Ripasso Tattico Nucleare PDF
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This document provides a historical overview of Italian education, covering key reforms and laws from the early 1900s to recent times. It details the evolution of the school system, including changes to the curriculum and organization. The Italian school system's structure is described through different academic levels and functions.
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RIPASSO TATTICO NUCLEARE IRC ppunti A 2.1 Linee essenziali di storia della scuola italiana dai primi decenni del Novecento agli ordinamenti attualmente vigenti Preunitario (prima del 1861): Istruzione prevalentemente affidata alla Chiesa e a istituzioni private. Forte...
RIPASSO TATTICO NUCLEARE IRC ppunti A 2.1 Linee essenziali di storia della scuola italiana dai primi decenni del Novecento agli ordinamenti attualmente vigenti Preunitario (prima del 1861): Istruzione prevalentemente affidata alla Chiesa e a istituzioni private. Forte legame tra educazione e religione. IRC con forte carattere confessionale, parte integrante della formazione." 1859 Legge Casati: Obbligo scolastico per i primi due anni della scuola elementare. Istituzione di un sistema scolastico pubblico. Introduzione dell'insegnamento della religione cattolica (IRC) come materia obbligatoria in tutte le scuole. IRC obbligatorio in tutte le scuole, riflette l'influenza della Chiesa sull'istruzione. 1877 Legge Coppino: Estensione dell'obbligo scolastico a tre anni. Introduzione del principio di laicità nell'istruzione. Eliminazione della figura del direttore spirituale negli istituti superiori." IRC obbligatorio solo nelle scuole elementari. 1904 Legge Orlando: Prolungamento dell'obbligo scolastico a 12 anni. Istituzione del corso popolare per gli alunni che non proseguono gli studi. Eliminazione dell'IRC dalla scuola primaria (reintrodotto nel -1907 con il Regolamento Rava). Tentativo di laicizzazione del sistema educativo, ma l'IRC viene poi reintrodotto." 1911 Legge Daneo-Credaro: statalizzazione della scuola elementare. Ulteriore processo di laicizzazione del sistema educativo. IRC obbligatorio, ma con ruolo ridimensionato." 1923 Riforma Gentile: Riorganizzazione del sistema scolastico. Introduzione della scuola materna. Diversificazione dei percorsi di studio. IRC obbligatorio in tutti i gradi di scuola, con forte accento sull'educazione morale e religiosa. Rafforzamento del ruolo dell'IRC nella formazione dei giovani. 1948 Costituzione della Repubblica Italiana: sancisce il diritto all'istruzione e la libertà di insegnamento (art. 33). Apertura del dibattito sul ruolo dell'IRC nella scuola laica. 1962 Riforma della scuola media unica: istituzione della scuola media inferiore come percorso unico e obbligatorio. IRC rimane obbligatorio. Anni '60-'70 Contestazioni studentesche e sociali. Richiesta di maggiore laicità nell'istruzione e di una riforma dell'IRC.Messa in discussione del ruolo tradizionale dell'IRC. 1973-1974 Decreti Delegati (Decreti Malfatti): Istituzione degli organi collegiali. Maggiore partecipazione di docenti, genitori e studenti nella gestione della scuola. Nessun impatto diretto sull'IRC, ma contribuiscono a un clima di maggiore partecipazione e democratizzazione nella scuola. 1984 Accordo di revisione del Concordato: IRC diventa facoltativo in tutte le scuole pubbliche. Libertà di scelta per gli studenti. Svolta epocale: l'IRC non è più obbligatorio. 1989 Sentenza Corte Costituzionale n. 203: l'IRC è conforme alla Costituzione se offerto come disciplina facoltativa. 1991 Sentenza Corte Costituzionale n. 13: l'ora alternativa all'IRC non deve essere ""vuota"", ma prevedere attività didattiche." 1994 Legge 297 (Testo Unico): Raccoglie e coordina le norme che regolano il sistema scolastico italiano. Ribadisce la facoltatività dell'IRC. Definisce i requisiti per l'idoneità all'insegnamento dell'IRC. Prevede la valutazione dell'IRC. 2000 Riforma Berlinguer: Introduzione del ciclo unico di istruzione (scuola primaria e secondaria di primo grado). 2003 Riforma Moratti : Riorganizzazione dei cicli scolastici con l'introduzione del primo ciclo (scuola primaria e secondaria di primo grado) e del secondo ciclo (licei, istituti tecnici e professionali). Introduzione dell'obbligo scolastico fino a 16 anni. Maggiore enfasi sull'autonomia scolastica e sulla valutazione degli studenti. Introduzione dell'alternanza scuola-lavoro. Valorizzazione dell'insegnamento della lingua inglese e delle nuove tecnologie. Pur non modificando direttamente la normativa sull'IRC, la Riforma Moratti ha contribuito a un ripensamento del ruolo dell'IRC nella scuola, in un contesto di maggiore autonomia e flessibilità. L'IRC viene inserito a pieno titolo nel curricolo scolastico, con la possibilità di personalizzare l'insegnamento in base alle esigenze degli studenti e del territorio. 2008 Riforma Gelmini: Riforma degli istituti tecnici e professionali. Introduzione di nuovi licei. 2012 Intesa Stato-CEI per l'IRC : Definisce i principi fondamentali che regolano l'IRC (laicità, facoltatività, collaborazione tra Stato e Chiesa, finalità educative). Porta all'emanazione del DPR 176/2012 che aggiorna le indicazioni nazionali per l'IRC nel secondo ciclo di istruzione." 2015 (Buona Scuola) :. Maggiore autonomia scolastica: le scuole hanno acquisito maggiore libertà nella gestione del curricolo, nell'organizzazione delle attività didattiche e nell'utilizzo delle risorse. Questo ha permesso loro di adattare l'offerta formativa alle esigenze del territorio e degli studenti.Organico dell'autonomia: è stato introdotto un nuovo sistema di gestione del personale docente, più flessibile e orientato alle esigenze delle singole scuole. Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF): ogni scuola ha l'obbligo di elaborare un PTOF, un documento che definisce l'identità culturale e progettuale dell'istituto, gli obiettivi formativi e le strategie didattiche. Alternanza scuola-lavoro (PCTO): sono stati introdotti percorsi di formazione on-the-job per gli studenti delle scuole superiori, con l'obiettivo di avvicinarli al mondo del lavoro e di sviluppare competenze pratiche. Formazione in servizio e valorizzazione del merito dei docenti: la legge ha previsto incentivi e percorsi di formazione per i docenti, con l'obiettivo di valorizzare la loro professionalità e di promuovere l'innovazione didattica. Potenziamento dell'offerta formativa: sono state stanziate risorse per ampliare l'offerta formativa delle scuole, con particolare attenzione alle attività di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica. Scuola digitale: la legge ha promosso l'utilizzo delle tecnologie digitali nella didattica, con l'obiettivo di rendere l'apprendimento più efficace e coinvolgente. Inclusione e contrasto alla dispersione scolastica: sono state introdotte misure per favorire l'inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali (BES) e contrastare la dispersione scolastica. Anche se la Legge 107/2015 non ha introdotto modifiche specifiche all'insegnamento della religione cattolica (IRC), ha avuto un impatto indiretto su questa disciplina. In particolare: Rafforzamento dell'autonomia scolastica: le scuole hanno maggiore libertà nella scelta di progetti e attività integrative, che possono riguardare anche l'IRC.Valorizzazione della professionalità docente: gli insegnanti di IRC possono beneficiare di percorsi di aggiornamento e di incentivi per la loro professionalità. Promozione dell'innovazione didattica: la legge incoraggia l'utilizzo di metodologie didattiche innovative anche nell'IRC. Inclusione: la legge pone l'accento sull'inclusione degli studenti con BES, e l'IRC può contribuire a creare un clima di accoglienza e di rispetto per tutti. 2.2 Ordinamenti scolastici: Scuola Secondaria di I e II grado IDENTITA’ - FUNZIONI - ORGANIZZAZIONE Scuola secondaria di primo grado Identità Obiettivo formativo: Accompagnare gli studenti in un passaggio delicato dalla scuola primaria, consolidando le loro conoscenze di base e orientandoli verso una consapevolezza del proprio percorso educativo. Età degli studenti: Dagli 11 ai 14 anni. Visione educativa: Si punta alla formazione di una cultura generale, alla promozione di un pensiero critico e alla costruzione dell'autonomia e della responsabilità nei giovani. Funzioni Competenze di base: delle singole discipline come da D.M. 14/2024 All. B (abbinamento delle competenze del 2018 e parti del profilo dello studente al termine del primo ciclo e riferimenti alla Agenda 2030). Orientamento: Aiutare gli studenti a conoscere meglio le proprie capacità, passioni e aree di interesse, per scegliere in modo consapevole la scuola superiore. Educazione alla cittadinanza: Rafforzamento delle competenze di cittadinanza attiva, come il rispetto delle regole e l'impegno sociale. Organizzazione Struttura: Tre anni di studio, al termine dei quali si svolge l'Esame di Stato, che determina l'ammissione alla scuola superiore. Didattica: Lavoro in classe con lezioni frontali e attività laboratoriali. Si privilegia il lavoro cooperativo e interdisciplinare. Insegnanti: Specializzati per disciplina. La figura del coordinatore di classe ha un ruolo chiave per la gestione della didattica e della relazione con le famiglie. 2. Scuola secondaria di secondo grado Identità Obiettivo formativo: Fornire una formazione più avanzata e specifica, che possa avviare gli studenti al mondo del lavoro o prepararli agli studi universitari. Età degli studenti: Dai 14 ai 19 anni. Indirizzi di studio: Diversificazione in vari indirizzi (licei, istituti tecnici, istituti professionali) con curricoli distinti e più mirati. Funzioni Specializzazione e approfondimento: Sviluppo delle competenze specifiche legate al percorso scelto (scientifico, classico, tecnico, professionale, ecc.). Orientamento professionale e universitario: Pcto e Certificazione delle competenze. Guida per preparare gli studenti ad affrontare con consapevolezza il mercato del lavoro o l'accesso all'università. Responsabilità e cittadinanza: Promozione di una maggiore consapevolezza civica e responsabilità sociale, formando cittadini attivi e partecipi. Organizzazione Durata: Cinque anni suddivisi in due bienni e un anno conclusivo (triennio). Didattica: Lezioni frontali, laboratori specifici per l’indirizzo di studio, tirocini (soprattutto negli istituti professionali e tecnici). Esame di Stato finale: Al termine del quinto anno, necessario per ottenere il diploma e per l'accesso a percorsi post-secondari o universitari. Insegnanti e Tutor: Insegnanti specialisti per ogni disciplina. Figure come i tutor scolastici e i referenti per l'orientamento aiutano gli studenti nel loro percorso formativo. In sintesi, entrambi i gradi della scuola secondaria sono caratterizzati da una chiara identità educativa e funzionale, ma con obiettivi, metodologie e organizzazioni diverse per rispondere alle differenti esigenze formative e di crescita degli studenti nelle diverse fasce d’età. NORMATIVA: 1. Scuola Secondaria di Primo Grado D. L. n. 59 del 19 febbraio 2004: Introduzione del "nuovo ordinamento" della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, previsto dalla Legge 53/2003 (Riforma Moratti). Questo decreto ha riorganizzato i cicli scolastici e ha introdotto innovazioni didattiche e organizzative. D. M. n. 139 del 22 agosto 2007: Definizione dei "nuovi curricoli" della scuola secondaria di primo grado, in attuazione della Legge 296/2006. D.P.R. n. 122 del 22 giugno 2009: Regolamento sulla valutazione degli alunni, con l’introduzione di criteri uniformi e una maggiore attenzione alle competenze. L. n. 107 del 13 luglio 2015 (Legge sulla "Buona Scuola"): Introduzione di norme per il miglioramento del sistema scolastico, con attenzione all'inclusività e al potenziamento dell'offerta formativa. 2. Scuola Secondaria di Secondo Grado D.P.R. n. 88 e n. 89 del 15 marzo 2010: Riforma della scuola secondaria di secondo grado (Riforma Gelmini), che ha ridefinito gli indirizzi di studio nei licei, negli istituti tecnici e negli istituti professionali. D. L. n. 226 del 17 ottobre 2005: Riorganizzazione dei percorsi dell'istruzione secondaria, parte della "Riforma Moratti" per la definizione di curricoli liceali e professionali. L. n. 107 del 13 luglio 2015 (Legge sulla "Buona Scuola"): Include anche disposizioni per il rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro (ora chiamata PCTO - Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento). D.P.R. n. 80 del 28 marzo 2013: Regolamento sul sistema nazionale di valutazione (SNV) per garantire la qualità del sistema di istruzione e migliorare i risultati educativi. Ulteriori Riferimenti Comuni Costituzione, Art. 34: Garantisce il diritto all'istruzione, stabilendo che "La scuola è aperta a tutti" e che l’istruzione inferiore (obbligatoria fino ai 16 anni) è gratuita. L. n. 296 del 27 dicembre 2006: Estensione dell’obbligo scolastico a 16 anni. L. n. 53 del 28 marzo 2003: Base legislativa per molte delle riforme successive (Riforma Moratti). L. n. 62 del 10 marzo 2000: Parità scolastica tra istituzioni pubbliche e private. Orientamento D.P.R. n. 328 del 22/12/2022 Educazione Civica L. n. 92 del 2019 e D.M. n. 183 del 7 settembre 2024. 2.3 Governance delle istituzioni scolastiche Normativa: D.Lgs n. 297/1994 - Legge n. 107/2015: Riforma "La Buona Scuola". Definizione: La governance delle istituzioni scolastiche si riferisce all'insieme delle norme, delle strutture e dei processi che regolano il funzionamento delle scuole. Questo sistema è costituito da vari elementi: Autonomia Scolastica: Le scuole hanno la libertà di gestire le loro attività didattiche, organizzative e di ricerca in modo indipendente, rispettando gli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione; Organi Collegiali: Questi includono il consiglio di istituto, il collegio dei docenti e altri organi che garantiscono la partecipazione di docenti, genitori e studenti nelle decisioni scolastiche; Valutazione e Miglioramento: Il sistema nazionale di valutazione (SNV) valuta l'efficienza e l'efficacia del sistema educativo, promuovendo il miglioramento continuo delle istituzioni scolastiche. OBIETTIVI: L'obiettivo principale della governance scolastica è migliorare la qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti, garantendo trasparenza, partecipazione e responsabilità nella gestione delle scuole SPECIFICHE Autonomia Scolastica Didattica: Le scuole possono organizzare i percorsi formativi in modo autonomo, adattando i tempi di insegnamento e le attività didattiche alle esigenze degli studenti. Organizzativa: Le scuole hanno la libertà di adottare forme di flessibilità e diversificazione per migliorare l'efficienza e l'efficacia del servizio scolastico. Ricerca e Sperimentazione: Le scuole possono condurre progetti di ricerca e sperimentazione per migliorare l'autonomia didattica e organizzativa. Organi Collegiali Consiglio di Istituto: Composto da rappresentanti di docenti, genitori, studenti e personale ATA, ha il compito di deliberare su aspetti organizzativi e gestionali della scuola. E’ un organo elettivo che dura in carica tre anni. Collegio dei Docenti: E’ l’assemblea di tutti i docenti in servizio nell’istituto ed è l’organo tecnico- professionale che si occupa della programmazione didattica e dell'organizzazione delle attività educative. Valutazione e Miglioramento Autovalutazione: Attraverso il RAV (Rapporto di Autovalutazione), le scuole analizzano il proprio funzionamento e individuano le priorità di sviluppo. Valutazione Esterna: Un team di valutatori esterni esamina il funzionamento della scuola per verificare la coerenza e l'efficacia delle azioni intraprese. Piano di Miglioramento (PdM): Le scuole pianificano e attuano azioni finalizzate al raggiungimento dei traguardi connessi alle priorità indicate nel RAV. Rendicontazione Sociale: Le scuole pubblicano e diffondono i risultati raggiunti, utilizzando indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza. Tutto ciò garantisce un ciclo continuo di valutazione e miglioramento, promuovendo la trasparenza e la responsabilità nella gestione delle istituzioni scolastiche. 2.4 Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) Art. 3 dpr 275/1999 novellato dal comma 14 dell’art. 1 L. 107/2015 con il Piano di Miglioramento dell’istituzione scolastica, previsto dal D.P.R. 28 marzo 2013, n. 80. Definizione Ptof: documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche in cui si estrinseca l’autonomia didattica della scuola. 1. Obiettivi del PTOF Pianificazione dell'autonomia scolastica: ogni istituto organizza la propria offerta formativa. Punti fondamentali: Progettazione curricolare Progettazione extracurricolare Progettazione educativa Progettazione organizzativa 2. Contenuto del PTOF Potenziamento delle competenze degli alunni: sviluppo di progetti e attività mirati. Apertura al territorio: iniziative di collaborazione con la comunità e istituzioni locali. (Curricolo orizzontale) Obiettivi formativi: progetti per raggiungere obiettivi educativi. Continuità verticale: il collegamento che si viene a creare fra le classi terminali e iniziali dei diversi ordini di scuola. Formazione sulla sicurezza: programmi per primo soccorso e sicurezza sul lavoro. Formazione per personale docente e ATA: attività per miglioramento continuo. Didattica inclusiva: promozione di attività educative inclusive. (GLI) Orientamento degli studenti: percorsi per l'orientamento educativo e professionale. Alternanza scuola-lavoro: collegamento con esperienze lavorative per scuole di II grado. (PCTO) Competenze digitali: sviluppo delle competenze digitali per studenti e personale. Attività extracurriculari: attività complementari come viaggi di istruzione. Indicare le priorità, i traguardi di lungo periodo e gli obiettivi di processo già individuati nella parte 5 del Rapporto di Autovalutazione (RAV) o, nel caso degli obiettivi di processo, quelli identificati a seguito della riflessione effettuata dalla scuola per la compilazione delle sezioni 1 e 2 del modello di Piano di Miglioramento INDIRE 3. Aggiornamento o rinnovo del PTOF Durata triennale: rinnovato ogni tre anni dal collegio dei docenti. Processo di rinnovo: Rivedere aspetti e obiettivi Implementare cambiamenti e nuove esigenze Aggiungere elementi rilevanti per l’istituto Modifiche annuali: possibili entro ottobre secondo la "Buona Scuola". 4. La Piattaforma PTOF MIUR e piattaforma SIDI: strumenti per dirigenti scolastici e docenti per redazione e aggiornamento. Nota 17832 del 2018: linee guida per la gestione e il rinnovo del PTOF. 2.5 Attività di ricerca, progettazione, osservazione, documentazione e valutazione nella scuola secondaria di primo e di secondo grado: esperienze, criteri e condizioni normativa: L. 59 del 1997 definizione: L'Indire è l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, il più antico istituto di ricerca del Ministero dell'Istruzione. Fondato nel 1974 come Biblioteca di Documentazione Pedagogica, trasformata nel 1999 in Indire. Da allora, l'istituto si è dedicato a sostenere i processi di innovazione e miglioramento della scuola attraverso monitoraggi, banche dati, rapporti di ricerca e progetti di ricerca tesi al miglioramento della didattica. Insieme all’Invalsi e al corpo ispettivo del Ministero dell’Istruzione, l’Indire è parte del Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione. Oltre alla sede centrale a Firenze, ha tre nuclei territoriali a Torino, Roma e Napoli. L’ente è dotato di autonomia statutaria, scientifica, organizzativa, regolamentare, amministrativa, finanziaria, contabile e patrimoniale. L’Istituto guarda all’Europa anche attraverso le sue tante collaborazioni, grazie alle quali contribuisce allo sviluppo di una rete di contatti, scambi, flussi di informazioni ed esperienze fra scuole, studenti, aziende e istituzioni di tutti i Paesi dell’Unione Europea. In virtù delle sue radici, l’Istituto dispone di un archivio storico che conserva un ricco patrimonio documentario otto-novecentesco, uno dei pochi in Italia specializzati nella raccolta e nella valorizzazione di materiale documentario di interesse storico-pedagogico. OBIETTIVI: La mission di INDIRE consiste nel generare un incremento qualitativo e quantitativo della ricerca educativa capace di facilitare un miglioramento dell’offerta formativa della Scuola italiana in tutte le sue forme (metodologiche, organizzative, ambientali). Il Piano Triennale delle Attività 2024-2026 prevede 6 Strutture di Ricerca e un’Area Tecnologica: (Didattica, didattiche e competenze, Modelli organizzativi, metodologie e curricolo, Ambienti per l’apprendimento, Sistemi integrati Istruzione Superiore / Formazione / Lavoro e Istruzione Terziaria professionalizzante, Formazione e accompagnamento, Documentazione, monitoraggio, analisi e valutazione del sistema scolastico.). SPECIFICHE: Le priorità per il triennio 2024-2026: contribuire al miglioramento dei risultati di apprendimento nelle discipline di base e alla riduzione dei divari (territoriali, di contesto, di genere, …) in tutti gli ordini e gradi di scuola; sviluppare e rendere disponibili a tutti gli ordini e gradi di scuola metodologie e strumenti per l’Orientamento con particolare attenzione alle discipline STEM; proporre azioni di innovazione trasformativa del modello scolastico con interventi di impatto sul sistema e coerenti con l’identità di INDIRE; sostenere i CPIA per lo sviluppo della rete per l’apprendimento e l’orientamento permanente; contribuire allo Sviluppo della filiera professionalizzante (IeFP, ITS Academy e CoVE); sostenere le scuole di ogni ordine e grado nei processi di Autoriflessione e di Autovalutazione in un’ottica di miglioramento e di innovazione. Il nuovo assetto organizzativo dell’Ente mira a favorire il perseguimento degli obiettivi scientifici e istituzionali propri dell’istituto. Per realizzare i propri obiettivi di ricerca e le attività istituzionali, INDIRE si colloca al centro del dibattito scientifico internazionale rafforzando i rapporti con i principali stakeholder, europei e mondiali, sulle politiche educative per il 2030 e oltre. I Piani Triennali delle Attività (PTA) sono consultabili al seguente link: www.indire.it/amministrazione/documenti- di-programmazione-strategico-gestionale. 2.6 Ordinamenti scolastici: Sistema nazionale di valutazione normativa: DPR 28 marzo 2013, n. 80 definizione: Il "SNV - Sistema nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione" costituisce una risorsa strategica per orientare le politiche scolastiche e formative alla crescita culturale, economica e sociale del Paese e per favorire la piena attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche; è costituito da: a) Invalsi: Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, (decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286); b) Indire: Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (articolo 19, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111); c) contingente ispettivo: contingente di dirigenti di seconda fascia con funzione tecnico-ispettiva, appartenenti alla dotazione organica dirigenziale del Ministero, che svolgono l’attività di valutazione Concorrono all’attività di valutazione: la Conferenza per il coordinamento funzionale del SNV e i Nuclei di valutazione esterna Il SNV si sviluppa su tre dimensioni: la valutazione delle istituzioni scolastiche, la valutazione della dirigenza scolastica, la valorizzazione del merito professionale dei docenti (art. 1, comma 126, della legge 107/2015 istituzione fondo per la valorizzazione del merito del personale docente). OBIETTIVI: Ai fini del miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti, l'S.N.V. valuta l'efficienza e l'efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione SPECIFICHE: il procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche si sviluppa in quattro fasi: a) autovalutazione delle istituzioni scolastiche attraverso il RAV (Rapporto di autovalutazione), che fornisce una rappresentazione della scuola attraverso un'analisi del suo funzionamento e costituisce la base per individuare le priorità di sviluppo verso cui orientare il piano di miglioramento; è pubblicato su una apposita sezione del portale Scuola in chiaro. Definisce esiti, processi e priorità dell’istituzione scolastica. b) valutazione esterna: c) azioni di miglioramento attraverso il Pdm (Piano di miglioramento), finalizzato al raggiungimento dei traguardi connessi alle priorità indicate nel RAV d) Rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche: procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche “pubblicazione, diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza" (DPR del 28 marzo 2013, n. 80). L’attività di rendicontazione è strettamente collegata e funzionale al percorso di autovalutazione e miglioramento che la scuola avvia con la predisposizione del RAV, che a sua volta è funzionale alla definizione del Piano di Miglioramento (PdM) che va inserito nell’aggiornamento del PTOF. La Rendicontazione sociale, infatti, ha una duplice finalità: dichiarare quanto realizzato in termini di processi attivati e risultati raggiunti; orientare le scelte future in termini di priorità da perseguire link utili: Sistema nazionale Valutazione e Mim 2.7. Valutazione degli apprendimenti nella scuola secondaria (DL 62/2017): collegiale e in decimi...... di primo grado: valutazioni periodiche e finali 1. collegiale 2. voti correlati da descrittore, per carattere più formativo che sommativo della valutazione nel 1° ciclo 3. ammissione anche con voti < 6 4. non ammissione solo con adeguata motivazione... di secondo grado 1. anche con un solo voto < 6 : assegnazione debito formativo;... a. se durante scrutinio intermedio:... frequenza corsi e verifica entro termine attività didattiche; b. se durante scrutinio finale:... i. sospensione del giudizio (ammissione/non ammissione), ii. frequenza corsi entro il 31/08, verifica entro inizio attività didattiche e ulteriore scrutinio 2. nello scrutinio finale: voto condotta < 6 = non ammissione e va motivato per iscritto 3. crediti scolastici (DPR 323/98): a. media voti + frequenza + partecipazione a dialogo educativo + interesse ad attività complementari/integrative... b.... + crediti formativi documentati su attività anche extrascolastiche/estere (cfr. “incentivazione delle eccellenze” DL 262/2007)... c.... = punti max 25/100 - max 40/100 secondo DL 62/2017 4. esame finale: a. commissioni ogni due classi e con esterni presidente e 3 commissari b. ammessi con frequenza minima ¾ monte ore annuale e valutazione 6 in ogni materia e in condotta c. prima prova scritta di italiano: i. tip. A: analisi e interpretazione testo letterario; ii. tip. B: analisi e interpretazione testo argomentativo (almeno una traccia di ambito storico) iii. tip. C: riflessione su attualità d. seconda prova scritta su materia caratterizzante il corso di studio e. colloquio: i. anche a partire da materiale presentato dalla commissione e su esperienza PCTO ii. finalizzato a verificare raggiungimento del PECUP da parte del candidato f. voto finale: 60 - 100 lode / 100 g. curriculum dello studente: allegato a diploma, raccoglie tutte le esperienze e le certificazioni INVALSI 1. prove standardizzate a computer in italiano, matematica e inglese 2. esito comunicato a famiglie e usato dalle scuole per autovalutazione 3. nelle classi 3° della secondaria di 1° grado e nelle classi 2° e 5° della secondaria di 2° grado: entro il mese di aprile 4. nelle classi 3° della secondaria di 1° grado e nelle classi 5° della secondaria di 2° grado: requisito di ammissione all’esame Certificazione delle competenze 1. collegiale, durante scrutinio finale, prevede compilazione allegati a DM 14/2024 2. si possono indicare quattro livelli di padronanza: in ordine discendente, A, B, C, D 3. elencate competenze chiave per l’apprendimento permanente secondo raccomandazione Parlamento europeo e Consiglio del 22 maggio 2018 4. a ciascuna competenza a. nell’all. B (termine primo ciclo): abbinata una parte del profilo in uscita dello studente al termine del 1° ciclo (cfr DM 254/2012) e riferimenti ad Agenda 2030 b. nell’all. C (assolvimento obbligo di istruzione / termine secondo anno secondaria 2° grado) sono abbinati descrittori 2.8 Continuità e orientamento normativa: D.M. 328 del 22/12/2022 e rispettive Linee guida Continuità didattica : serie di azioni e iniziative volte a garantire una transizione fluida e consapevole degli studenti tra i diversi livelli di istruzione e per aiutarli a costruire un percorso scolastico e professionale coerente con le proprie attitudini e interessi, con il fine di ridurre le difficoltà nel passaggio degli alunni da un ordine di scuola a un altro, la scelta post diploma e l’accesso al mondo del lavoro. Tale esigenza si fa evidentemente più forte per i bambini e ragazzi con Bisogni Educativi Speciali (BES). Orientamento: processo di accompagnamento degli studenti per aiutarli a conoscere se stessi, le proprie inclinazioni e le proprie potenzialità, e a scegliere in modo consapevole il percorso formativo più adatto. L'orientamento si estende a tutte le fasi della vita scolastica e professionale. La continuità si realizza attraverso il “curricolo verticale”: che è la progettazione sinergica degli obiettivi educativi e didattici da parte dei docenti dei diversi segmenti dell'istruzione. Accanto al curricolo verticale è fondamentale la realizzazione del "curricolo orizzontale": si tratta delle azioni che calano l'azione formativa della scuola nella realtà sociale, civile, culturale ed economica del luogo in cui la scuola opera. OBIETTIVI: rendere più semplice e graduale il passaggio da un ciclo di istruzione a un altro; favorire il processo di apprendimento per mezzo della continuità educativa e didattica; promuovere la conoscenza reciproca e relazionale tra l’alunno e i futuri insegnanti; proporre attività da svolgere con approccio interdisciplinare comuni all'ultimo anno della scuola di un ciclo e la prima classe del ciclo successivo. coordinamento dei curricoli, condivisione di metodologie didattiche e valorizzazione delle competenze acquisite. Prevenzione del disagio scolastico: Una transizione fluida e un percorso orientato riducono il rischio di abbandono scolastico e di disagio psicologico. Sviluppo delle competenze chiave Aumento della motivazione Migliore inserimento nel mondo del lavoro ATTIVITA’ SPECIFICHE: Attività di raccordo tra i diversi ordini di scuola: incontri tra docenti, open day, visite guidate, progetti condivisi. Percorsi di autoconoscenza: Test attitudinali, colloqui individuali, attività di gruppo per favorire la riflessione sulle proprie caratteristiche personali. Informazione sulle diverse offerte formative: Presentazione dei diversi indirizzi di studio, incontri con esperti dei vari settori. Sostegno alla scelta: Elaborazione di un profilo individuale, simulazione della scelta, supporto nella compilazione delle domande di iscrizione. Collaborazione con le famiglie: Incontri informativi, coinvolgimento dei genitori nel processo decisionale. 2.9 Le relazioni scuola famiglia La relazione scuola-famiglia si è completamente rivoluzionata, negli ultimi 50 anni ed è regolata da diverse normative e linee guida che mirano a promuovere una collaborazione efficace per il benessere degli studenti. Normativa: Corresponsabilità educativa: la legge italiana ha storicamente coinvolto le famiglie nella vita scolastica attraverso la Legge Delega n. 477/1973 e i Decreti Delegati n. 416, 417, 418, 419, 420 del 1974, che hanno dato alla scuola il carattere di “comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica”. La legge italiana ha istituito gli “organi collegiali” proprio per facilitare questa collaborazione. Patto educativo di corresponsabilità: introdotto con il DPR 24 giugno 1998, n. 249 e modificato nel 2007, il Patto educativo di corresponsabilità è un accordo che i genitori e la scuola sottoscrivono all’atto dell’iscrizione, definendo diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica, studenti e famiglie. Piattaforma digitale ComUnica: introdotta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MiM), ComUnica è una piattaforma digitale che consente uno scambio efficiente di informazioni e documenti tra famiglie e scuola. Attiva dal 17 giugno 2024, è parte di un programma sperimentale che durerà per l’intero anno scolastico 2024/25 e mira a semplificare la condivisione degli elementi che concorrono alla formazione del curriculum scolastico degli studenti. Alleanza educativa: una buona relazione scuola-famiglia ha effetti positivi sulla crescita degli studenti e sulla loro futura integrazione nel mondo degli adulti. Comunicazione continua: è essenziale mantenere un dialogo aperto e continuo tra insegnanti e genitori per affrontare insieme le sfide educative e supportare gli studenti nel loro percorso di apprendimento. Ruolo dello psicologo scolastico: la presenza di uno psicologo scolastico può facilitare la cooperazione tra scuola e famiglia, soprattutto in situazioni di difficoltà o conflitto, promuovendo il benessere degli studenti. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo del 2012 e i nuovi scenari del 2018 ribadiscono l’importanza del coinvolgimento delle famiglie nel processo educativo per un’alleanza educativa forte e collaborativa tra scuola e famiglia a favore degli studenti. 3.10. Fondamenti della psicologia dello sviluppo, della psicologia dell'apprendimento scolastico e della psicologia dell'educazione COMPORTAMENTISMO COGNITIVISMO COSTRUTTIVISMO SOCIOCOGNITIVISMO Link autori ANALISI COMPORTAMENTALE ELABORAZIONE DELLE INDIVIDUALE SOCIALE/SITUATO TEORIA SOCIOCOGNITIVA APPLICATA INFORMAZIONI PIAGET VYGOTSKiJ SKINNER BANDURA ANDERSON CONOSCENZA Corpus fisso di Corpus fisso di Corpus di Conoscenza Corpus di conoscenze da conoscenze da conoscenze socialmente conoscenze acquisire. acquisire. mutevole, costruito costruita. mutevole, costruito Stimolata Stimolata individualmente Basata su ciò che i attraverso dall’esterno dall’esterno nel mondo sociale. partecipanti l’interazione con gli Le conoscenze Basata su ciò che si costruiscono altri e con pregresse apprende e porta insieme con i l’ambiente. influenzano il con sé propri contributi. modo in cui è elaborata l’informazione. APPRENDIMENTO Acquisizione di Acquisizione di Costruzione attiva, Costruzione Costruzione attiva fatti, abilità, fatti, abilità, che ristruttura le collaborativa di delle conoscenze concetti. concetti e conoscenze conoscenze e basata Ha luogo strategie. pregresse. valori socialmente sull’osservazione: attraverso la Ha luogo Ha luogo definiti. interagisce con il pratica esercitativa attraverso attraverso Ha luogo mondo fisico e guidata. l’applicazione molteplici attraverso sociale e sviluppa efficace di opportunità e opportunità agentività, strategie. differenti processi socialmente diventando più per collegarsi a costruite. autoregolato. quanto già si conosce. INSEGNAMENTO Trasmissione di tipo Trasmissione. Sfida, guida il pensiero Co-costruisce le Presenta modelli, frontale. Guida gli studenti verso una conoscenze con gli dimostra, sostiene verso una comprensione studenti. l’autoefficacia e conoscenza più completa. l’autoregolazione. accurata e completa. RUOLO Organizzatore, Insegna e modella Facilitatore, guida. Facilitatore, guida. Modello, DELL’INSEGNANTE supervisore. strategie efficaci. Ascolta le Copartecipe. facilitatore, Corregge le Corregge le convinzioni, le idee Co-costruisce motivatore. risposte sbagliate. convinzioni errate. e i pensieri del differenti Modello di momento degli interpretazioni autoapprendiment studenti. della conoscenza: o autoregolato. ascolta punti di vista socialmente costruiti. RUOLO DEI PARI Solitamente non Non necessario ma Non necessario ma Parte comune e Fanno da modelli. considerato. può influenzare può stimolare il necessaria del Parte comune l’elaborazione delle pensiero; solleva processo di necessaria del informazioni. domande. costruzione della processo di conoscenza. costruzione della conoscenza. RUOLO DELLO Compie Costruzione attiva Co-costruzione Co-costruzione Co-costruzione un’elaborazione (nella mente). attiva con gli altri e attiva con gli altri e attiva con gli altri e STUDENTE attiva delle Pensa, spiega, da sé. da sé. da sé. informazioni, usa interpreta e Pensa, spiega, Pensa, spiega, Pensa, spiega. strategie. domanda in modo interpreta e interpreta e interpreta e Organizza e attivo. domanda in modo domanda in modo domanda in modo riorganizza le attivo. attivo. attivo. informazioni. Partecipazione Partecipazione Partecipazione Ricorda. sociale attiva. sociale attiva. sociale attiva. 3.11 Processi di apprendimento in contesti formali, non formali e informali normativa: Legge 92/2012; D. Lgs 13/2013 a) «apprendimento permanente»: “qualsiasi attivita' intrapresa dalla persona in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacita' e le competenze, in una prospettiva di crescita personale, civica, sociale e occupazionale” (l.92/2012 art.4 §51); b) «apprendimento formale»: “apprendimento che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle universita' e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato, o di una certificazione riconosciuta, nel rispetto della legislazione vigente in materia di ordinamenti scolastici e universitari” (l.92/2012 art.4 §52); Avviene in un contesto organizzato e strutturato, è esplicitamente pensato e progettato come apprendimento e conduce a una qualche forma di diploma o certificazione c) «apprendimento non formale»: “apprendimento caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi indicati alla lettera b), in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese” (l.92/2012 art.4 §53); è connesso con attività pianificate (es. volontariato, associazioni, imprese, servizio civile), ma non esplicitamente progettate come apprendimento e quindi non sfocia direttamente in una certificazione (es. giornata di approfondimento su un problema lavorativo connesso a una professione) d) «apprendimento informale»: “apprendimento che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attivita' nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell'ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero” (l.92/2012 art.4 §54); Si tratta delle molteplici forme di apprendimento tratte dall’esperienza. Questo tipo di apprendimento non è intenzionale, né organizzato o strutturato e non conduce a una certificazione Le Linee Guida europee per la convalida dell'apprendimento non formale e informale 2023 definiscono: l’apprendimento formale come ‘erogato in un contesto organizzato e strutturato in termini di obiettivi, di tempi o di risorse dell’apprendimento (ad esempio un istituto di istruzione o di formazione)’ l’apprendimento non formale ‘erogato nel quadro delle attività pianificate (in termini di obiettivi, di tempi o di risorse dell’apprendimento) con una qualche forma di sostegno all’ apprendimento (ad esempio la relazione studente- docente/ formatore)’. l’apprendimento informale ‘erogato nel quadro delle attività della vita quotidiana (lavoro, famiglia o tempo libero) non esplicitamente strutturate come attività di apprendimento in termini di obiettivi, di tempi o di risorse dell’apprendimento. 3.12 Conoscenze pedagogico-didattiche finalizzate all'attivazione di una positiva relazione educativa, in stretto coordinamento con gli altri docenti che operano nella classe, nella sezione, nel plesso scolastico e con l'intera comunità professionale della scuola Le conoscenze pedagogico-didattiche sono fondamentali per creare una relazione educativa positiva e coordinata all'interno della scuola. Ecco alcuni aspetti chiave: 1) Relazione Educativa Positiva Empatia e Ascolto Attivo: Comprendere e rispondere ai bisogni degli studenti, creando un ambiente di fiducia e rispetto. Comunicazione Efficace: Utilizzare tecniche di comunicazione che favoriscano il dialogo e la partecipazione attiva degli studenti. COME? Jerome Bruner smontare / propiziare la ristrutturazione personale di schemi di interpretazione del reale ovvero: Piaget, Vygotskij, Ausubel, Gardner, Fleming ma anche: rendere consapevoli delle PRECOMPRENSIONI interpretative, relazionali, sistemico-sociali. COME? ATTRAVERSO LA SCOPERTA! (didattica maieutica, laboratoriale, cooperativa, attivismo/Dewey...) L’ educatore / insegnante può agevolare i processi di apprendimento, attraverso una POSTURA di modeling ovvero governare la gestione dell’impalcatura del sapere coaching con un movimento di supporto, condivisione e scaffolding legittimazione che sposti sempre più il focus verso fading la responsabilità ed autonomia dello studente. Come governare questa IMPALCATURA? Attraverso qualsiasi risposta / reazione verbale, scritta, corporea rispetto a prestazioni / comportamento dello studente: FEEDBACK tempestivi e circostanziati, focalizzati sul saper fare e l’impegno valutazione in itinere, attenta al processo mai elogi eccessivi / poco credibili attenzione agli stili di attaccamento (Bowlby) attenzione alla multiformità dell’intelligere umano (Gardner), anche attraverso un approccio UDL (universal design for learning) Nelle Linee guida (2018) di Progettazione Universale dell’Apprendimento (= UDL), sono citati tre principi fondamentali da mettere a disposizione di tutti gli studenti : molteplici forme di coinvolgimento molteplici mezzi di rappresentazione molteplici mezzi di espressione 2) Coordinamento con Altri Docenti Collaborazione Interdisciplinare: Lavorare insieme ai colleghi per integrare diverse discipline e creare un curriculum coeso al servizio della persona. Pianificazione Condivisa: Partecipare a riunioni di team per discutere e pianificare le attività didattiche in modo coordinato. 3) Coinvolgimento della Comunità Scolastica Progetti di Istituto: Partecipare a progetti scolastici che coinvolgono l'intera comunità educativa, promuovendo un senso di appartenenza e collaborazione. Eventi e Attività Extracurriculari: Organizzare e partecipare a eventi che coinvolgono studenti, famiglie e personale scolastico, rafforzando i legami comunitari. 4) Formazione Continua Aggiornamento Professionale: Partecipare a corsi di formazione e aggiornamento per migliorare le proprie competenze pedagogiche e didattiche. Condivisione delle Buone Pratiche: Scambiare esperienze e strategie didattiche con i colleghi per arricchire il proprio bagaglio professionale. 3.13 Stili educativi e processi di insegnamento- apprendimento ispirati a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione dello studente, di sostegno e incoraggiamento all'evoluzione dei suoi apprendimenti. La pedagogia rogersiana afferma il primato dell’apprendimento sull’ insegnamento, dell’autonomia sull’eteronomia. La comunicazione efficace secondo Rogers ATTEGGIAMENTI:ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA-EMPATIA-CONGRUENZA TECNICA:RISPECCHIAMENTO Il metodo integrato: Gordon Thomas Gordon propone la filosofia rogersiana in un linguaggio concreto e operativo con l’intento di rendere accessibili ed utilizzabili dal vasto pubblico alcune delle abilità psicologiche che caratterizzano il setting psicoterapeutico. Mette a punto dei training brevi sulla abilità di comunicazione e di risoluzione dei conflitti interpersonali che, attraverso un approccio strutturato, rendono le persone e i gruppi più efficaci. Nel 1966, promuove un programma per gli insegnanti (Teacher Effectiveness Training, di cui il volume Insegnanti efficaci è la traduzione). Gordon propone alcune metodologie utili in classe per creare un’efficace relazione fra insegnante e allievo e fra gli allievi stessi. Il clima è quello rogersiano: grande importanza rivestono l’accettazione, l’autenticità, l’empatia, la corretta comunicazione nel rapporto fra adulti e giovani al fine di promuovere l’autofiducia, l’autocontrollo, l’autodisciplina, la creatività, sviluppando così negli studenti il senso di autonomia e di responsabilità, nonché la capacità di contribuire nel definire le regole che governano la vita della classe. Tre sono le tecniche fondamentali che il metodo Gordon propone per modificare i comportamenti inadeguati: 1. l’ascolto attivo Requisiti per l’ascolto attivo 2. il messaggio in prima persona I “messaggi-Tu” esprimono un giudizio su chi ascolta. I “messaggi-Io” palesano un sentimento di chi parla” 3. la risoluzione dei conflitti con il metodo del problem solving. Metodi errati di soluzione dei conflitti Metodo I autoritario: l’insegnante vince il conflitto, lo studente perde. Lo studente si sente minacciato, cede ma con risentimento. Metodo II permissivo: lo studente vince il conflitto, l’insegnante perde. L’insegnante si sente minacciato, cede ma con risentimento. Il metodo III: democratico In caso di conflitto il metodo III fa in modo che le parti coinvolte collaborino per trovare una soluzione che sia accettabile per entrambi. Il metodo III è un processo di cooperazione, che può richiedere diverse interazioni, per arrivare a una soluzione che rispetti le reciproche esigenze. Il metodo III è un metodo di soluzione di problemi. (Non ha importanza chi trova la soluzione). Il metodo III insegna che è la cooperazione, non la competizione, a risolvere i problemi al meglio. Il Metodo III: il processo Fase 1: Individuare il problema Fase 2: Proporre possibili soluzioni Fase 3: Valutare le varie soluzioni Fase 4: Individuare la soluzione migliore Fase 5: Stabilire in che modo attuare la soluzione prescelta Fase 6: Accertarsi che la soluzione prescelta abbia effettivamente risolto il problema La metodologia dell’apprendimento per problemi J. Dewey e la scuola attiva In Esperienza e educazione, Dewey scrive: “All’impostazione dall’alto si oppongono l’espressione e la cultura dell’individualità; alla disciplina esterna la libera attività; all’imparare dai libri e dai maestri, l’apprendere attraverso l’esperienza; all’acquisto di abilità e di tecniche isolate attraverso l’esercizio si oppone il conseguimento di esse come mezzi per ottenere fini che rispondono a esigenze vitali; alla preparazione per un futuro più o meno remoto si oppone il massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente; ai fini ed ai materiali statici è opposta la familiarizzazione con un mondo in movimento”. Il principio di fondo è learning by doing, (imparare facendo), adottato nella scuola elementare dell’Università di Chicago da lui fondata nel 1896. La scuola è concepita come un “laboratorio pedagogico”. Lo stile cognitivo è la modalità di elaborazione dell'informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi (Boscolo, 1981). Riguarda la scelta delle strategie cognitive usate per risolvere un compito, le preferenze nell'uso delle proprie abilità, ecc. Ognuno di noi utilizza in modo diverso e, in percentuali diverse, tutti gli stili cognitivi, all'interno di meccanismi di preferenza. Nessuno è migliore degli altri, sono solo diversi (e tutti potenzialmente utili in certe situazioni) STILI DI APPRENDIMENTO: DEFINIZIONE 1. Stile di apprendimento = approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni” (Mariani, 2000) 2. Insieme di caratteristiche cognitive, affettive e fattori psicologici indicatori di come una persona percepisce, interagisce e reagisce all’apprendimento. 3. Ognuno di noi possiede un suo personale modo di rielaborare specifiche situazioni e di sperimentarle ripetutamente in modo tale da modificare in modo relativamente stabile il proprio comportamento 3.14 Conoscenza dei modi e degli strumenti idonei all'attuazione di una didattica individualizzata e personalizzata, coerente con i bisogni formativi dei singoli studenti, con particolare attenzione all'inclusione NORMATIVA: L.104/1992 L.170/2010 Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 L. 107/2015 D. Lgs 66/2017 Nota minister. 2044 del 17/09/2019 D. Intermin. 182/2020 Linee guida per inclusione 2021 Distinzione tra didattica individualizzata e personalizzata Didattica individualizzata: Adatta l'insegnamento per aiutare ogni studente a raggiungere obiettivi comuni, supportando diversi tempi e modalità di apprendimento. Didattica personalizzata: Crea percorsi formativi su misura per le potenzialità e gli interessi degli studenti, valorizzando l'unicità di ciascuno e andando oltre gli obiettivi minimi. 1. Strumenti e Metodologie per una Didattica Individualizzata e Personalizzata Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) è uno strumento per studenti con disabilità, redatto in collaborazione tra docenti, famiglie e professionisti. Definisce obiettivi specifici e strumenti di valutazione per ogni studente. Piano Didattico Personalizzato (PDP): utilizzato per gli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) o altri BES. Il PDP consente di personalizzare l'insegnamento tramite misure compensative (strumenti che facilitano l'apprendimento) e dispensative (adattamenti sugli obiettivi o modalità didattiche). Valutazione formativa: Valutazione continua e dinamica per capire il livello iniziale e i progressi dello studente, consentendo aggiustamenti tempestivi nei percorsi. Apprendimento cooperativo: strategie come il lavoro di gruppo permettono di favorire inclusione e collaborazione tra pari, valorizzando le diverse capacità e promuovendo l'empatia. Tutoring e peer education: forme di apprendimento tra pari che incoraggiano la collaborazione e l’aiuto reciproco, migliorando l'autostima degli studenti e favorendo l'inclusione 2. Tecnologie e Strumenti Digitali Software di supporto per DSA: ad esempio, programmi di sintesi vocale, mappe concettuali digitali e strumenti di videoscrittura facilitano l’apprendimento per studenti con disturbi specifici. Piattaforme di apprendimento online: strumenti come Google Classroom, Edmodo, Moodle, consentono di personalizzare i materiali e monitorare i progressi di ogni studente in modo interattivo. Didattica multimediale: video, animazioni, mappe interattive e quiz online che arricchiscono l’esperienza di apprendimento e si adattano ai diversi stili cognitivi. 3. Approccio Inclusivo UDL (Universal Design for Learning) è un modello pedagogico che favorisce attività e contenuti accessibili a tutti, considerando la diversità cognitiva, emotiva e culturale degli studenti. Strategie per ridurre le barriere all'apprendimento: modifiche degli ambienti scolastici e dell’approccio metodologico per favorire la partecipazione di tutti gli studenti. Questo include sia l’eliminazione di barriere fisiche sia di quelle legate al contenuto didattico. Coinvolgimento attivo delle famiglie: la collaborazione con le famiglie è essenziale per comprendere meglio le esigenze degli studenti e facilitare la loro integrazione e partecipazione alle attività scolastiche. 4. Esempi di Attività Didattiche Personalizzate e Inclusive Compiti differenziati: assegnazione di compiti diversificati in base alle competenze e agli interessi degli studenti, evitando esercizi standardizzati e ripetitivi. Utilizzo di mappe mentali e concettuali: strumenti visivi che aiutano la comprensione e la memorizzazione dei contenuti, facilitando l'apprendimento anche per gli studenti con difficoltà di concentrazione o memoria. Progetti interdisciplinari: lavori che integrano diverse materie, permettendo agli studenti di esprimere le proprie competenze attraverso progetti che sentono più vicini ai loro interessi. 3.15 Pratiche inclusive per gli studenti con cittadinanza non italiana Direttiva 27 dicembre 2012 - Integrazione degli alunni stranieri Questa direttiva integra le linee guida per l’inserimento degli studenti stranieri, prevedendo la collaborazione con mediatori linguistici e culturali e la possibilità di attivare corsi di lingua italiana. Linee Guida per l'Accoglienza e l'Integrazione degli Alunni Stranieri (MIUR)19/02/2014 Le linee guida del MIUR forniscono indicazioni pratiche per le scuole su come organizzare l'accoglienza degli studenti non italiani, da un punto di vista linguistico, culturale e sociale. Esse suggeriscono attività come i corsi di lingua italiana intensivi, attività interculturali e progetti di educazione civica e diritti umani. Le pratiche inclusive con gli studenti di cittadinanza non italiana sono fondamentali per creare un ambiente scolastico che rispetti e valorizzi la diversità culturale, promuovendo l'integrazione e l'apprendimento di tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro origine o dalla loro lingua madre. Ecco alcune pratiche che possono essere implementate per supportare gli studenti di cittadinanza non italiana: 1. Accoglienza e Orientamento Accoglienza personalizzata: È importante che gli studenti non italiani vengano accolti in modo caloroso e personale. Un'adeguata introduzione alla scuola, con un tutor o un punto di riferimento, aiuta a ridurre il senso di smarrimento. Sportelli di supporto: Creare uno sportello di ascolto o orientamento dove gli studenti possano chiedere informazioni e supporto riguardo a lingua, cultura, e altre difficoltà. 2. Supporto Linguistico Insegnamento dell'italiano come lingua seconda (L2): Offrire corsi di lingua italiana per studenti non madrelingua, con un focus specifico sulle competenze comunicative quotidiane e scolastiche. Utilizzo di risorse multilingue: Avere materiali didattici in diverse lingue (manuali, glossari, video) può aiutare gli studenti ad accedere meglio ai contenuti. Collaborazione tra docenti e mediatori linguistici: Impiegare mediatori linguistici o assistenti che possano facilitare la comprensione e la comunicazione. 3. Adattamento dei Metodi Didattici Insegnamento visivo e interattivo: Utilizzare strumenti visivi (immagini, grafici, mappe concettuali) e attività pratiche per facilitare l'apprendimento, rendendo i contenuti accessibili anche per chi ha una lingua di origine diversa. Progetti e attività collaborative: Promuovere il lavoro di gruppo per favorire l'interazione tra studenti di diverse provenienze, stimolando la cooperazione e l’apprendimento reciproco. 4. Sostegno Psicologico e Culturale Incontri interculturali: Organizzare incontri in cui gli studenti possano condividere le loro esperienze e culture, favorendo una maggiore comprensione reciproca tra le diverse nazionalità presenti in classe. Supporto psicologico: Offrire supporto psicologico per affrontare eventuali difficoltà emotive e psicologiche legate all’adattamento al nuovo ambiente, alla separazione dalla famiglia o alle esperienze migratorie. 5. Coinvolgimento delle Famiglie Coinvolgere le famiglie non italiane: Creare momenti di incontro con le famiglie per sensibilizzare e coinvolgere anche i genitori nel processo educativo dei figli. È importante utilizzare mediatori culturali per abbattere le barriere linguistiche. Comunicazione chiara: Fornire comunicazioni scolastiche in più lingue, utilizzando traduttori o supporti multilingue per favorire la comprensione da parte delle famiglie. 6. Educazione alla cittadinanza e inclusione sociale Laboratori di educazione civica e interculturale: Promuovere attività che sensibilizzino gli studenti alla multiculturalità, alla cittadinanza globale e alla diversità come valore. Questo può includere discussioni, visione di film, e lettura di testi che trattano temi legati all’integrazione, ai diritti umani e alla convivenza pacifica. Celebrare le diversità: Organizzare eventi, feste e attività che celebrano le culture e le tradizioni degli studenti non italiani, favorendo un ambiente inclusivo dove ogni cultura è riconosciuta e valorizzata. 7. Compensazioni e Personalizzazione Piani di studio personalizzati: Offrire piani di studio individualizzati per gli studenti non italiani, con un supporto maggiore nelle materie in cui sono in difficoltà, per esempio tramite ore di recupero o compiti adattati al loro livello linguistico. Valutazioni inclusive: Adattare le modalità di valutazione per tenere conto delle diverse competenze linguistiche, privilegiando forme di valutazione più pratiche e meno verbali, come presentazioni orali, progetti e lavori di gruppo. 8. Formazione per gli Insegnanti Formazione continua degli insegnanti: Offrire corsi di aggiornamento per insegnanti sull’inclusione e sulla gestione di classi multiculturali, con focus su strategie didattiche per studenti non italiani. Collaborazione tra insegnanti: Promuovere il lavoro di squadra tra i docenti per pianificare strategie comuni di insegnamento e supporto, affinché l’intero corpo docente sia coinvolto nel processo inclusivo. 3.16 Continuità Orizzontale e Verticale In ambito scolastico, la continuità si riferisce al raccordo e alla coerenza del percorso educativo dell'alunno. Essa si articola in due dimensioni principali: 1. Continuità verticale: Definizione: riguarda il passaggio tra i diversi gradi di istruzione (ad esempio, dalla scuola dell'infanzia alla primaria, dalla primaria alla secondaria di primo grado, ecc.). Mira a garantire un percorso formativo unitario, evitando salti o frammentazioni, e promuovendo una progressione armonica delle competenze. Normativa di riferimento: Legge 53/2003: introduce il concetto di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai 6 anni. Decreto Legislativo 59/2004: riforma la scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, sottolineando l'importanza della continuità educativa. Indicazioni Nazionali per il Curricolo DM 254/2012: forniscono orientamenti per la progettazione di curricoli verticali, che tengano conto della progressione delle competenze tra i diversi ordini di scuola. 2. Continuità orizzontale: Definizione: si riferisce alla collaborazione tra la scuola e le altre agenzie educative presenti sul territorio (famiglia, enti locali, associazioni culturali e sportive, ecc.). L'obiettivo è creare una rete di supporto all'alunno, offrendo un'esperienza formativa più ricca e completa. Normativa di riferimento: Legge 107/2015 (Buona Scuola): promuove la collaborazione tra scuola e territorio, incentivando la creazione di reti di scuole e la partecipazione delle famiglie. Decreto Legislativo 65/2017: riforma il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni, rafforzando la collaborazione tra servizi educativi e scuole dell'infanzia. In sintesi: La continuità verticale riguarda la progressione tra i gradi di scuola. La continuità orizzontale riguarda la collaborazione tra la scuola e il territorio. Ulteriori spunti di approfondimento: Curricolo verticale: è un documento che definisce gli obiettivi di apprendimento e le competenze attese per ciascun grado di scuola, assicurando una progressione coerente nel percorso formativo. Patto di corresponsabilità: è un accordo tra scuola e famiglia che definisce i reciproci impegni per la crescita e l'educazione dell'alunno. Comunità educante: è un concetto che sottolinea l'importanza della collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nell'educazione dell'alunno (scuola, famiglia, territorio). 3.17 Competenze Digitali e TIC per la Qualità dell'Apprendimento 1. Definizione di Competenze Digitali Le competenze digitali sono l'insieme delle abilità, conoscenze e attitudini necessarie per utilizzare in modo efficace e consapevole le tecnologie digitali nella vita quotidiana, nello studio e nel lavoro. Comprendono la capacità di navigare in internet, creare contenuti digitali, collaborare online e utilizzare strumenti tecnologici per risolvere problemi in modo creativo. 2.1. Quadro normativo di riferimento: Competenze chiave europee 2018. 4° Competenza, competenza digitale. Framework: Digicomp 2.2 2.2. Aspetti Alfabetizzazione su informazioni e dati: navigare, valutare dati o gestire dati Comunicazione e collaborazione: interagire con altri, condividere informazioni, collaborare. Creazione di contenuti digitali: sviluppare e rielaborare contenuti, programmazione Sicurezza: proteggere i dispositivi, dati personali, benessere e salute, ambiente. Risolvere problemi: risolvere problemi tecnici, individuare i divari digitali e bisogni tecnologici. 2. Definizione di TIC TIC (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione): strumenti digitali e risorse informatiche per migliorare la qualità dell'apprendimento dell’insegnamento e della comunicazione. Dispositivi: computer, tablet, LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) e piattaforme online. Obiettivo: rendere l'apprendimento più partecipativo, coinvolgente e personalizzato. 3. Dispositivi ed efficacia per l'apprendimento Computer, tablet e smartphone: strumenti per la ricerca, la creazione di contenuti e la programmazione. Piattaforme online: permettono una didattica più interattiva e dinamica. Realtà Virtuale e Aumentata: favoriscono l'apprendimento immersivo. Quiz virtuali 4. Competenze dei docenti Gestione della classe online: utilizzo di piattaforme per la didattica a distanza e l'assegnazione dei compiti. Creazione di contenuti digitali: uso di strumenti per produrre video, presentazioni e materiali didattici coinvolgenti. Sicurezza Online: sensibilizzazione sull'uso sicuro delle tecnologie, protezione dei dati e gestione della privacy. Cittadinanza Digitale: promozione di un uso consapevole delle TIC, rispetto delle norme etiche e legali. 5. Benefici delle Competenze Digitali in Ambito Scolastico Maggiore motivazione degli studenti: l'uso delle tecnologie rende l'apprendimento più stimolante. Inclusione Scolastica: adattamento delle metodologie alle esigenze individuali (es. BES e DSA). Competenze Trasversali: sviluppo di abilità come il problem solving, la collaborazione e la comunicazione efficace. 6. Aspetti Normativi Raccomandazioni del Parlamento Europeo (2018): l'importanza delle competenze digitali per affrontare le sfide della società moderna. DigComp 2.2: quadro di riferimento per le competenze digitali in Europa, utilizzato per promuovere l'uso efficace delle TIC nel contesto scolastico. Normativa Italiana (dPR 89/2009): supporta l'integrazione delle tecnologie nel curriculum scolastico per migliorare la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento. 4.18 LA SCUOLA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA Costituzione repubblicana (entrata in vigore il 1 gennaio 1948, approvata il 22 dicembre del 1947, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre del 1947). ART. 3, comma 1: si definisce l'uguaglianza di tutti i cittadini che hanno pari dignità sociale (principio di uguaglianza) ART. 3, comma 2: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Se la scuola è uno degli strumenti per rimuovere questi ostacoli, allora le finalità della scuola sono: consentire l'espressione della libertà, dell'uguaglianza, lo sviluppo della persona e la partecipazione di tutti alla vita politica, economica e sociale. ART. 9, comma 1: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. Da qui si sviluppa il concetto di cittadinanza attiva (= corresponsabilità di tutti alla costruzione del bene collettivo) a cui concorre anche la scuola. ART. 33, comma 1 - LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO: “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”: sancisce la libertà di insegnamento), specificata nel D.L. 297/1994 come: AUTONOMIA DIDATTICA (relativamente a metodo e contenuti, in ottemperanza delle indicazioni ministeriali); LIBERA ESPRESSIONE CULTURALE DEL DOCENTE. La libertà inerisce all’arte e alla scienza: non è una libertà assoluta di cui godono gli insegnanti (non può dire e fare ciò che vuole), ma una libertà funzionale all’arte e alla scienza che essi insegnano e relativamente alle quali devono produrre un corrispondente apprendimento. L’insegnante deve darsi da fare per trasmettere il sapere che gli è stato assegnato di insegnare all’interno di un sistema organizzato come la scuola, in cui l’azione di ciascun docente si inserisce nel quadro di una progettazione collegiale rispettosa degli ordinamenti e delle indicazioni didattiche ministeriali. ART. 33, comma 2-4 - LIBERTA’ DELLA SCUOLA: “La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”. La Costituzione prevede un sistema pluralistico (scuole e università con diverse identità culturali), affermato con la L. 62/2000: parità scolastica: il sistema nazionale di istruzione è costituito da scuole statali + scuole paritarie private e degli enti locali; diritto allo studio: alle scuole paritarie private è assicurata piena libertà relativamente all'orientamento culturale ed all'indirizzo pedagogico-didattico; tutti coloro che ne accettano il progetto educativo possono essere accolti; non sono obbligatorie le attività extracurricolari che presuppongono o esigono l’adesione a una determinata ideologia o confessione religiosa. Differenza tra scuole paritarie e scuole non paritarie: A) scuole paritarie: volgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce assolvimento dell'obbligo di istruzione. Il riconoscimento della parità garantisce: l'equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti; le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato; l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali. B) scuole non paritarie: sono sempre di natura privata, e sono iscritte in elenchi regionali aggiornati ogni anno. La regolare frequenza della scuola non paritaria costituisce assolvimento dell'obbligo di istruzione, ma esse non possono rilasciare titoli di studio aventi valore legale né attestati intermedi o finali con valore di certificazione legale. Gli studenti devono sostenere un esame di idoneità al termine di ogni percorso scolastico oppure se vogliono trasferirsi in una scuola statale o paritaria. ART. 34, comma 1 - LIBERTA’ D’ISTRUZIONE: “La scuola è aperta a tutti”: libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione. ART. 34. comma 2 - DIRITTO-DOVERE D’ISTRUZIONE E FORMAZIONE: “L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”: ad essere obbligatoria è l’istruzione e non la scuola, allora è lasciata libertà di provvedere in vario modo all’istruzione (compresa l’istruzione parentale); la durata dell’obbligo è fissata in “almeno” otto anni lasciando aperta la possibilità di un suo prolungamento senza con ciò richiedere una modifica della Costituzione, come è successo con: il D.Lgs. 76/2005: obbligo scolastico ridefinito come diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, per almeno dodici anni; la L. 296/2006, art. 622 che innalza l’obbligo a dieci anni: tra i 6 e i 16 anni è obbligatorio frequentare la scuola [OBBLIGO DI ISTRUZIONE]; tra i 16 e i 18 anni, in base al diritto-dovere di istruzione e formazione, è possibile completare il percorso in una scuola, nella formazione professionale regionale o nell’apprendistato [OBBLIGO FORMATIVO]. Responsabili dell’adempimento dell’obbligo di istruzione-formazione sono primariamente i genitori dei minori (o chi ne fa le veci). Meccanismo sanzionatorio per gli inadempienti (ultimo aggiornamento: L. 159/2023, ovvero conversione in legge del “D.L. Caivano”, D.Lgs. 123/2023) ART. 34 comma 3-4 - DIRITTO ALLO STUDIO: Si afferma il diritto dei capaci e meritevoli, anche se privi dei mezzi economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi e il dovere della Repubblica a rendere effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenza da attribuire mediante concorso. Il D.Lgs. 63/2017 garantisce su tutto il territorio nazionale l’effettività di tale diritto e potenzia la Carta dello Studente. ART. 117 - RIFORMA DEL TITOLO V (modifica con leggi costituzionali 3/2001 e 20/2012): Ridefinizione dei rapporti tra Stato/enti territoriali/scuole autonome. La potestà legislativa dello Stato può essere esclusiva e concorrente: esclusiva, vuol dire che spetta solo allo Stato; concorrente, vuol dire che la potestà legislativa è ripartita fra Stato e Regione. Legislazione esclusiva dello Stato Legislazione esclusiva delle Regioni Legislazione concorrente norme generali sull’istruzione; Istruzione e formazione Istruzione (fatta eccezione per professionale quanto riservato allo Stato) autonomia delle istituzioni scolastiche. N.B. L’iniziativa parte dalle Regioni Competenze dei diversi soggetti: STATO REGIONE COMUNI ENTI AUTONOMI TERRITORIALI Criteri e parametri Formazione professionale Produzione iniziative per Competenze in materia di finalizzati educazione adulti edilizia e attrezzature all’organizzazione della Razionalizzazione della scolastiche rete scolastica rete scolastica Interventi di prevenzione della dispersione scolastica Determinazione del Valutazione del sistema scolastico calendario scolastico Interventi di educazione alla salute Assegnazione delle risorse finanziarie e del personale delle istituzioni scolastiche 4.19 I DIRITTI DEI MINORI NELLA COSTITUZIONE ITALIANA E NELLE CARTE INTERNAZIONALI A) Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948) Preambolo “L'Assemblea Generale si sforza […] di promuovere con l'insegnamento (teaching) e l'educazione (education), il rispetto di questi diritti”. La scuola è finalizzata all’insegnamento dei diritti umani. Art. 26: 1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione (education). L’istruzione deve essere gratuita almeno definisce il per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di DIRITTO tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del ALL’ISTRUZIONE merito. 2. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. 3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta dell’istruzione da impartire ai loro figli. B) Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959) [non vincolante per gli Stati, ha solo valore morale] Principio “il fanciullo che si trova in una situazione di minoranza fisica, mentale o sociale ha diritto a ricevere il Quinto trattamento, l’educazione e le cure speciali di cui esso abbisogna per il suo stato o la sua condizione”. Principio Diritto ad un’educazione gratuita e obbligatoria (almeno a livello elementare), che Settimo contribuisca alla cultura generale del fanciullo e gli consenta di sviluppare le sue facoltà, il suo giudizio personale e il suo senso di responsabilità morale e sociale, e di divenire un membro utile alla società. Responsabilità primaria dei genitori in merito a educazione e orientamento del fanciullo. Diritto del fanciullo al gioco ed alle attività ricreative (orientate a fini educativi). Principio “il fanciullo deve essere protetto contro le pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, Decimo [...] religiosa e ad ogni altra forma di discriminazione”. C) Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966) Art. 13 Dispone in materia di diritto all’istruzione. L'istruzione deve mirare al pieno sviluppo della personalità umana e del senso della sua dignità e rafforzare il rispetto per i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali. L'istruzione deve porre tutti gli individui in grado di partecipare in modo effettivo alla vita di una società libera. Il principio fondamentale è quello di una società democratica. Si ribadisce inoltre la libertà dei genitori, in particolare di curare l'educazione religiosa e morale dei figli in conformità alle proprie convinzioni Art. 18 Ogni individuo ha libertà di pensiero, di coscienza e di religione, e questa libertà deve essere garantita anche nelle pratiche di insegnamento. D) Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (1989) [ratificata dall’Italia nel 1991] Art. 18 “Entrambi i genitori hanno responsabilità comune per quanto riguarda l'educazione del fanciullo”. Il principio generale è il benessere del fanciullo e si adottano tutti i provvedimenti per garantire quegli istituti di assistenza all'infanzia. Art. 28: Gli Stati riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione; l'insegnamento secondario deve essere aperto a tutti, l'insegnamento superiore dispone sul ugualmente deve essere accessibile in funzione delle capacità di ognuno (principio DIRITTO del merito); l'informazione e l'orientamento scolastico deve essere accessibile a ogni fanciullo; ALL’EDUCAZIONE favorire la frequenza scolastica, diminuire i tassi di abbandono; vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo. Art. 29 L'educazione del fanciullo deve avere come finalità lo sviluppo della personalità, il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali; sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, l'identità, la lingua, i valori culturali, il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive e anche del paese di origine; il rispetto dell'ambiente naturale. E) Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (1957) Preambolo Si parla di ampio accesso all’istruzione Art. 165 L'UE contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità. L'Unione tende a sviluppare la dimensione europea dell'istruzione: p.e. attraverso la diffusione delle lingue degli Stati membri; attraverso il riconoscimento dei titoli di studio a livello internazionale (al fine di garantire l'equivalenza o l'equipollenza dei titoli di studio). Art. 166 L’UE attua una politica di formazione professionale che rafforza e integra le azioni degli Stati membri, nel pieno rispetto della responsabilità di questi ultimi per quanto riguarda il contenuto e l’organizzazione della formazione professionale. F) Carta dei diritti fondamentali dell’UE (2000) Art. 14 – DIRITTO ogni individuo ha diritto all'istruzione: ciò significa accedere gratuitamente all'istruzione ALL’ISTRUZIONE obbligatoria e si ribadisce il diritto dei genitori di provvedere all'educazione e all'istruzione dei figli secondo le proprie convinzioni religiose. 4.20 L’autonomia scolastica, con riferimento, in particolare, al DPR 275/1999, Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche L'autonomia scolastica si è sviluppata a partire dalla Conferenza Nazionale sulla Scuola del 1990, ponendo le basi per successive riforme. La L. 241/1990 introdusse il principio di trasparenza nella Pubblica Amministrazione. Un passo cruciale fu la L. 59/1997 (Legge Bassanini), che, con l’articolo 21, avviò l’autonomia delle istituzioni scolastiche, completata dal DPR 275/1999, il regolamento cardine. Possiamo considerare come ultima tappa la L. 107/2015 (la Buona Scuola) che cerca di fornire degli strumenti e risorse alle scuole per far funzionare meglio l'autonomia delle istituzioni scolastiche. Strumenti dell’Autonomia: A. Personalità giuridica (L. 59/1997): tutte le scuole italiane acquisirono autonomia, diventando entità giuridiche separate (soggetto portatore di diritti e doveri); B. Dimensionamento (L. 59/1997): la riduzione delle istituzioni scolastiche ha portato a scuole più grandi e organizzate. Parametro dimensionale per il mantenimento dell’autonomia scolastica: D.P.R. 233/1998 minimo 500 studenti (popolazione consolidata e stabile per almeno un quinquennio) minimo 300 studenti nelle piccole isole e nei comuni montani L. 183/2011 Parametri per assegnazione Dirigente scolastico e DSGA: istituzione di istituti comprensivi con almeno 1000/1500 studenti minimo 600 studenti minimo 400 studenti nelle piccole isole e nei comuni montani C. Dirigenza scolastica (L. 59/1997): I dirigenti scolastici hanno assunto responsabilità gestionali e amministrative. D. Organi collegiali (DPR 416/74; D.Lgs. 297/1994): gli strumenti partecipativi sono rimasti in gran parte invariati dal 1974, creando un gap con le nuove esigenze. Si distingueva tra OO.CC. territoriali e di istituto: OO.CC. Governano il sistema scolastico a livello territoriale (nazionale, regionale, locale). TERRITORIALI Unico attivo è il CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) che sostituisce dal 2015 in CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, istituto con il D.Lgs. 233/99) OO.CC. DI A. Consiglio di intersezione Include docenti, genitori e, nelle superiori, studenti. Programma le attività della sezione o delle classi di rispettiva ISTITUTO (per le scuole dell’infanzia), di competenza. interclasse (per le scuole Limitato alla sola componente docente, provvede alla primarie) e di classe (per le valutazione degli alunni negli scrutini periodici e finali. Ha funzione consultiva e propositiva. scuole secondarie) B. Collegio dei docenti Composto dai docenti in servizio nell’istituzione scolastica ed è presieduto dal dirigente. Ha funzione deliberativa in materia di funzionamento didattico e cura la programmazione dell’azione educativa (suddivisione anno scolastico, adozione libri di testo)- Elabora il PTOF. Elegge i suoi rappresentanti nel consiglio di circolo o di istituto. Elegge, nel suo seno, i docenti che fanno parte del comitato per la valutazione del servizio del personale docente. C. Consiglio di istituto o di Ha funzione deliberativa in merito agli aspetti economico- finanziari (bilancio) e organizzativi. circolo Composto da 14 (fino a 500 alunni) o da 19 componenti (oltre 500 alunni), in rappresentanza di docenti, genitori, personale ata e –nella secondaria di II grado –studenti. Il dirigente ne è membro di diritto. È presieduto da un genitore. Adotta il PTOF e i regolamenti interni. Delibera sull’acquisto delle attrezzature didattiche, sull’adattamento del calendario, sui criteri generali di programmazione, sulle attività para-, inter-ed extrascolastiche. Indica i criteri generali per la formazione delle classi, per l’adattamento dell’orario, per l’assegnazione dei docenti alle classi e per il coordinamento dei consigli di classe e interclasse. D. Giunta esecutiva Composta da 6 membri, in rappresentanza di ciascuna componente del Consiglio d’istituto. È presieduta dal dirigente e ne fa parte di diritto il DSGA con compiti di segreteria. Predispone il Piano annuale, prepara i lavori del Consiglio di istituto e ne esegue le delibere. E. Comitato per la Ne fanno parte 3 docenti, 2 scelti dal Collegio e 1 dal Consiglio d’istituto, 2 genitori (1 genitore e 1 studente nella secondaria valutazione del servizio dei di II grado), scelti dal Consiglio d’istituto, 1 componente docenti esterno scelto dall’Usr. Fissa i criteri per la valorizzazione dei docenti, valuta il servizio prestato dai docenti nell’anno di prova (in questo caso è composto solo dai docenti designati dal Collegio) e valuta i docenti su loro richiesta. E. Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) (DPR 275/1999, art. 3; modificato dalla L. 107/2015): Documento centrale che descrive la progettualità curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa delle scuole. In preparazione dell’Autonomia scolastica: la tripartizione dei compiti in materia di istruzione (D.Lgs. 112/1998, in attuazione della L. 59/1999): allo Stato: compete fissare degli standard di qualità dell’offerta formativa uniformi sull’intero territorio nazione; alle Regioni e agli enti locali: competono la definizione di quei profili organizzativi legati alle esigenze di pertinenza territoriale e l’insieme delle funzioni e dei compiti volti a consentire la concreta e continua erogazione del servizio di istruzione; alle Scuole: è riservata l’elaborazione del POF (poi PTOF). Forme dell’Autonomia: 1. Autonomia Didattica (DPR 275/1999, art. 4): facoltà di ogni scuola di definire i propri percorsi didattici funzionali al successo formativo degli allievi, nonché di regolare in maniera flessibile i tempi di insegnamento e di articolazione delle discipline per adeguarlo agli stili di apprendimento degli alunni. 2. Autonomia Organizzativa (DPR 275/1999, art. 5): riguarda l’impiego dei docenti; modifiche del calendario scolastico in relazione alle esigenze del territorio e di quelle derivanti dal PTOF (nel rispetto delle funzioni delle Regioni); flessibilità nell’organizzazione dell’orario (non meno di 5 giorni settimanali/rispetto del monteore annuale). 3. Autonomia di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo (DPR 275/1999, art. 6): le scuole curano: lo sviluppo della ricerca didattica (valenza educativa delle nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione); la propria crescita nella direzione dell’innovazione e dello sviluppo di una mentalità scientifica, attraverso la cura della formazione culturale e professionale del personale, lo scambio di informazioni, esperienze e materiali didattici, lo sviluppo della documentazione educativa e la sua diffusione; l’integrazione fra le diverse articolazioni del sistema scolastico e fra i diversi sistemi formativi; Reti di scuole: Il DPR 275/1999, art. 7 promuove la cooperazione tra istituzioni scolastiche per condividere risorse e sviluppare progetti comuni. 4. Autonomia contabile e amministrativa (DPR 275/1999, art. 14): trasferimento di funzioni amministrative, prima svolte dall’amministrazione scolastica centrale e periferica, alle singole scuole. Adempimenti relativi a: carriera scolastica e rapporto con gli alunni; amministrazione e gestione del patrimonio e delle risorse finanziarie; stato giuridico ed economico del personale. Vincoli all’Autonomia (DPR 275/1999, art. 8): Parametri fissati a livello nazionale che restano pertinenza dello Stato: obiettivi generali del processo formativo; obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni; discipline e attività costituenti la quota nazionale dei curricoli ed relativo monte ore annuo; orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli, comprensivo della quota nazionale obbligatoria e di quella riservata alle scuole (20%); limiti di flessibilità temporale per la compensazione tra discipline nell’ambito del 20%; indirizzi generali circa la valutazione degli alunni; riconoscimento di crediti e debiti formativi criteri generali per l’organizzazione dei percorsi formativi nel sistema integrato istruzione, formazione, lavoro. 3.21 Assetto Ordinamentale, Organizzativo e Didattico della Scuola Secondaria di Primo Grado (dPR 89/2009) Struttura del Sistema Scolastico: Scuola dell'Infanzia La scuola dell’infanzia accogli i bambini dai tre a cinque anni. L'orario di funzionamento è di 40 ore settimanali, con la possibilità di estensione fino a 50 ore. È possibile anche un tempo scuola ridotto di 25 ore settimanali, limitato alla sola fascia del mattino Scuola Primaria Alla scuola primaria sono iscritti tutti i bambini , italiani o stranieri, che compiono gli anni entro il 31 dicembre dell’anno scolastico in corso e possono essere iscritti, su richiesta anche quelli che compiono sei anni entro il trenta Aprile dello stesso anno. Il tempo scuola della primaria è organizzato in 24, 27, fino a 30 ore settimanali, con la possibilità di estendere fino a 40 ore per il tempo pieno Scuola Secondaria di Primo Gradorrispondente a 29 ore settimanali, più 33 ore dedicate ad approfondimenti di materie letterarie. Se si s La durata è di tre anni. L'orario annuale obbligatorio è di 990 ore, coceglie il tempo prolungato con 36 ore settimanali (elevabili fino a quaranta se richiesto dalla maggiorparte delle famiglie), il totale annuale corrisponde a 1188 ore (considerando 33 settimane di attività scolastica) Italiano, Storia, Geografia: 9 ore settimanali, 297 ore annuali; Attività di approfondimento in materie letterarie: 1 ora settimanale, 33 ore annuali; Matematica e scienze: 6 ore settimanali, 198 ore annuali; Tecnologia: 2 ore settimanali, 66 ore annuali; Inglese: 3 ore settimanali, 99 ore annuali; Seconda lingua comunitaria: 2 ore settimanali, 66 ore annuali; Arte e immagine: 2 ore settimanali, 66 ore annuali; Scienze motorie e sportive: 2 ore settimanali, 66 ore annuali; Musica: 2 ore settimanali, 66 ore annuali; Religione cattolica: 1 ora settimanale, 33 ore annuali. 3.22 Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell'Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione (dm 254/2012) Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione definiscono: Le abilità le conoscenze, le abilità e le competenze che gli alunni devono acquisire al termine della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. L’obbiettivo è quello di fornire alle scuole italiane, siano esse statali o paritarie, un documento unico per permettere ad ogni singola comunità scolastica di organizzare le attività didattiche ed educative per conseguire l’insieme delle competenze fondamentali. Nel documento vengono definiti gli obiettivi di apprendimento e i traguardi di competenza che gli studenti devono raggiungere al termine di ciascun ciclo scolastico. a. Obiettivo di apprendimento è una descrizione precisa delle conoscenze e abilità che gli studenti devono acquisire in un determinato periodo di istruzione. Gli obiettivi di apprendimento sono finalizzati al raggiungimento dei traguardi di competenza b. Traguardi di sviluppo delle competenze sono descrizioni degli obiettivi formativi a lungo termine che gli studenti devono raggiungere al termine di ciascun ciclo scolastico. Il DM 254/2012, pur non definendo rigorosamente delle aree disciplinari, suggerisce delle aggregazioni tra le discipline per affinità, al fine di organizzare al meglio la didattica. In particolare, si individuano: Area linguistico-artistico-espressiva: Italiano, Lingua inglese e seconda lingua comunitaria, Musica, Arte e immagine. Area storico-geografica: Storia, Geografia. Area matematico-scientifico-tecnologica: Matematica, Scienze, Tecnologia. Area motoria: Educazione fisica. 4.23 Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato (d.lgs. 62/2017) La valutazione nella scuola secondaria di primo grado è disciplinata dal decreto legislativo 62 del 13 aprile 2017 e si esprime attraverso voti in decimi che indicano i differenti livelli di apprendimento in ciascuna disciplina di stu