fatto che indossa le scarpe). Nell’antico Egitto esistevano varie specialistiche mediche a seconda della professione del paziente. Questa statua rappresenta IMHOTEP, Dio della medicina per gli Egiziani. A differenza delle altre divinità, Imhotep è realmente esistito. Era l’architetto che inventò le piramidi. Più tardi questo Dio verrà identificato con Asclepio il Dio greco della medicina, a testimonianza dei legami tra il mondo egiziano e quello greco. Medicina Durante il corso dei Medicina istintiva, secoli la medicina ha Medicina sacerdotale, Medicina magica, attraversato diversi Medicina empirica, stadi che, secondo gli Medicina scientifica. storici, sono i seguenti: Medicina Istintiva Per medicina istintiva si intende quella serie di accorgimenti ed azioni proprie della natura degli animali superiori ed insite nel loro comportamento, quali ad esempio: il leccamento della ferita, la posizione antalgica di un arto dopo un trauma, l'eliminazione dei parassiti dal corpo, il disbrigo delle occorrenze del parto. Medicina Sacerdotale La Medicina primitiva I popoli primitivi attualmente viventi uniscono l'interpretazione soprannaturale a un empirismo spesso assai progredito. Tutte quelle patologie che sono causate da agenti ben definibili (traumi, morsi di animali, parassitosi ecc.) sono trattate con rimedi naturali dettati da una ricerca empirica, mentre quelle la cui causa non è evidente (qualsiasi patologia interna) sono attribuite all' influenza di divinità, maghi o stregoni. In ogni caso è sempre l'elemento magico ad avere il sopravvento nella diagnosi e nella cura che sono esclusiva competenza dei guaritori. Medicina Sacerdotale Medicina Empirica La medicina popolare E' un miscuglio di medicina primitiva, empirismo, magia e religione. Riconosce a determinate persone, quasi sempre donne (le streghe), la capacità di fare il male e di toglierlo. Per provocare le più svariate patologie si ricorre alle fatture che possono essere eseguite indirettamente (operando un transfert della vittima designata su figure, statuette o oggetti che la rappresentano) oppure direttamente gettandole addosso o facendole ingoiare, senza che se ne accorga, sostanze di vario genere di solito di carattere macabro e ripugnante (ossa umane polverizzate, sperma, sangue mestruale). Spesso si usano anche spilli, nodi e altri oggetti che vengono posti nel letto e nei vestiti. La medicina ebraica (1200 a.C.-550 a.C.) E' sicuramente il migliore esempio del concetto assolutamente teurgico della medicina: Dio è l'unica fonte di malattia e di risanamento, per cui solo il sacerdote, cioè l'uomo scelto dal Signore, è considerato strumento di guarigione. E' pur vero che il medico viene tenuto in grande considerazione, ma alla base di tutto sta il fatto che è la divinità ad aver creato le piante e tutti i medicamenti (fiele di pesce, il cuore, il fegato ecc.). Il concetto igienico risulta quindi molto marginale rispetto al precetto religioso La clinica L'epoca ippocratica segna la nascita della clinica intesa come studio dei segni e dei sintomi osservabili sul paziente. L'esame effettuato dal medico doveva essere il più approfondito possibile e comprendeva non solo l'ascoltazione, la palpazione e, forse, la percussione, ma anche qualsiasi piccolo indizio che avrebbe potuto essere utile per la diagnosi: diverse sfumature di colore, variazioni di comportamento, insolite contrazioni muscolari, quantità e qualità di qualsiasi escrezione e secrezione ecc.. Da ricordare l'accuratezza con cui veniva esaminata l'urina, valutata come quantità, colore, sedimento e torbidità. Assai particolareggiata e minuziosa era inoltre l'anamnesi, pur essendo rivolta essenzialmente a conoscere solo la situazione presente del malato. La prognosi si basava sullo studio degli esiti delle varie patologie: essa era considerata infausta se si notavano fattori quali disturbi visivi, sudore freddo, anemizzazione delle mani, cianosi delle unghie e stato di agitazione, mentre il polso non veniva tenuto in nessuna considerazione. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Storia della Medicina Greca CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO La Medicina Greca Nelle prime fasi, la medicina occidentale era una medicina teurgica, in cui la malattia era considerata un castigo divino, concetto che si trova in moltissime opere greche, come l'Iliade, e che ancora oggi è connaturato nell'uomo. Pitagora Col passare del tempo la medicina prese sempre più le distanze dalla religione sino ad arrivare alla medicina razionale di Ippocrate, che segnò il limite tra razionalità e magia. Le prime scuole si svilupparono in Grecia e nella Magna Grecia, cioè in Sicilia e in Calabria. Tra queste, fu importantissima la scuola pitagorica. Pitagora, grande matematico, operava nell'isola di Samo, ma si spostò a Crotone quando il tiranno Policrate prese il potere nella sua città. Egli portò nella scienza naturale, ancora non definibile medicina, la teoria dei numeri: secondo Pitagora alcuni numeri avevano significati precisi e, fra questi, i più importanti erano il 4 e il 7. Il 7 ha sempre avuto un significato magico, per es. nella Bibbia un numero infinito è indicato come 70 volte 7. Tra l'altro il 7 moltiplicato per 4 dà 28, cioè il mese lunare della mestruazione, e 7 per 40 dà 280, cioè la durata in giorni della gravidanza. Sempre per la connotazione magica del 7 si diceva che era meglio che il bambino nascesse al 7° mese piuttosto che all'8°. Anche il periodo di quarantena, cioè i 40 gg che servirebbero per evitare il contagio delle malattie, è derivato dal concetto di sacralità del numero 40. Tuttavia la scuola pitagorica non si limitò a questo, ebbe importanti allievi e in quel periodo nacquero delle scuole filosofiche molto importanti. Pitagora e la Scuola Pitagorica Talete elaborò un'importante sistema secondo cui l'universo era costituito da: aria, acqua, terra, cui Eraclito aggiunse il fuoco (i 4 elementi fondamentali). In questo periodo venne dato grande rilievo anche alle qualità, secco e umido, freddo e caldo, dolce e amaro, etc. Un grande allievo di Pitagora, Alcmeone di Crotone, nel VI-VII secolo a.C. fu il primo ad avere l'idea che l'uomo fosse un microcosmo costituito dai 4 elementi fondamentali. Secondo lui dall'equilibrio degli elementi, che chiamò isonomia o democrazia, derivava lo stato di salute, mentre lo stato di malattia derivava dalla monarchia, ovvero dal prevalere di un elemento sugli altri. Alcmeone fu anche il primo ad individuare nel cervello l'organo più importante. Sino ad allora era stata data pochissima importanza al cervello, che era sempre sfuggito all'osservazione: all'epoca greca il corpo era sacro e non si praticavano dissezioni, ma veniva visto negli animali sacrificati come una massa gelatinosa e fredda di scarso interesse. Alcmeone stabilì che il cervello doveva essere l'organo che comandava l'organismo. Pare che si fosse anche reso conto, fatto poi smentito da altri, che i nervi servissero per condurre gli impulsi nervosi, ma questa notizia non ha lasciato traccia nella storia della scienza di allora. L’esame obiettivo secondo Ippocrate Si basava su: 1-OSSERVAZIONE 2-PALPAZIONE 3-SACCUSSIONE Inoltre veniva valutato il passato, il presente del paziente, l’aspetto (facies hippocratica), sonno-vegli e escreti. Ippocrate fu il primo che mise in relazione la salute con l’ambiente (inteso anche come stili di vita, abitudini, dieta). Nel momento in cui si sviluppava questa medicina scientifica, rigorosamente separata da religione e filosofia veniva elaborata una nuova pratica terapeutica apparentemente in contraddizione con questa, l’INCUBATIO. INCUBATIO Sogno terapeutico indotto effettuato in santuari dedicati ad Asclepio (Dio della medicina) dove si recavano i fedeli per essere guariti da patologie somatiche e psichiche. Dopo un periodo di digiuno e di astensione dai rapporti sessuali il malato veniva fatto adagiare su una pelle di capra nera.Gli unici malati che non venivano ammessi erano le donne incinte e i malati in fase acuta.durante il sonno appariva il Dio,accompagnato da cani e serpenti,il quale parlava con voce suadente al malato a cui indicava la cura o che curava direttamente. Alcmeone di Crotone Agli umori furono fatte corrispondere anche le stagioni: la prima stagione, quella del sangue e dell'aria corrispondeva alla primavera, l'estate era quella del fuoco e della bile, l'autunno era quella della terra e dell'atrabile e l'inverno era la stagione dell'acqua, della pituita e del cervello. Fu fatto anche un parallelismo con le quattro età della vita, infanzia e prima giovinezza, giovinezza matura; età virile avanzata, ed infine età senile. Ippocrate, rifacendosi a quello che aveva detto Alcmeone di Crotone, sosteneva che la malattia derivasse dallo squilibrio, senza parlare più di democrazia o monarchia per non offendere i tiranni, e che dove c'era equilibrio tra gli umori c'era la salute; le cure consistevano nel rimuovere l'umore in eccesso. La sua teoria spiegava anche i vari temperamenti: un soggetto collerico aveva troppa bile, quello flemmatico troppo muco. Alcmeone di Crotone Al centro della concezione di Ippocrate non c'era la malattia, che si spiegava in modo olistico, ma l'elemento più importante era l'uomo. Questo fece la fortuna della scuola ippocratica nei confronti della scuola rivale di Cnido, che invece era focalizzata sulla malattia con una concezione riduzionistica, simile a quella odierna. La scuola di Ippocrate prevalse proprio perché si occupava dell'uomo, mentre l'altra occupandosi delle malattie e non avendo gli elementi necessari per farlo si estinse, quella di Ippocrate proseguì. Ippocrate Alla base delle concezioni di Ippocrate c'era una filosofia profonda e pratica e un notevole buonsenso. I principi fondamentali erano di lasciar fare alla natura, cioè alla forza guaritrice della natura, di osservare attentamente il malato ed intervenire il meno possibile, fare attenzione all'alimentazione e alla salubrità dell'aria. Per eliminare lo squilibrio era necessario rimuovere la materia in eccesso, detta materia peccans. I mezzi a disposizione per l'eliminazione della materia peccans erano il capipurgio (= purga del capo), che consisteva nell'indurre lo starnuto con droghe come il pepe, il clistere, oppure il salasso o sanguisugio. Quest'ultima pratica fu molto usata dai seguaci di Ippocrate, soprattutto nell'epoca romana di Galeno, con conseguenze gravissime, perché il levare il sangue ad un malato non era utile ed era spesso causa di morte. Ippocrate comunque raccomandava di utilizzare questi mezzi con la massima parsimonia. I testi di Ippocrate, o i presunti tali, furono commentati nelle università sino al 1700. Questi testi comprendono una serie di aforismi tra cui il famoso "La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fuggevole, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile", che sono alla base della sua filosofia ed invitano a pensare attentamente e ripetutamente prima di intervenire. Ippocrate Ippocrate quindi creò una medicina olistica, basata sull'uomo o microcosmo, predicando l'uso della terapia disponibile con il massimo della parsimonia. Tra l'altro i rimedi erano pochi perché allora non esisteva la farmacologia ed un primo accenno all'erboristica venne da un allievo di Aristotele, Teofrasto, circa un secolo dopo. Ippocrate è ricordato anche perchè espresse i primi concetti di etica medica, arrivati sino ai giorni nostri, ed è infatti attribuito alla sua scuola il giuramento di Ippocrate, che codifica la figura del medico. "Giuro ad Apollo medico, Asclepio, Igea e Panacea, prendendo come testimone tutti gli dei e le dee, di tenere fede secondo il mio potere e il mio giudizio a questo impegno: giuro di onorare come onoro i miei genitori colui che mi ha insegnato l'arte della medicina (concetto di allievo e maestro) e di dividere con lui il mio sostentamento e di soddisfare i suoi bisogni, se egli ne avrà necessità; di considerare i suoi figli come fratelli, e se vogliono imparare quest'arte, di insegnarla a loro senza salario nè contratto; di comunicare i precetti generali, le nozioni orali e tutto il resto della dottrina ai miei figli, ai figli del mio maestro e ai discepoli ingaggiati ed impegnati con giuramento secondo la legge medica, ma a nessun altro (concetto della casta). Applicherò il regime dietetico a vantaggio dei malati, secondo il mio potere e il mio giudizio, li difenderò contro ogni cosa nociva ed ingiusta. Non darò, chiunque me lo chieda, un farmaco omicida (rifiuto dell'eutanasia), nè prenderò iniziativa di simile suggerimento, nè darò ad alcuna donna un pessario abortivo. Con la castità e la santità salvaguarderò la mia vita e la mia professione. Non opererò gli affetti da calcoli e lascerò questa pratica a professionisti". "In qualunque casa io entri sarà per utilità dei malati, evitando ogni atto di volontaria corruzione, e soprattutto di sedurre le donne, i ragazzi, liberi e schiavi. - Le cose che nell'esercizio della mia professione o al di fuori di essa potrò vedere o dire sulla vita degli uomini e che non devono essere divulgate le tacerò, ritenendole come un segreto (concetto di segreto professionale). Se tengo fede sino in fondo a questo giuramento e lo onoro, mi sia concesso godere dei frutti della vita e di quest'arte, onorato per sempre da tutti gli uomini e se lo violo e lo spergiuro che mi accada tutto il contrario". Giuramento di Ippocrate Un anatema contro la chirurgia, che trova la sua giustificazione nel fatto che la chirurgia allora aveva esiti disastrosi. Non c'era nessuno stimolo a studiare l'anatomia, perchè si pensava che le malattie fossero causate dallo squilibrio degli umori e gli organi non avessero nessuna importanza; quindi la chirurgia era un qualcosa di empirico, uno tagliava senza sapere cosa andava a tagliare, non c'erano i concetti della asepsi, della anestesia. La chirurgia fu considerata una pratica artigianale secondaria senza utilità, non una scienza, sino alla fine del 1700. Gli artigiani la praticavano di nascosto, tramandandosi tra loro i segreti. I chirurghi e i medici indossavano anche un diverso abbigliamento: i medici, in quanto laureati e magistri togati, potevano portare la toga a differenza dei chirurghi, che invece erano persone indotte e non conoscevano il latino, che in epoca medioevale e moderna era la lingua dei dotti (nelle incisioni del '500, del '600 e anche del '700 si distinguono i medici con la toga lunga sino ai piedi dai chirurghi con le gambe scoperte). Questo corollario fu benefico nell'immediato, ma portò alla pratica della chirurgia da parte di persone prive di ogni conoscenza teorica. Aristotele Il più grande scienziato e biologo dell'antichità (384/3 a.C.-322/1 a.C.), che contribuì enormemente non tanto alla medicina in sé, quanto alla scienza naturale, e a lui si deve la prima classificazione degli animali (al suo allievo Teofrasto quella delle piante). Purtroppo alcuni passi di Aristotele, forse interpretati male, portarono ad un errore che ebbe gravi conseguenze sull'evoluzione della scienza: pare che egli sostenesse che certi animali inferiori gli insetti (il cui nome deriva dalla evidente segmentazione del corpo nelle sue componenti) originassero dalla materia in decomposizione per generazione spontanea e che quindi non fosse possibile limitarne la crescita. Questo concetto iniziò ad essere attaccato alla fine del '600. Aristotele elaborò un sistema fisiologico incentrato sul cuore, in cui, secondo lui, ardeva una fiamma vitale mantenuta da uno spirito, detto pneuma o spirito vitale, che dava calore. Il polmone e il cervello avevano soprattutto una funzione di raffreddamento. Il cuore era l'organo più importante perchè quando il cuore si ferma l'uomo muore. Inoltre Aristotele nei suoi studi di embriologia notò che il cuore comincia a battere nelle fasi iniziali dello sviluppo dell'organismo: primum oriens, ultimum moriens. Aristotele Nella sua teoria il calore era la cosa più importante e dava la vita. Egli sosteneva che l'uomo, avendo molto calore, riusciva ad utilizzare tutte le risorse del suo organismo e a produrre lo sperma. La donna, invece, non aveva abbastanza calore, per cui parte del sangue era eliminata come sangue mestruale. Lo sperma col calore agiva sul mestruo, producendo l'embrione. La riprova, secondo Aristotele, della validità della sua teoria era che questo calore derivato dallo sperma, nel periodo del puerperio, faceva sì che la donna producesse il latte: nella maggior parte dei casi non si presentava la mestruazione proprio perché questo sangue in abbondanza veniva trasformato in latte grazie al calore. Aristotele fu anche maestro di Alessandro Magno, che portò al massimo la fioritura della cultura ellenica, che si espanse in tutto il Mediterraneo. Ma la massima espansione portò successivamente al crollo. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Storia della Medicina CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Pad. E Piano IV Tel. 0902212929 e-mail [email protected] Radioterapia Pad. E Piano -1 Medicina Durante il corso dei Medicina istintiva, secoli la medicina ha Medicina sacerdotale, Medicina magica, attraversato diversi Medicina empirica, stadi che, secondo gli Medicina scientifica. storici, sono i seguenti: Pitagora e la Scuola Pitagorica Talete elaborò un'importante sistema secondo cui l'universo era costituito da: aria, acqua, terra, cui Eraclito aggiunse il fuoco (i 4 elementi fondamentali). In questo periodo venne dato grande rilievo anche alle qualità, secco e umido, freddo e caldo, dolce e amaro, etc. Un grande allievo di Pitagora, Alcmeone di Crotone, nel VI-VII secolo a.C. fu il primo ad avere l'idea che l'uomo fosse un microcosmo costituito dai 4 elementi fondamentali. Secondo lui dall'equilibrio degli elementi, che chiamò isonomia o democrazia, derivava lo stato di salute, mentre lo stato di malattia derivava dalla monarchia, ovvero dal prevalere di un elemento sugli altri. Alcmeone fu anche il primo ad individuare nel cervello l'organo più importante. Sino ad allora era stata data pochissima importanza al cervello, che era sempre sfuggito all'osservazione: all'epoca greca il corpo era sacro e non si praticavano dissezioni, ma veniva visto negli animali sacrificati come una massa gelatinosa e fredda di scarso interesse. Alcmeone stabilì che il cervello doveva essere l'organo che comandava l'organismo. Pare che si fosse anche reso conto, fatto poi smentito da altri, che i nervi servissero per condurre gli impulsi nervosi, ma questa notizia non ha lasciato traccia nella storia della scienza di allora. Ippocrate La vera e propria medicina razionale è da attribuire ad Ippocrate (V sec. a.C.), padre della medicina. Ippocrate visse tra il 460 e il 370 a.C. nell'isola di Coo o Cos, nel Dodecanneso, dove si sviluppò la scuola razionale, cui vanno ascritti molti dei pensieri attribuiti ad Ippocrate, che visse nei 50 anni di pace periclea, periodo in cui fiorì la filosofia. Operò nell'area del Mediterraneo e nei suoi viaggi toccò la Sicilia, l'Egitto, Alessandria, Cirene, Cipro. La base della medicina razionale è la negazione dell'intervento divino nelle malattie. Anche la famosa malattia sacra, l'epilessia, fu attribuita ad una disfunzione dell'organismo. La concezione di Ippocrate si rifaceva a quella di Talete ed in parte anche a quella di Alcmeone di Crotone, quando diceva che l'uomo è il microcosmo ed il corpo è formato dai 4 elementi fondamentali, nell'ordine aria, fuoco, terra ed acqua. Secondo Ippocrate e la sua scuola (pare che addirittura si trattasse di suo genero Polibo), agli elementi del corpo umano corrispondevano, in base a delle qualità comuni, degli umori: all'aria, che è dappertutto, corrispondeva il sangue; al fuoco, caldo, corrispondeva la bile; alla terra, per il colore, corrispondeva un umore scuro in realtà inesistente, forse osservato nella pratica dell'auruspicina, durante il sacrificio degli animali. Il sangue della milza, venoso, molto scuro fu forse ritenuto essere un altro umore, diverso dal sangue, e fu chiamato bile nera, atrabile in latino e o melaina kole' in greco; infine all'acqua corrispondeva il muco, o pituita o flegma, comprendente tutte le secrezioni acquose del nostro corpo (saliva, sudore, lacrime, etc.), localizzato principalmente nel cervello, che era umido e freddo come l'acqua. L’esame obiettivo secondo Ippocrate Si basava su: 1-OSSERVAZIONE 2-PALPAZIONE 3-SACCUSSIONE Inoltre veniva valutato il passato, il presente del paziente, l’aspetto (facies hippocratica), sonno-vegli e escreti. Ippocrate fu il primo che mise in relazione la salute con l’ambiente (inteso anche come stili di vita, abitudini, dieta). Nel momento in cui si sviluppava questa medicina scientifica, rigorosamente separata da religione e filosofia veniva elaborata una nuova pratica terapeutica apparentemente in contraddizione con questa, l’INCUBATIO. Ippocrate Ippocrate quindi creò una medicina olistica, basata sull'uomo o microcosmo, predicando l'uso della terapia disponibile con il massimo della parsimonia. Tra l'altro i rimedi erano pochi perché allora non esisteva la farmacologia ed un primo accenno all'erboristica venne da un allievo di Aristotele, Teofrasto, circa un secolo dopo. Ippocrate è ricordato anche perchè espresse i primi concetti di etica medica, arrivati sino ai giorni nostri, ed è infatti attribuito alla sua scuola il giuramento di Ippocrate, che codifica la figura del medico. Alessandria d’Egitto Nell'impero tolemaico, ad Alessandria d'Egitto, si sviluppò un movimento culturale di vastissime proporzioni. Venne costruita anche la biblioteca più grande e famosa dell'antichità, che costituiva la summa del sapere dell'epoca e che, nei secoli successivi, andò incontro ad alterne vicende: fu incendiata da Cesare, da vari imperatori romani e vescovi, fu distrutta definitivamente intorno al 640 da un califfo arabo. Questa biblioteca era una vera e propria università, in cui operavano scienziati formatisi alla scuola aristotelica che, però, praticavano le dissezioni sugli animali ed anche sull'uomo. L'Egitto era una terra in cui da secoli, per non dire millenni, si faceva uso di pratiche funerarie che prevedevano la dissezione dell'uomo come preparazione alla mummificazione. Ecco che quindi acquistò importanza la tecnica dell'esame sul cadavere, inteso non semplicemente come dissezione, ma, come avverrà anche nel Rinascimento, quale momento fondamentale dell'attività del medico. Scuola Empirica, Dogmatica e Metodica Assai importante fu ad Alessandria la scuola empirica, secondo la quale l'attività del medico doveva comprendere tre momenti fondamentali: l'anamnesi, l'autopsia (intesa però come ispezione visuale diretta del medico sul malato) e la diagnosi. Anche se tale scuola aveva dei principi molto affascinanti, che richiamano quelli odierni, tuttavia fallì in quanto non vi era la possibilità concreta di fare una diagnosi accurata e, di conseguenza, una terapia adeguata, viste le scarse cognizioni, in termini di malattie, in loro possesso. Contemporaneamente alla scuola empirica, in Alessandria si diffusero anche la scuola dogmatica, che era la continuazione della scuola d'Ippocrate, e la scuola metodica, che fu quella che ebbe maggior successo. La scuola metodica La scuola più importante ad Alessandria fu la scuola metodica. Questa si rifaceva non alla filosofia dei quattro elementi, ma alla filosofia rivale, alla teoria atomistica di Democrito (vissuto tra il V e il IV sec a.C.). La concezione ippocratica era di tipo finalistico, analogamente a quella aristotelica, mentre alla base della teoria democritea vi era il caso. Secondo tale scuola era necessario valutare le cose così come apparivano nel mondo reale, bisognava porre attenzione allo stato fisico del malato. Grande importanza, secondo loro, aveva lo stato dei pori: a seconda che questi fossero aperti o chiusi si aveva una condizione, rispettivamente, di rilassatezza o di tensione; e bisognava far di tutto perché i pori rimanessero aperti in modo normale, quindi fare attenzione a come ci si lavava, alla temperatura dell'acqua. Questo concetto fu la causa dell'estrema scarsità d'igiene esistente nel medioevo, in quanto venne male interpretato e inteso come la condanna dell'acqua in quanto causa della chiusura dei pori. Scuole di Medicinaa La scuola pneumatica rappresentò una reazione a quella metodica e il ritorno ad alcuni principi cari ad Ippocrate. Deve il suo nome al fatto che individuava il pneuma, cioè il respiro, come la base dell'economia vitale dell'organismo anche se riteneva molto importante l'equilibrio degli umori sia per la costituzione fisica che per il temperamento. Fu fondata intorno al 50 d.C. da Ateneo di Attaleia, famoso per i suoi studi di semeiotica e sul polso, che considerava indice dello stato del pneuma nelle arterie. La scuola eclettica (dal 90 d.C.) tolse al sistema metodico la sua parte più ipotetica e assoluta mettendo invece in evidenza ciò che aveva di positivo e sperimentale, riprendendo inoltre la parte osservatrice di Ippocrate. Agatino da Sparta fu il suo fondatore; tra gli altri va citato Areteo di Cappadocia, famoso per l'accuratezza di alcune descrizioni anatomiche e di vari quadri patologici. La Medicina nell’Impero Romano La Medicina nell’Impero Romano La medicina arrivò a Roma con la conquista della Grecia. A Roma fare il medico era considerata cosa disdicevole, che poteva fare solo uno straniero. Siccome la Grecia, dopo la conquista romana, era poverissima per le numerosissime guerre che l'avevano dilaniata, ci furono numerosi medici che si vendettero come schiavi per poter andare a Roma ad esercitare la propria arte. Molti di questi divennero famosi e si comprarono la libertà, divenendo dei liberti. La setta che ebbe maggior fortuna fu la setta Metodica, con Asclepìade e il suo allievo Temisòne, che influenzò moltissimo la cultura medica romana. Ci furono inoltre a Roma importantissimi trattatisti, tra cui il fondatore della botanica farmaceutica, Dioscuride Pedànio (I sec. d.C.) , che pubblicò un libro, intitolato De materia medica, rimasto come base della farmacologia fino al primo '800; Sorano di Efeso (I / II sec.) , medico ellenista, che pubblicò un trattato di ginecologia e soprattutto Aulo Cornelio Celso (14 a.C.-37 d.C.) con il suo trattato De Medicina. Questi scrisse una sorta di enciclopedia medica in cui trattò argomenti di chirurgia, di medicina dal punto di vista di un erudito, piuttosto che da quello di un conoscitore dell'argomento, facendo un grande elenco di pratiche comuni a Roma. Da qui possiamo però farci un'idea dello sviluppo raggiunto dalla chirurgia in quell'epoca, soprattutto in alcuni campi, quali l'odontoiatria. Galeno L'elemento più caratteristico però dell'ambiente sanitario romano era il concetto di igiene. I romani si lavavano moltissimo, ne è un esempio l'uso e il numero delle terme allora esistenti. Il medico più importante dell'epoca romana, che lasciò una traccia importantissima nella cultura occidentale, fu Galeno (129 d.C.- 216 d.C.) , il pergameno. Questi era figlio dell'architetto dei re, proveniva dunque da una famiglia facoltosa, che dopo il tirocinio ad Alessandria passò a Roma, dove fece il medico dei gladiatori, acquisendo quindi una certa infarinatura anatomica, anche se, seguendo i concetti greci, si dedicò soprattutto alla dissezione degli animali. Tra questi i più studiati erano il maiale ("l'animale più simile all'uomo", a detta di Galeno) e la scimmia. Galeno intuì l'importanza fondamentale degli organi e di molti anche il loro effettivo ruolo; ad esempio capì che la vescica urinaria non produceva urina, ma che questa proveniva dagli ureteri (lo dimostrò legando gli ureteri), descrisse per la prima volta il nervo ricorrente. Ebbe molta importanza come medico pratico: basandosi sulle piante medicinali introdusse farmaci di grandissima importanza, introdusse, ad esempio, l'uso della corteccia di salice, del laudano (tintura di oppio) come anestetico. Nonostante le sue numerose intuizioni, poiché la teoria più accettata all'epoca era quella ippocratica, Galeno, pur con qualche introduzione di elementi estranei, sposò la teoria degli umori. Anzi, esasperò l'aspetto terapeutico della materia peccans. Tra la materia peccans vi era il pus, che venne chiamato da Galeno "bonum et laudabile", perchè era espressione di materia peccans che doveva essere eliminata. Purtroppo, però, soprattutto dagli epigoni di Galeno tale teoria venne sfruttata in senso stretto: dicevano infatti che le ferite non dovevano guarire per prima intenzione, ma doveva formarsi prima pus: era quindi necessario bruciare la ferita in maniera tale da provocare la sua formazione, perchè solo così le ferite guarivano meglio. Tale concetto restò valido fin quasi alla fine del 1500. Galeno portò, inoltre, all'esasperazione anche altre metodiche terapeutiche, quali il salasso. Nel suo concetto introdusse anche il concetto metodista dei pori: ciò, però, fu travisato ed interpretato come un invito, fatto da Galeno, a non lavarsi. Fisiologia del Corpo Umano secondo Galeno Galeno elaborò una teoria fisiologica per capire come funzionava il nostro corpo e come si muoveva il sangue. Sulla base di molte affermazioni di Aristotele (fu il primo a considerare la digestione come una sorta di cottura, parlava di una concotio degli alimenti che avveniva nello stomaco) affermò che gli alimenti, che contenevano le sostanze nutritizie, dopo la concotio, attraverso le vene meserraiche (allora non si conoscevano i vasi chiliferi), venivano portati al fegato. Questo era l'organo principale della circolazione. Per Aristotele era il cuore l'organo più importante, per Galeno il fegato. Nello stomaco tale materiale diventava sangue e andava al fegato dove si arricchiva di uno spirito chiamato spirito naturale. Gran parte di questo sangue, dal fegato andava in periferia, attraverso le vene, dove veniva consumato come nutrimento. Una parte, invece, attraverso la vena Cava, passava al cuore, sede in cui arde la fiamma vitale, nel quale si arricchiva dello spirito vitale; in particolare il sangue giungeva al cuore destro e da qui, attraverso dei pori, giungeva al cuore sinistro. Da qui, attraverso le arterie, considerate dei vasi, il sangue si portava soprattutto al cervello. Fisiologia del Corpo Umano secondo Galeno Prima di giungere però al cervello, il sangue passava attraverso un sistema mirabile situato nel collo. Nell'encefalo il sangue si arricchiva di un ulteriore spirito, lo spirito animale, quindi, attraverso i nervi, considerati il terzo sistema di vasi, giungeva in periferia dove poteva dare la vita. Questa teoria non presuppone una circolazione del sangue, bensì solo un movimento: a suo giudizio si muoveva secondo il moto delle maree. In realtà, secondo tale concezione, il sangue sarebbe dovuto essere in quantità enorme. Secondo la teoria galenica, inoltre, a livello del cervello, il sangue veniva filtrato e si veniva così a creare uno spurgo, rappresentante ciò che di impuro il sangue conteneva, e che, attraverso la lamina cribrosa (chiamata così per l'appunto) colava giù dando origine alle lacrime. Una teoria affascinante che, tuttavia, non era fondata su basi sperimentali e che portò poi alla cristallizzazione di tutto il sapere medico-scientifico, in quanto questa teoria si sposava bene con la dottrina cristiana. Questa teoria divenne quasi un dogma. Nel 1500, al tempo del grande medico Vesalio, era ancora valida. Igiene in epoca romana. Dopo Galeno ci furono una moltitudine di medici che operarono nell'impero d'occidente ma soprattutto in quello d'oriente, con conseguente passaggio del sapere dall'Occidente all’Oriente. Sulla scia della grande importanza data all'igiene, in epoca romana sorsero i primi veri e propri ospedali, costruiti secondo precise norme igieniche quali smaltimento dei rifiuti, sistema idrico, libera circolazione dell'aria, come dimostrano le numerose finestre di cui erano dotati, che possiamo tutt'oggi vedere e di cui Vitruvio racconta. Col trasferimento del potere a Bisanzio, ci fu anche il trasferimento della cultura medica e dei principi dell’igiene, terme incluse. In questa città vi furono medici famosi, quali Paolo di Egina, che non fecero altro che ripetere quanto detto da Galeno e seguaci; ci fu tuttavia la fondazione di molti ospedali ed il sorgere della medicina sociale. Avvenne a Bisanzio una disputa tra il vescovo Cirillo e il vescovo Nestorio. Quest'ultimo perse e fu cacciato da Costantinopoli; si rifugiò quindi in Medio oriente, nelle zone dell'lraq ed in Egitto. Nestorio portò con sè tutto il bagaglio culturale classico, compreso quello medico, ponendo quindi le basi allo sviluppo di una concezione medica simile a quella presente nell'antica Roma. Vennero costruiti ospedali avanzatissimi, a immagine di quelli romani, a Bagdad, in altre città dell'Iraq ed al Cairo. Medicina Araba In questa epoca araba non si dava importanza all'anatomia. Rimaneva, tuttavia, ben saldo il concetto dell'igiene avanzata, del lavarsi molto. Nella medicina araba ebbe grande influenza anche la religione. Uno dei concetti del Corano era che non bisognava toccare il corpo umano per evitare che uscisse il sangue, in quanto insieme a questa sarebbe uscita anche l'anima; ciò pose un veto alla possibilità di eseguire dissezioni. Nella religione cattolica, invece, non vi è nessun ostacolo di carattere religioso alla dissezione: il corpo è qualcosa di secondario, ciò che importa è l'anima. In oriente, invece, tale norma proibiva la dissezione nelle 24 ore successive alla morte, per paura che venisse persa l'anima. Per ovviare a ciò gli arabi inventarono il termocauterio, ancora oggi usato (si pensi al bisturi elettrico) per bloccare temporaneamente i vasi durante l'operazione chirurgica. All'escara faceva seguito la suppurazione; si veniva così a creare il pus, bonum et laudabile, nel pieno rispetto dell'iter terapeutico del tempo, ma ciò portava spesso il paziente alla morte. Medicina Araba Agli Arabi va, inoltre, il gran merito d'aver tramandato gli scritti greci antichi, che ad essi erano giunti attraverso, ad esempio, i nestoriani, o che si erano fatti portare in dono dai vari principi occidentali, e che scrupolosamente traducevano in lingua araba lasciandovi il testo greco a fronte. Grandi medici arabi furono Rhazes (864-925) e Avicenna (980-1037). Verso la metà del 1200 il medico siriano Ibn-Al-Nafis (1213-1288) descrisse la circolazione polmonare. È dubbio però che la sua scoperta, venuta alla luce nel 1924, abbia influenzato la medicina occidentale. La Medicina Araba La civiltà araba ebbe il massimo sviluppo in Europa nella Spagna islamica; a Cordoba in particolare, vi furono grandi medici, quali, ad esempio, Maimonides, Albucas,Giu annizzius ed Averroè (1126-1198) che, come prima di lui Avicenna, commentò Aristotele. Il periodo della civiltà moresca in Europa fu il culmine della civiltà araba. Dopo la disfatta dei mori l'impero arabo crollò e il loro sapere tornò in Europa, in particolare a Montpellier e a Salerno. Il Periodo dell'Oscurantismo Medioevo e Medicina Un problema era la SCARSITÀ DI MEDICI, soprattutto nell’Alto Medioevo. Solo la nobiltà e le gerarchie ecclesiastiche di grado più elevato potevano permettersi di essere curati da monaci esperti o, dopo la nascita delle Università, da medici “laici”. Invece il popolo, tranne il caso che abitasse in prossimità di conventi, veniva curato da “medici pratici”, guaritori più o meno capaci e seri, nelle zone rurali soprattutto da donne che conoscevano per tradizione familiare l’uso delle erbe. Vi erano levatrici, cavadenti, soldati esperti di ferite di guerra, conciaossa, astrologi, mistici... I confini tra ogni “figura professionale” erano labili ed indistinti. Conventi e Ospedali Un altro problema era la PREPARAZIONE DEI MEDICI: nell’Alto Medioevo la medicina divenne conventuale non solo perché gli studi medici ebbero asilo e sviluppo esclusivamente nei conventi, gli unici centri di cultura, ma anche perché fu attorno ad essi che si formarono i ricoveri e poi gli ospedali. La letteratura medica era quasi esclusivamente ecclesiastica, perché soltanto i “chierici” conoscevano la scrittura e il latino ed erano quindi in grado di interpretare gli antichi testi. Successivamente vennero tradotti anche manuali greci e di medicina islamica che, dal XII secolo, permisero lo sviluppo delle teorie e della pratica medica. Agiolatria In questo periodo particolarmente diffuso era il concetto della agiolatria. Tra i santi adiuvanti, i più famosi erano i santi Cosma e Damiano: erano i patroni sia della famiglia de Medici che dei medici, ed erano detti anargiri perché curavano gratis. A loro venne attribuito un "miracolo": attaccarono la gamba di un negro ad un poveraccio cui era stata amputata. Vi erano santi protettori per ogni organo e contro ogni malattia: Santa Lucia protettrice degli occhi, Santa Apollonia dei denti, San Biagio della gola, San Fiacre proteggeva dalle emorroidi, Sant'Antonio dalla lebbra, San Rocco dalla peste, Sant’ Anna il parto e Sant’Agata dalle malattie delle mammelle. La Medicina Monastica I monasteri furono grandi centri di cultura medica e non solo. La malattia era vista nell’ottica cristiana ed erano fortemente presenti concetti di punizione e purificazione. Cristo era considerato unico medico salvatore. L’uomo era considerato come effimero e viene la distinzione povero-malato così tanto che i due concetti finiscono per coincidere. Questa visione si contrappone alla laicità della visione di Ippocrate. Altro centro religioso di notevole importanza medica era l’ospizio. Il concetto di malattia veniva associato a quello di esclusione ed è per questo che nei monasteri venivano curati pellegrini sia fisicamente che spiritualmente. Medicina Monastica La medicina monastica basava le cure e la “speranza della guarigione” oltrechè sulla misericordia di Dio, sull’azione dei “semplici”, cioè dei preparati erboristici. Nacque così, dentro le mura del monastero, l’orto dei semplici e l’armarium pigmentariorum, rispettivamente per la coltivazione delle erbe medicinali e per la loro conservazione. La cure erboristiche erano in associazione con diete che specificavano il tipo ed il quantitativo di cibo (possibilmente in unisono con i principi degli umori) e con l’esercizio fisico. Solo nei casi più gravi o più avanzati, poteva aver luogo un trattamento chirurgico che poteva includere pratiche di salasso, amputazioni o manipolazione ossea, ma la chirurgia non fu mai ben vista dall’autorità ecclesistica. I Lazzaretti Il concetto di esclusione acquista notevole importanza con l’avvento della Lebbra e la costruzione di lazzaretti attorno ai monasteri. Nei monasteri vi era inoltre l’hospes, luogo in cui si ospitavano pellegrini in viaggio. Coloro che accudivano i malati erano definiti SERBUS INFIRMORUM, questo termine venne poi trasformato in INFIRMIUS da cui deriva il termine INFERMIERE. Uroscopia Nel Medioevo le malattie più importanti erano Peste e Lebbra. La loro diagnosi si basava sull’Uroscopia (guardare il colore delle urine del malato). Da qui deriva il termine di Uromazia, arte della divinazione attraverso le urine. THERIACA: sostanza che risale all’epoca medievale ottenuta tramite un miscuglio di diverse sostanze tra cui carne di vipera e sangue mestruale di vergine. A fine 800 a Napoli ne esistevano vari tipi contenenti i più svariati tipi di composti. La Medicina Medievale in Italia L’inizio della medicina medievale in Italia coincide con la nascita della Scuola di Salerno in cui convivevano diverse componenti culturali (latina, araba, ebrea e greca). In questa scuola la parte pratica degli studi non esisteva, tutto il sapere si basava sullo studio di libri. Medicus Physicus = medico con formazione teorica e non pratica. Le prime Università arrivarono solo dopo l’anno 1000. Parigi 1100 Montreluer 1181 Bologna 1150 Nelle prime Università due gruppi si confrontavano sullo stesso argomento (Questio Disputata). Il titolo che veniva dato ai primi dottori era: dotto e perito. La Scuola di Salerno Un pellegrino greco, di nome Pontus (o Areteo), proveniente da Alessandria d’Egitto, dove ha perso tutti i suoi familiari, arriva a Salerno e si rifugia per la notte sotto gli archi dell’antico acquedotto dell’Arce. Essendo scoppiato un temporale, si ripara nello stesso luogo un altro viandante: è il latino Salernus (o Antonio), che è ferito ad un braccio. Il greco Pontus gli si avvicina per osservare come sta medicando la sua ferita. Intanto arrivano altri due viandanti, l’ebreo Helinus (o Isacco), che viene da Betania, e l’arabo Abdela (o Abdul) originario di Aleppo (Siria), che sono amici. Anche costoro si interessano alle medicazioni della ferita che sta praticando Salernus, al quale tutti cercano di dare dei consigli. Così,,i quattro scoprono che tutti praticano l’arte della Medicina. Diventano amici e decidono di creare un sodalizio, costituendo una Scuola (Schola) Medica per mettere in comune e divulgare le loro specifiche conoscenze sanitarie, allo scopo di curare e guarire i malati. Il Regimina Dopo la caduta dei califfati arabi, gli scienziati della Spagna musulmana si rifugiarono soprattutto in Francia, a Montpellier, e in Italia a Salerno, dove fiorì la cosiddetta Scuola Salernitana, che, secondo la leggenda, fu fondata poco prima del 1000 da un greco, da un latino, da un arabo e da un ebreo. In questa scuola confluirono una marea di manoscritti greci ed arabi; si ebbe perciò un ritorno alla cultura greca e classica e alla medicina ippocratica. In questa epoca grande importanza venne data alla moderazione della dieta e dell’uso del vino. Non solo, vennero formulati consigli (Regimina) su ciò che bisogna fare e ciò che, invece, non bisogna fare. Scuola Salernitana Scuola Salernitana Grande importanza veniva data a ciò che si mangiava, soprattutto in relazione al temperamento: se uno era molto collerico voleva dire che aveva troppa bile, troppo fuoco per cui bisognava smorzare tale temperamento facendogli mangiare pesce di palude, che è freddo, oppure la folaga (che era ritenuta un pesce); all'esame del malato e all'esame delle urine; vi fu un certo sviluppo della chirurgia, ma non della condizione dei chirurghi, i quali erano sempre considerati degli aggregati (come l'abito stesso sottolinea) e non dei medici. Barbiere Chirurgo Il chirurgo era un barbiere, poi nel Rinascimento il norcino, era quindi una professione pratica inferiore a quella medica. La chirurgia inizia ad assumere una forma teorica grazie all’arrivo dei primi trattati anatomici. Il primo trattato di anatomia occidentale risale al 1317. Anatomia di Mondino De Liuzzi Questo trattato si affidava molto all’imprecisione anatomica di Galeno, il quale conduceva i suoi studi usando cavia animali. Successivamente si iniziò ad effettuare dissezioni sui cadaveri, ma quest’ultimi dovevano avere tali requisiti: esser morti in seguito all’impiccagione, esser stranieri o di bassa estrazione sociale. Wound Man” Esistono tre motivi per cui l’anatomia iniziò a svilupparsi assieme all’iconografia anatomica: nacque la medicina legale; utilizzo dell’insegnamento galenico; Mutamenti religiosi (esempio: durante le Crociate per non lasciare le salme agli infedeli si riportavano in patria solo le parte che si potevano conservare meglio durante il viaggio di ritorno). Università In questo periodo sorsero inoltre le Università. Prima esistevano gli Studia, che erano istituti sponsorizzati dalla comunità civile laica, mentre le Università erano qualcosa di spontaneo, che si venivano a formare per iniziativa di gruppi isolati di studenti ("Universitas studiorum"), girovaghi, che si sceglievano un maestro valido e, pagandogli un salario, si ponevano come suoi allievi. Il potere in questo caso era nelle mani degli studenti, che potevano cambiare insegnante quando volevano se non soddisfatti. Fedrico Barbarossa e La Bolla Papale Federico Barbarossa fu il primo che finanziò questi studenti, diede loro il beneficio fiscale se si fermavano nella sua città. In seguito ci mise lo zampino la Chiesa e le Università potevano diventare tali solo quando vi erano le bolle papali. La prima università del mondo occidentale con bolla papale fu l'Università di Bologna. Le prime Università tuttavia erano formate dalle scienze liberali del trivio (retorica, dialettica e grammatica) e del quadrivio (matematica, geometria, astronomia e musica). La Medicina entrò tra le discipline universitarie solamente circa 150 anni dopo: a Bologna, il medico Taddeo degli Alderotti dimostrò che la Medicina riusciva ad argomentare contro i retori, riuscendo così a portare la Medicina alla pari delle altre discipline universitarie. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Storia della Medicina CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Pad. E Piano IV Tel. 0902212929 e-mail [email protected] Radioterapia Pad. E Piano -1 Galeno Fisiologia della Circolazione La Medicina Araba La civiltà araba ebbe il massimo sviluppo in Europa nella Spagna islamica; a Cordoba in particolare, vi furono grandi medici, quali, ad esempio, Maimonides, Albucasi , Giuannizzius ed Averroè (1126- 1198) che, come prima di lui Avicenna, commentò Aristotele. Il periodo della civiltà moresca in Europa fu il culmine della civiltà araba. Dopo la disfatta dei mori l'impero arabo crollò e il loro sapere tornò in Europa, in particolare a Montpellier e a Salerno. Il Periodo dell'Oscurantismo Scuola Salernitana Barbiere Chirurgo Il chirurgo era un barbiere, poi nel Rinascimento il norcino, era quindi una professione pratica inferiore a quella medica. La chirurgia inizia ad assumere una forma teorica grazie all’arrivo dei primi trattati anatomici. Il primo trattato di anatomia occidentale risale al 1317. Anatomia di Mondino De Liuzzi Questo trattato si affidava molto all’imprecisione anatomica di Galeno, il quale conduceva i suoi studi usando cavia animali. Successivamente si iniziò ad effettuare dissezioni sui cadaveri, ma quest’ultimi dovevano avere tali requisiti:esser morti in seguito all’impiccagione, esser stranieri o di bassa estrazione sociale. Università In questo periodo sorsero inoltre le Università. Prima esistevano gli Studia, che erano istituti sponsorizzati dalla comunità civile laica, mentre le università erano qualcosa di spontaneo, che si venivano a formare per iniziativa di gruppi isolati di studenti ("Universitas studiorum"), girovaghi, che si sceglievano un maestro valido e, pagandogli un salario, si ponevano come suoi allievi. Il potere in questo caso era nelle mani degli studenti, che potevano cambiare insegnante quando volevano se non soddisfatti. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi La medicina nei secoli XIII-XVI. Università, Ospedali, Rivoluzione Anatomica. CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Università di Bologna e Medicina La medicina è entrata tardivamente nelle Università, diventando una materia di insegnamento solamente nel tardo 1200. E' grazie all'opera di Taddeo degli Alderotti (1223-1303) che la medicina entrò a pieno titolo a Bologna. (Messina il 16 novembre del 1548) Dopo Bologna ci furono altre università; la seconda in Italia fu Padova (per merito di studenti che da Bologna si trasferirono a Padova), ci furono poi Napoli, Siena, Roma, Pisa, Pavia etc. Ricordiamo altre università europee: Parigi, Montpellier, Oxford, Cambridge, Salamanca, Coimbra, Heidelberg , Praga, Vienna etc. Ospedali e Medioevo Un'altra istituzione che nacque nel medioevo furono gli ospedali. I primi ospedali sorsero come ospizi per persone non abbienti, più che come luoghi di cura. Solo negli ospedali femminili si potevano tenere animali. Le condizioni igieniche erano alquanto sommarie, ad esempio: non venivano mai cambiate le lenzuola. Non doveva però mancare l'immagine del Signore, in quanto gli ospedali erano considerati dei luoghi dove ci doveva essere la presenza guaritrice dello spirito santo. Ospedali e Medioevo Gli ospedali medievali (ma questo andò avanti fino all'età moderna) hanno la porta rivolta verso il Vaticano, perché lo Spirito Santo possa entrare meglio. Erano costituiti con una cappella che potesse essere vista da tutti i reparti ospedalieri. Il primo ospedale fu quello di Santo Spirito a Roma, il secondo fu quello di Santa Maria Novella, a Firenze costruito grazie ad una elargizione di Folco Portinari, il padre di Beatrice ricordata da Dante. 'La Grand' Chambre des Povres' Si ritiene che 'La Grand' Chambre des Povres' sia l'edificio più antico utilizzato in modo continuativo come ospedale. Tipicamente rappresentativo degli ospedali medievali, essa si trova nell'Flótel-Dieu di Beaune (Francia),che fu fondato nel 1443. Attualmente dotata di moderni servizi ospedalieri professionali, essa conserva tuttavia l'atmosfera del XV secolo e, nonostante le guerre e i mutamenti economici e politici, le sorelle della Congregazione di Santa Marta, con l'abito tradizionale del loro antico Ordine, si prendono cura dei malati, degli anziani e degli indigenti di questo Ospedale ininterrottamente da oltre 500 anni. L'ospedale è stato anche, sebbene non solo, una creazione del cristianesimo primitivo, tra i cui fini vi era quello di elargire «assistenza anche sanitaria», secondo l'antica definizione di carità, la quale aveva, con tutta probabilità, tratto origine dall'evangelico «quod superest date pauperibus». Nei tempi antichi l'assistenza era praticata unicamente entro edifici speciali, che si chiamarono: Xenodochi, Ptococomi, Diaconie, Medicatrinae, Gli Ospedali. Valetudinaria, Nosocomi, ecc., e poi: Ospedali, Ospizi, Ricoveri, Lazzaretti, Lebbrosari, ecc., a seconda della condizione di salute dei ricoverati o della malattia che vi si curava. Gli xenodochi Gli xenodochi erano ospizi per il ricovero dei bisognosi e dei pellegrini, generalmente forestieri; nei primi tempi il concetto di malattia esulava dallo xenodochio, mentre in seguito divenne evidente che la percentuale preponderante di ricoverati era costituita da ammalati. Comunque, già nei primi anni gli xenodochi venivano usati per accogliere chiunque ne avesse bisogno e nel V secolo, quando Bellisario ne fondò uno a Roma, essi erano ormai dedicati a ogni genere di assistenza, da quella ai malati a quella ai vecchi e ai poveri. L'istituzione di questi ospizi, chiamati anche ptococomi, fu stabilita dal Concilio di Nicea, indetto da Costantino nel 325 d.C. Le Diaconie Le diaconie, organizzate dai cristiani, si occupavano della beneficenza pubblica e, secondo alcuni studiosi, erano delle vere e proprie piccole infermerie. Erano costituite da semplici stanze arieggiate, con numerosi letti e con qualche locale annesso per i servizi. Nel fondo della sola stanza adibita a degenza era sistemato un altare. Le medicatrinae (o jatrae). Le medicatrinae (o jatrae) erano quasi 'case di salute' ante litteram, in cui sostavano gli ammalati che il medico curava e doveva tenere sotto diretta osservazione (delle medicatrinae erano annesse, ad esempio, al tempio dell'Isola Tiberina); i servizi di assistenza erano espletati da medico e infermieri (medicus et servus a valetudinario). Gli Ospizi, detti anche 'ospedali' delle singole nazioni o delle regioni o delle corporazioni, erano istituzioni dove si ricoveravano coloro che provenivano da una certa nazione o regione, o gli affiliati a una certa corporazione, che si trovavano in una città meta di pellegrinaggio (il caso più eclatante è certamente quello di Roma, in quanto Centro della Ospizi. cristianità). Ogni nazione, ogni 'regione', ogni corporazione di arti e mestieri (o almeno le più importanti) ne aveva uno, in quanto a Roma non esisteva una vera e propria ospedalità pubblica. La trasformazione di questi ospizi in ospedali è stato un fenomeno che è durato parecchi secoli, fino al 1200: ne è un esempio emblematico la storia dell'Ospedale di Santo Spirito a Roma. Valetudinari I Valetudinari nacquero come ospedali privati e solo in seguito divennero pubblici. Sorsero tra il I e il II secolo per curare i soldati malati o feriti, i loro familiari e gli schiavi; prima di essi i Romani mandavano gli schiavi malati all'ospedale dell'Isola Tiberina, che all'inizio dell'età repubblicana divenne un’asilo per malati poveri. I valetudinari erano dislocati in punti strategici rispetto alle esigenze dell'esercito. Uno degli esempi più completi, risalente al 100 d.C., è stato scoperto a Novaesum, presso Dusseldorf, ed è costruito con un sistema di corridoi di grande modernità. Lo scopo era quello di portare sollievo ai ceti popolari, fornendo un 'contenitore' che agisse anche come strumento di controllo sociale, istituzionalizzando la carità. Proprio per questo motivo la fondazione di gran parte degli edifici adibiti a questo scopo risale al periodo di evoluzione delle forme del potere politico dal Comune alla Signoria, caratterizzata quest'ultima dal netto predominio di una famiglia e da una Gli Ospedali. ristretta oligarchia di amministratori; gli stessi ospedali erano amministrati da gruppi di laici nobili o affidati a gestione ecclesiastica. In parallelo col concentrarsi in poche mani del potere politico si realizzava così anche la concentrazione in uniche e grandi istituzioni ospedaliere delle molte e sparse istituzioni assistenziali, sorte nel Medioevo per la cura e l'assistenza a poveri e malati affetti da particolari morbi, con l'intento di garantire una migliore e più omogenea cura agli indigenti anche attraverso una più sicura disponibilità finanziaria. Per molti secoli, e precisamente fino al XIX secolo, l'assistenza sanitaria consistette essenzialmente nel provvedere alla cura degli infermi poveri, ricoverandoli Gli Ospedali. negli appositi luoghi di assistenza e cura. Le prestazioni mediche offerte dalle strutture ecclesiastiche, essendo estese su tutto il territorio e godendo di una organizzazione capillare, erano in grado di coprire, specie nei grossi centri, i bisogni della popolazione. Per lungo tempo l'assistenza sanitaria, in assenza di qualsiasi intervento pubblico, divenne monopolio del mondo religioso, che con i suoi conventi e abbazie, e con la sua stessa struttura, si fece carico di questo fondamentale servizio, in forma gratuita, disinteressata, venendo incontro a una sua naturale vocazione che lo spingeva a mostrarsi particolarmente sollecito verso i bisogni e le sofferenze della popolazione, specialmente di coloro che si trovavano nello stato di infermità. La Chiesa assunse due diversi atteggiamenti nei riguardi delle malattie e dei malati: da un lato l'amore cristiano per chi soffre e l'obbligo di soccorrere chi ha bisogno, Gli Ospedali. dall'altro la convinzione che la malattia non sia un fatto naturale, ma sia da attribuirsi a forze superiori contro le quali non servono le erbe o gli interventi. È in un'epoca di guerre, di decadenza economica e di instabilità politica che si diffondono gli ospedali. Gli ospedali più antichi erano di fondazione ecclesiastica e pur avendo frapposto ostacoli al cammino della scienza medica, la Chiesa incoraggiava l'opera di ricovero e di assistenza a malati e feriti. Nel tardo Medioevo, furono costruiti molti ospedali, con vaste sale ben pavimentate e illuminate da ampie finestre, e pareti suddivise in cubicoli per i giacigli. Vi erano sufficienti provviste d'acqua e perfino sistemi di fognature. L'amministrazione degli ospedali passò gradualmente ai Comuni; nel XIV secolo parecchi erano diventati istituzioni Gli Ospedali. laiche; oltre agli ospedali esistevano speciali istituti, nei quali i lebbrosi potevano essere segregati e assistiti. Gli ospedali, specie quelli di maggiore importanza, erano annessi alle scuole mediche e, dove fioriva una scuola medica, fioriva un ospedale. Anche nel mondo musulmano vi erano importanti ospedali, come quello di Giundisabur, di Baghdad, di Damasco, di Cordova e del Cairo. Gli Ospedali. Si ritiene che il più antico Ospedale d'Europa, nel vero senso del termine, sia stato l'Hkel-Dieu, fondato a Lione nel 542 circa da Childeberto I, re dei Franchi; mentre il famoso Flótel-Dieu di Parigi fu fondato all'incirca nel 652 da San Landry, ventottesimo vescovo di Parigi. In Italia, pare che l'Ospedale più antico sia il Santa Maria della Scala a Siena, istituito nell'898. Un deciso impulso allo sviluppo degli ospedali venne dato, nel XII secolo, dalle Crociate e, nel XIV secolo, dalle epidemie di peste. In occasione delle Crociate ingenti gruppi di persone si spostavano verso la Terra Santa seguendo vari percorsi, mentre combattenti, malati e feriti ritornavano in patria. Questi spostamenti di migliaia di individui in condizioni poco più che primitive costituivano un terreno fertile per la diffusione di malattie e di epidemie. Gli Ospedali. Nel 1180, la fondazione dell'Ordine degli Ospedalieri del Santo Spirito dette l'avvio alla costruzione di un gran numero di ospedali. In breve tempo, Ospedali del Santo Spirito furono istituiti nelle città di tutta Europa, e nel 1198 papa Innocenzo III (1198-1216) promosse a Roma la fondazione di un ospedale presso il vecchio ponte sul Tevere: convocò Guy de Montpellier e lo pose a capo dell'Ordine e dell'ospedale romano. Questa istituzione, l'Ospedale del Santo Spirito, è ancora oggi in funzione, mentre a Firenze l'Ospedale di Santa Maria degli Innocenti, nato come ospizio per trovatelli, opera ininterrottamente sin dal 1421. In Inghilterra, il primo ospedale di cui si hanno notizie venne costruito a York intorno al 937 d.C., nel periodo sassone. Dopo la conquista normanna, ne furono fondati molti altri, tra cui ricordiamo: il St. Gregory, fondato nel 1084, il St. Cross', fondato a Winchester nel 1123 e il St. Thomas, fondato nel 1215. Uno dei più importanti ospedali medievali inglesi, ancora oggi istituzione insigne, è il St. Bartholomew's di Londra, fondato nel 1123. In Spagna, l'Ospedale Generale di Madrid trae origine da tre ospedali moreschi, che furono unificati da Filippo II nel 1566. Ospedali e Medioevo Nel 200-300 si riprese a fare la dissezione. Si ebbe un certo periodo di stallo intorno al 1299 perché il Papa Bonifacio VIII promulgò una bolla papale chiamata "De sepolturis", in cui si vietata la manipolazione dei cadaveri, cioè questi non potevano essere bolliti e ridotti in scheletro. Questo aveva due scopi principali: limitare il florido commercio di reliquie; si era sviluppato (soprattutto ad opera dei navicellari napoletani) un florido commercio di ossa di guerriero supposto morto in terra santa. Conoscenze Anatomiche nel Medioevo. I chirurghi non avevano accesso alle conoscenze anatomiche perché non conoscevano il latino, ragion per cui l'anatomia diventava una sorta di esercizio filosofico. La prima dissezione ufficiale fu praticata all'università di Bologna da Mondino de' Liuzzi (1270- 1326). Nel frontespizio dell' Anatomia Mundini si vede che la dissezione era qualcosa di mediato, un commento ai testi galenici. Mondino fu il più importante dei precursori di anatomia vera e propria. Ci furono altri anatomici come Guido da Vigevano che faceva dissezioni sui cadaveri appesi. Trattato di Anatomia (1632) Per capire per quanto tempo andò avanti la pratica di sezionare gli animali, nel frontespizio di uno dei primi libri di anatomia in italiano (1632), tradotto dal trattato scritto in spagnolo da Juan de Valverde. Nel libro (1632) si vede un cranio con a destra e a sinistra il maiale e la scimmia a coda corta (animali fondamentali della anatomia galenica). Leonardo da Vinci (1452-1519) Chi praticò l'anatomia reale furono gli artisti. Alcuni di essi rinunciarono al salario per avere a disposizione delle salme dai vescovi (Leonardo, Michelangelo). Soprattutto Leonardo da Vinci (1452-1519) fu un finissimo anatomico. Fece numerosissime scoperte che vennero riprodotte fedelmente nei fogli che rimasero più o meno segreti, sino a quando un allievo di Leonardo li vendette, nel 1600, ai reali d'Inghilterra, ed oggi costituiscono il codice Windsor. Però l’opera leonardesca non influenzò affatto l'anatomia. Leonardo, in verità, voleva fare un atlante insieme ad un anatomico, Marco Antonio della Torre, che però morì giovanissimo. Iatrochimica Andrea Vesalio (1514-1564) La religione cattolica non presenta impedimenti contro la dissezione, perchè il corpo è solo un elemento per contenere l'anima, infatti: pulvis eris, pulvis reverteris. Ci furono dei grandi anatomici che iniziarono a praticare l'anatomia da soli, senza l'interposizione del servo chirurgo: ad esempio Berengario da Carpi (1460-1530), Giambattista Canani (1515-1579); ma il grande sviluppo dell'anatomia si ebbe grazie ad Andrea Vesalio (1514-1564) (figlio del farmacista dell'imperatore Carlo V). Andrea Vesalio (1514-1564) Dopo aver frequentato università famose, come Parigi, ed aver ricevuto una educazione classica galenica, quando era ancora molto giovane, divenne professore di anatomia a Padova. Pubblicò un’opera monumentale nel 1543 "DE HUMANI CORPORIS FABRlCA" in cui descriveva il corpo umano visto in una dissezione operata da lui stesso. La dissezione divenne autopsia nel senso ellenistico, qualcosa che si vedeva con i propri occhi. Si può notare l'orgogliosa affermazione dell'uomo rinascimentale che diceva: le cose che descrivo sono quelle che vedo Io! Nel frontespizio della sua opera osserviamo l'anatomico (Vesalio stesso) che opera direttamente sul cadavere. Andrea Vesalio (1514-1564) Questa tavola è opera del pittore che servì a Vesalio per fare i disegni che corredano il libro: Giovanni Stefano Calcar allievo di Tiziano. Nelle tavole di Calcar c'è una raffigurazione molto precisa del corpo umano: in piedi e con paesaggi di fantasia. Le tavole non venivano in genere colorate perchè era troppo dispendioso. Vesalio corresse Galeno in 250 punti. Però non attaccò la concezione galenica del movimento del sangue anche se lo demolì, dimostrando che non esisteva il circolo mirabile, né pori nel cuore, ma li si fermò. Nello stesso anno venne pubblicato il "DE REVOLUTIONIBUS ORBIUM CELESTIUM", di Nicolò Copernico, libro che confutava la teoria geocentrica della terra. Vesalio fu uno dei più grandi geni dell'umanità perchè infranse La storia di Vesalio é per certi versi oscura. il grande dogma galenico e affermò l'anatomia come scienza Poco dopo aver pubblicato il libro (non aveva dovuta all'osservazione diretta. ancora 30 anni) lasciò l'insegnamento. Secondo alcuni ciò fu determinato dalle critiche dei galenisti (che erano feroci) in realtà pare che il motivo fosse un altro. Ebbe un'offerta, assai allettante dall'imperatore Carlo V, che gli propose di diventare suo medico personale. Vesalio accettò, ma dopo un certo periodo pensò di tornare a Padova perché il Senato veneto lo richiamò in patria. Purtroppo ebbe un incidente: (il suo protettore, Carlo V, era morto ed il successore, Filippo II, non gli era molto affezionato) fece una dissezione di un uomo che pare non fosse morto. Intervenne l'inquisizione, Vesalio fu processato e riuscì ad ottenere il perdono grazie alla promessa di un pellegrinaggio in Palestina. Andò in Palestina con in tasca un brevetto del senato veneto che lo rivoleva a Padova, ma nel viaggio di ritorno, quando la nave attraccò all'isola di Zante, morì, probabilmente di peste. Venne sepolto a Zante, ma non si conosce la sua tomba (1564). Bartolomeo Eustachi (1500/1510-1574) Anatomici successori di Vesalio furono: Realdo Colombo (1510-1559), Gabriele Fallopia (1523-1562), Girolamo Fabrici di Acquapendente (1533-1619). Si ricorda anche Giulio Casserio (1552-1616), inserviente non colto che studiò il Latino e divenne Professore. Fu il fondatore della anatomia comparata (diede un grosso contributo allo studio della laringe). Altro grande anatomico, che operò a Roma fu Bartolomeo Eustachi (1500/1510-1574): scrisse un trattato quasi superiore a quello di Vesalio, non dal punto di vista artistico, ma dal punto di vista scientifico. Questo trattato scomparve fino agli inizi del 700, quando Lancisi lo scoprì, ma riuscì ad influenzare ugualmente la scienza: conteneva dettagli che Vesalio aveva omesso. Fabrizio di Acquapendente (1533-1619) Fabrizio di Acquapendente (1533-1619) fu un grandissimo chirurgo e fu professore di Anatomia a Padova dal 1565 al 1616. Fu anche lo scopritore, nel pollo, dell'organo linfatico poi noto come borsa di Fabizio (deputato allo sviluppo, in questi animali, dei linfociti B), diede importanti contributi all’anatomia degli organi di senso ed all’embriologia. Pubblicò numerosi trattati di chirurgia e fu il maestro dello scopritore della circolazione del sangue. Costruì a Padova il primo teatro anatomico stabile al mondo. Il teatro era circolare, gli studenti stavano in piedi ed il tavolo era al centro, in modo da avere una visione precisa del cadavere disteso sul tavolo. Sotto il tavolo c'era un canale che serviva per eliminare i rifiuti e far arrivare i cadaveri. Da allora l'anatomia divenne qualcosa di sociale in quanto le dissezioni diventavano eventi mondani cui partecipava anche la popolazione colta. A Fabrizio di Acquapendente si deve anche un altro merito: la produzione di un atlante anatomico interamente colorato. Affidò il lavoro a valenti pittori rimasti sconosciuti e regalò le tavole (oltre 200) alla biblioteca Marciana di Venezia, dove rimasero sconosciute fino al 1910, quando l'anatomico Giuseppe Sterzi le ritrovò. Fabrizio di Acquapendente (1533-1619) Le tavole dipinte di Fabrizio, meravigliose dal punto di vista artistico, contengono la raffigurazione di molte scoperte di anatomia ed erano assai conosciute ed ammirate dagli studiosi di tutta Europa. Nicolaus Tulpius (1593-1674) La più celebre anatomia mai eseguita è quella di Rembrandt, conservata al museo dell'Aia. Artisticamente è uno dei migliori quadri al mondo: si osserva Nicolaus Tulpius (1593-1674), che aveva studiato a Padova, che illustra ai suoi colleghi una dissezione. Dal punto di vista anatomico, però, è un disastro. Questo sta a dimostrare come l'anatomia diviene una specie di natura morta. Le prime anatomie italiane sono rappresentazioni di macellerie. Tra i pittori più famosi ricordiamo Bartolomeo Passarotti della scuola Bolognese (50 anni prima di Rembrant) autore di una anatomia che rappresenta la dissezione di un cadavere alla presenza di personaggi famosi. La Chirurgia La chirurgia andava avanti come nel medioevo, dove c'era stato un blocco dell'attività chirurgica dei monaci. A seguito delle disposizioni dei Concili di Tours (1163) e Laterano quarto (1215), i monaci avevano lasciato la chirurgia che veniva praticata da persone non colte. Nell'Umbria e nelle Marche, vicino a Norcia e a Preci, l'abbazia di santo Eutizio era un importante centro di cultura chirurgica. I monaci istruivano i contadini del luogo. Norcia era, tra l'altro, già nota per la tradizione millenaria della castrazione degli animali (c'era già gente che aveva una certa pratica chirurgica). I Norcini (da Norcia), i Preciani (da Preci), i Cerretani (da Cerreto, detti anche ciarlatani per l'abilità nel vendere pozioni curative) diventarono artigiani abilissimi e tramandarono di padre in figlio i segreti chirurgici. I Preciani diventarono famosi soprattutto per la cura dell'occhio (da ricordare la famiglia degli Scacchi). I Norcini facevano operazioni di chirurgia plastica molto avanzate, operavano di cataratta, estrazione di calcoli. Essi praticavano anche la castrazione dei bambini per procurare voci bianche per i cori delle chiese in quanto le donne non vi erano ammesse. Chirurgia La chirurgia spicciola (estrarre denti, curare ferite, ecc..), era praticata dai barbieri: la loro insegna è ancora oggi il bastone a strisce spirali bianche (come le bende) e rosse (come il sangue). Chirugia Lo sviluppo dell'anatomia portò all'utilizzo della stessa per la chirurgia, rimanendo però riservata all'elite. Ci furono medici famosi che divennero anche chirurghi. In Francia Ambroise Parè (1510- 1590) chirurgo illetterato, ma conoscitore dell’anatomia, creò la confraternita di Cosma e Damiano, staccata da quella dei barbieri (non erano ancora medici togati perché non conoscevano il latino in maniera ufficiale). Operarono in Francia dal 500 in poi. Ambroise Parè, divenuto famoso e chirurgo del Re, viene ricordato anche perché divulgò la notizia di non usare l'olio bollente sulle amputazioni. Chirurgia Ambroise Parè racconta in un suo trattato che mentre seguiva una campagna in Piemonte, e non aveva più olio bollente da mettere sulle gambe amputate (si pensava che l'olio bollente servisse per estrarre la materia peccans), un norcino, sulla scorta di quanto pubblicato da Bartolomeo Maggi (1477-1552), gli consigliò di usare l'olio di rosa (che contiene fenolo, un blando disinfettante) e con grande meraviglia si rese conto che i malati trattati con olio di rosa stavano meglio di quelli trattati con olio bollente. Diede importanza estrema all'anatomia e alle dissezioni come base della pratica chirurgica. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche, Morfologiche delle Immagini Funzionali Sezione di Scienze Radiologiche Scuola di Specializzazione in Radioterapia Dir. Prof. S. Pergolizzi Il secolo XVII: Rivoluzione Scientifica. Circolazione del Sangue. La dottrina del Contagio. La caccia alle streghe. CDL Medicina e Chirurgia Prof. Antonio PONTORIERO Chirurgia Fabrizio Hildanus (1545-1599) sosteneva che non si doveva far venire il pus nelle ferite di seconda intenzione e che si doveva procedere alla legatura dei vasi prima delle operazioni. Gaspare Tagliacozzi imparò il metodo di ricostruzione del naso dai Norcini, che operavano soprattutto nell'Italia meridionale. La ricostruzione del naso era importante, visto che era soggetto a distruzione per via di molte malattie, come la tubercolosi e la sifilide, e per via delle frequenti mutilazioni della faccia dovute alle armi da fuoco. Metodo Tagliacozzi La fine del '500 e il '600 furono caratterizzati dalla rivoluzione scientifica operata in gran parte da Galileo Galilei (1564-1642). Questi era figlio di un famoso musicista pisano ed il padre avrebbe voluto che si laureasse in medicina, ma lui preferì interessarsi di matematica. Fu il primo a introdurre il calcolo matematico negli esperimenti scientifici. Galileo abbracciò la teoria democritea, in contrapposizione alla teoria aristotelica finalistica secondo cui tutto quello che accade in natura ha uno scopo. Democrito sosten

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