Linguaggi e Generi dei Media PDF
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University of Bologna
Elisa Farinacci
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This document contains lecture notes on media languages and genres. It includes information about the topics to be covered, such as the history and evolution of media. It also mentions specific readings, and dates of classes, and exam.
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LINGUAGGI E GENERI DEI MEDIA [email protected] 16 ottobre NO LEZIONE 21 ottobre SI LEZIONE 14 ottobre RILEVAZIONE GRADIMENTO DEL CORSO Data unica esame 07/11, 31 domande chiuse a scelta multipla in 20 minuti. TESTI - Libro Media. Una cassetta degli attrezzi, Michael Z. Newman (capitoli Tec...
LINGUAGGI E GENERI DEI MEDIA [email protected] 16 ottobre NO LEZIONE 21 ottobre SI LEZIONE 14 ottobre RILEVAZIONE GRADIMENTO DEL CORSO Data unica esame 07/11, 31 domande chiuse a scelta multipla in 20 minuti. TESTI - Libro Media. Una cassetta degli attrezzi, Michael Z. Newman (capitoli Tecnologia, testo, rappresentazione, globale e locale, pubblico) - Dentro Black Mirror. Media, società, educazione, Alessandra Carenzio – Elisa Farinacci (pagine 25 – 55) _________________________________________________________________________ LEZIONE 1 - 16/09/24 Negli ultimi anni, la popolazione globale è aumentata dello 0,9%, mentre il numero dei dispositivi connessi è cresciuto del 2,5%. Questo incremento è strettamente legato alla diffusione di Internet, il cui sviluppo ha una storia relativamente recente. Il 6 agosto 1991, Tim Berners-Lee creò il primo sito web al CERN, introducendo il concetto di ipertesto, un termine coniato nel 1963 per descrivere la possibilità di accedere a diversi documenti collegati tra loro. Berners-Lee decise di rendere la sua invenzione open access, spingendo affinché chiunque fosse interessato potesse far parte del progetto. Questa scelta ha favorito una crescita esponenziale degli utenti di Internet. Così nasce il World Wide Web. Nonostante questa crescita, l’accesso a Internet non è uniforme in tutto il mondo. In India, l’uso di Internet è tra i più bassi, principalmente a causa della mancanza di infrastrutture per connettersi. In Corea del Nord, i dati sull’accesso non sono disponibili a causa della chiusura del regime. L’accessibilità economica rappresenta un problema significativo: in alcuni paesi, accedere a Internet è un lusso che pochi possono permettersi. Un caso estremo è il Sud Sudan, dove Internet è particolarmente costoso. In Italia, circa l’87% della popolazione ha accesso a Internet. La ricerca di informazioni è la principale motivazione che spinge le persone a utilizzare Internet, specialmente nella fascia di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Sorprendentemente, molti utenti oggi preferiscono utilizzare YouTube piuttosto che Google per cercare informazioni, segnalando un cambiamento nelle abitudini di ricerca online. Tuttavia, la crescita dell’accesso a Internet ha portato anche a un incremento della disillusione nei confronti delle notizie e dei giornalisti. Il periodo della pandemia di COVID-19 ha acuito questo fenomeno, alimentando un disinteresse sia passivo che attivo per le news. La centralizzazione delle informazioni da parte di grandi aziende come Google, che utilizzano algoritmi con obiettivi economici, ha sollevato ulteriori domande su chi abbia il diritto di raccontare le storie e su come queste vengono presentate al pubblico. In Italia, l’utente medio di Internet è una donna con un’età media di 47,9 anni, con un picco di utilizzo tra i 50 e i 59 anni. Gli smartphone dominano il mercato dei dispositivi connessi, mentre i dispositivi per la smart home sono utilizzati dal 23,8% della popolazione. Rispetto alle tendenze globali, gli italiani cercano informazioni online più frequentemente e mantengono il contatto con la famiglia, che si posiziona al sesto posto tra le motivazioni per 1 l’uso di Internet. Questo dato riflette anche la tendenza degli italiani a vivere vicino ai propri familiari. Infine, si osserva una migrazione tra i vari social media, spesso guidata da cambiamenti demografici. Man mano che una piattaforma viene popolata da una certa fascia di utenti, questi si spostano verso nuove piattaforme. Questo fenomeno illustra come le pratiche e le abitudini delle persone si evolvono costantemente nel contesto digitale. INFO VELOCI - persone che possiedono uno smartphone nel mondo: 69,4% - persone che usano internet nel mondo: 66,2% - la popolazione aumenta di 0.9% ogni anno - il numero di devices aumenta di 2,5% ogni anno - perché il monopolio delle ricerche le ha solo un motore di ricerca (Google)? L’ordine di priorità delle informazioni che ci appaiono su Google sono dettate soprattutto dall’interesse economico dell’azienda. - percentuale di popolazione globale usa i social media: 62,3% LEZIONE 2 17/09/2024 + slides Noi siamo completamente immersi nei media, bombardati costantemente da una serie di stimoli, informazioni, contenuti che in qualche modo sono diventati parte integrante della nostra esperienza, tant’è che sono ormai considerati “aria trasparente”: sono così tanto presenti nelle nostre vite, che spesso non ci ne accorgiamo nemmeno che ci sono. Solo quando c’è un problema, ci accorgiamo della loro assenza, ma in caso contrario li diamo per scontato. La storia dei media è recente, e cosa includiamo nei media cambia a seconda del periodo. 1455 → nasce la stampa a caratteri mobili (in Cina nel 1048), che diventa un medium che sconvolge la realtà, è la prima forma di medium. In questo modo, la divulgazione era maggiore, mentre il costo minore: si è raggiunta la prima comunicazione di massa. Per quanto la stampa possa permettere una divulgazione più ampia però, rimane comunque un qualcosa di limitato a una certa fetta di popolazione. La bibbia, per esempio, era un monopolio di pochi: chi poteva avere accesso alla scrittura erano i sacerdoti. Quando la bibbia iniziò a essere stampata, molte più persone furono in grado di leggerla/averla (collegata a Martin Lutero e il protestantesimo). La stampa quindi porta il sapere a una popolazione più ampia. 1839 → fotografia 1946 → primo calcolatore interamente elettronico (antenato del computer) Col tempo vengono create nuove piattaforme, app, l’IA: l’avanzamento tecnologico è velocissimo. Per esempio, la Disney ha un potere enorme all’interno del contesto mediale contemporaneo. Noi siamo sempre in balia di novità, con sempre più media che si aggiungono. Distinguiamo i media tradizionali e quelli nuovi. I media moderni si trovano su piattaforme digitali e sono più interattivi, la loro direzionalità è diversa. Essi sono chiamati anche media digitali. Grazie a essi, tutti possiamo dire la nostra, perché sono accessibili a tutti. I media tradizionali sono i mass media = “da uno a molti”, sono informazioni più controllate e ci sono poche fonti autorevoli. 2 DEFINIZIONE DI MEDIA (a seconda del periodo storico ci sono definizioni diverse) Media = qualcosa che sta nel «mezzo». Nel mondo della comunicazione si pensa ai medium come oggetti che si interpongono tra la comunicazione di persone che si scambiano qualcosa oppure tra le tecnologie. I media sono anche un oggetto economico, che viene costruito dalle industrie e ha valore. Marshall Mcluhan disse “il medium è il messaggio”. Questo vuol dire che il medium non è semplicemente un canale attraverso cui passa un messaggio, ma è esso stesso il messaggio. Esempio: noi abbiamo il telefono. Non è tanto importante il messaggio che mandiamo con esso, ma è il telefono stesso a essere il messaggio. Il telefono ha avuto anche un grande impatto a livello sociale, permettendo la comunicazione tra persone a distanza. E’ il mezzo in sé stesso, la forma in cui il contenuto ci arriva, a trasmettere il reale messaggio, introducendo nei rapporti umani un mutamento di proporzioni, di ritmo o di schemi. I medium non sono mai neutrali, non sono solo strumenti: essi creano anche nuovi ambienti culturali. I media vanno a impattare il rapporto tra noi e tutti, tra noi e la comunità a cui apparteniamo, tra noi al contesto a cui ci riferiamo: per questo è importante studiare i media. Esempio: l'invenzione della stampa ha portato alla nascita della cultura di massa, mentre la televisione ha influenzato profondamente il modo in cui percepiamo lo spazio e il tempo. I media creano anche delle estensioni. Tutti i media, dice Mcluhan, sono estensioni dell’uomo, che provocano cambiamenti profondi e duraturi e permettono di trasformare il nostro essere nel mondo, il nostro ambiente. Questa estensione sembra generare un torpore nella nostra psiche, nel nostro cervello: quando veniamo a contatto con le nuove tecnologie, il nostro cervello attiva un meccanismo di auto-ipnosi. L’uomo è talmente preso dalle sue creazioni, che in qualche modo non comprende veramente dove si trova, non si rende conto che queste tecnologie lo stanno completamente invadendo (“narcosi di Narciso”) Luciano Floridi ha pubblicato “The onlife manifesto”: per lui non è più una questione di essere on o off rispetto a media e interazioni con essi. Noi siamo onlife con i media, essi fanno parte di noi, vanno a impattare la nostra percezione. Il modo in cui socializziamo è completamente mediato, perché i media vanno a modificare/ampliare/intaccare (non per forza negativamente) il modo in cui ci percepiamo, in cui ci interfacciamo con il mondo e in cui agiamo nella nostra realtà. Con questa dimensione onlife delle tecnologie, i confini tra realtà e virtualità vengono meno. C’è un offuscamento della distinzione tra umano, macchina e natura (come nel libro “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”). C'è stata un'inversione da scarsità di informazioni a abbondanza di informazioni e i devices sono diventati più complessi e svolgono più funzioni. Secondo lo studioso Paul du Gay, i media hanno una dimensione/circuito culturale che prende la forma di un cerchio in cui: Rappresentazioni identità sociali modalità di produzione forme di consumo meccanismi che regolano la circolazione sono tutti collegati tra loro attraverso delle linee di influenza. In tale circuito, il contesto riveste un ruolo fondamentale nella creazione dei significati. E’ necessario prendere in considerazione tutte le parti del circuito (Paul Du Gay e Richard Johnson). Esempio: Il walkman della Sony è un momento di innovazione e rottura forte ma identifica 3 una svolta tecnologica. Il target è rivolto ai giovani, il walkman crea una cultura giovanile che delinea dei gusti personalizzati perché si può scegliere la musica individualmente. Ciò che appare è anche il nome del brand, Sony. E’ un’azienda internazionale che può far circolare le proprie tecnologie a un pubblico globale, perciò si tratta di una tecnologia sofisticata. E’ una tecnologia traslazionale, globale, che può piacere a tante audience diverse. Per studiare i walkman bisogna tenere in considerazione: come esso viene rappresentato quali identità sociali vengono ad esso associate come viene prodotto come viene consumato quali meccanismi regolano la sua distribuzione e utilizzo. Il Walkman come prodotto tecnologico rappresenta: un nuovo modo di consumare la musica: individualmente (con le cuffie) un tipo di vita più dinamico, eccentrico, movimentato. un nuovo modo di identificare e relazionarsi con la cultura = "tempo libero privatizzato". Esso si riferisce alla situazione in cui le attività ricreative e di svago vengono gestite e organizzate in modo privato, spesso attraverso aziende o servizi commerciali, piuttosto che essere offerte come beni pubblici accessibili a tutti. Questo significa che le persone possono dover pagare per accedere a spazi e attività di svago, limitando la disponibilità e l'accessibilità rispetto a soluzioni più pubbliche e gratuite. Sony: azienda di media integrata che utilizza la strategia di sinergia mediale. Essa si riferisce alla collaborazione e all'interazione tra diversi media (come televisione, radio, internet, social media) per raggiungere un obiettivo comune, come la diffusione di un messaggio o la promozione di un prodotto. In pratica, significa utilizzare più canali di comunicazione insieme per amplificare l'impatto e l'efficacia della comunicazione. LEZIONE 3 - 18/09/2024 “I media non sono neutrali” = si inseriscono in una serie di contesti sociali, politici, culturali, entrano a fare parte di tutte queste dinamiche che interessano gli studiosi e ci danno una prospettiva più profonda di come i media entrano nel nostro vissuto. LA DIMENSIONE CULTURALE DEI MEDIA cultural studies = un movimento britannico di sinistra divenuto via via sempre piú influente nel corso degli anni Settanta e Ottanta. Cultura intesa come un sistema di OGGETTI e di PRATICHE SIMBOLICHE che hanno un significato e uno scopo condivisi all’interno di una comunità. I media sono prodotti culturali che hanno qualità e significati propri e che possiamo studiare in modo critico e analitico, indipendentemente dalla loro posizione all’interno di una presunta gerarchia culturale. APPROCCIO CRITICO AI MEDIA Per studiare/analizzare i media, bisogna: approcciarsi a un oggetto, al medium, in maniera critica, scettica. cercare di capire in che modo sono realizzati i prodotti mediali e come vengono usati e considerati esplorare i significati e le implicazioni, fare dei collegamenti tra i diversi esempi di media e i modi in cui si relazionano 4 DINAMICHE SOCIALI LEGATE ALL’IPHONE APPLE Fa parte di quell'oligopolio di grandi aziende che si stanno spartendo tutto il mondo dell’ecosistema mondiale. Apple porta con sé la narrazione di chi ce l’ha fatta, di un inventore geniale che ha costruito uno dei marchi più conosciuti al mondo partendo dal suo garage. Apple ha introdotto nei suoi smartphone un’interfaccia semplice, viene introdotta una dimensione sensoriale che cambia rispetto al nostro interagire con la tecnologia. Apple riesce a controllare la distribuzione ma anche la produzione, ad esempio esiste Apple TV. Con Apple è tutto interconnesso. L’azienda ha anche creato esclusività: spesso ci sono formati che non possono essere trasformati, e questo “costringe” le persone ad avvicinarsi a chi altro ha prodotti Apple. Esempio: Apple ha creato un sistema di esclusività, di comunità. Chi ha il Mac, sarà molto più propenso ad acquistare anche l’Iphone. IPHONE L’iphone ha messo internet nelle tasche di tutti, ma senza esso non possiamo utilizzare molti servizi al suo interno: questo mette in connessione ma rende anche dipendenti. L’Iphone ha trasformato anche la fotografia da hobby più esclusivo e limitato (per via delle apparecchiature e del costo), in un qualcosa che tutti usano. Le foto oggi vengono anche usate nelle conversazioni: tutta una serie di attività, sia artistiche che quotidiane, diventano più accessibili. L’Iphone è anche utilizzato per pagamenti: ha sostituito una serie di altre tecnologie ponendo tutto nello stesso device. L’introduzione delle app ha cambiato il nostro modo di viaggiare (Uber, Google maps), ci ha dato accesso a modalità di interagire diverse (Cloud, un archivio illimitato per salvare i file, Google drive che permette di scambiare dei file), di mangiare (Too good to go, Just eat), le relazioni (Tinder), le vacanze (Airbnb), il fitness, ecc… ATTIVISMO SOCIALE E POLITICO Nei cultural studies si va anche a scavare quali sono le disparità e i rapporti di potere che ci sono attraverso le tecnologie e le aziende. Si tratta di un impegno di natura politica: esso vuole fare luce sulle connessioni di fondo tra i media dei Paesi occidentali ma anche analizzare e combattere la struttura sociale iniqua e ingiusta che si dipana a livello globale attraverso vari tipi di disuguaglianze. Si interessa quindi al ruolo giocato dai media nella riproduzione delle forme di disuguaglianza e di oppressione, ma di resistenza ad esse. Esempio: Primavera Araba: Twitter e Facebook; 2020 boicottaggio del comizio di Trump. PROBLEMATICITÀ: IL PENSIERO DUALISTICO Il determinismo tecnologico è una logica che attribuisce una causa unica a dei fenomeni complessi e che spiega gli eventi storici in modo semplicistico (=essere ottimisti o catastrofisti). Mcluhan è Mcluhan è stato successivamente identificato come determinista (vede in tutto una causa-effetto unica): la tecnologia è per Mcluhan la causa di tutto. Lui disse «il medium è il messaggio»: in qualsiasi periodo storico, il mezzo di comunicazione predominante nella società darà forma al contesto di vita della gente. Secondo Mcluhan la stampa fu la principale causa di diverse dinamiche dell’età moderna: l’ascesa dei nazionalismi la riforma protestante la rivoluzione industriale 5 Sembra che si parli di media secondo un pensiero dualistico: da un lato abbiamo chi vede i media come una cura miracolosa contro i mali della società, dall’altra c’è chi è molto scettico e vede gli effetti drammatici dei media sulla società. TECNOLOGIA: TEMI E CONCETTI CHIAVE Che ruolo hanno le tecnologie nel plasmare l’interazione fra i media e i loro pubblici e utenti? In che misura le tecnologie influenzano il modo in cui ci confrontiamo con il mondo sociale? Che cosa significa che una tecnologia «non è neutrale»? IL CINEMA E I TOTALITARISMI = IL CINEMA E’ L’ARMA PIU’ FORTE Mussolini ha usato il cinema per portare un messaggio di sé in una forma nuova e molto d’impatto. Soprattutto da quando è stato introdotto il sonoro, il messaggio ha assunto un significato diverso, più forte, con più aura. LEZIONE 4 - 23/09/24 IL CINEMA Il cinema nasce nell’ultimo decennio dell’800. Le nuove tecnologie e i media non sono tanto delle rivoluzioni, ma l’evoluzione di una serie di altre tecnologie e innovazioni, che per esempio, in quel tempo, hanno contribuito allo sviluppo di questo medium. Questo sviluppo è molto influenzato dall’avvento della rivoluzione industriale, che ha fatto strada anche ad altre tecnologie, come il telefono, il fonografo, l’automobile. Quindi, il cinema va inserito in un questo contesto di innovazione: dal punto di vista tecnologico: miglioramento strumentazione per progettare e realizzare film nuova forma di intrattenimento: i gestori per esempio, erano coloro che creavano e presentano il film e vanno a modificare l’esperienza dello spettatore, che diventa un nuovo tipo di utente dal punto di vista artistico: registi che proiettano le immagini Lo scopo del cinema è rendere, attraverso l’obiettivo, tutta una serie di realtà attraverso questo nuovo strumento. Ci sono una serie di presupposti sulla nascita del cinema. REQUISITO 1: percezione del movimento Scienziati dovettero capire che l’occhio umano riesce a percepire il movimento quando gli viene messa davanti in rapida successione una serie di immagini leggermente diverse tra loro a una velocità di almeno 16 fotogrammi al secondo. Nel 1832 Joseph Plateau e Simon Stampfer inventarono il FENACHISTOSCOPIO. REQUISITO 2: Tempo di esposizione Possibilità di usare la FOTOGRAFIA per riprendere le immagini, una dopo l’altra su una superficie chiara. Il TEMPO DI ESPOSIZIONE doveva essere abbastanza breve da poter scattare 16 o più fotogrammi al secondo. REQUISITO 3: proiettare le immagini A partire dal XVII secolo scienziati, intrattenitori ed educatori avevano usato LANTERNE MAGICHE per proiettare con lastre di vetro, ma non erano riusciti a mettere in successione delle immagini abbastanza velocemente per creare l’illusione del movimento. REQUISITO 4: Base Flessibile 6 Il cinema richiedeva che le fotografie venissero impresse su una BASE FLESSIBILE per poter scorrere rapidamente attraverso una macchina da presa. Nel 1888 George Eastman ideò l’apparecchio Kodak, che impressionava rulli di carta sensibile. REQUISITO 5: Meccanismo di intermittenza Bisognava escogitare un meccanismo a intermittenza adatto alle macchine da presa e ai proiettori: una striscia di pellicola che scorre ininterrottamente avrebbe creato un’immagine confusa. Bisognava arrestare ripetutamente il rullo per consentire un’esposizione di una frazione di secondo e coprirlo con un otturatore finché il fotogramma successivo non fosse giunto in esposizione. Ci vuole quindi un ingranaggio con fessure o tacche distanziate intorno al bordo. C’è una serie di precursori. Nel 1877 Charles- Émile Reynaud costruì il prassinoscopio: un primo tentativo di proiettare immagini, in questo caso una serie di disegni fatti su schermo (tentativo di film d’animazione). E’ uno strumento ottico che consisteva in un tamburo girevole simile allo zootropio, dove le immagini potevano essere viste su una serie di specchi invece che attraverso le fessure. 1882 ideò un modo per applicare gli specchi a una lanterna proiettando una piccola serie di disegni su uno schermo. 10 anni dopo: iniziò una serie di proiezioni pubbliche usando lunghi nastri di fotogrammi dipinti a mano. La nascita del cinema non ha un inizio preciso ma la tecnica delle immagini in movimento emerse da varie nazioni. USA Nel 1888 Thomas Edison e il suo assistente utilizzano il materiale Kodak e cominciano a lavorare a un suo tipo di macchina: il Kinetoscopio (1891). Vengono creati tutta una serie di macchinari che permettono di vedere immagini in movimento ma in maniera individuale. Successivamente creano un piccolo TEATRO DI POSA perché serviva un REPERTORIO DI FILM per poter sfruttare commerciante le loro macchine. I film duravano 20 secondi e contenevano numeri eseguiti da famosi personaggi della varietà e dello sport, ballerini, acrobati o parodie. Edison affitta il suo kinetoscopio a locali con clienti paganti. Il primo locale apre a New York il 14 aprile 1894. Per 2 anni grande successo economico finché non vennero sperimentati modi per proiettare i film su uno schermo. GERMANIA I fratelli Skladanowsky presentarono uno spettacolo 2 mesi prima della proiezione dei Lumière al Grand Café di Parigi, ma il loro sistema era troppo ingombrante. FRANCIA I fratelli Louis e Auguste Lumière inventarono un sistema di proiezione che contribuì a rendere il cinema un’impresa COMMERCIALE di respiro internazionale. La loro famiglia possedeva la più grande azienda di prodotti fotografici. Nel 1894 un concessionario di kinetoscopio chiese loro di realizzare pellicole meno costose di quelle di Edison → cinématographe. Il 28 dicembre 1895 in una delle sale del Grand Café di Parigi: i clienti pagarono un franco per assistere a uno spettacolo di 25 minuti in cui furono proiettati dieci film di circa un minuto ciascuno. Dopo qualche settimana i Lumière offrivano 20 proiezioni al giorno con lunghe file di spettatori. Mandarono rappresentanti in tutto il mondo a mostrare film e a girarne di nuovi. 7 I fratelli Lumière non decisero quindi di vendere il loro macchinario ma di mandare i propri operatori con un catalogo di vedute che proponevano le serate in cui i loro operatori creavano il momento di proiezione. I due pensavano che il cinema sarebbe stato una moda passeggera ma cercarono di sfruttare al massimo il cinematografo. Gli operatori giravano vedute e panorami nei luoghi di maggior interesse. Nel 1896 il catalogo contava centinaia di immagini di Spagna, Egitto, Italia, Giappone ecc. Il cinema diventa una finestra sul mondo, non solo di finzione ma soprattutto per le vedute di luoghi del mondo. Esempio: opera di George Méliès, IL CINEMA DELLE ORIGINI. assenza di musica: il sonoro viene introdotto nel 1927 negli USA e nel 1930 in Italia, prima di quegli anni se c’era musica prima vuol dire che era suonata dal vivo non ci sono didascalie o dialoghi registrati, l’immagine ha un'inquadratura singola (macchina da presa fissa e frontale) e mostra cosa sta succedendo autarchia del quadro: è una visione teatrale, non c’è una gerarchizzazione di importanza rispetto a quello che vediamo, non c’è il regista che concentra la nostra attenzione su un certo soggetto. I film sono MONOPUNTUALI fino al 1902. Assenza di gerarchizzazione luminosa non ci sono primi piani, i personaggi non sono distinguibili, li vediamo in campo lungo o campo totale: non riusciamo quindi a leggere i personaggi e non abbiamo trasmissione di emozioni. fondale dipinto distanza tra macchina da presa e attori dal 1903: moltiplicazione dei piani (10 inquadrature per film) fino al 1906: la comunicazione tra le inquadrature è minima (ogni piano esaurisce l’azione) Non c’era però ancora una legittimazione del cinema come se fosse considerato una forma d'arte o un linguaggio indipendente che richiedesse degli appositi spazi. Poi ci saranno sperimentazioni anche dal punto di vista del linguaggio e non solo tecnologico. All'inizio c’è un tentativo di usare ancora una modalità attrazionale → cinema delle attrazioni, per sfruttare le potenzialità di questo linguaggio. Successivamente si andrà verso una rappresentazione più istituzionale: ci sono modi di riprendere, costruire, editare, montare i film che diventerà sempre più standardizzato e ci sarà l’iniziativa dei registi che permetterà di creare un proprio stile e personalizzare. Questo passaggio avverrà a partire dal 1908. LA «SCUOLA DI BRIGHTON» Il montaggio narrativo, ovvero la frammentazione della scena in più inquadrature correlate Il raccordo tra le inquadrature con la soggettiva: rapporto tra spettatore e ciò che guardo, un campo e un controcampo per entrare sempre più nella psicologia dei personaggi, così si va anche a focalizzare l’attenzione dello spettatore. Esempio: nel film Life of an American Fireman (1903) c’è una scena di salvataggio, ma prima vediamo tutta l’azione interna alla casa e poi la vediamo ripetuta interamente al di fuori della casa. Questa crea confusione per lo spettatore, ma queste due scene ci fanno capire che ancora non si è trovato il modo per raccontare la simultaneità delle azioni, i punti 8 di vista diversi. Per noi è naturale vedere con una connessione logica tra immagini che permettono di vedere lo stesso moment da punti di vista diversi, per lo spettatore di un tempo c'era bisogno di addestrare l’occhio e capire la connessione tra quello che stava guardando (se c’è un prima, dopo o un durante). C’è anche un tentativo di scoprire di più l'interiorità del protagonista, in quanto si vede ciò che sta sognando (la sua famiglia). Sarà David Griffith che riuscirà ad arrivare al MONTAGGIO ALTERNATO, quindi di creare quella simultaneità e il rapporto chiaro allo spettatore tra cose che stanno succedendo in contemporanea. I film diventando più lunghi e complessi richiedendo didascalie: DESCRITTIVE: testo redatto in terza persona che riassumeva l’azione che stava per iniziare o la presentava o più brevi come titoli di capitoli di un libro NARRATIVE: informazioni provenivano direttamente dall’azione per esempio attraverso i dialoghi. Film sempre più basati sulla psicologia per suggerire i pensieri dei personaggi. Questi film richiedevano elite di spettatori, che potevano accedere a questi film solo se erano alfabetizzati. Nei primi anni, i gestori delle sale cinematografiche avevano controllo sulla forma da dare ai propri programmi proiettati (che avrebbero perso a partire dal 1899 quando i produttori cominciarono a realizzare film che comprendevano varie inquadrature). Cercavano di ottenere una grande varietà unendo in un solo programma (Panorami, Documentari di attualità, Film di finzione, ecc). Lo spettacolo era accompagnato dalla musica (sale modeste singolo pianista; nei teatri un’orchestra). Quindi, più i film diventavano lunghi e complessi meno l’azione del gestore poteva essere indipendente. ATTIVITÀ BIOPOLITICA DEL CINEMA La celebrazione del cinema come invenzione unica è un’operazione di disciplina biopolitica: dà forma a spettatori e al modo di percepire le immagini in movimento. Essa crea lo spettatore, che deve abituarsi a ciò che comporta stare seduto e guardare degli spettacoli che richiedono attenzione. L’INTRODUZIONE DEL SONORO E’ una grande sfida su più livelli. Nei film non c’è mai stato il totale silenzio ma ciò che cambia sono una serie di tecnologie che hanno un impatto. Problemi tecnici: MICROFONI DIREZIONALI catturavano tutto quello che avveniva sul set: le scene erano registrate nelle cabine insonorizzate per evitare che fosse registrato anche il ronzio la sistemazione del microfono limitava l’azione → riprese statistiche tutto doveva essere fatto in simultanea perché non c’era la possibilità di registrare cose separatamente o fare grandi modifiche di montaggio avevano più macchine da presa che registravano da punti di vista diversi gli attori dovettero imparare a recitare con la voce, utilizzando i toni di voce adatti. Prima il suono doveva avere una gestualità molto marcata, mentre con la parola richiedeva una recitazione più naturale e realistica. 9 IL COLORE Alla fine degli anni ‘30 viene introdotto il colore (esempio: Il mago di Oz). La pellicola venivano colorate a mano. I colori avevano dei significati conosciuti dal pubblico. LEZIONE 5 - 24/09/24 Il testo un’istanza mediale individuale realizzata da un produttore e ricevuta da un consumatore Un'istanza mediale è un'occorrenza specifica di un contenuto mediale. È come una singola manifestazione di un'idea o di un messaggio che viene trasmessa attraverso un mezzo di comunicazione Esempio: Harry Potter contenuto: storia e personaggi che può prendere vita in forme diverse: parole stampate o immagini su schermo analisi del testo: uno dei libri/film della saga o frasi e paragrafi (forma letteraria)/ montaggio e ripresa, uso del colore ecc… (forma cinematografica) Altre istanze mediali: Un singolo episodio di una serie TV Un articolo di giornale specifico Un post sui social media Un video su YouTube Una canzone scaricata sullo smartphone ANALISI TESTUALE: è stata a lungo una modalità primaria del «fare» media studies. Gli studiosi cercano di determinare COSA un testo significhi, COME significhi (quali tecniche sono utilizzate per convogliare un significato) e QUALI temi, messaggi e concezioni implicite ed esplicite i testi mirano a toccare. Quando analizziamo il testo: lo INTERPRETIAMO come quando si dice che cerchiamo di «leggere» una situazione o un’espressione facciale. L’interpretazione: NON ha carattere soggettivo NON bisogna giudicare la qualità o il valore del testo vuol dire far luce sul testo per comprenderlo meglio, per farlo vedere in un modo in cui, altrimenti, non lo avremmo visto. analisi del testo: produce una migliore comprensione di ciascuna tipologia di media dando un senso a questi ultimi considerati sia come degli oggetti, sia come delle esperienze. ANALISI DEL TESTO «FILM»: PROFILMICO & FILMICO Messinscena: scenografia illuminazione costumi trucco e parrucco recitazione Filmico: inquadratura movimenti di macchina montaggio colonna sonora 10 Essere in grado di riconoscere e descrivere questi e molti altri dispositivi può risultare essenziale per svolgere efficacemente alcuni tipi di analisi del testo filmico. Esempio dei due frame: noi abbiamo queste due inquadrature che abbiamo scomposto e vanno analizzati. formato presenza di colori vs bianco e nero profondità di campo diverso delle due inquadrature: di profilo (la nostra attenzione viene catturata anche dalle comparse) vs inquadratura frontale (attenzione focalizzata sul personaggio e la bottiglia, personaggio al centro) ambientazione: all’aperto vs teatro di posa che permette di modificare la luce postura personaggi I significati di questi testi risiedono nelle immagini come rappresentazioni visive, e non soltanto nelle storie che essi raccontano. I dettagli dell’immagine aiutano a trasmettere i significati delle storie. Per analisi testuale si intende la conoscenza della storia e del contesto della specifica tipologia di testo presa in esame Esempio: film Psycho di Hitchcock LEZIONE 6 – 25/09/24 +slides I testi sono degli oggetti di cui scopriamo i significati attraverso un processo di analisi. Questi possono essere già contenuti nel testo, messi dall’autore in modo intenzionale, oppure sono dei prodotti costruiti dai lettori. Il pubblico può trasformare il testo in modi che il produttore/regista non aveva previsto inizialmente. I testi hanno quindi significato proprio, ma anche i lettori li producono a partire da essi, per questo nessuna delle due può funzionare senza l’altra. L’esperienza di ciascuno spettatore/lettore è influenzata dal suo background, culturale, conoscenze pregresse e finalità con cui interagisce coi media. Esiste l’analisi TESTUALE, quella del PUBBLICO, e quella dell’INDUSTRIA (motivazioni economiche che stanno dietro alla produzione di un film). Si legge il testo, si fa un’interpretazione (dare un senso) e poi si da un giudizio di valore. Ci sono diverse fasi/livelli dell’interpretazione. Esempio: La dolce vita, Federico Fellini Anticipazione → Tutte le informazioni che ci creano delle aspettative, modificano il modo in cui ci approcciamo, costituiscono una serie di conoscenze. → Prende in esame i “paratesti”: i trailer, i promo, le locandine, le copertine dei libri e i contenuti extra che si affiancano ai testi e contribuiscono alla formazione del loro significato. Esperienza → Consumo: guardare, ascoltare, giocare, leggere, interagire coi media. → Analisi: concentrare la propria attenzione critica sull’esperienza, pensando ai punti di discussione e scomponendo il tutto già mentre si guarda. Descrizione → Prima di scomporre il testo e attribuirgli significato, lo si descrive. La descrizione ci aiuta ad afferrare ciò che viene analizzato, per esempio leggere una recensione. → E’ in grado di evocare in noi una serie di immagini e di sensazioni anche se non abbiamo la possibilità di fare esperienza del testo discusso mentre stiamo leggendo l’analisi dello stesso 11 Analisi → Si scompone il testo nelle parti che lo compongono. La descrizione si mescola spesso all’analisi. → Riguarda la forma, lo stile, individuare le tecniche del testo, esaminare gli elementi compositivi di un’immagine o lo svolgimento narrativo di una storia. → Cerca di far apparire dei modelli come la ripetizione e l’alternanza, i temi ricorrenti, i tropi e le convenzioni. → Strumento consueto: confronto tra diversi testi e individuazione di tradizioni e precedenti del testo in discussione. Interpretazione → Significa attribuire un significati, offrire delle spiegazioni, proporre delle argomentazioni sul testo. → I fatti non parlano mai da soli: noi li interpretiamo quando li inseriamo in un contesto e parliamo per conto loro, facendone emergere il significato. → Interpretazione: prendere la rappresentazione contenuta in un testo (immagini, suoni, storie, esperienze) e parlare di esse. → Interpretazione efficace: prima lavoro di descrizione e analisi. → Le prove a sostegno di un’interpretazione possono trovarsi all’interno del testo o anche provenire da altri testi o contesti, a seconda del tipo di analisi e delle sue finalità. Valutazione Appropriazione + slide su “La dolce vita” lezione 6 LEZIONE 7 – 30/09/2024 RAPPRESENTAZIONE Al giorno d’oggi si dà più peso a certi contenuti, che sono figli del loro tempo e quindi fino ad anni fa erano tollerati. Nel caso di James Bond le polemiche sono legate ad alcune rappresentazioni: la british film institute ha segnalato la presenza di contenuti razzisti e sessisti. Esempi: Mission goldfinger, Grease (1978) La rappresentazione è un campo di battaglia in cui lottare contro le ingiustizie sociali e rimetterle in discussione. RAPPRESENTAZIONE: ALCUNE DEFINIZIONI Rappresentazione: zione: indica un processo, qualcosa in atto presenta: “essere presente” = stare di fronte, essere visibili, esistere Rappresentare = essere conosciuti o riconosciuti Prefisso Re- : “di nuovo” o “ripetutamente” La rappresentazione, nei media: un fenomeno fatto di immagini, storie e idee che si ripetono ciclicamente seguendo degli schemi rappresentazione anche = una cosa che sta per un’altra 12 in questo senso la rappresentazione è una sorta di sostituzione, il nostro rappresentante è il nostro delegato → rappresentante unico ad avere l’onere e responsabilità di essere l’unico a rappresentare molti. La rappresentazione ha un peso molto significativo per certe categorie. La rappresentazione dei media: aspettativa che debbano rappresentare delle identità e delle comunità con un certo grado di verità e persino giustizia le rappresentazioni mediali dei vari gruppi sociali (comunità religiose, i disabili, le persone Lgbtq+, le donne di colore): influenzano i modi in cui la gente pensa agli individui accomunati da tali identità → costruzione dei significati culturali condivisi che circolano all’interno della società. ogni rappresentazione ha il potere di produrre o di riprodurre i significati relativi ai suoi contenuti e temi rappresentazioni = riflesso dei valori attraverso cui una società rappresenta determinati soggetti, eventi, nazioni, identità valori culturali che variano a seconda dei luoghi e dei periodi storici RAPPRESENTAZIONI VS REALTA’ la nostra comprensione quotidiana del crimine, è strettamente legata alle rappresentazioni del crimine dei media costruiscono l’idea che alcuni tipi di persone commettono crimini per determinati motivi rappresentazioni dei media = riflessi della realtà. Le varie tipologie di media riflettono la realtà… è attraverso tali riflessi che la vediamo. RAPPRESENTAZIONE E REALTA’ ogni rappresentazione include ed esclude mette in risalto determinati elementi a scapito di altri, che diventano difficili da cogliere ogni storia nasce da uno specifico punto di vista, è enunciata dalla voce di qualcuno ciascuna immagine è racchiusa all’interno di una cornice oltre la quale non si vede nulla, anche se magari ci si potrà fare un’idea di quel che è stato lasciato fuori andare oltre la nozione di REFLECTIVISM (riflettivismo): l’idea che un medium rifletta la natura delle cose nella realtà ordinaria Esempio: la cronaca nera riflette alcune realtà frammentarie in specifici momenti → può restituirci una falsa impressione dei rischi a cui sono esposte le nostre comunità. Certi crimini vengono riportati dai notiziari, mentre altri vengono ignorati del tutto (alcuni descritti come all’origine di reazioni di paura e rabbia, altri come risposte del tutto comprensibili a determinate condizioni, oppure vengono minimizzati o addirittura giustificati, come se non costruissero un grosso problema). Esempio: Ghali Sanremo, genocidio (= crimini violenti commessi contro determinati gruppi di individui con l’intento di distruggerli). LAVORO DELLA RAPPRESENTAZIONE processo di costruzione della realtà attraverso i media 13 costituisce la qualità produttiva delle rappresentazioni, le quali creano dei significati anziché limitarsi a trasmettere, magari in modo anche trasparente, una realtà già esistente Il lavoro della rappresentazione: è apparentemente invisibile o difficile da cogliere = potere di far sembrare i valori culturali come delle proprietà naturali del mondo: rappresentazioni che sono figlie di un periodo storico o di un contesto culturale che si basa su certi valori, viene fatto passare come qualcosa di inviolabile, naturale (esempio: “avvocato” pensiamo a un uomo di mezza età bianco). Pensiamo che alcune cose non siano culturali ma naturali, che siano quindi eterne ed inviolabili (sono così, perché semplicemente sono così). Lavoro di rappresentazione → percepire la bianchezza come norma indiscussa e ogni altra identità etnica come devianza dalla norma imprenditore ispanico, violinista di colore vs riferimento generico a imprenditore e violinista → rinvia a imprenditore e violinista bianco (tendiamo sempre a specificare) povertà = devianza immigrati: meno meritevoli dei diritti fondamentali i media studies = identificare e disfare il modo in cui la rappresentazione opera e a riportare alla luce ciò che potrebbe essere rimasto nell’ombra. VISIBILITA’ E ANNIENTAMENTO SIMBOLICO #RappresentationsMatter = non c’è solo la richiesta che i media offrano un’immagine del mondo corrispondente alla realtà, ma anche nel vedere delle persone che “sono come noi”, spesso ci si accorge che la rappresentazione è legata all’immagine di sé e alle aspettative che ciascuno di noi nutre sulle propria partecipazione alla società nelle vesti di cittadino. le identità che appaiono nei media mostrano al pubblico a una certa immagine della società se tutti sono etero, bianchi, di classe media (o benestanti), residenti in aree suurbane, americani e di lingua madre inglese si ha una visione del mondo che cancella la presenza di tutti gli altri, a un’immagine in cui una particolare identità viene considerata come la norma e ogni deviazione da essa è invece etichettata come diversa, non-normativa o aberrante. le immagini mediali possono portare a una maggiore tolleranze delle differenze devono spingere a sostenere le lotte per l’uguaglianza e per la giustizia alcuni sostengono che la maggiore visibilità di personaggi Lgbtq+ sugli schermi televisivi, per quanto immaginari, abbia convinto tantissimi telespettatori che non avrebbero mai conosciuto delle persone Lgbtq+ nella vita quotidiana (perlomeno quelle dichiarate ad abbracciare la cause de matrimoni egualitari e ad appoggiare la messa in atto di politiche antidiscriminatorie sul posto di lavoro + LEZIONE 8 – 01/10/2024 Esempio: Via col vento. E’ considerato uno dei grandi film della storia del cinema americano. Il film ha vinto 9 premi oscar, incluso il premio come miglior attrice non protagonista a Hattie McDaniel (prima afroamericana a vincere l'Oscar). E’ stato a lungo criticato per aver romanticizzato le rappresentazioni della schiavitù e del Sud durante la Guerra Civile. Negli ultimi anni, alcuni cinema hanno escluso il vecchio film dalla loro programmazione definendolo "insensibile dal punto di vista razziale”. 14 Nel 2020 c’è stata la rimozione di Via col Vento da parte di HBO Max dalla sua piattaforma per essere corredata da una nuova introduzione aggiunta dalla studiosa afroamericana e conduttrice, Jacqueline Stewart. Lei crea una cornice di comprensione interpretativa che ci permette di mantenere questo film e parlarne, accendendo una discussione, non bannandolo/vietandolo. Via col vento si rivolge a un pubblico che all’epoca era bianco, i personaggi principali sono bianchi, al centro della narrazione ci sono personaggi caucasici. Le persone di colore erano viste o rappresentate sottomesse per natura e inferiori, nel Sud c’era ancora la schiavitù. Il pubblico viene incoraggiato ad entrare in sintonia con un certo tipo di rappresentazione e a farsi carico delle preoccupazioni dei personaggi bianchi al centro della storia. Il palese razzismo del film, che ritrae il Sud antebellico sotto una luce romantica e positiva, mostra degli afroamericani schiavizzati ma felicemente devoti ai loro padroni. → I personaggi di colori vengono relegati a ruoli minori e rappresentati in modo stereotipato (servili, violenti, pericolosi, ridicoli, comici). → C’erano film fatti interamente con attori neri, che venivano rappresentati teatri dove andavano solo neri. → E’ stato anche sviluppato un intero vocabolario di nomignoli per indicare quella fetta di popolazione: non è solo uno stereotipo ma è altamente stigmatizzante. INFERIORITA’ E SCHIAVITU’ I personaggi afroamericani, in linea con gli stereotipi dominanti, venivano tipicamente rappresentati come: incompetenti infantili ipersessualizzati criminali anche i ruoli per gli afroamericani che potrebbero essere considerati più positivi, come servitori leali, mammies e maggiordomi, rafforzavano la convinzione che la posizione sociale adeguata per i neri fosse quella di servitori devoti in modo incondizionato ai loro padroni bianchi e alla difesa dell'attuale ordine sociale. nei media c'è stata una mercificazione dei corpi neri per giustificare la schiavitù. Le rappresentazioni non sono mai neutre, hanno sempre peso politico. STEREOTIPI E ESSENZIALIZZAZIONE La mammy (tata) è una domestica, sovrappeso, asessuata e priva di una vita propria perché a servizio della famiglia bianca per cui lavora, mettendo da parte sogni e bisogni per loro. La Jezebel (sexy) è ipersessualizzata e il suo unico potere risiede nel suo corpo, che usa per avere più influenza sugli uomini la sapphire (la spiritosa) è una donna manipolatrice dalla lingua tagliente che «evira» il marito. È lo stereotipo della donna nera arrabbiata. FILM E RAPPORTO CON GLI SPETTATORI I cinema non forniscono solo intrattenimento, ma inviano anche messaggi agli spettatori per plasmare i nostri valori e sistemi di credenze. I film sono siti critici per l'esame delle immagini culturali I film sono IMPRESE POLITICHE che rappresentano, producono e riproducono le relazioni di potere 15 Quando le esperienze delle donne nere sono visibili, mancano della gamma completa di esperienze del mondo reale. STORIES MATTER Esempio: Aladdin Anche se Aladdin rappresenta il mondo arabo e i popoli mediorientali e racconta una storia di personaggi non bianchi, è anche un film realizzato da persone bianche per un pubblico statunitense (e mondiale) composto essenzialmente da bianchi. Aladdin è un film Disney che racconta una storia in stile Disney. Disney tratta la differenza etnica come uno stile che va provato e una sorta di costume di Halloween o di festa a tema. → Sotto questa scorza viene raccontata una storia che ha al suo centro l’identità americana con tutto il suo potenziale normativo. Ciò contribuisce ad appiattire l’identità araba e la svuota dei suoi significati simbolici e dei suoi valori culturali. → Il lavoro della rappresentazione trasforma la differenza culturale in un’immagine gradevole da guardare, offrendo allo spettatore un esotismo e un romanticismo incantevoli, senza tuttavia riconoscere la piena umanità e la storia dell’Altro. SI DEL #REPRESENTATIONMATTERS A volte, quando ci si sforza di aumentare la visibilità, si possono fare dei passi falsi che mostrano i limiti della strategia: non basta semplicemente rappresentare diversi tipi di persone. Quando si parla di visibilità, ci sono pratiche problematiche: whitewashing: pratica di casting in cui attori bianchi vengono scelti per ruoli di personaggi non bianchi colourism: l’idea che alle minoranze dalla pelle chiara vengano concessi più privilegi rispetto ai loro coetanei dalla pelle più scura (bianchezza percepita come un “valore” più importante di altri) blind casting: reclutamento di un attore di qualsiasi etnia (es. Greys anatomy). La creatrice dello show, Shonda Rhimes: attribuisce il merito della diversità dei suoi programmi ai suoi metodi di casting 'senza considerare l’etnia. Il successo di Scandal e di altri programmi televisivi di Shonda Rhimes sembra non essere molto lontano dalle condizioni necessarie per il successo dei creativi afroamericani nelle principali industrie mediali: vale a dire, «essere neri ma non troppo neri» (black but not too black). La televisione 'crossover', nel tentativo di apparire non minacciosa dal punto di vista etnico e, soprattutto per un pubblico bianco della classe media, nasconde le origini etniche oscurando così la persistenza delle disuguaglianze razziali nella società. I personaggi afroamericani nei generi crossover si trovano al di fuori della comunità nera e sono invece completamente immersi in un contesto bianco, familiare, lavorativo o in un ambiente culturale non etnico. tokenism : inserire in una rappresentazione degli sporadici e superficiali riferimenti alle differenze al fine di anticipare le critiche e distogliere l’attenzione, anziché includere un’effettiva e più ampia immagine della diversità. typecasting: il processo attraverso il quale un particolare attore si identifica fortemente con un personaggio specifico, con uno o più ruoli particolari, o con personaggi che hanno gli stessi tratti o provengono dagli stessi gruppi sociali o etnici. → Nella pratica del blind casting in molte rappresentazioni di personaggi di colore: il colore dei volti segnala una volontà di impegnarsi in una rappresentazione improntata alla diversità. Tuttavia, la rappresentazione è PLASTICA, cioè restituisce solo un’apparenza superficiale o 16 cosmetica di diversità, mentre le storie raccontate non vengono cambiate per davvero al fine di restituire la differenza culturale. Le rappresentazioni mediali devono andare oltre la superficie plastica e restituire le «storie e le esperienze» di gruppi storicamente emarginati. → La qualità, che consiste nel parlare a certi pubblici o nel costruire un’audience, può essere definita modalità di indirizzo della rappresentazione. La modalità di indirizzo ci spinge a chiederci: «A chi parla questa rappresentazione?» Esiste una politica dell’indirizzo, una politica del modo in cui una rappresentazione costruisce il suo pubblico e si rivolge ad esso. LEZIONE 9 – 02/10/2024 GLOBALE E LOCALE L’esperienza contemporanea è quella di, come consumatore, avere un accesso a una serie di contenuti globali che sono estremamente variegati. I media importati tendono a provenire da paesi con industrie culturali più solide (studi cinematografici, reti televisive e etichette discografiche americani sono di solito paesi più grandi o più ricchi come Giappone, Corea del Sud, India, Francia, Regno Unito, Nigeria NAZIONI PRODUTTRICI DOMINANTI: USA I mass media USA si sono diffusi in buona parte del pianeta: Gli USA paese con alle spalle una lunga storia di successi nel settore mediale vivere in un paese produttore di media globali dominanti = minore esposizione a prodotti culturali importati dall’estero. Pubblico USA tende a parlare una sola lingua, la propria, e a non amare troppo i sottotitoli Nel 2020, prodotti non USA rappresentavano il 30% della domanda Audience USA hanno iniziato a scoprire prodotti da nuovi paesi: India, Spagna e Turchia. LE COMUNITÀ DIASPORICHE Le decine di milioni di residenti negli Stati Uniti immigrati (comunità diasporiche) sono spesso profondamente legati a delle comunità diasporiche, e attraverso il consumo di media intrattengono legami e pratiche culturali con i loro paesi di origine. Ci sono invece programmi che sono di interesse globale e interessano tutti i pubblici, come mondiali di calcio, matrimoni e funerali di celebrità. Si parla di globalizzazione dei media quando ci si riferisce a un fenomeno di importazione ed esportazione di prodotti, ma anche di cultura , da un luogo all’altro del pianeta. Questa globalizzazione dei media fa parte di un ampio processo di globalizzazione in atto da secoli (era delle grandi scoperte e colonizzazione) intensificatosi con lo sviluppo dell’economia capitalistica e tecnologia moderna. USA: paese con sistema di comunicazione e media con maggiore presenza e influenza sul piano internazionale. L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA 17 La prima guerra mondiale ha chiaramente scatenato un’esigenza da parte delle nazioni europee di convogliare tutti i finanziamenti e le risorse nello scopo bellico. Dal 1916 c’è un vuoto nelle industrie cinematografiche europee, e quindi gli USA prendono il sopravvento diventando principali fornitori di pellicole del mercato mondiale, ed è una posizione che mantengono ancora oggi. Negli USA degli anni ‘20 c’era un’economia in forte espansione (ma poi crollo di Wall Street nel 1929) e prodotti USA continuano ad invadere i mercati stranieri. Gli USA non controllavano solo le singole pellicole ma l’intera filiera, nasce quindi lo studio system hollywoodiano, dove ogni dipartimento fa una cosa specifica, e quindi si riescono a produrre in massa tantissime pellicole, con una meccanizzazione di tutto il sistema (tutto era considerato molto efficiente, come una catena di montaggio). Questo periodo è denominato l’Epoca classica del cinema hollywoodiano. Protezionismo europeo: gli altri paesi, per tutelare le produzioni nazionali ed incentivarle, inseriscono una quota minima di film del loro paese da proiettare nelle sale della nazione (es. Italia e Regno Unito). CINEMA E SOFT POWER L’esportazione di film americani era favorita dal governo degli Stati Uniti: cinema = pratica commerciale che andava a vantaggio delle società americane cinema = mezzo per esercitare nella politica internazionale del soft power, un potere discreto in grado di diffondere i valori americani insieme alle immagini e alle storie statunitensi soft power = l’abilità di un potere politico di persuadere, convincere, attrarre e cooptare tramite risorse intangibili quali “cultura, valori e istituzioni della politica”. DIMENSIONI DELLA GLOBALIZZAZIONE Lo studio della globalizzazione si può articolare in cinque filoni principali: 1. Economia: movimenti finanziari, di merci, spostamento di processi produttivi 2. Politica: sviluppo di istituzioni inter- e sovranazionali 3. Demografica: grandi movimenti migratori, con caratteristiche per molti versi differenti dal passato 4. Culturale: flussi di immagini e informazioni favoriti dalle nuove tecnologie 5. Sociale: disuguaglianze causate dai processi dell’economia mondiale Globalizzazione = intensificazione delle relazioni sociali mondiali che collegano località distanti in modo tale che gli eventi locali siano plasmati da eventi che avvengono a migliaia di chilometri di distanza e viceversa. Globalizzazione = interdipendenza espansa tra le nazioni, che connota non solo lo scambio economico ma anche la consapevolezza culturale. I fattori chiave che contribuiscono alla globalizzazione: 1. la riduzione delle barriere commerciali e degli investimenti 2. lo sviluppo delle economie dei paesi e il loro impatto sulla capacità produttiva globale 3. il cambiamento tecnologico nei trasporti, e nelle tecnologie delle comunicazioni Esempio: ananas sulla pizza OMOLOGAZIONE E IBRIDAZIONE 18 OMOLOGAZIONE: la globalizzazione è considerata come il frutto di grandi forze uniformanti, che si espandono diffondendo alcuni tratti culturali in tutto il pianeta e cancellando differenze e realtà locali IBRIDAZIONE: viene sottolineata la capacità dei contesti locali di reagire attivamente all'inserimento di reti di relazioni più ampie, resistendo alle forze omologanti, rivitalizzando vecchie differenze e creandone di nuove. a) Omologazione la globalizzazione come continuazione dell’imperialismo culturale e imperialismo dei media (imperialismo culturale) un centro economicamente e tecnologicamente potente svuota le risorse dalle periferie e le sfrutta come mercati, imponendo loro il consumo di prodotti e l’accettazione di modelli culturali egemonici. diffusione globale della cultura consumistica USA sottometterebbe il resto del mondo al potere americano è un processo di acculturazione: l'imposizione dall’esterno di una cultura dominante che cancella quelle dominata UNO STUDIO DEGLI ANNI ‘70 Il dominio occidentale del commercio cinematografico globale è stato a lungo compreso nell'ambito dell'imperialismo culturale. 19 b) Ibridazione/glocalizzazione globalizzazione non solo come forza impersonale che detta le vite delle persone nelle loro varie località. MA… le persone utilizzano regolarmente una varietà di strategie nel rispondere alle forze globali. Le persone decidono se vogliono o meno adottare un nuovo prodotto o un'idea resa disponibile loro attraverso la globalizzazione. Hanno la capacità di determinare le modalità con cui quel prodotto o idea sarà utilizzato, spesso in modi molto diversi da quanto inizialmente previsto. "glocalizzazione" = adattamento di idee globali in forme localmente accettabili. **In alcuni casi, ciò può essere fatto come uno schema per generare profitto da parte di aziende transnazionali. Ad esempio, McDonald's offre menù notevolmente diversi in paesi differenti. IBRIDAZIONE Ibridazione o eterogeneità: la globalizzazione è certamente plasmata da forze egemoniche e centralizzate, tuttavia esse interagiscono con i contesti locali, modificandoli e venendone a loro volta modificate. Il caso del cibo e il rapporto di interdipendenza tra fast food e slow food: proprio la mcdonaldizzazione stimola la ripresa di tradizioni locali e il processo di creazione di differenze. MEDIA E ADATTAMENTI LOCALI I testi mediali vengono dunque abitualmente adattati, tradotti o trasformati in qualche altro modo. Le dinamiche tra questi vari livelli di scala, dal macro al micro o viceversa, modellano il passaggio dei media da un luogo all’altro. Il livello locale e quello nazionale contano ancora, ma il loro rapporto si è ulteriormente complicato con la diffusione di contenuti mediali transnazionali. FLUSSO, IBRIDAZIONE VS OMOLOGAZIONE Differenza e Divergenza permangono / prosperano nonostante la globalizzazione. → Analisi dei flussi mediali: non tutti i tipi di media sono in grado di circolare allo stesso modo a livello globale. Lo Stato-nazione continua a far da ostacolo al flusso globale. Il «grande firewall cinese», che impedisce agli utenti, di internet in Cina di accedere a Google, Facebook e Wikipedia, tra gli altri siti Alcune forme di media, in particolare la radio e la televisione, sono regolamentate dai governi nazionali per proteggere i mercati locali dalla concorrenza internazionale (geoblocking) + LEZIONE 10 – 07/10/24 Barriere legislative nazionali: i media che consumiamo continuano a essere in gran parte NAZIONALI e LOCALI. I governi hanno il potere di: appoggiare le industrie e i settori culturali nazionali inibire il flusso globale dei media, soprattutto quando quest'ultimo tende a favorire gli interessi di altri Paesi, politici e/o economici. Barriere linguistiche e dalla specificità culturale 20 i media cartacei tendono a non circolare a livello globale, al contrario di film, musica molte notizie si rivolgono a pubblici locali, regionali o nazionali e trattano principalmente argomenti di loro interesse alcune tipologie di film e programmi televisivi si diffondono più facilmente di altri. SITUAZIONE INTERNAZIONALE DEL CINEMA ITALIANO L’Italia ha venduto +2 mln di biglietti con film italiani (2007-2016) IL CINEMA ITALIANO NEGLI USA Circolazione del cinema europeo negli USA degli ultimi 15 anni? → marginalità del caso italiano. Nelle sale USA il cinema italiano sembra limitarsi ulteriormente attorno alle figure di alcuni AUTORI: Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e Luca Guadagnino. Negli ultimi 20 anni, l’industria cinematografica italiana ha promosso due tendenze, opposte ma complementari: da un lato, la produzione di un cinema nazionale fortemente targettizzato per il mercato italiano, ma scarsamente esportabile (lowbrow); dall’altro, film d’autore pensati per la circolazione all’estero, ma dallo scarso successo nazionale (highbrow) Cosa circola all’estero? Cinema d’autore, vicinanza culturale o linguistico-culturale, co-produzioni prevalentemente internazionali e transnational remake - film format. STRADA I: IL CINEMA D’AUTORE → l’economia del prestigio la forza promozionale dei premi ottenuti in festival internazionali o gli oscar consolidata fama dei suoi “autori” che spesso viene valorizzata dalla CRITICA film riconducibili ad autori riconoscibili e affermata nel corso degli anni buon sostegno in termini di distribuzione Esempio: Habemus Papam STRADA II: COMMEDIE APPEAL NAZIONALE Resilienza di produzioni dall’appeal prevalentemente nazionale interessano prevalentemente un pubblico nazionale, come nel caso delle commedie campioni di incasso: nel mercato domestico nei contesti di vicinanza culturale (i paesi dell’area mediterranea, per esempio) nei contesti di vicinanza (il caso della regione svizzera di lingua italiana) La presenza di minoranze di italianofone all’estero può essere rilevante (circolazione diasporica) Esempio: Quo vado? → conflitti di per sé stessi universali ma che si declinano in forme specifiche, autoctone, nei diversi paesi, con elementi peculiari che solo chi è culturalmente dentro alle dinamiche in atto nel contesto nazionale può riuscire a cogliere fino in fondo. STRADA III: TRANSNATIONAL REMAKE Esempio: remake italiani che hanno una lunga tradizione, Bienvenue chez les Ch'Tis = benvenuti al nord e benvenuti al sud, perfetti sconosciuti (ci sono stati remake in diverse nazioni), altro esempio è SKAM. 21 STRADA IV: CO-PRODUZIONI INTERNAZIONALI Le co-produzioni che nascono in Italia sono più frequentemente una variante del modello più tradizionale del cinema d’autore o arthouse sviluppata con partner europei che può essere definita come EUROPEAN ARTHOUSE. Esempio: To Rome with love, Call me by your name TENSIONE TRA LOCALE E GLOBALE: IBRIDAZIONE C'è un processo di ibridazione dei media prodotti per essere diffusi globalmente. I media non possono essere sempre identificati esclusivamente con un solo luogo o con una singola cultura di origine I mercati globali = produzione di forme di media ibride EX: versioni locali di serie tv destinate a piú Paesi → personale che parla la lingua locale e che incorporano elementi di cultura locale. I media ibridi: hanno delle qualità sia locali sia globali, oppure vengono riadattati per rivolgersi a determinati mercati, pur mantenendo delle qualità comuni che permangono al di là delle differenze. I MEDIA CHE CIRCOLANO ALL’ESTERO I mezzi di comunicazione in grado di circolare in maniera piú efficace sono quelli progettati appositamente a tale scopo. Hollywood produce film per un pubblico globale, e molti tipi di televisione, (programmi per bambini e le fiction più raffinate), attraversano senza troppi problemi i confini nazionali e riscuotono successo anche nelle versioni tradotte. Netflix è una presenza imponente in decine di Paesi e le sue serie originali, come The Crown e L’Impero romano, sono spesso concepite per attrarre un pubblico internazionale. + Esempio: Leonardo, Serie TV (slides) LEZIONE 11 – 08/10/2024 IL PUBBLICO/L’AUDIENCE Cosa funziona all’estero? LOGICA LOCAL I prodotti che hanno un impatto culturale all’estero soprattutto grazie allo sfruttamento di immagini dell’identità italiana che sono riconoscibili: logica sfruttata molto ambientazioni turistiche tipiche peculiarità storiche e sociali del paese o altre caratteristiche nazionali Esempio: Gomorra storie radicate sul territorio ma lo fanno tratteggiando la dimensione locale come esposto agli scambi globali, enfatizzando aspetti narrativi, rappresentativi e stilistici in un’ottica globalizzata taglio anti-turistico conferito all’ambientazione partenopea in Gomorra o all’utilizzo dei codici del gangster movie e del crime film nord-americano per la messa in scena degli eroi fuorilegge di romanzo criminale Esempio: My brilliant friend/l’amica geniale Dinamiche local: ricostruzione storica dell’ambientazione napoletana. 22 Dialetto napoletano e i sottotitoli: il dialetto napoletano viene usato e viene apprezzato dal pubblico, visto come fattore di e autenticità veridicità e come un fattore globalizzante, poiché unisce tutti coloro che non conoscono il dialetto (italiani compresi). Storia di donne in una società oppressiva: violenza, povertà e criminalità: viene mostrata anche la violenza, ma è circoscritta a un determinato contesto, ovvero quello di Napoli degli anni ‘50. Viene dato riconoscimento alle donne in una società oppressa, marcata dalla violenza e dalla criminalità specifiche del contesto napoletano degli anni ‘50. E’ una dinamica locale. La serie punta a trattare la specificità di un preciso contesto locale, storico e culturale come temi di valore generale, rendendoli “partecipabili” in una prospettiva universalizzante. GLOCALIZZAZIONE DEI MEDIA Pratiche di RICEZIONE dei pubblici locali → conferiscono significato ai media globali i pubblici locali utilizzano conoscenze culturalmente situate per dare un senso ai media globali e se ne appropriano, li fanno loro come meglio riescono in base al proprio capitale culturale (saldando tra loro i livelli macro e micro, globale e locale) i concetti di locale globale, presi individualmente, non vogliono dire granché: i media possono essere entrambe le cose allo stesso tempo glocalizzazione → si riferisce a una combinazione universale (globale) e particolare (locale) alla base della globalizzazione dei media c’è all’opera un'interazione tra diversi paesi e regioni del mondo, ma anche tra produzione e consumo. IL PUBBLICO Tutti i momenti in cui sperimentiamo e consumiamo media, che sia leggere, guardare, ascoltare e interagire, facciamo parte di un pubblico mediale audience e auditorium hanno la stessa radice latina → audire = udire, sentire, ascoltare pubblico = gruppo di persone che si riuniscono per prestare attenzione alla stessa cosa poi la definizione di pubblico diventa più complessa: radio, tv, social media hanno un pubblico che si riunisce anche se non faccia a faccia o in un luogo fisico → pubblico = persone che fruiscono dei media come spettatori, ascoltatori, lettori o utenti. RAPPORTO SPETTATORI E AUDIOVISIVO 28 dicembre del 1895 proiezione vedute Lumière per un pubblico pagante Il Cinematografo dei fratelli Lumière a imporsi e a dettare le pratiche di un consumo collettivo basato sulla condivisione della stessa esperienza di visione. Pubblico = tradizionalmente gruppo di persone che si riunisce nello stesso luogo Audience di massa = pubblico costituito da tutti gli spettatori di tutte le sale di un Paese/mondo che guardano lo stesso film nello stesso momento. Pubblico = dimensione comunanza DOMESTICITA’ CONDIVISA E CONSUMI SEPARATI anni ‘50, TV = possibilità di vedere film anche sul piccolo schermo il consumo di film ≡ contesto domestico (privato e anche individuale). 23 forme di consumo collettivo in qualche modo permangono anche all’interno delle case dei telespettatori. inizialmente ogni abitazione aveva 1 televisore, la visione era condivisa da tutti i membri del nucleo familiare. la proliferazione di televisori → consumi del nucleo familiare si frammentano in stanze diverse della casa e su contenuti differenti il consumo diventa una dimensione sempre più individuale, sebbene con le dovute eccezioni. PRATICHE DI VISIONE: UNO SPETTATORE SEMPRE PIU’ ATTIVO Seconda metà degli anni ‘70 e poi a cascata nei decenni successivi, affermazione di: home video (vendita e noleggio di film) l’avvento dei canali televisivi a pagamento (con i canali tematici) cambia la relazione tra pubblico e audiovisivo cambiano i tempi e luoghi della visione PALINSESTO E FLUSSO lo spettatore diventa agente attivo nella ricerca del prodotto desiderato vengono introdotti abbonamenti a servizi on-demand, che permettono più profili e consumi simultanei. Si prestano a rispondere a esigenze individuali incentivandole. FRUIZIONI DIVERSIFICATE Alla caccia di stimoli ed esperienze sempre nuove e personalizzate caratteristica delle piattaforme, in cui il consumo di contenuti può prendere diverse forme: bulimica (binge watching) scollegata (shuffle tra i contenuti) parziale (fare zapping tra tanti contenuti guardando solo i primi minuti perché non si riesce a sceglierne uno) multitasking/second screen (accedere ad altri contenuti multimediali durante la visione, siano essi approfondimenti sul film o di altra natura → alternare l’attenzione) VS visione comunitaria → presa d’impegno da parte dello spettatore di seguire la programmazione della realtà che la promuove piuttosto che i tempi individuali. DA PUBBLICO A PUBBLICI Ci sono tipi di audience diverse che prendono nomi specifici a seconda del medium Film → spectators, moviegoers Radio e Musica → ascoltatori Televisione → viewers Video Games → players, gamers Media digitali e online → utente (con diverse modalità di interazione) → tipi specifici di attività → identità propria Esperienze dei pubblici = RICEZIONE o CONSUMO RIVALUTAZIONE DELLE AUDIENCE Le audience: 24 non più al singolare comunità di gusto/nicchie non punto terminale di un processi di trasmissione o di consumo la ricezione di un messaggio (del broadcaster) potrebbe sembrare passivo ma la successiva attribuzione di significato non è scontata. PUBBLICO ATTIVO pubblico attivo = impegnato in processi di creazione di significati percezione sensoriale automatica ma… consumo dei media richiede processi superiori: comprendere, giudicare e reagire hate-watching / hate-reading → nostre conversazioni sono o incentrate sull’interpretazione e valutazione → la nostra ricezione dei media implica giudizio morale (personaggio, situazione, ecc.) STUDIARE I PUBBLICI E LA RICEZIONE Stretto legame con la PRODUZIONE e VENDITA di contenuti: le industrie mediali scelgono le tipologie di media su cui investire immaginando le possibili preferenze dei loro pubblici: sondaggi, analisi social media,interviste sulle esperienze C’è sempre un certo grado di compatibilità tra la produzione dei media e i tipi di pubblico → conoscere il pubblico ≡ conoscere i media in senso più ampio ≡ capire come i media sono diventati quello che sono. Le industrie producono anche in relazione a una serie di variabili, ci sono nicchie, questioni che hanno a che fare con fattori demografici ecc… STUDIARE I PUBBLICI E LA RICEZIONE Le industrie mediali si interessano alla composizione dei loro pubblici e come usano i media e in quali condizioni. Esempio: quando ascoltiamo la radio quando guidiamo, lavoriamo, cuciniamo. Perciò la radio tende ad avere una comunicazione ripetitiva, con tante pause, notizie e aggiornamenti ridondanti, in modo che chiunque si sintonizzi sia sempre informato. 25 USI E PRATICHE DEI PUBBLICI capire non solo cosa fanno i media alle persone,ma anche cosa le persone fanno ai media: le pratiche sociali del consumo dei media i rituali dell’interazione che queste mettono in atto all’interno del contesto di fruizione possono essere registrate mediante una prospettiva etnografica dove l’etnografo entra negli spazi del consumo (il soggiorno, la sala da pranzo, ecc.) per osservare comportamenti e dinamiche internazionali fra gli attori/spettatori PARTICIPATORY CULTURE il fenomeno di coinvolgimento attivo da parte delle fandom è uno dei tanti aspetti che contraddistinguono il contemporaneo contesto mediale caratterizzato da una participatory culture soggetti che desiderano/si aspettano di essere partecipanti attivi sia nella fruizione che nella co-produzione dei prodotti mediali. AUDIENCE STUDIES E FANDOM fan = fanatic → originariamente utilizzato per identificare persone appassionate di un determinato fenomeno o di una certa pratica. Estensione anche agli ambiti mediali → fan = un tipo particolare di audience: audience in relazione con i testi mediali, con i loro produttori e con i loro fan vere e proprie comunità interpretative Shipping = potere dei fan di convincere gli sceneggiatori a mettere insieme personaggi che non erano idealmente insieme. Rispetto al gusto dominante, quando i fan sono lettori scorretti, essi hanno il gusto fannish → «I fan assaltano la cultura di massa, rivendicano i suoi materiali per il loro uso personale rielaborandoli come base delle loro creazioni culturali e delle loro interazioni sociali» (Jenkins, 1992) Esempio: Una serie di fans si sono riuniti per produrre un film di Star Wars tagliato in spezzoni di 15 secondi, utilizzando diverse tecniche, pubblicandolo poi su un sito web. La "Lucasfilm" ha come prima idea quella di denunciare questi fan per violazione dei diritti di autore, ma poi si rendono conto di due cose: è una mossa lecita per il copyright ma così facendo si vanno a mettere contro i fan, che supportano la saga. D’altra parte, ha avuto un impatto positivo sul franchise, sia in termini di promozione e visibilità a costo zero, sia di reputazione per la casa di produzione. Lucasfilm quindi ritira la denuncia e organizza una proiezione di Star Wars: Uncut, quindi c’è un omaggio ai fans ma anche un resoconto personale conveniente. I fan hanno fatto un tentativo di rivitalizzare e supportare un prodotto mediale “vecchio” che diventa un nuovo testo mediale autonomo attraverso la valutazione positiva della critica del pubblico. Il progetto ha vinto un Emmy Award nel 2010 nella categoria media interattivi. Questo è un esempio di inclusione delle pratiche di partecipazione degli utenti nelle strategie della produzione, «verso un'economia che trae valore dal lavoro immateriale, dal playbour e dal lavoro gratuito». Il progetto è nato all’interno di specifici spazi di interazione rituale e di condivisione subculturale: i FANDOM (fanatic + kingdom). Con l’avvento di Internet e del digitale c’è stata un’amplificazione delle potenzialità di qualsiasi fruitore ed estese le opportunità online di condivisione e relazione incentrati su uno o più prodotti/testi culturali. 26 NETWORKED PUBLICS pubblici che si strutturano attraverso le tecnologie della rete il loro spazio è costituito attraverso la rete il collettivo immaginati danno l’opportunità alle persone di raggrupparsi con finalità sociali, culturali,civiche danno accesso a una sfera di mondo che va oltre la cerchia degli amici e famigliari si strutturano attorno alle AFFORDANCES delle tecnologie AFFORDANCE = USABILITA’ affordance degli utenti = modi in cui essi si servono di una tecnologia a partire da ciò che essa permette loro di fare affordance = capacità di plasmare le modalità con cui le persone si impegnano e sono coinvolte in questi ambienti. la dematerializzazione del digitale permette nuove e differenti forme di interazione e nove forme di partecipazione. considerare le piattaforme social come networked publics permette di leggere le pratiche che avvengono al loro interno come generate dalle affordances dei pubblici connessi e dalle dinamiche collettive che ne derivano. affordances = non dettano il comportamento dei pubblici ma plasmano e configurano l’ambiente l’ambiente modella le modalità di partecipazione degli attori. BANDERSNATCH La peculiarità di Bandersnatch = modo in cui riflette sulle possibilità degli spettatori di poter diventare sempre più “registi” o “sceneggiatori” dei propri contenuti mediali che sono sempre più personalizzati/personalizzabili. AFFORDANCES E TECNOLOGIE DIGITALI Tecnologie digitali → introducono nuove «affordances» per: amplificare, registrare, diffondere informazioni e azioni modellare i pubblici e possibilità di negoziazione dei sogged che li compongono 4 affordances emergono : 1. persistenza 2. replicabilità 3. scalabilità 4. ricercabilità Persistenza: le forme di partecipazione online sono costantemente registrate e archiviate, i dispositivi digitali e la stessa architettura di internet fanno sì che la pratiche di archiviare informazioni sia diventata di uso comune → no diritto all’oblio, cloud leaks Replicabilità: tutti i contenuti digitali possono essere duplicati, le tecnologie digitali forniscono agli utenti una varietà di strumenti per duplicare testo, immagini, video o altri media → cyberbullying, sexting, remix culture*, copyright e plagio. Ricercabilità: i contenuti prodotti dai pubblici connessi possono essere fruiti attraverso strumenti di ricerca → algoritmo, profilazione e filter bubbles Scalabilità: la visibilità potenziale dei contenuti dei pubblici connessi è enorme (transnazionale). Ma spesso internet permette di trasmettere una molteplicità di contenuti verso specifiche nicchie di pubblico → eco chambers, transnational communities, frammentarietà, immagined communities 27 REMIX CULTURE* Remix = quando si prende un'opera originale multimediale come una canzone o un video e si modifica, si rimuovono o si creano altri effetti all'interno di quel media per personalizzarlo o modernizzarlo. Musica (Mashups, cover songs, ecc) Video YouTube, TikTok, ecc. (parodie, creare video musicali, performance, ecc.) Film e show TV Libri Altre forme artistiche(Andy Warhol) LEZIONE 12 - 09/10/2024 PARTE 2 INTELLIGENZA ARTIFICIALE E AUDIOVISIVO Affrontiamo una serie di problematiche legate all’AI: 1. Il cinema Hollywood in sciopero (rapporto problematico tra IA e industria cinematografica). Ha a che fare con la sostituzione di alcune mansioni, come gli sceneggiatori ma anche gli attori. In questo caso parliamo di intelligenza artificiale generativa, che mette a rischio mansioni entrylevel, ad esempio assistenti sceneggiatori (coloro che partono dal basso) e figuranti (comparse). Sceneggiatori: l’agreement il materiale generato dall’AI non può essere utilizzato per minare il riconoscimento del copyright dello sceneggiatore uno sceneggiatore può scegliere di utilizzare l’Ai previo consenso della società e a condizione che segua le politiche aziendali applicabili la società non può obbligare lo sceneggiatore a utilizzare softare di AI durante la prestazione di servizi di scrittura la società deve informare lo sceneggiatore se i materiali forniti allo sceneggiatore sono stati generati dall’AI o incorporano materiale generato dall’AI la WGA si riserva il diritto di sostenere che lo sfruttamento del materiale degli sceneggiatori per addestrare l’AI è vietato dal MBA o da altre leggi Un’altra categoria coinvolta sono gli attori. C’è una pratica estremamente inquietante, ovvero il body-double (performance cloning). Quando l’immagine di un autore viene scansionata, lo studio la può usare come vuole, ma l’attore viene pagato una volta sola: c’è un problema di diritti, un problema di come l’industria sta cambiando e anche un problema che mina lavori fatti da categorie entrylevel. L’intelligenza artificiale è utilizzata da diversi anni in alcuni film e videogiochi Per esempio nel film “Il signore degli anelli”, con il software MASSIVE. Per girare scene di battaglie di orchi, viene usato questo software di intelligenza artificiale, in cui a ogni orco veniva data una serie di risposte adatte a quello che succedeva intorno a lui. Questo ha permesso di risparmiare molto tempo e soldi, ma anche di aumentare il realismo. Un altro impiego dell’AI è lo scouting per la location, progettazione di set e costumi, casting, effetti speciali e correzione del colore, montaggio, strategie economico-commerciali, restaurare vecchi film danneggiati e generare contenuti aggiuntivi, scene extra. Si può anche ricreare la figura di un attore quando muore. 28 L’AI è addirittura in grado di prevedere il successo di un film. Hollywood la utilizza per anticipare la performance al box office di nuovi progetti. Qual è il problema di questa pratica? Si investe solo a botta sicura, sugli stessi professionisti che si sa possano portare guadagni: si scelgono professionisti che hanno già prodotto qualcosa, così si blocca la strada ai nuovi arrivati, agli attori sconosciuti. L’altro problema è che si scelgono sempre le storie che piacciono alla maggior parte delle persone, ma così si finisce per produrre sempre le stesse cose, le stesse storie, e si perde la diversità/varietà. AI e casting Altra funzione utilizzata è il de-aging. Oggi, grazie all’intelligenza artificiale e sistemi come il FRAN, si riesce ad avere un’operazione di de-aging adatta ad un film. 2. Letteratura Anche a livello di letteratura e romanzi, c’è una diatriba che stanno portando nei tribunali rispetto al diritto dell’autore di scegliere che il suo testo sia inserito nei sistemi di addestramento dell’AI (es: chat GPT) + LEZIONE 13 – 14/10/2024 L’intelligenza artificiale è un campo dell'informatica che si occupa di sviluppare sistemi in grado di eseguire compiti che richiedono solitamente l'intelligenza umana. L’obiettivo dell’AI è quello di replicare le azioni umane ma automatizzarle, renderle più veloci se semplici Categorie dell’intelligenza artificiale Apprendimento automatico (Machine Learning): i computer imparano da dati passati e migliorano le prestazioni Deep learning con reti neurali artificiali: utilizzati per analizzare grandi quantità di dati e prendere decisioni complesse. Visione artificiale: l'analisi e l'interpretazione di immagini e video Ragionamento automatizzato: l'IA si concentra su come prendere decisioni basate su regole o dati Elaborazione del linguaggio naturale: si concentra sulla comprensione e la generazione del linguaggio umano Contesto storico-culturale in cui si è sviluppata l’AI: 1. Postmedialità/postdigitale Il primo grande antenato dell’AI è l’era post digitale e postmediale a) mass media: è diminuito il controllo della comunicazione da parte degli apparati (uno-a-molti). mediazione degli apparati è stata il carattere distintivo della comunicazione di massa: in essa non era possibile accedere allo spazio pubblico senza mediazione. la presunzione: raggiungere con lo stesso messaggio l’intera audience producendo in ciascuno gli stessi effetti. Dal consumer al prosumer b) Lo spettatore è solo un terminale più o meno passivo del sistema di comunicazione Disintermediazione: non abbiamo più bisogno di qualcuno che media e ci dice cosa fare o cosa guardare. Nasce lo “spettautore”: ognuno è responsabile del proprio palinsesto di consumo. 29 Riconoscibilità dei media c) E’ finita anche l’epoca in cui i media erano riconoscibili nella loro materialità di strumenti, nella loro esistenza distinta da quella di altri oggetti o artefatti. Qualsiasi oggetto, in virtù della possibilità del digitale di contaminarlo, può divenire smart, trasformandosi in altro da quello che era in precedenza. La realtà dell’Internet of the Things offre invece lo scenario di una tecnologia che migra dentro gli oggetti di largo consumo, ci si nasconde dentro, li ibrida. Internet of Things & tecnologie smart Assistenti digitali Viviamo il quotidiano circondati da agenti intelligenti che mediano tanti aspetti della nostra vita Tecnologie onlife l’offuscamento della distinzione tra realtà e virtualità; l’offuscamento della distinzione tra uomo, macchina e natura; il passaggio dalla scarsità di informazioni all'abbondanza di informazioni all’eccesso di dati; il passaggio dal primato delle cose, al primato delle interazioni, dei processi e delle reti. 2. Piattaformizzazione e algoritmi Su Internet diventiamo noi la merce di scambio, ogni nostro click è tracciato e ha valore per chi mette a disposizione un servizio gratuito. L’algoritmo registra tutto e si esercita con i dati che gli lasciamo. Man mano che l’algoritmo “conosce” l’utente, esso diventa sempre più capace di suggerirgli prodotti o scelte che potrebbero essere fortemente coerenti con i suoi gusti e i suoi desideri. 3. Datificazione: verso una società dei dati Tutte le nostre interazioni sono ormai mediate, anche le più basilari. Veniamo misurati, analizzati e utilizzati per vari scopi. C’è una conversione di informazioni, attività e comportamenti che vengono trasformati in dati digitali. Questa proliferazione però aumenta esponenzialmente e finisce per controllarci. Si può infatti monetizzare attraverso l’analisi di questi dati. Oggi si dà un senso al mondo quantificando e analizzando i suoi aspetti attraverso i dati. Il processo è stato guidato da: crescente connettività dei dispositivi, crescita Internet of Things (IoT), avanzamenti nelle analisi dei dati. Il codice – ovvero la programmazione, i linguaggi della programmazione – svolge un ruolo di vero e proprio protagonismo culturale Interazioni → un’enorme quantità di dati raccolti dall’intelligenza artificiale e dagli algoritmi Big data → l’accumulo di tutte queste interazioni che avvengono attraverso la mediazione di tecnologia. Vengono creati enormi dataset che le piattaforme digitali archiviano e sfruttano per sviluppare meccanismi previsionali dei comportamenti degli utenti e ottimizzare i loro processi commerciali, segmentando ogni utente sulla base delle preferenze espresse. 30 Dall’algoritmo al machine learning Tradizionalmente come funzionava la programmazione? Ciò che cambia rispetto all’altro è la scrittura del codice e l’output. Se c’è un problema si scrive un codice che risolva quel problema. Con il machine learning non scriviamo più il programma a mano, ma facciamo fare alla macchina, facendole raccogliere dati. L’AI viene addestrata per trovare un modello che funzioni: essa ci fornisce direttamente il codice. Esempi: Deep Fake, Virtual Influencer, modelle digitali, AI & Bias LEZIONE 14 – 15/10/2024 Cosa si intende per Media Education? E’ quel particolare ambito delle scienze dell’Educazione e del lavoro educativo che consiste nel produrre riflessioni e strategie operative in ordine ai media intesi come risorsa integrale per l’intervento formativo. C’è: Accento posto sulla comprensione del sistema dei media e sui processi: capire come ciascun medium si inserisce all’interno di una rete più ampio, come tutto è collegato Incoraggiamento delle attività pratiche 31 Promozione del pensiero autonomo, piuttosto che la riproduzione da parte degli studenti delle idee degli insegnanti (soft skills) Che cos’è la media education? Approcci Un modo di leggere e stare nel mondo dei media pensando alla formazione dell’individuo come soggetto ricevente ma anche emittente di comunicazione Modo per riportare la persona al centro del processo di formazione e di crescita, dando all’individuo la possibilità attraverso la conoscenza dei media di vivere consapevolmente la realtà. La media literacy = saper «leggere» e «scrivere» i media. La media education = una comprensione critica sia una partecipazione attiva. E’ finalizzata a sviluppare le potenzialità critiche e creative dei ragazzi e ha a che fare con l’insegnamento e l’apprendimento. → acquisire una competenza mediale che richiede: la comprensione del processo con cui i media sono prodotti il prendere le distanze dai loro messaggi valutazione dei loro linguaggi e contenuti Contro il determinismo tecnologico → modo di pensare ingenuo Logica che attribuisce una causa a dei fenomeni complessi e che spega gli eventi storici in modo semplicistico Tecnologia = causa di tutto, il fattore che piú di tutti influenza i nostri sstili di vita, i valori, le istituzioni e tanti altri ambiti della nostra società «in qualsiasi periodo storico, il mezzo di comunicazione predominante nella società darà forma al contesto di vita della gente» (Marshall McLuhan) → Ad esempio, la stampa è considerata la principale causa dell’ascesa dei nazionalismi, la riforma protestante, e la rivoluzione industriale (senza guardare alla complessità dei fenomeni legati anche a causa economiche, culturali, sociali e politiche). Effetti inediti tecnologie come oggetti di culto discorsi utopistici sui media Internet = democratizzare la politica e l’istruzione google = organizza le informazioni di tutto il mondo e le rende accessibili e utili a livello globale. Internet = nuovo «cyberspazio» in cui possiamo mettere da parte i nostri corpi ed essere chiunque vogliamo, superando i problemi del mondo offline. Radio = utopia di una nazione che si sarebbe convertita in un unico pubblico Effetti drammatici media = «annientare lo spazio e il tempo», ridurre gli spazi di vita privati, di accorciare i nostri tempi di attenzione e di renderci perennemente ansiosi. internet = ci stava «privando della capacità di concentrazione e di contemplazione» sensazione che il mondo si stia trasformando sotto i nostri occhi e alla nostra paura della novità, intesa come qualcosa che è in grado di sconvolgere l’ordine delle cose a noi familiare e nel quale ci sentiamo al sicuro. 32 Contro il determinismo tecnologico che cosa le tecnologie fanno a noi → cosa gli utenti fanno con le tecnologie. spostamento dell’agency, ossia il potere causale: dai media si sposta alle persone che li usano e li sperimentano. l’agentività risiede in piú luoghi: usi immaginati (dagli inventori) ≠ usi effettivi (degli utenti) Affordance degli utenti: modi in cui gli users si servono di una tecnologia a partire da ciò che essa PERMETTE loro di fare. modi in cui gli utenti giungono a modellare le proprie esperienze con questo tipo di piattaforme e reti. Origini della media education Il problema dell’uso dei media e dei loro possibili effetti sul destinatario nasce con la comunicazione. La comunicazione umana risponde a 2 logiche: Logica burocratica: la comparsa dei sistemi di scrittura → tentativo dell’uomo dell’uomo di dotarsi di qualcosa che gli consentisse di sostenere/sostituire la memoria → scrittura come sistema di comunicazione per l'economia agricola e commerci, gestione delle occupazione Logica educativa: scrivere ≡ tracciare segni sulla superficie ≡ informazioni fissate e rese disponibili per il futuro. → scrittura risponde all’esigenza di registrare non solo beni materiali/merci ma di trasmettere di generazione in generazione → trasmissione ≡ inserimento dell’individuo nel gruppo → sopravvivenza della comunità 2 istanze che stanno alla base della logica educativa della comunicazione: socializzazione trasmissione culturale Prima dell’introduzione dei sistemi di scrittura la trasmissione culturale avveniva per: modellamento (si impara a cacciare osservando gli adulti che cacciano) comunicazione orale (Greci → ethos: comportamenti, usanze, forme della cultura materiale; nomos: regole, codici, leggi) costruzione della tradizione: senza comunicazione non c’è trasferimento alle nuove generazioni la comunicazione è strutturalmente ed essenzialmente educazione Media Education significa chiedersi a quali condizioni si possa fare un uso corretto dei sistemi di comunicazione. Nasce con la comunicazione stessa: 33 Nel Fedro di Platone - Re Thamus dà voce alle stesse preoccupazioni odierne sui «nuovi» media: forma di decadimento cognitivo (la scrittura aiuta il ricordo ma indebolisce la memoria) superficialità (no serietà nella scrittura, come oggi nel social media) il rischio che chi ne fa uso non abbia le competenze per farlo in maniera autonoma e consapevole (la scrittura rotola dappertutto, in mano a chi sa e a chi non sa servirsene) il rischio del fraintendimento e dell’incomunicabilità (lo scritto dice le stesse cose ogni volta che lo si interroga? è soggetto a interpretazione) La questione dello sguardo Nel 1900 c’è uno scatto nella storia della comunicazione e dei risvolti educativi: Avvento e diffusione di RADIO, CINEMA, TELEVISIONE come primi media veramente di massa Radio & Cinema: non hanno bisogno che il destinatario abbia particolari competenza alfabetiche Risvolti educativi dei media ≡ Nuova centralità dello sguardo che CINEMA & TELEVISIONE producono CINEMA & TELEVISIONE = sollecitano fortemente lo sguardo → pericolosità educativa. Essi espongono allo sguardo dello spettatore i corpi e le cose, mostrando quello che si ritiene si possa vedere e anche quello che si ritiene non si debba vedere. Modellano, sollecitano, chiamano in causa i valori ridefinendoli. Il rapporto cinema – scuola L’avvento del cinema = preoccupazione di insegnanti e pedagogisti. Dal primo decennio del ‘900, il dibattito sulla «liceità morale degli effetti indotti sui giovani spettatori». C’era il timore che potesse causare «agitazione o creare problemi alla struttura degli orari e degli spazi prestabiliti». Il Cinema era visto come uno «strumento negativo che induce al piacere e al comportamento ludico, elementi incompatibili con la concezione moralistica e puritana del rigore scolastico e della prassi didattica» Duplice opposizione tra: Scettici: il cinema è un «pericoloso mezzo di corruzione e strumentalizzazione degli spettatori in particolare dei più giovani» Entusiasti: il cinema è uno strumento «necessario per insegnare meglio» in quanto capace di offrire «un’istruzione più coinvolgente e immediata» e una «fedele riproduzione del reale» Il rapporto delle immagini in movimento con la scuola 2 funzioni attribuite al cinema: sociologica: «strumento di educazione sociale che diffonde conoscenze