Principi di Economia PDF
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Il documento presenta i principi fondamentali dell'economia, soffermandosi sulla microeconomia e la macroeconomia. Vengono definiti concetti come costo-opportunità, vantaggio comparato e frontiera delle possibilità produttive. Il documento offre una panoramica introduttiva dei concetti chiave dell'economia.
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PRINCIPI DI ECONOMIA ECONOMIA Economia —> studio del modo in cui gli individui effettuano scelte in condizioni di scarsità e dei risultati di tali scelte per la società Microeconomia —> studio di scelte individuali in condizioni di scarsità e delle loro implicazioni sui prezzi e le quantità in spec...
PRINCIPI DI ECONOMIA ECONOMIA Economia —> studio del modo in cui gli individui effettuano scelte in condizioni di scarsità e dei risultati di tali scelte per la società Microeconomia —> studio di scelte individuali in condizioni di scarsità e delle loro implicazioni sui prezzi e le quantità in speci ci mercati Macroeconomia —> studio del funzionamento del sistema economico nel suo complesso e e delle politiche che i governi possono adottare per migliorarlo Analisi economica —> analisi positiva che ha per oggetto i comportamenti effettivi che si osservano e risponde a domande sulle conseguenze di tali azioni Costo-opportunità —> valore della migliore alternativa a cui bisogna rinunciare per compiere un’azione. Si ottiene dividendo la perdita causata dalla miglior alternativa a cui si rinuncia per il guadagno dell’azione da compiere (perdita dell’alternativa / guadagno). Nell’eseguire il calcolo si fa riferimento dell’ipotesi che gli individui siano razionali e abbiano obiettivi de niti. Si usa il principio di costi-bene ci come modello per studiare un modo ipotetico con cui effettuerebbe le proprie scelte tra alternative. Errori nel processo decisionale 1. Misurare costi e bene ci in proporzione anziché termini monetari assoluti 2. Ignorare costi-opportunità delle altre alternative a cui si rinuncia 3. Prendere un considerazione costi ssi 4. Non distinguere tra valori medi e marginali nell’attività (MC = genera unita aggiuntiva al bene; MB = variazione del bene totale) PRINCIPI CHIAVE Principio di scarsità —> avere una qualità maggiore di qualcosa implica avere una quantità minore di altro Principio costi -bene ci —> bisogna intraprendere un’azione solo se i bene ci aggiuntivi sono almeno pari ai costi aggiuntivi. Serve per risolvere i trade off. Per applicare correttamente il principio si deve calcolare se esiste un surplus economico (bene cio dato dal compiere un’azione meno i costi associati ad essa) Principio degli incentivi —> tramite la modellistica siamo in grado di prevedere i comportamenti e quindi disegnare politiche che ne incentivino di determinati Principio del vantaggio comparato —> tutti migliorano la propria condizione quando ciascuno viene impegnato nell’attività in cui risulta più produttivo Principio costo-opportunità crescente —> usare le risorse a partire dalle unita che sono meno costose ovvero con costo opportunità più basso Principio dell’ef cienza —> l’obiettivo non è sprecare risorse ma usarle al meglio Principio dell’equilibrio —> si riferisce al mercato, alla domanda e all’offerta PRINCIPIO DEL VANTAGGIO COMPARATO Vantaggio assoluto = su un altro se un’ora spesa nell’assolvimento di un compito gli frutta più di quanto frutti all’altro Vantaggio comparato = su un altro nello svolgimento di un compito se il suo costo-opportunità per svolgerlo è inferiore a quello accusato dall’altro fi fi fi fi fi fi fi fi fi Principio del vantaggio comparato —> la specializzazione in ciò in cui si ha un vantaggio comparato, quindi nelle attività in cui si è più produttivi, aumenta il proprio rendimento, ottenendo un livello di produzione superiore FRONTIERA DELLE POSSIBILITÀ PRODUTTIVE È un gra co che descrive il livello massimo di produzione di un bene per ogni livello di produzione di un altro bene, data la produttività del lavoratore. Punto raggiungibile = lungo o sotto la curva; combinazione di beni e risorse Punto irraggiungibile = sopra la curva; non c’è combinazione di beni e risorse Punto ef ciente = lungo la curva; le risorse disponibili non consentono di aumentare la produzione senza ridurre quella altrui Punto inef ciente = combinazione in cui le risorse disponibili consentono di aumentare la produzione senza diminuire quella altrui La pendenza negativa illustra il principio di scarsità; avendo risorse scarse si dovrà rinunciare ad una cosa per averne un’altra. Dall’incontro di due gra ci diversi risulta che due lavoratori dovranno allocare il tempo in modo diverso per produrre la stessa quantità di beni, nelle stesse ore lavorative in base alla loro capacità. Attraverso la specializzazione i due lavoratori riusciranno a raggiungere un punto esterno al gra co. La curva delle possibilità produttive di un'economia costituita da più individui è una curva convessa. In un'economia di più individui, diversi soggetti sono più adatti a diverse attività e si hanno quindi diversi costi opportunità. L’aumentare della produzione di un bene fa elevare il costo opportunità di ogni sua quantità aggiuntiva. La forma della curva è l'esempli cazione del principio del costo opportunità crescente —> quando si hanno costi-opportunità differenti, si devono sempre sfruttare per primi quelle a cui è assegnato il costo opportunità più basso (frutto più accessibile). Nel lungo periodo è spesso possibile traslare la curva spostandola verso l'esterno e quindi conseguire un incremento del livello di produzione di tutti i beni. La stessa logica porta gli individui a specializzarsi e scambiare beni, portando le imprese e nazioni a commerciare tra loro; si parla di fenomeno dell'esternalizzazione (internazionale). DOMANDA E OFFERTA Quesiti economici di base come: “cosa produrre?”, “come produrre?” La base da cui partire è la curva di domanda e di offerta. fi fi fi fi fi fi Economia piani cata = allocazione delle risorse è decisa da apparato politico Economia di mercato = allocazione delle risorse deriva da libere scelte individuali (libero mercato); ad oggi non esistono economie di mercato oppure ma ne esistono di miste) Prezzo di mercato = si forma con costi e valore nale di un bene che interagiscono determinando il prezzo CURVA DI DOMANDA È un gra co che mette in relazione prezzo e quantità di un bene, cioè mostra la quantità di un bene richiesta dai consumatori per ogni prezzo. Interpretazione orizzontale = indicata la quantità di un bene che sarà domandata come funzione del prezzo a cui il bene disponibile Interpretazione verticale = indicato il prezzo di mercato come funzione alla quantità disponibile La pendenza della curva è negativa. I consumatori acquistano maggiori quantità a prezzi minori. È inclinata negativamente per: Effetto di sostituzione = variazione di quantità domandata quando dopo un cambiamento di prezzo, i compratori acquistano il bene sostituto Effetto reddito = variazione di quantità domandata quando dopo un cambiamento di prezzo, cambia il reddito reale dei consumatori L'individuo applica il principio costi bene ci per decidere se comprare un certo bene, valutando se il bene cio supera il costo. Bene cio = prezzo di riserva del compratore Dalla somma orizz. delle curve di domanda individuali si ottiene la curva di domanda collettiva/aggregata. Tramite questa si individua il prezzo di riserva del compratore marginale —> ovvero colui che acquista l’ultima unità di bene disponibile e quanto è disposto a spendere per quell’unità. La pendenza negativa ri ette il fatto che il prezzo di riserva marginale scende l'aumento della quantità acquistata. Legge della domanda —> all’aumentare del prezzo, la quantità domandata diminuisce; è per questa legge che la curva di domanda è sempre decrescente. Spostamenti curva di domanda Gli spostamenti della curva di domanda dipendono da diversi elementi. Prendiamo in considerazione due mercati af ni. Variazione del prezzo —> spostamento lungo la curva Variazione di altri fattori (reddito, prezzo di altri beni, provv. della p.a.) —> spostamento dell’intera curva Variazione del reddito Nel mercato dei beni normali (burro) l’aumento del reddito dei compratori provoca uno slittamento verso destra della curva di domanda; se il reddito diminuisce la curva trasla verso sinistra. Nel mercato dei beni inferiori (margarina) l’aumento del reddito dei compratori provoca uno slittamento verso sinistra della curva di domanda; se il reddito diminuisce la curva trasla verso sinistra. fi fi fi fi fl fi fi fi Variazione del prezzo di altri beni Beni complementari (gin e acqua tonica) = beni che hanno più valore quando vengono consumati insieme anziché separatamente, perché in qualche modo si completano. Se il prezzo del bene complementare aumenta, la curva trasla verso sinistra; se il prezzo diminuisce la curva trasla verso destra. Beni sostituti (biglietto bus e metro) = beni che svolgono funzioni simili tra loro. Se il prezzo del bene sostituto aumenta la curva trasla verso destra; se il prezzo del bene diminuisce la curva trasla verso sinistra. Provvedimenti della pubblica amministrazione C’è un’imposta speci ca (t) che è ssa e viene applicata su ogni quantità venduta; il presso ora è P + t. Quando la pubblica amministrazione impone un’imposta sul consumo la curva trasla verso sinistra del valore dell’imposta t. CURVA DI OFFERTA È un gra co che mostra la quantità di un bene che i venditori desiderano vendere per ogni prezzo. Interpretazione orizzontale = indicata la quantità che i produttori devono fornire in funzione del prezzo che essi si attendono ad ottenere Interpretazione verticale = indicato l'ammontare che dovrà essere pagato in funzione della quantità di un bene che si intende produrre La pendenza della curva è positiva. All’aumentare della quantità di un bene aumenta anche il prezzo legato ai costi di produzione. Produrre più quantità di un bene costerà di più perciò i produttori dovranno aumentare il suo prezzo. Prezzo di riserva del venditore = prezzo minimo al quale il venditore è disposto a vendere una singola unità addizionale del bene. Equivale al costo marginale associato alla produzione dello stesso; è l’importo monetario minimo per il quale vendete un’unità aggiuntiva. Spostamenti curva di offerta L’offerta è basata su costi di produzione. Costi di produzione Se aumentano i costi —> allo stesso prezzo i produttori sono disposti a vendere di meno; trasla verso sx. Se diminuiscono i costi —> allo stesso prezzo i produttori sono disposti a vendere di più; trasla versi dx. fi fi fi Provvedimenti della pubblica amministrazione Imposte speci che sse per ogni quantità venduta. Dopo l’imposizione di tasse, i venditori sarebbero disposti a vendere la stessa quantità ad un prezzo più alto (P + t). Il venditore per ogni quantità venduta deve pagare una tassa (t) allo stato. Se prima percepiva P, adesso percepisce P - t. C’è uno spostamento verso sinistra del valore di t. EQUILIBRIO DEL MERCATO È in equilibrio quando al suo interno non vi è alcuna spinta al cambiamento. È una situazione di equilibrio statico. Sulla base di questo si possono de nire prezzi e quantità di equilibrio del bene in corrispondenza dei quali domanda offerta si equivalgono. L'equilibrio del mercato si veri ca quando tutti i venditori e i compratori sono soddisfatti di quantità vendute ed acquistate. Nel punto di equilibrio gli interessi dei consumatori e dei venditori convergono. Nel punto di equilibrio vediamo il P* (prezzo di equilibrio) e la Q* (quantità di equilibrio). Cosa succede se non è in equilibrio? Eccesso offerta = il prezzo del bene è maggiore del prezzo di equilibrio (quantità offerta > quantità domandata) Eccesso domanda = il prezzo del bene è inferiore al prezzo di equilibrio (quantità domandata > quantità offerta) La condizione di equilibrio non genera necessariamente il risultato ideale per tutti i partecipanti del mercato. PREVISIONE E SPIEGAZIONE DELLE VARIAZIONI Nel descrivere mutamenti del mercato distinguiamo: Variazione quantità domandata = cambiamento delle quantità che i compratori sono disposti ad acquistare in risposta ad un mutamento del prezzo; movimento lungo la curva Variazione quantità offerta = cambiamento delle quantità che i venditori sono disposti ad offrire in risposta al mutamento del prezzo; movimento lungo la curva Variazione della domanda = spostamento dell'intera curva Variazione dell’offerta = spostamento dell’intera curva Quattro regole In presenza di curve di domanda e offerta di tipo convenzionale, quattro regole determinano le modalità con cui i loro spostamenti in uenzano i livelli di equilibrio dei prezzi e quantità. Incremento della domanda Fa aumentare il prezzo e la quantità di equilibrio. Spostamento verso destra. Riduzione della domanda Fa diminuire il prezzo e la quantità di equilibrio. Spostamento verso sinistra. fi fi fl fi fi Incremento dell’offerta Fa diminuire il prezzo di equilibrio e aumentare la quantità di equilibrio. Spostamento verso destra. Riduzione dell’offerta Fa aumentare il prezzo di equilibrio e diminuire la quantità di equilibrio. Spostamento verso destra. MERCATI E BENESSERE SOCIALE Surplus compratore = differenza tra il prezzo di riserva del compratore e il prezzo che effettivamente ha pagato Surplus venditore = differenza tra il prezzo di riserva del venditore e il prezzo effettivamente praticato Surplus totale = somma del surplus del compratore e surplus del venditore che coincide con la differenza tra il prezzo di riserva del compratore e il prezzo di riserva del venditore Quando un mercato non è in equilibrio, è possibile individuare scambi vantaggiosi per entrambe le parti. Quantità socialmente ottima = quantità di un bene che massimizza il surplus totale derivante dalla sua produzione e dal suo consumo, è il livello al quale il costo marginale della produzione e il bene cio marginale del consumo sono uguali Ef cienza economica = quando tutti i beni e servizi sono prodotti e consumati al loro rispettivo livello socialmente ottimale. Secondo il principio di ef cienza quando la torta dell'economia diventa più grande ciascuno può averne una fetta maggiore. l’ef cienza porta al livello di quantità socialmente ottima e quindi si massimizza il surplus totale. Quando un mercato privato è in equilibrio, si ha che il costo marginale della produzione è uguale al bene cio marginale del consumo. Ci sono delle situazioni in cui si ha un disorientamento tra il comportamento individuale e quello che sarebbe socialmente ottimo; situazioni come queste sono riconducibili alla logica del "bene per uno, ma per tutti”. Principio di equilibrio —> in un mercato in equilibrio, tutte le opportunità sono state sfruttate dai singoli, ma non è possibile cogliere tutti i vantaggi che sono ottenibili solo grazie all'azione collettiva ELASTICITÀ ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO Elasticità della domanda rispetto al prezzo = variazione percentuale che si registra nella domanda di un bene in risposta a una variazione dell'1% del suo prezzo. L’elasticità varia lungo la curva di domanda. Elasticità —> dal rapporto tra variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo. Domanda elastica —> elasticità > 1 (piccole variazioni di prezzo corrispondono a grandi variazioni di domanda) Domanda anelastica —> elasticità < 1 (Grandi variazioni di prezzo corrispondono a piccole variazioni di domanda) Elasticità unitaria —> elasticità = 1 Ad in uire sull'elasticità sono diverse determinanti: Possibilità di sostituzione = l'elasticità tende ad essere maggiore nel caso di prodotti per i quali sono disponibili i beni strettamente sostitutivi fi fi fi fl fi fi Tempo = l'elasticità aumenta sul lungo periodo Quota destinata ad un bene all’interno del bilancio preventivo di spesa = l'elasticità tende ad essere più elevata a causa dell'aumento di prezzo; si sarà più incentivati a cercare bene sostituti INTERPRETAZIONE GRAFICA La formula relativa all’elasticità —> ε = (ΔQ / Q) / (ΔP / P) = (P x Q) x (ΔQ / ΔP) La pendenza (rapporto tra intercetta verticale ed orizzontale) = ΔP / ΔQ —> ε = (P x Q) x (1 / pendenza) L'elasticità della domanda in un punto qualsiasi di una curva lineare è dato dal rapporto tra prezzo e quantità moltiplicato per il reciproco della pendenza della curva di domanda. L'elasticità assume valori diversi in ciascun punto lungo la curva riducendosi mentre ci si sposta verso il basso. La pendenza resta uguale mentre il rapporto prezzo/quantità diminuisce. Curva di domanda perfettamente elastica = a variazioni di prezzo inesistenti corrispondono in nite variazioni di domanda; la curva è orizzontale (ε = ∞) Curva di domanda perfettamente rigida = pur variando il prezzo, la quantità domandata rimane la stessa; la curva è verticale (ε = 0) ELASTICITÀ E SPESA COMPLESSIVA Per i venditori è fondamentale capire se conviene maggiormente vendere più unità a un prezzo ridotto o meno unità ad un prezzo più elevato e la risposta dipende molto dall'elasticità della domanda al prezzo. Grazie alla curva di domanda vediamo come la spesa complessiva per un prodotto varia in base al prezzo; perché questa è data dal numero di unità vendute Q moltiplicato per il prezzo unitario di vendita P. Spesa totale = ricavo totale (P x Q) L'importo monetario speso dai consumatori per un prodotto è uguale al ricavato dei venditori. Prezzo e quantità si muovono sempre in direzione opposte. Il ricavo totale aumenta quando un incremento di prezzo è maggiore, in percentuale, rispetto alla corrispondente riduzione della quantità domandata. Nel caso di una curva lineare, la ST raggiunge il picco in corrispondenza del prezzo registrato nel punto medio della curva. Ne veri ca il gra co che è fatto a campana. La ST raggiunge il livello massimo di prezzo che corrisponde al punto medio della curva di domanda. fi fi fi Gli effetti della variazione di prezzo sulla spesa totale dipendono dalle elasticità della domanda: Elasticità > 1 = variazione prezzo e spesa totale si muovono in direzioni opposte Elasticità < 1 = variazione prezzo e spesa totale si muovono nella stessa direzione SE LA DOMANDA È INCREMENTO DI PREZZO RIDUZIONE DI PREZZO Elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo = variazione percentuale che si registra nella domanda di un bene in risposta ad una variazione dell’ 1% del prezzo di un altro bene. Quando ha valore positivo i beni sono sostituti; se ha valore negativo i beni sono complementari. Ad una variazione del prezzo di A corrisponde una variazione di quantità di B. Elasticità della domanda rispetto al reddito = variazione percentuale che si registra nella domanda di un bene in risposta alla variazione dell’ 1% del reddito. Quando ha valore positivo i beni sono normali; quando ha valore negativo i beni sono inferiori. ELASTICITÀ DELL’OFFERTA RISPETTO AL PREZZO Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo = variazione percentuale che si registra nell’offerta di un bene in risposta alla variazione dell’ 1% del suo prezzo La formula —> ε = (ΔQ / Q) / (ΔP / P) = (P x Q) x (1 / pendenza) Prezzo e quantità sono sempre positivi e così la pendenza sarà positiva. L’ elasticità avrà valore positivo in ogni punto della curva. L’elasticità sarà sempre positiva perchè P e Q sono sempre positivi. A far variare l'elasticità del prezzo lungo la curva è il rapporto P / Q. In presenza di una curva passante per l'origine, prezzo e quantità variano in proporzione e l'elasticità = 1. Curva di offerta perfettamente elastica = le unità aggiuntive del bene si producono con la stessa combinazione di input allo stesso prezzo; la curva è orizzontale (ε = ∞) Curva di offerta perfettamente rigida = È impossibile aumentare la quantità di input impiegati nella produzione a prescindere dal loro prezzo; la curva è verticale (ε = 0) L’elasticità dell'offerta rispetto al prezzo è data dalle condizioni alle quali è possibile ottenere unità aggiuntive degli input impiegati nella produzione del bene. Questa facilità dipende da alcune determinanti: Flessibilità degli input (più l'input è essibile, più elastica l’offerta) Mobilità degli input (più è facile trasportare l’input, più è elastica l’offerta) Capacità di produrre input sostitutivi (input sostituto, più è elastica l’offerta) Tempo (elasticità più alta nel lungo periodo) DOMANDA: IL LATO DEL MERCATO RELATIVO AI BENEFICI Legge della domanda —> gli individui riducono l'entità di un bene desiderato ma man mano che il costo associato a tale bene aumenta. Questa legge deriva direttamente dal principio dei costi bene ci in base al quale conviene intraprendere un'attività solo se il suo bene cio è uguale al prezzo più alto che siamo disposti a pagare. Quando il costo (costo opportunità) aumenta, crescono anche le probabilità che ecceda al prezzo di riserva. Desideri, preferenze e gusti incidono sulla determinazione del prezzo di riserva di un determinato bene. Beni primari = beni e servizi di cui la gente ha bisogno Beni secondari = beni e servizi che la gente semplicemente desidera UTILITÀ Utilità —> serve per individuare il grado di soddisfazione che gli individui traggono dal consumo di beni e servizi; la sua unità di misura è util/ora. Utilità totale —> utilità che deriva dal consumo di un bene; utilità che un consumatore ha consumando una certa quantità di un bene. È crescente ma a tassi decrescenti. L'utilità aumenta a tasso decrescente con il consumo aggiuntivo; maggiore quantità di beni consumato, minore sarà l’utilità. Unità marginale = incremento dell'utilità derivante dal consumo di un'unità tradizionale del bene. Va decrescendo. È data dal rapporto tra variazioni di utilità e variazione del consumo (utile / bene). Indica il tasso di crescita che è gra camente rappresentato da una retta dipendenza negativa. UM = (Δ util) / (Δ consumo) Legge di utilità marginale decrescente —> descrive la tendenza dell'utilità marginale a diminuire quando il consumo aumenta oltre a un certo livello. Bisogna trovare la combinazione ottimale dei beni, cioè la combinazione tra quelle praticabili che permette al consumatore di raggiungere la massima utilità possibile. Per capire se si sta massimizzando l'utilità derivante dal consumo, bisogna calcolare l'utilità marginale dei beni aventi prezzi diversi, quindi —> UM / P Se emerge che tra le utilità marginali c'è discrepanza, c'è un incentivo riallocare la spesa ai ni della soddisfazione. Massimizzare l’utilità totale si ha quando l’utilità marginale per euro speso (UM / P) è uguale per i diversi beni. Se non c’è massimizzazione dell’utilità totale devo riallocare la spesa verso ciò che massimizza l’utilità totale, dove (UM / P ) è maggiore. fi fi fl fi fi Regola della spesa razionale —> la spesa dovrebbe essere allocata fra i vari beni in modo tale che l'utilità marginale per unità marginale sia uguale per ciascun bene —> UM / P = UM’/ P’ = UM’’ / P’’ = … La regola della spesa razionale aiuta a capire perché una variazione di prezzo di un bene in uisce sulla domanda di altri beni. I consumatori riallacceranno la spesa destinando quote minori del reddito a quel bene quote maggiori ad altri per ripristinare l'equilibrio e quindi per aumentare l'utilità totale. Vincolo di bilancio = tutto ciò che l’indiviso può spendere, ovvero il suo reddito (Y) La formula è —> Y = (Pa A) + (Pb B) Se il reddito può essere speso su due beni A e B, i cui prezzi unitari sono Pa e Pb, il consumatore impiegherà tutte le risorse a lui disponibili per acquistare i beni. Nei casi estremi, il consumatore spenderà tutto il reddito per A o per B, consumando rispettivamente una quantità Y/Pa o Y/Pb. Il vincolo di bilancio è la retta che unisce Y/Pa e Y/Pb. Nel caso in cui il reddito aumenti, mentre i prezzi rimangono invariati, la posizione del vincolo di bilancio trasla verso destra, perché il consumatore ha più opportunità. La variazione dei prezzi, con mantenimento del reddito invariato, cambia l’inclinazione della retta. SISTEMA DI ORDINAMENTO IN BASE ALLE PREFERENZE La condizione che determina l’ottimalità è il punto di tangenza delle due curve del vincolo di bilancio e delle preferenze. Il sistema ordinario è un meccanismo con il quale siamo in grado di de nire le preferenze di un individuo in riferimento a vari parametri di beni e servizi potenzialmente consumabili. Facendo riferimento ad un individuo razionale, bisogna stabilire delle caratteristiche che devono essere individuate; le ipotesi adottate sono: Preferenze complete Preferenze ordinali Preferenze transitive Preferenze continue L’utilità individuale (livello di soddisfazione ) è monovalente crescente rispetto ad ogni bene. Una maggiore quantità è sempre meglio anche se nella realtà non è sempre così. Queste ipotesi consentono di scrivere le preferenze di un consumatore sottofondo di una funzione di utilità, in modo da poter raf gurare gra camente il sistema di ordinamento in base alle preferenze. Le preferenze sono caratterizzate da un tasso marginale di sostituzione decrescente (DMRS); se ho una una piccola quantità del bene A arò disposto ad averne ancora meno solo se come corrispettivo otterrò una quantità elevata di bene B. È un rapporto tra la Q dei diversi beni. Minore è la Q posseduta del bene A, vorrò maggiore Q del bene B. Accetto una riduzione del bene A se in cambio avrò più Q del bene B. Il tasso al quale un bene può essere sostituito mantenendo invariato il livello di utilità dipende dalla quantità di beni che possiede già: maggiore la quantità posseduta di un bene, minore il suo MRS per ogni altro bene. Curva di indifferenza —> curva convessa continua, la cui pendenza rappresenta il tasso marginale di sostituzione tra due beni per il consumatore che, essendo negativo, rende la curva uniformemente convessa. Dal gra co emerga che quando si ha una grande quantità di A, per consumare una maggiore quantità di B, si dovrà rinunciare ad un’elevata quantità di A. Esiste un numero in nito di curve di indifferenza, una per ciascun livello di soddisfazione. fi fi fi fi fi fl Le curve di indifferenza più esterne corrispondono ad una maggiore utilità del consumatore, in quanto ogni punto su di essa contiene più unità di beni A e B. Lungo la stessa curva, la soddisfazione rimane invariata. RAZIONALITÀ DEL CONSUMATORE Per ottenere la scelta del consumatore si dovranno unire le informazioni date dalle curve di indifferenza e dal vincolo di bilancio. Un individuo razionale allocherà la sua spesa in modo da massimizzare la sua utilità rimanendo pero sul suo vincolo di bilancio. Il punto che massimizza l’utilità è quello in cui la curva di indifferenza tale il vincolo di bilancio; è un punto di equilibrio. La pendenza del vincolo di bilancio è Pb/Pa. La pendenza della curva di indifferenza è il tasso marginale di sostituzione (MRS) tra A e B, che è dato dal rapporto tra utilità marginale di B e A perché il tasso al quale il consumatore sostituirà i due beni ri ette la loro utilità marginale per lui —> Pb / Pa = MRSab = MUb / MUa La razionalità del consumatore comporta l’allocazione della spesa in modo che il tasso marginale di sostituzione eguagli il prezzo relativo —> Pb / Pa = MUb / MUa MUa / Pa = MUb / Pb Il paniere scelto tra quello per cui il vincolo di bilancio è tangente alla più alta curva di indifferenza raggiungibile, punto che si trova dove le pendenze delle due curve sono uguali. Il consumatore sceglier il paniere possibile situato sulla più alta delle curve raggiungibili. L’approccio basato sulle curve di indifferenza comporta un ulteriore vantaggio: rileva la differenza tra effetto reddito e di sostituzione derivante da una variazione di prezzo. Effetto reddito —> se un bene è normale, a prezzi invariati, una crescita del reddito porterà ad un incremento nel suo consumo, mentre un abbassamento del reddito causerà un abbattimento dei livelli di consumo del bene Se il prezzo di un bene diminuisce, la retta di bilancio si sposta e il punto di equilibrio del consumatore passa ad una curva di indifferenza superiore A seguito di aumento dei prezzi, la possibilità di acquisto si riduce perciò la retta di bilancio viene traslata verso sinistra Se i prezzi rimangono invariati la curva trasla mentre se i prezzi subiscono una variazione si sposta la pendenza della curva. Effetto sostituzione —> dato dal fatto che il cambiamento dei prezzi dei beni ha una forte in uenza sull’allocazione. Al variare dei prezzi cambia anche la combinazione del consumo di un bene rispetto all’altro. Questo effetto porta sempre i consumatori ad acquistare quantità minori del bene il cui prezzo è aumentato. Spostamento lungo la curva di indifferenza. Il seguito all’impennata del prezzo, la pendenza del vincolo di bilancio viene modi cata. Gra camente, l’effetto sostituzione è percepibile come uno spostamento lungo la stessa curva di indifferenza. In ragione della pendenza del vincolo di bilancio, tale spostamento si veri cherà sempre in modo che aumenti la quantità del bene meno costoso e diminuisca quella del bene più costoso. fi fi fi fl fl SURPLUS DEL CONSUMATORE Curva di domanda del mercato —> si ottiene sommando le curve di domanda individuale: si tratta di una somma orizzontale perché vengono sommate le quantità sull’asse orizzontale Surplus del consumatore —> differenza tra prezzo di riserva di un compratore per un prodotto e il prezzo di mercato da lui effettivamente pagato Prezzo di riserva —> quando sono disposto a pagare per un bene / servizio Per ottenere il surplus totale si deve eseguire la somma di tutti i surplus ottenuti singolarmente. Si ottiene cosi il bene cio che i consumatori ottengono dell’esistenza di un certo mercato. Gra camente è l’area sottesa tra la curva di domanda e il prezzo di mercato. Area contenuta tra il prezzo, asse ordinate e curva di domanda. SURPLUS PRODUTTORE Surplus produttore —> differenza tra il prezzo a cui il produttore è disposto a vendere e l’effettivo prezzo di mercato. Gra camente è l’area compresa tra la curva di offerta, prezzo di mercato e asse ordinate. OFFERTA IN CONCORRENZA PERFETTA: IL LATO DEI COSTI Il prezzo di riserva è fato dalla variazione della quantità per il prezzo unitario. Formula —> Prezzo di riserva (PR) = P x ΔQ Curva di offerta individuale = di un soggetto descrive il servizio che egli è disposto a offrire in relazione ad un prezzo Curva di offerta di mercato = somma delle curve di offerta dei singoli individui La curva di offerta ha pendenza positiva per due ragioni: Principio del frutto accessibile (man mano che il prezzo sale, barra sempre più la pena affrontare i costi necessari a produrre maggiori quantità) Differenze tra i singoli fornitori per i costi-opportunità per offrire il prodotto La produzione si può descrivere come processo di trasformazione di input —> output Funzione di produzione = relazione secondo cui input si combinano per diventare output Breve periodo = arco di tempo durante il quale almeno alcuni fattori produttivi d’impresa non possono essere modi cati Lungo periodo = tutti i fattori produttivi possono essere modi cati Fattore sso = input la cui quantità può essere modi cata nel breve periodo Fattore variabile = input la cui quantità non può essere modi cata nel breve periodo fi fi fi fi fi fi fi fi Osservando una produzione si nota che la quantità di prodotti aumenta ogni volta che viene utilizzata un’unità in più di lavoro ma, oltre ad un certo punto, l’output aggiuntivo inizia a diminuire. Legge dei rendimenti decrescenti —> quando gli altri fattori produttivi sono dati, gli incrementi successivi del fattore variabile generano alla ne aumenti sempre più ridotti di prodotto; oppure che ottenere un incremento delle quantità prodotte richiede l'impiego di quantità sempre maggiori di fattori produttivo variabile. Costo sso = ammontare di tutte le spese affrontate dall'impresa per i fattori ssi di produzione; spese che vanno pagate indipendentemente da sé e quanto si produce —> FC = TC - VC Costo variabile = ammontare di tutte le spese affrontate dall'impresa per acquistare i fattori variabili di produzione —> VC = TC - FC Costo totale = ammontare delle spese affrontate dall'impresa per acquistare i fattori di produzione sia ssi che variabili —> TC = FC + VC Costo marginale (MC) = incremento dei costi totali all'incremento di un’unità del prodotto ed è dato dalla variazione dei costi totali fratto la variazione dell’output —> MC = ΔTC / ΔOutput Costo medio variabile (AVC) = costo variabile fratto output totale —> AVC = CV / Output totale Costo medio totale (ATC) = costo totale fratto output totale —> AVT = CT / Output totale Costo medio sso (AFC) = costo sso fratto output totale —> AFC = CF / Output totale IMPRESE CHE MASSIMIZZANO PROFITTO IN MERCATI PERFETT. CONCORRENZIALI Pro tto = differenza tra ricavi totali che un’impresa deriva dalla vendita dei suoi prodotti e tutti i costi che ha sostenuto nell’ambito del processo produttivo Impresa che massimizza il pro tto = ha come obiettivo quello di ottenere il maggior pro tto possibile Mercato perfettamente concorrenziale = mercato dove nessun produttore ha un’in uenza signi cativa sul prezzo del mercato del prodotto Le imprese perfettamente concorrenziali sono spesso denomini price-taker a sottolineare che non hanno in uenza sul prezzo. Caratteristiche della concorrenza perfetta: Tutte le imprese vendono lo stesso prodotto standardizzato Mercato presenta molti compratori e venditori Risorse produttive sono mobili, le barriere di ingresso inesistenti Compratori e venditori hanno informazione completa La curva di domanda della singola impresa price-taker in un mercato perfettamente concorrenziale è una retta orizzontale tracciata in corrispondenza del livello di prezzo di mercato: la curva è perfettamente elastica. La quantità che massimizza il pro tto è indipendente dai costi ssi come conseguenza del principio costi- bene ci; il costo sso va comunque sostenuto e perciò non incide ne sul bene cio marginale ne sul costo marginale. L’opzione migliore consiste nel continuare ad espandere la quantità di prodotti nche il costo marginale rimane inferiore al prezzo. CONDIZIONE DI CHIUSURA DI UN’IMPRESA Produce in perdita = l’impresa deve coprire i suoi costi variabili per minimizzare le perdite. Se il prezzo di mercato di un bene scende al punto tale che il ricavo delle vendite sarà in ogni caso minore del costo variabile, all’impresa converrà chiudere temporaneamente l’attività in modo da perdere solamente i costi ssi. fl fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi Ricavo delle vendite = prezzo di mercato x quantità di unita prodotte e vendute Nel breve periodo all’impresa conviene chiudere quando il ricavo delle vendite è minore dei costi variabili per tutti i livelli di quantità prodotta —> P x Q < VC per tutti i livelli di Q Se P x Q è effettivamente minore di VC per tutti i livelli di Q, allora vale anche che P < VC / Q per tutti i livelli di Q Essendo VC / Q il costo medio variabile (costo marginale / quantità prodotta) la condizione di chiusura dell’attività produttiva dell’impresa nel breve periodo può essere riformulata. All’impresa conviene interrompere l’attività se il prezzo del prodotto è inferiore al valore minimo del costo medio variabile —> P < valore minimo di AVC Guarda alle curve tracciare sul gra co, si nota che: La porzione della curva di costo marginale (MC) con pendenza positiva corrisponde all’intervallo in cui i rendimenti sono decrescenti. La curva di costo marginale incontra sia la curva di costo variabile che quella di costo totale medio ai loro punti di minimo. Impresa redditizia = impresa in cui i ricavi totali eccedono i costi medi totali, perciò che produce pro tto. Af nché l’impresa sia redditizia, dobbiamo avere che P > ATC. Condizione di massimizzazione del pro tto = il prezzo deve essere uguale al costo marginale (P = MC) Altrimenti: Se P > MC l’impresa può aumentare il pro tto espandendo la produzione e le vendite Se P < MC l’impresa può incrementare il pro tto riducendo la produzione e le vendite Gra camente il prodotto è dato dall’area del rettangolo (P - ATC) x Q. Rappresenta —> ricavi (P x Q) - costi medi totali (ATC x Q) Quando P < ATC in corrispondenza della quantità che massimizza il pro tto, il pro tto sarà negativo perciò l’impresa registra una perdita. LEGGE DELL’OFFERTA I produttori mettono in vendita una quantità maggiore di un bene quando il suo prezzo sale, la pendenza è positiva. Questa legge trova applicazione solo nel breve periodo, perché nel lungo periodo la legge dei rendimenti marginali decrescenti non ha validità, in quanto non vi sarebbero più fattori ssi. Determinanti dell'offerta sono: Tecnologia (aumento provoca spostamento a destra) Prezzi degli input (aumento provoca spostamento a sinistra) Numero dei fornitori (aumento provoca spostamento a destra) Aspettative (nel breve periodo spostamento a destra) Variazione dei prezzi di altri prodotti (se un altro è più richiesto spostamento a sinistra) fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi OFFERTA E SURPLUS DEL PRODUTTORE Surplus del produttore = ammontare di cui il prezzo oltrepassa il prezzo di riserva del produttore, è dato dalla differenza tra il prezzo effettivamente praticato e il prezzo minimo al quale egli sarebbe stato disposto a vendere il bene Gra camente è l'area delimitata dal prezzo di mercato in alto e dalla curva di offerta di mercato in basso. EFFICIENZA, SCAMBIO E MANO INVISIBILE Ef cienza = situazione in cui non è possibile alcuno scambio che migliori le condizioni di qualcuno senza peggiorare quelle di almeno un altro, una condizione desiderabile Solo il prezzo di equilibrio di un mercato può essere ef ciente perché solo esso genera il massimo surplus totale possibile: se il prezzo è inferiore o superiore al prezzo di equilibrio, la quantità scambiata sarà superiore inferiore alla quantità di equilibrio. Nella realtà l'equilibrio del mercato non è sempre ef ciente, perché il mercato è imperfetto. I mercati sono ef cienti quando: Compratori e venditori hanno informazione perfetta Mercati sono perfettamente concorrenziali Curve di domanda e offerta soddisfano certe restrizioni: nella prima vengono incorporati tutti i costi e nella seconda i bene ci, i costi di tassazione sono bassi COSTO DI IMPEDIRE GLI AGGIUSTAMENTI DEI PREZZI Ha il ne di aumentare il surplus totale. Il concetto di ef cienza si basa su degli attributi predeterminati di compratori e produttori. Quando si raggiunge l'ef cienza la distribuzione delle risorse tra gli individui può essere equa o meno. Fissare un limite superiore di prezzo impedisce al mercato di raggiungere l'equilibrio, provocando una perdita di surplus del produttore e lasciando invariato il surplus del consumatore. Porre un limite di riduce il surplus totale. Buona parte del bene andrà probabilmente a consumatori per i quali il bene non ha il maggior valore. I compratori inizierebbero ad attuare misure molto costose. Il controllo dei prezzi causa spreco, perché riduce il surplus economico. Rappresenterebbe una soluzione migliore lavorare sulla distribuzione della torta, prelevando parte delle risorse a una parte della popolazione per trasferirla semplicemente alle fasce più povere. fi fi fi fi fi fi fi fi fi Talvolta i governi dispongono sussidi ai prezzi di beni e servizi essenziali (zero e elastiche) ma anche questa riduzione del surplus totale, perché il bene cio di tale politica risulta inferiore rispetto al suo costo. Anche qua vediamo una riduzione del surplus totale. La politica dei trasferimenti risulterebbe meno costosa. Quando è necessario incrementare le entrate pubbliche, i politici sono più propensi ad applicare imposte a carico dei venditori piuttosto che ai consumatori perché i primi possono affrontare al meglio. L'onore di un'imposta non pesa esclusivamente sui venditori di un bene ma su compratori e venditori, talvolta in ugual misura, talvolta per intero sui compratori. Per un effetto di imposta, la curva di offerta di un bene viene traslata verso l'alto del valore della tassa, determinando una aumento del prezzo di vendita. In questo caso il surplus totale subisce una riduzione. Necessario individuare i beni che è preferibile tassare; quei beni sui quali le imposte generano una perdita netta di benessere. Ci si lega al concetto di elasticità —> maggiore è l'elasticità della domanda, maggiore sarà la perdita netta di benessere derivante da un’imposta. Sarà più conveniente inserire in posta dove la domanda è anelastica. RUOLO CENTRALE DEL PROFITTO ECONOMICO L'azione individuale è motivata dall'interesse personale della singola impresa, il cui obiettivo è la massimizzazione del pro tto individuale, obiettivo che realizzerà l'interesse collettivo della società. Per de nire il concetto di pro tto: Costi espliciti = pagamenti effettivi che un’impresa effettua per fattori di produzione Costi impliciti = costi-opportunità (cose a cui un’impresa rinuncia per un’altra attività) di tutte le risorse di proprietà di un’impresa Sulla base di questo si possono distinguere diversi tipi di pro tto: Pro tto contabile = ricavi totali (TR) - costi espliciti Pro tto economico = ricavi totali (TR) - costi espliciti - costi impliciti Pro tto normale = pro tto contabile - pro tto economico Purché sia conveniente rimanere in attività nel lungo periodo, è necessario che il pro tto economico sia maggiore o uguale a zero; il pro tto contabile deve essere maggiore o uguale al pro tto normale. TEORIA DELLA MANO INVISIBILE In un sistema economico basato sulla libera iniziativa imprenditoriale, la mano invisibile fa funzionare il mercato tramite i prezzi di mercato che ha assolvono a due funzioni importanti. Funzione di razionamento del prezzo —> beni scarsi vengono distribuiti ai consumatori che assegnano loro un valore più elevato (es: ci sono poche macchine, le vendo a chi me le paga di più) Funzione allocata del prezzo —> dirige le risorse produttive verso diversi settori dell'economia; le risorse produttive vengono spostate dai mercati in cui il prezzo non è in grado di coprire il costo di produzione verso quelli dove il prezzo è superiore al suddetto costo. La funzione allocativi non può manifestarsi a meno che le imprese non possano entrare in mercati nuovi ed uscire da quelli in cui già si trovano. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Queste due funzioni stanno alla base della "teoria della mano invisibile" del mercato e elaborata da Smith. Il sistema di mercato indirizza gli interessi egoistici dei singoli compratori e venditori indipendenti in modo da promuovere al massimo grado il bene della collettività, portando ciò all'allocazione più ef ciente possibile delle risorse disponibili. Le azioni dei venditori e compratori egoisti portano all’allocazione più ef ciente possibile delle risorse disponibili. I pro tti e le perdite assicurano la funzione di razionamento in quanto l’offerta di beni e servizi all’interno di ciascun mercato verra distribuita in modo ef ciente e la funzione allocativi, perché le risorse saranno allocate tra mercati in modo da produrre il mix più ef ciente di beni e servizi. Le reazioni ai pro tti e alle perdite comportano che: Mercati in cui è possibile ricavare un pro tto economico, tendono ad attirare le risorse aggiuntive Mercati in cui si registrano perdite in genere vengono abbandonati La presenza di un pro tto economico positivo in un determinato mercato indica che i produttori guadagnano un ammontare superiore al costo opportunità sostenuto. Ipotizzando una situazione in cui gli input necessari per entrare in quel determinato mercato siano disponibili a chiunque e a prezzi costanti. Questo schema continuerà con l’ingresso di nuove imprese nché tutte non registreranno più un pro tto economico. Il pro tto economico dell'impresa Rappresentativa sarà zero nel momento in cui il prezzo tocca il punto minimo della curva ATC, le imprese nel mercato registreranno una perdita economica che le spingerà a lasciare il mercato per passare ad un settore che prometta rendimenti migliori. L’uscita dei produttori dal mercato causa uno spostamento della curva di offerta verso sinistra, determinando prezzi più alti e perdite minori. Per la regola della massimizzazione del pro tto, tutte le imprese offriranno la quantità di bene per la quale il prezzo eguaglia al costo marginale, perciò tutte le imprese otterranno un pro tto normale che equivale ad affermare che ciascuna di esse ha un pro tto economico pari a zero. Quando il prezzo scende al di sotto del punto minimo della curva ATC, le imprese nel mercato registreranno una perdita economica che le spingerà a lasciare il mercato per passare ad un settore che promette rendimenti migliori. In un mercato concorrenziale lungo periodo le forze di mercato agiranno nché tutte le imprese tenderanno a registrare un pro tto economico pari a zero. L'azzeramento dei pro tti è una conseguenza del movimento di prezzo legato al usso di entrate e uscita delle imprese dai mercati per il principio di equilibrio, quando gli individui scoprono l'opportunità di ricavare bene ci, la sfruttano. Due elementi delle teoria: A lungo termine il mercato è ef ciente = nel lungo periodo, i pro tti = costo marginale (P = MC) Il mercato è de nibile “equo” = il prezzo per i compratori non è maggiore del costo sostenuto dai fornitori La teoria della mano invisibile non implica che l'allocazione delle risorse determinate dal mercato sia ottimale in senso assoluto, ma si limita ad indicare semplicemente che i mercati sono ef cienti.l'impresa perfettamente concorrenziale non deve essere pensata come un soggetto passivo. Anche le imprese che non sono in grado di in uire sui prezzi dei loro prodotti, hanno incentivi ad introdurre innovazioni che consentano di ridurre i costi per ottenere pro tto; questo è possibile solo nel breve periodo. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi fi fl fi fi Quando rinnovazione viene introdotta nel mercato concorrenziale, tutte le imprese price-taker ne verranno a conoscenza e adotteranno la nuova misura, di conseguenza l'offerta di mercato aumenterà facendo calare il prezzo di mercato facendo sì che nel lungo periodo si azzera il pro tto economico. DISTINZIONE TRA EQUILIBRIO ED OTTIMO SOCIALE Secondo il principio di equilibrio quando un mercato raggiunge l'equilibrio, non sussistono ulteriori opportunità di ottenere un vantaggio per i singoli. L'equilibrio di mercato non è socialmente ottimo quando i costi e bene ci individuali non coincidono con quelli della società. RENDITA ECONOMICA VS PROFITTO ECONOMICO Rendita economica = differenza tra pagamento percepito dal fornitore di un fattore produttivo e il suo prezzo di riserva per la fornitura di tale fattore È simile al pro tto economico nel senso che entrambi possono essere visti come la differenza tra l’importo che l’individuo percepisce e il prezzo di riserva che deve pagare per rimanere in attività. Le forze di mercato in concorrenza: Non hanno effetti sulla rendita di input che non possono essere replicati facilmente Spingono ad azzerare il pro tto economico Fornitore e la sua vendita = pagamento percepito - prezzo di riserva del fornitore CONCORRENZA IMPERFETTA E CONSEGUENZE DEL POTERE DI MERCATO Si distinguono tre tipi di strutture di mercato in concorrenza imperfetta: Monopolio perfetto = (Inef ciente) una singola impresa è l'unico venditore di un prodotto che non ha sostituti. Si parla di monopolio naturale quando è ef ciente che vi sia una sola impresa che produce Sun determinato bene, deriva da economie di scala Oligopolio = un numero ristretto di imprese vende un determinato prodotto tra loro non differenziato; è più ef ciente del monopolio perché vi sono più imprese che stabiliranno tra loro una certa concorrenza Concorrenza monopolistica = un numero abbastanza alto di imprese produce beni lievemente differenti che solo in parte possono essere l'uno sostituto dell'altro; vi è concorrenza perché le imprese concorrenti possono ssare dei prezzi tra loro diversi nel breve periodo, ma nel lungo periodo il pro tto sarà nullo Le imprese non perfettamente concorrenziali sono in grado di differenziare la propria offerta rispetto a quella dei concorrenti. Sono imprese price-setters che hanno una parte di controllo sul prezzo, che possono alzare rispetto al costo di produzione. L'unico tratto comune a tutte le imprese non perfettamente concorrenziali che le distingue da quelle non perfettamente concorrenziali è la loro curva di domanda. Impresa perfettamente concorrenziale —> ha una curva di domanda perfettamente elastica, una retta orizzontale tracciata in corrispondenza del prezzo di equilibrio del mercato Impresa non perfettamente concorrenziale —> ha una curva di domanda con pendenza negativa; l'impresa ha potere di mercato, cioè controllo parziale sopra il prezzo o meglio può scegliere una combinazione prezzo-quantità lungo la sua curva di domanda fi fi fi fi fi fi fi fi fi I cinque motivi del potere di mercato, cioè la capacità di un'impresa di aumentare il prezzo di un bene senza che si azzerino le sue vendite, sono: Controllo esclusivo su input importanti o essenziali Brevetti e copyright Licenza e o concessioni governative Economie di scala Economie di rete ECONOMIE DI SCALA Quando un’impresa aumenta la quantità di input di tutti i fattori di produzione impiegati, l’output varia con diverse proporzioni: Rendimenti di scala costanti = il prodotto totale cresce nella stessa proporzione Rendimenti di scala crescenti = il prodotto totale cresce più che proporzionalmente (solo qua econ. scala) Rendimenti di scala decrescenti = il prodotto totale cresce meno che proporzionalmente Economie di scala —> quelle in cui il processo produttivo è caratterizzato da rendimenti di scala crescenti, cioè nel momento in cui la quantità di tutti gli input viene modi cata in una certa proporzione, l'output varia in proporzione maggiore I mercati di questo tipo tendono ad essere serviti da un unico venditore o da pochi. Un monopolio derivante da economie di scala è detto naturale. Alcuni beni la cui produzione implica dei costi ssi ingenti e dei costi variabili limitati sono soggette ad economie di scala. Dato che i costi ssi non crescono all’aumentare dell’output, il costo medio totale da sostenere per produrre beni di questo tipo diminuisce man mano che la quantità prodotta aumenta. Il costo totale di un processo produttivo è dato dall’equazione: CT = F + MQ F = costo sso, M = costo marginale, Q = livello di output ottenuto M = (ΔCT) / (ΔOutput) La curva del costo medio totale mostra la riduzione del costo unitario dell'aumentare dell’output. Nonostante il costo medio totale sia sempre superiore al costo marginale, la differenza tra i due valori si riduce. Più Output più cresce costo medio totale, più si avvicina al costo marginale. All’aumentare del livello di produzione, il costo per unità può crescere o diminuire. Economie di scala = rendimenti di scala crescenti (M < CM) Diseconomie di scala = rendimenti di scala decrescenti (M > MC) Rendimenti di scala costanti = (CM = M) fi fi fi fi MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO PER IL MONOPOLISTA Un’impresa price-taker (concorrenza perfetta) e price-setter (concorrenza imperfetta) seppur con modalità diverse —> condividono l’obiettivo economico di massimizzare i pro tti scegliendo il livello di output che massimizza la differenza tra ricavi totali (TR) e costi totali (TC) dove MB = MC. Bene cio marginale —> corrisponde al ricavo marginale, cioè la variazione del ricavo totale di un’impresa determinata dalla vendita di un’unità addizionale del bene. Bene co derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva —> BM = (ΔRT) / (ΔOutput) RT = P x Q La logica della massimizzazione del pro tto è identica per i due tipi di impresa: entrambe continueranno ad espandere l'output nché il bene cio, e quindi il ricavo marginale, è superiore al costo marginale —> MR > MC ed entrambe calcolano il MC in modo analogo. L’unica differenza riguarda il calcolo del ricavo marginale: In concorrenza perfetta il ricavo marginale è il prezzo di mercato (MR = P) In monopolio il ricavo marginale della vendita di un’ulteriore unita di bene è inferiore al prezzo di mercato (MR < P) Mentre l'impresa perfettamente concorrenziale può vendere quante unità desidera al prezzo di mercato, il monopolista è in grado di vendere un'unità in più solo se abbassa il prezzo. Si consideri un monopolio con curva di domanda lineare dove l'intercetta verticale è α e quella orizzontale Q. In questo caso la curva del ricavo marginale avrà anch'essa intercetta verticale α, ma essendo la sua pendenza doppia rispetto a quella della curva di domanda, la sua intercetta orizzontale è Q / 2. Anche per il monopolista vale il principio dei costi-bene ci che prevede che si continua ad espandere la produzione nché i bene ci superino i costi associati. Quando MR > MC —> conviene espandere la produzione Quando MR < MC —> conviene ridurre la produzione Quando MR = MC —> pro tti sono massimizzati in corrispondenza del livello di output Quando il prezzo di equilibrio è superiore al costo medio totale, l’impresa avrà dei pro tti economici mentre quando è inferiore il monopolista subirà una perdita economica. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi La mano invisibile fallisce in regime di monopolio. Il monopolista ottiene il massimo pro tto possibile in corrispondenza del livello di output per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Il pezzo di mercato deve recessi amente essere maggiore del costo marginale altrimenti l'impresa registrerà una perdita economica. I mercati monopolistici sono quindi inef cienti, perché il vantaggio che l'impresa trae dall'ampliamento della produzione è minore di quello ricavato. Benessere sociale per il monopolista —> benessere consumatori (surplus consumatori) + pro tto monopolista DISCRIMINAZIONE DI PREZZO Discriminazione di prezzo —> applicare ad acquirenti diversi prezzi diversi per lo stesso bene o servizio è una pratica che permette di ridurre la perdita netta di benessere. Ha il pregio di garantire un livello di ef cienza superiore rispetto al monopolio basato sul prezzo unico. Applicare agli acquirenti prezzi indifferenti. Un’impresa che desidera discriminare affronta pero due problemi: Identi care = impresa deve poter identi care la domanda di diversi tipi di consumatori Prevenzione di arbitraggio = impresa deve evitare che i consumatori a basso prezzo possono rivendere a quelli ad alto prezzo L’impresa deve scegliere il tipo di discriminazione di prezzo: Primo grado (prezzi personalizzati) = il monopolista conosce il prezzo di riserva di ogni consumatore; il prezzo nale è uguale al prezzo di riserva (l'discriminazione perfetta) Secondo grado (menu pricing) = autoselezione; l'impresa non può individuare le caratteristiche dei consumatori ma conosce la distribuzione delle preferenze perciò offre dei pacchetti in base alle preferenze degli individui Terzo grado (group pricing) = identi cazione dei consumatori; il monopolista conosce il prezzo di riserva dei gruppi di consumatori; il prezzo nale è uguale al prezzo di riserva di ciascun gruppo Il monopolista perfettamente discriminante è un'impresa che impone a ogni consumatore esattamente il prezzo di riserva, vende ogni unità al rispettivo prezzo di riserva —> discriminazione di prezzo imperfetta. Discriminazione tramite auto-identi cazione dei consumatori L'obiettivo del venditore intenzionato a massimizzare il pro tto è quello di praticare a ciascun compratore il prezzo massimo che costruì è disposto a pagare. È un sistema diffuso utilizzato per superare tali dif coltà e consiste nell'imporre determinate condizioni che consumatori devono accettare per poter usufruire di uno sconto sul prezzo; si tratta di un'applicazione da parte dell'acquirente del principio ai costi bene ci. Riduce la perdita di ef cienza il regime di monopolio con prezzo unico. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Quanto più precisa è la suddivisione del mercato grazie a questo metodo tanto minore sarà la perdita di ef cienza; i meccanismi di auto identi cazione non sono perfetti.un certo grado di ef cienza viene inevitabilmente perduto. Discriminazione di terzo grado I consumatori si differenziano per uno o più caratteristiche osservabili dall'esterno. Un unico prezzo viene praticato tutti i consumatori di un gruppo (prezzo lineare). Questa si veri ca spesso quando le imprese vendono prodotti differenziati. Il venditore necessita di una caratteristica osservabile che segnali la disponibilità a pagare dell'acquirente e deve anche poter prevenire l'arbitraggio. Le regole per de nire i prezzi e semplice: Consumatori con basse elasticità della domanda, dovrebbero pagare un altro prezzo Consumatori con alta elasticità della domanda dovrebbero pagare un basso prezzo POLITICA ECONOMICA PER MONOPOLIO NATURALE Quando vi è un unico operatore a cui rivolgersi per la fornitura di un bene o servizio, il pro tto ottenuto da tale monopolista è a spese del consumatore. I metodi per tenere sotto controllo i monopoli sono: Proprietà e gestione pubblica Regolamentazione pubblica di monopoli privati Appalto esclusivo di un mercato in condizioni di monopolio naturale Applicazione rigorosa di norme antitrust Proprietà e gestione pubblica Il monopolio naturale è inef ciente perché per il monopolista il prezzo che massimizza il pro tto è maggiore del costo marginale. Un modo per affrontare i problemi dell'ef cienza e dell'equità è l'acquisto dell'impresa da parte dello Stato che sserà il prezzo allo stesso livello del costo marginale e assorbirà le perdite che ne deriveranno tramite entrate scali generali. La proprietà statale incoraggia l'inef cienza x, una situazione in cui il potere monopolistico si traduce in costi effettivi più elevati da sostenere e rispetto a quelli teoricamente realizzabili: ciò accade perché il governo è poco incentivato a intervenire per contenere gli sprechi. Regolamentazione pubblica di monopoli privati Il metodo più diffuso per contenere i pro tti monopolistici consiste nella semplice regolamentazione da parte dello Stato. Esistono tre tipi di regolamentazione: Regolamentazione cost-plus = sistema nel quale all'impresa monopolistica è consentito ssare i prezzi in modo da coprire i propri costi espliciti di produzione e includere in mark-up che le permette di recuperare i costi opportunità sostenuti Regolamentazione del tasso di rendimento Regolamentazione RPI - X Appalto esclusivo di un mercato in condizioni di monopolio naturale Uno dei metodi più promettenti è quello dell’appalto. Lo Stato speci ca in modo dettagliato il tipo di servizio richiesto, quindi ogni impresa presenta un'offerta contenente le tariffe che intende praticare e chi fa l'offerta più conveniente vince l'appalto. L'incentivo a ridurre i costi è analogo a quello di qualsiasi impresa concorrenziale. Questo metodo presenta dei problemi quando il servizio da fornire è particolarmente complesso. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Applicazione rigorosa di norma antitrust L'antitrust è utile nelle situazioni di monopolio quando si ha una perdita di benessere sociale rispetto ad un mercato in concorrenza perfetta. Per limitare l'insorgere di queste situazioni, si è cominciato ad ideare e applicare un insieme di regole volte ad impedire comportamenti e strategie delle imprese che distorcono la possibilità di libera concorrenza sui prezzi, quantità e innovazioni. Le leggi antitrust cercano di aumentare la concorrenza nel mercato imponendo alle imprese una serie di vincoli con l'obiettivo nale della tutela del benessere del consumatore; promuovendo la concorrenza si evita che il surplus del consumatore si riduca trasformandosi in pro tto monopolistico a vantaggio di una o più imprese. ANTITRUST In regime di monopolio, la quantità offerta è troppo bassa e i consumatori pagano un prezzo troppo altro, ne consegue una perdita di benessere sociale rispetto ad un mercato in concorrenza perfetta. La legislazione antitrust è l'insieme di regole e azioni di vigilanza volte ad impedire i comportamenti e strategie delle imprese che possano condurre apposizioni di monopolio o accordi conclusivi a danno dei consumatori che impediscono l'ingresso sul mercato di imprese concorrenti o in altro modo distorcano la possibilità di libera concorrenza sui prezzi, sulla qualità dei prodotti, sulle innovazioni tecnologiche. Gli obbiettivi dell’antitrust sono: Perseguimento dell’ef cienza economica Protezione dei consumatori Difesa della libertà economica Tutela sociale Tutela delle politiche industriali Integrazione dei mercati Stati Uniti ed Europa I primi atti normativi negli Stati Uniti sono stati: Sherman act (1890) Clayton act (1914) Federal trade commission (1914) L'autorità deve comunque tener conto degli effetti restrittivi quali la libera concorrenza e gli aspetti pro concorrenziali. È necessario cercare di bilanciare questi due effetti basandosi sul principio della rule of reasons: ogni forma di restrizione del mercato deve essere sottoposta ad un giudizio di ragionevolezza che vanti se gli effetti restrittivi di un accordo siano compensati dalla presenza di effetti però concorrenziali per stabilire la liceità di una restrizione. La presunzione di illegalità si ha solo per le hardcore restrictions: accordi o pratiche che hanno un chiaro effetto distorsivo nei confronti della concorrenza. In Europa, la storia dell’antitrust è segnata da: Trattato di Parigi (1951) Trattato di Roma (1957) Trattato di Amsterdam (1999) Articolo 1 TFUE Articolo 2 TFUE Negli Stati Uniti, l'antitrust è un mezzo per porre un rimedio ef cace alle pratiche diffuse degli accordi limitativi della concorrenza; l'approccio è economico. In Europa l'antitrust è uno strumento di realizzazione della piene integrazione tra Stati e della creazione di un mercato che sia unico e privo di barriere; l'approccio giuridico. fi fi fi fi Italia, l’AGCM Vi è complementarietà tra livello comunitario e nazionale: la legge italiana applica la legge europea, contiene gli stessi principi ed elementi ed il suo compito d'azione nisce dove inizia quello comunitario. La legge 287/1990 ha sostituito l’autorità garante della concorrenza e mercato. Ha compiti di vigilanza su: Abusi di posizione dominante Intese e/o cartelli che danneggiano la concorrenza Fusione o take-over Politiche commerciali scorrette A livello europeo è la commissione che può attivare un procedimento e decidere su un caso, mentre in Italia è l’AGCM. Il ricorso può essere intentato alla General Court of Justice a livello comunitario, mentre in Italia si ricorre al TAR del Lazio o al Consiglio di Stato. Come lavora l’autorità? Fase preistruttoria = l'autorità raccoglie le denunce e si avvia il procedimento Fase istruttoria = si raccolgono gli elementi probatori Risultanze istruttorie = audizione nale a cui segue il provvedimento nale L'autorità compie una valutazione ex ante nel caso di fusioni e intese, mentre altre volte deve valutare ex post fattispecie già veri cate. La valutazione si compie in più fasi: Una volta cominciata la fase istruttoria, bisogna de nire bene il contesto quindi il mercato rilevante Si passa poi all'analisi strutturale del mercato, le sue caratteristiche in termini di competitore Vi è poi l'analisi strategica In ne la valutazione dei rischi OLIGOPOLIO In un mercato dove operano poche imprese (grado di concorrenza basso) è ragionevole pensare che: Ogni impresa abbia potere di mercato La decisione di un’azienda in uenza le decisione delle altre aziende Ogni impresa considera la reazione delle concorrenti alle sue decisioni (comportamento strategico) La presenza di interazione strategica distingue l’oligopolio dal monopolio. I venditori fanno il prezzo e si comportano in modo strategico. Consideriamo tre modelli di oligopolio: COURNOT —> le imprese scelgono simultaneamente la quantità di bene omogeneo da produrre STACKELBERG —> le imprese scelgono sequenzialmente la quantità di bene omogeneo da produrre BERTRAND —> le imprese scelgono simultaneamente il prezzo di vendita del bene omogeneo Modello si Cournot Si parla di due aziende tra loro uguali (stessi costi di produzione) che producono un bene tra loro omogeneo (non ci sono differenze di qualità e/o di preferenze nei consumatori tra i due beni). La variabile di scelta di ciascuna delle due aziende è la quantità. La scelta è simultanea. La decisone della prima azienda in uenza la decisione della seconda e viceversa. Se la prima azienda scegliesse di non produrre, il livello di produzione ottimo della seconda sarebbe quello del monopolio. Se la prima azienda scegliesse di produrre la quantità di output tipica di un mercato in concorrenza perfetta, la seconda azienda non avrebbe alcuno spazio per la propria produzione (in concorrenza perfetta, P = MC, se amplio ulteriormente la produzione allora P < MC). fi fi fl fl fi fi fi fi Disegno entrambe le curve di reazione. La loro intersezione mi individua l’equilibrio di Nash. In questo punto nessuna delle due imprese ha interesse a modi care unilateralmente la propria decisione. Collusione —> In equilibrio, la quantità prodotta è superiore a quella del monopolio ma inferiore a quella di concorrenza perfetta. Si tratta di un equilibrio non-cooperativo in un gioco su scelte simultanee. L’equilibrio trovato non massimizza la somma dei pro tti delle due aziende. Tale somma sarebbe massimizzata se le due aziende producessero assieme una quantità equivalente a quella prodotta da un monopolista, e poi si dividessero i pro tti. In un contesto di interazione ripetuta, entrambe le aziende potrebbero mettersi d’accordo per produrre q(m)/2 dietro minaccia che, se una delle due dovesse deviare, dal turno successivo l’altra azienda produrrebbe q (Cournot). In un orizzonte in nito, l’equilibrio dove entrambe massimizzano la somma congiunta dei pro tti è possibile. Esattamente come, nell’esempio visto durante la lezione su teoria dei giochi, entrambi i giocatori scelgono di darsi dell’altro Modello di Stackelberg Si parla di due imprese con un bene omogeneo. La variabile di scelta è la quantità. Si tratta di un gioco sequenziale —> si muove prima l’impresa 1 (leader) e successivamente l’impresa 2 (follower). La follower quindi osserva la scelta della leader e poi sceglie la quantità da produrre. La follower ha un set informativo più ampio (conosce la strategia della leader) però è svantaggiata. La leader infatti anticiperà che la follower osserverà la sua strategia e si comporterà di conseguenza. In equilibrio, pro tti e quantità prodotti della leader eccedono pro tti e qualità prodotti dalla follower. In confronto al modello di Cournot, i pro tti sono superiore mentre i secondi inferiori. Modello di Bertrand Si parla di due aziende tra loro uguali (stessi costi di produzione) che producono un bene tra loro omogeneo (non ci son differenze di qualità e/o di preferenze nei consumatori tra i due beni). La variabile di scelta di ciascuna delle due aziende è il prezzo. La scelta è simultanea. Poiché i due prodotti sono uguali, i consumatori acquisteranno solo il bene che costa meno. L’azienda che vende al prezzo più basso servirà l’intero mercato, l’altra azienda non venderà nulla e otterrà pro tti pari a zero. Dato un prezzo p(2), la prima azienda risponderà con un prezzo appena più basso e si prenderà l’intero mercato. L’unico equilibrio possibile del modello di Bertrand è p1 = p2 = c (come in concorrenza perfetta): Nessuna impresa ha motivo di aumentare il prezzo perché non avrebbe più domanda Nessuna impresa può tagliare ancora il prezzo perché otterrebbe pro tti negativi Le aziende non hanno potere di mercato, pur essendo il mercato concentrato fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Cartello —> coalizione di imprese o produttori che si accordano per limitare la produzione al ne di trarre un pro tto economico aumentando il prezzo relativo (il più noto al mondo è l’OPEC) La strategia dominante (il conseguente equilibrio di Nash) in un gioco uni-periodale suggerisce di violare le regole quando tutti gli altri li rispettano così da ottenere un pro tto. Tuttavia, analizzando il cartello con un gioco ripetuto, quindi assumendo che le altre imprese sanno che il gioco si ripete all’in nito, le cose cambiano: chi viene meno all’accordo sa che può ottenere oggi un pro tto maggiore, ma che ne avrà uno più basso in futuro. I cartelli, comunque, non sono cartelli effettivi, in quanto questi accordi sono vietati dalla legge sulla concorrenza; tuttavia, le imprese si comportano in un modo simile a quanto avverrebbe se avessero stilato un accordo collusivo perché sono consci della propria interdipendenza: questo comportamento prende spesso il nome di collusione tacita, scoraggia la concorrenza e rafforza la cooperazione. Lo studio del comportamento umano da parte degli economisti avviene nella sua forma standard, assumendo cioè che le preferenze dei soggetti siano auto interessate ed egoistiche. Nella realtà ciò non è vero: le imprese, come le persone, sono fortemente condizionate da principi morali e sentimenti. L’introduzione alla teoria dei giochi ha presentato solo gli equilibri più semplici, ma esistono molte estensioni per considerare giochi dove i giocatori possono commettere errori. TEORIA DEI GIOCHI Ciascun agente, individuo o impresa, riconosce il suo guadagno (payoff) dipende non solo dalla sue azioni ma anche da quelle degli altri. Teoria dei giochi —> studia i processi decisionali di gruppi e individui in presenza di interdipendenza strategica. Un gioco è un modello stilizzato che rappresenta una situazione di interazione tra agenti caratterizzata da un interdipendenza strategica. L’obiettivo della storia dei giochi è caratterizzata da equilibrio, ovvero prevede come un gioco verra giocato dai partecipanti. Ogni gioco ha tre elementi che lo caratterizzano: Giocatori = chi partecipa Regole ed azioni = chi può fare cosa e quando; una speci ca scelta di un giocatore dentro il gioco viene de nita strategia Payoff = guadagno di ogni giocatore associato a ogni combinazione di strategie; cioè l’insieme delle possibili azioni a disposizione dei partecipanti Scopo dei giocatori —> quello di massimizzare il proprio guadagno cioè trovare la situazione in cui il guadagno è più altro. Talvolta può accadere che il proprio guadagno incorpori anche comportamenti altruistici, ma l’equilibrio che studiamo non è cooperativo. DILEMMA DEL PRIGIONIERO Viene creato da Albert Tucker negli anni 50’. Dilemma del prigioniero —> gioco non cooperativo che può ben descrivere molteplici situazioni reali. Indipendentemente dai fatti e dal numero dei giocatori coinvolti, il punto fondamentale è che in ogni versione del dilemma del prigioniero esiste un con itto tra interesse egoistico del singolo individuo e interesse di una più ampia comunità. fi fi fi fl fi fi fi fi La prima cosa da fare in un gioco strategico è osservare l’insieme delle possibili scelte a disposizioni dell’avversario. Possono esistere: Strategia dominante = strategia ottimale perchè porta all’ottenimento del payoff migliore indipendentemente dalle scelte degli altri giocatori (per singolo giocatore) Strategia dominata = strategia che comporta un payoff inferiore rispetto ad un’altra o ad altre strategie indipendentemente dal comportamento dell’avversario Esempio del dilemma Due membri di una gang sono stati arrestati e imprigionati dalla polizia. Vengono interrogati separatamente e non possono in nessun modo comunicare tra loro. Il PM offre ad entrambi, contemporaneamente, l’opportunità di confessare ed accusare l’altro membro dell’omicidio: se entrambi confessano, sconteranno 5 anni di carcere; se uno confessa e l’altro no, chi ha confessato accusando l’altro sarà libero mentre chi non ha confessato sconterà 10 anni di carcere; se entrambi non confessano, sconteranno 2 anni in carcere sulla base dell’accusa meno grave Giocatori —> due membri della gang arrestanti (1 e 2) Regole e azioni —> gioco simultaneo (ognuno non osserva la scelta dell’altro); ciascun giocatore può confessare o non confessare) Payoff —> rappresentazione in forma normale, tabellare In questo caso, la strategia dominante sarà per entrambi i prigionieri confessare, si tratta perciò di un equilibrio in strategie dominanti; un equilibrio che non è socialmente ef ciente perché il risultato a cui giungono è peggiore di quello che avrebbero ottenuto se si fossero messi d’accordo. Un gioco non cooperativo si caratterizza per il fatto che la strategia dominante scelta del singolo individuo determina un risultato globale non soddisfacente per i giocatori. Il dilemma del prigioniero è stato risolto (in equilibrio) trovando la strategia dominante di ogni giocatore, ma non è detto che esista sempre una strategia dominante. La progressiva eliminazione delle strategie dominate è un sistema per risolvere giochi dove non esiste una strategia dominante per entrambi i giocatori, ma è bene ricordare che perché tale metodo funzioni si deve presupporre la razionalità dell’avversario. EQUILIBRIO DI NASH Qualsiasi combinazione di strategie tale per cui la scelta compiuta da ciascun giocatore è la sua miglior scelta date le strategie degli altri giocatori: una coppia di strategie costituisce un equilibrio di Nash se nessun giocatore può migliorare il proprio guadagno modi cando unilateralmente la propria strategia. Per individuarlo, si ispeziona ogni cella (coppia di strategie) e si veri ca se, tenendo ssa la scelta di un giocatore, l’altro abbia interesse nel modi care la propria. GIOCHI RIPETUTI Se tutti i giocatori cooperano, ottengono un’utilità maggiore rispetto a quando defezionano, perciò ciascun giocatore sarà incentivato a trovare dei criteri che inducano gli altri a cooperare. Si gioca più volte un solo gioco. fi fi fi fi fi Una soluzione può essere il gioco ripetuto —> il dilemma del prigioniero ripetuto è un dilemma standard in cui i partecipanti si s dano più volte e si presuppone che i giocatori siano sempre gli stessi e abbiamo interesse nel futuro. Si comprende l’importanza dell’ orizzonte temporale ovvero il numero di volte che il gioco viene ripetuto: Gioco a orizzonte nito = nell’ultimo stadio non c'è futuro, ovvero non esiste nessun sistema per punire un giocatore che tiene un comportamento opportunistico; sapendo questo, anche nel penultimo stadio non potrà esserci cooperazione e così via per gli stadi precedenti —> stabilite le volte da giocare Gioco a orizzonte in nito = diventa possibile la strategia in cui i giocatori hanno ducia in tutti gli stadi e riescono ad ottenere un equilibrio ef ciente —> non sono state stabilite le volte da giocare La strategia più semplice ma anche più ef cace da usare nel caso di un gioco ad orizzonte in nito. Colpo su colpo / strategia del grilletto —> la prima volta che si gioca con qualcuno si coopera, successivamente si fa quello che è stato fatto dall'avversario nella volta precedente e così via.