Metodologia della ricerca qualitativa PDF
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Martina Cvajner, Andrea Fleckinger, Anna Serbati
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This document provides an introduction to qualitative research methodology. It details the objectives, characteristics, and key processes of qualitative research, including different approaches, techniques, data analysis, and theoretical frameworks. The text examines the history and development of qualitative research approaches, highlighting the significance of cultural contexts and researcher subjectivity.
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Metodologia della ricerca qualitativa Martina Cvajner, Andrea Fleckinger, Anna Serbati INTRODUZIONE ALLA RICERCA QUALITATIVA (M. Cvajner) Obiettivi del corso: ✔ Capire la centralità dei metodi di ricerca qualitativi ✔ Capire cos’è la ricerca qualitativa...
Metodologia della ricerca qualitativa Martina Cvajner, Andrea Fleckinger, Anna Serbati INTRODUZIONE ALLA RICERCA QUALITATIVA (M. Cvajner) Obiettivi del corso: ✔ Capire la centralità dei metodi di ricerca qualitativi ✔ Capire cos’è la ricerca qualitativa ✔ Capire la differenza e le similitudini tra approcci qualitativi e quantitativi ✔ Capire che la metodologia è vitale in qualsiasi ricerca ✔ Sperimentare con le tecniche di ricerca qualitativa ✔ Confrontarsi e discutere circa le proprie scoperte ✔ Analizzare i dati raccolti ✔ Pensare e redigere un piano di ricerca ✔ Lavorare in gruppo pur lavorando da soli La ricerca qualitativa è volta a comprendere le esperienze umane. Si vuole capire cosa pensa/come si sente un determinato individuo/gruppo riguardo ad una determinata situazione. Questo tipo di informazioni sono soggettive, poiché coinvolgono i sentimenti e le impressioni, più che i numeri. La ricerca qualitativa è focalizzata su più metodi, coinvolgendo un approccio interpretativo e naturalistico alla sua materia. I ricercatori (qualitativi) studiano le “cose” (le persone e i loro pensieri) nel loro ambiente naturale, cercando di dare un senso o interpretare i fenomeni in base ai significati che le persone gli attribuiscono. La ricerca qualitativa implica l’uso (ragionato) e la raccolta di una varietà di materiali empirici (casi di studio, esperienze personali, storie di vita, interviste, testi, documenti storici, osservazioni interazionali e visive) che descrivono sia routine che momenti salienti e significativi nelle vite degli individui. Presuppone un’ampia gamma di metodi interconnessi, auspicando di ottenere sempre una soluzione migliore relativa all’argomento in questione. Il ricercatore come bricoleur Produce un bricolage, ovvero un insieme di molteplici pratiche di ricerca che forniscono soluzioni a un problema in una situazione concreta. La soluzione è una costruzione emergente che cambia e assume nuove forme man mano che strumenti, metodi e tecniche diversi vengono aggiunti al puzzle. Il ricercatore qualitativo utilizza gli strumenti del suo mestiere metodologico. La scelta delle pratiche di ricerca dipende dalle domande che vengono poste e le domande dipendono dal loro contesto, da ciò che è disponibile nel contesto e da ciò che il ricercatore può fare in quell’ambiente. È abile nello svolgere un gran numero di compiti diversi che vanno dall’intervista, all’osservazione, all’interpretazione di documenti personali e storici, all’intensa auto riflessione e introspezione. La ricerca è un processo interattivo modellato dalla sua storia personale, biografia, genere, classe sociale, razza ed etnia e dalle persone che incontra nel campo (setting di ricerca). Il prodotto del lavoro del ricercatore è una creazione complessa, densa, riflessiva, simile a un collage che rappresenta le immagini, la comprensione e le interpretazioni dei ricercatori del mondo o del fenomeno di analisi. Le singole parti verranno collegate tra loro, sottolineando le relazioni significative che operano nelle situazioni e nei mondi sociali studiati. Da quando si parla di scienza, si parla anche di approccio qualitativo. Il paradigma positivista – Sottolinea come la ragione umana sia suprema e che esiste un’unica verità oggettiva che può essere scoperta dalla scienza (es. i virus si combattono con i vaccini, punto). L’approccio positivista ci incoraggia a sottolineare la funzione degli oggetti, a celebrare la tecnologia e a considerare il mondo come un luogo razionale e ordinato con un passato, presente e futuro chiaramente definiti (es. se osservo qualcosa su un asse temporale, quel fenomeno ha un mentre, un futuro e probabilmente anche un prima). Il paradigma non-positivista – Mette in discussione tutti i presupposti del paradigma positivista. Sostiene che la nostra società ponga troppa enfasi sulla scienza e la tecnologia. Sostiene che questa visione ordinata e razionale dei consumatori nega la complessità del mondo sociale e culturale in cui viviamo. Sottolinea l’importanza dell’esperienza simbolica e soggettiva. Il Costruttivismo nega l’esistenza di una realtà oggettiva e nega la dualità soggetto-oggetto. I cinque momenti nella tradizione di ricerca qualitativa 1. Periodo tradizionale (dal 1900 alla II Guerra Mondiale): vengono scritti resoconti oggettivi di colonizzazione di esperienze sul campo che riflettevano il paradigma dello scienziato positivista. Ci si preoccupa di offrire interpretazioni valide, affidabili e obiettive nei loro scritti. Il soggetto studiato era alieno, estraneo e strano. 2. Fase modernista (dal post guerra al 1970): l’etnografo (modernista) e l’osservatore partecipante tentano studi qualitativi rigorosi di importanti processi sociali. I ricercatori sono attratti dalla ricerca qualitativa perché ha permesso loro di dare voce alla sottoclasse della società. 3. Contaminazione/Blurred genres (dal 1970 al 1986): i ricercatori disponevano di una serie completa di paradigmi, metodi e strategie. La ricerca qualitativa applicata stava guadagnando importanza. Le strategie di ricerca spaziavano dalla grounded theory alla metodologia di studio del caso. I metodi includevano interviste qualitative e metodi osservativi, raccolta di materiali visivi, documenti personali ed archivistici. Si diffonde l’uso del computer. I confini tra scienze sociali e umanistiche diventano sfocati. Le scienze sociali prendono in prestito modelli, teorie e metodi di analisi delle discipline umanistiche. Il ricercatore è riconosciuto come parte del processo di ricerca. 4. Crisi della rappresentatività (dalla metà del 1980 al giorno d’oggi): causato dalla pubblicazione di “Antropologia come critica culturale” (Marcus e Fisher, 1986). Ha reso la ricerca e la scrittura più riflessiva e ha messo in discussione le questioni di genere, classe e razza. Le teorie interpretative rispetto alle teorie fondate erano più comuni poiché gli scrittori sfidavano i vecchi modelli di verità e significato. Crisi di rappresentanza e legittimazione. 5. Oggi (il quinto periodo): periodo definito e plasmato dalla duplice crisi della rappresentazione e della legittimazione. Le teorie ora iniziano a essere lette in termini narrativi come “racconti del campo” (tales from the field). Il concetto di ricercatore distaccato è stato finalmente completamente abbandonato. Più ricerca orientata all’azione, più critica sociale. La ricerca di grandi narrazioni viene sostituita da teorie più locali, su piccola scala, adatte a problemi e situazioni specifiche. Il probing è quando si torna indietro rispetto ad informazioni che ci sono state date (nelle interviste ad esempio). Nel quantitativo è molto problematico, è meglio derivarlo dalla costruzione di indici. Il probing richiede moltissimo tempo. È la ripetizione puntuale o formulazione di una o più domande nel corso della conversazione. Popolarità della ricerca qualitativa Di solito la ricerca qualitativa è molto più economica rispetto alla ricerca quantitativa. Non c’è modo migliore della ricerca qualitativa per comprendere a fondo le motivazioni e i sentimenti dell’utenza. La ricerca qualitativa può migliorare l’efficienza e l’efficacia della ricerca quantitativa. Limiti della ricerca qualitativa I successi e gli insuccessi nel marketing si basano su piccole differenze nel marketing mix. La ricerca qualitativa non distingue queste differenze così come la ricerca quantitativa può fare. Non è rappresentativa della popolazione per il ricercatore. Infine, vi è una moltitudine di individui che, senza una formazione formale, si professano esperti nel campo. La ricerca qualitativa come processo Nella ricerca qualitativa teoria, metodo e analisi sono interconnessi per definirne il processo. Ci sono due grosse scuole teoriche di approccio al campo di studio quando si sceglie la ricerca qualitativa: l’approccio teorico deduttivo e l’approccio teorico induttivo. Approccio teorico deduttivo (deductive) – Cerca di utilizzare la teoria esistente per modellare l’approccio che adotti al processo di ricerca qualitativa e agli aspetti dell’analisi dei dati. Approccio a scatola chiusa, seguendo traiettorie aperte da altri. Procedure analitiche. Pattern Matching (corrispondenza al modello): implica la previsione di risultati basati su proposizioni teoriche per spiegare cosa ti aspetti di trovare. Cerco nel campo la conferma di un modello che già qualcun altro ha trovato (l’effetto sorpresa viene minimizzato). Explanation Building (costruire la spiegazione): implica il tentativo di costruire una spiegazione durante la raccolta e l’analisi dei dati (quando si è nel campo), piuttosto che testare una spiegazione prevista come nel pattern matching. Approccio teorico induttivo (inductive) – Approccio di tipo interpretativo (Grounded Theory) = interpreto il dato che raccolgo mentre raccolgo il materiale. Tempo di relazionarsi ai soggetti in virtù del problema che si affronta. Inductive Theoretical Approach: cercare di costruire una tecnica che sia adeguatamente fondata in un numero di casi rilevanti. Indicato come Interpretative and Grounded Theory. L’arte dell’interpretazione. Field Text (note di campo): consiste di note sul campo e documenti del campo. Research Text (testo di ricerca): note ed interpretazioni basate sulle note di campo. Working Interpretative Document: gli scrittori (chi scrive VS chi fa ricerca) tentano inizialmente di dare un senso a ciò che hanno imparato. Public Text (testo pubblico): l’ultimo racconto dal campo. Si tracciano le linee di ciò che è stato trovato sul campo. Le tecniche della ricerca qualitativa: variano dipendentemente dalla disciplina del ricercatore. ✔ Studi etnografici (tipici degli antropologi) = lo scopo principale dell’Etnografia è descrivere una cultura o un gruppo attraverso i suoi stessi sistemi simbolici. ✔ Osservazione partecipante/non partecipante ✔ Etnografia virtuale ✔ Interviste ✔ Focus Group ✔ Analisi del discorso (tipica del sociologi, linguisti e computer scientists) Come ci si approccia ai dati qualitativi: quando raccogliamo un dato qualitativo, dobbiamo mettere insieme un puzzle composto da tipologie di dati diversi. ✔ Categorizzazione = analizzare i dati riducendoli ad una serie di categorie di analisi ✔ Unitising data, unire, combinare i dati ✔ Riconoscere le relazioni e sviluppare le categorie utilizzate per facilitare questo = le relazioni segnalano le ✔ possibili risposte alle ipotesi di ricerca ✔ Sviluppare e testare ipotesi per giungere a conclusioni La raccolta dei dati, l’analisi dei dati e lo sviluppo e la verifica delle relazioni e delle conclusioni sono parte di processi interconnessi e interattivi. La natura interattiva del processo di ricerca qualitativa: - consente al ricercatore di riconoscere temi, schemi e relazioni importanti durante la raccolta dei dati; - consente di riclassificare i dati esistenti per vedere se esistono temi, modelli e relazioni nei dati già raccolti; - consente di modificare l’approccio futuro alla raccolta dei dati per verificare la co-occorrenza di casi studio. Strumenti per aiutare il processo analitico: ✔ Summaries (riassunti): dovrebbe contenere i punti chiave che emergono dall’intraprendere l’attività specifica. ✔ Self Memos: permette di annotare le idee che vengono in mente su qualsiasi aspetto della ricerca, mentre le si pensa ✔ Researcher Diary (diario di ricerca). Il campionamento Solitamente campioni piccoli e non casuali. Preoccupazione: misura attributi e relazioni in modo non rappresentativo (serve un campione rappresentativo). L’obiettivo è scoprire il significato, le molteplici realtà (la generalizzazione non è un criterio guida). Tipi di campionamento: ▪ Campionamento di convenienza (convenience sampling) ▪ Snowball ▪ Campionamento teorico = metodo di campionamento per l’indagine qualitativa rigoroso e fondato. Si tratta di una modalità di selezione dei casi e dei contesti strettamente connessa e funzionale al processo di codifica e analisi (campionamento a scelta ragionata). ▪ Campionamento mirato = campionamento con variazione massima, campionamento di casi estremi/deviati campionamento di casi tipici. ▪ Simple/Random Per le dimensioni del campione non vi sono criteri fissi; dovrebbe essere determinato sulla base delle esigenze informative. È in gran parte funzione di: scopo dell’indagine, qualità degli informants e la strategia di campionamento utilizzata. Il principio guida è quello della saturazione dei dati: campionamento fino al punto in cui non si ottengono nuove informazioni e si ottiene la ridondanza. Critiche al campionamento – Si valuta il piano di campionamento in base alla congruenza (adequacy) e all’adeguatezza (appropriateness) con la domanda di ricerca. Al fine di valutare i dati qualitativi, vi è la necessità di affrontare la validità e l’affidabilità. La domanda che ci si pone è: le misure utilizzate dal ricercatore producono dati che riflettono la verità? Un progetto qualitativo è valido quando presta attenzione alla coerenza tra domanda di ricerca, dati e metodo. Lincoln e Cuba (1985) individuano i criteri per stabilire l’affidabilità del dato raccolto (trustworthiness). Affinché la mia ricerca sia veritiera ed affidabile. a) Credibilità (credibility): fa riferimento alla fiducia nella veridicità dei dati. Impegno prolungato Osservazione persistente Triangolazione (intersecare le caratteristiche dei dati, ad esempio differenziando la presenza sul campo – tempi e orari diversi; oppure differenziazione dei metodi usati per raccogliere dati) o Controlli esterni (peer debriefing e controlli dei membri) Credibilità del ricercatore b) Affidabilità (dependability): fa riferimento alla stabilità dei dati nel tempo e nelle condizioni. Riproduzione/replicabilità Verifica della ricerca/audit c) Confermabilità (confirmability): fa riferimento all’obiettività o alla neutralità dei dati. Audit trail (records kept of how qualitative studies are conducted) d) Trasferibilità (transferability): fa riferimento alla misura in cui i risultati dei dati possono essere trasferiti ad altri contesti o gruppi (simile al concetto di generalizzabilità). Thick description (Una descrizione approfondita in genere aggiunge una registrazione di spiegazioni e significati soggettivi forniti dalle persone coinvolte nei comportamenti, rendendo i dati raccolti di maggiore valore per gli studi di altri scienziati sociali) Su quali temi è possibile fare ricerca utilizzando i metodi qualitativi? Alcuni esempi: ✔ I giovani e le loro reti amicali – interviste (qualitativo), network analysis (quantitativo - vedi 12 degrees separation) ✔ I consumi culturali tra i giovani – focus group (qualitativo), survey (quantitativo) ✔ Amicizie liceali ed amicizie universitarie – script (qualitativo), panel analysis (quantitativo) ✔ I luoghi dei consumi culturali – osservazione (qualitativo), survey (quantitativo) Domande di ricerca diverse richiedono tecniche di ricerca diverse. L’uso di una tecnica specifica dipende dalla domanda a cui cerchiamo di rispondere. Ogni tecnica ha i suoi tempi e le sue modalità di attuazione. Ogni tecnica presuppone la conoscenza del territorio/caso. La ricerca qualitativa si impara facendola! L’OSSERVAZIONE COME STRUMENTO DI RICERCA (M. Cvajner) Faticosa: ci si aspetta di trascorrere molto tempo con l’oggetto di studio Long Lasting: uno dei primi metodi di ricerca conosciuti e utilizzati come strumenti di ricerca Difficile: imprevisti e sorprese sono all’ordine del giorno (spirito di adattabilità e tanta fantasia) Complicata: devi essere coinvolto (corpo e anima) Incrementale: la conoscenza deriva dall’esperienza sul campo Accesso al campo – vicinanza al campo e vicinanza strutturale al campo. Problemi a cui far fronte: genere, classe sociale, lingua, età. Questo si chiama posizionamento del ricercatore. Per accedere al campo bisogna tenere in considerazione diverse cose. Right timing (approccio morbido a seconda del contesto dello studio); Fair spaces (circoscrivere il luogo). L’osservazione è uno strumento talmente agile da potersi adattare a setting di ricerca vari. Esistono luoghi comunque difficilmente accessibili (ad esempio dove si verrebbe a contatto con informazioni particolarmente delicate). Questo porta ad un bias della ricerca. Inoltre è più semplice studiare i “perdenti” rispetto ai colletti bianchi (è più complesso arrivare ai vertici a fare osservazioni). Skills necessarie: ✔ Sii flessibile ✔ Sii aperto (open-minded) ✔ Non giudicare ✔ Osservare con misura ✔ Sentirsi parte del campo ✔ Essere con loro senza essere a tutti gli effetti uno di loro ✔ Rimani concentrato sui tempi ✔ Mai smettere di imparare ✔ Attenzione alla richiesta di favori Grounded Theory – campionamento teorico, selezionare casi che minimizzano le differenze in modo da far emergere categorie comuni seguite da casi che massimizzano le differenze. NB: La Grounded Theory è un metodo di ricerca empirica, ed è costruita a partire dai dati in grado di spiegare i fenomeni indagati. La GT è considerata un metodo generale di analisi comparativa e un insieme di teorie capaci di generare (sistematicamente) una teoria fondata sui dati. Analytical Induction – si scelgono i luoghi, casi simili fino a quando non emerge un caso negativo (Becker, 1998). L'induzione analitica inizia studiando un piccolo numero di casi del fenomeno da spiegare, alla ricerca di somiglianze che potrebbero indicare fattori comuni. Una volta sviluppata una spiegazione ipotetica, vengono esaminati altri casi. Se uno qualsiasi di questi non si adatta all'ipotesi, o l'ipotesi viene riformulata in modo da corrispondere alle caratteristiche di tutti i casi finora studiati, oppure la definizione originale del tipo di fenomeno da spiegare viene ridefinita, sulla base del fatto che non rappresenta una categoria causalmente omogenea. Vengono quindi studiati altri casi finché non sembrano emergere più anomalie. Quando si inizia una ricerca di tipo osservativo, il primo giorno, ci si chiede “che cosa ci faccio qui?”. Bisogna stabilire un contatto (chi sei, cosa vuoi). Ma cosa dobbiamo raccogliere? Le schede di osservazione (fieldnotes), scrivendo, registrando video, foto, audio. Chi c’è nel campo? Il ricercatore, il gruppo/le persone/gli individui che osserviamo, gli informants (persone che sanno cosa succede nella comunità). Una nota sul campo è molto importante e dovrebbe essere scritta rapidamente per evitare di dimenticare dettagli importanti. Per aiutare i ricercatori a scrivere una nota sul campo in modo efficace ed efficiente, sviluppano anche un elenco di ciò che dovrebbe essere incluso in una nota vuota: ✔ Data, ora e luogo di osservazione ✔ Dati specifici, fatti e informazioni su quanto accaduto ✔ Osservazioni sensoriali: vista, olfatto, suoni, consistenza e gusto ✔ Riflessioni personali dell’osservazione ✔ L’ipotesi e le domande sulle tue osservazioni ✔ Il riassunto della tua ricerca e osservazione complessiva ✔ Numeri di pagina per mantenere in ordine la tua osservazione Strumenti di osservazione: a) Osservazione strutturata (o “sistematica”) - Videoregistrazioni - Strumenti strutturati (griglie, scale di valutazione, check-list, inventari o sistemi di segni, categorie) b) Osservazione con basso grado di strutturazione (o “esperienziale”): Descrittiva carta e matita (diari, episodi critici, diario di bordo, tecniche di registrazione di una parte di vita) LA CODIFICA DEI DATI QUALITATIVI Codifica e analisi sono due momenti diversi dell’approccio al dato da parte del ricercatore. Tipi di codifica: Theoretical coding (codifica teorica): approccio deduttivo al dato. Open coding (codifica aperta): mira ad esprimere dati e fenomeni sotto forma di concetti. A tal fine, i dati vengono prima organizzati. Le espressioni sono classificate secondo la propria unità di significato (singole parole, brevi sequenze di parole) in modo da allegare ad esse annotazioni (soprattutto concetti, cioè codici). È il tipo iniziale di codifica, cioè il primo passo quando ci si relaziona al dato qualitativo. Codifica assiale (o focalizzata): è il processo di correlazione di sottocategorie ad una categoria. È un complesso processo di pensiero induttivo e deduttivo che prevede diversi passaggi. Si realizza, come con la codifica aperta, facendo confronti e ponendo domande. Tuttavia, nella codifica assiale l’uso di queste procedure è più mirato e orientato alla scoperta e al confronto di categorie (nel senso di paradigm model). Codifica selettiva: continua la codifica assiale, ma a livello di astrazione più alto. Lo scopo di questo passaggio è elaborare la categoria principale attorno alla quale possono essere raggruppate le altre categorie sviluppate e con la quale sono integrate. In questo modo viene elaborata/formulata anche la case history. Codifica come processo induttivo: inizialmente il primo passo è la lettura di tutte le osservazioni/interviste/trascrizioni dei focus group. I concetti che troveremo saranno abbastanza ampi. Da questi si creeranno delle categorie (cioè, ridurle ragionando in una logica di concatenazione tra categoria e sottocategoria). Codifica tematica: - Principio di analisi del caso: i gruppi studiati sono derivati dalla domanda di ricerca e poi definiti a priori; breve caratterizzazione del caso. - Elaborazione di una struttura tematica per l’analisi del caso. - Distribuzione centrale e sociale delle prospettive. - Confronto dei gruppi in relazione al problema dopo l’analisi del caso: la domanda di ricerca è la distribuzione sociale delle prospettive relative a un fenomeno o a un processo. Al centro vediamo la domanda di ricerca. I cerchi sono le macro categorie che troveremo. Per ogni macrocategoria ci sono diversi livelli di astrazione. Consiglio: non andare oltre la terza sottocategoria, altrimenti ci troviamo con troppe variabili. Per fare ciò si può utilizzare il programma gratuito che si chiama Miro. Quello che ci è richiesto è arrivare alla mappa tematica. Non serve poi portarla alle professoresse, ma il processo di codifica dovrà essere spiegato a parole nel report. Validità e credibilità – La credibilità (paragonabile alla validità interna) affronta la questione della “corrispondenza” tra le opinioni degli intervistati e la loro rappresentazione da parte dei ricercatori (Schwandt 2001). Poni la domanda se la spiegazione si adatta alla descrizione (Janesick 2000) e se la descrizione è credibile (implica riflessività). Trasparenza e affidabilità – La trasparenza (paragonabile all’affidabilità) si ottiene attraverso un processo di auditing. I ricercatori hanno la responsabilità di garantire che il processo di ricerca sia logico, tracciabile e chiaramente documentato (Schwandt 2001). Una ricerca qualitativa può essere definita affidabile se gode di alcune caratteristiche, quali coerenza, applicabilità e nel report sono esplicitate e giustificate tutte le fasi del processo di ricerca. Obiettività e confermabilità – La confermabilità (paragonabile all’oggettività o alla neutralità) riguarda la determinazione che i dati e le interpretazioni dei risultati non sono frutto dell’immaginazione dell’indagine, ma sono chiaramente derivati dai dati. Un esempio è la triangolazione. La triangolazione è una modalità di rapportarsi al campo di ricerca osservando da angolazioni diverse la stessa domanda di ricerca. Diversi disegni di ricerca utilizzano la triangolazione in modi diversi, magari anche unendo tecniche di ricerca qualitativa e quantitativa. È un metodo utilizzato dai ricercatori qualitativi (e non solo) per verificare e stabilire la validità delle loro ricerche. La triangolazione è meno una strategia per la convalida dei risultati e delle procedure rispetto ad un’alternativa alla convalida che aumenta la portata, la profondità e la coerenza. La triangolazione fa riferimento a una molteplicità di prospettive di ricerca all’interno di uno stesso progetto. Ci sono diversi tipi di triangolazione: ✔ Triangolazione dei dati: comporta l’utilizzo di diverse fonti di dati/informazioni. ✔ Triangolazione del ricercatore: implica l’uso di diversi ricercatori/valutatori in un progetto di valutazione. ✔ Triangolazione delle teorie: implica l’uso di prospettive più professionali per interpretare un unico insieme di dati/informazioni. ✔ Triangolazione metodologica: implica l’uso di molteplici metodi qualitativi e/o quantitativi per studiare il problema. Se le conclusioni di ciascun metodo sono le stesse allora la verità è stabilita. ✔ Triangolazione ambientale: prevede l’utilizzo di diverse posizioni, importazioni ed altri fattori chiave legati all’ambiente in cui è stato effettuato lo studio (es. ora del giorno, giorno della settimana, stagione dell’anno). Computer Assisted Qualitative Data Analysis Software (CAQDAS) Ci sono due categorie di software per l’analisi dei dati: 1. Software per la costruzione di teorie basate sulla codifica – Questo tipo di software assiste il ricercatore nella gestione dell’analisi dei dati qualitativi, nell’applicazione della codifica a blocchi di dati, consentendo così la riduzione dei dati lungo le linee tematiche (recupero). Inoltre, questi potenti strumenti di ricerca consentono al ricercatore di testare le relazioni tra problemi, concetti, temi, ecc. La maggior parte dei programmi consente di visualizzare la connessione e di elaborare la grafica utilizzando la mappatura. 2. Text retrievers, gestori di database di testo – Gli strumenti di questa categoria sono più orientati alla dimensione quantitativa e forniscono un’analisi basata sui “dati reali” dei dati testuali. Esistono modi complessi e sofisticati per ricercare nel testo, incluso l’uso di strumenti thesaurus. In generale, l’analisi dei contenuti automatici è l’output che può essere molto sofisticato (corrispondenza di analisi, analisi dei cluster, occorrenza di parole, etc.). Vi sono nuove possibilità di analisi: convergenza tra GIS e CAQDAS; sincronicità (trascrizione scritta e relativa audio/video, trascrizioni multiple per file audio/video, sincronizzazione basata sul tempo tra più tipi di file); gestione dei dati video multistream e lavoro collaborativo in tempo reale. Lista di programmi utilizzati dell’analisi dei dati qualitativi: - QSR Nvivo 9: code-based software con alcune funzionalità di base del text mining - Atlas.ti: code-based software - Maxqda: code-based ma è possibile aggiungere un componente aggiuntivo che esegue il mining di testo abbastanza complesso - MaxDictio - QDA Miner: code-based con un componente aggiuntivo che esegue il mining di testo avanzato - Alceste: text mining software, analisi avanzata dei contenuti - T-Lab: text mining software, analisi dei contenuti molto versatile - Transana, software video-based: strumento multipiattaforma per la trascrizione e l'analisi di dati audiovisivi: supportato dal Wisconsin Center for Education Research. Transana fa parte del progetto Digital Insight (PC & MAC) L’INTERVISTA COME METODO DI RACCOLTA DATI (Andrea Fleckinger) Uno dei metodi più diffusi per la raccolta dati nelle ricerche qualitative è l’intervista. E’ una particolare forma di conversazione con obiettivi precisi: - Cogliere il punto di vista, le esperienze, le conoscenze di un’altra persona - Capire il significato che la persona attribuisce alla sua realtà - Conoscere un fenomeno in profondità - Conoscere i discorsi legati ad una certa tematica - L’intervista è guidata dal/la ricercatore/trice La ricerca qualitativa non intende testare o verificare un’ipotesi ma approfondire una determinata tematica e cercare di ricevere una o più risposte alla/e domande di ricerca. L’intervista non è un questionario che viene compilato oralmente ma segue l’intento di creare un dialogo più naturale possibile tra due persone. L’intervista semi-strutturata non segue rigidamente l’ordine delle domande preformulate ma lascia spazio per: - Interagire spontaneamente con la persona - Cambiare l’ordine delle domande - Formulare spontaneamente delle domande aggiuntive ritenute interessanti per ottenere risposte alla domanda di ricerca Forme di intervista diverse: Singole tecniche di un colloquio professionale adottabili anche durante l’intervista: Creare una relazione di fiducia Ascolto attivo Setting - Empatia - Specchiare - Luogo sicuro - Informazioni - È importante che la - Creare in ambiente personali? Se sì, persona si sente accogliente quali e perché? vista, ascoltata, capita - Dare informazioni - Adeguarsi al - Riflessioni sul esaustive sui motivi linguaggio/modo di proprio dell’incontro e su esprimersi della abbigliamento cosa succede dopo persona - Parlare di aspettative L’intervistato/a: Esperto/a relativo al tema che intende approfondire con la ricerca Un esperto/a è una persona che ha delle competenze specifiche e/o delle abilità particolari in un certo settore Spesso la nomina ‘’esperto’’ è collegato ad uno specifico titolo o incarico lavorativo MA Ci sono anche gli/le esperti per esperienza Tutti/e siamo esperti/e della nostra quotidianità Il ricercatore/trice: Riflessione sul proprio posizionamento all’interno della ricerca Cosa mi ha portato a condurre questa ricerca? Perché ho formulato questa domande di ricerca? Come influenza la mia presenza la ricerca (sesso,età,etnia…) Il ricercatore non è mai neutrale all’interno della ricerca MA Il ricercatore è un protagonista all’interno della ricerca Un breve cenno all’epistemologia: Cos’è la conoscenza? Come si acquisisce la conoscenza? (per approfondire: capitolo 1.1 libro Della Porta 2010) Epistemic (in)justice Video su youtube, quali esempi trovate per testimonial injustice? Quali esempi trovate per hermeneutical injustice? Quando rischiamo di produrre ‘’epistemic injustice’’ nel ruolo da ricercatore? Quando rischiamo di produrre ‘’epistemic injustice’’ nel ruolo da psicologo? Concetti epistemologici diversi: Concetto positivistico: - Ottenere informazioni dal (s)ogetto - Il ricercatore come neutro - Il ricercatore che produce conoscenza - La conoscenza viene capita come oggettiva e universalmente applicabile Concetto partecipativo-relazionale: - Interazione autentica e co-costruzione di sapere - Tutte le persone partecipano attivamente alla ricerca - La costruzione del sapere avviene in un processo congiunto - La partecipazione alla ricerca incentiva un processo di sviluppo tra tutti i protagonisti - Il contesto è centrale per capire le conoscenze presenti - Ogni intervista è accompagnata anche da un’osservazione Quante interviste fare? - Nella ricerca qualitativa NON esiste un campione predefinito - Nella ricerca qualitativa NON si intende produrre conoscenze generalizzabili - Nella ricerca qualitativa NON si intende validare o falsificare ipotesi - Nella ricerca qualitativa NON si intendono misurare variabili Quindi, come posso sapere quanti dati devo raccogliere? Concetto di saturazione empirica: - La raccolta di nuovi dati cessa di generare nuovi elementi/temi/aspetti - La profondità è stata raggiunta - Le informazioni sono ampie e sufficienti per poter trarre conclusioni e sviluppare teorie dai dati raccolti Considerazione etiche: - Comitato etico per la ricerca - Riconoscenza per la persona intervistata - Vulnerabilità specifiche - Dinamiche di potere Le 3 responsabilità del ricercatore: Come tradurre le domande di ricerca in una traccia di intervista? - Considerazioni sul contesto - Considerazioni sul gruppo target - Considerazioni sul linguaggio (adeguarsi al linguaggio del contesto e della persona intervistata) - Considerazioni sulle dinamiche di potere (rompere la gerarchia trovandosi in ruoli diversi) La funzione delle diverse domande (incentive,aggiuntive,integrative,socio-demografiche): Incentive: - Far partire la narrazione della persona - Deve essere una domanda aperta che invita a raccontare - Questa domanda è sempre uguale in tutte le interviste - La domanda è formulata così ampia che la persona intervistata potrebbe dare una risposta esaustiva per l’interesse di ricerca Aggiuntive: - Aiutare il ricercatore a tornare sul tema di interesse, se l’intervistato dovesse allontanarsi - Aiutare il ricercatore a ricordarsi di chiedere approfondimenti sui vari aspetti - Non devono essere poste in ogni intervista - Non devono essere poste in un determinato ordine Integrative: - Vengono formulate spontaneamente durante l’intervista - Il ricercatore si trova di fronte a un aspetto nuovo o inaspettato e riconosce l’importanza di approfondirlo - Aiutano a perseguire la narrazione (es, una persona risponde: “lo faccio perchè mi piace”. Le domande integrative potrebbero essere: “Potrebbe spiegarmi cosa esattamente le piace?” oppure “Ci sono anche degli aspetti meno piacevoli?”) - Aiutano anche a riportare l’intervista sul tema principale se la persona si è allontanata troppo Socio-demografiche: - Per completare l’intervista, può essere importante includere anche domande socio demografiche - È importante che le domande socio demografiche siano motivate e abbiano una funzione diretta per rispondere alla domanda di ricerca. Non sempre è necessario conoscere il sesso, l’età, o il livello di istruzione della persona - A volte è utile inserirle all’inizio, per instaurare fiducia. - A volte alla fine perché potrebbero essere poco coinvolgenti Riepilogando e semplificando: - La domanda che incentiva la narrazione dà struttura all’intervista e inquadra il tema di cui si intende parlare - Le domande aggiuntive aiutano principalmente il ricercatore a mantenere il filo conduttore - Le domande integrative o spontanee permettono di approfondire aspetti inattesi o nuovi - Le domande socio demografiche completano la raccolta dei dati Purposive Sampling: formulare criteri (necessari e auspicabili), snowball, key-informants, social media, stampa… Forme di trascrizione: - Trascrizione semplice: si trascrive solo il parlato vero e proprio - Trascrizione estesa: trascrizione fonetica, si trascrivono i vuoti, le accentuazioni, emozioni - Trascrizione complessa: trascrizione fonetica in cui, tra l’altro, le pause sono segnate esattamente in base alla loro lunghezza, così come respiri ecc… - Trascrizione complessa precisa: si aggiunge anche la velocità del parlato e l’intonazione FOCUS GROUP (Anna Serbati) Che cos’è?: - Tecnica qualitativa di rilevazione dati che si basa sulla discussione di gruppo su un tema specifico che si vuole indagare in profondità (Zammuner, 2003) - Tecnica di rilevazione dati che si basa su una discussione di gruppo gestita da un moderatore e focalizzata su uno o più argomenti specifici (Corrao, 2000) - Discussioni altamente pianificate finalizzate ad ottenere le percezioni dei partecipanti su una definita area d’interesse in un ambiente permissivo e non minaccioso (Krueger, 1994) - 8-12 partecipanti (Styeward, 1990) - Ha un conduttore/trice (o moderatore/trice) e un osservatore/trice (o assistente) che restano sullo sfondo del processo conversazionale - Dura circa 1 ora e mezza, 2 ore Differenze tra focus group e intervista: Differenze tra focus group e osservazione: Obiettivi di un focus group: - Esplorare come sono espressi e costruiti i diversi punti di vista e sistemi di credenze - Studiare atteggiamenti ed esperienze delle persone su specifici argomenti - Analizzare come vengono costruiti socialmente idee e scambi comunicativi - Misurare il consenso, i bisogni, gli atteggiamenti E’ molto importante chiarire bene gli obiettivi del focus group, per evitare aspettative errate Questioni chiave per pianificare un focus group: Valutare se il focus group sia lo strumento adatto in base agli obiettivi e alla domanda di ricerca Quando scegliere di usare il focus group: Strumento unico o combinato con altri (triangolazione con adozione sequenziale o congiunta di più metodi) - Per la generazione di ipotesi – ricerca esplorativa (ottenere dati su un contesto o info sui codici linguistici, rilevare problematiche e bisogni, pianificare un intervento) - Per costruire scale o questionari – ricerca preliminare - Per la conferma di ipotesi – approfondimento di ricerche già condotte con altri strumenti per precisare i dati (ad es. interpretazione di risultati di ricerche sperimentali) - Per la valutazione di programmi di intervento Limiti di un focus group: - È una tecnica qualitativa, quindi i risultati non sono generalizzabili - Presenza contemporanea - Diversi gradi di interazione nel gruppo - Le abilità del moderatore/trice fanno la differenza! La composizione del gruppo: Come selezionare e reclutare i partecipanti? - Pertinenza: tutti devono avere qualcosa da dire sul tema indagato pur con livelli di esperienza diversi - Omogeneità ed eterogeneità: dipende dall’obiettivo di ricerca, in generale ci devono essere condizioni di omogeneità tale da permettere la condivisione di linguaggio e clima sereno, ma eterogeneità da poter favorire il dibattito (ad es. mai mettere solo un membro diverso da tutti gli altri per qualche motivo) - Segmentazione (in ricerche ampie): omogeneità intragruppo ed eterogeneità intergruppo - Estraneità: i partecipanti non dovrebbero conoscersi tra loro e con il moderatore per tutelare la privacy e per evitare eccessivo conformarsi alla maggioranza (in caso di gruppi reali, in cui le persone si conoscono, il moderatore agisce ad arbitro di eventuali derive) Reclutare i partecipanti: Non si usano campioni probabilistici, la selezione è funzionale alla validità ecologica e alla presentazione degli aspetti metodologici nel report. Selezione casuale o stratificata a partire da liste di persone che rientrano nelle caratteristiche interessate (ad es. appartenenti ad associazioni o organizzazioni) A volte è necessario costruire le liste: - Facendosi dare nominativi da osservatori privilegiati della comunità - Campionamento a palla di neve (passa-parola) Per neutralizzare i rischi distorsivi, è importante utilizzare informatori multipli, integrandoli con partecipanti che si trovano direttamente nei luoghi di interesse Come coinvolgere i partecipanti?: - Dare il senso che la ricerca è interessante - Efficacia nel contatto - Offrire incentivi motivazionali - Facilitare la partecipazione (orari, modalità) - Rimanere in contatto con chi acconsente inviando promemoria - Valorizzare l’apporto del partecipante 1. Primo contatto telefonico o f2f per verificare le caratteristiche 2. Contatto email con invio breve scheda informativa 3. Contatto per richiesta di partecipazione (sempre meglio contattare qualcuno in più, la defezione all'ultimo arriva sempre!) Il setting: Accessibilità: sede in presenza facilmente raggiungibile; in caso di gruppi reali, sede abituale Comfort: stanza accogliente, sedie in circolo, acqua e magari qualche snack ☺ Recap, finora abbiamo visto: - Cos’è un focus group e che obiettivi ha - Differenze tra focus group, intervista e osservazione - Quando usare un focus group (come strumento singolo o combinato in ricerche multimetodo) - Limiti di un focus group - Selezione e reclutamento dei partecipanti - Setting Il ruolo del conduttore: Il focus group beneficia dell’uso intenzionale del confronto tra i partecipanti per produrre dati. Il conduttore è un intervistatore chiamato ad interagire con i partecipanti e a farli interagire tra loro, esplorando le loro opinioni e rappresentazioni individuali. Capacità fondamentali del conduttore: - Osservazione: sguardo sul gruppo e sui componenti singoli, attenzione alla gestualità e a ciò che essa comunica - Ascolto dei segnali paralinguistici e della qualità della voce, cogliere al volo segnali di noia o disaccordo, intervenire in caso la discussione si accenda troppo - Controllo del proprio comportamento comunicativo - Flessibilità Possono esserci tre livelli di controllo: - Marginale: pone regole e tema e interviene molto poco - Limitato: interviene per agevolare la discussione, evitare deviazioni ed equilibrare gli interventi - Alto: controlla le dinamiche e i contenuti. A inizio sessione il controllo è maggiore, poi diminuisce in fase intermedia e aumenta nuovamente in fase finale Un recap finale La ricerca qualitativa: Vantaggi: - sensibile alle specificità dei contesti e delle persone - valorizza le molteplici prospettive implicate nelle relazioni - permette lo sviluppo progressivo nella comprensione dei fenomeni Limiti: - basso controllo da parte del ricercatore - scarsa possibilità di generalizzazione dei risultati - richiede continua riflessione da parte del ricercatore - necessità di rigore attraverso triangolazione L’analisi dei dati: - Sistematica: lavorare su trascrizioni integrali e osservazioni - Verificabile: non basata su impressioni ma su un percorso metodologico chiaro e dichiarato - Richiede tempo e rapidità (può iniziare in fase di raccolta) - Chiarisce il problema indagato e ne aumenta la comprensione - Contiene spiegazioni alternative - Viene migliorata dai feedback - E’ un processo comparativo in cui il ricercatore crea un sistema di codifica e trova delle regolarità - Triangolazione di dati,teorie,ricercatori - Fondamentalmente creare un buon dataset organizzato - In generale si intende un processo che mira a portare ordine, struttura e significato alla massa di dati raccolti - Si vuole identificare schemi, relazioni, strutture per comunicare l’essenza del contenuto dei dati (descrizione + interpretazione del materiale) - L’interpretazione dei dati può avere due scopi, alternativi o in successione: - Mettere in luce, svelare e contestualizzare - Parafrasare, riassumere, categorizzare L’analisi tematica del contenuto di dati testuali, caratteristiche principali: - Processo di codifica di un testo (osservazioni, interviste, focus group, ecc.) in cui tutte le parti di esso ritenute significative rispetto alla domanda di ricerca sono associate a dei codici, che ne sintetizzano il senso, senza che ciò dia luogo a interpretazioni (almeno in una prima fase si dovrebbe rimanere saldamente ancorati a ciò che dice il testo) - Processo ricorsivo (i testi sottoposti ad analisi devono essere letti e riletti numerose volte per rivedere i codici, eliminare eventuali ridondanze, rinominare eventualmente alcuni codici) - Processo che necessita del lavoro congiunto di più ricercatori, di uno scambio e di un confronto continui - Nella fase di codifica, si segue un processo integrato bottom-up e top-down : da un lato, si rimane aderenti a ciò che ha detto l’intervistato (usando anche in alcuni casi le sue stesse parole per creare il codice) e, allo stesso tempo, si fa uso di categorie provenienti dalla letteratura o da ricerche precedenti per cercarne un riscontro nei nostri testi - Una volta definiti i codici si procede ad una loro classificazione, secondo un movimento continuo tra teoria e dati - Testing dello schema su una parte dei dati (esaustività e mutua esclusività) - È possibile una parte quantitativa finale di conteggio di frequenze e co-occorrenze - È possibile mantenere una descrizione qualitativa, che più si focalizza su frammentazione dei dati in unità più semplici e ricomposizione in nuovi modi, focalizzandosi su osservazione di regolarità nei contesti e sulle relazioni tra concetti Attendibilità: L’attendibilità è collegata: - alla trasparenza delle procedure, ovvero (Ricolfi, 1997, p. 32) all’ispezionabilità della base empirica, e al grado di formalizzazione delle procedure di analisi dei dati; - alla sistematicità ed estensività dell’analisi. Della Porta D. Laterza, Roma, L’intervista qualitativa Capitolo 1 L’intervista qualitativa: un’introduzione L 'intervista qualitativa è un metodo centrale nelle scienze politiche e sociali, utilizzato sia come strumento principale di raccolta dati che come parte di strategie di triangolazione con altri metodi. L'approccio al metodo qualitativo è variegato e può essere applicato all'interno di diverse concezioni epistemologiche, ontologiche e metodologiche. Definizione e caratteristiche del metodo qualitativo: Un'intervista qualitativa è definita come una tecnica di raccolta di dati, e rientra in un ampio spettro di metodi di ricerca, che includono osservazione partecipante, analisi di documenti, studio di caso e costruzione di modelli analitici. La ricerca qualitativa, contrariamente a quella quantitativa, si concentra su pochi casi studiati in profondità. È un metodo considerato complesso e "residuale", definito in opposizione al metodo quantitativo, ma difficile da definire in modo preciso per la varietà di tecniche che comprende. Metodo qualitativo e scelte epistemologiche: Il dibattito riguarda in che misura i metodi qualitativi presuppongano scelte epistemologiche precise. Qual è la differenza tra metodo e metodologia? Il "metodo" riguarda le tecniche specifiche per raccogliere i dati, la "metodologia" implica un approccio teorico più ampio, che giustifica la scelta del metodo e lo collega agli scopi della ricerca. La metodologia si lega a una specifica epistemologia, che può essere costruttivista, fenomenologica o interpretativa, e a un’ontologia che riguarda la natura della realtà conosciuta (positivista o interpretativa). I metodi qualitativi prevedono un' epistemologia Interpretativista, cioè ci permettono di conoscere la realtà "filtrandola" tuttavia in base a soggettività e contesto. Infatti, mentre le tecniche quantitative producono una conoscenza oggettiva, quelle qualitative producono una conoscenza più soggettiva ma maggiormente esplorativa e deduttiva: il loro obiettivo è quello di far emergere una conoscenza nomotecnica (=generale). Approccio alla ricerca qualitativa: Metodo: Strumento per raccogliere dati. Metodologia: Strategia generale che collega il metodo scelto allo scopo della ricerca. Epistemologia: Teoria della conoscenza che guida la ricerca. Ontologia: Riflessione sull’esistenza di una realtà oggettivamente conoscibile. Contrapposizione tra metodi qualitativi e quantitativi: Quantitativo Qualitativo La realtà è oggettiva e La realtà è dinamica e costruita Ontologia indipendente dagli attori. dagli attori sociali. Positivista o post-positivista; la Interpretativista o naturalista; si conoscenza della realtà è concentra sulla comprensione Epistemologia possibile attraverso soggettiva e contestualizzata l'osservazione empirica e delle esperienze umane l'analisi statistica. Le tecniche qualitative sono "soft", orientate a raccogliere Le tecniche quantitative sono dati profondi che esplorano i "hard" e cercano precisione, con significati e le percezioni degli Metodo l’obiettivo di costruire leggi individui. L’obiettivo è produrre generali (nomotetiche) che conoscenze ideografiche spieghino i fenomeni (specifiche) e non generalizzabili. Dedicato al test di ipotesi, la Più esplorativo, la ricerca ricerca quantitativa tende a qualitativa è radicata Approccio dedurre leggi generali da teorie nell'empiria e mira a costruire preesistenti. ipotesi piuttosto che testarle Ricerca Quantitativa Ricerca Qualitativa La ricerca qualitativa mette in La ricerca quantitativa tende a evidenza l’aspetto soggettivo e Precisione VS Soggettività concentrarsi su misurazioni interpretativo dell’esperienza precise e statistiche (oggettività) umana La ricerca quantitativa è spesso La ricerca qualitativa è vista vista come più "neutrale", come più impegnata, in quanto Neutralità VS Impegno cercando di non influenzare i l'analista è consapevole del risultati La ricerca quantitativa cerca una La ricerca qualitativa si Tipologia di conoscenza conoscenza nomotetica, ossia concentra su una conoscenza universale e generale ideografica, cioè specifica e contestualizzata. Caratteristiche della ricerca qualitativa vs. quantitativa: In sintesi, la principale distinzione tra metodi qualitativi e quantitativi risiede nel loro approccio alla realtà e alla conoscenza: mentre il quantitativo aspira a leggi universali e oggettive, il qualitativo esplora la realtà attraverso la soggettività e la contestualizzazione, mirando a una comprensione profonda e specifica. Differenze epistemologiche e metodologiche: Epistemologia e ontologia: La visione tradizionale che associa metodi quantitativi all'epistemologia positivista e metodi qualitativi all'epistemologia interpretativa (o ermeneutica) è messa in discussione. Molti ricercatori non si allineano strettamente a uno di questi poli, e le scelte epistemologiche, metodologiche e metodiche sono multiple e intermedie. Inoltre, la connessione tra metodo ed epistemologia non è deterministica: gli scienziati sociali non fanno sempre le stesse scelte metodologiche in base alle loro convinzioni epistemologiche. Relazione tra metodi e epistemologia: La tesi che la scienza sociale debba possedere un bagaglio coerente di ontologie ed epistemologie, simile alle scienze naturali, è criticata. Nelle scienze naturali, infatti, non c'è sempre un accordo su teorie specifiche, ma ciò non impedisce il progresso scientifico. Allo stesso modo, nelle scienze sociali, non è necessario che esista una coerenza tra teoria e metodo. Metodo induttivo vs deduttivo: La distinzione tra approccio induttivo (emergente dalla grounded theory, in cui si costruiscono nuove teorie a partire dai dati) e deduttivo (in cui si parte da teorie per testare ipotesi) è più sfumata di quanto sembri. In realtà, entrambi i metodi coinvolgono elementi di induzione e deduzione, con teorie che si sviluppano e si adattano nel corso della ricerca. Interazione tra metodi quantitativi e qualitativi: La tradizionale separazione tra metodi quantitativi e qualitativi è stata messa in discussione. Alcuni studiosi, come Howard Becker, vedono questi metodi come stili di lavoro complementari piuttosto che opposti. Ad esempio, i metodi quantitativi spesso richiedono osservazioni qualitative e viceversa. Anche se i ricercatori quantitativi e qualitativi possono preferire approcci diversi, non c'è una barriera insormontabile tra i due metodi e possono essere utilizzati insieme, ad esempio, attraverso strategie di triangolazione. Tensioni e dibattiti nelle scienze sociali: Evidenza e precisione: Si sostiene che non ci sia una scelta netta tra numeri e parole, o tra dati precisi e imprecisi. La decisione su quale tipo di dati raccogliere dipende dalla natura della domanda di ricerca e non da un'imposizione ideologica verso un paradigma metodologico. La precisione dei dati è relativa alla domanda di ricerca e alle risorse disponibili. Conoscenza generalizzabile VS contestuale: Molti ricercatori sono scettici sulla possibilità di ottenere leggi generali dalla scienza sociale, ma sperano che la ricerca sui casi particolari possa comunque contribuire a comprendere altri casi. In effetti, le scienze sociali tendono a cercare una conoscenza storicamente specifica ma potenzialmente generalizzabile. Metodi come "compagni" più che rivali: Sebbene alcuni considerino una vera "guerra" tra metodi qualitativi e quantitativi, è più utile concepirli come complementari. Ogni metodo porta vantaggi specifici: i metodi qualitativi forniscono una comprensione profonda dei casi specifici, mentre quelli quantitativi possono aiutare a identificare pattern generali nelle interazioni sociali. Il dibattito tra metodi qualitativi e quantitativi non è tanto una questione di una scelta ideologica tra paradigmi epistemologici, quanto piuttosto una questione di strategie adatte a diversi tipi di ricerca. La divisione tra metodologie non è sempre netta, e in molti casi, metodi misti possono essere utilizzati per esplorare la stessa problematica da diverse angolazioni. Questo approccio più sfumato riconosce che la ricerca sociale è un campo dinamico e complesso, dove le scelte metodologiche devono essere adattate al contesto e agli obiettivi della ricerca, più che a una rigorosa corrispondenza tra ontologie ed epistemologie predefinite. Il disegno di ricerca Un disegno di ricerca è un piano che descrive come un ricercatore intende utilizzare le evidenze empiriche per formulare deduzioni. Le fasi principali di un disegno di ricerca sono 5 e includono: 1. Selezione del problema: scegliere l'oggetto di studio. 2. Definizione e riferimenti teorici: impostare il quadro teorico per orientare la ricerca. 3. Selezione dei casi: determinare i casi da esaminare. 4. Concettualizzazione: identificare i concetti e definire come misurarli. 5. Scelta dei metodi: decidere le tecniche di raccolta e analisi dei dati. Anche se queste fasi sono comuni a entrambe le tipologie di ricerca (qualitativa e quantitativa), i metodi qualitativi e quantitativi si distinguono nel modo in cui vengono affrontate queste fasi. Differenze tra ricerca qualitativa e quantitativa Le differenze emergono principalmente nella selezione dei casi, nella concettualizzazione e nella scelta dei metodi. Ricerca Qualitativa Ricerca Quantitativa La selezione del Il problema è di solito Selezione del problema problema è spesso esplorativa definito in anticipo in modo Orientata a comprendere preciso, con ipotesi chiare da fenomeni complessi, testare e misurare. Il problema di ricerca La selezione del può emergere anche durante il problema tende ad essere più processo di raccolta dei dati deduttiva Utilizzare un quadro La teoria è più teorico più flessibile strutturata e stabilita in fase Definizione e riferimenti concentrarsi su teorie preliminare. teorici emergenti che spiegano i I concetti vengono fenomeni osservati operazionalizzati e misurati in modo più rigido la selezione dei casi è Si basa su una selezione spesso non casuale e viene fatta casuale o rappresentativa dei sulla base di caratteristiche che casi per garantire che i risultati sono ritenute rilevanti per il possano essere generalizzati. Selezione dei casi fenomeno in studio. I campioni tendono a I ricercatori qualitativi essere più ampi tendono a concentrarsi su campioni piccoli ma profondi è più rigorosa avviene prima della Più flessibile. raccolta dei dati, con concetti I concetti possono essere chiaramente definiti e definiti in modo più soggettivo e Concettualizzazione misurabili possono emergere durante la L'analisi dei dati è diretta ricerca stessa, adattandosi ai a testare questi concetti dati. operazionalizzati. La scelta dei metodi è I metodi sono deduttivi spesso induttiva e strutturati e sono volti a I metodi includono: testare le ipotesi. interviste, osservazioni, focus I metodi includono: group, etc. Scelta dei metodi sondaggi, esperimenti, etc. Permettono di esplorare e Permettono di ottenere comprendere in profondità i dati che possono essere significati e le esperienze generalizzati a una popolazione soggettive. più ampia Anche se entrambe le metodologie condividono alcune fasi del disegno di ricerca, la ricerca qualitativa si distingue per un approccio più flessibile, esplorativo e contestualizzato, mentre la ricerca quantitativa tende a essere più strutturata, deduttiva e mirata a generalizzare i risultati. Le differenze si riflettono non solo nelle fasi pratiche della ricerca, ma anche nelle scelte epistemologiche e ontologiche che guidano la ricerca stessa. Differenze tra ricerca qualitativa e quantitativa Ricerca qualitativa Ricerca quantitativa Scelta del tema Empirica Approccio deduttivo Problemi pratici e Temi predefiniti osservabili Definizione del problema I temi scelti più rigida Processo di definizione più flessibile Concetti e teorie Sono costruiti durante la Sono preesistenti ricerca Devono essere Approccio induttivo operazionalizzati prima della adattabilità maggiore al raccolta dati contesto di studio Selezione dei casi Non è mirata alla Punta alla selezione di rappresentatività statistica campioni rappresentativi Si concentra sulla criticità Punta alla e sull’accessibilità generalizzabilità dei risultati Strumenti di raccolta dei dati Non sono standardizzati Sono rigorosi e Vanno adattati strutturati L’approccio al campo di studio Approccio più immersivo Contatti superficiali e e coinvolgente non esistenti Contatti diretti e Ricercatore distante e frequenti oggettivo Ricercatore è parte integrante del contesto studiato Analisi dei dati Comprensione profonda Struttura rigida Costruire un senso del Orientata alla verifica fenomeno delle relazioni causali I dati sono considerati Utilizzo di tecniche ricchi e approfonditi specifiche Presentazione dei risultati Risultati presentati in Risultati presentati in forma di narrazione e numeri e statistiche descrizione Le interviste nella ricerca qualitativa Le interviste sono uno strumento fondamentale sia nella ricerca qualitativa che quantitativa, ma con modalità differenti: 1. Interviste qualitative: o Nelle interviste qualitative, l'intervistatore si concentra su domande aperte che stimolano risposte dettagliate e riflessive. L'obiettivo è raccogliere dati ricchi e complessi, che riflettano il punto di vista del partecipante. L'intervista può essere semi-strutturata, dando spazio all'intervistato per esplorare temi in modo più libero. o L'intervista qualitativa si differenzia dalla conversazione quotidiana in quanto l'intervistatore ha un ruolo attivo nel dirigere la conversazione verso i temi di interesse. L'intervistatore può intervenire con domande di follow-up per ottenere maggiori dettagli o chiarimenti. 2. Caratteristiche delle interviste qualitative: o Le interviste qualitative sono meno strutturate e più flessibili rispetto alle interviste quantitative. Ciò consente di esplorare temi non previsti in precedenza, creando uno spazio per scoprire nuove informazioni o sfumature che potrebbero non emergere in un formato più rigido. o Sono particolarmente utili quando si vogliono comprendere processi sociali complessi, la costruzione delle identità, le emozioni, o altre dinamiche difficili da cogliere con metodi quantitativi. 3. Ruolo dell'intervistatore: o Nell'intervista qualitativa, l'intervistatore è coinvolto nell'interazione, ma deve mantenere una certa neutralità nelle risposte, evitando di influenzare troppo le opinioni del partecipante. Il significato delle risposte emerge collaborativamente, grazie a un processo comunicativo tra intervistato e intervistatore. 4. Benefici e limitazioni: o Le interviste qualitative sono molto utili per esplorare esperienze marginali o difficili da descrivere, e offrono una visione profonda dei fenomeni studiati. Tuttavia, questo tipo di ricerca può essere più soggettivo e meno generalizzabile rispetto ai metodi quantitativi. La ricerca qualitativa e quantitativa seguono approcci distinti nel definire e affrontare i problemi di ricerca, nella raccolta dei dati, e nell'analisi. Le interviste qualitative, in particolare, sono un potente strumento di indagine, che richiede una forte riflessività e capacità interpretativa da parte del ricercatore. Sebbene le interviste qualitative non siano standardizzate, il loro utilizzo accurato può fornire insight profondi sulla realtà sociale e sul significato che gli attori attribuiscono alle loro esperienze. Capitolo 4 Cosa chiedere? La traccia per l’intervista Nell'intervista qualitativa, la preparazione della traccia, pur seguendo un'impostazione generale, è caratterizzata da maggiore flessibilità rispetto alla ricerca quantitativa. Nelle interviste qualitative l'intervistatore può adattare il suo approccio durante la conversazione, a seconda delle risposte ottenute. L'elemento centrale nell'intervista qualitativa è la capacità di ascoltare e reagire alle esperienze e alle emozioni dell'intervistato, con l'obiettivo di comprendere a fondo il punto di vista dell'interlocutore. Esistono tre principali approcci epistemologici che influenzano la struttura delle interviste qualitative: 1. Approccio Positivista: L'intervista viene vista come uno strumento per raccogliere dati oggettivi sui fatti e sulla realtà sociale. In questo caso, si assume che esista una "verità" che può essere estratta con metodi sistematici. L'intervistatore deve essere neutrale, evitando di influenzare le risposte e seguendo scrupolosamente una traccia standardizzata. 2. Approccio Emozionalista: Qui l'intervista è vista come un mezzo per esplorare i sentimenti e le emozioni dell'intervistato. L'intervistatore deve creare un ambiente di conversazione aperto e flessibile, in cui si possa accedere alle esperienze autentiche e intime del partecipante. Questo approccio è utile per esplorare fenomeni come la violenza o le emozioni legate a particolari eventi. 3. Approccio Costruttivista: In questo caso, l'intervista non cerca di svelare una realtà oggettiva, ma si concentra sulla costruzione del significato che l'intervistato attribuisce agli eventi. L'intervista diventa un'interazione sociale in cui il significato emerge dall'interazione tra intervistatore e intervistato. Si dà maggiore importanza al processo di co-creazione del significato durante la conversazione piuttosto che alla raccolta di fatti oggettivi. In ciascuno di questi approcci, il ruolo dell'intervistatore e la struttura della traccia di intervista cambiano notevolmente: 1. Approccio Positivista: l'intervistatore è distante e non influente; 2. Approccio Emozionalista: l’intervistatore è più empatico e cerca di creare un ambiente favorevole all'apertura; 3. Approccio Costruttivista: l'intervista è vista come un processo dinamico e partecipativo. La preparazione della traccia, pur essendo meno vincolante rispetto alla ricerca quantitativa, richiede comunque una solida conoscenza del campo di ricerca e una chiara teorizzazione, per evitare di disperdersi nelle ricche informazioni raccolte. 1. Informazioni di base: La traccia di intervista include dati sociobiografici come età, sesso e professione dell'intervistato, che sono utili per inquadrare il contesto delle sue risposte e per facilitare l'analisi successiva delle testimonianze. Questi dettagli aiutano a comprendere meglio le esperienze narrate. 2. Domande sostantive: Una parte fondamentale della traccia consiste in domande generali, chiamate "gran tour questions", che sono ampie e non direttive. Queste domande permettono agli intervistati di esprimere liberamente le loro esperienze con parole proprie, facilitando una conversazione naturale e arricchente. 3. Stimoli pianificati: Per stimolare l'approfondimento e il chiarimento, la traccia può includere vari tipi di stimoli: o Stimoli mobili: Piccole azioni come sollevare un sopracciglio o ripetere una parola chiave usata dall'intervistato, per indurlo a spiegare il significato. o Stimoli di confronto: Chiedere all'intervistato di confrontare concetti o esperienze, come chiedere di distinguere due situazioni simili. o Domande categorizzanti: Domande che richiedono all'intervistato di classificare o raggruppare situazioni o concetti. o Rievocazione di eventi: Chiedere di descrivere situazioni specifiche legate alla tematica della ricerca. o "Fare finta di non sapere": Mettere l'intervistato in condizione di spiegare qualcosa di cui l'intervistatore non ha conoscenza diretta, per stimolare una riflessione più approfondita. Inoltre, la traccia di intervista può includere esercizi di focalizzazione (interpretazione di vignette, classificazione di termini in ordine di importanza) e esercizi più complessi, come la selezione di immagini per esprimere opinioni su un tema. Processo di elaborazione della traccia: 1. Elenco dei temi rilevanti. 2. Organizzazione dei temi in modo gerarchico. 3. Trasformazione dei temi in domande o stimoli specifici. La formulazione delle domande è cruciale. Si sottolinea che una "buona domanda" è quella che stimola l'intervistato a produrre materiale utile per la ricerca in modo naturale e senza costrizioni. La domanda deve essere chiara, non ambigua, e formulata in un linguaggio comprensibile, evitando costruzioni complicate o domande con doppio negativo. La preparazione di una traccia per un’intervista qualitativa richiede diverse considerazioni importanti per garantire la qualità e la coerenza dei dati raccolti. La decisione sull'ordine delle domande è cruciale, e una strategia efficace può includere: Introduzione e Rapporti Iniziali: L'intervista dovrebbe iniziare con una spiegazione chiara dei propositi e dei temi da trattare. L'obiettivo iniziale è quello di rassicurare l'intervistato e stabilire un buon rapporto. Si può iniziare con una domanda generica per rompere il ghiaccio, ma è fondamentale orientarsi presto verso il tema centrale della ricerca. Le prime domande dovrebbero essere progettate per creare una connessione e stimolare la conversazione. Strategie di Estensione e Approfondimento: Una volta avviata la conversazione, si può chiedere all'intervistato di sviluppare le sue risposte nel tempo. Le domande dovrebbero essere orientate a stimolare narrazioni dettagliate e riflessioni, come chiedere di raccontare come è iniziato un determinato processo, o chiedere chiarimenti con stimoli come "mi faccia capire meglio". Questi metodi aiutano a esplorare le risposte in modo approfondito. Domande Demografiche: Le informazioni demografiche, che possono includere età, professione e background sociale, vengono solitamente richieste verso la fine dell'intervista. Queste domande tendono a non stimolare conversazioni ricche, e pertanto è preferibile posticiparle per evitare di interrompere il flusso della discussione. La Sospensione della Conversazione: Non è consigliabile "chiudere" l’intervista alla fine. Invece, è utile sospendere la conversazione, lasciando spazio a eventuali riflessioni che possano emergere dopo aver esplorato tutti gli aspetti rilevanti. Ciò consente all'intervistato di tornare su eventuali punti non espressi inizialmente. Uso delle Storie di Vita: Nei casi di interviste basate su storie di vita, l’ordine delle domande è strutturato in modo da favorire una narrazione cronologica del percorso dell'intervistato. Gestione della Durata dell’Intervista: La durata dell’intervista varia a seconda del tipo di intervista. Mentre le storie di vita possono durare più a lungo, i focus group dovrebbero essere limitati a 90 minuti per evitare il calo di attenzione. È fondamentale mantenere un equilibrio tra l’approfondimento dei temi e il rispetto del tempo dell'intervistato, per garantire che l'intervista non diventi faticosa. Registrazione e Osservazione Non Verbale: La registrazione dell’intervista è essenziale per una trascrizione accurata e per il recupero di dati precisi. In un focus group, una videoregistrazione è particolarmente utile per cogliere il linguaggio del corpo e le dinamiche tra i partecipanti. La presenza di un osservatore può supportare il moderatore annotando segnali non verbali che potrebbero influenzare l’interpretazione delle risposte. Test dell'Intervista: Prima di iniziare le interviste reali, è consigliabile testare la traccia attraverso interviste pilota. Questo aiuta a verificare la chiarezza delle domande, la loro efficacia nel raccogliere i dati desiderati e la durata ottimale dell'intervista. Eventuali modifiche al contenuto o alla formulazione possono essere fatte in base ai risultati ottenuti nelle interviste di prova. Capitolo 6 Il lavoro sul campo L’ingresso sul campo: il ruolo di informazioni e informatori La fase di ricerca sul campo è solitamente preparata attraverso una raccolta accurata di informazioni sul contesto nel quale si è scelto di condurre la ricerca. - Documentazione ufficiale e ufficiosa - Ricerche precedenti - Conversazioni informali con testimoni privilegiati L’ingresso - Ruolo di informazioni precedenti; imparare dai documenti - Ruolo degli informatori (nota: importanti per la conoscenza di base, ma rischio di venire identificati con una delle parti) L’approccio - Interessato ma non impegnato - Informato ma senza ostentazione Questioni etiche - Non mentire / non rivelare troppo - Non insistere per avere informazioni sensibili/pericolose/personali che non sono necessarie per la ricerca - Proteggere l’anonimato (nota: i nomi tendono a personalizzare una storia) Tanto più è approfondita l’osservazione, e soprattutto tanto più essa prevede interazioni con coloro che abitano un certo ambiente, tanto più necessario inoltre è il rapporto con i gate-keepers che introducono il ricercatore nell’ambiente che vuole studiare. Ciò per creare fiducia, attorno al suo lavoro e per fornirgli informazioni necessarie alla scelta dei partner da intervistare. Nota: importante che il gate-keeper goda egli stesso della fiducia della comunità e sia il meno possibile coinvolto in potenziali conflitti interni ad essa per poter svolgere al meglio la sua funzione di mediatore di fiducia. L’immagine che i potenziali intervistati hanno del ricercatore è tanto più rilevante quanto più esigente è l’intervista. Il ricercatore genera aspettative sia nei gate-keepers che nella comunità. Soprattutto nella fase iniziale infatti, si parla di inversione di status: lo scienziato osservatore viene attentamente osservato dai “nativi” per valutare la sua affidabilità. L’atteggiamento del ricercatore è particolarmente importante nel creare o ridurre la disponibilità a partecipare alla ricerca. –> atteggiamenti di accettazione e interesse oltre che disponibilità ad interagire facilitano i rapporti. Attenzione: anche se una certa empatia con le persone intervistate è inevitabile, si raccomanda di non identificarsi troppo con le persone che si stanno studiando. –> Viene invece spesso raccomandata una via di mezzo tra eccessiva estraneità ed eccessiva familiarità, considerati i potenziali effetti di distorsione di entrambe. Es. un’eccessiva tendenza all’integrazione, tipo imitazione del linguaggio, può essere controproducente perché suona falsa e forzata ai membri della comunità osservata. È comunque normale che il ricercatore diventi via via più interno alla realtà che studia. L’esperienza sul campo tende infatti a trasformare l’atteggiamento rispetto alla comunità studiata. –> tanto più lunga la presenza sul campo, tanto più il ricercatore tende a trasformarsi da osservatore a partecipante. L’interazione tra intervistatore e intervistato Un certo equilibrio tra riserbo e partecipazione è spesso raccomandato anche nella conduzione delle interviste in profondità, dove la natura aperta del questionario accentua il ruolo dell’interazione tra le due parti. Il processo interattivo è particolarmente rilevante nelle interviste orientate alla raccolta delle storie di vita. –> esse, prese come costrutti, sono inseparabili dal processo di interazione. La concezione dell’interazione ideale tra intervistato e intervistatore varia a seconda delle diverse prospettive epistemologiche: Prospettiva - L’intervistatore deve riuscire a ottenere le informazioni che il soggetto positivista possiede. - Il successo dell’intervista si basa su dei criteri che assumono l’esistenza di informazioni preesistenti che devono essere estratte. - L’intervistatore si pone in modo da far sì che l’intervistato parli apertamente per produrre una relazione valida su un qualche stato dei fatti interiore o esteriore. - L’analisi cerca di individuare specifici pensieri espressi attraverso il linguaggio. - Obiettivo: ricerca di informazioni incontaminate (spesso non raggiunto). - Si applicano varie strategie per favorire una conversazione ottimale, tenendo l’interazione tra le due parti il più possibile sotto controllo per produrre dati comparabili, validi e affidabili. Nota: è richiesto che l’intervistatore non esprima la propria opinione. Prospettiva - L’intervista è considerata un prodotto essenzialmente interattivo. interpretativista - Non si cerca di raccogliere un dato ma di produrlo. - Assunto: gli intervistati hanno risorse culturali e analitiche che adoperano quando rispondono ad una domanda; essi attivano giudizi morali e si adeguano ad una certa identificazione categoriale proposta da chi li intervista. - L’atto di intervistare è considerato un evento interattivo in cui i partecipanti si rifanno alle loro conoscenze culturali; - Le domande sono una parte centrale dei dati e non possono essere viste come un invito neutrale a parlare; - Le risposte all’intervista sono trattate come resoconto narrativo piuttosto che come cronache. Nota: il fatto che l’intervistato sia attivo non significa che l’intervistatore sia passivo. Conversando, gli intervistatori possono suggerire un orientamento verso, e connessioni tra, diversi aspetti dell’esperienza dell’intervistato, abbozzando interpretazioni che facciano uso di particolari risorse, connessioni e prospettive. Il controllo dell’intervista da parte dell’intervistatore è però limitato. => Entrambi i partecipanti sono attivi e influenzano il risultato dal comune impegno. Intervista attiva: ogni intervista è un dramma interpersonale con una trama che si sviluppa nel corso della conversazione. Intervista creativa: dà importanza alla creatività di intervistatore e intervistato, alla ricerca di una mutua rivelazione. => L’intervista è considerata quindi come uno strumento che inevitabilmente influenza il contenuto della conversazione. Visioni e valori non sono semplicemente raccolti attraverso, ma anche prodotti durante l’intervista. Le risposte sono viste non come riflesso della realtà ma come esempi di costruzione della realtà durante l’interazione tra diversi attori. –> Il fatto che l’intervista sia aperta e poco strutturata comporta l’attribuzione all’intervistato di un ampio spazio di intervento basato sull’ascolto attivo. L’intervistatore lascia all’intervistato la libertà di parlare e attribuire significati. Fiducia e ascolto Lo sviluppo di relazioni di fiducia è particolarmente importante, motivo per cui si presta particolare attenzione alla capacità di crearle e mantenerle. Cruciali le fasi iniziali in cui si deve dimostrare di essere: - Un’individuo benevolo - In grado di accogliere - Curioso - Preparato e desideroso di ascoltare con interesse Nota: Importante che l’introduzione sia chiara e che vi sia qualche minuto iniziale di chiacchierata aperta. Per stabilire un rapporto di fiducia: - Evitare di apparire interessati a dare un giudizio sull’intervistato oppure indiscreti - Mostrare rispetto per l’intervistato, che deve sentirsi a suo agio e competente nell’interazione - Guidare l’intervista senza creare frustrazione nell’intervistato - Prestare attenzione e ricordare quello che l’intervistato dice - Far passare il messaggio che è l’intervistato il protagonista - L’intervistato deve sentire l’interesse dell’intervistatore per la sua opinione - Evitare di anticipare le risposte o interrompere il flusso della narrazione => lasciare spazio all’intervistato: se egli ha qualcosa da dire, deve essere messo nella condizione di poterlo fare. Nota: l’intervista è una collaborazione. Nota: l’importanza di saper ascoltare, senza imporre le proprie categorie all’intervistato, è sottolineata soprattutto nell’approccio naturalista. La conduzione del’intervista Nella ricerca qualitativa, a differenza di quella quantitativa, viene sottolineata l’importanza di creare un clima di empatia. Nota: la neutralità ostacola invece che aiutare. Non c’è un comportamento ideale né una procedura standard da seguire per le interviste però esistono dei suggerimenti generali: - Evitare di porre due domande allo stesso tempo; - Se saranno poste domande delicate, avere alcune versioni di esse già preparate ed essere pronti a porle senza imbarazzo o esitazione; - Evitare di interrompere una storia quando possibile; - Non avere paura delle pause; - Fare attenzione alla coerenza delle risposte; - Terminare con un argomento rilassante. All’intervistatore si raccomanda attenzione: - Nell’introduzione del tema - Nell’ascolto delle risposte e - Nel generare nuove domande - Nel chiedere di spiegare specifici termini - Mostrare interesse con il linguaggio del corpo e parole brevi - A quando sono necessari stimoli a parlare, tipo: - Approfondire punti interessanti - Chiarire eventuali contraddizioni - Strategie per guidare la conversazione: - Offrire interpretazioni - Giocare all’avvocato del diavolo - Presentare questioni ipotetiche - Chiedere all’intervistato di definire una situazione ideale - È consigliato anche fermarsi durante l’intervista e ripercorrere la traccia per verificare che non si sia dimenticato nulla di importante - Importante riportare gentilmente l’intervistato sulla traccia quando divaga - Essere sensibili all’emergere di potenziali problemi Nota: - Se l’intervistato evita alcuni temi, li si può affrontare in modo più obliquo o si può scegliere di lasciar parlare di altro. - Le pause possono servire ad entrambi per superare momenti di blocco Stili e luoghi Si aspira spesso a bilanciare formalità e informalità. Una certa formalità nell’abbigliamento e nel parlare è utile perché aiuta l’intervistato a collocare l’intervistatore nel suo ruolo di scienziato, che può dunque fare domande personali per curiosità professionale e che manterrà la promessa di confidenzialità. Dall’altra parte, un po’ di informalità rassicura che l’intervistatore non sia percepito come freddo e indifferente. Un primo elemento decisivo è lo stile orale: - Il tono dovrebbe essere molto vicino a quello della conversazione tra due individui eguali —> ideale è rompere la gerarchia senza cadere in una equivalenza delle posizioni. - La conversazione è influenzata dalle caratteristiche sociobiografiche dell’intervistatore —> alcuni potrebbero reagire meglio a qualcuno di simile a loro mentre altri a qualcuno di diverso da loro. È importante anche il luogo in cui la conversazione di svolge: - Tende a influenzare il contenuto della conversazione —> la quale di solito è più rilassata in un luogo gradito all’intervistato. - La caratteristiche del luogo determinano anche la probabilità che altre persone siano presenti durante parti delle interviste —> talvolta suggerito di coinvolgere le altre persone per esplicitare il loro intervento. Nota: non sono di solito necessarie retribuzioni economiche, si è notato che la partecipazione all’intervista è di per sè gratificante per l’intervistato. Albanesi, C., I focus group. Carocci, Milano, 2014 Capitolo 2 PIANIFICAZIONE E USO DEI FOCUS GROUP Il focus group è una tecnica molto versatile che si presta ad ambiti tematici e scopi diversi. La pianificazione implica la definizione chiara degli obiettivi della ricerca e la congruenza tra obiettivi e metodo. I ricercatori devono rispondere a domande fondamentali, come le finalità della ricerca, le informazioni desiderate, chi le utilizzerà, e quali soggetti sono adatti a partecipare. Altri aspetti da considerare sono il ruolo del moderatore, la presenza di assistenti e lo setting in cui si svolgerà il focus group, oltre alla struttura delle domande. L’obiettivo di ricerca La popolazione di riferimento (popolazione di riferimento partecipanti) Il moderatore/assistente La griglia di conduzione Il setting di svolgimento. Uso e Disegno della Ricerca: I focus group possono servire per generare o verificare ipotesi (Krueger 1994), esplorare problematiche specifiche, valutare programmi o interpretare risultati di ricerche (Stewart e Shamdasani 1990). Possono essere anche usati per comprendere il punto di vista di una popolazione o confrontare opinioni su uno stesso tema. Non sempre sono sufficienti da soli, ma sono utili come strumento complementare in ricerche multimetodo (Bloor 2002). Fase iniziale: o Ottenere dati del contesto di intervento; o Ottenere info sui codici linguistici all’interno di un certo gruppo; o Verificare che strumenti quantitativi siano comprensibili, così come i termini adottati; o Costruire scale e questionari. Fase intermedia: o Ridefinire e precisare dati raccolti; o Raccogliere dati supplementari. Fase conclusiva: o Discutere i risultati di ricerca; o Strumento di valutazione progetto di intervento. La scelta di utilizzare disegni di ricerca multimetodo (a.e., focus group + intervista), viene definita triangolazione dei dati: questa pratica prevede l'adozione congiunta di metodi diversi, con l'obiettivo di rendere giustizia alla complessità dell'oggetto di studio. La triangolazione sequenziale può essere usata sia quando otteniamo dati che ci consentono di fare ipotesi, sia quando i dati ottenuti risultano insoddisfacenti, in modo da poter indagare aspetti non chiariti. Studi Esplorativi: Nei focus group esplorativi, l'obiettivo è raccogliere opinioni condivise e identificare rappresentazioni sociali. Possono essere usati per misurare il consenso su un argomento (molti autori ritengono più adatta la tecnica di Delphi, in modo da ovviare alla pressione del gruppo) e analizzare i processi di pensiero dei partecipanti. Questi gruppi aiutano a raccogliere informazioni cruciali su esperienze comuni, come la stigmatizzazione. Sebbene i focus group non siano sempre idonei per misurazioni formali di consenso, sono utili per comprendere le esigenze e le percezioni dei partecipanti, influenzando le politiche o strategie di intervento. Fasi della Ricerca: La ricerca inizia con l’identificazione degli obiettivi e la stesura di una griglia di discussione (o conduzione?), che viene testata in un focus group preliminare per verificarne l'efficacia (chiarezza delle domande e se + sufficiente il tempo). Un atteggiamento ricettivo del ricercatore è cruciale per adattare lo strumento e rispondere alle esigenze reali dei partecipanti. Nei progetti esplorativi, è consigliato effettuare almeno tre focus group per raccogliere una varietà di posizioni. I focus group preliminari sono generalmente esclusi dall'analisi, a meno che non vi siano modifiche minime nella griglia. Focus Group a Più Stadi: Per argomenti complessi o ampi, si possono condurre più sessioni con lo stesso gruppo, esplorando diverse dimensioni del tema. Tuttavia, in molte ricerche si preferisce condurre un solo incontro per gruppo, per ragioni pratiche e metodologiche. Questo approccio permette di raccogliere dati qualitativi dettagliati e di esplorare dinamiche complesse attraverso la discussione di gruppo. 2.1.2. Uso dei Focus Group negli Studi Multimetodo I focus group sono stati solitamente utilizzati in via esclusivamente preliminare e spesso ritenuti più utili a produrre domande piuttosto che risposte grazie alle loro potenzialità esplorative insite nella discussione di gruppo. Al giorno d'oggi la diffidenza circa la capacità dei focus group di andare oltre la semplice precisazione di domande di ricerca è diminuita. Sono frequentemente usati in combinazione con altre tecniche di rilevazione dati soprattutto nell'ambito della ricerca psicologica e sociale, dove l'integrazione tra metodi qualitativi e quantitativi è pratica comune e ha l’obiettivo di aumentare la validità ecologica, ovvero la capacità di produrre risultati rilevanti per la vita quotidiana delle persone, delle ricerche. ⇒ La psicologia di comunità ha dato un contributo significativo nell’uso dei focus group per la raccolta di informazioni su contesti sociali. Questa branca della psicologia assume che la produzione di conoscenza sia possibile nella sua stessa costruzione: gli individui da mero oggetto di studio diventano quindi partecipanti attivi all’acquisizione di conoscenze. L’uso di focus group per la costruzione di scale e questionari Quando si vuole costruire strumenti di ricerca quantitativi, è possibile seguire un approccio di tipo: Top-down: i modelli teorici fungono da guida per la definizione di aree tematiche che saranno a loro volta articolate in una serie di domande. Questo approccio non permette tuttavia di svelare conoscenze parziali o fraintendimenti; in questo caso, i focus group permettono di “tradurre” le conoscenze degli esperti in concetti accessibili anche dai “non esperti”. Bottom-up (il quale si basa esclusivamente sulle conoscenze dei non esperti), il focus group si rivela fondamentale: o Nella prima fase della ricerca per individuare aree tematiche di maggior interesse; o Costruire un questionario articolato per aree di indagine; o Verificare che lo strumento quantitativo che si sceglie di usare sia sufficientemente comprensibile. 2.1.3. Focus Group come Strumento di Valutazione I focus group sono utilizzati per raccogliere opinioni e valutare programmi, iniziative o interventi, permettendo una riflessione approfondita sui risultati ottenuti. In questo contesto, i partecipanti esprimono feedback che possono indirizzare le valutazioni finali. 2.1.4. Focus Group come Metodologia Partecipativa In ricerche applicative, i focus group sono importanti per coinvolgere i cittadini nei progetti, dando loro voce anche in modo critico. Sono utilizzati per stimolare la partecipazione e permettere ai cittadini di influire sulle politiche o sulle azioni progettuali. 2.2. Composizione del Gruppo La selezione dei partecipanti è essenziale per il successo del focus group. È necessario scegliere persone che abbiano qualcosa da dire sull'argomento di ricerca, motivazione e disponibilità a interagire in gruppo. Non si utilizzano campioni casuali ma si selezionano partecipanti in base alla rilevanza delle loro opinioni e conoscenze. Le caratteristiche da considerare includono la quantità e la qualità delle informazioni possedute, e la disponibilità a esprimersi in gruppo. 2.2.1. Criteri di Selezione dei Partecipanti Omogeneità vs Eterogeneità: È importante scegliere se privilegiare gruppi omogenei (per età, status socioeconomico, genere) per favorire l'apertura o eterogenei per stimolare il dibattito. L'idea è creare un equilibrio tra omogeneità (per facilitare la comunicazione) ed eterogeneità (per favorire il confronto). Estraneità: Secondo il modello standard, i partecipanti non dovrebbero conoscersi tra loro, nè conoscere il moderatore, per due motivi: ○ Privacy ○ Conformismo Inoltre, il fatto che i partecipanti si conoscano rischia di alterare il funzionamento del gruppo per via del modo i