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Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
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This document explores the history of education in ancient Mesopotamia, focusing on the development of writing systems, mathematics, and administrative practices in the region. It uses illustrative examples from Nippur to outline the evolution of educational systems and their impact on daily life in Mesopotamia.
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Portare alla luce l’istruzione dell’antica Mesopotamia Svelare com’era la vita nel 2000 a.C. in Mesopotamia potrebbe aiutarci a comprendere come la civiltà umana è riuscita a compiere gli impressionanti progressi noti in tale periodo, nonché le ragioni dietro di essi. Nuovi indizi potrebbero persino...
Portare alla luce l’istruzione dell’antica Mesopotamia Svelare com’era la vita nel 2000 a.C. in Mesopotamia potrebbe aiutarci a comprendere come la civiltà umana è riuscita a compiere gli impressionanti progressi noti in tale periodo, nonché le ragioni dietro di essi. Nuovi indizi potrebbero persino orientare il nostro approccio all’istruzione. [Image: Società icon] Società La Mesopotamia, una regione situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate nell’odierno Iraq, ha ospitato una delle prime civiltà umane note. I popoli che l’hanno abitata, ovvero i Sumeri e gli Accadi, hanno lasciato alle proprie spalle un tesoro di storia scritta su tavolette di argilla, molte delle quali suggeriscono la passata esistenza di un fiorente sistema di apprendimento. Di queste tavolette, numerose sono state ritrovate nella città di Nippur, che è stata il fulcro del progetto MESOPOLIT, intrapreso con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie. «Quello che potremmo chiamare il primo periodo dell’antico mondo babilonese, all’incirca nel 2 000 a.C. fu caratterizzato da città stato frammentate in lotta per acquisire il potere», spiega il borsista Marie Skłodowska-Curie di MESOPOLIT Robert Middeke-Conlin, ricercatore presso l’Università di Copenaghen, in Danimarca. «In questo mondo fece la sua comparsa Nippur. Questa città non fu mai una potenza a livello economico o politico, quanto piuttosto una sede di culto e un centro di apprendimento.» Evoluzione dell’istruzione in Mesopotamia Grazie a una valutazione critica di varie tavolette di argilla rinvenute a Nippur e in altri luoghi della Mesopotamia, Middeke-Conlin sperava di comprendere meglio il modo in cui venivano istruiti burocrati e commercianti, nonché le modalità di evoluzione dell’alfabetizzazione e delle capacità di calcolo. Al di fuori di Nippur, è stato in grado di discernere che una serie di testi apparentemente di tipo amministrativo furono effettivamente utilizzati, con grande probabilità, allo scopo di formare i burocrati nell’ambito di una sorta di istruzione professionale. A Nippur il borsista è riuscito a determinare l’utilità dell’istruzione e, in definitiva, a mettere in evidenza l’eterogeneità insita in essa in quella che sarebbe diventata Babilonia. «Vi erano molte attività volte alla memorizzazione di parole, frasi e, alla fine, testi», afferma. «Possiamo ricostruire l’immagine di un burocrate quale una persona che doveva essere in grado di leggere, scrivere ed effettuare operazioni matematiche.» Sotto il profilo della matematica, Middeke-Conlin è riuscito a osservare lo sviluppo del sistema di notazione sessagesimale con valore posizionale, ovvero la ragione per cui oggi contiamo il tempo con ore di 60 minuti. Questo complesso metodo per svolgere le moltiplicazioni è stato sviluppato nell’arco di un periodo di 200 anni e il progetto è stato in grado di tracciare gli effetti della sua evoluzione su testi economici e amministrativi. Infine, la documentazione storica sottolinea l’importanza che rivestirono l’istruzione e il trasferimento delle conoscenze agli antichi geometri. «Questi soggetti erano essenziali per lo svolgimento di vari progetti, come ad esempio la costruzione dei canali», aggiunge Middeke- Conlin. «In questo contesto possiamo osservare lo sviluppo di una matematica davvero solida.» Un quadro della vita babilonese Uno straordinario traguardo raggiunto dal progetto MESOPOLIT è stato quello di congiungere diverse discipline accademiche. Secondo quanto osservato da Middeke-Conlin, i matematici storici e i linguisti specializzati in lingua sumera tendono a non sconfinare nei rispettivi campi di specializzazione. L’adozione di un approccio più olistico per l’interpretazione dei testi antichi ha consentito a Middeke-Conlin di ottenere un quadro più chiaro del loro impiego. Errori e discrepanze, ad esempio, potrebbero indicare che le tavolette venivano utilizzate in modo analogo a quaderni di esercizi. «Ho messo in evidenza come alcuni testi a prima vista amministrativi erano molto probabilmente usati per finalità di insegnamento, e pertanto non riflettevano necessariamente la realtà dell’amministrazione», osserva. Nella documentazione storica, inoltre, Middeke-Conlin ha scoperto quello che probabilmente fu un dibattito dell’epoca su come mettere in pratica la «nuova» scoperta dei numeri in notazione sessagesimale posizionale, che forse ebbe luogo in diverse amministrazioni di tutta la Mesopotamia. «Questo è un argomento che vorrei potesse essere approfondito ulteriormente», dichiara. Sicuramente, la comparsa del sistema numerico sessagesimale sottolinea inoltre una verità universale: ogni civiltà si avvale degli strumenti che ha sviluppato, ma allo stesso tempo questi ultimi cambiano le persone che li adoperano. «Per gli abitanti della Mesopotamia, tali strumenti erano i numeri stessi e l’abaco», osserva Middeke-Conlin. «Per noi, si tratta di Internet. Lo sviluppo delle persone si basa sugli strumenti da esse realizzati.»