Il Sistema dell'Arte Contemporanea in Francia alla Fine del XIX Secolo PDF

Summary

Questo documento esplora il sistema dell'arte contemporanea in Francia alla fine del XIX secolo. Analizza le tendenze dell'epoca, la nascita del mercato dell'arte e il ruolo dei mercanti d'arte.

Full Transcript

Il Sistema dell’Arte Contemporanea in Francia alla Fine del XIX Secolo Alla fine del XIX secolo, in Francia, il sistema dell’arte contemporanea si sviluppò come una reazione al sistema tradizionale che dominava la produzione artistica. Questo nuovo sistema, composto da aste, fiere e gallerie, divent...

Il Sistema dell’Arte Contemporanea in Francia alla Fine del XIX Secolo Alla fine del XIX secolo, in Francia, il sistema dell’arte contemporanea si sviluppò come una reazione al sistema tradizionale che dominava la produzione artistica. Questo nuovo sistema, composto da aste, fiere e gallerie, diventa una struttura alternativa che sfida le istituzioni artistiche ufficiali. Il movimento dell’arte d’avanguardia nasce come opposizione all’Accademia delle Belle Arti, un’istituzione politica con un forte controllo sulla produzione artistica e culturale. Fondata nel 1600, l’Accademia aveva il compito di: Definire i confini del fenomeno artistico Stabilire il valore dell’arte e dei suoi protagonisti Dare dignità all’arte Legittimare i valori estetici da presentare al pubblico Determinare la teoria estetica alla quale l’arte doveva aderire Questa funzione politica si esprimeva in una visione conservatrice, sia artistica che politica. Fino alla fine del XIX secolo, l’Accademia delle Belle Arti esercitava un potere quasi esclusivo sulla vita artistica in Francia, soprattutto durante l’epoca napoleonica e sotto Napoleone III. Essa supervisionava tutte le scuole d’arte, determinando le linee guida e i principi di legittimità artistica. I membri dell’Accademia avevano il potere di escludere opere che non rispecchiavano i gusti del periodo o gli ideali politici dominanti. L’ammissione all’Accademia diveniva così l’unica via di legittimazione per un artista, e la carriera di un pittore dipendeva interamente dai canali ufficiali, con il culmine rappresentato dall’esposizione delle sue opere al Louvre, il museo statale per eccellenza. Tuttavia, verso la fine del XIX secolo, una nuova generazione di artisti inizia a sfidare questo sistema, proponendo un’arte più libera e sperimentale. Tra questi emerge Pablo Picasso, che diventerà una figura centrale nell’arte d’avanguardia. Il ready-made e Duchamp Il ready-made di Marcel Duchamp, in particolare l'orinatoio intitolato Fontana, è l'opera che più di tutte sollevò la possibilità di riconoscere un oggetto comune come opera d'arte. Inizialmente accolto con giudizi negativi, questo lavoro ha rivoluzionato il concetto stesso di arte, ampliandolo fino a includere elementi della vita quotidiana. La bellezza dell'opera non risiede nel suo aspetto estetico, ma nell'idea che rappresenta, mettendo al centro il concetto stesso come fulcro dell'espressione artistica. Per Duchamp, l'originalità non è necessariamente legata alla bellezza: esistono forme di originalità che possono essere belle e altre che non lo sono, poiché l'originalità è una questione soggettiva. Cézanne e Duchamp segnano due momenti fondamentali nella storia dell'arte contemporanea. Cézanne ha rotto i canoni tradizionali consolidati fino all'Impressionismo, mentre Duchamp ha rifiutato ogni etichetta, sviluppando un linguaggio unico che unisce oggetti, immagini e messaggi spesso criptici. Esempio emblematico è la firma sull'orinatoio: Mutt (coraggio), o R. Mut, un gioco linguistico che richiama la parola tedesca Mutter (madre) e allo stesso tempo evoca l'orinatoio, con un riferimento all'intimità femminile. La nascita del mercato dell’arte contemporanea 1855 - Esposizione Universale di Parigi Aveva lo scopo di celebrare la grandezza dello stato francese e includeva opere esposte sotto il controllo dell’Accademia delle Belle Arti. Tra i partecipanti si trovava Courbet, che organizzò un padiglione dedicato agli artisti realisti. 1863 - Primo Salone dei Rifiutati In questo evento vennero esposte le opere degli artisti esclusi dal Salone ufficiale dell’Accademia. La giuria, che giudicava le opere per l’Esposizione Universale, faceva scelte che evidenziavano l’inferiorità di queste opere non ufficiali. Il pittore Manet partecipò, diventando il capostipite dell’Impressionismo. 1884 - Il Salone degli Indipendenti Il Salone degli Indipendenti fu il primo salone veramente alternativo, senza giuria né premi, offrendo agli artisti uno spazio libero di espressione senza alcun criterio ufficiale di selezione. 1903 - Il Salone d’Autunno Pur avendo una giuria, questo mirava a indirizzare il pubblico verso un gusto nuovo e d’avanguardia. Collezionisti influenti come Gertrude Stein e Daniel Canveiler iniziarono ad acquistare opere di artisti moderni, come i cubisti e De Chirico. La figura dei Mercanti d’Arte I mercanti d’arte furono cruciali nello sviluppo dell’arte moderna, contribuendo a legittimare gli artisti al di fuori dei canali ufficiali. Paul Durand-Ruel fu il primo grande mercante d’arte a valorizzare l’arte moderna, diventando un prototipo del mercante moderno. Durand-Ruel guardava oltre l’Accademia e i circuiti ufficiali, introducendo pratiche innovative: - Investire in arte non ancora richiesta: Durand-Ruel scopriva artisti che non avevano ancora una clientela consolidata, cercando di individuare nuove tendenze artistiche. - Monopolizzare un artista: dopo aver individuato un talento, lo metteva sotto contratto, acquistando tutte le sue opere per un determinato periodo e dando alla sua galleria l’esclusiva su quelle opere. Durand-Ruel organizzava mostre collettive e personali per dare visibilità ai suoi artisti, creando una rete che li rendeva progressivamente più conosciuti. Inoltre, creò filiali all’estero e reti di gallerie per sviluppare un mercato internazionale per l’arte moderna. Utilizzava anche le riviste di settore per promuovere l’arte moderna, creando un’alternativa alle strutture ufficiali e contribuendo alla diffusione di un gusto artistico innovativo. Le riviste fungevano da tribune vive, aggiornando continuamente il pubblico sulle novità artistiche. Collezionisti e Galleristi Influenti Ambroise Vollard, altro grande gallerista, ritratto da Picasso, creò un ponte tra la generazione impressionista e post-impressionista e le avanguardie parigine. Vollard organizzò mostre su Picasso, Matisse e Cézanne, intrattenendo anche rapporti personali con gli artisti e acquistando direttamente da loro. Daniel Kahnweiler, conosciuto come il mercante del cubismo, sviluppò ulteriormente la strategia di Durand-Ruel. Fu il primo a contrattualizzare Picasso e altri cubisti, acquistando e esponendo opere che erano state rifiutate al Salone d’Autunno. L’arte tra le due guerre: il mercato e l’avanguardia All’inizio del XX secolo, le prime avanguardie artistiche, nate con una forte spinta rivoluzionaria, iniziarono progressivamente a perdere la loro carica originaria a causa dell’influenza del mercato dell’arte, che trasformò le opere in beni di consumo e oggetti di investimento. Sebbene l’arte d’avanguardia non avesse inizialmente un valore economico, la classe borghese, arricchita dai cambiamenti sociali ed economici, cominciò a considerarla un potenziale investimento, attratta dalla capacità dell’arte contemporanea di rappresentare lo spirito dei tempi e il bisogno di rottura con la tradizione. Negli anni Venti, l’arte d’avanguardia divenne un fenomeno commerciale: iniziò ad essere percepita come status symbol, elemento di arredamento e moda culturale. Questo successo commerciale fu inaugurato dalla vendita all’asta delle opere della collezione di Daniel Kahnweiler, che includeva oltre 700 opere, tra cui 130 di Picasso, confiscate durante la Prima Guerra Mondiale per via della sua nazionalità (tedesco) e cedute alla Francia come risarcimento. Le opere, sebbene vendute a prezzi inferiori rispetto alle loro precedenti valutazioni, furono acquistate da mercanti e collezionisti, creando un mercato in cui la rarità e la difficoltà nel reperire queste opere ne aumentarono il valore. La dispersione della collezione Kahnweiler rappresentò un momento cruciale: non solo contribuì alla valorizzazione delle opere d’arte come investimento economico, ma segnò anche un cambiamento nella percezione del loro significato culturale. Da un lato, i collezionisti riuscivano a costruire collezioni che non erano solo un insieme di opere, ma un’unità dotata di un proprio valore; dall’altro, l’arte si stava trasformando sempre più in un prodotto del mercato, perdendo parte della sua originaria vitalità culturale. Entro la metà degli anni Venti, il mercato artistico di Parigi si era connesso alle principali città europee e agli Stati Uniti, dando all’arte moderna una portata internazionale. Tuttavia, movimenti come il dadaismo e il surrealismo criticarono aspramente questa deriva commerciale, opponendosi ai valori borghesi e alle dinamiche del mercato. Nonostante queste critiche, i più grandi artisti surrealisti finirono per essere inglobati nel sistema del mercato, soprattutto negli Stati Uniti, che iniziavano a emergere come nuovo centro dell’arte contemporanea. Con il crollo della borsa di Wall Street nel 1929, anche il sistema dell’arte fu travolto dalla crisi economica. Le vendite diminuirono, il valore delle opere crollò, e il legame sempre più stretto tra arte e dinamiche finanziarie divenne evidente. André Breton, figura centrale del surrealismo, denunciò apertamente l’ingresso dell’arte nel mercato capitalistico, criticando il modo in cui questo sistema aveva imborghesito l’arte, mistificandone il valore culturale. Attraverso la rivista La Révolution surréaliste, Breton promosse una ferma opposizione a questo sistema, evidenziando il conflitto tra le aspirazioni creative dell’arte e le logiche di mercato. Nonostante le difficoltà degli anni Trenta, aggravate dalla crisi economica globale, l’arte riuscì a riprendersi durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel dopoguerra, gli Stati Uniti consolidarono il loro ruolo come nuovo centro dell’arte moderna, contribuendo a ridefinire il panorama artistico internazionale. Tuttavia, il dibattito sull’influenza del mercato sull’arte e sulla sua capacità di mantenere una dimensione autenticamente culturale rimase aperto, riflettendo le tensioni tra creazione artistica, valori estetici e dinamiche economiche. Stati Uniti Dal dopoguerra, il panorama dell’arte moderna si spostò verso gli Stati Uniti, che divennero un nuovo centro per l’arte contemporanea. L’Armory Show del 1913, una mostra di arte d’avanguardia che coinvolse numerosi collezionisti americani e che segnò l’inizio di un’influenza crescente della cultura americana sull’arte contemporanea. L’evento, che attirò oltre 10.000 visitatori, segnò l’inizio di un’interazione tra avanguardia e società più ampia, con l’arte che cominciava ad essere percepita non solo dai collezionisti, ma anche dal pubblico generale. Negli anni successivi, gli Stati Uniti divennero un ambiente fertile per lo sviluppo dell’arte contemporanea. Una figura centrale in questo processo fu Peggy Guggenheim, che, dal 1942 al 1947, fondò la Guggenheim Jeune a New York, diventando un punto di riferimento fondamentale per il mercato dell’arte contemporanea. Contemporaneamente, il Museum of Modern Art (MoMA), inaugurato a New York nel 1929, si consolidò come un polo fondamentale per l’arte moderna, con Alfred Barr alla sua guida. Negli anni cinquanta New York diventa al centro mondiale dell’arte contemporanea: figura decisiva fu Leo Castelli, il più importante mercante d’arte americano delle avanguardie, che svolse un ruolo cruciale nella promozione di artisti come quelli della Pop Art e del Minimalismo. Castelli, attraverso il suo approccio imprenditoriale, contribuì a consolidare la posizione dominante degli Usa nel mercato dell’arte contemporanea. Negli anni ‘70, Soho divenne il cuore pulsante del mondo dell’arte a New York, con le gallerie che si spostavano in questo quartiere, e molti artisti promossi da Castelli raggiungevano valori altissimi nelle vendite. Castelli si distinse anche per il suo eccellente rapporto con i direttori dei musei e i grandi collezionisti, aiutando a creare una rete che definì la scena dell’arte contemporanea americana. Negli anni 80, il mercato artistico esplode nell'east village. Germania Nel 1912, l'Esposizione del Sonderbund promuove una nuova visione dell'arte, favorendo la collaborazione tra artisti e collezionisti. Un personaggio centrale nell'avanguardia tedesca è Herwarth Walden, fondatore della rivista e della galleria Der Sturm. Tuttavia, con l'ascesa del nazismo, la galleria viene chiusa, e Walden è costretto a trasferirsi in Unione Sovietica. Durante il periodo nazista, l'arte d'avanguardia è fortemente criticata e bollata come degenerata. Nel 1937, il regime organizza la Mostra di Arte Degenerata, esponendo opere confiscate dai musei tedeschi. Paradossalmente, la mostra ottiene un enorme successo di pubblico. Italia In Italia, per gli artisti era complicato ottenere visibilità internazionale senza il supporto di mercanti esteri o la partecipazione a esposizioni internazionali. Alla fine dell'Ottocento nasce il movimento divisionista, seguito dal Futurismo, il primo vero movimento d'avanguardia italiano. Dal 1895, la Biennale di Venezia diventa un evento chiave per il confronto artistico internazionale, stimolando anche il turismo e favorendo lo sviluppo del mercato dell'arte in Italia. Gli artisti potevano partecipare su invito diretto o previa selezione, ma il successo della Biennale genera reazioni critiche da parte dei giovani artisti. Nel 1910, il Futurismo prende vita con la pubblicazione del manifesto di Filippo Tommaso Marinetti su Le Figaro. Il movimento debutta a Parigi e, nel 1911, organizza la sua prima mostra in Italia. Un'altra esposizione fondamentale è la Libera Esposizione Futurista Internazionale, tenutasi alla galleria Sprovieri nel 1914. Tra le due guerre, il mercato dell'arte contemporanea in Italia inizia a svilupparsi, con la Biennale di Venezia che rimane un punto di riferimento. Nel 1931 viene fondata anche la Quadriennale di Roma, che acquisisce crescente importanza. Negli anni Venti, molti artisti italiani si trasferiscono in Francia, in cerca di maggiore visibilità. Negli anni Trenta, Milano e Roma emergono come centri vitali del mercato dell'arte italiano. A Milano, la galleria del Milione diventa la principale piattaforma per l'avanguardia italiana. Tuttavia, il mercato dell'arte in Italia rimane debole, soprattutto a causa della scarsità di musei d'arte contemporanea. Solo Roma e Torino dispongono di istituzioni dedicate, limitando le possibilità per gli artisti di ottenere una piena affermazione. Il prodotto artistico L’opera d’arte contemporanea si distingue non solo per le sue caratteristiche estetiche, ma anche per le sue funzioni extra-estetiche, che includono aspetti sociali, culturali ed economici, tipici delle società capitalistiche. Questi aspetti possono essere considerati sotto due principali prospettive: - Bene simbolico: l’opera d’arte diventa uno status symbol. - Valore economico: viene anche valutata in base al suo valore di scambio nel mercato. Il prodotto artistico si differenzia dall’artigianato e dalla produzione industriale, in quanto la sua desiderabilità non si basa su una funzionalità pratica, ma sulla funzione estetica e sull’unicità che lo contraddistingue. La rarità delle opere d’arte contemporanea è regolata dalle dinamiche del sistema artistico: sebbene l’artista sia l’autore dell’opera, per riconoscerla come tale, il monopolio dell’opera viene trasferito ai mercanti e agli imprenditori. Pertanto, dal punto di vista sociologico, l’opera d’arte è il risultato non solo dell’artista, ma di tutti i protagonisti che fanno parte del sistema dell’arte. Il pubblico gioca un ruolo importante nell’amplificare il successo di un artista, ma non nel determinarlo. L’artista è già affermato prima che il pubblico riconosca il suo valore. Per definire il valore di un’opera d’arte contemporanea, si considerano fattori sia quantitativi che qualitativi. Nel caso della pittura, ad esempio, esiste una gerarchia delle tecniche, con l’olio su tela generalmente considerato più prestigioso rispetto ad altre tecniche, come i disegni a penna o la grafica seriale. Per le arti più recenti, come l’arte minimalista, povera e concettuale, che utilizzano materiali e tecniche diverse, è più difficile stabilire un valore preciso. I lavori che non vengono acquistati sono spesso smantellati, lasciando solo il progetto, mentre esistono anche opere più adatte alla commercializzazione, come disegni o lavori più piccoli. Diversi fattori contribuiscono a determinare il valore di un’opera, come la data di esecuzione, l’originalità, la quantità di lavori simili, la presenza dell’opera in mostre o riviste di rilievo, e la sua provenienza da collezioni prestigiose. Il rapporto tra qualità e valore commerciale non è automatico, ma dipende dalla disponibilità o scarsità di opere sul mercato, dalle strategie promozionali adottate da mercanti e musei, e dalla distribuzione delle opere. Inoltre, la componente nazionalistica, in particolare quella americana, gioca un ruolo cruciale nel determinare i valori di mercato. Un esempio di questo sistema è Kunst Kompass, una classifica annuale della rivista tedesca Capital, che identifica gli artisti più rilevanti a livello mondiale, basandosi sulle quotazioni medie delle opere e sui riconoscimenti culturali. Esistono varie tipologie di classifiche, ma tutte partono dal riconoscimento storico-critico, che è un fattore determinante per le quotazioni nel mercato dell’arte. Il museo e il suo ruolo nell'arte contemporanea Il ruolo del museo nell’arte contemporanea è centrale, ma al contempo problematico. Da un lato, essere esposti in un museo rappresenta il vertice della legittimazione artistica; dall’altro, il rapporto tra arte contemporanea e museo è complesso, a causa della differenza tra la dinamica museale tradizionale e quella dell’arte moderna e contemporanea. I musei, che iniziano a svilupparsi nel XX secolo, non sono stati sempre i protagonisti della definizione dell’arte contemporanea, ma lo sono diventati progressivamente. Nei secoli passati, in particolare in Francia, il sistema museale aveva già un’importante funzione legittimante per gli artisti, ma i musei di arte contemporanea nascono per rispondere alle sfide di un mondo artistico in continua evoluzione. Il museo, quindi, non è solo un luogo di conservazione ma anche un soggetto che interviene attivamente nella creazione del canone artistico, come nel caso del Musée du Luxembourg, che acquisiva e esponeva opere ritenute degne di appartenenza al patrimonio nazionale. Il MoMA (Museum of Modern Art) di New York, fondato nel 1929, è uno degli esempi emblematici di come un museo possa influenzare il corso dell’arte contemporanea. Sostenuto da importanti mecenati e diretto da Alfred Barr, il MoMA ha avuto un ruolo fondamentale nella promozione e valorizzazione dell’arte moderna, anche se, per alcuni critici, il suo approccio curatoriale ha avuto il rischio di costruire la storia dell’arte, creando una selezione che rifletteva più le sue scelte personali che una visione oggettiva della storia. Questo implica una tensione fondamentale tra l’arte e il mercato: i musei, nati come una risposta alle dinamiche economiche che mercificano l’arte, hanno dovuto confrontarsi con l’interferenza del mercato dell’arte nelle loro scelte curatoriali. Nonostante ciò, il museo resta una struttura che, pur essendo influenzata dal contesto economico, cerca di preservare l’autenticità e la libertà creativa dell’artista. Infine, un altro aspetto importante del museo contemporaneo è la sua funzione di promozione della ricerca e della sperimentazione. I musei, come il MoMA, non solo conservano le opere ma, attraverso mostre e acquisizioni, promuovono nuovi linguaggi e tendenze artistiche. L’approccio di Alfred Barr si è basato sul coraggio di valorizzare l’arte emergente, pur consapevole della fallibilità del suo ruolo. Così facendo, i musei continuano a essere spazi di riflessione critica e, nonostante le critiche, punti di riferimento per l’arte contemporanea. Epoca del trionfo di arte concettuale L'epoca dell'arte concettuale segna una fase in cui la critica è sottile e spesso l'arte diventa difficile da comprendere senza una chiave di lettura predefinita. Chi si avvicina a queste opere è già inserito in un certo contesto interpretativo. Un esempio di questo è un'opera in cui l'ultima scena mostra un corpo fotografato, ma in realtà quella scena non fa parte dell'opera stessa. Sebbene l'arte cerchi legittimazione estetica e il riconoscimento del proprio significato, è anche necessario distaccarsi da queste dinamiche. Storicamente, l'arte ha sempre avuto un valore educativo, come nel caso delle vetrate e delle strutture cristiane che potevano essere lette e interpretate. Parlare attraverso l'immagine richiede una formazione che consente di interpretare il messaggio visivo. Tuttavia, oggi l'arte ha perso questo ruolo educativo. La nostra educazione proviene da altri ambiti, come la scienza, la tecnologia, l'economia e la politica, che ci trasmettono valori. L'artista contemporaneo, infatti, non intende più avere un ruolo educativo. L'arte odierna, con l'evoluzione verso l'arte concettuale, ha portato a un cambiamento in cui il segno prevale sull'immagine. Per comprendere il significato di queste opere, è necessario conoscere il linguaggio artistico specifico, altrimenti non si riesce ad afferrare il senso dell'opera, che è più metaforica e allegorica che simbolica. Questo processo ha avuto inizio con Duchamp, che ha cercato di allontanare l'arte dal sensibile per portarla nell'ambito della ragione. Ciò ha avuto un impatto duraturo sulla natura dell'arte contemporanea, che ora mira a obiettivi diversi rispetto al passato. Il tema dell'educazione estetica è cruciale, e c'è un tentativo di riportarlo nelle scuole, ma oggi l'oggettività è associata più al sapere scientifico che all'arte e alla creatività. Il Sistema dell’Arte Contemporanea: Gallerie, Fiere, Aste Il mercato dell’arte contemporanea è un sistema altamente stratificato che include diverse categorie di protagonisti (gallerie, fiere e case d’asta). La struttura di questo mercato è influenzata da vari fattori, come la promozione di nuovi artisti, la gestione delle opere d’arte già affermate e il ruolo cruciale di collezionisti e critici. Gallerie: le gallerie d’arte contemporanea sono fondamentali per il sistema dell’arte, fungendo da punto di incontro tra artisti e compratori. Si distinguono in diverse tipologie, che variano per dimensione e capacità imprenditoriale. Esistono gallerie che offrono spazi a pagamento, dove l’artista paga per l’affitto dello spazio espositivo, spesso destinato a dilettanti o artisti non professionisti. Altri tipi di gallerie, di piccola e media importanza, operano a livello nazionale o locale, sviluppando forti relazioni con il territorio e i collezionisti. Le gallerie di livello nazionale e internazionale, invece, si concentrano su artisti emergenti e affermati, gestendo rapporti con collezionisti, musei e società, e influenzando notevolmente il valore delle opere d’arte. Queste gallerie, pur non richiedendo il pagamento per esporre artisti di fama, giocano un ruolo importante nel definire ciò che è considerato arte. La promozione degli artisti è cambiata nel tempo, e oggi, con l’influenza della filosofia postmoderna, l’arte tende a concentrarsi su risultati immediati e frammenti, piuttosto che su narrazioni complesse e storiche. In questo contesto, il mercato dell’arte è sempre più caratterizzato da un legame stretto con il business e la moda, spesso spingendo verso il successo rapido e la speculazione economica. Fiere d’Arte: altro elemento fondamentale del sistema dell’arte contemporanea. Nacque negli anni ‘70 a Colonia e, da allora, si sono sviluppate in Europa e negli Stati Uniti. Questi eventi trattano l’oggetto artistico come una merce, con l’obiettivo di aumentarne la vendita e il prestigio. Le fiere, come quella di Basilea, sono tra le più importanti a livello globale, ma molte altre hanno avuto un ruolo cruciale nell’avvicinare un pubblico sempre più vasto all’arte contemporanea. Tuttavia, le fiere sono talvolta viste con scetticismo da alcuni artisti, che considerano il loro approccio troppo commerciale e distante dalla vera essenza artistica. Le fiere organizzano mostre tematiche, eventi collaterali e incontri con critici, e offrono alle gallerie una piattaforma per aumentare il loro business. In questo contesto, l’aspetto economico dell’arte contemporanea è sempre più rilevante, alimentando il fenomeno speculativo che porta a fenomeni come l’acquisto di opere d’arte più per il loro valore economico che per il loro significato artistico. Un esempio eclatante è il caso della banana attaccata con dello scotch di Maurizio Cattelan, acquistata come investimento economico piuttosto che per il suo valore artistico. Aste: le case d’asta, come Christie’s e Sotheby’s, sono protagoniste in questo mercato e determinano il valore delle opere d’arte. Negli anni ‘80, le case d’asta hanno avuto un impatto significativo, soprattutto durante un periodo di euforia speculativa. Le aste sono utilizzate anche per lanciare nuovi artisti, con i battitori che possono alzare i prezzi strategicamente per massimizzare il valore delle opere. L’Hotel Drouot di Parigi, che aveva monopolizzato le aste pubbliche, è stato soggetto a liberalizzazione grazie alle direttive europee. In questo contesto, le case d’asta forniscono riscontri oggettivi sull’andamento del mercato e diventano indicatori chiave del valore delle opere. I Collezionisti Il collezionismo svolge un ruolo determinante nel mercato dell’arte. Esistono vari livelli di fruizione dell’arte, che spaziano dall’indiretto (attraverso riproduzioni e mostre pubbliche), al più ristretto (collezionisti di gallerie), fino alla proprietà privata, dove il collezionista possiede l’opera come simbolo di status. I collezionisti possono essere divisi in due categorie principali: irrazionali e affettivi, per cui l’acquisto riflette la propria identità; razionali, culturali ed economici, che acquistano opere come strumento di prestigio sociale. Si distinguono, inoltre: piccoli e medi collezionisti, tradizionali e spesso attratti da opere come investimento,; grandi collezionisti, che contribuiscono significativamente all’arricchimento culturale delle loro città. Negli ultimi anni, è emerso un nuovo tipo di collezionista: quello internazionale, che influisce direttamente sul valore degli artisti. Inoltre, il collezionismo aziendale ha preso piede, con le aziende che acquistano opere d’arte non solo per motivi estetici, ma anche come strumento di branding per costruire un’immagine aziendale forte. Musei d'Arte Contemporanea I musei d'arte contemporanea sono divenuti luoghi cruciali nella carriera di un'artista, fungendo da punto di convergenza tra arte e istituzioni. Nati a New York nei primi decenni del XX secolo, questi musei hanno avuto un impatto significativo nell'incrementare l'interesse per l'arte moderna e contemporanea. Alcuni esempi notabili includono: Il MoMA di New York (fondato nel 1929 grazie a finanziamenti come quelli di Rockefeller) ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione dell'arte moderna, cercando un equilibrio tra conservazione e ricerca. Barr, uno dei suoi primi direttori, ha riconosciuto l'importanza dei media nella diffusione del messaggio artistico. La Società Anonima (1920-1930), fondata da Katherine Dreier e Duchamp, ha preceduto i musei contemporanei, organizzando mostre delle avanguardie artistiche dell'epoca. Il Guggenheim Museum (fondato nel 1939 da Solomon Guggenheim) ha promosso l'arte astratta, ed è stato progettato dall'architetto Frank Lloyd Wright. II museo è stato oggetto di critiche per le sue difficoltà di esposizione a causa della sua struttura innovativa. Oggi, i musei d'arte contemporanea sono monumenti simbolici che definiscono l'identità culturale delle città, svolgendo un ruolo fondamentale nel dialogo tra arte e architettura, oltre a legittimare socialmente e politicamente gli artisti. La critica d'arte La critica d'arte è il recesso di formulazione di giudizi qualitativi sulle opere d'arte, che dipendono dalla formazione culturale e dalla visione del critico. Pur essendo sempre stata una componente fondamentale del mercato dell'arte, oggi la sua influenza è mutata, con un ruolo crescente dei direttori di musei e dei curatori. Esistono tre principali tipi di critica d'arte: Estemporanea: scrittori, giornalisti e poeti che trattano l'arte come un tema occasionale. Teorica: critici accademici che si concentrano sull'analisi storica e teorica delle opere. Manageriale: critici orientati alla promozione di nuove tendenze e alla curatela di mostre, spesso coinvolti nel mercato. La critica ha il potenziale di promuovere artisti e influenzare il mercato, ma può anche ridursi a un mero strumento commerciale. Il silenzio della critica è considerato il peggior giudizio, mentre una recensione negativa, se ben gestita, può comunque portare visibilità all'artista. In sintesi, la domanda di arte contemporanea è alimentata dalla sua funzione simbolica come status sociale e da un sistema complesso di attori, tra cui collezionisti, musei e critici, che determinano e influenzano il valore delle opere. Riviste, Cataloghi ed Editoria d'Arte Le riviste d'arte hanno avuto un ruolo cruciale nella diffusione delle correnti artistiche fin dalla fine dell'Ottocento, in particolare negli anni '60 e '70, quando molte di esse divennero strumenti importanti per la divulgazione delle avanguardie. I contenuti di queste riviste si concentrano su articoli che trattano tendenze artistiche o artisti specifici, accompagnati da immagini curate, sebbene spesso contengano anche pubblicità, che ne ha influenzato lo sviluppo e l'orientamento. In Italia, negli anni '60, una nuova generazione di riviste d'avanguardia, sostenute da alcune gallerie attive, contribuì a una strategia culturale di promozione dell'arte. Con l'avvento di internet, sono emerse riviste online che hanno reso l'informazione artistica ancora più accessibile. I cataloghi d'arte hanno subito un'evoluzione significativa, rispecchiando la crescita del mercato. Questi strumenti riguardano mostre personali, collettive, esposizioni monografiche, case d'asta o la produzione artistica di singoli artisti. I cataloghi sono cruciali per la promozione di un artista e per aumentare il suo prestigio, con un impatto significativo anche sul valore di mercato delle sue opere. Un esempio storico è il Catalogo Bolaffi Arte Moderna, che nel 1963 influenzò fortemente le quotazioni del mercato, pur attraversando una crisi dovuta alla mancanza di documentazione completa e alla dipendenza dalle inserzioni pubblicitarie. Oggi, i cataloghi si concentrano non solo su mostre, ma anche sulla produzione di artisti viventi o defunti, specialmente quelli che hanno raggiunto un alto livello di carriera. Inoltre, alcune case editrici si sono specializzate nella pubblicazione di questi cataloghi, aumentando la professionalità del settore. Gli Artisti Un artista contemporaneo non è solo il creatore di opere, ma è anche parte di un processo che unisce elementi culturali ed economici. Sebbene venga spesso visto come il simbolo della creatività individuale e libera, l'artista è influenzato dalle dinamiche socio-culturali ed economiche del mercato dell'arte. Per affermarsi, deve essere riconosciuto socialmente e, spesso, adattarsi alle logiche del mercato. Un aspetto problematico per l'artista è l'alienazione, poiché non ha il controllo sul valore commerciale, sulla distribuzione e sul consumo delle sue opere una volta vendute. Inoltre, c'è la pressione di riprodurre lo stile che lo ha reso famoso, e alcuni rischiano di essere sfruttati durante il loro momento d'oro sotto l'attenzione di gallerie prestigiose. Mentre alcuni artisti faticano a emergere con un linguaggio innovativo, altri possono ottenere rapidamente successo seguendo le mode, ma il loro successo può rivelarsi effimero. Il sogno di molti artisti è raggiungere un successo stabile, diventando classici nel panorama contemporaneo. Per definire un artista professionale, due criteri sono particolarmente rilevanti: - La formazione scolastica, che non è però determinante, visto che molti artisti sono autodidatti. - La capacità di sostenersi economicamente con l'attività artistica, sebbene molti, pur essendo professionisti, esercitino anche altri lavori, come l'insegnamento. L'Arte e la Filosofia della Moda Esiste un legame profondo tra il mondo della comunicazione dell'arte e quello della psicologia della moda, poiché entrambi esplorano la dicotomia tra ciò che pensiamo di essere e come desideriamo apparire. Il tema del gusto gioca un ruolo centrale in questa dinamica, orientando le nostre azioni e le nostre spese. Secondo Du Bos, la moda è una forma di creatività che ci provoca un piacere disinteressato, legato al gusto e alla bellezza. La moda, quindi, non si limita alla semplice apparenza esteriore, ma diventa una manifestazione della nostra identità. Essa rappresenta un tentativo di produrre oggetti o simboli di status che ci permettano di sentirci parte di una cultura di riferimento. Schopenhauer ha esplorato il concetto di volontà di vivere, ossia il desiderio irraggiungibile dell'individuo. Questo desiderio, che alimenta il mondo contemporaneo, genera una ricerca incessante di appagamento, ma la soddisfazione è sempre temporanea. In questo senso, sia l'arte che la moda diventano forme di liberazione, anche se sempre transitorie. Kierkegaard ha associato l'arte alla figura del Don Giovanni, simbolo di un desiderio infinito e insoddisfatto. La società contemporanea, come il personaggio di Don Giovanni, desidera tutto e, quando ottiene qualcosa, brama già qualcosa di nuovo. Il risultato è una continua ricerca di soddisfazione che non si ferma mai. La moda, quindi, rappresenta un desiderio che non può mai essere completamente soddisfatto. Simmel, nel suo saggio sulla moda, analizza la funzione della moda come simbolo culturale, affermando che essa è una delle forme di simbolizzazione della nostra realtà, un mezzo attraverso il quale esprimiamo un mondo in costante evoluzione. La moda è sia imitazione che autodeterminazione: chi segue una moda può essere motivato dal desiderio di conformarsi, ma allo stesso tempo sceglie di differenziarsi attraverso quella stessa moda. Così, la moda è un fenomeno complesso, che non può essere ridotto a una sola dimensione, ma è un mix di tendenze e desideri. Infine, la cultura dello scarto ci ricorda che, sebbene la moda possa sembrare superficiale e banale, essa rappresenta anche una forma di creatività umana. Attraverso la moda, l'individuo esprime la propria bellezza e la propria identità. La moda è, quindi, una forza vitale e dinamica che si nutre di energia creativa, riflettendo l'identità e la valorizzazione del sé.

Use Quizgecko on...
Browser
Browser