Introduzione - Storia dell'industria in Italia PDF

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This document provides an introduction to the history of the Italian industrial revolution and culture. It discusses the impact of industrialization on society, the rise of mass media, and cultural changes. The document also touches on different approaches to industrialization, such as the pedagogic and entertaining strategies in culture.

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INTRODUZIONE L’Italia arrivò tardi rispetto ad altri Paesi alla Rivoluzione industriale, un processo che si sviluppò tra la ne dell’800 e il 1920. Grazie all’investimento di capitali tedeschi e alla nascita delle banche miste, l’industria italiana poté s...

INTRODUZIONE L’Italia arrivò tardi rispetto ad altri Paesi alla Rivoluzione industriale, un processo che si sviluppò tra la ne dell’800 e il 1920. Grazie all’investimento di capitali tedeschi e alla nascita delle banche miste, l’industria italiana poté svilupparsi, con la FIAT come simbolo di questa trasformazione. Tuttavia, l’industrializzazione portò anche a tensioni sociali, culminate in proteste represse con durezza, come quelle del 1898 che portarono all’assassinio di Umberto I nel 1900. Fu Giovanni Giolitti a comprendere che il progresso industriale doveva essere accompagnato da una politica più aperta verso i movimenti di massa, concedendo libertà ai lavoratori e introducendo nel 1913 il su ragio universale maschile. Tuttavia, con l’urbanizzazione e la crescita delle città, emersero problemi come sovra ollamento, igiene precaria, analfabetismo e inquinamento, rendendo evidente l’esistenza di una società di massa, in cui le persone iniziavano a condividere comportamenti e consumi, ma senza la guida di grandi personalità. Parallelamente, si a ermò la stampa come strumento fondamentale di informazione e propaganda politica, permettendo ai movimenti socialisti e liberali di di ondere le loro idee. Questo periodo segnò l’inizio di una trasformazione sociale, politica e culturale senza precedenti. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA L’industrializzazione italiana portò a un mutamento radicale della società: il lavoro nelle campagne diminuì e si a ermò il “triangolo industriale” (Milano-Torino-Genova). Questo generò una massiccia migrazione interna, con operai e contadini che si trasferirono in città in cerca di migliori condizioni di vita. Tuttavia, la crescita industriale generò anche forti con itti tra operai e industriali, con un numero crescente di scioperi. Questa fase storica portò all’a ermazione della società di massa, descritta da Ortega y Gasset come una società in cui le persone tendono ad appiattirsi, perdendo individualità e spirito critico. Secondo Marx, però, il proletariato avrebbe potuto trasformare questa massa indistinta in una forza rivoluzionaria consapevole dei propri interessi. In questo contesto, la stampa diventò uno strumento di grande impatto: giornali come L’Avanti! di usero le idee socialiste, mentre i partiti di destra usarono altri mezzi di comunicazione per contrastarle. Il ruolo dei media iniziò così a essere determinante nella costruzione del consenso politico e sociale. LA RIVOLUZIONE CULTURALE E L’INDUSTRIA CULTURALE L’industrializzazione non in uenzò solo l’economia, ma anche la cultura e i consumi. Fausto Colombo individua la nascita dell’industria culturale in Italia con la pubblicazione de Le avventure di Pinocchio (1881-1883) di Collodi, il primo libro pensato per un pubblico di massa e scritto con una logica di serialità. Il meccanismo della serialità, infatti, è una caratteristica fondamentale dell’industria culturale: i prodotti culturali vengono adattati al pubblico e al contesto di di usione. Altri studiosi collocano la nascita dell’industria culturale in momenti diversi: Michele Sorice la fa risalire al 1877, con l’apertura del primo grande magazzino di abiti confezionati a Milano (Aux villes d’Italie). David Forgacs la identi ca nella guerra delle tirature tra Il Corriere della Sera e Il Secolo. Questa rivoluzione generò però anche dibattiti: alcuni critici temevano che l’industria culturale potesse diventare un mezzo di manipolazione, limitando l’espressione artistica. Tuttavia, si a ermarono due strategie principali nell’industria culturale: 1. Strategia pedagogizzante: mirava a educare il pubblico, come nel caso del libro Cuore di Edmondo De Amicis. ff ff fi ff ff fl ff ff fi ff ff fl ff 2. Strategia dell’intrattenimento: puntava sulla spettacolarità e sul coinvolgimento emotivo, come nei romanzi d’avventura di Emilio Salgari. In questo periodo emerse quindi il concetto di mediatizzazione, ovvero il crescente ruolo dei media nella costruzione della realtà sociale e politica. LA RIVOLUZIONE POLITICA E IL RUOLO DEL CONSENSO L’industria culturale non fu solo un fenomeno economico, ma anche un potente strumento di controllo sociale. Antonio Gramsci analizzò il modo in cui lo Stato borghese e capitalista non si limitava a esercitare il potere con la coercizione (esercito, polizia, leggi), ma anche attraverso il consenso e l’egemonia culturale. Questo avveniva grazie ai media, alla scuola e alla produzione culturale, che di ondevano valori e ideologie utili al mantenimento dello status quo. La borghesia capitalistica ottocentesca, ad esempio, costruì il proprio potere sul nazionalismo e sul patriottismo, ma l’Italia, uni cata da poco, non aveva una cultura nazionale omogenea né una lingua comune. Per questo motivo, il controllo culturale divenne essenziale per consolidare il senso di appartenenza nazionale. LA RIVOLUZIONE FASCISTA E IL CONTROLLO DEI MEDIA Dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Benito Mussolini comprese che la violenza non bastava per consolidare il potere: era necessario costruire il consenso delle masse attraverso la cultura e i media. Per questo motivo, il fascismo investì pesantemente nella propaganda, imponendo il culto del regime e di ondendo un’ideologia basata sul nazionalismo, il militarismo e il mito del “cittadino virile e virtuoso”. Tra i principali strumenti di controllo culturale del regime troviamo: La stampa, progressivamente censurata e trasformata in un veicolo di propaganda. La radio, che permise di raggiungere anche le classi popolari analfabete. Il cinema, con la produzione di lm che esaltavano le imprese del regime. Le attività ricreative e sportive, usate per ra orzare l’identità fascista. La strategia comunicativa del fascismo può essere analizzata attraverso quattro modelli: 1. Grillo: pedagogico e moralizzante. 2. Corvo: ideologico e propagandistico. 3. Topo: carnevalesco e comico. 4. Gatto: serializzazione dei prodotti culturali per un consumo di massa. Il regime fascista, dunque, non si limitò a controllare la politica, ma cercò di modellare l’intera società attraverso l’industria culturale, creando un’egemonia che permeava ogni aspetto della vita quotidiana. La rivoluzione dei costumi La rivoluzione dei costumi si sviluppa in un contesto in cui il fascismo tenta di imporsi come religione di Stato, ma incontra un ostacolo insormontabile: la profonda radicazione del cattolicesimo nella popolazione italiana. La Chiesa e il Vaticano esercitano un’in uenza tale da rendere impossibile la sostituzione della religione tradizionale con l’ideologia fascista, il cui spirito bellicoso si scontra con la vocazione paci sta e spirituale delle masse cattoliche. Parallelamente, il fascismo fatica a cancellare le culture locali, i dialetti, le tradizioni e gli usi delle varie regioni italiane, che si oppongono al nazionalismo imposto dal regime. A questo si aggiungono le trasformazioni introdotte dalla rivoluzione industriale, che modi ca profondamente la vita quotidiana: l’aumento del tempo libero favorisce lo sviluppo di nuovi interessi, della socializzazione e dell’intrattenimento. ff fi ff fi fi ff fi fl In questo periodo emergono i consumi di massa, con la nascita dei grandi magazzini e lo sviluppo delle tecniche pubblicitarie moderne, spesso ispirate all’estetica futurista. Si assiste a un cambiamento dello stile di vita, segnato dalla Belle Époque, epoca di prosperità che porta con sé l’apertura di nuovi spazi per le donne, la crescita delle occasioni mondane e lo sviluppo della moda. L’arte e la cultura vivono una stagione di grande fermento: nella musica nasce la canzone moderna, grazie anche al fonografo e al disco, e si a erma la gura di Enrico Caruso, che porta la canzone napoletana nel mondo. L’editoria musicale si espande e compositori come Cesare Andrea Bixio segnano un’epoca. Anche il teatro e il cinema vivono un periodo d’oro: Gabriele D’Annunzio domina la scena culturale, collaborando con artisti e cineasti e contribuendo al successo di lm come Cabiria (1914). Il cinema italiano si a erma come una delle industrie più avanzate a livello internazionale, esportando lm e creando un nuovo modello di divismo femminile. Il successo del cinema porta alla costruzione di sale cinematogra che in tutti i centri urbani. Nascono nuovi spazi di aggregazione come stadi, teatri, luoghi di spettacolo e grandi magazzini, dando origine a un pubblico sempre più uniforme. Tuttavia, questo processo di massi cazione porta anche a una specializzazione dei prodotti culturali, con contenuti pensati per target speci ci (ad esempio, il fumetto per ragazzi). La cultura di massa diventa sempre più consapevole dei propri gusti, segnando un cambiamento irreversibile nelle dinamiche sociali. La rivoluzione italo-americana Il periodo che va dal 1943 al 1945 segna una svolta cruciale per l’Italia: con la liberazione da parte delle forze anglo-americane, il Paese subisce una trasformazione radicale, che si può de nire una vera e propria rivoluzione italo-americana. L’Italia passa da una dittatura totalitaria a una democrazia, diventando una fedele alleata degli Stati Uniti e abbracciando il liberismo e il capitalismo, elementi chiave per la sua ripresa economica. Tuttavia, l’in uenza americana non si limita alla politica e all’economia: già nei primi decenni del Novecento, la cultura statunitense aveva esercitato un forte fascino sugli italiani. Il regime fascista, pur cercando di imporre un’egemonia culturale fondata sull’italianità, aveva faticato a contrastare l’attrazione per il cinema hollywoodiano, la musica sincopata, la letteratura popolare, il fumetto, la pubblicità e i nuovi stili di vita americani. Con lo sbarco degli Alleati, questa in uenza esplode de nitivamente: la cultura americana diventa dominante, ma senza cancellare le altre tradizioni culturali italiane, come quella cattolica, socialista e comunista. L’Italia del dopoguerra diventa quindi un Paese caratterizzato da una cultura plurale, capace di integrare modelli diversi e di assorbire la modernità senza rinnegare il proprio passato. Un simbolo di questa contaminazione culturale è la celebre canzone di Renato Carosone Tu vuò fa l’americano (1956), che ironizza sull’imitazione dello stile di vita statunitense da parte degli italiani. Propaganda e censura La propaganda e la censura sono strumenti di potere presenti in tutte le epoche storiche, ma assumono un ruolo particolarmente rilevante tra il 1900 e il 1945, nell’epoca delle guerre di massa e dei regimi totalitari. Durante la Prima guerra mondiale, la manipolazione dell’informazione diventa una necessità per giusti care la violenza e presentare il nemico come crudele. Le notizie false si di ondono rapidamente, favorite da una censura severissima che porta i cittadini a di dare persino delle informazioni vere. Con l’avvento del fascismo, la propaganda diventa uno strumento essenziale per controllare le masse e sopprimere ogni forma di dissenso. Il regime utilizza stampa, radio, editoria, cinema, teatro e sport per di ondere la propria ideologia e creare un’immagine vincente del fascismo. Ogni opposizione viene repressa e l’intera società viene militarizzata: il Duce impone un linguaggio controllato (ad esempio, il bando degli inglesismi), promuove un’educazione nazionalista e cerca di trasformare gli italiani in un popolo di soldati. ffi ff fl fi fi ff ff fi fi fl ff fi fi fi fi fi Tuttavia, questa strategia incontra forti resistenze: la Chiesa e la famiglia rappresentano due pilastri di opposizione al regime, impedendo la completa trasformazione della società. Inoltre, l’Italia non è preparata ad a rontare un’altra guerra di massa, e il fallimento del progetto fascista si concretizza con la disfatta militare e la caduta del regime. La rivoluzione futurista Il futurismo rappresenta la più signi cativa avanguardia italiana della prima metà del Novecento. Nato con la pubblicazione del Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti su Le Figaro (1909), il movimento si propone di rompere con il passato e di esaltare velocità, dinamismo, tecnologia e modernità. Gli artisti futuristi, come Balla, Boccioni e Carrà, trasportano questi ideali nelle loro opere, creando un’estetica caratterizzata da linee spezzate, movimento e tensione. Il futurismo non si limita alle arti visive: si estende alla letteratura, alla musica, al teatro e persino alla politica, con la volontà di rivoluzionare ogni aspetto della società. Un aspetto fondamentale del futurismo è il teatro performativo, che unisce parola e immagine per creare un’esperienza multisensoriale. Si sviluppano forme sperimentali come il teatro sintetico e il teatro della sorpresa, che rompono con la tradizione teatrale e puntano a stimolare una reazione immediata nel pubblico. Il futurismo anticipa molte delle tecniche di comunicazione contemporanee e dimostra una straordinaria capacità di attrarre consenso attraverso la propaganda artistica. Il rapporto tra arte e vita è al centro della rivoluzione futurista: il movimento non vuole solo rappresentare la modernità, ma vuole trasformarla in un’esperienza quotidiana. Questo obiettivo si concretizza nel cinema, nella pubblicità e persino nella moda, facendo del futurismo un’avanguardia capace di in uenzare profondamente il Novecento. INFORMAZIONE Il giornalismo italiano si sviluppa lentamente a causa di fattori culturali, politici e sociali che ne frenano l’evoluzione. In particolare, la tradizione politica e l’in uenza della Chiesa ostacolano la creazione di una stampa moderna e indipendente, facendo sì che il giornalismo rimanga subordinato alla politica e alla letteratura. Questa situazione porta a una scarsa di usione della stampa e alla sua frammentazione, con il pubblico che rimane elitario e limitato. Nonostante ciò, alcuni giornali si distaccano da logiche politiche per rivolgersi a un pubblico più vasto, come Il Messaggero, che incentiva la partecipazione dei lettori e sviluppa la pubblicità commerciale. L’evoluzione della stampa italiana vede l’ingresso di imprenditori politici, che utilizzano i giornali per sostenere le proprie posizioni di potere. La scarsa indipendenza economica dei giornali risulta in una stampa politicamente schierata, dominata da logiche educative e politiche più che da una visione economica. Tuttavia, a partire dal 1896 con la nascita di Avanti!, il giornalismo italiano inizia a dare spazio alla politica di partito, dando vita a una stampa più strettamente legata a ideologie politiche, come nel caso di Avanti! e delle testate legate alla sinistra, come Il Corriere della Sera, che, pur partendo da posizioni conservatrici, evolve in una testata più aperta a temi culturali e sociali. Nel contesto di un paese che ancora non ha raggiunto una vera uni cazione politica e sociale, la stampa diventa uno strumento di comunicazione elitaria. Tuttavia, con l’ingresso di nuovi mezzi e l’evoluzione della cultura giornalistica, come l’introduzione della terza pagina e la nascita della stampa sportiva (ad esempio La Gazzetta dello Sport), si inizia a vedere una maggiore apertura del giornalismo alla società. L’in uenza di giornali come Il Corriere della Sera e La Tribuna evidenzia il cambiamento, dove la stampa inizia a rivolgersi più direttamente al pubblico, anche se sempre intrinsecamente legata alle dinamiche politiche e ideologiche dell’epoca. Questo processo si intensi ca con la modernizzazione delle redazioni e l’introduzione di nuove tecniche di stampa, come la rotativa, che contribuiscono a rendere la stampa più accessibile e di usa, pur mantenendo una forte componente di partito e di schieramento politico. fl ff fl fi ff fl fi fi ff 1. Il Messaggero (1878) Fondato a Roma, “Il Messaggero” è uno dei primi giornali a distaccarsi dalle in uenze politiche e ideologiche per rivolgersi al grande pubblico. Sotto la direzione di Luigi Cesana, il giornale invita i cittadini a fornire notizie di cronaca cittadina in cambio di un compenso. È pionieristico nell’adozione della stereotipia, un metodo di stampa innovativo, e nella promozione della pubblicità commerciale. Inoltre, privilegia la vendita diretta rispetto agli abbonamenti. 2. La Tribuna (1883) Fondato da Alessandro Rossi a Roma, “La Tribuna” è schierato contro il trasformismo politico della sinistra e promuove l’avventura coloniale e la politica protezionistica. Nel 1893, il giornale è coinvolto in uno scandalo bancario che provoca la caduta del governo Giolitti e una crisi nel panorama giornalistico italiano. 3. Il Mattino (1891) Fondato da Edoardo Scarfoglio a Napoli, “Il Mattino” si propone come un organo di conservatorismo italiano, focalizzandosi sul colonialismo come strumento per la rivalsa delle classi dirigenti meridionali. Scarfoglio punta anche a sviluppare il pro lo culturale del quotidiano, chiamando a collaborare autori come D’Annunzio e Matilde Serao. La pubblicazione delle “Mosconi” di Matilde Serao è un esempio di cronaca letteraria napoletana. 4. Il Corriere della Sera Il “Corriere della Sera” è un esempio di giornalismo in uente, con un sostegno tradizionale alla Destra storica e posizioni anticlericali. Sotto la direzione di Luigi Albertini, il giornale si modernizza, adottando la macchina tipogra ca Linotype e la rotativa Hoe. Albertini potenzia le relazioni internazionali e diversi ca l’o erta editoriale, con l’introduzione della “Domenica del Corriere” (1898), della rivista “La Lettura” (1901), del “Corriere dei Piccoli” (1908) e dell’edizione sportiva, la “Gazzetta dello Sport” (1896), che diventa un punto di riferimento nel panorama sportivo italiano. 5. Il Secolo Fondato a Milano, “Il Secolo” si distingue per la sua opposizione al governo durante i moti popolari del 1898, che sfociano in una temporanea sospensione del giornale. Dopo il suo ritorno, il giornale quadrupla le sue vendite, segnando un cambiamento nelle dinamiche politiche italiane con l’avanzata delle forze di sinistra. Diventa una testata in uente, anche grazie alla guida di Domenico Oliva. 6. Avanti! (1896) Fondato da Leonida Bissolati, “Avanti!” è il quotidiano del Partito Socialista Italiano. Rappresenta un caso di editoria pura, nanziato attivamente dai lettori del partito, senza dipendere da interessi economici esterni. Il giornale non è solo un mezzo di informazione, ma anche uno strumento di di usione delle ideologie politiche e culturali del partito. Fino al 1914, Mussolini è direttore, ma dopo un con itto con la direzione socialista, lascia il giornale, segnando una rottura nella sua carriera politica. La Guerra e il Ruolo dei Media Nel Novecento, il contesto politico e sociale ha visto il progressivo declino della libertà di stampa, soprattutto durante le guerre e sotto regimi autoritari. Mentre i giornali di sinistra sostenevano l’impresa coloniale in Libia, Mussolini, dopo l’uscita dal Partito Socialista nel 1914, fonda il Popolo d’Italia, segnando un nuovo inizio per la stampa sotto un controllo statale. Con l’entrata in guerra nel 1915, il governo italiano assume il controllo delle notizie, limitando la libertà di stampa e praticando la censura militare. In particolare, il governo limitava la di usione di notizie relative a caduti, prigionieri e operazioni belliche. La propaganda e la censura diventano strumenti essenziali per gestire l’opinione pubblica, con la manipolazione delle informazioni per in uenzare l’opinione nazionale e internazionale, come nel caso del fotomontaggio che accusa la Germania di sfruttare i corpi umani. Lippmann, in Public Opinion, sostiene che i mezzi di comunicazione possono manipolare ff fl fi fi ff ff fi fl fl fl fi fl l’opinione pubblica, dimostrando il potere della propaganda. La censura e la manipolazione delle notizie hanno reso la stampa uno strumento al servizio del potere politico. Il Fascismo e la Stampa Con l’arrivo del fascismo, Mussolini e il regime iniziano una repressione dei giornali non allineati. Nel 1923, un decreto consente ai prefetti di licenziare i direttori dei giornali che ostacolano le politiche del governo. La stampa diventa uno strumento fondamentale per il controllo del regime, con una politica di fascistizzazione delle redazioni. Nel 1925, a seguito dell’assassinio di Giacomo Matteotti, il regime intensi ca la censura e prende il controllo di tutte le voci di opposizione. La legge del 1925 sancisce l’abolizione della stampa libera, e tutte le pubblicazioni antifasciste vengono chiuse. Nel contempo, il fascismo promuove una stampa che diventa espressione della sua ideologia, controllando i contenuti attraverso direttive u ciali. Vengono promosse anche iniziative come la creazione di scuole di giornalismo e l’istituzione di un ordine professionale, ma il tutto sotto il controllo del regime. Il Ruolo della Radio e del Cinema sotto il Fascismo Parallelamente alla stampa, la radio diventa uno strumento importante per il regime, utilizzata per di ondere la retorica fascista e radunare le masse. La radio, pur con una di usione minore rispetto agli Stati Uniti, diventa un potente megafono nelle mani del regime, di ondendo il messaggio di Mussolini. Nel 1934, la prima radiocronaca di calcio segna l’inizio dell’uso della radio per intrattenere e consolidare il consenso popolare. Anche il cinema viene utilizzato come strumento di propaganda. L’Istituto LUCE, fondato nel 1925, produce cinegiornali che celebrano le opere del regime, e nel 1935, con la guerra in Etiopia, lo stato diventa direttamente coinvolto nella produzione cinematogra ca. Cinecittà, inaugurata nel 1937, diventa il simbolo di una politica di propaganda culturale. La Stampa Periodica e la Politica Fascista Durante il fascismo, la stampa periodica si evolve, con la nascita di nuovi settimanali come Omnibus, che cerca di seguire un modello giornalistico più moderno, simile a quello americano. Tuttavia, molti periodici vengono chiusi d’autorità dal regime, come Oggi nel 1939. Il regime dà anche impulso alla stampa femminile, per promuovere l’immagine della donna come madre proli ca, funzionale alla politica demogra ca fascista. Nonostante il controllo totale della stampa e la censura, il fascismo non riesce a manipolare completamente l’opinione pubblica. Sebbene la stampa sia un potente strumento di propaganda, non riesce a cambiare radicalmente lo spirito dell’opinione pubblica italiana. L’informazione, quindi, si rivela come uno strumento di controllo, ma con limiti nel suo e etto sulla società. EDITORIA ILLUSTRATA, TRA PERIODICI E LIBRI (Matteo Stefanelli) Il ruolo dell’illustrazione disegnata nell’editoria italiana cambia e cresce, specialmente nell’ambito dei periodici. Alla ne dell’Ottocento, il boom dei periodici presenta una formula innovativa con pagine a colori rmate da illustratori. Le illustrazioni diventano un elemento chiave per il successo commerciale e creativo. L’illustrazione nel periodo tra Ottocento e Novecento Tra la ne dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, le illustrazioni trovano spazio in vari ambiti: nella stampa politico-satirica (come caricature e vignette), nelle riviste culturali e artistiche, nei giornali di trincea e nell’editoria libraria. Nonostante ciò, l’illustrazione oscilla tra complementarità e risorsa secondaria. L’illustrazione per bambini e femminile ff fi fi fi fi fi fi ffi fi ff ff ff Nel Novecento, l’editoria rivolta ai giovani lettori cresce con collane in uenti come la “Biblioteca dei ragazzi” e la “Bibliotechina della Lampada”. Inoltre, la produzione editoriale rivolta al pubblico femminile emerge, con storie di ragazzine protagoniste di avventure. L’illustrazione nel periodo fascista Nel periodo fascista, la professione di illustratore guadagna prestigio, nonostante la crescente concorrenza con la fotogra a e il fumetto. Tuttavia, la stagione di grande creatività dell’editoria per ragazzi prosegue con titoli importanti e una forte valorizzazione dell’illustrazione. Declino del disegno, crescita del fotogiornalismo e dei fumetti Negli anni Trenta, l’illustrazione perde spazio a favore della fotogra a, con l’a ermazione del fotogiornalismo e la crescita del fumetto. I rotocalchi e settimanali, come “Il Monello” e “L’Intrepido”, si a ermano con il supporto della fotogra a, mentre l’illustrazione resiste soprattutto nei periodici satirici. IL ROTOCALCO E IL FOTOGIORNALISMO (Ra aele De Berti) Il fotogiornalismo si sviluppa grazie all’introduzione della stampa a rotocalco e a macchine fotogra che più leggere, che permettono di scattare foto sia all’interno che all’esterno. La nascita e l’evoluzione del fotogiornalismo Nel periodo 1880-1920, la stampa periodica si evolve da una miscela di litogra a, xilogra a e fotogra a alla predominanza della fotogra a. In Italia, la fotogra a compare per la prima volta nel 1885, ma è solo nel 1898 che si ha una svolta signi cativa con la pubblicazione di fotogra e sulla repressione di manifestazioni popolari. Il trionfo della fotogra a con la stampa a rotocalco Negli anni Venti, con l’introduzione della stampa a rotocalco, il fotogiornalismo prende piede in Italia. Mondadori, nel 1925, lancia il rotocalco “Il Secolo Illustrato” e si adatta al gusto visivo del pubblico, privilegiando le immagini rispetto al testo scritto. Il fotogiornalismo durante il regime fascista Durante il regime fascista, le riviste sono fortemente censurate, ma la fotogra a diventa uno strumento chiave. Nel 1939, Mondadori lancia “Tempo”, un rotocalco che rappresenta il culmine del fotogiornalismo in Italia, in sintonia con le riviste internazionali. I CATTOLICI E LA COMUNICAZIONE (Marco Deriu) Alla ne dell’Ottocento, la stampa cattolica emerge come strumento di difesa della fede. Negli anni successivi, le riviste culturali e religiose si propongono come luoghi di confronto sulle idee e i valori, oltre che come mezzo di formazione. Le riviste culturali e la difesa della fede “La Civiltà Cattolica”, fondata nel 1850 dai gesuiti, diventa una delle principali voci della difesa dell’autorità papale contro i movimenti liberali. Anche “L’Osservatore Romano” gioca un ruolo fondamentale nel contrastare la stampa liberale. La stampa cattolica e il fascismo Durante il fascismo, la stampa cattolica si impegna nella difesa dei principi di fede, ma vive anche momenti di attrito con il regime. “L’Osservatore Romano” mantiene una posizione di neutralità nella Prima Guerra Mondiale e si confronta con il regime fascista durante gli anni successivi. Il cattolicesimo popolare e le riviste missionarie Nel dopoguerra, la stampa cattolica si avvicina al popolo con quotidiani come “Il Popolo”, fondato da Luigi Sturzo, e numerosi periodici. Allo stesso tempo, le riviste missionarie, come “Fede e Civiltà”, si occupano di di ondere l’attività missionaria della Chiesa. IL CINEGIORNALE ITALIANO fi fi fi ff fi ff fi fi ff fi fi fi fi fl ff fi fi fi fi Il cinegiornale è una forma di cinema documentario periodico, nata all’inizio del Novecento. Con la di usione del sonoro, il cinegiornale diventa ancora più importante come strumento di informazione. La di usione del cinegiornale in Italia In Italia, l’Istituto LUCE, creato nel 1924, gioca un ruolo cruciale nella di usione del cinegiornale, soprattutto durante il regime fascista. Le produzioni del cinegiornale, a tema sia nazionale che internazionale, sono utilizzate come mezzo di propaganda. Il “Giornale LUCE” e la propaganda fascista Il “Giornale LUCE”, che dura dal 1927 al 1945, diventa il principale mezzo di informazione sotto il regime fascista. La sua funzione è principalmente di propaganda, celebrando il governo e la gura di Mussolini, ma anche raccontando la vita quotidiana degli italiani e gli eventi internazionali. EDITORIA L’editoria italiana prima e dopo il fascismo Il periodo che va dal 1900 alla ne della Seconda Guerra Mondiale (1945) si divide in due fasi: 1. Prima fase ( no alla Prima Guerra Mondiale): Gli editori tradizionali si modernizzano e prosperano, con un’attenzione crescente ai nuovi pubblici. 2. Seconda fase (tra le due guerre): I vecchi editori perdono terreno, mentre nuove aziende emergono, guidate da logiche di mercato e con o erte sempre più diversi cate. FASE I: Editoria nel primo ventennio del Novecento Dal Novecento alla Grande Guerra In Italia, il pubblico editoriale si diversi ca, includendo nuovi target, come giovani, donne e famiglie. La Società Bibliogra ca Italiana indaga i libri più letti dal popolo nel 1903, scoprendo che autori come Salgari e De Amicis sono tra i più popolari. Autori e pubblici Tra gli autori importanti troviamo Salgari e Invernizio: pionieri della letteratura di genere per giovani. Notari: fondatore di un lone erotico, con romanzi provocatori come Quelle Signore. Giuseppe Bertelli (Vamba): crea un nuovo pubblico infantile con Giornalino della Domenica e Gian Burrasca. Ruolo degli editori Gli editori, come Luigi Albertini del Corriere della Sera, modernizzano l’o erta editoriale, introducendo periodici come La Domenica del Corriere con rotative a colori, per competere con le riviste straniere e attrarre nuovi lettori. Innovazione tecnologica La fotogra a entra nell’editoria, inizialmente con ritratti di celebrità. Gli illustratori, come Alberto Della Valle, iniziano ad usare la fotogra a come base per rendere le immagini più realistiche. FASE II: L’editoria tra le due guerre Crisi dell’editoria Il periodo tra le due guerre segna la crisi dell’editoria tradizionale: poche grandi case editrici, alte spese di produzione e una distribuzione ine ciente. La produzione libraria crolla drasticamente da 11.500 libri nel 1914 a 6.300 nel 1921. La trasformazione dell’industria editoriale La crisi porta alla nascita di nuove case editrici più orientate al mercato di massa. Mondadori e Rizzoli, ad esempio, adottano una strategia moderna e commerciale, puntando su libri popolari e periodici per giovani, come Topolino. ff ff fi fi fi fi fi fi fi ffi ff ff ff fi fi Mondadori e la crescita Mondadori espande l’o erta editoriale, lanciando collane come i “gialli” (romanzi polizieschi), importando autori stranieri per soddisfare la crescente domanda di letture leggere. Firenze e il periodo popolare In città come Firenze, editori come Nerbini iniziano a produrre romanzi economici, come i Dime novels (racconti polizieschi), e periodici a fumetti, come Topolino, che diventano molto popolari. Fascismo ed editoria Il fascismo, essendo un regime totalitario, esercitò una forte pressione sui media, inclusi cinema, radio e editoria. Mussolini cercò di in uenzare l’editoria libraria con tre principali azioni: 1. Espansione del mercato: Negli anni, aumentarono le vendite grazie a traduzioni di libri stranieri e alla creazione di enti come la “Commissione per la cooperazione intellettuale” (1928). 2. Censura: Dopo la Guerra in Etiopia, aumentò la censura su opere straniere, che diminuirono drasticamente. 3. Propaganda: Il regime incentivò le case editrici allineate politicamente, come la “Impero”, che adattava testi per scopi anti-inglesi. Tuttavia, l’aumento del prezzo della carta e le tensioni pre-belliche ridussero la domanda di libri. La letteratura e la carta stampata nel Novecento Nel Novecento, le riviste giocano un ruolo fondamentale nella vita culturale. Sono il punto di lancio per autori e opere, promuovendo nuove idee e modelli letterari. Riviste come “Voce”, “Ronda” e “Solaria” sono fondamentali nella formazione di una classe intellettuale che sogna uno stato governato da élite intellettuali. La rivista “Voce”, ad esempio, sotto Giuseppe Prezzolini, cercava di formare un nuovo ceto dirigente. Le riviste, inoltre, furono cruciali per l’innovazione letteraria, come la discussione sul verso libero in poesia. L’industria culturale e la nascita della moderna editoria Con l’espansione dello Stato Nazionale e le innovazioni tecnologiche, la letteratura diventa un’attività professionale. La letteratura di consumo cresce, con un pubblico più ampio che apprezza romanzi leggeri e di evasione. In questo periodo, molti autori diventarono anche collaboratori delle case cinematogra che. La “terza pagina” dei giornali Molti letterati collaborarono alla terza pagina dei giornali, che si distingueva per la prosa d’arte. Questo spazio era il più atteso dai lettori, e la prosa d’arte, spesso scritta in corsivo, divenne un punto di riferimento per una letteratura breve e godibile. Best seller e letteratura di consumo Il “best seller” è un libro di grande successo, che può essere diviso in due categorie: 1. Best seller di qualità: Destinato a diventare un classico. 2. Best seller di consumo: Letteratura più leggera, come romanzi di avventura, gialli, fantasy, ecc., destinata a un pubblico ampio. La letteratura di consumo è soprattutto di intrattenimento, o rendo momenti di evasione e relax. Con essa, nasce anche la letteratura per l’infanzia. La nascita del fumetto popolare Il fumetto in Italia nasce nel Risorgimento come strumento satirico. Si evolve e, a partire dal 1908 con il “Corriere dei piccoli”, diventa un prodotto per bambini. Nel 1932, con il fumetto “Jumbo”, si introducono storie di avventura, e nello stesso anno debutta Topolino, che segna un nuovo successo editoriale. Fumetti come “Il Monello” e “L’Intrepido” diventano popolari, con storie a puntate e avventure che appassionano i lettori. Nel 1934, “L’Avventuroso” lancia fumetti di avventura di origine americana, mentre il passaggio di “Topolino” alla Mondadori nel 1935 segna l’a ermazione della scuola degli autori Disney italiani. Con le leggi razziali del 1938, il regime fascista limita i fumetti esteri, ma concede una parziale eccezione a “Topolino”. ff ff ff fi fl 5. RADIO Oggi si avvera un sogno La storia della radio è stata definita “rocambolesca” --> esprime sin dalle sue origini l’appartenenza a contesti tecnico-scientifici. Cio che identifica la modernità della radio: il suono riesce a trasportare l'ascoltatore in un luogo immaginario o a fargli percepire dettagli dell'ambiente circostante che non vede + la dimensione privata e pubblica che si fondano insieme. → David Sarnoff: aveva immaginato uno strumento domestico che produca un nuovo approccio esponenziale In italia l’ascolto radiofonico era promosso dal regime fascista che realizzò una piena integrazione tra il sogno della radiofonia e un progetto nazionale. Il 6 ottobre 1924 alle 21:00 entrò in servizio la prima stazione radiofonica italiana Sussurri e grida la Radio manifesta la sua doppia anima: che fonde la dimensione pubblica e quella privata. --> broadcasting: si mette in luce l'unilatera e l’assimmetria della diffusione dei contenuti. Da un lato la radio è espressione di propaganda che tende a identificare i radioascoltatori come una massa che subisce passivamente i discorsi pubblici. Dall'altra parte si confonde nella leggerezza della quotidianità, le persone si appassionano alla radio, che diventò oggetto più amato dalla famiglia presso ogni ambiente sociale. Le persone iniziano ad approcciare al giornalismo parlato= Dal quale si vuole apprendere tutto quanto accade tra un giorno e l'altro. La radio si afferma come strumento strategico per promuovere la cultura di massa, infatti possiede una duplice essenza: I. Aggressività: agisce sull’emotività e crea reazioni immediate II. Affettività: promuove armonia emotiva Parole, suoni e immagini Per la ricostruzione della storia della radio abbiamo un accesso limitato alle fonti dirette poiche molti elementi del passato sono andati perduti. La radio si manifesta solo nella quotidianità ed è difficile da documentare. Riferimento al film “una giornata particolare” di Ettore Scola − Ambientato nel giorno di vista di Hitler a Roma − I protagonisti sono: una donna infelice e il vicino di casa ex conduttore radiofonico (licenziato x omosessualità) => i due condividono la loro emarginazione in un condominio silenzioso − La radiocronaca della propaganda da sottofondo interrompe il silenzio nelle loro giornate − La sintonia dei due personaggi emerge dal contrasto tra: grida della propaganda e silenzio del condominio I generi della radio Lo swing sinonimo di slancio, dove levare vince la sua lotta con il battere. La radio è donna Le Boswell Sisters ottennero grande successo, i radioascoltatori e il pubblico apprezzarono molto le loro armonie vocali, il trio debuttò nell’ambito delle trasmissioni di musica leggera dell’EIAR Tulipan divenne un inno per una nazione Vennero poi accusate di spionaggio da Mussolini e furono arrestate Il caso Natalino otto Renzo Arbore Fece la sua gavetta cantando sulle navi, in Italia e in America andata e ritorno. Non fu immune alle influenze del Jazz americano e fu proprio una radio di New York a svezzarlo e ad accompagnarlo verso i primi successi. Rientrato in Italia, però, venne bocciato. Perché non era gradito il suo modo di fare canzoni La nonnetta di albertone e il giovanotto di Lelio Nasce il fenomeno Alberto Sordi, cominciò a riscuotere un certo successo è la musica a renderlo protagonista di performance sul ritmo sincopato di nonnetta, una canzone avvolta da un'atmosfera tragicomica, per lo più cinica. Lelio Luttazzi Iniziò a suonare il pianoforte a radio Trieste durante la Seconda guerra mondiale. il giovanotto matto diventò un grandissimo successo che conquistò il passaporto del tempo. la radiocronaca sportiva Lo sport è un fenomeno visivo ma puo essere anche immaginato, puo essere raccontato attraverso le immagini ma puo anche suscitare emozioni mediante la parola. La radio è un mezzo che oltre la stampa conquista gli appassionati di sport. Nel periodo tra le due guerre lo sport si avvia a partecipare alla nuova cultura di massa fatta di istruzione, comunicazione, urbanizzazione. La passione per lo sport divenne una vera e propria MODA a tal punto che venne coniato il termine “tifo” come se la passione per lo sport fosse una malattia Incontro tra sport e radio: da una parte gli eventi sportivi contribuiscono all'affermazione della radio. Dall'altra la radio partecipa al progetto di diffusione dello sport in funzione politico culturale, come uno dei grandi ideali del fascismo. il fascismo vedeva l'espressione di valori che andavano supportati, come lo spirito di squadra, la volontà e la determinazione. 25 marzo 1928 => la prima radiocronaca di calcio venne mandata in onda con la voce di Giuseppe Fioretti e Enrico Segantini --> un appuntamento per il pubblico che attorno alla ritualità della Radiocronaca domenicale comincia a costruire nuove abitudini di ascolto. La sua forza risiede nella capacità di suggerire la passione mediante la sola narrazione. Il radiodramma all’italiana I radiodrammi sono testi di tipo teatrale scritti espressamente per la radio: percezione sonora del mondo costruita attraverso le parole. Esistono 2 tipi: ♦ Adattamenti: nascono dalla riduzione di testi teatrali o letterali ♦ Originali: racconti radiofonici in cui la voce degli attori, la musica e gli effetti sonori costituiscono un’intreccio narrativo Prese forma x la 1 volta in inghilterra con “Danger” (un dramma ambientato in una miniera di carbone nella quale le persone restano imprigionate in seguito a una esplosione) Nello stesso anno vennero alla luce: ♦ “maremoto” di Pierre cusy in francia ♦ “magia sulle onde” di Hans Flash ♦ “teatro trasmesso per radio” in italia ♦ “l’anello di teodosio” in italia 4. CINEMA L'impresa cinematografica italiana dalla nascita alla Seconda guerra mondiale Dalle prime manifatture cinematografiche alla crisi degli anni 20 Nel 1905 nasce la casa di produzione: “Alberini&Santoni” => Fondata a Roma il suo modello si ispira a quello francese. Nel 1906 si trasforma in “Cines” diventando una delle case cinematografiche piu importanti in Italia Nel 1909 viene fondata “film d’arte italiana” da un gruppo di rappresentanti della nobiltà che offre un nuovo slancio: → Funzione pedagogico-didattica → Punta alla riduzione in immagini dei classici della letteratura italiana Quo Vadis? Di Enrico Guazzoni film che conquista grande successo: è un caso di circolarità mediatica e genera una nuova serie di cartoline e un'edizione illustrata del libro Una grande espansione del cinema è svolta da due case torinesi: − “società anonima ambrosio” − “l’Italia film” Accomunate dallo sforzo imprenditoriale volto a creare una struttura organizzata adeguata e ottimizzare la produzione Per quanto riguarda il film storico: “la caduta di troia” e “Cabiria” (L'ambientazione del film è durante le guerre fra Roma e Cartagine) Si assiste a un progressivo declino del genere storico a favore del “Diva film” (evocativo di suggestioni romantico passionali) Per fronteggiare la crisi prodotta dalla guerra viene istituita UNIONE CINEMATOGRAFICA ITALIANA (UCI) = una sorta di monopolio con un capitale messo a disposizione da tre banche, quando però una di queste fallisce + aumentano i costi di produzione l’UCI cade in crisi. Dunque, a fronteggiare questa situazione sarà “società anonima stefano pittunga” acquisendo le varie società cinematografiche, tra cui UCI. Dalla rinascita alla cinecittà Il fascismo inizia a mostrare interesse verso il cinema e fonda: “unione cinematografica educativa” (LUCE) il quale obbiettivo è la produzione e distribuzione di filmati a carattere didattico --> propaganda Luigi Freddi costituisce “l’ente nazionale italiano di cinematografia” (ENIC) che si occupa della produzione, dell’acquisto e della vendita di film. Nella notte del 21 aprile 1936= incendio -> distruzione dei suoi studi -> mussolini inaugura la costruzione della cinecittà Questo progetto prevedeva l’edificazione di studi cinematografici moderni (stile hollywoodiani) Il divismo Il divismo femminile Il divismo raggiunge dimensioni importanti grazie ai “Diva Film” pellicole strutturate interamente attorno a una protagonista. L'impatto delle dive sul pubblico fu immenso e dirompente La donna angelica = Femme Fatal -> è la donna emancipata e moderna  Lydia Borelli  Francesca Bertini  Pinna Monica Elli  Eleonora Duse Loro recitavano personaggi basati su loro stesse, dunque loro erano le vere dive Il divismo maschile Grandi autori teatrali come Ermete Novelli, Ermete Zacconi --> dandy Sandro Bonardi, Amleto Novelli --> ascendenza d’dannunziana Per gli uomini era diverso poiché ad essere i veri divi non erano gli attori bensì i personaggi che interpretavano. Il maggior divo era Benito Mussolini (Duce), gli altri attori schiacciati dall’immagine del duce ebbero difficoltà ad imporsi. L'arma piu forte: cinema, ideologia, propaganda Il rapporto tra cinema e propaganda fascista solleva alcune questioni: Si parla di pochi film ritenuti di propaganda diretta ai quali invece vengono accostati una produzione maggiore di film a propaganda indiretta (che in modo sottile introducono temi cari al regime) “autoritarismo antidogmatico” = la cinematografia italiana tende a prestare ascolto alle urgenze politiche iniziando un percorso di fascistizzazione, il cinema sceglie di rappresentare i valori degli italiani che sono più in linea con l’ideologia del regime Coloniale Il fascismo tramite questo genere ha 3 obbiettivi: 1. Sostenere la politica demografica del regime 2. Educare la popolazione indigena ai valori e abitudini del mondo civilizzato 3. Mostrare effetti e benefici della colonizzazione Si esalta così la conquista della terra e la superiorità morale, vengono rappresentate spesso scene di battaglia per glorificare la potenza militare italiana Commedia La commedia permetteva di esaltare la vita rurale --> nasce così la proposta di un rinnovamento dei ruoli sociali, in primo luogo quella femminile grazie a film come “la contessa di Parma” (protagonista donna lavoratrice e sofisticata) Storico Alla base dei film storici c’è un’ideologia populista, vi sono eventi e personaggi della storia e cultura italiana. Come sfondo sono predilette due epoche: Rinascimento e Risorgimento Il cinema e le scritture dalla critica alla teoria Un medium moderno I letterati provano a spiegare l’attrazione che il cinema esercita sul pubblico facendone un’argomento per i loro racconti: → Giovanni Papini: sottolinea le capacità del cinema di trasfromare il mondo → Riciotto Canaudo: definisce il cinema come nuovo spettacolo che affianca le forme di culto e riti sociali → I futuristi: sottolinenano l’importanza il superamento dell’arte → Pirandello: evidenzia il potere del cinema di facilitare la vita delle persone, crtica però la presenza della voce nei film. Ritiene che la musica basti a trasmettere e capire la visione Verso un’estetica del cinema Il problema della tecnica è centrale per Eugenio Giovannetti che individua nel cinema una serie di arti basata sulla tecnologia, che permette di registrare fenomeni che ai nostri occhi sono invisibili. → Antonello gerbi: definisce il cinema nuovo mezzo di espressione → Carlo Ludovico Ragghianti: si concentra sulla costruzione delle immagini → Umberto Barbaro: il film è visto come il prodotto di una creazione collettiva, che deve operare una trasformazione del pubblico → Luigi Chiarini: il film è arte, il cinema un’industria Il cinema americano in italia Con la grande guerra le campagne americane appropfittarono del caos mondiale per imporsi rispetto alle cinematografie europee. In italia il cinema americano veniva apprezzato perchè: ✓ La spettacolarità ✓ Il ritmo veloce ✓ Soggeti avventurosi ✓ La sapienza nel costruire gli intrecci ✓ L'espressività degli attori ✓ Lieto fine Il pubblico percepiva il cinema americano proprio come un genere a se, inoltre l’america aveva da sempre affascinato l’italia grazie alla sua modernizzazione era l’emblema dell’emancipazione e progresso tecnologico. I primi anni 30 però non furono facili per Hollywood:  Grande crisi economica  Introduzione del cinema parlato Quando però il doppiaggio divenne possibile--> cinema americano si rafforzò 6. MUSICA Il paese del melodramma Questo termine era stato coniato da Barilli La formula della cosiddetta “opera verista” consiste nel somministrare emozioni forti veicolate da un acceso lirismo. Sicuramento di questo repertorio proseguirà fino alla grande guerra, con una grande varietà di orientamenti stilistici: − Commedia lirica − Dramma storico − Metateatro Puccini si impone come motore di statura e orientamento internazionale affidando la raffinatezza della struttura orchestrale, tra le sue opere ricordiamo: − La Boheme − Tosca − Madama Butterfly − La fanciulla del West − Turandot Nascono diverse società che raccolgono compositori, editori, cantanti e industriali che danno al via ad una serie di collaborazioni internazionali come: “società per il teatro” “società teatrale italo-argentina" e “società teatrale internazionale” Diffondere la musica A milano e napoli si sviluppo un’altra industria, legata al nuovissimo mezzo di riproduzione sonora destinato a rivoluzionare i termini stessi--> il disco La cetra casa discografica istituisce un collegamento organico La radio nata in italia con il nome di URI e ribattezzata EIAR Musica d’intrattenimento Editoria, industria discografica, radiofonia => strumento di diffusione formidabile grazie all’intrattenimento. All'interno del cabaret si assisteva alla performance di un attore cantante che si cimenta in canzonette comiche o esibizioni delle sciantose interpreti femminili. Negli anni 30 in italia irrompe il jazz di cui risente lo sviluppo delle canzoni La musica appartiene alla vita sociale per diverse vie: − Industria cinematografica − la diffusione di prontuari − Colonne sonore originali per i film − La musica fruisce anche in chiesa Musica di ricerca Prima della Grande Guerra, in Italia si sviluppa un dibattito sulla funzione e il futuro della musica. I protagonisti principali sono il compositore Ildebrando Pizzetti e i critici Fausto Torrefranca e Gian Francesco Malipiero. Riviste e associazioni: o “La Voce” (1914): Una rivista dedicata alla promozione di composizioni musicali italiane moderne. o “La Dissonanza” (1914): Fondata da Pizzetti e Bastianelli, sostiene la musica contemporanea. o Lega dei Cinque (1911): Iniziativa promossa da Bastianelli per un “nuovo risorgimento” della musica italiana. Si abbandona il focus esclusivo sul melodramma, privilegiando generi vocali e strumentali. Il teatro musicale, pur importante, diventa una delle tante opzioni. Si moltiplicano le istituzioni come le Società del Quartetto, soprattutto nell’Italia settentrionale, che sostengono l’interesse per la musica strumentale. Futurismo musicale: Francesco Balilla Pratella: Celebra la musica come esperienza sensoriale. Luigi Russolo: Con il suo manifesto sull'arte dei rumori, ridefinisce i concetti di suono e rumore, rompendo con le convenzioni della musica occidentale. Dal 1935, il regime fascista considera la musica “una delle principali ricchezze dell’Italia” e assume il controllo diretto degli spettacoli dal vivo. Ogni compositore stabilisce un rapporto personale con il regime. Mussolini distribuisce cariche, onorificenze e supporta i giovani talenti per mantenere il consenso. La musica d’intrattenimento diventa uno strumento di propaganda. Il fattore d’annunzio Gabriele D’Annunzio, poeta e intellettuale, influenza profondamente la cultura musicale italiana del primo Novecento, promuovendo l’antica civiltà musicale italiana. Martire de Saint-Sébastien (1911): In collaborazione con Claude Debussy, crea un’opera simbolista in cui si mescolano sacralità e culto della bellezza. D’Annunzio rinnova il teatro musicale, introducendo: Parole ricercate e poesia sinfonica per i silenzi scenici. Musiche di scena elaborate per i suoi drammi. La diffusione capillare delle opere dannunziane avviene soprattutto attraverso la forma della lirica da camera, che sostituisce il melodramma come veicolo principale per raggiungere il pubblico Il disco Dal fonografo di Edison (1877) al disco piatto di Berliner (1878), il XX secolo vede una rapida evoluzione tecnologica nella registrazione sonora. Prime registrazioni italiane: 1904: Arrivano i primi dischi in Italia. 1912: Fondazione della Società Nazionale del Grammofono a Milano. 1902: Enrico Caruso incide 10 arie a Milano, trasformando il disco in un vero strumento musicale. Fino al 1925, la registrazione è acustica, limitando la qualità sonora e la varietà degli strumenti coinvolti. Negli anni ‘30, l’introduzione del vinile rivoluziona la fruizione musicale, portandola nelle case degli ascoltatori. Filippo Tommaso Marinetti sfrutta il disco per diffondere il futurismo. Gavino Gabriel contribuisce alla fondazione della Discoteca di Stato, fondamentale per la conservazione del patrimonio sonoro italiano. La canzone Nel XX secolo, la canzone diventa un fenomeno di massa grazie a: L’industria dello spettacolo. La registrazione su rulli e dischi. La radio e il cinema. La canzone napoletana gioca un ruolo determinante, influenzando profondamente la musica italiana. → Teatri di rivista: Offrono un mix di canzoni comiche, romantiche e realiste. → Sale da ballo: Diffondono ritmi afroamericani e favoriscono il cambiamento stilistico della musica italiana negli anni ‘20. Arturo Toscanini Nato in una famiglia garibaldina, si forma al Conservatorio di Parma. Dopo il debutto come direttore, promuove prime assolute e rinnova il repertorio verdiano. Alla Scala, riforma l’organizzazione del pubblico e l’esecuzione musicale. Opposizione ai totalitarismi: Nel 1931, si rifiuta di eseguire “Giovinezza,” sfidando il fascismo. Dal 1933, si oppone al nazismo e dirige concerti per i musicisti perseguitati, come l’Orchestra di Israele. Collabora con la NBC, sfruttando i media per diffondere la musica e la sua visione politica. Nel 1946, dirige il concerto di riapertura della Scala con un repertorio simbolico di unità e fratellanza. Enrico Caruso Fu la prima a star mediatica moderna, impose all'opera lirica un approccio verista. (La stampa popolare si inizia a interessare anche della sua vita quotidiana e alle sue movimentate vicende sentimentali) L'icona di Enrico Caruso venne sfruttata intensamente dalla casa discografica Victor che proprio sulla sua voce costruì le proprie fortune. La popolarità del tenore era tale che la sua immagine, il suo nome furono sfruttati per promuovere prodotti di ogni tipo. Caruso fu. Tra i primi a incidere la propria voce registrandola in una stanza a Milano e fu il primo cantante a vendere milioni di copie. Italia sentimentale di Bixio Origini: Nipote del generale Nino Bixio, inizia nel 1921 con Gabrè a Milano. Cinema: Celebre per “Parlami d’amore, Mariù” (Gli uomini che mascalzoni!). Collaborazioni con Macario e altri. Prolificità: Oltre 500 titoli in 40 anni, partecipando anche al Festival di Sanremo (1953). Stile: Melodie semplici, tonali, evocative; dal vernacolo alla lingua italiana. Temi: Atmosfere sentimentali, finali edificanti, figure femminili, temi sociali. 7. PUBBLICITA’ L'avvento della pubblicità La pubblicità diventa una professione riconosciuta indispensabile per l’economia italiana. La nascita della pubblicità è dovuta alla necessità da parte delle imprese di far fronte alla concorrenza e di distinguere i propri prodotti sul mercato. Inizialmente c’era scetticismo nei confronti della pubblicità in quanto gli imprenditori italiani non conoscevano il metodo del reclame -->Carlo Cassola: sostiene che le radici della pubblicità sono da ricercare La pubblicità viene definita come un venditore silenzioso. La nascita di nuovi profili professionali Lo sviluppo della pubblicità portò a delineare nuove tecniche, nuove idee e professioni -->Il manifesto è definito come uno degli strumenti piu efficaci della divulgazione → Studio boggeri di milano: opera nel campo della pubblicità con l’obbiettivo di abbandonare l’approccio pittorico per appoggiarsi alle pratiche del disegnatore, tipografo e fotografo → Impresa moderna: nasce come periodico ma dedica un'Ampio spazio alle tecniche pubblicitarie mirando a rendere noti i vantaggi della pubblicità Per comunicare alle masse indispensabili sono: l’essenzialità e l’istantaneità, Fondamentale anche la scelta dei colori: pochi ma vivaci. I tecnici pubblicitari avevano l’ambizione di far diventare la loro professione una scienza e la vedono come un campo di applicazione industriale della psicologia. La pubblicità nello spazio della prima metà del 900 L'irruzione della pubblicità in italia avviene attraverso annunci sulla stampa, manifesti, annunci e radio. Ma anche attraverso pubblicità below the line (cartoline postali illustrate, pieghevoli e cataloghi) Nello stesso anno è stata fondata a milano “la società italiana per la pubblicità radiofonica anonima” L'esperienza della pubblicità nella prima metà del 900 La novità della reclame moderna viene individuata nello studio della psicologia di folla, l’originalità sta nella varietà e persuasività. L'importante è la capacità di prestare al pubblico motivazioni per entrare in un negozio ed acquistare un determinato prodotto--> la curiosità è la chiave per instaurare una relazione commerciale Arte e pubblicità Si sentiva il bisogno di trovare una via che distinguesse l’arte italiana da quella straniera sostenendo che si dovesse abbracciare lo stile liberty Il miglioramento delle condizioni sociali aumentò i consumi anche i prodotti secondari di derivazione industriale, perciò, gli industriali affidavano agli stampatori la realizzazione di pubblicità => i manifesti pubblicitari cominciarono ad entrare nella quotidianità 2 tendenze contrapposte: − Stile monumentale e linguaggio pittorico, si cercava l’integrazione tra paesaggio e pubblicità − Effetto a sorpresa della pubblicità (Dudovich famoso manifesto “fisso l’idea” offre una riflessione meta pubblicitaria) Nei dipinti futuristi era lo spirito pubblicitario a promuovere la diffusione del movimento futurista. Con Depero e con il secondo futurismo si realizzò il connubio tra arte e pubblicità perché diede avvio a un’attività in cui la creatività poteva occupare gli spazi della vita quotidiana (quindi anche quella del prodotto industriale). L'estetica futurista si applicò anche in: manifesti, cartoline, allestimenti e vetrine ma anche in esperimenti di architettura La cartellonistica L'origine e lo sviluppo in Italia dei primi manifesti pubblicitari avvengono nella seconda metà dell’800--> influenza del manifesto illustrato francese e crescita della grafica pubblicitaria L'illustrazione viene riconosciuta come la forma pubblicitaria per eccellenza, sui manifesti pubblicitari trovano spazio le abitudini e gli oggetti della modernità Destinatari: borghesia emergente con messaggi legati al progresso economico e sociale, donna borghese rappresentata in modo allegro e moderno meno vincolata dalle abitudini Le officine ricordi e il manifesto artistico Inaugurate da Giulio Ricordi, le officine ricordi sono le prime a specializzarsi nella stampa litografica dei manifesti Favorirono 2 trasformazioni importanti − Stimolano gli autori ad acquisire una matura consapevolezza professionale − Partecipano allo sviluppo di un sistema imprenditoriale (Marcello Dudovich, Enrico Sacchetti, Leopoldo Metlicoviz = autori che lavorano nelle officine ricordi e faranno la storia del manifesto artistico italiano) Linguaggio cartellonisti: liberty e immagini allegoriche Manifesto marchio= un’immagine capace di associarsi all’oggetto rendendolo memorabile Tra i migliori manifesti del periodo: ▫ Magazzini Mele di Napoli ▫ Per la Tosca ▫ Manifesto Marca Zenith La crescita del settore pubblicitario Milano nel corso degli anni 20 diventa capitale dell’industria italiana dove nasce e prende parte l’organizzazione pubblicitaria moderna. I commercianti vogliono realizzare campagne pubblicitarie in modo da incrementare le vendite. Lavoro pubblicitario--> divisione delle competenze − Figura creativa (colui che ha l’idea) − Figura esecutiva (colui che la realizza) Le nuove strategie di marketing miravano alla efficacia del messaggio figurativo e testuale Esposizioni e fiere Nella storia ci fu una mostra che procurò all'Italia qualche critica sulla qualità degli oggetti nel padiglione nazionale  Exposition universalle di Parigi Mentre ✓ La mostra Milanese del 1906 Presentò al mondo un Italia trionfante rivelando una nuova consapevolezza sociale per la classe operaia (prevenzione sugli infortuni, malattie sul lavoro) ✓ La mostra di Roma del 1911 Divenne responsabile della costruzione del patrimonio culturale italiano con l’acquisizione di capolavori in mostra nei padiglioni esteri Le esposizioni\fiere diventeranno sempre più comuni in quanto costituiscono un settore che permette di mettere in mostra sul mercato le produzioni del momento e venderle