EVOLUZIONE BIPEDE DELL'UOMO - PARTE 3 PDF
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Università degli Studi del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro'
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Questo documento descrive l'evoluzione del bipedismo, concentrandosi sulla morfologia degli arti nei vertebrati, la transizione dall'ambiente acquatico a quello terrestre, e le modifiche strutturali del bacino. Il testo evidenzia anche le differenze tra i sessi e gli adattamenti per l'andatura bipede. Esplora in dettaglio le modifiche dell'acetabolo e del femore.
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EVOLUZIONE BIPEDE DELL’UOMO – PARTE 3 1. Origine della Struttura degli Arti nei Vertebrati La morfologia degli arti deriva da una linea morfologica comune rintracciabile nelle pinne carnose dei sarcopterigi. Queste pinne, dotate di elementi ossei e muscolari, hanno dato origine a...
EVOLUZIONE BIPEDE DELL’UOMO – PARTE 3 1. Origine della Struttura degli Arti nei Vertebrati La morfologia degli arti deriva da una linea morfologica comune rintracciabile nelle pinne carnose dei sarcopterigi. Queste pinne, dotate di elementi ossei e muscolari, hanno dato origine agli arti dei tetrapodi. I pesci ossei (osteitti) si suddividono in: o Attinopterigi: Pesci con pinne delicate, costituite prevalentemente da raggi cartilaginei. o Sarcopterigi: Animali con pinna carnosa, ulteriormente suddivisi in dipnoi e crossopterigi (es. Eusthenopteron, considerato il primo crossopterigio con pinna carnosa). o Ripidisti: Mostrano un accenno di cinto pelvico, preannunciando l’ancoraggio delle pinne pelviche alla colonna vertebrale. 2. La Transizione dall’Acquatico al Terrestre Nei vertebrati marini il movimento è prevalentemente serpentiniforme; con la transizione al terrestre si sviluppa il movimento flesso-estensore. Tiktaalik rosae rappresenta l’anello mancante: o Possiede sia branchie sia polmoni, dimostrando la capacità di respirare sia in acqua che in aria. o Presenta un cinto scapolare indipendente dal cranio, che garantisce una mobilità cervicale maggiore. o Ha un cinto pelvico evoluto e un arto orizzontale (orientato trasversalmente), che preannuncia l'evoluzione verso un arto parasagittale nei tetrapodi successivi. 3. Evoluzione dell’Arto nei Vertebrati Tipologie di Arto: o Arto trasversale (orizzontale): Presente nei primi tetrapodi (incluso Tiktaalik), caratterizzato da un orientamento orizzontale che favorisce movimenti laterali. o Arto parasagittale: Evoluzione nei mammiferi, che consente movimenti flesso- estensori più efficienti e una migliore trasmissione delle forze. Organizzazione Appendicolare: La struttura degli arti si basa sul modello di: o Stilopodio: Primo segmento (omero per l’arto superiore, femore per l’arto inferiore). o Zeugopodio: Secondo segmento (radio-ulna, tibia-perone). o Autopodio: Porzione terminale (mano e piede, comprendente carpo/tarso, metacarpo/metatarso, falangi). 4. Formazione del Bacino e del Cinto Pelvico 4.1. Chiusura e Differenziazione del Bacino Il bacino si forma dall’unione dell’osso dell’anca (cinto pelvico) e della porzione sacrale della colonna vertebrale. Inizialmente, il cinto pelvico nasce come un elemento unico (tramite sincondrosi) che si differenzia in tre parti: o Ileo: Si irrobustisce e si unisce alle vertebre sacrali, fondamentale per l’ancoraggio alla colonna. o Pube: Forma la porzione anteriore, importante per l’inserzione dei muscoli adduttori. o Ischio: Contribuisce all’ancoraggio dei muscoli propulsivi e posturali. 4.2. Rilievi Ossei Fondamentali Linea arcuata: Rilievo osseo che si forma tra la faccia auricolare (dove l’ileo si unisce al sacro) e la superficie del pube; è cruciale per la trasmissione e la conservazione delle forze. Cresta pettinea: La porzione superiore dell’osso pubico, che insieme all’ischio, forma la branca ischio-pubica e rafforza l’appoggio degli arti inferiori. Promontorio sacrale: Derivato dalla prima vertebra sacrale, rappresenta il punto nevralgico per la trasmissione delle forze dalla colonna al bacino. 4.3. Sacralizzazione e Differenziazione del Cinto Pelvico Nei quadrupedi e nei knuckle-walkers, l’ala dell’ileo si avvicina alle ultime vertebre lombari, portando a una sacralizzazione delle vertebre lombari (spesso 2 vertebre sacrali nei knuckle-walkers). Nell’uomo, la sacralizzazione delle vertebre lombari è ridotta; invece, si osserva la sacralizzazione degli elementi coccigei, garantendo maggiore mobilità lombare e un’adeguata trasmissione delle forze. La trasformazione dell’osso dell’anca (da un abbozzo unico a tre ossa) è fondamentale per l’evoluzione del bacino, influenzando anche la struttura del cinto pelvico e la formazione del rapporto tra ileo e vertebre sacrali. 5. Adattamenti del Bacino nel Bipedismo Funzione e Gestione del Carico: o Il bacino, ora chiuso e ben formato, sostiene i visceri e conserva le forze di spinta durante la deambulazione. o Nei bipedi, il bacino è più corto e largo, con l’ala dell’ileo inclinata per garantire stabilità durante l’appoggio monopodalico. Differenze di Genere: o Bacino femminile: Più largo e robusto, per facilitare il parto e la cura della prole. o Bacino maschile: Più stretto e compatto, ottimizzato per l’efficienza locomotoria. 6. Modifiche dell’Acetabolo e del Femore Acetabolo nei Bipedi: o Lateralizzato e inclinato per stabilizzare l’appoggio monopodalico. o La fossa dell’acetabolo si approfondisce e diventa più compatta per accogliere la testa del femore. Femore: o Inclinato medialmente per allineare l’arto inferiore alla linea di gravità . o La testa femorale si ingrossa per sostenere il carico verticale e garantire stabilità . 7. Differenze di Bacino tra Maschi e Femmine Dimorfismo Sessuale: o Bacino femminile: Più largo, con una maggiore apertura della branca ischio- pubica, adatto al parto e alla cura parentale. o Bacino maschile: Più stretto e compatto, ottimizzato per la locomozione. 8. Ruolo del Bacino nel Sostegno Viscerale Nei quadrupedi, i visceri sono sostenuti dalla muscolatura addominale; nei bipedi, il bacino è il principale supporto per gli organi interni. Questo ha portato allo sviluppo del diaframma pelvico e alla riorganizzazione della muscolatura perineale, essenziali per sostenere il peso dei visceri. 9. Conclusioni Generali Le trasformazioni strutturali nell’architettura vertebrale (posterizzazione e robustezza dei processi trasversi), nella gabbia toracica (da campana a botte) e nello scheletro appendicolare (basato sul modello stilopodio, zeugopodio, autopodio) hanno consentito il passaggio dal movimento quadrupede/clinograde a quello bipede stabile. La formazione e la modifica del bacino (inclusa la differenziazione dell’osso dell’anca e la gestione della sacralizzazione) sono elementi chiave per la trasmissione delle forze, il sostegno viscerale e la stabilità posturale. L’evoluzione degli arti, che passa da una disposizione orizzontale (presente nei primi tetrapodi come Tiktaalik) a una configurazione parasagittale, ha ulteriormente ottimizzato la locomozione. Le modifiche craniche e sensoriali (riduzione del massiccio facciale, espansione delle aree occipitale e frontale, sviluppo della visione tricromatica) hanno supportato lo sviluppo cognitivo e manipolatorio, contribuendo al successo evolutivo della linea umana.