Summary

Questo documento fornisce un riassunto del capitolo 1 della pedagogia dell'oppresso. Il testo presenta la pedagogia in chiave critica, analizzando le dinamiche di oppressione e le strategie per la liberazione. Il capitolo introduce importanti concetti come coscienza critica, azione trasformatrice e costruzione di una nuova società.

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# CAPITOLO 1 ## 1. GIUSTIFICAZIONE DELLA PEDAGOGIA DELL' OPPRESSO **Punti chiave**: - Pedagogia degli oppressi: un approccio educativo che nasce dalla consapevolezza delle disuguaglianze e mira a liberare gli individui dall'oppressione - Partecipazione attiva: gli oppressi devono essere parte inte...

# CAPITOLO 1 ## 1. GIUSTIFICAZIONE DELLA PEDAGOGIA DELL' OPPRESSO **Punti chiave**: - Pedagogia degli oppressi: un approccio educativo che nasce dalla consapevolezza delle disuguaglianze e mira a liberare gli individui dall'oppressione - Partecipazione attiva: gli oppressi devono essere parte integrante del processo di apprendimento e di cambiamento sociale - Lotta per la liberazione: la liberazione non avviene per caso, ma attraverso una continua riflessione e azione congiunta - Umanizzazione: l'obiettivo finale è quello di ripristinare l'umanità negata dall'oppressione, sia negli oppressi che negli oppressori - Solidarietà: è fondamentale la solidarietà tra gli oppressi e coloro che si impegnano al loro fianco ## 2. LA CONTRADDIZIONE OPPRESSORI/OPPRESSI E IL SUO SUPERAMENTO **La contraddizione dell’individuo oppresso**: - L’oppresso come oppressore: l’oppresso, a causa della lunga storia di oppressione, interiorizza spesso i meccanismi di potere che subisce. Questo lo porta a diventare, a sua volta, un oppressore nei confronti di altri (coloro che si trovano in una posizione ancora più svantaggiata)→l'oppressione come circolo vizioso - La paura della libertà: la libertà richiede responsabilità e la capacità di prendere decisioni autonome, cose a cui gli oppressi non sono abituati. Inoltre, la lotta per la libertà può portare a ulteriori repressioni, creando un circolo vizioso di paura - La contraddizione interna: da un lato l'oppresso desidera la liberazione, dall'altro teme le conseguenze e le responsabilità che ne derivano → ciò lo rende vulnerabile, fragile e facile preda di manipolazioni **La pedagogia dell’oppresso quindi offre agli oppressi gli strumenti per**: - Acquisire coscienza critica: comprendere le dinamiche dell'oppressione e il proprio ruolo in esse → COSCIENTIZZAZIONE - Sviluppare un’azione trasformatrice: agire sulla realtà per cambiarla, superando la passività e l'accettazione - Costruire una nuova umanità: creare una società più giusta ed equa, dove tutti abbiano le stesse opportunità **Il percorso verso la liberazione però è complesso e presenta alcune sfide, tra cui**: - a) La violenza - b) La resistenza degli oppressori - c) Le paure degli oppressi ## 3. LA SITUAZIONE DI OPPRESSIONE E GLI OPPRESSORI: l'oppressione nasce da un atto di violenza iniziale e si trasmette di generazione in generazione **La visione del mondo degli oppressori comprende alcuni aspetti particolari**: - Tutto è un bene da possedere - Il denaro è la misura di tutto - La paura degli altri: gli oppressori vedono gli altri come una minaccia, temono che possano cercare di sottrarre loro il potere - Il piacere del dominare: li porta a vedere gli altri come oggetti da manipolare **Conseguenze dell’oppressione**: deumanizzazione degli oppressi; soffocamento della vitalità ## 4. LA SITUAZIONE CONCRETA DI OPPRESSORI E OPPRESSI - Gli oppressi, nel momento di aderire alla lotta per la liberazione, riscontrano delle difficoltà: - Interiorizzazione dell'oppressione: gli oppressi tendono a interiorizzare l'idea di essere inferiori e incapaci → credono nei pregiudizi che li riguardano e non si sentono all'altezza della lotta - Paura del cambiamento: temono le conseguenze della lotta e non credono nelle proprie capacità di costruire un futuro migliore - Influenza degli oppressori: li rende più facili da manipolare - Violenza interna: gli oppressi manifestano violenza verso sé stessi e verso gli altri come conseguenza della frustrazione causata dall’oppressione → si auto indeboliscono - Idealizzazione degli oppressori: ciò li rende ancora più dipendenti e meno propensi alla lotta - È quindi fondamentale per gli oppressi lo sviluppo di una coscienza critica e agire in modo collettivo per superare l’oppressione ## 5. LIBERAZIONE NELLA COMUNIONE - Nella lotta per la liberazione è fondamentale il dialogo, il quale deve essere critico e liberatore, coinvolgendo attivamente gli oppressi - Fiducia negli oppressi: è essenziale credere nelle capacità degli oppressi di pensare in modo critico - La lotta per la liberazione come azione culturale: coinvolge la riflessione, la comunicazione e la costruzione di una nuova cultura basata sulla libertà - Superare la dipendenza emotiva: gli oppressi spesso interiorizzano l’oppressione e sviluppano una dipendenza emotiva da essa → il dialogo serve per sviluppare un senso di autonomia - Autoliberazione: la liberazione non può essere imposta dall'esterno, ma gli oppressi devono essere protagonisti attivi del loro processo di liberazione - Dialogo, non propaganda: permette di costruire una relazione autentica tra oppressi e leader - Ruolo dei leader: devono facilitare un processo di riflessione e di consapevolezza collettiva # CAPITOLO 2 ## 1) L'EDUCAZIONE DEPOSITARIA: - l'insegnante ha un ruolo passivo e trasmette informazioni agli studenti come se stesse "riempiendo dei vasi vuoti” - Lo studente: è considerato un recipiente passivo che deve solo assorbire le conoscenze **Questo modello educativo comporta conseguenze negative**: - a) Conoscenza frammentata: le informazioni vengono presentate in modo isolato - b) Mancanza di pensiero critico - c) Mantenimento dello status Quo - d) Frustrazione, sottomissione e mancanza di autonomia degli studenti ## 2) LA CONCEZIONE “PROBLEMATIZZANTE” DELL'EDUCAZIONE E LA LIBERAZIONE: L'educazione da proporre a coloro che veramente si impegnano per la liberazione deve basarsi su una concezione di uomini come “corpi coscienti” → deve essere intenzionale, rifiutare i comunicati e basarsi sulla vera comunicazione **L'educazione deve quindi essere un atto di conoscenza** ## 3) IL SUPERAMENTO DELLA CONTRADDIZIONE EDUCATORE / EDUCANDO: è possibile attraverso un'educazione problematizzante, che promuova il diavolo tra insegnanti e studenti - L'insegnante diventa facilitatore dell'apprendimento, colui che incoraggia a riflettere - Gli studenti diventano protagonisti del loro apprendimento - Viene stimolata la creatività e l'autonomia degli studenti ## 4) L'UOMO COME ESSERE INCONCLUSO E LA SUA PERMANENTE RICERCA DI "ESSERE DI PIU'” **Differenza tra uomini e animali**: gli animali sono semplicemente incompleti, mentre l'uomo è consapevole della propria incompletezza e ha la capacità di riflettere su di essa → questa riflessione li spinge a una continua ricerca di miglioramento **L'educazione è strettamente legata a questo concetto**, e in particolare, un'educazione problematizzante non si limita a trasmettere conoscenze, ma stimola la capacità di pensare, di riflettere e di emancipazione degli individui e delle comunità # LA PEDAGOGIA SPECIALE **CARATTERISTICHE**: - È il lavoro educativo a supporto dei progetti di vita delle persone con disabilità - Compito: favorire lo sviluppo di tutte le potenzialità della persona con bisogni specifici, per facilitarne l'integrazione (sociale, scolastica) - Obiettivo: l'inclusione con funzione emancipativa - Si pone, per ogni disciplina, il problema del linguaggio da utilizzare: esso dovrebbe essere rispettoso, ma spesso sottolinea l'incapacità, la mancanza, l'inadeguatezza - È importante sensibilizzare alla differenza e alla diversità tutto il contesto di vita del soggetto con disabilità, perché possa realizzarsi un cambiamento che consenta a ciascuno di essere sé stesso - La pedagogia speciale è una scienza non solo centrata sul soggetto, ma soprattutto sulle interazioni tra persona e contesto di vita, con particolare attenzione al “progetto di vita" - Evidenzia la differenza tra DEFICIT e DISABILITA' - Deficit: una caratteristica/limite della persona - Disabilità/handicap: incontro tra la persona con deficit e il contesto - Disabilità come costruzione sociale che vulnerabilizza la persona (così come il genere, la razza e la classe d'appartenenza) - Concetto di INTERSEZIONALITA' e SIMULTANEITA' delle oppressioni **STRUMENTI CHE GARANTISCONO UN'EDUCAZIONE INCLUSIVA**: 1. **PROFILO DI FUNZIONAMENTO**: documento dinamico che descrive le caratteristiche, le abilità e i bisogni della persona con disabilità, in modo da orientare la progettazione educativa 2. **PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI)**: documento progettuale redatto dalla scuola, in collaborazione con la famiglia e i servizi sociosanitari, che rappresenta la guida per le attività educative e didattiche dello studente 3. **PROGETTO INDIVIDUALE**: strumento di pianificazione globale, che va oltre l'ambito scolastico e considera tutti gli aspetti della vita della persona con disabilità → coordina tutti i servizi alla persona (scolastici, sociali, sanitari e familiari) 4. **PROGETTO DI VITA**: piano a lungo termine che accompagna la persona in tutta la sua vita → si basa sul riconoscimento del diritto della persona con disabilità a vivere una vita piena e soddisfacente, in linea con la convenzione ONU **CENNI STORICI DELLA PEDAGOGIA SPECIALE**: - **JEAN MARC GASPARD ITARD**: - Si occupava di persone sorde - Educabilità e possibilità → è possibile educare sempre persone con disabilità - **ROBERTO ZAVALLONI**: - Si concentra sulla dimensione promozionale e progettuale della pedagogia speciale - Include il tema della formazione degli insegnanti - **FERDINANDO MONTUSCHI**: - Pedagogia speciale come disciplina capace di cogliere i problemi - Riguarda tutte le categorie degli "escludibili” (anche carceri, migranti, ecc.) - Auspica per i genitori di una persona con disabilità di attuare un'operazione di riconoscimento della realtà, che spinge a prendere una posizione - **LEONARDO TRISCIUZZI**: - Focalizzazione sulla figura del padre come riferimento irrinunciabile - Pioniere degli intrecci con la psicoanalisi - **ANDREA CANEVARO**: - La questione della disabilità è legata al contesto più che alla persona - Paradosso: esiste in modo tale che non debba più esistere

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