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Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Ginevra Negri
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This document is a summary of Methodology for the course of Sciences of Education for the Nursery and Socio-Pedagogical Professions at the University of Modena and Reggio Emilia. It describes different types of research, like observational research, research with intervention (including experiments), quantitative and qualitative research, and discusses the stages of conducting research projects. The document also touches on evaluating research and using different tools for data collection, such as questionnaires, interviews, and observation.
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lOMoARcPSD|9162401 Riassunto Metodologia Scienze dell’Educazione per il Nido e le Professioni Socio-Pedagogiche (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia)...
lOMoARcPSD|9162401 Riassunto Metodologia Scienze dell’Educazione per il Nido e le Professioni Socio-Pedagogiche (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 La ricerca in educazione è una forma di costruzione del sapere con un metodo scientifico, consentendo di raggiungere risultati affidabili e validi. Essa deve seguire una pianificazione rigorosa e razionale. Ci sono diversi metodi - ricerca teorico-argomentativa: tipo filosofico, finalizzata a sviluppare i modelli e teorie educativi. - storica: studiare l'evoluzione nel tempo di pratiche e modelli pedagogiche - empirico(descrittivo-sperimentale o interpretativa): fonda la costruzione di conoscenze di dati in un contesto concreto Nella ricerca ci possono essere diversi obiettivi: verificare l’efficacia di nuovi interventi; identificare le cause di un fenomeno; valutare prodotti o sistemi complessi; risolvere i problemi in un contesto; studiare i soggetti nel loro ambiente; cogliere i punti di vista Nella ricerca empirica l’attuazione di innovazioni o di buone azioni prevede una pianificazione preliminare, la formulazione di ipotesi appropriate; l’elaborazione di un piano di verifica e l’analisi dei dati. < La pianificazione ha un duplice vantaggio: 1) far risparmiare tempo e spesa, in quanto si focalizza sui problemi e punti cruciali da osservare 2) limita la raccolta dei dati importanti e utili per il ricercatore RICERCA OSSERVATIVA da quella con INTERVENTO; RICERCA QUALITATIVA da quella QUANTITATIVA. Il primo riguarda l’approccio che il ricercatore ha con la realtà studiata finalizzato a osservarla senza trasformazioni o a studiare gli effetti dell’introduzione di un intervento. Il secondo riguarda le attese e le scelte di fondo del ricercatore rispetto, alla possibilità o meno di conoscere la realtà, alle strategie e agli strumenti da adottare e i dati da rilevare. I TIPI DI RICERCA 1. RICERCA OSSERVATIVA: è utile quando si vuole studiare le condotte e le condizioni che le suscitano, senza disturbare lo svolgimento naturale. Anche per indagare fenomeni che sarebbe immorale o impossibile riprodurre. Quindi osservare sistematicamente i fenomeni che si sono verificati nelle situazioni già esistenti. Le forme principali sono: - l’inchiesta: quando si fa riferimento a grandi campioni che consentono comparazioni su una larga scala, si utilizza la parola INDAGINE in modo più generico o quando il campione è numericamente più limitato. Quando ci sono due variabili connessi si chiama ricerca di correlazione. - osservazione sistematica: l’utilizzo di strumenti strutturati di annotazione dei comportamenti - ricerca valutativa: osservare e giudicare l’oggetto di ricerca per poi intervenire e migliorare lo stesso. Di preciso si tratta di un insieme di tecniche, procedure e metodi che permettono di valutare prodotti singoli. - ricerca etnografica: ha lo scopo di studiare le caratteristiche di una cultura, le abitudini comunicative, interpretando il punto di vista dei soggetti osservati, per questo richiede uno studio approfondito di un gruppo di persone con particolare attenzione alla loro cultura. Questo richiede il ricercatore richiede un tempo molto Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 lungo nel contesto scelto con i soggetti osservati, condividendone i momenti significativi di vita. - studio di caso: indagine empirica su un singolo soggetto, istruzione o evento, permettendo di approfondire all’interno del contesto di vita reale, dove il fenomeno e il contesto non sono molto evidenti e ci sono diversi tipi di informazione. 2. RICERCHE CON INTERVENTO: una volta individuato un problema, bisogna introdurre un cambiamento, per costruire un esperimento o per risolvere. I tipi di ricerca. - l’esperimento: riproduzione artificiale, ripetibile di un fenomeno, dove si controllano tutti i parametri. In ambito didattico educativo, prevede l'introduzione di un esperimento in un contesto di variazione sistematiche, per studiare gli effetti. Il ricercatore manipola la variabile indipendente(fattore di chi vuole studiare gli effetti) per rilevare l’esito che ottiene su una variabile dipendente. Si dice nulla quando non ci sono differenze, tra i risultati conseguiti dal gruppo che ha attuato l’intervento sperimentale. Gli interventi possono essere complessi. - quando il ricercatore vuole effettuare una verifica sperimentale, non ha sotto controllo tutte le variabili, anche con l’introduzione di un fattore che intervengono nella situazione da studiare e questo è chiamato un quasi-esperimento. - gli esperimenti su casi singoli prevede che il ricercatore lavori su un caso. - la ricerca azione nasce da un problema concreto che si presenta in un contesto educativo. Essa prevede l’attivazione di un gruppo, formato dagli operatori, che hanno riscontrato la difficoltà. 3. RICERCHE QUANTITATIVE: ha l’obiettivo di spiegare, descrivere o prevedere eventi osservabili, concentrandosi le relazioni di un solo fattore isolato da un contesto. Si pianifica il controllo delle ipotesi, accuratamente descritte e sviluppate, svolgendo passaggi di logica, portando alla conoscenza. Il ricercatore riterrà di essere raggiunto a conclusioni valide e coerenti con i suoi scopi, se il piano di ricerca gli avrà permesso di identificare la variabile da studiare nel contesto. Essa è caratterizzata da dalla condotta sistematica che porta ad un risultato di tipo numerico, utilizzando tecniche d’analisi di tipo logico e statistico. 4. RICERCA QUALITATIVA: ha lo scopo di comprendere la realtà educativa indagata e approfondire la specificità, tramite la partecipazione e coinvolgimento del ricercatore.Tale approccio studia in particolare il singolo, invece della legge generale che unifica e accomuna più casi, permettendo al ricercatore di o osservare la realtà e di riformulare le sue interpretazioni, perciò esso prevede che studia i fenomeni abitualmente senza dfarsi guidare da ipotesi rigide, quindi c’è flessibilità, aperto ai cambiamenti che possono cambiare a seconda delle interazioni nel contesto.Si propone di studiare i fatti umani nella loro globalità e complessità, tramite tecniche basate sull’empatia. I soggetti studiati non vengono scelti a caso, ma sono considerati casi unici per i loro particolari legami instaurati con gli altri soggetti e contesto. Non tengono conto di tutte le differenze individuali che possono influenzare la ricerca, perché è impossibile. Quindi è in grado di andare in profondità a cogliere gli aspetti più nascosti. Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 Conoscere le diverse strategie di ricerca è importante perché è possibile avere più scelta per una strategia più idonea per conseguire gli obiettivi. LE FASI DELLA RICERCA QUANTITATIVA Nell’ambito educativo, ci sono diverse fasi , per rendere più trasparente il processo. Lo si fa attraverso passaggi logici per trarre conclusioni affidabili in un ordine non rigido. - tema: Per individuare quale argomento indagare deve essere, originale e non solo scontato non già sviluppato da molti altri, fattibile in termine di costi, tempi e risorse umane; interessante per il ricercatore e rilevante per la società; sufficientemente delimitato, non troppo ampio e generico difficilmente attiva una ricerca empirica attuabile; non troppo circoscritto, perché tema troppo specifico raramente porta a conclusioni rilevanti. Occorre inoltre chiarire e approfondire i concetti di cui si vuole occupare, per rendere più precisa il tema. - scopi della ricerca: bisogna definire con chiarezza quali sono gli scopi che si intende conseguire e si può scegliere di: descrivere un fenomeno; valutare un programma; spiegando un evento identificando i fattori che lo causano; verificare l’efficacia di un trattamento o di un intervento. Infine bisogna prestare attenzione, nel caso degli esperimenti a non confondere lo scopo della ricerca con gli obiettivi dell’intervento - problema: dopo aver identificato il tema, bisogna riassumere la domanda che ci si pone. La scelta del problema su cui concentrare la ricerca è un'operazione complessa, perché la capacità di scegliere è legata alla sensibilità, alla preparazione e all’esperienza di chi opera, di chi studia o osserva. Di solito ha un origine da un bisogno creato da: una situazione imprevista, un conflitto cognitivo, una difficoltà personale o sociale, un dubbio o perplessità e si sente il bisogno di cercare i fattori che originano questo fenomeno. Il problema deve essere formulato in base a degli aspetti like: l’espressione deve essere chiara, senza ambiguità, deve essere una domanda diretta o indiretta, deve permettere di poter trovare una risposta con dati empirici rilevati in un contesto educativo e non deve essere troppo vago, fattibile e dove si possa fare una verifica positivo sperimentale. Infine deve essere compatibile con vincoli metodologici, tenendo conto delle risorse disponibili anche in termini di competenza, motivante e non già trattato e risolto da altre ricerche. - chiarificazione concettuale: dei costrutti complessi che sono citati nel tema o nel problema, in seguito bisogna fare una ricerca bibliografica, più ampia e completa possibile volta a individuare le teorie elaborate su di essi che poi saranno raccolte nel panorama teorico.. Questo processo di raccolta è internazionale e viene definito esame storico critico della letteratura di ricerca che consente di definire il livello di conoscenze raggiunto sull’argomento ed è una fase complessa e molto vasta per gli studi e fonti possibili, perciò è possibile servirsi di metodi tradizionali e di tecniche di ricerche informatizzata che consentono il reperimento diretto di informazioni, di articoli, saggi e dati nella rete telematica. La ricerca tradizionale quando il tema è nuovo per il ricercatore occorre partire da fonti generiche e sintetiche come dizionari ed enciclopedie. La ricerca del web può essere sfruttata per individuare autori, documenti e progetti riguardo il tema, molti usati sono Yahoo, Google, Altavista. Banche dati che sono raccolte di informazioni di cui è possibile accedere sulla rete che possono consentire di accedere su articoli, documenti e abstract, concentrati su parole chiavi. Per capire il valore del materiale raccolto deve seguire questi criteri: l’attendibilità che va controllato anche sul web; l'originalità; l’autenticità i testi che riportano i pensieri devono Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 essere veri; rigoroso, utile, fondamentale; secondario, ovvero di profondità successivo, classificare il materiale fondamentale - ipotesi e variabili: è una possibile risposta al problema, provvisorio che viene formulato per concludere ragionamenti logiche e per controllare quelle empiriche ed è un modello dove il ricercatore rappresenta la sua realtà, dopo aver formulato una ipotesi teorica, il ricercatore dovrà pianificare il processo con cui raccogliere le informazioni nella realtà educativa per concludere se sono confermate o no. Nella definizione operativa bisogna seguire questi passaggi: si parte dal concetto, poi agli elementi più dettagliati del concetto, prendendo in considerazione i concetti più semplici e poi si procede con la loro definizione, poi una definizione vera e propria ovvero l'individuazione degli indicatori, gli indicatori possono essere ricercati tra le cause, in alternativa ci si può concentrare sugli effetti, infine si può si può definire il concetto con proprietà osservabili. Individuate le variabili e le loro modalità , bisogna specificare in modo operativo le ipotesi. Un’ ipotesi operativa deve essere: connessa direttamente al tema, formulata in modo chiaro e controllabile le ipotesi possono essere formulate in specifica o più specifica. Essi vengono formulate in base all'esperienza, teorie, studi e ricerche oppure possono riguardare una sola variabile, ma abitualmente riguardano due o più. E le relazioni possono essere differenti come: indipendenza, quando le due variabili non sono connessi; correlazione, quando si può calcolare i gradi dei variabili, quando è noto una variabile si può prevedere l’altro valore; casualità, quando il ricercatore manipola una variabile, ottiene un effetto conseguente sull’altro variabile. Le ipotesi quindi possono essere formulate in modo naturale(collegando concetti), forma operativa( facendo corrispondere un certo numero di segni osservabili nell’esperienza educativa), in forma statistica( l’utilizzo dei risultati e di assumere la decisione di accettare o rifiutare). Questo vuole dire che deve rischiare per confermare i dati, un'ipotesi che non potrebbe essere sui maggiori casi, quindi è un rischio che decide di assumere che dipende dalla natura delle ipotesi.. Una volta definite le ipotesi bisogna approfondire e la loro funzione, che ponno trattare l’età, genere, risultati scolastici, socio ambientali o possono essere caratteristiche dell’ambiente o contesto. Esse possono essere misurate a livello cardinale(peso,altezza intelligenza, punteggi QI) variabili intervenienti, influiscono su quella dipendente, non possono essere osservate, controllate o manipolate dall’esperimento. variabili moderatrici, vanno a moderare e a modificare il rapporto tra quello indipendente e dipendente. variabili controllate, si riesce a tenere sotto controllo, evitando le variazioni durante la ricerca. - pianificazione della ricerca: validità e controllo la validità interna è la coerenza della ricerca con i suoi obiettivi in tutte le sue fasi. Per evitare errori è opportuno costruire situazioni nelle quali potrà raccogliere i dati in modo controllato. la validità esterna è la possibilità di generalizzare, di estendere i risultati di ricerca. La ricerca a due gruppi , prevede uno sperimentale e l’altro gruppo di controllo, in modo da confrontare direttamente le due situazioni finali per decidere quale metodo ha avuto più successo. Nel caso contrario, non bisogna confrontarsi. Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 Alcuni rischi: la possibile influenza delle differenze tra gli insegnanti che gestiscono i due metodi; l’effetto storia che può differenziare i percorsi di uno dei due gruppi; l’incidenza della ripetizione della prova. I seguenti fenomeni che impediscono o riducono la validità interna: effetto storia, la validità può essere disturbata da eventi o nuove situazioni che si verificano nel momento in cui la ricerca si sta svolgendo. effetto maturazione, una trasformazione cognitiva e della personalità legata allo sviluppo in grado di distorcere i risultati es. i bambini cambiano rapidamente degli adulti. effetto prove, distorsione, provocata dalla somministrazione ripetuta di prove simili, anche se le prove variano lo studente apprende a risolvere una tipologia di compito. effetto selezione, scelta di soggetti coinvolti nella ricerca, che deve venire in modo accurato e seguendo tecniche precise. effetto strumentalizzazione; il fatto di rilevare dei dati in un contesto implica un’azione di disturbo, i soggetti possono alterare il loro comportamento per il fatto di percepire strumenti. mortalità sperimentale l’abbandono di soggetti che appartengono ad un gruppo sottoposto a esperimento. regressione statistica, hanno veri modi delle variabilità di assumere valori intorno alla media. casualità, legati a fattori soggettivi, legati a situazioni dei sogg sperimentali che possono interferire sugli esisti. interazioni di fattori, congiunzione di più fattori che può riguardare i fattori personali di chi partecipa alla ricerca, fattori legati allo sperimentatore o alla situazione sperimentale. I fattori che riducono o impediscono la validità esterna sono tutti quelli che incidono su quella interna, rendendo ingiustificata la generalizzazione di tali risultati. Le distorsioni una volta accertata quella interna della ricerca, occorrerà controllare che ci siano le condizioni per far partecipare un altro gruppo da quello su cui si sta raccogliendo i dati. Il fattore distorsivo è così l’errore di campionamento, se la selezione dei soggetti non è accurata. - campionamento: una volta arrivati alla rilevazione dei dati, il ricercatore deve definire con cura i soggetti che intende concentrarsi sui risultati del suo studio. Popolazione statistica si intende una caratteristica comune dei soggetti, è bene che si definisca in modo preciso la popolazione, per poter generalizzare i risultati della ricerca. quindi limitare lo studio su una parte della popolazione, detta campione, con opportune strategie, consentendo grazie a questa procedura di individuare un gruppo di soggetti nella popolazione che ne rappresenta adeguatamente le caratteristiche, ecco perché questo è considerato rappresentativo. Con tecniche di estrazione si chiama casuale. Mentre per costruire un campione probabilistico, si seleziona dei soggetti della popolazione, senza distorsioni sistematiche. Il non probabilistico, sono campioni volontari, ovvero la disponibilità di alcuni soggetti. Esistono diverse strategie di estrazione di campioni casuali: 1.casuale semplice, che ogni soggetto ha la probabilità di essere estratto per far parte del campione. 2.sistematico, un elenco di soggetti della popolazione, stabilendo quanti estrarre, di solito il primo soggetto viene estratto in modo casuale. 3. campione a gruppi o grappoli, sono gruppi interi, come classi o scuole, perciò bisogna estrarre a sorte, dentro la popolazione, non singoli, ma gruppi di unità che la costituiscono. 4.campione casuale stratificato, sottogruppi omogenei, che rispecchiano la composizione della popolazione, detti strati (uomini, donne, giovani, adulti, anziani), in modo che possano date comportamenti diversi nell’esperimento. 5. campionamento a stadi, passaggi graduali successivi, estraendo piccole unità fino a quella dei soggetti. 6. campione accidentale, l’accessibilità, costituita sulla base dei soggetti, legata anche alla loro disponibilità. Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 - strumenti di rivelazione: rilevano i dati, in modo da consentire la classificazione delle osservazioni, il loro conteggio e gradazione. scala nominale, per contare il numero di casi che cadono in ogni classe. misurazione su scala ordinale, suddividono i dati in classi ordinate in base al grado con cui una caratteristica è presente. es. lo status socio-economico, l’interesse e aspirazione di una disciplina. scale a intervalli, per misurare proprietà continue, assumendo un’origine della scala; i punteggi dei test di intelligenza e quelli delle prove oggettive. Le misure su scala di rapporti, raramente si usa questa scala, sono di origine autentica, come le scale di misura di grandezze fisiche. Gli strumenti possono essere orali ( focus group) o scritti e quelli più utilizzati sono: I questionari, le interviste strutturate, le check list (liste di comportamenti usate per annotare se gli indicatori scelti sono presenti o assenti in un prodotto, in una prestazione o in un contesto; le scale di auto ed etero osservazione; i test psicologici (strumenti standarizzati per la rivelazione di caratteristiche cognitive e non cogntive della personalità); infine le prove oggettive per la rivelazione dell’apprendimento. - Attuazione della ricerca, rilevazione e trattamento dei dati: Elaborare i dati raccolti vuol dire sintetizzare e questo conduce ad un certo impoverimento della realtà, ma offrono anche dei vantaggi e per fare ciò si utilizzano i metodi statistici. La statistica consente inoltre di operare confronti tra i risultati, calcolando percentuali, proporzioni, rapporti, numeri indice (esempio tasso di abbandono). Permette inoltre di sintetizzare i dati in modo da sapere qual'è il valore tipico che li riassume, quale li caratterizza, dove tendono a concentrarsi i risultati. La statistica consente, attraverso procedimenti razionali e obiettivi, aiutano a cogliere correttamente la significatività delle differenze tra i risultati di due o più gruppi, di analizzare l’andamento dei dati, di riassumere in indici di vario genere, individuando raggruppamenti. - Socializzazione dei risultati: una presentazione della ricerca, che illustri le parti fondamentali, le fasi e commenti i risultati ottenuti. Ma è tenuto a favorire una spiegazione adeguata dei risultati tra i non specialisti, nei contesti dove ha rilevato i dati, in primo luogo, e poi tra gli operatori. Anche gli insegnanti che pianificano e attuano ricerche, che costruiscono, in forma individuale o collettiva, conoscenze o innovazioni verificate, sono tenuti a condividere i risultati, a documentarli in modo sistematico e diffondere. - Valutazione delle ricerca: Un sistema di valutazione è stato recentemente introdotto in Italia, in un istituto (comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) allo scopo di verificare la qualità dei risultati della ricerca condotta da università, enti pubblici o privati. I criteri adottati sono: qualità ovvero il valore; rilevanza ovvero i benefici sociali derivanti e l’efficacia; originalità/innovatività (contributo a nuove acquisizioni o nell’avanzamento di conoscenze, nel settore di riferimento); internalizzazione o potenziale competitivo internazionale (internazionali, in termini di rilevanza, competitività, diffusione, apprezzamento della comunità scientifica, inclusa la collaborazione esplicita con ricercatori e gruppi di ricerca di altre nazioni) Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 I MOMENTI DELLE DIVERSE FORME DI RICERCA QUALITATIVA La ricerca qualitativa non svolge i passaggi secondo una pianificazione rigida come quella quantitativa. Secondo Janesick il piano di ricerca qualitativa: è finalizzato a comprendere l’immagine complessiva del contesto sociale che viene studiato; si centra sulle relazioni all'interno di un sistema; si riferisce alle interazioni personali; si focalizza sulla comprensione del contesto sociale; richiede di dividere a metà il tempo tra il lavoro sul campo e l’analisi dei dati; incorpora il ruolo del ricercatore. a. i momenti della ricerca- azione, per correggerne gli aspetti insignificanti ed eccessivamente semplificati, perciò cerca di saldare la scissione che esiste tra ricerca educativa e pratica pedagogico-didattica. l’insoddisfazione della ricerca pedagogica in ambito scolastico è nota per l’insoddisfazione, questo dovuto al linguaggio tecnico che si usa per divulgare la ricerca e anche per il livello di formazione alla ricerca che hanno avuto tradizionalmente gli insegnanti questo sia in Italia che all’estero. Per questo la ricerca-azione risponde a tali caratteristiche e ha trovato una buona diffusione nelle pratiche degli insegnanti. I vari passaggi sono il tema e il problema che nascono da una necessità, da un bisogno o da una difficoltà che si presenta a un gruppo che lavora in una situazione educativa, quindi si coinvolge direttamente gli educatori, infatti sono proprio loro a dare avvio alla ricerca. Negli esperimenti, invece, è il ricercatore che su un problema individuato decide di avviare una ricerca e quindi coinvolgere la scuola, in quel caso gli insegnanti e gli educatori hanno una posizione più passiva. Nella ricerca azione invece gli operatori vengono a far parte, con il ricercatore del gruppo di ricerca, dove bisognerà condividere conoscenze e competenze. In questa fase (formazione del gruppo) gli insegnanti o educatori forniranno tutte le informazioni necessarie per la comprensione delle difficoltà individuata, mentre il ricercatore offrirà le sue conoscenze di metodologia di ricerca che devono essere flessibili, significative, realistiche e giustificate. In seguito si identificano gli obiettivi e le possibili azioni risolutive. Deciso di attuare l’intervento, si decide come partire, come si attuerà l’intervento, e al termine si verificano i risultati. Per concludere questa ricerca ha un andamento a spirale ovvero che la verifica finale è sempre l’inizio per un nuovo intervento mirato e uno sviluppo interiore. I passaggi sono indicativi, possono essere sintetizzati o più definiti. b. i momenti della ricerca etnografica (ricerca qualitativa) ed è un tipo di ricerca osservativo, ispirato agli studi antropologici. Si inizia con una domanda conoscitiva, riguardante gli aspetti della cultura del gruppo (centro della ricerca), la definizione della domanda di partenza e la scelta del gruppo da studiare sono strettamente connessi tra di loro. Secondo molti etnografici è opportuno procedere all’osservazione senza teorie , precostituite perché potrebbero condizionare l'interpretazione dei dati. Mentre altri studiosi ritengono che la teoria abbia un ruolo importante in qualità di guida nella scelta degli aspetti da osservare e nell’interpretazione dei dati, modera il disorientamento di chi osserva la realtà complessa, permettendo di scegliere gli aspetti più significativi. Il ricercatore deve recarsi al gruppo che vuole studiare e vivere dei loro stessi comportamenti per un periodo di tempo molto lungo, prestando attenzione a far accettare la sua presenza (negoziazione del ruolo) è anche importante il mediatore, colui che per la stima di cui gode all’interno del gruppo può qualificare e presentare il ricercatore, mettendolo in comunicazione con gli informatori ( gli forniscono tramite i loro racconti informazioni sulle tradizioni, credenze, sui modi di vivere dei soggetti), e offrirgli buoni consigli. E’ importante Scaricato da Ginevra Negri ([email protected]) lOMoARcPSD|9162401 non essere intrusivo ed essere ben accolti dalla comunità. Il ricercatore deve fare delle trascrizioni precise di ciò che osserva, dei colloqui formali e informali, fotografie, filmati, prodotti artistici e artigianali e disegni del luogo, indicando in modo preciso le persone, circostanze, i modi di come hanno ricavato le informazioni e le strategie che hanno adottato per incontrare i testimoni privilegiati. Il rischio è che con il tempo si faccia fatica a ricostruire ciò che si ha osservato e trascritto con precisione.