Riassunto del libro comunicazione formativa PDF

Summary

Questo documento è un riassunto di un libro sulla comunicazione formativa. Esplora la comunicazione come categoria fondamentale per comprendere la contemporaneità, analizzando le sue dimensioni principali: contenuto e relazione. Inoltre, introduce il concetto di formazione come processo intrinseco all'essere umano, e esplora l'impatto della tecnologia sulle modalità di comunicazione e formazione. Il riassunto del libro menziona anche il ruolo della comunicazione formativa nello sviluppo umano.

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Teorie dei processi comunicativi e formativi Riassunto Comunicazione formativa Prefazione 0.1 Sulle orme di un felice incontro. La comunicazione è presentata nel testo come una categoria fondamentale, essenziale per comprendere la complessità della contemporaneità. Pur essendo un concetto dalle mol...

Teorie dei processi comunicativi e formativi Riassunto Comunicazione formativa Prefazione 0.1 Sulle orme di un felice incontro. La comunicazione è presentata nel testo come una categoria fondamentale, essenziale per comprendere la complessità della contemporaneità. Pur essendo un concetto dalle molteplici declinazioni, ha acquisito piena dignità disciplinare e teoretica nella seconda metà del Novecento, diventando una chiave interpretativa cruciale per il nostro tempo. Essa si articola in due dimensioni principali: il contenuto (ciò che viene trasmesso) e la relazione (i modi in cui viene trasmesso), come evidenziato dall’assioma della pragmatica della comunicazione umana di Gregory Bateson e Paul Watzlawick. Nel mondo odierno, segnato da un incessante flusso di informazioni e interazioni tecnologicamente mediate, la comunicazione risulta spesso appesantita dal rumore informativo, che oscura e appanna i contenuti più significativi. Tuttavia, la comunicazione è vitale, e proprio per questo richiede un’attenta analisi critica per evitare che l’eccesso di informazioni svuoti il significato di ciò che viene trasmesso. In parallelo, il concetto di formazione è descritto come un processo intrinseco all’essere umano, che accompagna l’individuo nella sua evoluzione biologica, sociale, culturale e storica. La formazione, radicata nella filosofia classica greca, è il mezzo attraverso cui l’uomo raggiunge la sua forma (una piena consapevolezza di sé che si sviluppa in ogni fase della vita). Questo processo coinvolge ambiti tradizionali, come la scuola e la famiglia, ma si estende anche a contesti come il lavoro, l’amicizia e la terza età. Negli ultimi decenni, la comunicazione e la formazione si sono incontrate in un costrutto teorico denominato comunicazione formativa, introdotto da Franco Cambi e Luca Toschi. Questo paradigma integra i due concetti, analizzandone le implicazioni nei contesti educativi e sociali, e si è dimostrato particolarmente fecondo nell’affrontare le trasformazioni della contemporaneità. La tecnologia ha avuto un impatto determinante su questi processi, rivoluzionando le modalità di comunicazione e di formazione. Con l’avvento di dispositivi come iPhone e iPad e la diffusione della comunicazione istantanea, si è verificata una drastica trasformazione delle dinamiche relazionali, scolastiche e lavorative. A ciò si aggiungono fenomeni come la crisi economica, che ha amplificato le sfide della modernità. Questi cambiamenti hanno reso necessario un ripensamento dei modelli educativi e comunicativi per affrontare l’incertezza, l’ambiguità e le esigenze dell’uomo contemporaneo. 0.2 La comunicazione formativa per lo sviluppo umano. La comunicazione formativa nasce dal bisogno di governare la comunicazione in ambiti intellettuali, politici, civili e antropologici. Questo approccio riflessivo e operativo mira a decantare il ruolo che la comunicazione assume nel “mondo formativo”, ovvero nelle pratiche, nelle agenzie e negli eventi che organizzano i processi di inculturazione, apprendimento e auto-formazione di soggetti e gruppi. Negli anni, è emerso con forza il rilievo della dimensione emozionale nei processi comunicativi: le emozioni e gli affetti non solo orientano e modellano i vissuti, ma influenzano profondamente i percorsi formativi, sia scolastici che extrascolastici. Tuttavia, è necessario continuare a studiarne le applicazioni pratiche e valutarne i risultati nei contesti educativi. La comunicazione formativa rappresenta una zona di frontiera che richiede un ripensamento sia sul piano dei modelli comunicativi e formativi, sia su quello degli ambiti applicativi, con particolare attenzione all’uso pratico nei contesti educativi e lavorativi. Una chiave interpretativa centrale è la mediazione, proposta come strumento per comprendere e ridefinire le relazioni interpersonali, poiché queste sono fondamentali per la costruzione delle soggettività future. I soggetti prendono forma attraverso le relazioni, che plasmano la loro identità; per questo è essenziale analizzare come la comunicazione modelli tali legami. Il volume identifica tre macro- aree di riflessione che articolano il concetto di comunicazione: 1. La comunicazione intra e interpersonale, che esplora i legami emotivi e psichici tra i soggetti e con se stessi; 2. L’influenza delle strutture sociali e delle organizzazioni, analizzandone le trame e le interconnessioni; 3. La comunicazione “mediale” e mediata, cioè il rapporto tra l’uomo e gli strumenti di comunicazione, evidenziando il loro ruolo simbolico e la capacità di incidere sulle relazioni e sulle organizzazioni. Unendo questi ambiti di analisi tradizionalmente separati, la comunicazione formativa si configura come un campo organico di riflessione, essenziale per affrontare le sfide legate alla formazione contemporanea. Parte Prima, Capitolo 1 (Luca Toschi) 1.1 La comunicazione ci ha condotti ai con ni del vecchio mondo. Ogni individuo vive in equilibrio tra autonomia e interconnessione, partecipando attivamente alla costruzione della realtà sociale, siamo quindi, da un lato, un’entità unica e autonoma, e, dall’altro, parte di un sistema sociale inevitabilmente connesso agli altri. La comunicazione quindi, non solo media le relazioni umane, ma le trasforma e le adatta a queste esigenze (autonomia e interconnessione). Soprattutto in ambito educativo, la comunicazione svolge un ruolo fondamentale, un esempio sta nella relazione tra docente e allievo, ovvero un processo che deve trasferire centralità dagli insegnanti agli studenti, promuovendo conoscenza dinamica, libertà di giudizio e crescita continua. La conoscenza, quindi, NON può essere statica, ma deve rimanere viva e dinamica, promossa dalla comunicazione e generatrice di nuove idee, diventando cosi un percorso formativo alla libertà (intesa come desiderio di verifica continua della conoscenza). Nel contesto attuale, il tema del cambiamento assume un’importanza senza precedenti in quanto inevitabile e continuo, viene però vissuto come crisi a causa dell’inadeguatezza degli strumenti analitici e progettuali. Non si tratta più di semplici trasformazioni evolutive, ma di una mutazione radicale che coinvolge i sistemi sociali, economici, politici e culturali. Questo processo è reso ancora più complesso dalla comunicazione, che, evolvendosi da semplice strumento a sistema con una propria autoconsistenza (coerenza interna e una logica propria), è diventata una forza capace di influenzare profondamente la percezione e l’azione dell’uomo sulla realtà. La mondializzazione amplifica tali sfide, richiedendo una nuova progettualità capace di guidare questa trasformazione epocale. È infatti la “cultura della comunicazione”, che ha trasformato la percezione dello spazio, del tempo e delle relazioni sociali. In particolare, il testo sottolinea l’urgenza di un’educazione che valorizzi la comunicazione come mezzo per costruire una società globale consapevole. 1.2 Un ambiente comunicativo è contenuto in sè. Sebbene l’affermazione “è impossibile non comunicare” sembri scontata, Luca Toschi sottolinea che il processo comunicativo è molto più complesso di quanto appaia, coinvolgendo dinamiche di potere, identità, e trasformazione. Ogni individuo, volente o nolente, comunica, ma non tutti sono fi riconosciuti come “bravi comunicatori”. Questa contraddizione evidenzia che la comunicazione non si limita alla trasmissione di messaggi, ma implica la capacità di creare significato, influenzare e trasformare l’ambiente sociale. Esempio: Leader storici come Gandhi o Hitler sono citati per illustrare come la capacità comunicativa plasmi la percezione e l’azione collettiva. Ogni atto comunicativo riflette ed è influenzato da un sistema di potere che stabilisce regole, stili e obiettivi. Tuttavia, la comunicazione non è statica: può rafforzare o alterare il sistema che la produce. Esempio: Un ospedale non solo eroga cure, ma educa i pazienti a un certo rapporto con la salute, esprimendo valori etici e politici sottesi alla sua organizzazione. All’interno delle istituzioni pubbliche e private la modalità comunicativa definisce l’identità di un’organizzazione e modella il modo in cui gli utenti interagiscono con essa. Ad esempio, un comune non fornisce solo servizi ma abitua i cittadini a uno specifico modo di relazionarsi con le istituzioni. Mentre nelle aziende la comunicazione aziendale non solo vende prodotti, ma trasforma i clienti in promotori attivi del marchio, grazie a un processo “virale” che diffonde il modello comunicativo dell’azienda. Anche l’insegnamento non riguarda solo la trasmissione di contenuti disciplinari, infatti comprende anche la promozione di modelli comunicativi che influenzano il rapporto degli studenti con la conoscenza e con la realtà. Due approcci opposti: ➠ Modello mimetico: Gli studenti riproducono passivamente ciò che imparano. ➠ Modello ricreativo: Gli studenti sono stimolati a ricostruire e interpretare criticamente la conoscenza. Non esiste una comunicazione unica, ma esiste una varietà di modalità che rispecchiano obiettivi, contesti e relazioni. Cambiando la comunicazione cambia il contenuto stesso, poiché varia il rapporto tra il messaggio, il metodo e i fini, ne consegue quindi che ogni contenuto necessita di un corrispondente tipo di comunicazione e se NON ce coerenza fra il modello comunicativo e i contenuti la comunicazione risulta debole e fuorviante. L’educatore o il comunicatore può quindi scegliere di conservare un sistema di conoscenze dominante o favorirne la trasformazione. Questa scelta si riflette nella capacità di stimolare il pensiero critico e la creatività. La comunicazione si nutre di un’energia preesistente (storica e culturale), che può essere rafforzata, modificata o sostituita attraverso l’interazione. Questo implica che ogni sistema comunicativo, anche il più rigido, è potenzialmente trasformabile. Esempio: L’organizzazione di un Pronto Soccorso può essere rivista se l’interazione con i pazienti evidenzia esigenze nuove, generando un cambiamento nella grammatica comunicativa (ovvero le regole e stili propri di un sistema) del servizio. La comunicazione è strettamente legata all’organizzazione sociale e al potere politico. Scegliere una modalità comunicativa significa fare scelte politiche che influenzano risorse, priorità e relazioni sociali. Esempio: La differenza tra sanità pubblica e privata negli Stati Uniti e in Italia illustra come le modalità comunicative rispecchino visioni politiche ed economiche diverse. 1.3 L’aula che non c’è. La comunicazione è presentata come una energia vitale e trasformativa, un elemento centrale della società che si rigenera attraverso il proprio utilizzo. Questo la rende una risorsa inesauribile che esiste sia in atto (la comunicazione è presente e operativa in ogni interazione e relazione concreta. Ogni volta che comunichiamo con parole, gesti, scritti, stiamo mettendo in atto questa energia.) che in potenza (capacità latente, cioè tutto ciò che potrebbe diventare in futuro. Anche quando non stiamo comunicando, la comunicazione esiste come possibilità pronta a essere attivata.), creando un campo energetico in continua evoluzione. Questo campo, definito come ambiente comunicativo, influisce sui soggetti che vi operano ed è a sua volta modificato dalle loro azioni. Un esempio concreto è l’aula universitaria, che, con la sua disposizione fisica e organizzativa, riflette e rafforza un modello comunicativo gerarchico e trasmissivo, condizionando la dinamica tra docente e studenti. L’autore critica il sistema universitario attuale, descrivendolo come una macchina per fare esami, in cui la comunicazione si riduce a un trasferimento verticale di informazioni. Questo modello limita il potenziale della didattica, che dovrebbe invece essere un processo creativo e condiviso. L’autore propone un cambio di paradigma: superare l’approccio tradizionale a favore di una comunicazione generativa, in cui la conoscenza si costruisce collettivamente attraverso l’interazione e la valorizzazione delle esperienze personali degli studenti. Il ruolo del docente, in questa prospettiva, non è quello di un mero trasmettitore di contenuti, ma di un facilitatore di conoscenza, che promuove il dialogo e la partecipazione attiva. Nonostante i ruoli tra docente e studenti restino distinti, l’apprendimento autentico richiede un coinvolgimento reciproco, in cui le lezioni diventino momenti di costruzione condivisa e adattamento continuo ai bisogni e alle reazioni degli studenti. Il testo evidenzia, tuttavia, una dissonanza etica tra l’ideale di una comunicazione formativa generativa e le strutture universitarie attuali, che ostacolano l’approfondimento, la riflessione e il pensiero critico. Il docente si trova infatti a dover utilizzare un sistema di comunicazione che critica apertamente. Mentre insegna la necessità di un approccio generativo e dialogico, è costretto a lavorare in un ambiente che non supporta tali principi. Questo crea una frattura tra ciò che il docente crede giusto e ciò che può effettivamente fare. La sua azione non può essere completamente allineata ai suoi valori a causa delle restrizioni imposte dal sistema. Questo crea frustrazione sia tra i docenti che tra gli studenti, minando il potenziale trasformativo della didattica. L’autore conclude sottolineando l’urgenza di ripensare il sistema educativo in termini di comunicazione trasformativa, rendendolo inclusivo, dialogico e orientato alla creazione di comunità di studio

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