Dispense di Geometria - Quadriche (Prof.ssa Laura Geatti) PDF
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Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Prof.ssa Laura Geatti
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Le dispense trattano le quadriche in R3, fornendo definizioni, equazioni e metodi per determinarne la struttura geometrica. Si analizzano diverse tipologie di quadriche tramite la diagonalizzazione di matrici simmetriche. L'obiettivo è la classificazione delle forme geometriche rappresentate da queste equazioni.
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Versione preliminare 6 dicembre 2018 II Università degli Studi di Roma TOR VERGATA Dispens...
Versione preliminare 6 dicembre 2018 II Università degli Studi di Roma TOR VERGATA Dispense di Geometria. Capitolo 3. 8. Quadriche in R3. In questo paragrafo studiamo le quadriche in R3. x1 Definizione. Una quadrica in R3 è l’insieme dei punti P = x2 che soddisfano un’equazione x3 di secondo grado ax21 + bx22 + cx23 + dx1 x2 + ex1 x3 + f x2 x3 + gx1 + hx2 + jx3 + k = 0, dove a, b, c, d, e, f, g, h, j, k ∈ R, con a, b, c, d, e, f non tutti nulli. Come le coniche di R2 , anche le quadriche di R3 possono avere forme geometriche diverse. Diamo ora un metodo per determinare la struttura geometrica di una quadrica data. Il procedimento è simile a quello seguito nel paragrafo 7 nello studio delle coniche. Alla parte quadratica dell’equazione della quadrica x1 Q x2 = ax21 + bx22 + cx23 + dx1 x2 + ex1 x3 + f x2 x3 x3 associamo la matrice simmetrica 3 × 3 a d/2 e/2 A = d/2 b f /2 , e/2 f /2 c cosı̀ da scrivere x1 x1 x1 x1 x1 Q x2 = hA x2 , x2 i = t x2 A x2 . x3 x3 x3 x3 x3 Poiché la matrice A è simmetrica, esiste una base ortonormale {e01 , e02 , e03 } di R3 formata da au- tovettori di A. La matrice del cambiamento di base, dalla base {e01 , e02 , e03 } alla base canonica {e1 , e2 , e3 }, è una matrice ortogonale M , contenente i vettori {e01 , e02 , e03 } nelle sue colonne. La matrice M ha la proprietà che M −1 AM = t M AM = A0 , 1 ove A0 èuna matrice diagonale, avente sulla diagonale gli autovalori λ1 , λ2 , λ3 ∈ R di A. x01 Se x02 sono le coordinate indotte dalla base {e01 , e02 , e03 }, si ha x03 0 x1 x1 x2 = M x02 . (1) x3 x03 Ne segue che x1 x1 x1 Q x2 = hA x2 , x2 i x3 x3 x3 0 0 x1 x1 = hAM x02 , M x02 i x03 x03 0 0 x1 x1 = hM −1 AM x02 , x02 i x03 x03 0 0 x1 x1 = hA0 x02 , x02 i = λ1 x02 02 02 1 + λ2 x2 + λ3 x3. 0 0 x3 x3 Dunque, mediante il cambiamento di coordinate (1) otteniamo un’equazione senza termini “misti” di secondo grado λ1 (x01 )2 + λ2 (x02 )2 + λ3 (x03 )2 + g 0 x01 + h0 x02 + j 0 x03 + k 0 = 0. (2) Come nel caso delle coniche, procediamo adesso alla semplificazione dei termini di grado uno e di grado zero dell’equazione (2). Poiché il numero dei casi da trattare è rilevante, li suddividiamo in 5 famiglie, e per ognuna di esse discutiamo i relativi sottocasi. Alla fine, avremo 17 tipi diversi di quadriche! La suddivisione è basata sul rango della matrice A, ossia il numero di autovalori non nulli di A, ed il segno degli autovalori di A. Le 5 famiglie sono le seguenti: I. Il rango di A è uguale a 3 ed i 3 autovalori hanno lo stesso segno. II. Il rango di A è uguale a 3 ed i 3 autovalori non hanno lo stesso segno. III. Il rango di A è uguale a 2 ed i 2 autovalori non nulli hanno lo stesso segno. IV. Il rango di A è uguale a 2 ed i 2 autovalori non nulli non hanno lo stesso segno. V. Il rango di A è uguale a 1. I. Moltiplicando eventualmente l’equazione (2) per −1, possiamo assumere che i coefficienti λi siano positivi. In questo caso possiamo eliminare i termini lineari tramite una traslazione. Più precisamente, sia 0 00 g0 x1 x1 − 2λ 1 x02 = h0 . x002 − 2λ 2 x03 00 x − j0 3 2λ3 2 Con questa sostituzione, l’equazione della quadrica diventa λ1 (x001 )2 + λ2 (x002 )2 + λ3 (x003 )2 = k 00. A questo punto ci sono tre possibilità: 1. k 00 > 0. In questo caso, la quadrica è un’ellissoide. 2. k 00 = 0. In questo caso, abbiamo x001 = x002 = x003 = 0 e la quadrica consiste nel punto (0, 0, 0). 3. k 00 < 0. In questo caso la quadrica non ha punti. II. Possiamo assumere λ1 , λ2 > 0 e λ3 < 0. Anche in questo caso, possiamo eliminare i termini lineari tramite una traslazione e ridurre l’equazione della quadrica nella forma λ1 (x001 )2 + λ2 (x002 )2 + λ3 (x003 )2 = k 00. Anche questa volta ci sono tre possibilità: 4. k 00 > 0. In questo caso la quadrica è un iperboloide ad una falda. 5. k 00 = 0. In questo caso la quadrica è un cono. 6. k 00 < 0. In questo caso la quadrica è un iperboloide a due falde. III. Possiamo supporre λ1 , λ2 > 0 e λ3 = 0. Mediante una traslazione, possiamo eliminare i termini lineari che contengono x01 e x02. L’equazione diventa λ1 (x001 )2 + λ2 (x002 )2 + j 00 x003 = k 00. 7. Se il coefficiente j 00 non è nullo, possiamo eliminare il termine noto con una traslazione, riducendo l’equazione nella forma λ1 (x000 2 000 2 00 000 1 ) + λ2 (x2 ) + j x3 = 0. La quadrica è un paraboloide ellittico. Se j 00 = 0, cioè l’equazione è della forma λ1 (x001 )2 + λ2 (x002 )2 = k 00 , ci sono tre possibilità: 8. Se k 00 > 0, la quadrica è un cilindro ellittico. 9. Se k 00 = 0, allora x001 = x002 = 0 e la quadrica coincide con l’asse x003. 10. Se k 00 < 0, allora la quadrica non ha punti. IV. Possiamo supporre λ1 > 0, λ2 < 0 e λ3 = 0. Con una traslazione, possiamo eliminare i termini lineari che contengono x01 e x02. L’equazione diventa cosı̀ λ1 (x001 )2 + λ2 (x002 )2 + j 00 x003 = k 00. 11. Se j 00 6= 0 possiamo eliminare il termine noto tramite una traslazione. La quadrica è una sella. 12. Se j 00 = 0 ma k 00 6= 0, allora la quadrica è un cilindro iperbolico. 13. se j 00 =pk 00 = 0, allora la quadrica è l’unione dei due piani incidenti aventi equazioni x001 = ± −λ2 /λ1 · x002. 3 V. Possiamo supporre che λ1 sia l’unico autovalore non nullo e che sia positivo. Con una trasla- zione, possiamo eliminare il termine lineare in x01. L’equazione della quadrica diventa λ1 (x001 )2 + h00 x002 + j 00 x003 = k 00. 14. Se h00 , j 00 non sono entrambi nulli, mediante il cambiamento di coordinate ortogonale x000 00 1 1 p 0 p 0 x1 x000 2 = 0 j 00 / pj 00 2 + h00 2 h00 /p j 00 2 + h00 2 x002 , x000 3 0 −h00 / j 00 2 + h00 2 j 00 / j 00 2 + h00 2 x003 l’equazione della quadrica diventa λ1 (x000 2 000 000 00 000 1 ) + h x3 = k , dove h 6= 0. Dopo l’elimina- zione del termine noto, con una traslazione, troviamo infine λ1 (x̃1 )2 + h̃x̃3 = 0. La quadrica è un cilindro parabolico. Se h00 = j 00 = 0, cioè l’equazione è della forma λ1 (x001 )2 = k 00 , ci sono tre casi: p 15. Se k 00 > 0, la quadrica è l’unione dei due piani paralleli di equazioni x00 = ± k 00 /λ1. 16. Se k 00 = 0, la quadrica è l’unione di due piani coincidenti, di equazione x001 = 0. 17. se k 00 < 0, la quadrica non ha punti. Osservazione. Dalla discussione precedente, risulta che, mediante un cambiamento di coordinate isometrico, un’equazione di secondo grado nello spazio può essere portata in una e una sola delle 17 forme individuate. Il procedimento descritto si chiama “riduzione della quadrica a forma canonica metrica” e la classificazione prodotta è la “classificazione metrica delle quadriche”. Forma canonica affine di una conica o di una quadrica. Come la riduzione in forma canonica metrica, la riduzione in forma canonica affine di una conica o di una quadrica consiste nella ricerca di un sistema di riferimento rispetto al quale l’equazione che la definisce risulti “più semplice possibile”. In questo caso, i cambiamenti di coordinate ammessi non sono necessariamente isometrie, ma trasformazioni affini qualunque x 7→ Ax + b, dove A è una matrice invertibile e b è un vettore. Ad esempio, si ammettono anche le dilatazioni. Si può dimostrare che, tramite cambiamenti di coordinate affini, l’equazione di una conica o di una quadrica può essere trasformata in una equazione i cui coefficienti siano uguali a 1, −1 o 0, a seconda del segno o della nullità dei corrispondenti coefficienti nell’equazione canonica metrica. Questa equazione prende il nome di “equazione canonica affine” della conica o della quadrica. È facile verificare che essa può essere ottenuta, mediante una opportuna dilatazione, dall’equazione canonica metrica. 4 Tabella 14. Lista completa, senza ripetizioni, delle quadriche dello spazio in forma canonica affine. I. 1. X12 + X22 + X32 = 1 ellissoide I. 2. X12 + X22 + X32 = 0 punto I. 3. X12 + X22 + X32 = −1 ∅ II. 4. X12 + X22 − X32 = 1 iperboloide ad una falda II. 5. X12 + X22 − X32 = 0 cono II. 6. X12 + X22 − X32 = −1 iperboloide a due falde III. 7. X12 + X22 + X3 = 0 paraboloide ellittico III. 8. X12 + X22 = 1 cilindro ellittico III. 9. X12 + X22 = 0 una retta III. 10. X12 + X22 = −1 ∅ IV. 11. X12 − X22 + X3 = 0 sella IV. 12. X12 − X22 = 1 cilindro iperbolico IV. 13. X12 − X22 = 0 due piani incidenti V. 14. X12 + X2 = 0 cilindro parabolico V. 15. X12 = 1 due piani paralleli V. 16. X12 = 0 due piani coincidenti V. 17. X12 = −1 ∅ 5 L’ellissoide. L’iperboloide ad una falda. 6 L’iperboloide a due falde. Il paraboloide ellittico. 7 La sella. Il cono. 8 Esempio 8.1. Consideriamo la seguente quadrica in R3 x21 − 2x1 x2 − 2x1 x3 + 2x1 − 4x2 + 4 = 0. La forma quadratica ad essa associata è x1 x1 1 −1 −1 x1 Q x2 = x21 − 2x1 x2 − 2x1 x3 = t x2 −1 0 0 x2 . x3 x3 −1 0 0 x3 1 −1 −1 Gli autovalori della matrice A = −1 0 0 sono λ = 2, −1, 0 ed i rispettivi autospazi sono −1 0 0 −2 1 0 V2 = span 1 , V−1 = span 1 e V0 = span 1 . La matrice ortogonale 1 1 −1 2 − √6 √13 0 M = √16 √1 √1 3 2 √1 √1 − 12 √ 6 3 rappresenta il cambiamento di coordinate da una base ortonormale di autovettori di A nella base canonica. Dunque, dalla sostituzione x = M x0 si ottiene l’equazione della quadrica nelle coordinate x01 , x02 , x03 8 2 4 2(x01 )2 − (x02 )2 − √ x01 − √ x02 − √ x03 + 4 = 0. 6 3 2 Mediante una traslazione, possiamo eliminare adesso i termini di primo grado in x01 e x02 ed il termine noto. La traslazione è precisamente 2 x01 = x001 + √ , 6 1 x02 = x002 − √ , 3 3 x03 = x003 + √ , 2 2 e l’equazione che si ottiene √ 2(x001 )2 − (x002 )2 − 2 2x003 = 0 rappresenta la forma canonica metrica della quadrica. La quadrica è una sella. Tramite il cambia- mento di coordinate affine 1 x001 = √ X1 , 2 00 x2 = X2 , 1 x003 = − √ X3 , 2 2 troviamo infine la forma canonica affine della quadrica X12 − X22 + X3 = 0. 9 Fig.1. La quadrica x21 − 2x1 x2 − 2x1 x3 + 2x1 − 4x2 + 4 = 0.. Esempio 8.2. Consideriamo la quadrica di equazione x21 + x22 + 2x1 x2 + 2x2 − 2x3 + 10 = 0. 1 1 0 Sia A = 1 1 0 la matrice rappresentativa della corrispondente forma quadratica 0 0 0 x1 Q x2 = x21 + x22 + 2x1 x2. x3 1 Gli autovalori e gli autospazi di A sono rispettivamente λ = 2 con V2 = span 1 , e λ = 0 con 0 1 0 V0 = span −1 , 0 . Ne segue che il cambiamento di coordinate ortonormale x = M x0 , 0 1 √ √ 1/√2 1/ √2 0 ove la matrice M è data da M = 1/ 2 −1/ 2 0 , porta l’equazione nella forma 0 0 1 √ √ 2 0 2 0 (x01 )2 + x1 + x − x03 + 5 = 0. 2 2 2 Adesso, la traslazione √ 2 x01 = x001 − , 4√ 39 2 x02 = x002 − , 8 x03 = x003 , 10 elimina il termine di primo grado in x01 ed il termine noto, riducendo l’equazione nella forma √ 2 00 4(x001 )2 + x − x003 = 0. 2 2 L’equazione canonica metrica della quadrica √ 6 X12 + X2 = 0 8 si ottiene con un ultimo cambiamento di coordinate x001 = X1 , √ √ 00 3 6 x2 = X2 + X3 3√ 3√ 6 3 x003 = − X2 + X3. 3 3 La quadrica è un cilindro parabolico. Fig.2. La quadrica x21 + x22 + 2x1 x2 + 2x2 − 2x3 + 10 = 0.. Esercizi. (8.A) Portare le seguenti quadriche in forma canonica metrica mediante una isometria. (i) 4Z 2 + 2X + 3Y + 8Z = 0; (ii) 3X 2 + 6Y 2 + 2Z 2 + 12X + 12Y + 12Z + 42 = 0; (iii) −3X 2 + 3Y 2 − 12XZ + 12Y Z + 4X + 4Y − 2Z = 0; (8.B) Portare le seguenti quadriche in forma canonica metrica mediante una isometria. (i) 7X 2 + 4Y 2 − 2Z 2 − 20XY + 4XZ − 16Y Z + 6X + 3Y − 6Z = 0; (ii) 40X 2 + 13Y 2 + 45Z 2 + 36XY − 12XZ + 24Y Z + 15X − 30Y + 10Z + 7 = 0. (8.C) Determinare il tipo (affine) delle seguenti quadriche: (i) X 2 + 4XY + 4Y 2 + 2XZ + 4Y Z + Z 2 + 8X + 4Z = 0; (ii) X 2 + 6XY − 4XZ + Y Z + 4Z 2 + 2X − 4Z + 5 = 0; (iii) 3X 2 + 2XY + 2Y 2 + 6Y Z + 7Z 2 + 2X + 2Y + 4Z + 1 = 0; 11 (8.D) Determinare il tipo (affine) delle seguenti quadriche: (i) 2X 2 + 8XY − 2Y 2 + 12XZ + 4Y Z + 8Z 2 + 4X + 8Y + 12Z + 2 = 0; (ii) 2X 2 + 2XY + 3Y 2 − 4XZ + 2Y Z + 2X − 2Y + 4Z = 0. (8.E) Per ogni t ∈ R determinare il tipo (affine) delle seguenti quadriche: (i) X 2 + tXY + Y 2 + Z 2 + 2X − 2Y = 0; (ii) X 2 + tXY + Y 2 − 4Y Z + Z 2 + 2X − 4Z = 0; (iii) X 2 + Y 2 − Z 2 − 2X − 2Y − 2Z = tXY. 12