Evoluzione Bipede PDF - Adattamenti nell'Uomo

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Università degli Studi del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro'

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evoluzione umana bipedismo anatomia comparata primati

Summary

Questo documento riassume l'evoluzione del bipedismo umano, partendo dalle differenze tra primati non umani e uomo. Esplora gli adattamenti anatomici e funzionali, la linea evolutiva e le modifiche strutturali che hanno portato all'andatura bipede e alla corsa, e la comparazione tra i primati non umani e l'uomo.

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EVOLUZIONE BIPEDE DELL’UOMO – PARTE 1 1. Introduzione Caratteristica principale: L’uomo è l’unico mammifero attuale con bipedismo eretto stabile e corsa bipede rapida. Concetto chiave: L’uomo non discende dalle scimmie attuali, bensì condivide un antenato comune con...

EVOLUZIONE BIPEDE DELL’UOMO – PARTE 1 1. Introduzione Caratteristica principale: L’uomo è l’unico mammifero attuale con bipedismo eretto stabile e corsa bipede rapida. Concetto chiave: L’uomo non discende dalle scimmie attuali, bensì condivide un antenato comune con esse; inoltre, il bipedismo non nasce in savana ma in un contesto arboreo (bipedismo sugli alberi). 2. Differenze tra Primati Non Umani e Uomo Le scimmie antropomorfe (primati non umani) presentano caratteristiche locomotorie e strutturali che le distinguono nettamente dall’uomo: Brachiazione: Adattamento per appendersi e dondolarsi, con lunghi arti superiori. Andatura clinograde: La colonna vertebrale risulta piegata rispetto agli arti inferiori. Knuckle Walking: Spostamento su 4 zampe, utilizzando le nocche per il contatto con il suolo (tipico di scimpanzé e gorilla). Bipedismo limitato: Possibilità di camminare su due piedi solo in situazioni specifiche, ad esempio sui rami, con piede prensile. 3. Adattamenti Anatomici e Funzionali del Bipedismo Umano La seguente tabella sintetizza i principali adattamenti anatomici e funzionali del bipedismo umano rispetto ai primati non umani: Primati Non Umani (Clinogradi, Struttura/Asse Uomo Brachiatori, Knuckle Walkers) Colonna Assenza di curve sigmoidi, Curve sigmoidi per bilanciare il peso del vertebrale struttura adatta alla brachiazione cranio e migliorare la stabilità Meno numerose e meno robuste, 5 vertebre robuste con processi trasversi Vertebre lombari con processi trasversi poco spostati posteriormente sviluppati Lungo e orizzontale, favorisce la Corto, allargato e ruotato anteriormente per Bacino scalata arborea sostenere la postura eretta Lunghi, funzionali alla Arti superiori Ridotti, adatti alla manipolazione fine brachiazione Corti, con femore inclinato Arti inferiori e Lunghi, con femore inclinato medialmente lateralmente, limitata capacità di femore per stabilità e allineamento estensione Prensile, con alluce divergente, Rigidità, con arco plantare e alluce in asse Piede utile per l’arrampicata per camminata e corsa Movimenti bipedi limitati e Deambulazione stabile, con rischio di Funzionalità e instabili, senza patologie da patologie spinali compensato da adattamenti patologie postura forzata neuromuscolari 4. Linea Evolutiva del Bipedismo Umano La transizione dal movimento arboreo a quello terrestre avviene in fasi graduali: Specie Periodo Caratteristiche Anatomiche e Adattamenti ~20,6 milioni di Primate bipede arboree; curvatura lombare accennata; Morotopiteco anni fa primi segni di adattamento con processi trasversi robusti ~12,5–13 Arrampicatore (non brachiatore); gabbia toracica a botte, Pierolapiteco milioni di anni indicativa di una postura più verticale fa Capacità di camminare in posizione bipede per brevi Oreopithecus ~7–9 milioni di periodi; piede prensile con alluce divergente (ancora non bambolii anni fa adatto alla corsa) Sahelanthropus ~7 milioni di Prime evidenze di bipedia sulla linea umana; arti superiori tchadensis anni fa ancora lunghi con residua capacità di arrampicata ~6 milioni di Bipedismo facoltativo; femore lungo e inclinato, indicativo di Orrorin tugenensis anni fa maggiore mobilità terrestre pur mantenendo tratti arborei Riduzione della capacità di brachiazione; piede con Ardipithecus ~4,4 milioni di maggiore rigidità e minore prensilità, favorendo la ramidus anni fa deambulazione ~4,2–1,75 Primo bipede terrestre stabile; inizio della formazione Australopiteco milioni di anni dell’arco plantare, mantenendo residui tratti da arrampicata fa ~2–1,6 milioni Prime evidenze di uso di strumenti; capacità arrampatorie Homo habilis di anni fa residuali ~1,8 milioni di Primo bipede corridore; comparsa del tendine di Achille e Homo erectus anni fa piede completamente adattato alla deambulazione terrestre 5. Evoluzione della Caviglia e delle Vertebre 5.1. Struttura della Caviglia Tipo di Struttura della Caviglia Effetti sulla Locomozione Mammifero Mammiferi Tibia e fibula serrate, malleoli pronunciati, Spinta forte e stabile, minima Terrestri incastro osseo stretto con l’astragalo rotazione laterale Mammiferi Tibia e fibula distanziate, malleoli ridotti, Maggiore mobilità e rotazione Arboricoli incastro osseo più lasso laterale, utile per l’arrampicata Configurazione intermedia, con movimenti Ottimizzazione per camminata e Uomo flesso-estensori efficienti e capacità corsa, bilanciando spinta e rotazionale controllata stabilità 5.2. Modifiche Ossee nelle Vertebre Spostamento posteriore e ingrandimento dei processi trasversi: Queste modifiche, visibili già nel Morotopiteco, favoriscono una maggiore stabilità della postura eretta, segnando il passaggio dalla postura quadrupede a quella bipede. 6. Evoluzione dei Primati: Dalle Origini Arboricole agli Ominidi La transizione dai primati iniziali agli ominidi avviene attraverso modifiche strutturali specifiche: Purgatorius: Il primo mammifero arboreo, con arti allungati e articolazioni lasse; accenno di opponibilità del pollice. Lemuri: Discendenti evolutivi di Purgatorius, caratterizzati da articolazioni lasse, maggiore mobilità e transizione nella morfologia facciale (riduzione dell’area nasale, aumento dell’area oculare). Sifaka: Lemure che si muovono lateralmente (salti laterali) grazie a una spinta muscolare prevalentemente laterale, senza una vera spinta posteriore. Archicebus Achilles: Primata primitivo (circa 55 milioni di anni fa) che mostra l’inizio della spinta posteriore grazie allo sviluppo del calcagno in stile antropoide. Proconsul: Primato di 23–25 milioni di anni fa, il primo senza coda (mutazione accompagnata da una muscolatura dorsale e lombare più robusta); presenta il pollice opponibile e un accenno di arco trasverso nel piede, favorendo una maggiore mobilità nell’arrampicata e l’accesso a nuove risorse. 7. Conclusioni Il bipedismo umano nasce sugli alberi e si evolve gradualmente attraverso modifiche anatomiche (colonna vertebrale, bacino, arti, piede e caviglia) che lo rendono adatto sia alla deambulazione che alla corsa. La linea evolutiva evidenzia una progressiva transizione: dai primati arboricoli (Purgatorius, lemuri, Sifaka, Archicebus) agli ominidi (Proconsul, Sahelanthropus, Orrorin, Ardipithecus, Australopiteco, Homo habilis, Homo erectus). Il confronto tra primati non umani e uomo evidenzia differenze locomotorie e scheletriche fondamentali, con l’uomo che sviluppa una deambulazione stabile e una corsa efficiente. L’adattamento alla postura eretta comporta effetti collaterali, come il maggior carico sulla colonna e le relative patologie, che vengono compensati da specifici meccanismi neuromuscolari.

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