Servizi di presa in carico dei minori PDF
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This document provides an overview of service delivery in support of children, covering various intervention methods. The aim is holistic support for children and families by professionals of various domains and to facilitate the best outcomes.
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9. Come si concretizza la presa in carico I Servizi erogati La presa in carico di tutte le casistiche elencate fino ad ora si concretizza: nella produzione ed erogazione di attività di sostegno genitoriale e familiare e vigilanza in tutti quei casi nei quali il minore è autorizzato a rimanere nella...
9. Come si concretizza la presa in carico I Servizi erogati La presa in carico di tutte le casistiche elencate fino ad ora si concretizza: nella produzione ed erogazione di attività di sostegno genitoriale e familiare e vigilanza in tutti quei casi nei quali il minore è autorizzato a rimanere nella propria famiglia d’origine, attività di tutela del minore stesso tramite l’affidamento familiare o l’inserimento in comunità, qualora invece la famiglia d’origine venga valutata idonea dal Tribunale allo svolgimento della funzione genitoriale. ⬍ In tutte queste situazioni, che possono comportare la collaborazione tra più figure professionali, il Tribunale riconosce l’Assistente Sociale come responsabile del caso (il cosiddetto case manager), che porterà avanti tutti gli interventi e ne monitorerà l’andamento, coordinando il lavoro di tutti i professionisti coinvolti. Gli interventi di sostegno e vigilanza Gli interventi di sostegno e vigilanza prevedono moltissime azioni, tra le quali: ➔ Colloqui periodici con i genitori del minore per effettuare un monitoraggio dellasituazione e dell’andamento del percorso; ➔ Colloqui di sostegno alla funzione genitoriale, nei quali viene approfondita, appunto, con i genitori la relazione con il figlio e ne vengono portati alla luce eventuali problemi e difficoltà, che l’Assistente Sociale aiuta a risolvere. ➔ Raccordo con il Servizio Sociale Territoriale per una progettazione condivisa dei percorsi di autonomia ed aiuto inerente agli interventi socioeconomici, abitativi e\o lavorativi (qualora essi si rivelassero necessari). ➔ Attivazione di una collaborazione e di percorsi con il Servizio di Inserimento Lavorativo per tutti gli adulti del nucleo familiare (se necessari). ➔ Azioni di prevenzione dell’allontanamento dal contesto di vita a favore dei minori rientranti nella casistica prevista dalla D.G.R. 1102\2014 (“casi complessi”), al fine di evitare la collocazione in ambiente eterofamiliare; questo avviene tramite la collaborazione con i Servizi Sanitari. ➔ Attivazione di reti di supporto al nucleo familiare: Centro per le Famiglie (che fornisce una consulenza familiare e\o educativa), Centro d’Ascolto, Mediazione Familiare, Associazioni di volontariato del territorio, rete parentale e\o amicale. I ➔ invio a Servizi specialistici per i genitori e raccordo con essi (se la situazione lo richiede); ➔ Invio a Servizi specialistici per il minore (se necessario). ➔ Raccordo e progettazione condivisa con la Scuola, istituzione che è di supporto nella rilevazione delle notizie e nel processo di vigilanza del percorso del minore. ➔ Inserimento del minore in contesti di socializzazione (ove necessario). ➔ Attivazione di percorsi di qualifica professionale, di orientamento e di formazione al lavoro in collaborazione con il Servizio di Inserimento Lavorativo (ove necessario). ➔ Percorsi di sostegno educativo domiciliare per sostenere la famiglia all’interno del proprio contesto di vita (se necessario). ➔ Inserimento in Comunità semiresidenziale od in Centri diurni (se ritenuto opportuno). Gli interventi di tutela All’interno degli interventi di tutela vi sono: Reperimento del luogo dove collocare il minore (comunità o famiglia affidataria) sulla base delle esigenze e dell’età del minore e delle indicazioni della normativa vigente; per effettuare una scelta consona è essenziale conoscere il bambino e le sue caratteristiche; nei casi di violenze (anche assistite), bisogna cercare un luogo 1 che sia segreto ai genitori, quindi non eccessivamente vicino, ma allo stesso tempo che sia comodo agli operatori per permettere di effettuare le verifiche necessarie durante tutta la durata dell’allontanamento; Organizzazione ed effettuazione dell’allontanamento del minore dal contesto di vita e successivo collocamento nel luogo reperito in precedenza, secondo quanto stabilito dalle specifiche linee di indirizzo nazionali e regionali. ➥ Nell’esercizio di questa funzione, si rende opportuno un lavoro di equipe, siccome devono essere tenute in considerazione varie sfaccettature dell’evento allontanamento e vi è la necessità di prevedere più ipotesi di azione , specialmente nelle condizioni di urgenza e di pericolo. Sostegno all’inserimento del soggetto di minore età in famiglia affidataria\comunità. Redazione di un progetto quadro condiviso con i Servizi Sanitari coinvolti ed individuazione del responsabile del caso, per le tipologie previste dalla D.G.R. 1102\2014 e redazione degli interventi. Regolamentazione e gestione degli incontri con i genitori (anche, e soprattutto, in forma protetta). Predisposizione di un calendario delle visite adeguate all’età ed all’esigenza del minore e sulla base della disponibilità delle risorse del Servizio. Colloqui di valutazione della recuperabilità genitoriale. Raccordo con il Servizio Sociale Territoriale per una progettazione condivisa dei percorsi di autonomia ed aiuto inerente gli interventi socio-economici, abitativi e\o lavorativi rivolti ai genitori; Attivazione e collaborazione di percorsi con il Servizio di Inserimento Lavorativo per i genitori; Invio a Servizi specialistici per i genitori e raccordo con essi (se necessario); Organizzazione del sostegno per le famiglie affidatarie; Incontri di verifica con gli operatori delle comunità e visite regolari ai minori ospitati. I minori stranieri non accompagnati Si definiscono minori stranieri non accompagnati ★ tutti i minori provenienti da Paesi extra-UE che si trovano in territorio italiano senza nessun accompagnatore che ne sia esercente della responsabilità genitoriale. ★ Questi minori finiscono sotto la gestione del Servizio Sociale Tutela Minori, perché la legge italiana prevede che lo Stato debba prendersene cura fino a quando non possono esserne rintracciati i genitori (o fino al compimento della maggiore età). ★ Sono soggetti per i quali bisogna costruire anche un progetto di vita e di accompagnamento alla maggiore età. I minori esposti sono minori che sono stati abbandonati dai genitori al momento della nascita (ossia i minori che sono nati da parto anonimo). La legge prevede che la madre partoriente che non voglia o non possa riconoscere un figlio possa chiedere di rimanere anonima. Il bambino, in quel caso: - rimane in ospedale e viene introdotto in un percorso di adozione molto rapido rispetto al procedimento ordinario. - deve essere registrato all’anagrafe entro 10 giorni dalla nascita da parte dell’ospedale o dell’Assistente Sociale delegato alla tutela dei minori senza rappresentanza legale. POVERTA’ E NUOVE FORME DI MARGINALITA’ 10. La povertà I concetti chiave legati alla povertà ★ Nella povertà assoluta rientrano le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore 2 al valore della “soglia di povertà assoluta”. Questo concetto non è fissato in un unico valore, ma varia a seconda della dimensione e della composizione per età della famiglia, della ripartizione geografica e del tipo di Comune di residenza.★ La povertà relativa comprende le famiglie che hanno una spesa per consumi al di sotto di una soglia di povertà relativa convenzionale (la cosiddetta “linea di povertà”). Le famiglie composte da due Persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore sono classificate come “povere”. ★ La soglia di povertà assoluta rappresenta la spesa minima necessaria per acquisire i beni ed i Servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta. Varia, per costruzione, in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica ed alla dimensione del Comune di residenza. ★ La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per Persona nel Paese di riferimento (ovvero alla spesa pro-capite). Alcuni dati sulla povertà Nel 2021 si trovavano in condizioni di povertà assoluta (ossia nell’incapacità di soddisfare i propri bisogni primari) circa 1,9 milioni di famiglie; se vengono presi in considerazione gli individui, la cifra sale a 5,6 milioni (di cui 1,4 milioni sono minori). Per quanto concerne la povertà relativa, invece, le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni. Quali sono le forme della povertà? Quali sono le forme di povertà? Tra le principali si trova: a) Povertà alimentare, che colpisce le Persone che non riescono ad acquistare adeguate sostanze nutritive; b) Povertà abitativa, che si determina nelle situazioni in cui i costi di affitto privato sono insostenibili per le famiglie, che a causa di questo si trovano senza abitazione e non hanno dove collocarsi. c) Povertà ambientale, siccome in base al luogo di riferimento vi sono bisogni e risorse differenti, che causano delle diversità all’interno dei Servizi erogati; d) Povertà culturale; e) Povertà economica, che racchiude gran parte di tutte le altre forme di povertà citate in questo modulo; f) Povertà educativa, che preclude molte possibilità lavorative, andando ad incidere sulla situazione economica degli individui. g) Povertà relazionale, che riguarda tutto ciò che comprende le reti di natura familiare, sociale ed istituzionale; l’assenza di queste porta all’incapacità di recuperare delle risorse per rispondere al proprio disagio. Quali sono le cause della povertà? Quali sono le cause della povertà nel mondo? Sono molte, tra le quali rientrano: ➔ L’ambiente, che porta povertà a causa della siccità, di alluvioni, terremoti, tempeste tropicali; ➔ Le guerre ed i conflitti, infatti le popolazioni coinvolte (anche indirettamente) perdono tutto e sono costrette a vivere in povertà estrema, siccome si pone la necessità di ricostruire tutto. ➔ Lo sfruttamento dell’ambiente, nel quale rientrano le colture intensive, la deforestazione selvaggia, le tecniche agricole arretrate e moltissimi altri fenomeni, che causano problematiche a livello di risorse che non sono recuperabili. ➔ La violazione dei diritti umani fondamentali, come la sicurezza, la libertà, il benessere, l’uguaglianza sociale e di genere, che portano le Persone a vivere in condizioni disumane e di privazione assoluta. ➔ L’eccessiva espansione demografica , che provoca la una difficoltà di distribuzionedelle risorse. ➔ La mal distribuzione delle risorse tra i Paesi, che ha come conseguenza la 3 polarizzazione delle ricchezze. ➔ L’analfabetismo, che porta le Persone alla povertà culturale ed educativa, precludendo l’accesso a moltissime risorse ed opportunità. La povertà come fenomeno trasversale La povertà, al giorno d’oggi, è trasversale, siccome colpisce fasce della popolazione anche molto diverse tra loro. Dei “soggetti tradizionali” fanno parte, ad esempio, le Persone senza fissa dimora, gli anziani, gli immigrati, le Persone con dipendenze da sostanze stupefacenti, le minoranze discriminate, i malati ed i disabili. Il panorama della povertà oggi riguarda, oltre ai “soggetti tradizionali”, i genitori single, i divorziati, i giovani in uscita dalla famiglia d’origine, le famiglie che hanno perso l’unica fonte di reddito (specialmente dopo la pandemia). I nuovi poveri I nuovi poveri sono i principali gruppi sociali colpiti prima dalla crisi finanziaria (2008) e, poi, dalla crisi pandemica (2020). Queste nuove categorie si dividono in tre sottogruppi differenti, in parte coincidenti (ma non del tutto sovrapponibili): 1) I lavoratori poveri, nei quali rientrano i nuclei con la presenza di uno o più membri disoccupati e\o con basse qualificazioni professionali. Con la pandemia si è verificato un drastico calo dell’occupazione e, di conseguenza, dei redditi che entravano nelle tasche delle famiglie. Il compito dell’Assistente Sociale è quello di indirizzare questi soggetti ad un Centro per l’Impiego, che possa trovare una nuova occupazione, anche sulla base delle competenze di ogni soggetto. 2) I migranti, che sono le Persone che hanno una cittadinanza diversa rispetto a quella del Paese di residenza. 3) I minorenni, soprattutto provenienti dai nuclei familiari numerosi. Il regime di povertà italiano Il regime di povertà italiano deriva dalla combinazione dei fattori presenti nel modello sociale italiano (differente da quello degli altri Paesi). I tre fattori combinati sono: 1. la socialità: si verifica una persistente divisione dei ruoli di genere secondo il modello del “male breadwinner” e “female carer”, una tardiva uscita dei giovani dalla famiglia di origine e forte aspettativa di solidarietà familiare intergenerazionale dove il benessere dei singoli componenti dipende dalla famiglia. 2. il lavoro: mette in evidenza una bassa occupazione femminile, la disoccupazione giovanile, delle forti differenze a livello regionale tra lavoratori protetti e precari (si parla del fenomeno del working poor). 3. ed il Welfare: porta alla luce una protezione incentrata sul lavoratore, la diffusione di misure categoriali, scarse politiche per la famiglia ed una frammentazione degli interventi, spesso delegati agli enti locali. La storia del sistema d’assistenza - 1861\2000 Dal processo di unificazione dell’Italia (intorno alla seconda metà dell’Ottocento) si verifica l’accentuazione del divario tra il Nord ed il Sud del Paese. La popolazione italiana si configura come una delle più povere d’Europa a causa dei salari insufficienti, dei trasporti scarsi, dell’analfabetismo e del lavoro minorile. Durante il regime fascista venne istituito un sistema di protezione sociale per i dipendenti pubblici (1942) ma non per i lavoratori agricoli e le proprie famiglie.Tra il 1925 ed il 1932, l’ISTAT fece una ricerca per identificare i poveri attraverso un’indagine attuata dagli enti locali, in quel periodo i poveri venivano puniti anche con l’arresto (soprattutto in caso di richiesta di elemosina). La legge 842\1937 fu utile per l’istituzione degli Enti Comunali di Assistenza. ↳ Al suo interno, i poveri venivano definiti come delle Persone in condizioni di particolari fragilità. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia era ancora un paese largamente rurale, nel quale una grande fetta della popolazione era occupata in agricoltura e le famiglie vivevano in 4 aree di montagna, prive dell’assistenza essenziale. Vi fu l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta (1951), che aveva il compito di indagare il fenomeno della povertà con il supporto dell’ISTAT ; ⤦ i risultati di questa inchiesta rilevarono scarsa alimentazione e lavoro poco remunerato con la conseguente constatazione dell’arretratezza del sistema di Assistenza Sociale, che non era in grado di soddisfare i più elementari bisogni dei poveri. La prima Commissione di indagine sui temi della povertà viene istituita nel 1984 e diventa Commissione di indagine sulla povertà e sull’emarginazione con la legge 354\1990. La storia del sistema d’assistenza - L. 328\00 L’articolo 22 della legge stabilisce i LEA (Livelli Essenziali dell’Assistenza), tra i quali rientrano le misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito, i Servizi di accompagnamento, con particolare riferimento alle Persone senza fissa dimora. L’articolo 23 parla del reddito minimo di inserimento. L’articolo 27 istituisce la commissione di indagine sull’esclusione sociale (CIES) con durata triennale rinnovabile, la quale ha il compito di effettuare ricerche, indagini e rilevazioni sulla povertà e sull’emarginazione in Italia. La commissione prepara per il Governo dei report annuali. Alcuni documenti fondamentali Il fondo nazionale per la lotta alla povertà ed all’esclusione sociale ha, come prima finalità, quella di finanziare gli interventi dei Servizi Sociali per il contrasto della povertà attivati in favore dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, nell’ambito della definizione del Patto per l’Inclusione sociale e dell’attuazione dei sostegni in esso previsti. Con il decreto legislativo 147\2017 vengono introdotte delle disposizioni per l’introduzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà, con le quali vengono previsti e specificati precisi Servizi che rientrano nei LEA. Il decreto legislativo 4\2019 introduce le disposizioni urgenti in materia di Reddito di Cittadinanza. Gli ultimi due documenti fondamentali sono il Piano nazionale degli interventi e dei Servizi Sociali 2021\2023 ed il Piano regionale triennale Emilia Romagna 2022\2024. Il contrasto alla povertà La povertà è un fenomeno complesso che dipende da diversi fattori. - Non è legato alla sola mancanza del reddito - ma è anche strettamente connesso all’accesso alle opportunità e con la possibilità di partecipare pienamente alla vita economica e sociale del Paese. Sono previste delle misure nazionali di sostegno al reddito, tra le quali rientrano l’Assegno Sociale (Persone di età maggiore ai 67 anni in condizioni di bisogno), l’Assegno Unico (per famiglie con figli minori, in base all’ISEE) ed il Reddito di Cittadinanza (che va a ridursi in base all’aumento dell’attività lavorativa). Vi sono, poi, delle misure che riducono o contrastano il bisogno di misure reddituali come - il sostegno alle madri nel reperire un’occupazione, - gli incentivi per l’assunzione di stranieri e giovani - e l’aumento dei salari minimi.Le Persone senza fissa dimora sono coloro che vivono in strada ricorrendo in sistemazioni di fortuna, a dormitori od a strutture di accoglienza notturna, sono ospiti di strutture di accoglienza per senza fissa dimora o sono in procinto di uscire da delle strutture di protezione, cura e\o detenzione pur non disponendo di una soluzione abitativa. Alcuni esempi di contrasto della povertà sono: Il pronto intervento sociale; Il Servizio di posta per la Residenza virtuale; Gli interventi secondo l’approccio cosiddetto dell’Housing First, di cui alle linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia. ➥ Si tratta di un approccio che mette al primo posto il diritto alla casa per le Persone senza fissa dimora. Sono, però, interventi che non sono garantiti in tutti i territori. La desaffiliation Vi sono tre aree fondamentali: 1) l’area di integrazione, nelle quali vi è necessità di un’integrazione (i soggetti hanno un lavoro e delle reti primarie); 5 2) l’area di vulnerabilità, nella quale si verifica una situazione di instabilità (che può essere lavorativa, relazionale ed abitativa); 3) desaffiliation, nella quale convivono l’assenza di lavoro e l’isolamento sociale. la classificazione ETHOS L’ETHOS (European, Typology on Homelessness and Housing Exclusion) ha compreso, nella definizione di homelessness, tutti i soggetti che: - Vivono in spazi pubblici (strade, baracche, macchine abbandonate, roulotte, capannoni); - Vivono in un dormitorio notturno o sono costretti a trascorrere molte ore in uno spazio pubblico; - Vivono in ostello per Persone senza dimora; - Vivono in alloggi per interventi di supporto sociale. La residenza e l’iscrizione anagrafica La residenza e l’iscrizione anagrafica rappresentano: a) per ogni cittadino, la certificazione di esistenza e di essere portatore dei diritti fondamentali soggettivi, oltre alla garanzia di poterli esercitare. b) Per le Persone senza fissa dimora, la residenza anagrafica rappresenta un passo ancora più importante, perché ad essa si collega la possibilità di usufruire dei Servizi Sanitari e Socio-assistenziali. 11. La povertà educativa Introduzione alla povertà educativa Qual è il concetto legato al termine educazione? ★ Nel suo significato più stretto, il termine deriva dal latino “e-ducere” (ossia “tirare fuori”, “estrarre”). ★ Viene sotteso, a questo significato, un movimento che parte dal “dentro” e si sposta verso il “fuori” dell’individuo. ★ In generale, significa promuovere e favorire, anche con l’esempio, lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche e delle qualità morali di una Persona. La povertà educativa indica, invece, la privazione da parte dei bambini e degli adolescenti, della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente le loro capacità, i talenti ed ispirazioni.Diverse forme di povertà educativa La povertà educativa può essere di due tipologie differenti: 1) La povertà educativa cognitiva, - che riguarda le competenze scolastiche di base e gli stimoli culturali; - sono competenze che possono essere misurate tramite alcuni mezzi (un esempio potrebbe essere il modello PISA, del quale fanno parte anche le prove INVALSI). 2) La povertà educativa non cognitiva riguarda, invece, - le competenze sociali, relazionali, l’empatia e la capacità di costruirsi un’autostima. - Non sono strettamente e necessariamente legate alla scolarizzazione, ma dipendono fortemente dal contesto di riferimento. Le cause della povertà educativa Le determinanti (cause) della povertà educativa, che possono essere individuate tramite la teoria dei sistemi, sono tre livelli: 1. Il micro, che comprende il genere (è un dato appurato che il numero di ragazze nelle facoltà scientifiche sia molto inferiore rispetto a quello dei ragazzi, viceversa per quanto riguarda le facoltà umanistiche), le condizioni socio-economiche (esiste una correlazione molto stretta tra la povertà educativa e quella economica ), presenza di disabilità (che in alcuni casi può generare uno svantaggio sociale) ed origini dei genitori (rispetto a queste, i test PISA hanno messo in luce una relazione tra le origini dei genitori e la povertà educativa ). 6 2. Il meso, nel quale rientrano - il contesto socio-relazionale di inserimento (la mancanza delle relazioni sociali tra le Persone porta un aggravamento della condizione di povertà educativa in cui versa una Persona), - la qualità della comunità educante in cui il soggetto è inserito (anche in termini di qualità delle relazioni affettive ed emotive). 3. Il macro, che riguarda la provenienza geografica, il sistema socio-politico, la struttura sociale ed il sistema scolastico. La povertà materiale e la povertà educativa «La povertà dei minori è una conseguenza della povertà dei genitori, o meglio dell’insufficienza del reddito di questi, e più in generale del reddito familiare disponibile a far fronte ai bisogni della famiglia. Anche se vivere in una famiglia in cui nessun adulto ha una occupazione remunerata rappresenta un rischio di povertà minorile elevatissimo, la maggior parte dei minori poveri vive in una famiglia in cui almeno un adulto è occupato, ma il suo reddito non è sufficiente a fare fronte ai bisogni di tutti. È un fenomeno particolarmente presente nelle famiglie monoreddito numerose, con tre o più figli. La povertà materiale dei bambini e ragazzi nelle società ricche, non pone solo problemi etici e di giustizia, ma evidenzia anche una forte miopia nel considerare il futuro della società. Essere poveri mentre si è ancora in crescita, infatti, ha conseguenze negative di più lungo periodo che diventare poveri da grandi. La povertà economica, si associa a restrizioni della possibilità di sviluppare appieno le proprie capacità, crescere in buona salute, sviluppare un adeguato capitale culturale esociale. Inoltre, chi sperimenta la povertà da piccolo rischia di rimanere tale più a lungo di chi lo sperimenta da adulto. Il multifattorialismo della povertà educativa Save the Children individua, in quanto fenomeno multifattoriale, 4 aspetti della povertà educativa: 1) L’opportunità di apprendere per comprendere (problem solving): si fa riferimento alla capability, cioè la capacità di capire dalle fonti, di analizzare e trovare delle soluzioni. 2) L’opportunità di apprendere per essere (capacità di autoregolazione): stima, fiducia, senso di immaginazione del futuro e di riconoscimento dei propri sentimenti per saperli controllare nei momenti di difficoltà e\o di stress. 3) L’opportunità di apprendere per vivere insieme, che comprende tutte le competenze essenziali per gli esseri umani in quanto individui sociali. 4) L’opportunità di apprendere per condurre una vita autonoma ed attiva, rivendicando il diritto alla vita, alla salute riproduttiva ed alimentare, all’integrità alla salute ed alla sicurezza. Il contrasto - Superare le disparità Il primo obiettivo dev'essere quello di superare le disparità, garantendo un pari accesso all’educazione tramite un sistema scolastico statale (Scuole ed Università pubbliche) per sostenere lo sviluppo dell’equità sociale. ⬍ Bisogna porre molta attenzione ad eventuali tagli alla spesa pubblica, alla dispersione scolastica, alla qualità dell’offerta, ed alla riduzione della capacità di spesa delle famiglie. L’art. 34 della Costituzione recita «La Scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci ei meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.» Il contrasto - Superare la frammentazione Il secondo obiettivo, per contrastare la povertà educativa, è il superamento della 7 frammentazione degli interventi tramite un’azione di sistema, mettendo in atto dei progetti di ampio respiro rivolti a tutta la comunità educante: politiche di Welfare, politiche educative, agenzie sociali ed educative, Famiglia, territorio. Investire nell’educazione Perché è importante investire nell’educazione? Sul lungo periodo, la povertà educativa si traduce in svantaggio sociale, passando dal rappresentare una condizione di vulnerabilità ad una di fragilità. ⤵ ★ La vulnerabilità è una condizione connessa all’essere umano (tutti sono vulnerabili in qualche fase della propria vita, nelle quali si abbassa la capacità di far fronte alle necessità); ★ la fragilità è, invece, l’incapacità totale di far fronte alla vulnerabilità e rappresenta il campo d’azione dell’Assistente Sociale. I maggiori investimenti nazionali I tre maggiori programmi di investimento nazionale sono: 1) “Fondo nazionale di contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale” (2016); 2) “Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile” (2016) che è stato previsto dal Governo, dalle Fondazioni Bancarie e dal Terzo Settore.3) Le risorse del P.N.R.R. (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che ha portato al potenziamento ed all’aumento di posti negli asili nido, un miglioramento dell’edilizia scolastica ed ad interventi di riduzione dei divari educativi e di dispersione scolastica. Alcuni esempi di intervento Di seguito sanno riportati alcuni esempi di intervento che possono essere messi in atto in ogni territorio, con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa: Sostegno al reddito; Istituzione\potenziamento dei Centri per le Famiglie; Supporto alle competenze genitoriali; Progetti innovativi Primi Mille Giorni (tra i quali “Nati per Leggere”, “Nati per la Musica”, “Sciroppo di Teatro”); Supporto ai Centri Bambini-Genitori 0-3 anni; Progetti di affiancamento familiare; Progetti di affido culturale; Gruppi di auto-mutuo aiuto; Accesso gratuito alle consulenze per genitori; Fondi per le agenzie formative; Voucher, buoni e sconti per le attività culturali e\o sportive; Sostegni alle famiglie numerose; Progetti a sostegno di bambini maltrattati e\o vittime di violenza assistita; Progetti di outdoor education; Azioni di contrasto alla dispersione scolastica 12. Le misure di sostegno al reddito - Il ruolo dell’Assistente Sociale Le misure di sostegno al reddito Le misure di sostegno al reddito, previste dal sistema di Welfare italiano, sono misure di inclusione sociale erogate o dagli istituti nazionali o dagli enti locali a sostegno delle famiglie o delle Persone a cui mancano le risorse economiche minime per vivere. A partire dal 2015 si è iniziato a sistematizzare, anche in Italia, lo strumento a supporto del reddito già attivo in numerosi Paesi parte dell’Unione Europea. ➥ Questo strumento viene inteso come un reddito minimo di inserimento, ossia una misura a favore della categoria di Persone che sono considerate in uno stato di povertà, della quale fanno parte molte famiglie con minori a carico, disabili, adulti senza nessun reddito, famiglie in cui vi è un solo reddito. All’interno delle misure di sostegno al reddito rientrano: - Il Sostegno Inclusione Attiva (SIA); - Il Reddito d’Inclusione (REI); - Il Reddito di cittadinanza (RDC, attualmente in vigore); - L’Assegno per l’Inclusione (che entrerà nel sistema a patire dal 2024, sostituendo il Reddito di Cittadinanza). - Inoltre, la legge di Bilancio del 2023 ha approvato: la carta risparmio spesa 2023 , il bonus alimentare per ridurre lo spreco alimentare e la povertà attraverso la distribuzione di pacchi alimentari derivanti dalla raccolta dell’invenduto della distribuzione alimentare. ⬍ La sperimentazione di questi due sistemi partirà dalle città metropolitane e coinvolgerà le famiglie con un’attestazione ISEE inferiore ai 12000€ (la prenotazione sarà resa possibile 8 tramite apposita App). Il sostegno per l’Inclusione Attiva ➔ venne introdotto tramite la legge n. 208\2015 e disciplinato con successivo decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (modificato con un decreto del 16 marzo 2017). ➔ Questa misura prevedeva l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie - che avessero determinate caratteristiche, che riguardavano in particolare la composizione ed il valore dell’attestazione ISEE.- A queste famiglie veniva consegnata una carta di pagamento elettronica che poteva essere utilizzata per l’acquisto dei beni di prima necessità. Per ottenere il credito, i beneficiari dovevano prendere parte ad un progetto di inclusione o di attivazione lavorativa predisposto dai Servizi Sociali (in particolare tramite una collaborazione con i Centri per l’Impiego, i Servizi Sanitari, le Istituzioni Scolastiche e tutti gli enti del terzo settore). La Carta Acquisti con lo scopo di combattere la povertà. Si trattava, precisamente, di una carta acquisti ricaricata mensilmente con un importo pari a 40€. Questa misura, però, non era rivolta a tutte le Persone che versassero in una condizione di povertà, ma solo alle famiglie con figli minori di 3 anni ed ai pensionati che non percepivano una pensione sufficiente per permettere di coprire tutte le spese. Il Reddito d’Inclusione ❖ Per questa misura viene prevista l’eliminazione di tutti i requisiti di accesso che riguardavano la composizione del nucleo familiare. ❖ L’accesso, quindi, viene ora vincolato solo al possesso di una serie di condizioni relative alla residenza ed alla situazione economica. In particolare, - la misura viene prevista per tutti i disoccupati di età superiore ai 55 anni, riconosciuti come soggetti difficilmente impiegabili attraverso la ricerca di un lavoro in autonomia. - Il beneficio viene concesso per un periodo massimo di 18 mesi (rinnovabile per un ulteriore periodo di 12 mesi). Anche in questo caso è prevista una “parte attiva”, ossia la partecipazione del beneficiario ad un progetto personalizzato, elaborato tramite i Servizi Sociali, che sia in grado di promuoverne l’inclusione sociale e\o lavorativa se ritenuto possibile ed opportuno. Il lavoro di rete Viene, quindi, attuato un lavoro di rete tra i vari soggetti istituzionali coinvolti in questi progetti personalizzati, che prevedevano l’erogazione di Servizi da parte degli organi competenti in materia, in cambio del rispetto di alcuni impegni da parte della famiglia. Gli interventi da includere nel progetto venivano definiti tramite un’attenta e complessa valutazione delle problematiche e dei bisogni del nucleo, nella quale si teneva in considerazione la situazione lavorativa, l’occupabilità, il livello d’istruzione e formazione, la condizione abitativa e di tutti gli elementi che fossero utili a delineare la situazione socio- economica del beneficiario. Il Reddito di Cittadinanza ❖ è la misura attualmente attiva per quanto riguarda la Politica del Lavoro ed il contrasto alla povertà, alla disuguaglianza ed all’esclusione sociale. ❖ Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi (o del reddito, qualora fosse solo uno) familiari associato ad un percorso obbligatorio di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti tramite la sottoscrizione di 9 un Patto per il lavoro o di un Patto per l’inclusione sociale (a seconda di quelle che sono le motivazioni che portano il soggetto a richiederne l’erogazione). 10