Sicurezza nell'Assistenza - Note di Lezione PDF

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Università degli Studi di Milano

Alessandro Galazzi

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sicurezza nell'assistenza cure infermieristiche prevenzione dei rischi igiene e prevenzione infezioni

Summary

Questi appunti trattano la sicurezza nell'assistenza sanitaria, concentrandosi su pericoli, rischi, danni e relative relazioni con l'ambiente lavorativo. Vengono analizzati il ciclo della sicurezza, le precauzioni standard, le procedure di isolamento dei pazienti e la gestione dei rifiuti sanitari. Ulteriori argomenti includono il rischio biologico, le normative e la gestione delle emergenze sanitarie.

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31/10/24 Insegnamento: PREVENZIONE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI CURA (5 CFU) Sede di Pordenone Modulo: SICUREZ...

31/10/24 Insegnamento: PREVENZIONE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI CURA (5 CFU) Sede di Pordenone Modulo: SICUREZZA NELL’ASSISTENZA (1 CFU) Alessandro Galazzi, PhD, RN 1 Contenuti del modulo Aspetti generali del concetto di sicurezza in ambito lavorativo e sanitario. Analisi dei concetti di Pericolo, Rischio, Danno e loro relazione con l’ambiente lavorativo. Il ciclo della sicurezza attraverso i momenti di: 1) analisi (metodi per l’individuazione e la misurazione dei rischi); 2) adozione delle misure di Prevenzione (concetti di prevedibilità e prevenibilità) e Protezione (individuale,collettiva, attiva e passiva); 3) gestione del sistema sicurezza in un’azienda (durante l’abituale esercizio delle attività ed in caso di emergenza). Le precauzioni standard e le procedure di isolamento del paziente (igiene delle mani, utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale, gestione di attrezzature e dispositivi per l’assistenza, sanificazione, disinfezione e sterilizzazione). La sanificazione ambientale: disinfestazione e derattizzazione. La gestione dei rifiuti sanitari nei contesti ospedalieri e nelle cure di comunità. Sistemi di sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza. Rischio Biologico: riferimenti normativi, determinanti del pericolo biologico (definizioni e gradi dipericolosità), determinanti del rischio biologico (individuazione origini e misurazione), incidenti con possibile esposizione a materiale biologico con trasmissione aerea ed ematica (definizioni, applicazione di misure post esposizione immediate e successive con riferimenti a protocolli della Regione Friuli Venezia Giulia). Indicazioni su come affrontare l'emergenza sanitaria Coronavirus (SARS-CoV-2). 2 1 31/10/24 Testi del modulo Saiani L., Brugnolli A. (2020). Trattato di cure infermieristiche. III Ed. Napoli: Sorbona – Idelson- Gnocchi.Capitoli: 11 "La sicurezza nei luoghi di lavoro"; 12 "Igiene e prevenzione delle infezioni nei contesti dicura". Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. Esame Corso integrato à esame con gli altri moduli. Ricevimento Tutti i giorni previo appuntamento. E-mail: [email protected] 3 Key message del modulo 4 2 31/10/24 Discussione 5 ABSTRACT. Come i professionisti anche gli studenti infermieri durante l’espletamento del tirocinio clinico devono essere considerati categoria a rischio: la loro mancanza di esperienza e l’ansia, legata ai primi approcci alle tecniche assistenziali, contribuiscono al verificarsi di incidenti. Questo lavoro indaga il numero, la tipologia, la modalità, la causa, quando e dove l’infortunio è accaduto. Si vuole anche verificare la conoscenza delle procedure da attuare in caso di contaminazione con materiale organico, la segnalazione dell’accaduto, il grado di preoccupazione dello studente e il supporto ricevuto nel periodo post-infortunio. L’indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione di un questionario proposto ai 142 studenti del corso di laurea in infermieristica dell’Università degli Studi di Milano, frequentanti la sezione di corso della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. Dei 127 studenti che hanno risposto al questionario, 32 sono stati interessati dal fenomeno, con un totale di 38 infortuni. I dati ottenuti sono stati confrontati con la letteratura e la percentuale di studenti infermieri infortunati (25.2%) è risultata inferiore a quella riportata negli articoli analizzati. Dai risultati emersi si evince la necessità di progettare misure preventive e interventi formativi specifici sugli studenti infermieri allo scopo di ridurre la portata del fenomeno infortunistico, in particolare sulla manipolazione dei dispositivi taglienti. 6 3 31/10/24 7 8 4 31/10/24 Concetto di pericolo-rischio-danno ? 9 Pericolo Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni. (D.Lgs. 81/08) Pericolo ≠ fattore di rischio 10 5 31/10/24 Classificazione dei rischi in ambito sanitario Saiani & Brugnolli, 2013 11 Rischio Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione. (D.Lgs. 81/08) È un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare danno. La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno. 12 6 31/10/24 Danno Una qualunque alterazione, transitoria o permanente, dell'organismo, di una sua parte o di una sua funzione. (D.Lgs. 81/08) l termine si riferisce a qualsiasi tipo di lesione fisica o psicologica, malattia o danneggiamento materiale che un lavoratore può subire a causa di incidenti dovuti alle condizioni di lavoro. Lesione = qualsiasi modificazione, in senso patologico, della struttura e della funzione di un tessuto o di un organo, se correlata ad esposizioni avvenute in ambito lavorativo sono malattie professionali o infortuni. Esempi: frattura, perdita di un braccio, ipoacusia, mesotelioma pleurico. 13 dove: R = Rischio, P = Pericolo, D = Danno La probabilità che nelle condizioni di impiego si verifichi effettivamente il danno 14 7 31/10/24 SCALA DELLE PROBABILITA’ (P) 4 Livello: Altamente probabile Definizione: - Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori. - Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili (consultare le fonti di dati su infortuni e malattie professionali, dell'azienda della USSL, dell'ISPESL, etc.) - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore in azienda. 3 Livello: Probabile Definizione: - La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se in modo automatico o diretto - Noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguire il danno - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una moderata sorpresa in azienda. 2 Livello: Poco Probabile Definizione: - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi - Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa in azienda. 1 Livello: Improbabile Definizione: - La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti - Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità in azienda. 15 SCALA DEL DANNO (D) 4 Livello: Gravissimo Definizione: - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale - Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti. 3 Livello: Grave Definizione: - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale - Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti 2 Medio 2 Livello: Medio Definizione: - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile e comunque inferiore a 30 giorni - Esposizione cronica con effetti reversibili 1 Livello: Lieve Definizione: - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile - Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili 16 8 31/10/24 R = 1 Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione 2 < R < 3 Azioni correttive da programmare nel breve - medio periodo 4 < R < 8 Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza nel breve periodo R > 8 Azioni correttive indilazionabili 17 Occorrono quindi: prevenzione e protezione 18 9 31/10/24 Protezione = difesa contro ciò che potrebbe recare danno. Elemento che si interpone tra qualcuno che può subire un danno e ciò che lo può causare. Prevenzione = complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno. Le misure di prevenzione sono di tipo strutturale o organizzativo, esempi: o Informazione, formazione, addestramento dei lavoratori; o Progettazione, costruzione e corretto utilizzo di ambienti, strutture, macchinari, attrezzature e impianti. D.Lgs. 81/08 19 Sicurezza in sanità = processo che porta a evitare, prevenire e mitigare effetti avversi o danni derivanti dal processo di assistenza sanitaria. Governo clinico e sicurezza delle cure (salute.gov.it) Complessità Consapevolezza assistenziale dei rischi Sicurezza Sicurezza assistito operatore Condivisione Cultura della delle sicurezza responsabilità 20 10 31/10/24 Il ciclo della sicurezza à adozione misure di prevenzione e protezione Rischio prevenibile? Può essere previsto e eliminato Rischio prevedibile? Può essere gestito con adozione di protezioni 21 Il ciclo della sicurezza Individuale Collettiva Dispositivi di Protezione Individuale Sistemi di aspirazione Protezione Attiva Passiva Caschi, scarpe, estintori… Impianto antincendio… 22 11 31/10/24 Il ciclo della sicurezza Il progetto della sicurezza può essere schematizzato in sei fasi: 1) analisi dei fattori di pericolosità 2) valutazione dei rischi à Documento di valutazione dei rischi 3) organizzazione degli interventi à Procedure e protocolli 4) attuazione degli interventi à formativi, organizzativi, strutturali 5) verifica dei rischi; 6) attuazione delle misure correttive. Conoscere le procedure per garantire la sicurezza durante l’abituale esercizio delle attività ed in caso di emergenze. 23 Legge 24/2017 (Legge Gelli) Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie. La sicurezza delle cure si realizza anche mediante le attività finalizzate alla prevenzione, alla gestione del rischio e all’uso appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative. I professionisti si attengono alle raccomandazioni previste da linee guida pubblicate e riconosciute dal Ministero della Salute. 24 12 31/10/24 D. Lgs. 81/2008 Testo unico per la sicurezza sul lavoro Regola la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori suoi luoghi di lavoro. È il risultato di una serie di norme in materia di sicurezza che si sono susseguite nel tempo 25 Rischio biologico Il rischio biologico in ambiente di lavoro si identifica con la determinazione del rischio di esposizione ad agenti biologici e con la conseguente strategia di prevenzione che richiede specifiche misure di protezione previste dal D.lgs. 81/2008. 26 13 31/10/24 Modalità di esposizione al rischio biologico Per via aerea: - droplet: goccioline >5 micron, si depositano a breve distanza (50 cm) - aiborn: goccioline >5 micron, si disseminano nell’aria Per contatto (cute e/o mucose): - diretto: dalla persona infetta (o colonizzata) all’ospite suscettibile - indiretto: dall’agente infettivo all’ospite suscettibile attarverso vettori/veicoli Punture/tagli 27 In caso di incidente a rischio biologico: 1. Attuare provvedimeti immediati 2. Documentare l’infortunio (avvisare il preposto) 3. Valutare la profilassi 28 14 31/10/24 1. Attuare provvedimenti immediati Contaminazione con liquidi biologici Su cute integra: togliere eventuale indumenti contaminati e procedere a lavaggio con acqua e sapone Su cute non integra: lavaggio immediato con acqua e sapone seguita da disinfezione Su occhi o mucose: lavaggio immediato con acqua o con soluzione fisiologica (lavaocchi) Ferita da punta o da taglio con oggetti contaminati da materiale biologico Favorire il sanguinamento Lavaggio con acqua e sapone Disinfezione 29 2. Documentare l’infortunio https://www.uniud.it/it/didattica/corsi/area-medica/laurea/infermieristica/studiare/attivita-formative-professionalizzanti/sintesi-procedura-infortunio-studenti-infermieristica-pn-2023-24.pdf/view 30 15 31/10/24 3. Valutare la profilassi = trattamento farmacologico che ha lo scopo di ridurre la probabilità di contagio dopo una possibile esposizione Profilassi post esposizione da HIV (PPE-HIV) Profilassi post esposizione da HBV (PPE-HBV) Memo: l’importanza della vaccinazione nella prevenzione… 31 Infezione = processo caratterizzato da penetrazione e moltiplicazione nei tessuti viventi di microrganismi patogeni (batteri, miceti, protozoi) o da virus. infezioni comunitarie, tutte le infezioni con quadro clinico manifesto o in incubazione acquisite in comunità, ad eccezione di quelle correlabili a un precedente ricovero ospedaliero. infezioni correlate all'assistenza (ICA) infezioni che si sviluppano in una persona alla quale viene erogata l'assistenza sanitaria in qualsiasi ambiente di cura (es. ospedale per acuti, lungodegenze, ambulatorio, centro dialisi, domicilio) e non erano in incubazione o presenti al momento in cui è stata fornita l’assistenza. 32 16 31/10/24 Caratteristiche dei microrganismi e virus Patogenicità: capacità di un microrganismo di produrre malattia. Trasmissibilità: capacità di un microrganismo di essere trasmesso tra individui. Neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure preventive e terapeutiche. Infettività: capacità di un microrganismo di entrare nell’ospite e moltiplicarsi. 33 Catena dell’infezione 34 17 31/10/24 Le precauzioni Precauzioni Standard per proteggere gli operatori sanitari e i pazienti riducendo il rischio di trasmissione di Sempre! microrganismi sia riconosciuti che non riconosciuti. Utilizzate durante la cura di tutti i pazienti Precauzioni Aggiuntive basate sulla via di trasmissione da adottare nell’assistenza ai pazienti per i quali sia stata In base alla tipologia di paziente accertata o venga sospettata una specifica infezione. 35 Valutazione del rischio Valutare sempre il rischio di esposizione prima di prestare assistenza: Ø Ho bisogno di protezione per le azioni che vado a compiere? Ø Il paziente ha sintomi di malattie infettive contagiose? Ø Conosco i rischi a cui mi sto esponendo? 36 18 31/10/24 Precauzioni standard (1) 37 Precauzioni standard (2) 38 19 31/10/24 Igiene delle mani: perchè? https://www.youtube.com/watch?v=mm593dovXsE 39 Igiene delle mani: quando e perchè 40 20 31/10/24 Igiene delle mani: quando e perchè 41 Igiene delle mani: come? frizione con soluzioni a base alcolica à gold standard lavaggio sociale quando le mani sono visibilmente sporche, dopo l’assistenza a paziente con sospetta o accertata infezione da Clostridium difficile o agente sporigeno lavaggio antisettico lavaggio chirurgico 42 21 31/10/24 Elimina la flora transitoria e riduce la carica microbica residente 43 Elimina la flora transitoria e riduce la carica microbica residente 44 22 31/10/24 Lavaggio antisettico delle mani Eliminare la flora transitoria e ridurre la carica microbica residente. Clorexidina gluconato 4% in soluzione saponosa Iodopovidone 7.5% in soluzione saponosa In caso di contatto con materiale biologico è indicato il lavaggio sociale seguito dal lavaggio antisettico. Prima di effettuare una manovra asettica. 45 Lavaggio chirurgico delle mani Eliminare la flora transitoria e la carica microbica residente. Lavaggio delle mani prima di un intervento chirurgico (prima di indossare i guanti sterili). Pulire l’area sottoungueale con l’apposito bastoncino. Aprire il rubinetto con il gomito, piede o fotocellula. Strofinare le mani tenendole sempre più in alto degli avambracci. Applicare la quantità di prodotto come indicato dal produttore. Asciugatura con telo sterile a partire dalle dita verso il gomito, utilizzando un telo per ogni mano. Minimo 2 minuti massimo 5/8 minuti (secondo indicazioni del produttore). 46 23 31/10/24 Saiani & Brugnolli, 2013 47 https://www.youtube.com/watch?v=UqcHN1jJA-U Saiani & Brugnolli, 2013 48 24 31/10/24 Dispositivi di Protezione Individuale Guanti Camice Maschera Protezioni oculari 49 Guanti A protezione dell’operatore quando si prevede il contatto con sangue o liquidi biologici A protezione del paziente per prevenire la trasmissione della flora residente Per la manipolazione di dispositivi contaminati Per la pulizia dell’ambiente Guanti sterili o non sterili Non si lavano né igienizzano 50 25 31/10/24 Rimozione dei guanti 51 Saiani & Brugnolli, 2013 52 26 31/10/24 Camice Non raccomandato di routine Protegge cute e indumenti da materiale biologico Da indossare prima di procedure che possono generare schizzi Va tolto prima di lasciare la stanza del paziente Non va utilizzato per l’assistenza a più pazienti Può essere sterile e non sterile 53 Tuta protettiva Biocontenimento 54 27 31/10/24 Mascherine Possono essere indossate sia dagli operatori che dalle persone assistite 55 Mascherine 56 28 31/10/24 Occhiali protettivi/visiere Per proteggere le mucose degli occhi, del naso e della bocca durante procedure o assistenza al paziente che possano comportare schizzi o aerosol di sangue, liquidi corporei, secrezioni ed escrezioni. Scegliere maschera, occhiali protettivi, schermo facciale o la combinazione di questi in base alla procedura da effettuare. 57 Video vestizione e svestizione operatore: https://www.youtube.com/watch?v=BNi78chckKA 58 29 31/10/24 Gestione della biancheria Smaltirla direttamente nei sacchi appropriate. Maneggiare lontano dal corpo, non scuotere. 59 Igiene ambientale Gli ambienti sono classificati a: BASSO RISCHIO sale di attesa, studi, atrii, corridoi, uffici, ecc MEDIO RISCHIO stanze di degenza, ambulatori, ecc ALTO RISCHIO sale operatorie, terapie intensive, stanze di isolamento 60 30 31/10/24 61 Scelta della camera di degenza dell’assistito Sospetta infezione? Isolamento preventive/protettivo Valutare la condivisione della stessa stanza a dei pazienti con la medesima infezione (cohorting) 62 31 31/10/24 Corretta manipolazione di aghi e taglienti Non incappucciare MAI gli aghi usati Non rivolgere MAI gli aghi verso il proprio corpo Smaltire aghi e siringhe negli appositi contenitori che devono essere posti più vicino possibile e fissati Utilizzare sistemi senza ago (needle-free) 63 Gestione dei rifiuti I rifiuti sanitari sono classificati nelle seguenti categorie (DPR n. 254/2003): rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (PRI) o Non taglienti/pungenti (es. garze) o Taglienti/pungenti (es. ago) rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (es. deflussore) rifiuti sanitari non pericolosi (es. bisturi confezionato) rifiuti sanitari assimilabili ai rifiuti urbani (es. imballaggi) rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento (es. parti anatomiche, farmaci scaduti, chemioterapici, stupefacenti) 64 32 31/10/24 Igiene ambientale - pavimenti - unità di degenza - luoghi in comune - rifiuti Servizio erogato da: - Personale ospedaliero (OSS) - Ditta esterna (impresa di pulizie) Ruolo dell’infermiere? 65 Persistenza dei microrganismi in ambiente inanimato Kramer 2005 66 33 31/10/24 Saiani & Brugnolli, 2013 67 Disinfezione vs antisepsi Disinfezione: processo con cui vengono eliminati/inattivati la maggior parte dei microrganismi, ma non le spore, da oggetti inanimati e superfici non biologiche. Antisepsi: processo mirante alla eliminazione/inattivazione degli agenti infettivi che si trovino sulla cute, integra o lesa, o sulle mucose. 68 34 31/10/24 Regole generali Nella sanificazione degli ambienti: 1) iniziare dalle aree più pulite verso quelle più contaminate; 2) procedere dall'alto verso il basso (prevenire la caduta dei microrganismi). Ad esempio pulire la stanza prima del bagno. 69 Regole generali Per ridurre il rischio di trasmissione dei microrganismi vengono impiegate varie misure di controllo delle infezioni suddivise in due livelli: Misure o precauzioni standard à per tutti i pazienti che ricevono assistenza e il personale sanitario. Misure o precauzioni basate sulla modalità di trasmissione à da contatto, droplet o goccioline o aerea. Sono sempre aggiuntive alle precauzioni standard. 70 35 31/10/24 Gestione dei dispositivi sanitari RISCHIO INFETTIVO POTENZIALE CARATTERISTICHE REQUISITO RICHIESTO DISPOSITIVI CRITICI Destinati a contatti con STERILITA’ Strumenti chirurgici aree sterili del corpo o Cateteri intravascolari con il sistema vascolare Strumenti invasivi (es. endoscopio) DISPOSITIVI SEMICRITICI Destinati a contatti con DISINFEZIONE AD ALTO Tubi di aspirazione mucose integre LIVELLO O MONOUSO Tubi endotracheali Sondini per aspirazione DISPOSITIVI NON CRITICI Destinati a contatti con PULIZIA Padelle bracciali per misurazione cute integra pressione arteriosa fonendoscopio Saiani & Brugnolli, 2013 71 Saiani & Brugnolli, 2013 72 36 31/10/24 Disinfettanti e antisettici Corretta chiusura dei contenitori dopo l’uso: evitare l’evaporazione del solvente e la contaminazione con l’esterno. Scrivere la data di scadenza dopo l’apertura: la stabilità chimica, fisica e microbiologica è garantita solo secondo le indicazioni specifiche del produttore. Mai travasare in altri recipienti. Diluizione: solo se indicato da produttore. Evitare il contatto: con le mani dell’operatore o con oggetti come le garze con l’apertura del flacone. Conservazione: riparo dalla luce e fonti di calore in spazi dedicati. 73 Disinfettanti e antisettici LIVELLO ALTO Eliminano tutti i microrganismi ad eccezione di un certo numero di spore batteriche. Esempi: glutaraldeide al 2%, perossido d’idrogeno al 6%-10%, ipocloriti, l’acido peracetico allo 0.2%. Tempo di contatto: 20-45 minuti. LIVELLO INTERMEDIO Inattivano Mycobacterium tuberculosis, le forme batteriche vegetative, la maggior parte di virus e funghi, ma non eliminano le spore batteriche. Esempi: clorossidante elettrolitico (allo 0,05%, 550 ppm di Cl), iodofori con almeno 50 mg/litro di iodio, alcooli (alcool etilico e isopropilico al 70-90%) ed i derivati fenolici. Tempo di contatto: 5-10 minuti. LIVELLO BASSO Inattivano la maggior parte dei batteri, alcuni virus ed alcuni funghi, ma non sono in grado di eliminare i microrganismi resistenti come il bacillo della tubercolosi o le spore batteriche. Esempi: sali di ammonio quaternario. Tempo di contatto: 10 minuti. 74 37 31/10/24 Non sono tutti uguali… Destinazione d’uso Registrazione per cute lesa e mucose antisettici registrati come specialità medicinale e quindi forniti di autorizzazione All’immissione in commercio (AIC) (Esempio: medicazione di ferite) per cute integra antisettici registrati come presidio medico chirurgico (PMC) (Esempio: antisepsi delle mani) per dispositivi medici e disinfettanti forniti di marcatura CE apparecchiatura con marcatura CE per superfici ambientali e materiali disinfettanti registrati come PMC senza marcatura CE 75 Ciclo della sterilizzazione 76 38 31/10/24 1) Raccolta del dispositivo sporco I dispositivi usati/contaminati devono essere trasportati in una zona/area dedicata alla decontaminazione. Indossare sempre i DPI durante la raccolta. 77 2) Decontaminazione Obiettivo: ridurre la carica microbica. = immersione del dispositivo in un contenitore dedicato contenente la soluzione decontaminante (es. acido peracetico). 78 39 31/10/24 3) Lavaggio Obiettivo: la rimozione del materiale organico e inorganico. Automatica se effettuata in macchine termodisinfettatrici (lavastrumenti) oppure manuale se mediante immersione dei dispositivi decontaminati, aperti e smontati in una soluzione con detergente. 79 4) Risciacquo Con acqua corrente (possibilmente demineralizzata) allo scopo di rimuovere ogni traccia di detergente dal dispositivo. 80 40 31/10/24 5) Asciugatura Obiettivo: rimuovere le tracce di acqua sulla superficie dei dispositivi (potrebbe compromette il processo di sterilizzazione). Utilizzare: panni di carta, TNT, tela a basso rilascio particellare; aria compressa per gli strumenti cavi. 81 6) Controllo controllare tutte le fasi precedenti prima di procedere. 82 41 31/10/24 7) Confezionamento Effetto barriera verso i microrganismi Permeabilità all’agente sterilizzante Conservazione nel tempo Resistenza agli agenti esterni Prelievo del contenuto in sterilità Buste, pacchi, container 83 Attenzione all’etichetta Deve sempre riportare: data di sterilizzazione e di scadenza; contenuto (se non visibile direttamente); reparto o servizio di appartenenza; identificativo dell’operatore; numero di riferimento del ciclo di sterilizzazione; riferimento della macchina sterilizzatrice. 84 42 31/10/24 8) Sterilizzazione 85 Attenzione all’indicatore Sono dispositivi che indicano la validazione della sterilità del dispositivo. Chimici: nastro indicatore (Helix test). Fisici: lettura delle stampe sulle quali vengono registrati i dati rilevati dal sistema di sterilizzazione (temperatura, pressione). Biologici: dispositivi contenenti spore di microrganismi. 86 43 31/10/24 9) Tracciabilità Requisito previsto dalla normativa UNI EN 556-1 che richiede l’adozione di sistemi di tracciabilità dell’intero processo di sterilizzazione allo scopo di rendere tangibile la qualità e la sicurezza del prodotto sterile. Meglio utilizzare sistemi di tracciabilità informatizzati. 87 10) Stoccaggio Il mantenimento della sterilità non è in funzione solo del tempo, ma anche della modalità di conservazione del dispositivo confezionato. il locale di stoccaggio deve avere un accesso limitato e condizioni microclimatiche stabili (temperatura 18-22°C, umidità relativa 35-50%). Il trasporto del materiale dall’area di sterilizzazione al punto di utilizzo deve salvaguardare la conservazione della sterilità. 88 44 31/10/24 11) Utilizzo Verificare prima di utilizzare. Aprire correttamente per mantenere la sterilità. 89 Video consigliati https://arcs.sanita.fvg.it/it/cittadini/rete-cure-sicure-fvg/video/ 90 45 31/10/24 Video consigliati https://www.youtube.com/watch?v=iN7YC4edVSc https://www.youtube.com/watch?v=qjwBhR0hrRw 91 Sorveglianza delle infezioni nei contesti di cura Rilevare i casi di infezione Mettere in atto interventi finalizzati a evitare nuovi casi Componente essenziale della qualità dell’assistenza Ridurre il rischio per assistiti, visitatori e operatori Indagini di prevalenza a intervalli regolari Rilevare, oltre ai dati di esito, dati di processo e struttura Identificazione di alert organisms (livello locale, nazionale, europeo) Feedback agli operatori (outcome, interventi formativi) 92 46 31/10/24 à Infection control nurse 93 Riprendendo la prima lezione… 94 47

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