I Tudor (1485-1603) PDF
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This document discusses the Tudor era in English history, from the reign of Henry VII to significant events in the reign of Henry VIII including his marriages and religious implications. It covers the Wars of the Roses and the rise of Henry VII to the throne, his relationship with his wives and children, and the subsequent religious reforms under his rule.
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The Tudors (1485-1603) Il primo sovrano dell’era Tudor è Enrico tudor che sconfigge Riccardo III di York alla fine della guerra delle due rose (battaglia di Bosworth Field 1485) la quale vede i Lancaster vs York. Entrambe le famiglie avevano una rosa nel loro emblema: rossa Lancaster, bianca York =...
The Tudors (1485-1603) Il primo sovrano dell’era Tudor è Enrico tudor che sconfigge Riccardo III di York alla fine della guerra delle due rose (battaglia di Bosworth Field 1485) la quale vede i Lancaster vs York. Entrambe le famiglie avevano una rosa nel loro emblema: rossa Lancaster, bianca York = ecco perché guerra delle due rose. Riccardo III di York è tristemente conosciuto come Re dal corpo deforme, Re che aveva fatto decapitare i suoi nipoti: in realtà l’immagine che ci è arrivata è quella filtrata dalla storiografia Tudor. La figura di Riccardo III ha vissuto un revival recentemente… nel 2012, in un parcheggio viene ritrovato lo scheletro di un corpo deforme e si viene a scoprire che era il corpo di Riccardo III. Questo ritrovamento ha portato a un revival di studi su Riccardo e alla presa di coscienza che lui forse non era così demoniaco come la storiografia Tudor ci aveva insegnato. Riccardo III cade vittima della propaganda Tudor e per noi lui rappresenta il sovrano più infausto della storia dei re d’Inghilterra. Dopo le guerre delle due rose, Enrico Tudor diventa sovrano con il nome di Enrico VII. Dopo la guerra delle due rose, diventa re e si deve sposare… Enrico si sposa con Elisabetta di York = matrimonio che unisce le due case (York e Lancaster) = unione delle rose Il regno di Enrico VII (lui non è stato un grande sovrano) non ha lasciato un segno indelebile sulla storia d’Inghilterra. Enrico si sposa e da questo matrimonio nascono diversi figli: il primogenito è Arthur (destinato a succedere al padre), Margaret, Enrico VIII, Maria. Tutti i figli vengono sistemati in modo tale da agevolare la politica estera. Arthur si sposa con Caterina d’Aragona, muore dopo pochi mesi e Caterina rimane vedova. Gli spagnoli avevano pagato metà della dote, e si rifiutavano di pagarla interamente, quindi Caterina rimane in Inghilterra, non voluta, e qui dovrà vivere anni di umiliazione. Enrico VIII succede al fratello morto e sposa Caterina che pare si fosse veramente innamorata di Enrico. Il problema qual è? Il matrimonio tra i due da pochi frutti = NASCE MARIA I E BASTA. La sovrana mette in realtà al mondo molti figli che però muoiono tutti, solo una non muore e questo getta Enrico VIII nello sconforto, lui ha bisogno di un figlio maschio per garantire un successore al trono e, siccome Caterina non è più in grado di dargli un figlio, Enrico comincia a guardarsi intorno arrivando a sposarsi ben 6 volte (tutte le mogli vengono trattate nello stesso modo, o ripudiate, o decapitate ecc solo l’ultima è sopravvissuta perché Enrico è morto prima). LE MOGLI DI ENRIVO VIII CATERINA D’ARAGONA mette al mondo Maria Tudor (Maria la sanguinaria) ANNA BOLENA, per la quale Enrico porterà tanto scompiglio, nasce Elisabetta Tudor JANE SEYMOUR, nasce Edoardo, la moglie però muore di parto quindi Enrico deve trovare un’altra moglie. Gli viene consigliato, per ragioni di natura estera, di sposare una donna che arrivasse non dall’Inghilterra. Enrico si avvale del ritratto per scegliere la moglie = incappa in un ritratto di ANNA DI CLEVE, peccato che nel ritratto lei risultasse più bella che dal vivo, quindi Enrico rimane deluso quando la vede, anche se ormai è obbligato a sposarla. Lei sarà detta “la cavalla”. I due si sposano, ma Anna è talmente brutta che lui non riesce a consumare la prima notte di matrimonio = lei verrà poi ripudiata rimanendo in Inghilterra dato che la sua famiglia nelle Fiandre non la voleva più. A quel punto Enrico era preso da un’altra ragazza, CATHERINE HOWARD, imparentata con i Seymour che Enrico rispettava perché era una Seymour quella che gli aveva dato l’unico erede maschio, la sposa anche se lei non voleva a causa della differenza d’età. Nell’arco di poco tempo lei verrà beccata e accusata di alto tradimento alla corona (lei aveva l’innamoramento facile, corna). Si sposa poi con CATHERINE PARR, donna che si prenderà cura di lui, forse la più colta che Enrico abbia mai avuto (prima donna in Inghilterra che pubblica degli scritti con il suo nome, senza pseudonimo). Il Passaggio da Caterina d’Aragona ad Anna Bolena non significa solo passaggio di matrimonio, per l’Inghilterra vuol dire qualcosa di più, significa lo scisma anglicano. Enrico VIII era diventato defensor fidei, quando Lutero aveva pubblicato le sue tesi, Enrico, che era profondamente cattolico, si oppone alle tesi di Lutero e il Papa per premiare la sua fede, lo nomina difensore della fede. Passano gli anni e Enrico si ritrova a gestire un problema molto importante → necessità di un erede maschio e, a quel punto, decide che deve trovare una moglie che gli possa dare l’erede maschio. Lui rimane colpito da Anna Bolena, inglese ma formata presso la corte francese. Enrico VIII rimane molto colpito dal suo fascino, ma nel frattempo aveva avuto una relazione con la sorella della Bolena dalla quale nascono 2 figli, sorella che farà sposare con un nobile d’Inghilterra per mettere tutti a tacere. Anna, memore dall’esperienza della sorella, si rifiuta di dare al sovrano quello che lui andava cercando perché sapeva che se glielo avesse dato, Enrico si sarebbe poco dopo stufato Anna lo tiene sulla corna fin quando Enrico VIII decide di ripudiarla appellandosi ad una frase scritta nel libro dell’Evitico: “l’uomo che giace con la vedova del proprio fratello, commette adulterio”. Quindi Enrico si convince che è quello il motivo per il quale non riesce ad avere un erede maschio e si convince di vivere nel peccato e di doversi liberare di Caterina. (Caterina era la moglie del fratello) A questo punto chiede che il matrimonio venga annullato = questione studiata presso l’università di Oxford e di Cambridge, i quali studiosi non possono andare contro il sovrano, ma neanche negare l’evidenza dei fatti = situazione viene rimbalzata al pontefice che si trova in difficoltà perché da una parte si trovava Enrico VIII che minacciava lo scisma dalla chiesa di Roma e dall’altra aveva la Spagna, potenza più cattolica del momento che lui non poteva inimicarsi proprio per questa caratteristica. Il papa prende tempo e manda in Inghilterra, per tentare di tenere calmo Enrico VIII, IL CARDINALE CAMPEGGIO il quale ha il compito di studiare la questione e trovare una soluzione = tempo passa, Enrico di arrabbia e quando si stufa prende una decisione… decide, con l’atto di supremazia del 1533 di dividere la chiesa d’Inghilterra da quella di Roma e si autoproclama “capo supremo della chiesa inglese sulla terra”, questo significa che lui, almeno in Inghilterra, disconosce il Papa come vicario di Cristo e lo riduce al ruolo di vescovo di Roma. Enrico VIII sarà in Inghilterra il responsabile della chiesa, custodirà nelle sue mani il potere economico e finanziario della chiesa, sarà sua responsabilità nominare gli altri prelati della chiesa d’Inghilterra, prenderà nelle sue casse i soldi delle tasse che si pagavano alla chiesa e deciderà anche in quale modo le messe debbano essere celebrate. Questa rottura con la chiesa di Roma non intacca le questioni più importanti della fede cristiana e nonostante lo scisma, Enrico rimane profondamente cattolico quindi le differenze che introduce sono di fatto in grado di giustificare la sua scelta di introdurre lo scisma = Enrico VIII aveva bisogno della scisma per poter divorziare da Caterina d’Aragona e sposare Anna Bolena, non era una questione religiosa. Nel fare tutto questo Enrico viene aiutato da alcuni ministri: CARDINAL WOLSEY = arriva poco prima della riforma. Era figlio di un macellaio che però aveva un’ambizione molto grande e grazie a questa riesce a fare carriera nella chiesa, diventare cardinale e a entrare nelle grazie del sovrano e diventare cancelliere di Enrico VIII. Il potere di Wolsey diventa sconfinato e sarà lui a suggerire al sovrano come muoversi ed è lui che si fa costruire un palazzo per celebrare il suo potere. Il problema è che quando il sovrano viene invitato per visitare questo palazzo, si rende conto del rischio di mantenere una persona come Wolsey al potere. Il cardinale avrebbe eguagliato la potenza e il lusso del sovrano con quel castello e questo lo rendeva molto pericoloso per la corona, ed è così che comincia la parabola discendente di Wolsey, fin quando verrà condannato anche lui per tradimento e ucciso. TOMMASO MORO/THOMAS MORE = giurista. Cancelliere di Enrico VIII negli anni della riforma. Amicizia reciproca che viene meno quando Tommaso di rifiuta di firmare l’atto di supremazia. Viene fatto rinchiudere nella torre di Londra in una delle celle più umide della torre. Morto per decapitazione e sul patibolo lui dice una frase “Sono un servo del re ma prima di tutto lo sono di Dio” ribadendo così la sua fede. THOMAS CROMWELL = arriva dopo Tommaso Moro a riforma già partita e sarà lui che guiderà Enrico VIII nel fissare i paletti della riforma e comincerà in qualche modo a introdurre in Inghilterra quel contratto molto violento tra cattolici e protestanti. Il fatto che Enrico VIII diventi padrone della chiesa di Inghilterra significa che lui la può gestire come vuole. Cosa fa? Chiudere monasteri, abbazie, conventi perché convinto che siano luoghi di perdizione… la ragione in realtà è che lui si vuole impossessare dei tesori di quei luoghi e ha bisogno di terreni da regalare ai nobili che lo hanno sostenuto in questa sua battaglia. Comincia quindi a distribuire ricchezze e titoli nobiliari a nobili che diventano ancora più fedeli al sovrano. Quando Enrico VIII muore, sale al trono il figlio Edoardo VI. Morirà di tisi ed essendo poco più che un bambino quando sale al trono ci sarà la figura di un reggente, il fratello della mamma (lo zio) che approfitta della situazione per fare carriera e imporsi sulla scena politica (duca di somerset). L’unica cosa che Edoardo riesce a fare è istituire il Book of common Prayer (il libro della preghiera comune) = libricino anglicano che raccoglie tutte le preghiere e i canti che gli anglicani recitano o cantano durante la messa, e comprese anche tutte le preghiere quotidiane. Il libro introduce uniformità di culto e questo è lo stesso libro sul quale pregano ancora oggi gli inglesi. Dopo Edoardo arriva Maria (sovrana molto cattolica), figlia di Caterina d’Aragona = uno dei regni più tristi. Nel momento in cui Enrico VIII ripudia Caterina, impone che la madre e Maria non si vedano più e la fede cattolica che Caterina ha trasmesso alla figlia diventa l’unico modo per sentire la madre vicina = per Maria, la fede, è l’unica cosa che la madre le ha lasciato. Maria si sposa con Filippo II di Spagna, il cugino. L’unico obiettivo del cugino era mettere piede in Inghilterra e annoverare l’Inghilterra tra i propri domini. (Filippo II è un Asburgo e con la presenza di un Asburgo in Inghilterra significa che la Francia è completamente circondata dagli Asburgo e di conseguenza, la Francia, nemica degli Asburgo, è costretta all’interno dei suoi limiti, non ha gioco di espansione e si vede drasticamente ridotta la sua forza) MATRIMONIO SFORTUNATO = nessun erede, anche perché Filippo non amava stare in Inghilterra, eppure nonostante questo Maria si convinceva di aspettare il futuro erede al trono. Maria muore di cancro senza eredi e senza masi essere rimasta incinta nel 1558. Soprattutto negli ultimi anni della sua vita Maria si ritrova a fare i conti con la sorellastra, Elisabetta, (Enrico VII + Anna Bolena = Elisabetta) la quale ha simpatie protestanti e anche lei sarà costretta a rinunciare alla figura della madre dato che Anna Bolena è stata decapitata quando Elisabetta aveva appena 3 anni (le rimane solo un medaglione con dentro la foto del padre e una ciocca di capelli della madre). Elisabetta patteggerà sempre per la fede anglicana. Tra le due sorelle c’è molta formalità = Maria le vuole bene in quanto sorelle, ma la disprezza in quando figlia della donna che aveva portato il padre a ripudiare sua madre. Elisabetta è una giovane donna molto scaltra/intelligente, non compare mai in prima fila… e quando vengono sventati dei complotti per far saltare il trono di Maria e mettere lei al suo posto, Elisabetta non compare mai in prima fila. A lungo andare però i sospetti su di lei aumentano sempre di più, Elisabetta viene arrestata e portata alla torre di Londra e fatta passare tramite l’accesso alla torre riservata ai traditori, quindi questo non la fa ben sperare in quanto chi entrava per quell’ingresso veniva ucciso. Viene interrogata, ma nessun riesce ad estorcerle informazioni importanti, viene poi condotta agli arresti domiciliari a Woodstock e poi di lì, dopo poco, ad Hatfield House dove rimarrà fino a quando non DIVENTERÀ REGINA D’INGHILTERRA. Prima di questo episodio ci saranno delle occasioni in cui Elisabetta verrà convocata a corte a colloquio con la sovrana e in una di queste occasioni la sovrana si rivolge ad Elisabetta chiedendole una promessa dicendole che lei è disposta a nominarla suo legittimo successore solo se Elisabetta le prometterà di portare avanti il suo progetto di far tornare la chiesa di Inghilterra sotto la sfera papale (cancellare la riforma anglicana del padre) ed Elisabetta risponde che una volta regina lei avrebbe fatto tutto quello che la sua coscienza le avrebbe dettato per il bene del suo popolo. Nel 1558 Maria muore, Elisabetta si trova ad Hatfield House e verrà raggiunta dal DUCA DI NORFOLCK che è il primo pari di Inghilterra che le porta l’anello che sugella l’unione del sovrano con il suo popolo = la regina è morta, lunga vita alla regina. Elisabetta a questo punto dice una frase che racchiude il senso del suo regno: “QUESTO È SUCCESSO PER VOLONTÀ DI DIO”. LEI ACCETTA LA CORONA PER DIRITTO DIVINO.” Si toglie il rischio di risultare coinvolta in complotti sul ruolo che lei può avere avuto sulla morte di Maria. Elisabetta accetta la corona perché è Dio che l’ha scelta, non perché è lei a volerla. Il suo regno sarà molto lungo, che traghetterà l’Inghilterra nell’anglicanesimo, è il regno che porterà l’Inghilterra a pieno titolo nell’epoca moderna, è il regno in cui dal punto di vista letterario abbiamo i grandi nomi della letteratura inglese. Con Elisabetta si sconfiggerà anche il nemico più acerrimo dell’Inghilterra, ovvero la Spagna. IL RINASCIMENTO NOTA BENE: quando c’è una nuova tendenza significa che c’erano scintille di questa nuova tendenza in ciò che la precedeva, quindi non posiamo considerare il rinascimento come una cosa che non abbia nulla a che fare con il medioevo. Cronologicamente viene dopo, ma non vuol dire che nel rinascimento non ci fossero elementi medievali e viceversa. Con “Rinascimento” ci si riferisce a uno scompiglio/agitazione profondo e duraturo e a una trasformazione nella cultura, politica ecc nell’Europa tra gli anni del 1400 e 1600. La parola descrive sia un periodo nella storia che un più generale rinnovamento culturale. Il termine deriva dal francese “rebirth” (rinascita). Il termine Renaissance fu utilizzato per la prima volta in Francia nel 19simo secolo da uno storico che prende il nome di JULES MICHELET NELLA SUA “HISTOIRE DE FRANCE” e nel settimo volume lui si dedica al rinascimento che viene definiti in questo modo: “la scoperta del mondo e dell’uomo. Il sedicesimo secolo… da Colombo a Copernico, da Copernico a Galileo, dalla scoperta della terra a quella dei cieli. L’uomo ritrova se stesso”. Pochi anni dopo, Burckhardt nella sua “The Civilisation of the Renaissance in Italy”, ci dà una lettura ancora diversa di quello che è il rinascimento: Un fenomeno italiano del 15simo secolo (lo limita quindi nello spazio e nel tempo Consiste nel revival di una cultura classica, la scoperta di un mondo più ampio, un crescente disagio nei confronti di questioni religiose, ma soprattutto il fatto che l’uomo diventa un individuo spirituale e questo cosa significa? Significa che nel medioevo l’uomo non poteva identificarsi attraverso una sua identità individuale, ma l’identità di quell’uomo veniva costruita inserendo quell’uomo all’interno di un gruppo che poteva essere: la categoria sociale, la famiglia di appartenenza o anche il mestiere. Prima del 15simo la gente era carente di un forte senso d’identità individuale, con il rinascimento questo cambia. Secondo uno studioso in pieno novecento, però, Burckhardt commette un errore, ovvero di attribuire al rinascimento uno spazio e un tempo limitato dato che il rinascimento non è una cosa solo italiana. Nasce in Italia ma poi viene esportata e plasmata ai gusti i tutti i paesi che incontra e nei quali si afferma. Sempre nell’800 abbiamo WALTER PATER, esteta, con il suo “The Renaissance”. Lui, da buon esteta di fine 800, da una sua versione di che cos’è il rinascimento, rifiuta tutto l’aspetto politico, scientifico ed economico riducendo il rinascimento a qualcosa di esclusivamente artistico e questa sua lettura risulterà funzionale alla massima dell’arte per l’arte. Lui dice: “uno spirito di ribellione, una rivolta contro le idee morali e religiose del tempo” – spirito di ribellione che lui riconosce specialmente in ambito artistico nella pittura italiana del 15simo secolo e soprattutto nei lavori di Botticelli, Leonardo e Giorgione. JOHAN HUIZINGA con “The Waving of the Middle Ages” dice: “il rinascimento non è altro che la fase conclusiva del Medio Evo…” STEPHEN GREENBLATT con “Renaissance self-fashioning: from more to Shakespeare”: Lui costruisce la sua lettura sul rinascimento sul lavoro del Burckhardt soprattutto a riguardo del fatto che è proprio in questo periodo che nasce l’idea di uomo moderno Lui ponterà l’attenzione sul fatto che il Rinascimento fosse un periodo nella storia piuttosto che uno spirito cultrale come aevano indicato gli scrittori del 19simo secolo. Ci dice anche che secondo lui il rinascimento inglese potrebbe essere riassunto in un quadro che diventa ovviamente emblematico, il quadro è “Gli Ambasciaori” di Hans Holbein. Ma perché questo quadro, secondo Greenblatt racchiude il rinascimento inglese? Per capirne il senso dobbiamo tenere ben presente l’anno in cui è stato eseguito, ovvero 1533 = Il quadro, dal punto di vista, culturale, è uno specchio sull’epoca, su quello che gli umanisti definivano sapere → ci spiega la formazione culturale di un gentiluomo all’epoca, quello che è fondamentale sapere per essere considerate persone di cultura → inoltre vi è la presenza di un teschio, il quale rappresenta un richiamo alla riflessione sulla nullità della riforma ANALIZZIAMO IL QUADRO Sia sullo scaffale superiore e inferiore ci sono strumenti che sono stati creati dall’uomo, a conferma degli studi dell’uomo. NELLO SCAFFALE INFERIORE abbiamo un mappamondo che rappresenta il nuovo mondo e la linea che si vede è quella che è stata introdotta dal pontefice dopo il trattato di Tordesillas nel 1494. Abbiamo poi un libro semiaperto di aritmetica, l’autore è un tedesco, che scrive questo libro per i commercianti (libro che li aiuta nel calcolo del bilancio). Il libro non solo ci parla della crescita della borghesia, ma scopriamo anche che c’è la parola “dividere” in tedesco la quale inserisce all’interno del quadro il concetto di divisioni politiche. Abbiamo poi un libro completamento aperto di inni liturgici di Lutero e accanto a questo libro troviamo un liuto (strumento a corde tipico dell’epoca), guardandolo bene si nota che ha una corda rotta (la musica è armonia, se si spezza la corda ho tutto quello che è l’opposto all’armonia). Quindi sullo scaffale ho tutti gli elementi che alludono ad una situazione politica precaria che può portare ad una situazione di pericolosa disarmonia in Europa. Tutti questi oggetti segnalano il pericolo che qualcosa di pericolo possa succedere. NELLO SCAFFALE SUPERIORE troviamo sempre strumenti creati dall’uomo e che afferiscono alla sfera celeste, mentre nello scaffale inferiore abbiamo strumenti che hanno a che fare con la vita sulla terra, in quello superiore abbiamo strumenti che riguardano gli studi in ambino astronomico. Troviamo ad esempio una costellazione del cigno (immagine), un torquetum (strumento astronomico medievale di misurazione usato in studi astronomici), più altri 2 strumenti che vengono cmq utilizzati nello studio dei cieli. Se noi consideriamo gli oggetti presenti sul tavolo, scopriamo che gli oggetti rappresentano delle discipline: Grammatica Logica Retorica Queste prime 3 sono il Trivium = le tre discipline fondamentali dal punto di vista letterario, linguistico e umanistico. Dall’altra parte abbiamo il Quadrivium (discipline + scientiiche): Aritmetica Musica Geometria Astronomia L’insieme dei due, forma la base di quello che è alla base DELL’UMANESIMO. Ci sono poi 2 uomini: JEANS DE DINTEVILLE (29 anni, era un ambasciatore francese presso la santa sede e venezia) e GEORGES DE SELVES (23 anni, di famiglia borghese, entra nelle grazie di Francesco I che lo rende suo ambasciatore in Inghilterra, a Roma, a Venezia e Germania) In sostanza sono 2 ambasciatori che si trovano in Inghilterra nel 1533, anno dell’atto di supremazia, che hanno il compito di scoraggiare Enrico VIII di procedere con la sua scelta. Il significato di questo quadro è che si fa appello a tutto il sapere secondo gli umanisti per far sì che attraverso la mediazione tra gli stati, il sovrano torni sui propri passi e si renda conto che non è possibile portare avanti la strada della riforma (scisma che poi c’è comunque stato). Nel quadro troviamo la presenza di un teschio, messo lì con l’intento di ricordarci che a vita è un momento labile/passeggero e che quindi Enrico non ha senso che combini tutto questo scompiglio tanto, quello che lui farà sulla terra, non se lo potrà portare dietro nell’altro mondo e allora tanto vale lasciare le cose come stanno. 15/10/21 L’UMANESIMO INGLESE E THOMAS MOORE Piccola introduzione: Non è possibile dire quando è terminato medioevo e quando inizia il rinascimento perché i due sono sfumati l’uno nell’altro Il rinascimento fiorisce in Italia nel 15simo secolo In Inghilterra arriva nel 16simo secolo Il rinascimento italiano non viene preso in blocco e importato in Inghilterra, ma quando arriva, arriva con una serie di influenze di altri paesi Una delle fasi iniziali del rinascimento è quella dell’Umanesimo. Fase iniziale del rinascimento che si confonde nel rinascimento L’umanesimo rende possibili scoperte scientifiche e scoperte geografiche nei secoli successivi Alcune parole chiave (rappresentano dei concetti essenziali dell’umanesimo): Scholarship: l’essere studiosi. Questo perché è molto forte negli umanisti la necessità dello studio. Necessità molto importante. Umanisti spendono la maggior parte della giornata a studiare. Studio che migliora la persona. Allo stesso tempo essere studiosi significa che per gli umanisti è importante essere presenti nei luoghi della cultura. Quasi tutti gli umanisti sono docenti universitari che diffondono il sapere dalle cattedre delle università di Cambridge e Oxford. Stylisties: stile. Uso della retorica classica. Gli umanisti sono particolarmente interessati allo studio dei classici, a una rilettura di essi. Esattamente da questi testi, gli umanisti assorbono idee, concetti ma anche lo stile. Studiare i classici significa imparare a esprimersi per gli umanisti. Ethics: umanisti convinti che attraverso lo studio dei classici si impara tutto sull’uomo. Si impara la questione morale, si impara a stare al mondo, si impara cos’è la relazione tra uomo e Dio. Man: punto di riferimento fondamentale per gli umanisti perché tutto viene fatto per favorire una crescita interiore dell’uomo e per migliorarne l’esistenza. L’uomo è al centro degli studi degli umanisti… umanisti che sono personaggi anche famosi: ERASMO DA ROTTERDAM: l’umanista per eccellenza. Trascorre molti anni in Inghilterra, si lega a Tommaso Moro, amicizia molto arricchente per la persona di Tommaso Moro. MICHEL DE MONTAINGNE: nei suoi saggi che riguardano l’essere umano in tutta la sua complessità. Lo citiamo perché lui insegna cosa sia lo studio e questo per un umanista è una cosa fondamentale. (Lo studio è una cosa seria, ha senso nel momento in cui è arricchente. Studiare significa leggere, assorbire concetti, metabolizzarli e poi esprimerli. Tutto questo non ha a che fare con lo studio a memoria. La prof dice) ma solo questo studio arricchisce secondo Montaigne: quando si studia non bisogna perdere il piacere dello studio. Montaigne è l’umanista più importante della cultura francese. Fatti importanti e caratterizzanti di questo periodo/fatti che condizionano tutto quello che verrà dopo: Le scoperte geografiche influirono la vita e i pensieri dell’uomo: il fatto di sapere che oltre alle colonne d’ercole ci sia un’estesa massa d’acqua che porta a un mondo che non conoscevo, mi spinge ad essere curioso, mi porta a volerlo conoscere, mi porta a relazionarmi con quell’altro mondo e quindi a confrontarsi con culture nuove, persone nuove, animali, vegetazione ecc. A una nuova mappatura della Terra corrisponde una nuova mappatura del cielo: scoperte in ambito astronomico (universo): il fatto che l’universo abbia una nuova mappatura, vuol dire che era diverso da come si pensava che fosse. In fatto che l’uomo si relazioni con un mondo diverso da quello che aveva conosciuto fino a quel momento significa nuove filosofie, politiche ecc La Corte diventa il centro della moda e della cultura (punto focale di tutto ciò che succede nel regno) Introduzione di leggi suntuarie = stabiliscono chi può indossare che cosa All’interno della corte si profila una figura importante, quella del gentleman (non confondo con quello dell’800 che è di natura borghese). Il gentleman in epoca umanista è un cortigiano, colui che riesce a abbinare alla perfezione la vita d’azione e la vita contemplativa e quella culturale-letteraria Gli intellettuali sviluppano un nuovo metodo di studio che deriva dallo studio dei classici greci e romani = studio dei classici che vengono imparati a memoria, tradotti nella lingua madre e dall’inglese tradotti nuovamente nella lingua di partenza. Obiettivo? Allenare la memoria, acquisire uno stile e una retorica che permettesse di esprimersi in qualsiasi circostanza e con chiunque. (Grammar School) Importante la presenza di comunità accademica: diffonde il sapere attraverso l’insegnamento universitario. Retorica, oratoria e dialettica diventano requisiti essenziali per un buon umanista, letterato, giurista e diplomatico. In questo panorama di diffusione del sapere, con la fine del 400, si ha l’introduzione di una novità rivoluzionaria… il LIBRO (non CODICI come venivano chiamati nel Medio Evo). Stampa a caratteri mobili permette di stampare i libri. La stampa a caratteri mobili l’abbiamo grazie a Johann Gutenberg: lui di mestiere faceva l’orafo. Con lui abbiamo un personaggio che faceva il copista calligrafo che ha creduto in questa impresa tanto da finanziarla. La stampa a caratteri mobili arriva nel 1476 in Inghilterra con WILLIAM CAXTON. In quel anno lui pubblica in Inghilterra il primo libro stampato ovvero i “Cantebury Tales”, scelti perché esempio di testo che era risultato molto popolare e che prometteva di conseguenza una diffusione e quindi dei guadagni. Entro il 1480 stamperie, tipografie si stabiliscono con un grande successo in tutte le principali città di Germania, Francia, UK, Spagna, Ungheria ecc. In Italia arriva un po’ più tardi, con Gaudenzio Ferrari che manda in stampa la Divina Commedia. L’introduzione della stampa è stata fondamentale perché introduce una rivoluzione nel sapere che influenzerà all’inizio le classi sociali più elevate, ma che gradualmente influenzerà gli ultimi strati della società. Perché? Se un libro viene stampato e le copie vengono portare in giro per il sapere la conseguenza è la standardizzazione del sapere (tutti conoscono le stesse cose). Il fatto che lo stesso libro arrivi in diverse parti del paese porta alla standardizzazione della lingua (tutti scrivono nello stesso modo, tutti conoscono la stessa lingua). L’introduzione della stampa comporta una diffusione più ampia (fetta dei privilegiati che avevano tempo da dedicare alla propria istruzione) del sapere (stampare un libro era più veloce rispetto a riscrivere a mano un codice). ERASMO DA ROTTERDAM Lui è il tipico umanista perché a cominciare da questi due ritratti ci accorgiamo di come lui incarni l’umanesimo. Lui viene rappresentato nel suo studio circondato da libri e intento a studiare/scrivere, QUESTA È L’IMMAGINE CHE L’UMANISTA VUOLE FAR ARRIVARE DI SÉ. Capiamo quali sono le caratteristiche degli umanisti inglesi: Viaggiarono e studiarono in Italia, frequentano i grandi centri italiani culturali e frequentato le università storiche e entrano in contatto con studiosi italiani, leggono le loro opere, fanno circolare le idee e poi tornano in Inghilterra portandosi dietro libri scritti in latino e italiano che vengono tradotti in inglese = panorama culturale inglese viene arricchito Umanisti inglesi: WILLIAM TYNDALE (va in Germania e conosce Lutero. Completa a traduzione in inglese del nuovo testamento, avvento importante perché la bibbia in Inghilterra circolava solo in latino e la traduzione che lui propone verrà inserita nella prima edizione inglese della bibbia ed è conosciuta come la Bibbia di Re Giacomo, bibbia che con dovuti cambiamenti, gli inglesi hanno ancora oggi). THOMAS LINACRE (medico che traduce in inglese testi di medicina classica). JOHN COLET (studia a oxford, importante perché è per lui che è stata introdotta la grammar school in Inghilterra). JOHN FISHER. ROGER ASCHAM, umanista, (scrisse un tema su come insegnare latino e greco) è insegnante di Elisabetta. Lui ne esalterà l’intelligenza straordinaria alla quale insegna latino, greco, francese ecc. Gli umanisti danno importanza alla lingua inglese e sono convinti della necessità che il sapere debba essere diffuso in questa lingua (NON TUTTI CONOSCONO LE LINGUE CLASSICHE E QUINDI NON POSSONO NEANCHE INTERPRETARLE). TOMMASO MORO è l’umanista più importante. TOMMASO MORO Umanista per eccellenza. Amico di Erasmo da Rotterdam. Lui è un mecenate, un saggista, un uomo di legge e abile politico al punto che entra nelle grazie di Enrico VIII che lo nomina suo Lord Cancelliere. Nel 1532 Tommaso si oppone allo scisma anglicano e il rapporto con Enrico si incrina anche se la lealtà di Tommaso non viene mai messa in discussione. Moro non firma l’atto di supremazia. Lui viene gradualmente allontano da corte prima dell’atto di supremazia a causa delle sue idee diverse da quelle del sovrano. Moro si rifiuterà di contraddire le sue idee e di disconoscere l’autorità del papa come vicario di cristo. Viene rinchiuso nella torre di Londra per tre anni, verrà sottoposto a numerosi interrogatori fin quando Enrico VIII lo condanna a morte. Moro passerà tre anni nella cella più malsana della torre di Londra e questo lo sappiamo grazie alle lettere alla figlia. Decapitato (6/7/1535) e salito sul patibolo dice: “un buon servo del re, ma prima di tutto lo sono di Dio”. Lui muore convinto delle sue idee. Nel 1935 diventa santo. La sua opera più famosa è “La storia di Riccardo III”: Moro scrive la storia di Riccardo nell’opera di propaganda dei Tudor. Un’altra opera è UTOPIA (1516 in latino, 1551 tradotta in inglese). Tommaso si sposa due volte, nascono molti figli e Moro garantisce lo stesso tipo di istruzione sia ai maschi che alle femmine e qui sta la sua modernità in quanto lui è convinto che non ci siano differenza dal punto di vita dell’apprendimento tra uomini e donne (per noi oggi è una cosa ovvia, alla sua epoca no perché c’era la convinzione che le donne fossero inferiori agli uomini in quanto creature fragili e predisposte al male che non potevano assumersi responsabilità perché non ne sarebbero state all’altezza. Ragione? Veniva insegnato che il peccato originale arriva sulla terra perché è stata Eva la prima a cedere a Satana. NB le donne che diventano regine sono diverse dalle donne comuni). UTOPIA BY TOMMASO MORO Stampata in latino a Lovanio nelle Fiandre nel 1516. Tradotta in inglese nel 1551. Il testo si compone di due libri: introduzione e secondo libro scritti nelle fiandre, il primo libro scritto a Londra. Ma cosa vuole dire Utopia? Significa “non luogo”, ma se lo leggiamo come lo prevede la pronuncia inglese ci rimanda a “luogo della felicità”. Il titolo dà ragione a entrambe le versioni = è un luogo che non esiste, ma è anche un luogo di felicità perché un luogo ideale. Che tipo di opera è Utopia? È tante cose: un testo filosofico che si inserisce nella scia tracciata da Platone, Tommaso Campanella e si inserisce in quel solco dove ci sono testi che descrivono il luogo ideale. Allo stesso tempo Utopia ci racconta di un viaggio, il protagonista ci descrive il mondo con cui è entrato in contatto (resoconti di viaggio che cominciavano a diffondersi all’epoca = soddisfa chi non può viaggiare perché gli permette di conoscere il nuovo mondo). Utopia è un testo dialogico, ha lo scopo di insegnare qualcosa e per far sembrare l’insegnamento meno pesante veniva diffuso tramite un dialogo tra due interlocutori = questo succede in Utopia almeno nel primo libro. Il nome nel viaggiatore è Raffaele Itloedo (ITLOEDO VUOL DIRE = CONTA FROTTOLE) e questo ci fa capire ancora di più che il mondo descritto non esiste. Utopia può essere considerato un testo di critica perché se io descrivo un mondo ideale, descrivo tutto ciò che non va (confronto tra quello che è ritenuto ideale e quello che è reale). Quali sono i punti di riferimento letterari di Moro: La sua formazione su autori greci e latini La repubblica di Platone Trattati politici Dottrine di tipo etico Gli abitanti di Utopia vivono con delle regole semplici e quasi sicuramente Moro avrà avuto in mente la vita delle comunità monastiche Note di viaggio di Vespucci (elementi che danno al testo le caratteristiche dei resoconti di viaggio) STRUTTURA Primo libro scritto a Londra in un secondo tempo = dialogo tra Itlodeo, Tommaso Moro e Peter Gilles (quest’ultimo è un personaggio realmente esistito). Tommaso Moro ci racconta dell’incontro che ha avuto con questo amico ritrovato (parliamo di Gilles). Lo fa in un’introduzione a Utopia: ci racconta che si trova nelle Fiandre in missione diplomatica per conto di Enrico VIII perché è lì che deve incontrarsi con dei diplomatici di Carlo V d’Asburgo e mentre aspetta che questi diplomatici fissino data e luogo per l’incontro, Moro se ne va a Bruges a trovare un suo vecchio amico che incontra per caso. Intanto che parla con Gilles, i due incontrano Itlodeo che si aggirava per le vie di Bruges e che si capisce che è un viaggiatore dalla descrizione che Moro ci dà (la carnagione scura, il mantello lungo ecc.). Una volta incontrato, Itlodeo racconta un po’ di sé: ci dice che viaggiava sulle navi di Vespucci, che a un certo punto alla partenza di Vespucci decide di fermarsi in un determinato territorio, da lì si imbarcherà su un’altra imbarcazione e arriverà sulle rive di Utopia dove si fermerà e imparerà a conoscere. Da qui la curiosità di Moro e Gilles e quindi l’avvio alla narrazione di Itlodeo sulla descrizione di Utopia. Secondo libro è la descrizione di Utopia da parte di Itlodeo = viene descritta la forma dell’isola, le città più importanti tra cui la capitale Amaurot, gli ufficiali che dovevano mantenere la pace a Utopia, le relazioni sociali, i viaggi e i commerci degli abitanti, gli schiavi, le pratiche militari e le religioni degli abitanti di Utopia. BRANI IN PROGRAMMA: Book II THEIR OCCUPATION - THOMAS MOORE (pag. 75) L’agricoltura è il lavoro che fanno tutti, uomini e donne. Imparavano la teoria fin dall’infanzia nelle scuole e la teoria viene anche applicata alla pratica. A parte i lavori agricoli, ad ognuno viene insegnato un secondo lavoro (es. falegnameria). I ragazzi tendenzialmente seguono le orme del padre, ma se sono interessati a un altro lavoro possono anche imparare un nuovo mestiere. Tutti sono vestiti uguali tra di loro e indossano gli stessi vestiti per tutte le stagioni. Le uniche distinzioni nell’abbigliamento vengono fatte tra i due sessi e tra persone sposate e non. Le donne sono considerate il sesso debole, motivo per cui lavoravano la seta o la lana; i lavori pesanti, invece, sono assegnati agli uomini. Gli Utopians lavorano 6 ore al giorno: 3 ore prima di pranzo e 3 ore dopo pranzo, con una pausa di 2 ore in mezzo per pranzare e riposare. Alle 8 vanno a letto e dormono 8 ore (mentre in Inghilterra lavoravano dalle 7 del mattino alle 8 di sera). Nelle ore in cui non lavorano/mangiano/dormono, si dedicano agli interessi personali: alcuni leggono, altri giocano (giochi di numeri, “virtù vs vizi”…)… Parte della popolazione non lavora: La maggior parte delle donne (se invece alcune donne decidevano di lavorare, i propri mariti non lo facevano) Preti o altri religiosi Ricchi (es. proprietari terrieri) Mendicanti che fingono di essere malati come scusa per la loro pigrizia Persone che si dedicano allo studio I syphogrants (syphogrant = magistrato scelto ogni anno da 30 famiglie) che sono giustificati dalla legge… ma nessuno di loro si approfitta del fatto che non lavori. Infatti, se disobbediscono o falliscono, tornano ad essere lavoratori comuni. Se in altre nazioni c’è sempre bisogno di ricostruire perché gli edifici vengono fatti male e velocemente e quindi occorre il doppio del lavoro, questo a Utopia non accade perché tutto è controllato alla perfezione: oltre a essere rapidi nel riparare, sono anche bravi a prevenire. Per quanto riguarda gli abiti (fatti in pelle), More sottolinea che possiedono un vestito da lavoro che dura circa 7 anni e quando vanno in giro in pubblico lo coprono con una mantella dello stesso colore (tendenzialmente di lana bianca e pulita). (Mentre in altre nazioni ci sono uomini che non si accontentano dei loro 5 abiti di colori diversi, come nobili e sovrani inglesi). La loro felicità risiede nel dedicare il maggior tempo possibile alla loro mente e alla cultura. SLAVES – THOMAS MOORE (pag. 95) Gli schiavi sono di tre tipologie: criminali che sono stati condannati per gravi crimini nella stessa isola di Utopia; prigionieri di guerra; stranieri che si sottopongono volentieri alla schiavitù in Utopia perché erano soggetti alla pena di morte nel loro paese o a causa di una vita di povertà insopportabile e fatica nella loro patria. Secondo il sistema di servitù utopico, viene concesso un permesso agli schiavi per ottenere la propria libertà attraverso una dimostrazione di buona condotta e una chiara prova di riforma del carattere. Inoltre, la schiavitù non è ereditaria; quindi, ai figli degli schiavi viene concesso il libero status di cittadino. Letteratura umanistica: Il significato etimologico di “Umanesimo” deriva da “Humanae Litterae”. Gli umanisti cominciarono a revisionare, studiare ed imitare le opere di scrittore della Grecia antica e di Roma. È da ricordare che il latino era ancora una lingua molto dominante nella letteratura del 16° secolo, come possiamo vedere in opere come Utopia di Thomas More e in Novum Organum di Francis Bacon, le quali vennero pubblicate in latino, e solo in seguito tradotte in inglese. Durante il rinascimento inglese la letteratura influenzava molto anche la politica; per il rinascimento il mondo e la società erano perfettamente ordinati, poiché entrambi prodotti di Dio: era l’uomo a commettere errori. Insieme alla figura del navigatore nasce quella del cortigiano, un personaggio ideale le cui qualità sviluppate alla corte inglese divenivano sempre più raffinate, seguendo l’esempio delle corti umaniste italiane di Urbino e Ferrara. Eccellenti esempi di uomo cortese sono dati da artisti come Michelangelo, Da Vinci, Cellini e rispettati politici come Lorenzo il Magnifico ed Enrico VIII. La regina Elisabetta era l’equivalente femminile di questi. LA POESIA INGLESE DEL XVI SECOLO I poeti di corte: Sir Thomas Wyatt e Henry Howard-Earl of Surrey (è un conte che ha più diritto al trono d’Inghilterra rispetto a Enrico VIII). Howard sarà compagno di giochi del figlio illegittimo di Enrico VIII e sarà quindi un sorvegliato speciale. Surrey una volta adirato distrugge lo stemma reale, spedito nella torre e decapitato = risolto il pericolo che Surrey rappresentava in quanto conte. Wyatt vive a corte, si vocifera a corte che abbia una relazione con la Bolena, viene mandato alla torre di Londra ma poi rilasciato. Ma chi sono i poeti di corte? Poeti nobili che frequentano la corte di Enrico VIII. Sono poeti ma non di mestiere dato che all’epoca scrivere poesia era un piacere personale. Il loro mestiere è un altro, la maggior parte di questi poeti sono diplomatici. Le poesie scritte si inseriscono nelle poesie cortesi = si racconta spesso di amori contrastati e sofferti. POETI ELISABETTIANI SIR PHILIP SIDNEY = incarna il perfetto gentiluomo elisabettiano. È anche un soldato non solo poeta. Combatte nelle Fiandre contro la Spagna, ferito alla gamba e muore. È un anglicano convinto. EDMUND SPENCE = poeta non nobile che sarà il segretario in Irlanda. È anglicano e al servizio di Elisabetta I che esalterà all’interno di tutte le sue poesie nella speranza ce la sovrana ricambi con un qualche titolo nobiliare, ciò non accade. CHRISTOPHER MARLOWE = poeta e drammaturgo. Rivalità con Shakespeare. Nella vita era anche una spia al servizio di Walsingham e grazie all’astuzia di quest’ultimo che molti attentanti contro la regina vengono sventati. Marlowe frequentava i bassi fondi di Londra e muore in una taverna di Deptford dove scoppia una rissa, lui viene coinvolto e pugnalato in occhio. IL PIÙ GRANDE DI TUTTI: WILLIAM SHAKESPEARE Arriva dalla provincia, non è laureato. Vive nella provincia fin quando non si trasferisce a Londra. Capiamo cos’è la poesia o quantomeno cosa fosse nell’epoca che studiamo: Definizione di Sir Philip Sidney, The Defense of Poesy: la poesia è mimesi, ossia imitazione del mondo che ci circonda. È quindi una copiatura di quello che ci circonda. È un quadro parlante, la poesia si compone di parole e viene letta ad alta voce, quindi non è una questione visiva, ma di suono. La poesia ha l’obiettivo di insegnare (farsi veicolo di messaggi importanti) e dilettare (divertire e intrattenere, la lettura delle poesie deve essere piacevole e attraverso questo piacere bisogna far arrivare i contenuti). Nel XVI secolo la poesia è un genere che si indentifica con la corte, coloro che compongono poesie all’epoca sono cortigiani o persone colte che scrivono poesie per diventare qualcuno, guadagnare di più = RICERCANO UN AVANZAMENTO A CORTE. Tra l’essere e l’apparire, conta di più l’apparire. Scrivere poesie ingegnose e originali era parte dei compiti di un gentleman. L’obiettivo era di insegnare ai lettori lezioni di religione, etica e vivere comune. …e il sonetto? Poesia lirica che ha a che fare con la sfera dei sentimenti Il nome deriva da piccolo suono, il sonetto era un testo messo quindi anche in musica Deriva dal suono, come la ballata dal ballo e la canzone dal canto Secondo l’accademia della crusca il sonetto è una “spezie di poesia lirica comunemente di quattordici versi d’undici sillabe” …”e che distingua il suo numero in duo quaternari contigui e in duo contigui ternari” = 2 quartine e 2 terzine In Inghilterra la definizione di sonetto è diversa: Gascoigne dice che i sonetti sono di 14 versi di 10 sillabe. I primi 14 versi sono suddivisi in 3 quartine che hanno un loro particolare tipo di rima e gli ultimi due versi che concludono l’insieme con una rima baciata. In quali tipi di opere si trovano i sonetti? Questi sonetti vengono pubblicati in opere diverse. LA TOTTEL’S MISCELLANY (antologia dove vengono pubblicate poesie di autori diversi) = Tottel è un londinese che di mestiere faceva l’editore e che stampava più che altro testi di tipo giuridico. Uno degli editori più importanti del tempo. È membro della Stationers Company (essa controlla tutti i testi che dovevano essere rappresentati a teatro o proposti per la pubblicazione. Era una censura e un esempio è il Riccardo II di Shakespeare = viene censurata la scena della deposizione). Queste poesie d’amore vengono pubblicate per la prima volta nel 1557, perché passa così tanto per vedere pubblicate delle poesie d’amore in Inghilterra? Mancavano delle connotazioni democratiche della stampa, le poesie d’amore non venivano considerate umili, queste poesie erano componimenti occasionali = nel 1557 abbiamo questa controtendenza, la poesia d’amore viene rivalutata come degna di essere pubblicata. Negli anni tra il 1591 e il 1609 esplode e si esaurisce la moda delle SONNET SEQUENCES. Il loro modello di riferimento è il Canzoniere di Petrarca = raccolte di sonetti scritte da un solo autore (amore non corrisposto, il poeta soffre per l’amore non ricambiato). Sonetti che sono legati l’uno all’altro e che hanno un’unica marca stilistica = una raccolta di sonetti che si distingue dalla Tottel’s Miscellany. Le sonnet sequences più famose sono: Astrophil and Stella, Sir Philip Sidney Amoretti, Edmund Spencer Sonnets, William Shakespeare WYATT E SURREY Sonetto 140 di Petrarca Amor, che nel penser mio vive et regna e 'l suo seggio maggior nel mio cor tene, talor armato ne la fronte vène, ivi si loca, et ivi pon sua insegna. Quella ch'amare et sofferir ne 'nsegna e vòl che 'l gran desio, l'accesa spene, ragion, vergogna et reverenza affrene, di nostro ardir fra se stessa si sdegna. Onde Amor paventoso fugge al core, lasciando ogni sua impresa, et piange, et trema; ivi s'asconde, et non appar piú fore. Che poss'io far, temendo il mio signore, se non star seco infin a l'ora extrema? Ché bel fin fa chi ben amando more. La prima quartina: Amor (argomento e protagonista del testo), nel pensier mio vive et regna (Amore è un’ossessione. Vive nella mia mente e la condiziona). e ‘l suo seggio maggior nel mio cuore tene (cuore è la sede privilegiata di Amore. Amore non solo condiziona la mente, ma è anche nel cuore quindi è anche sentimento, qualcosa di irrazionale). talor armato ne la fronte vene (l’amore si manifesta, è sulla fronte = sineddoche per intendere il volto)… per Petrarca l’amore è una cosa statica che si manifesta nella mente condizionandola, che la sua sede privilegiata è il cuore e che si vede sul volto dell’innamorato. Seconda quartina: quella (la donna amata, nel caso di Petrarca = Laura, anche se in questo caso non è specificata quindi possiamo pensare che Petrarca stia pensando a tutte le donne in generale) ch’amare e sofferir ne ‘nsegna (la donna insegna ad amare e soffrire, ella quindi introduce nel rapporto amoroso delle regole che devono essere rispettate: regole sono quelle che dovrebbero limitare, gestire il desiderio e la speranza che il poeta nutre di vedere realizzato questo rapport d’amore) e vol che’l grand desio, l’accesa spene, ragion, vergogna, e reverenza affrene (regole che la donna impone: AMORE, VERGOGNA E RISPETTO. L’amore diventa una questione razionale, decisa dalla mente anche se questo è impossibile dato che l’amore è irrazionale, è l’opposto), di nostro ardir fra se stessa si segna. Prima terzina: Onde Amore paventoso fugge al core (Amore fugge nel cuore, va nel posto dove si sente protetto abbandonando la speranza e ogni sua conquista. Se alla donna compete la mente, al poeta spetta il cuore = Mente, donna, regole / cuore, poeta, desiderio), lasciando ogni sua impresa, et piange et trema; ivi s’asconte et non appar piu forte. Nell’ultima terzina il poeta introduce sé stesso: che poss’io far, temendo il mio signore, se non star seco infin a l’ora estrema? (domanda retorica, cosa può fare lui nei confronti della situazione che gli si presente davanti? Il poeta non può fare NULLA, perché tra amore e poeta esiste un legame che si fonda sulla lealtà. Introduzione di una gerarchia feudale, il poeta è vassallo del suo signore, che è amore. l’amore è il signore d Petrarca). Che bel fin fa chi ben amando more (arriva la morale. Ci viene detto che morire per amore è una cosa bella, vale la pena amare). In Inghilterra abbiamo un tipo di traduzione che non è traduzione e basta, ma è una traduzione creativa: prendo il testo, lo traduco nella mia lingua , però mi prendo qualche licenza poetica quindi inserisco una mia particolare impronta stilistica e il risultato è un testo riconoscibile nel testo di partenza, ma con caratteristiche nuove vicine alla mia cultura e ai miei gusti. Sonetto tradotto da Wyatt: ottava e sestina sì. C’è una novità perché nella terzina finale abbiamo gli ultimi due versi a rima baciata. The long love that in my thought doth harbor, and in mine heart doth keep his residence, Into my face presseth with bold pretense And therein campeth, spreading his banner. She that me learneth to love and suffer And will that my trust and lust's negligence Be reined by reason, shame, and reverence With his hardiness taketh displeasure. Wherewithal unto the heart's forest he fleeth, Leaving his enterprise with pain and cry, And there him hideth, and not appeareth. What may I do, when my master feareth, But in the field with him to live and die? For good is the life ending faithfully. Prima quartina: attribuire a termine Love una connotazione, per Wyatt è LONG quindi l’amore è un amore che si protrae nel tempo. In my thought (dimensione della mente, l’amore condiziona il pensiero e diventa un’ossessione). In my heart (qui c’è la sua residenza. Cuore = sentimento) Into my face (volto = esteriorità. L’amore sta sul volto) Cominciamo a notare l’esotopia della guerra, l’amore secondo Wyatt non solo è statico ma anche guerresco = essere innamorati è come essere in guerra. L’innamorato deve combattere con la sua donna per ottenere l’amore di quest’ultima o il suo affetto, e sue attenzioni. Seconda quartina: She (la donna amata, può essere Anna Bolena anche se non abbiamo certezza) Me learneth (la donna insegna ad amare, quindi si pone al di sopra di amore e del poeta = gerarchia d’amore che si fonda sul fatto che la donna imponga delle regole che vuole siano rispettate). Reason, shame and reverence (ragione vergogna e riverenza devono avere la meglio sul poeta e sui suoi desideri, devono quindi regolare amore che deve diventare qualcosa di razionale nell’ottica della donna. Ma amore non è razionale) Prima terzina: ribalta quanto detto nell’ottava. Amore fugge e si nasconde nel cuore, smette quindi di lottare. Ultima terzina: I (il poeta cerca una soluzione e decide di restare con il suo signore = gerarchia feudale, lealtà al signore). For good is the life, ending faithfully (l’enfasi è sulla vita: buona se conclusa nella lealtà al signore = fino adora Wyatt non aveva apportato numerosi cambiamenti al testo di Petrarca, ma ora lui introduce una novità: pentametro giambico ovvero un verso di 10 sillabe presenta degli accenti che cadono sulle sillabe pari, fatta eccezione per il primo verso. 5 accenti nel decasillabo. Questo piede che si compone di una sillaba breve e di una lunga si chiama GIAMBO, in questo caso ne ho 5 quindi ho un PENTAMETRO GIAMBICO). COME SI CALCOLANO LE SILLABE IN INGLESE? Contiamo le sillabe sulla base delle volte che apriamo la bocca per emettere un suono vocalico dato che l’accento cade sulla vocale. TRADUZIONE IN INGLESE DI SURREY Cominciamo a notare la differenza. Il testo di Wyatt era un passo intermedio tra Petrarca e Surrey. La prima cosa che notiamo è il layout, 3 quartine e un distico finale a rima baciata. Love, that doth reign and live within my thought, And built his seat within my captive breast, Clad in the arms wherein with me he fought, Oft in my face he doth his banner rest. But she that taught me love and suffer pain, My doubtful hope and eke my hot desire With shamefast look to shadow and refrain, Her smiling grace converteth straight to ire. And coward Love, then, to the heart apace Taketh his flight, where he doth lurk and plain, His purpose lost, and dare not show his face. For my lord's guilt thus faultless bide I pain, Yet from my lord shall not my foot remove: Sweet is the death that taketh end by love. SURREY INTRODUCE NOVITÀ NUMEROSE Prima strofa: Love (assomiglia a Petrarca, non troviamo aggettivo. Vive dentro il mio pensiero, diventa ossessione e condizione i nostri pensieri) = within my thought. Within my captive brest (cuore è la sede dei sentimenti). In my face (la manifestazione esteriore dell’amore è sul volto).. REIGN, SEAT, CAPTIVA, FOUGHT, ARMS, BANNER = ISOTOPIA DELLA GUERRA. Diventa più esplicita la metafora di amore come guerra. Surrey introduce anche 2 tempi verbali diversi: il presente è abbinato alla mente, il passato è abbinato al cuore = questo potrebbe voler suggerire che la situazione è cambiata, Amore una volta era appannaggio solo del cuore e adesso l’Amore che lui si trova a vivere è fortemente condizionato dalla mente/razionalità. Seconda strofa: But (contrasto con la prima quartina, le cose sono cambiate) she (figura femminile, in questo caso non è identificabile nel caso di Surrey con nessuna donna). Converteth straight (la donna rappresentata è una donna che sulla base di come il poeta non agisce come lei vorrebbe, si trasforma e da una donna sorridente diventa arrabbiatissima). Terza strofa: coward love (amore è codardo, Surrey connota l’amore con un aggettivo negativo, e cerca rifugio nel cuore del poeta). Lord’s guilt (lealtà del poeta gli impone di sopportare anche l’errore del suo signore = Amore). Distico finale: yet (cambiamento. Il poeta non si muoverà dal suo posto vicino al suo signore). Sweet in the death that taketh end by love (morire per amore è dolce. Concetto già espresso da Properzio). SIR THOMAS WYATT THEY FLEE FROM ME They flee from me that sometime did me seek With naked foot, stalking in my chamber. I have seen them gentle, tame, and meek, That now are wild and do not remember That sometime they put themself in danger To take bread at my hand; and now they range, Busily seeking with a continual change. Testo comincia con They, capiamo che è femminile. Il poeta parla di donne che fuggono dal poeta. Le donne un tempo lo cercavano = contrasto tra passato e presente. C’è già un modo diverso di relazionarsi tra il poeta e le donne. Un presente che implica sofferenza (FLEE) e un passato (DID ME SEEK) si amore e felicità. Queste donne entravano nella stanza del poeta in cerca d’amore. “Le ho viste gentili, miti e mansuete, che adesso sono selvagge e che non ricordano che una volta si mettevano in pericolo per prendere il pane dalla mia mano” = descrizione di un rapporto amoroso passionale ricorrendo a un’immagine tipica della caccia (aggettivi usati ricostruiscono l’isotopia della caccia). In questo caso Amore = caccia, l’innamorato diventa cacciatore dell’amata che è la preda. l’amore è simile a una battuta di caccia. Thanked be fortune it hath been otherwise Twenty times better; but once in special, In thin array after a pleasant guise, When her loose gown from her shoulders did fall, And she me caught in her arms long and small;→ Therewithall sweetly did me kiss And softly said, “Dear heart, how like you this?” Il poeta si lascia cadere nelle braccia del ricordo che ci fa capire come nel passato la situazione fosse molto diversa da quella del presente, viene riportato quindi un esempio: con un bel modo di fare (dopo un ballo in maschera): quando la sua veste da camera aperta scivolò sulle spalle e lei mi prese tra le sue braccia lunghe e sottili, e in quel punto mi baciò dolcemente disse “caso cuore, ti piace questo?”; Entra nella stanza questa donna di corte, lo bacia e gli chiede se gli è piaciuto. NOTA BENE: per rimanere nel tema della caccia = “caro cuore” tradotto “dear heart” → dear si pronuncia come deer (cervo), il significato è diverso, ma porta all’idea della candida cerva di Petrarca. It was no dream: I lay broad waking. But all is turned thorough my gentleness Into a strange fashion of forsaking; And I have leave to go of her goodness, And she also, to use newfangleness. But since that I so kindly am served I would fain know what she hath deserved. Non era un sogno = quello che racconta il poeta era vero Lui è sempre stato gentile nei confronti di queste donne, ma tutto è cambiato. Pare che la relazione di Wyatt con la Bolena sia stata scoperta a corte dopo un po’ di tempo, che Enrico VIII furente e stufo della Bolena vuole trovare il pretesto per liberarsi di lei = venuto a sapere di questa relazione, mette Wyatt nella Torre di Londra sperando di trovare delle prove, ma questo non accade. La Bolena per sfortuna sua doveva essere eliminata quindi si cercano altre prove e quando non ci sono si inventano, lei verrà quindi accusata da adulterio e incesto e pare che fosse così disperata di non riuscire a dare un figlio maschio al re tanto da giacere con il fratello = non ci sono prove che questo sia accaduto. Quando leggiamo questa poesia, ci fermiamo alla fine di certi versi. Dobbiamo stare attenti. Nella poesia, se tra la fine di un verso e l’inizio dell’altro non troviamo una virgola o un segno di punteggiatura, ci troviamo in presenza di enjambemant (CERCO COME SI DICE IN INGLESE) ANALISI POESIA Tre strofe. Tripartizione che richiama da vicino la struttura del sillogismo. È come se le poesie fossero dei ragionamenti: prima strofa c’è la tesi, seconda strofa antitesi e terza e ultima strofa sintesi con conclusione Prima strofa: racconta il presente condizionato dal passato. Seconda strofa: poeta vive nella dimensione del ricordo, quindi è un passato, ritornare indietro con la memoria e ricordare il passato con un esempio Terza strofa: ritorno al presente e presa di coscienza che la realtà non è cambiata ELISABETTA I Descrizione breve: 1533-1603, figlia di Enrico VIII, regina di Inghilterra e Irlanda, succede al trono a Maria I, ristabilisce una forma moderata di protestantesimo, il suo regno fu dominato dalla minaccia di una riforma cattolica a dalla guerra con la Spagna. Molto corteggiata, non si è mai sposata. Shakespeare la descrive: questa royal infant sebbene così piccola è una grande promessa per il regno. Porterà con sé migliaia di benedizioni che si concretizzano nella maturità. Sarà il modello di tutti i principi suoi contemporanei e anche di quelli suoi successivi. Creatura che racchiude in se tutte le grazie a qualità che le divinità pagane le hanno lasciato, quindi lei è bellissima, grandissima ecc. La sua grandezza non si può misurare e i suoi pensieri sono illuminati dalla saggezza. Horace Walpole la descrive (è il primo Primo Ministro della storia di Inghilterra): naso leggermente adunco su volto pallido, capelli raccolti in acconciature particolari, ampia veste, cascata di perle, tutto ciò che ognuno sa essere gli elementi distintivi della figura di Elisabetta I. Non c’è prova che Elisabetta avesse un particolare gusto nella pittura, ma sappiamo che amava immagini di sé stessa (ritratti. Era quindi egocentrica, ambiziosa. Voleva essere sempre al centro dell’attenzione). Jane Austen la descrive: Elisabetta era malvagia e perfida, personaggio che riesce a combinare tutte le sue malefatte grazie anche a ministri e cancellieri che erano peggio di lei. Viene squalificata la figura di Elisabetta. STORIA Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena Nasce il 7 settembre del 1533, nel palazzo di Greenwich, viene chiamata come la mamma di Enrico. La sua nascita è motivo di delusione perché il re si aspettava un erede maschio. viene battezzata. Sale al trono il 17 novembre del 1558 quando la sorellastra Maria muore. Viene incoronata il 15 gennaio del 1559 nell’abbazia di Westminster. RIFORMA INGLESE Firma del secondo atto di supremazia de 1559 ed Elisabetta si autoproclama governatore della chiesa d’Inghilterra. Nel 1559 firma anche l’atto di uniformità che torna ad inserire il Book of Common Prayer. GLI UOMINI DI ELISABETTA William Cecil: suo consigliere, la sua spalla. Sarà lui che determinerà le linee nella politica estera, colui che avrà le redini del governo di questo regno. Francis Walsingham: capo del servizio segreto di sua maestà. Gestisce tutte le informazioni che arrivano in Inghilterra. Grazie alla sua capacità di avere occhi ovunque, riesce a sventare complotti per far saltare il trono di Elisabetta. Robert Dudley, conte di Lester: vero amore di Elisabetta. Si conoscono giovanissimi quando Elisabetta trascorre un breve periodo nella Torre di Londra. Si legano d’intima amicizia, si innamorano, ma Robert è più innamorato dell’idea di diventare re d’Inghilterra che di Elisabetta. Le propone il matrimonio più volte, ma Elisabetta rifiuta sempre. I NEMICI DI ELISABETTA Maria stuarda: regina di Scozia che sconfina in territorio inglese chiedendo aiuto a Elisabetta, credendo che lei l’avrebbe accolta a corte permettendole di progettare il modo di far saltare la corona di Elisabetta. Elisabetta la terrà invece in castelli verso il Nord, controllata giorno e notte. Maria riuscirà cmq a far parte di complotti, ma viene sempre scoperta e quando viene beccata con le mani nel sacco, viene arrestata e poi condannata a morte. Filippo II: re di Spagna e decide di combattere una guerra santa contro Elisabetta. Elisabetta viene immortalata in una serie di ritratti: the Armada Portrait, Sphaera Civitatis MUORE NEL 1603 A RICHMOND. Figura di Elisabetta non solo come personaggio storico: ripresa in film, gadget, romanzi gialli, fumetti, Simpson, manga, abiti riprodotti da stilisti (Alexander Mcqueen), borse, tazze, cuscini, saliere, portachiavi ecc. FILM: ALTRO: 29/10/21 SIR PHILIP SIDNEY Figura importante nel panorama letterario dell’epoca elisabettiana. Nobile aristocratico. Il padre fu tre volte Lord Deputy d’Irlanda (una specie di governatore, funzionario della cronna inglese che sta in irlanda e fa le veci della corona d’Inghilterra). La madre era la sorella del conte di Lester (favorito della queen elisabetta) = posto privilegiato a corte e particolare affetto nei confronti di Philip. Spesso citato come esempio di gentlemen: incarna tutti i requisitii per essere un buon cortigiano. Philip è un poeta ma anche soldato e cavaliere. Sa destreggiarsi in battaglia. È un soldato così abile che fa parte dell’esercito delle forze armate mandato nelle Fiandre contro gli spagnoli da Elisabetta I e, proprio durante una di queste battaglie, Sidney viene ferito alla gamba che diventerà la causa della sua morte. Sidney è anglicano e protestante, il destino vuole che si trovi in Francia per la notte di San Bartolomeo, notte in cui vennero massacrati tutti gli ugonotti (protestanti francesi) = conseguenza → lui assiste al massacro e la sua fede protestante anglicana, sulla scia di quello che lui vede, si radica ancora di più al punto che quando negli anni sucessivi proseguiranno le trattative di matrimonio tra Elisabetta I e il terzogenito di Caterina de Medici, Sidney si opporrà. I protestanti anglicani non accettano che la loro sovrana sposi un cattolico. Ragione per la quale vengono protatte nel tempo senza raggiungere una coclusione. Il futuro marito della regina si rifiuta di abbandonare la fede cristiana, per la regina non è concepibile sposare un uomo che non condividdesse la sua religione. Sidney si oppone a queste trattative, scrivendo una lettera nella quale prende netta posizione contro il matrimonio = il motivo? Sidney crede che l’Inghilterra anglicana non debba piegarsi sotto il gioco di una figura cattolica. Elisabetta prende male questo fatto perché lei non sopportava che qualcuno le dicesse cosa fare nella sua vita privata quindi allontana Sidney dalla corte che trova rifugio presso la sorella e durante questo periodo lui scriverà le sue opere migliori. I SUOI LAVORI Scrive delle opere che vengono pubblicate tutte postume. Quindi lui scrive lavori non destinati alla pubblicazione, ma alla circolazione in una ristretta cerchia di persone. Arcadia: romanzo pastorale con elementi cavallereschi. Esistono 2 versioni (Old arcadia scritta tutta da Sidney, New Arcadia nuova versione sistemata dalla sorella di Sidney) The defence of poesy: libello in difesa della poesia. Contro gli attacchi dei puritani secondo quali la poesia non facesse altro che allontanare l’attenzione degli uomini da quello che era il loro compito principale = lavorare sulla terra, pregare per garantirsi la salvezza dell’anima. Astrophil and Stella: una raccolta di sonetti. Sidney rappresenta l’iniziatore di una nuova tendenza letteraria che esploderà nell’ultima decade del 16simo secolo. ASTROPHIL AND STELLA Sidney porta in Inghilterra un tipo di genere poetico ancora non conosciuto = CANZONIERE. Il modello di partenza è un modello di canzoniere che ha come punto di riferimento quello di Petrarca. Questo canzoniere viene imitato negli altri paesi che mantengono le sue caratteristiche fondamentali (stesse tipologie di personaggi coinvolti = poeta innamorato e donna che lo rifiuta, poeta soffre per l’amore negato, poeta che sospira e piange, poeta che cerca di trovare consolazione nella Luna che è l’unica che può capirlo. Donna petrarchesca (rango sociale elevato, anche + dell’uomo che la ama, donna altera e superba, cattiva che si diverte con il poeta, a volte gli concede qualche attenzione per liquidarlo subito dopo). “… Sidney introduceva per la prima volta nella letteratura inglese un modello culturale derivato dalla tradizione europea continentale, ovvero la poesia d’amore di stampo petrarchesco, sapientemente rielaborata attraverso l’esperienza classicista del 500 francese, per gettare le basi di un genere letterario ancora assente in ambito inglese, cioè la sonettistica amorosa”. Il fenomeno letterario arriva in Inghilterra in ritardo, quando arriva ha già assorbito tutte le influenze di tutti i paesi che ha toccato, specialmente quelli della Francia dove la scuola della Pleiade plasma le caratteristiche del canzoniere secondo gusti del paese. Quando il canzoniere arriva in Inghilterra, esso viene adattato ai gusti inglesi, alla lingua inglese (passaggio al pentametro giambico dall’alessandrino francese). L’OPERA: I PERSONAGGI Astrophil: è Philip Sidney. Stella: la donna di cui è veramente innamorato Sidney: Penelope Devereux. Lei si sposerà con lord Rich, mandando all’aria la relazione con Sidney il quale si consolerà anche facendo battute nell’opera sul nome di Rich. TEMPISTICHE Noi non sappiamo quando i sonetti furono scritti, sappiamo solo l’anno di pubblicazione. All’interno della raccolta ci sono riferimenti a eventi storici e momenti biografici dell’autore che ebbero luogo intorno al 1582 (si pensa siano stati scritti in quel periodo). L’autore non si rivolge a un pubblico in particolare = sonetti non destinati alla pubblicazione. La raccolta era stata concepita come un esercizio letterario che gli permetteva di dar sfogo ai suoi sentimenti. Sonetti pubblicati per la prima volta dopo la morte del poeta. La prima edizione in quarto (formato editoriale. Formato + piccolo con carta meno pregiata e una rilegatura inesistente. Ad oggi potrebbe essere comparata con i volumi tascabili) pubblicata nel 1591. Nel 1598 pubblicata l’edizione in folio (+ grande, rilegatura, copertina rigida, carta di qualità) destinata a biblioteche o a qualche collezione. COS’È UN CANZONIERE? Gruppo di sonetti scritti da un autore. I sonetti condividono lo stile dell’autore e possono essere inseriti nella parabola di produzione letteraria dell’autore. Tutti i sonetti hanno a che fare con un unico tema (racconto di una storia d’amore dall’inizio, quindi dall’incontro, fino al suo concludersi che quasi sempre è disastroso = amori sfortunati). Il modello di questa storia d’amore è il Canzoniere di Petrarca. CANZONIERI + FAMOSI: Astrophil and Stella Delia Phillis Idea The Ocean To Cynthia Amoretti Sonnets QUALI SONO I MECCANISMI ALL’INTERNO DI UNA RACCOLTA DI SONETTI? Una raccolta di sonetti è composta da un gruppo di sonetti. Ognuno di questi sonetti è un’unita semantica e sintattica chiusa (sintattica nel senso che termina con un punto fermo. Semantica nel senso che nel sonetto viene espresso un concetto introdotto, spiegato e che quindi ha una conclusione = ogni sonetto ci dice qualcosa). Ogni sonetto è un testo poetico a sé, ma facendo parte di un insieme, deve in quale modo essere collegato a ciò che lo precede e segue in quanto il sonetto stesso è una tappa della storia che viene raccontata nella raccolta. STRUTTURA Amore per Penelope: incontro – amore felice – delusione quando lei sposa un altro 108 sonetti + 11 canzoni NOTA BENE L’amore irrealizzabile è già implicito nel titolo = Astrophil è colui che ama le stelle in greco. Stella è un termine latino = le due lingue sono completamente diverse e distanti l’una dall’altra Nel nostro linguaggio specifico, quando parliamo di raccolte di sonetti o di un sonetto che fa parte di quella raccolta, usiamo determinate parole (macrotesto è la raccolta. Microtesto è il sonetto singolo). CRITICA Thomas Nashe commenta la poesia di Sidney: “Astrophil and Stella è la tragicommedia dell’amore… rappresentato alla luce di una stella. L’argomento è crudele castità (tipico delle raccolte di sonetti di stampo petrarchesco, la donna non cede al poeta per conservarsi casta), il prologo è la speranza e l’epilogo è la disperazione.” SONETTO N.31 DI SIDNEY – “ASTROPHIL AND STELLA” With how sad steps, O Moon, thou climb'st the skies! How silently, and with how wan a face! What, may it be that even in heavenly place That busy archer his sharp arrows tries? Sure, if that long-with love-acquainted eyes Can judge of love, thou feel'st a lover's case; I read it in thy looks; thy languished grace. To me that feel the like, thy state descries. Then even of fellowship, O Moon, tell me, Is constant love deemed there but want of wit? Are beauties there as proud as here they be? Do they above love to be loved, and yet Those lovers scorn whom that love doth possess? Do they call virtue there, ungratefulness? Questa poesia, in cui abbiamo un poeta che si rivolge alla Luna per trovare consolazione (se ci immaginiamo il poeta, lo pensiamo in contesto naturale), ci anticipa la sensibilità della cultura romantica. Sidney anticipa una sensibilità del tutto romantica = rivolgersi alla natura cercando consolazione, ma essendo un uomo dell’epoca elisabettiana, il rimando alla Luna ha un significato in più. Traduzione: Con quali tristi passi, o Luna, scali i cieli, = Luna è personificata come sei silenziosa e con quale pallido volto! = la Luna è silenziosa e pallida ma come può mai essere che anche lì in quel luogo celeste l’arciere operoso metta alla prova le sue frecce acuminate? = arciere è cupido certo se occhi che da lungo tempo hanno conosciuto l’amore possono giudicare in materia d’amore, di certo tu puoi capire la situazione di chi ama: lo leggo nel tuo sguardo, la tua languida grazia a me che provo una cosa simile a quello che provi tu, il tuo stato rivela quindi dimmi Luna, se non altro per comunanza di sorte è l’amore costante lassù giudicato come mancanza d’ingegno? = fig. femm. è fig. che nn si concede sono le donne lassù fiere come lo sono qui? = le donne si comportano ugualmente lassù amano lassù essere amate, eppure anche lì da te disprezzano gli innamorati che quell’amore possiede? = chi le corteggia chiamano lassù, dove ci sei tu Luna, la virtù, ingratitudine? 1a strofa = l’atmosfera è melanconica (non rimpiange nulla del passato, ma prova un’immotivata tristezza). - momento della notte in cui l’amante sta in casa con la sua donna, mentre lui è da solo e si rivolge alla luna (anticipo poesia romantica) - l’interlocutore è presente attraverso la luna ed i pronomi. LUNA = inizia il suo percorso nella volta celeste. Ai tempi era considerata un pianeta ed era abbinata ad una divinità (Artemide, dea della caccia/castità/purezza). Inoltre, incarnava la femminilità (al contrario del sole che era abbinato ad Apollo ed incarnava la mascolinità). La Luna è in grado di rispondere ai dubbi del poeta. È un’immagine incostante, perchè ogni volta che la guardiamo è diversa e cambia posizione (sembra che percorre una parabola). 2a strofa = il poeta si rivolge alla Luna dicendole che se anche lassù si parla di amore e sofferenza, allora anche lei può comprendere la sua situazione. Il poeta trova una somiglianza tra i suoi sentimenti e quelli della Luna. 3a strofa = il poeta chiede alla Luna se l’amore costante lassù significa carenza di intelletto e se le donne lassù si comportano allo stesso modo e dichiara che le donne amano essere amate e disprezzare l’amante (?) 4a strofa = il poeta chiede se anche lassù l’amore veniva chiamato ingratitudine Rovesciamento della situazione = inizialmente il poeta cerca conforto nella Luna. Poi si rende conto che la Luna non può dargli risposte: 1. perchè non è nelle stesse condizioni di Sidney e quindi non può comprenderlo; 2. perchè la Luna identifica l’oggetto dell’amore del poeta (la donna amata). Nei primi due versi c’è una prevalenza di monosillabi per rallentare l’andamento della poesia. La Luna è l’unica che può capire come il poeta si sente. Una donna che ama costante è priva di saggezza (v. 10). Nel v.10 abbiamo 2 termini incociliabile = l’amore che è irrazionale. E saggezza che è razionale. Negli ultimi versi si ha un triangolo di parole (love, wit, virtue) e ci fa capire che questo amore è irrealizzabile perché quando la donna si affida alla saggezza punta a preservare la sua virtù. La luna non risponde o perché anche lei è senza risposta, oppure non può rispondere perché la Luna è l’oggetto del suo amore. La Luna all’epoca non era considerata un satellite, ma un pianeta. La Luna ha maggiore influenza sulla vita dell’uomo e sulla terra essendo il corpo celeste più vicino. Dal punto di vista mitologico, la Luna ha una serie di divinità che afferiscono a lei (Artemide per il mondo greco e Diana per il mondo romano) = il fatto che le divinità abbinate alla Luna siano quella della caccia e della castità fanno sì che la Luna diventi il principio femminino dell’universi in ambito alchemico. Sole principio mascolino che si incarna con i re. Il volto della Luna è pallido e questo ci spiega perché tutte le donne descritte in ambito petrarchesco siano pallide. Sidney si rivolge alla Luna non solo come astro, ma anche come figura mitologica che meglio di qualunque altra può comprendere il comportamento delle donne (lui si rivolge alla luna perché che lo può capire). EDMUND SPENCER Londinese, nasce in un famiglia del ceto medio. Studia a Cambridge e poi va a servizio del conte di Lester che gli permette di entrare a corte però Spencer non è un aristocratico e questo è un grande limite nel mondo che lui frequenza. Lui trascorrerà tutta la vita nella speranza che la sovrana riconosca i suoi meriti dandogli un titolo (cosa che non accade). Spencer trascorre molti anni in Irlanda come segretario del Lord Deputy e questo gli permette di entrare in contatto con un modo diverso da quello dell’Inghilterra. Lui ammira molto l’Irlanda, ma disprezza di essa gli irlandesi perché grezzi, incolti ecc. L’Irlanda darà parecchio filo da torcere a Elisabetta I. Nel periodo in Irlanda, Spencer comincia a scrivere il suo capolavoro, la Faery Quenne (poema epico-cavalleresco con obiettivo di esaltare l’Inghilterra anglicana attraverso la celebrazione della sua regina). I suoi lavori The shepheardes Calendar: raccolta di egloghe pastorali. È un calendario, ogni mese coincide con un’egloga e in molte di queste egloghe è già presente il ruolo che Spencer vuole attribuire a Elisabetta. The Faerie Queene: romance pastorale epico (poema epico-cavalleresco) Amoretti: raccolta di sonetti AMORETTI È l’eccezione all’interno del panorama dei canzonieri. Spencer racconta una storia d’amore fortunata (la donna protagonista è Elizabeth Boyle, ovvero sua moglie). Vi è un lieto fine segnato da un poemetto alla fine della raccolta in onore del matrimonio = EPITHALAMION. La raccolta ha 89 sonetti + 1 canzone. I sonetti hanno una struttura tale per cui riconosciamo 3 quartine e un distico. One day I wrote her name upon the strand, But came the waves and washèd it away: Again I wrote it with a second hand, But came the tyde, and made my pains his pray. "Vayne man," said she, "that doest in vaine assay, A mortall thing so to immortalize. For I my selve shall lyke to this decay, And eek my name be wipèd out likewize." "Not so," quod I, "let baser things devize To dy in dust, but you shall live by fame: My verse your vertues rare shall eternize, And in the heavens wryte your glorious name. Where whenas death shall all the world subdew, Our love shall live, and later life renew." Traduzione: Un giorno scrissi il suo nome sul filo. Ma vennero le onde e portarono via: di nuovo lo scrissi una seconda volta, ma arrivò la marea e fece delle mie pene una sua preda uomo vano disse lei che invano provi a rendere immortale una cosa che è mortale poiché anch’io farò la stessa fine e anche il mio nome sarà cancellato allo stesso modo = vita della donna limitata nel tempo non sarà così per te, dissi io, lascia che le cose più vili = parla il poeta muoiano nella polvere, ma tu vivrai nella fama i miei versi renderanno eterne le tue rare virtù e nei cieli scriveranno il tuo nome glorioso dove quandanche la morte dovese sottomettere il mondo il nostro amore continuerà a vivere e si rinnoverà a vita nuova 1a strofa = l’uomo è imponente di fronte alla grandezza della natura → il lavoro dell’uomo è inutile (egli riscrive il nome sulla sabbia, ma le onde lo cancellano). 2a strofa = interviene la donna (struttura dialogica). Vayne Man → vano, illuso, cerca di rendere immortale ciò che è mortale (sentimento tra 2 esseri umani che abitano su un mondo terreno e finito). Allo stesso modo della scritta sulla sabbia e dell’amore, anche la donna scomparirà/anche il suo nome verrà cancellato. 3a strofa = il poeta risponde “lascia che le cose vili/basse muoiano nella polvere, ma tu vivrai nella ?”. La donna si distingue dal resto delle cose per la sua bellezza. I versi del poeta renderanno eterne le sue virtù (soluzione attraverso l’arte per rendere immortali le cose finite). 4a strofa = quando la morte arriverà e porrà fine a tutto, il loro amore durerà e si rinnoverà ogni volta che il sonetto sarà riletto (processo di eternizzazione). THE FAERIE QUEENE Capolavoro. 1590: edizione in cui Spencer pubblica solo i primi 3 libri del lavoro. 1596: edizione con 6 libri. DI CHE OPERA DI TRATTA? Poema cavalleresco dato che i personaggi principali sono cavalieri che incarcano ciascuno delle virtù. ogni canto ha come protagonista un cavaliere. Poema epico perché racconta di un paese che si afferma sulla scena del mondo grazie alle imprese epiche di questi cavalieri (struttura formale di un poema epico). Poema eroico perché i cavalieri sono anche eroi e attraverso le gesta che compiono diventano eroi. Poema cristiano perché è l’esaltazione dell’Inghilterra anglicana tramite esaltazione della regina. Lettera in cui Spencer descrive la Faery Queene: Questo mio libro (anche se i diritto d’autore ancora non esistevano) che è una continua allegoria = Spencer avverte la necessità di spiegare queste allegorie e di dare al lettore delle informazioni per leggere con maggiore facilità il suo testo. Lo scopo generale del suo libro è quello di formare un gentiluomo a comportarsi nel modo corretto alla vita di corte. Spencer sceglie di farlo attraverso il racconto di una storia perché questo rende più piacevole la lettura = viene scelta la storia di Re Artù, diventato famoso per essere considerato il sovrano giusto e perché Artù è un personaggio chiave nella propaganda dei Tudor i quali si professano discendenti di questo re. LE FONTI I due poemi classici per eccellenza: Iliade e Odissea. Due poemi rinascimentali italiani del Tasso e dell’Ariosto. IL PIANO DELL’OPERA Comincia a scrivere l’opera sul personaggio di Artù ancora come cavaliere. Scrive in 12 libri 12 virtù che caratterizzano la sua persona. Se la produzione fosse andata bene, ne avrebbe scritti altri 12 con altre 12 virtù che avrebbero caratterizzato Artù una volta diventato re. Spencer muore lasciandocene solo 6 (1/4 di quello che aveva programmato). Ci dice che la sua protagonista è la regina delle fate dietro la quale lui riconosce la figura di Elisabetta I. sovrana che ha 2 corpi dice lui: il corpo fisico (il corpo di donna destinato a vivere e morire), il corpo istituzionale (destinato a non morire mai) = sovrana distinta tra corpo umano e corpo ufficiale. Introduce l’ordine delle virtù dei primi 6 libri Santità Temperanza Castità Amicizia Giustizia Cortesia IL METRO Scritta in un metro particolare: strofa che si compone di 9 versi (i primi 8 sono pentametri giambici, l’ultimi è un alessandrino = strofa spenceriana). FORMA FISSA, mantenuta per tutta la durata del testo che racchiude al suo interno il mondo reale e fantastico che diventa metafora del mondo reale. L’idea di utilizzare uno schema metrico così fisso ci fa capire che questa strofa così precisa trasmette un’idea di ordine e stabilità in un mondo dove ordine e stabilità non ci sono. DEDICA INIZIALE Divisa in 3 parti: La prima è l’introduzione del destinatario, ovvero a chi dedica l’opera. La seconda introduce il mittente, colui che dedica l’opera La terza introduce il mittente, colui che dedica l’opera Traduzione delle 3 parti Prima parte: Altissima, potentissima, magnifica imperatrice (sogno dei Tudor = fondare un impero). Nota per la sua pietà (virtù del sovrano rinascimentale) e del suo gentile governo, regina per grazia di Dio (i Tudor sono sovrani per diritto divino). Regina di Inghilterra, Francia e Irlanda, e Virginia, difensore della fede (anglicana). Seconda parte: il suo più umile servo, Edmund Spencer, che non grande umiltà dedica, regala e consacra questi suoi lavori a vivere con l’eternità del suo nome (dedicando l’opera alla regina, anche il lavoro dell’autore sarà destinato a rimanere nella fama dei tempi come lo sarà Elisabetta I). Terza parte: il primo libro, di questa Faerie Queene. che contiene la leggenda del cavaliere della croce rossa, o della santità. 5/11/21 FAERIE QUEEN FROM BOOK I, CANTO I 1 A Gentle Knight was pricking on the plaine, Un Generoso Cavaliere stava spronando (il suo cavallo) nella pianura, Ycladd in mightie armes and siluer shielde, Vestito di possente armatura e una scudo d’argento, Wherein old dints of deepe wounds did remaine, Dove vecchie ammaccature e profonde ferite rimanevano, The cruell markes of many a bloudy fielde; Le crudeli tracce di molte sanguinose battaglie; Yet armes till that time did he never wield: Tuttavia fino a quel tempo non aveva maneggiato armi: His angry steede did chide his foming bitt, Il suo arrabbiato destriero repugnava il suo schiumoso morso, As much disdayning to the curbe to yield: Sdegnando altrettanto di cedere al morso: Full iolly knight he seemd, and faire did sitt, Un cavaliere tutto allegro egli sembrava, e cavalcava bene, (sedeva sula cavallo) As one for knightly giusts and fierce encounters fitt. Come un cavaliere idoneo a combattere feroci battaglie. 2 But on his brest a bloudie Crosse he bore, Ma sul suo petto una sanguigna Croce (color sangue) portava, The deare remembrance of his dying Lord, Il caro ricordo del suo morente Signore For whose sweete sake that glorious badge he wore, Per il cui dolce amore quel glorioso emblema lui indossava, (portava) And dead as living ever him adored: E (sia) morto che vivo sempre adorava: Upon his shield the like was also scored, Sul suo scudo (un emblema) simile pure scolpito (intagliato), For soveraine hope, which in his helpe he had: Per sovrana speranza, che come suo aiuto egli aveva: Right faithfull true he was in deede and word, Molto fedele e sincero (vero) egli era in azioni e parola, But of his cheere did seeme too solemne sad, Ma nel suo aspetto sembrava troppo serio e triste Yet nothing did he dread, but ever was ydrad. Tuttavia non temeva niente, ma era sempre temuto. 3 Upon a great adventure he was bond, Su una grande avventura egli era diretto, That greatest Gloriana to him gave, Quella grandissima Gloriana a lui dava, That greatest Glorious Queene of Faerie lond, lond = lands Quella grandissima Gloriosa Regina delle terre (paese) delle Fate To winne him worship, and her grace to have, Per ottenere (vincere) fama, ed avere il suo favore Which of all earthly things he most did crave; Che di tutte le cose terrene egli maggiormente anelava; And ever as he rode, his hart did earne did earne E sempre mentre cavalcava, il suo cuore desiderava To prove his puissance in battell brave Di mostrare la sua forza in battaglia e coraggio Upon his foe, and his new force to learne; Sul suo nemico, e la sua nuova forza imporre; Upon his foe, a Dragon horrible and stearne. Sul suo nemico, un orribile e feroce Drago. 4 A lovely Ladie rode him faire beside, Una bella Signora cavalcava abilmente vicino a lui, Upon a lowly Asse more white then snow, Su un umile Asino più bianco che la neve Yet she much whiter, but the same did hide Tuttavia lei (era) molto più bianca, ma lei (la sua carnagione) nascondeva Under a vele, that wimpled was full low, Sotto un velo, che cadeva in pieghe era molto in basso, (fino in basso) And over all a blacke stole she did throw, E su di tutto una stola nera lei metteva, As one that inly mournd: so was she sad, Come una che interiormente piangeva (un lutto): così lei era triste, And heavie sat upon her palfrey slow: E tristemente sedeva sul suo lento destriero: Seemed in heart some hidden care she had, Sembrava che nel cuore qualche dolore nascosto ella avesse, And by her in a line a milke white lambe she lad. E accanto a lei con una laccio un agnello bianco latte ella conduceva. 5 So pure an innocent, as that same lambe, (Un essere) così puro e innocente, come quello stesso agnello, She was in life and every vertuous lore, Lei era nella vita in ogni dottrina virtuosa, And by descent from Royall lynage came E da lignaggio Reale discendeva (veniva) Of ancient Kings and Queenes, that had of yore Di antichi Re e Regine, che avevano in tempi passati Their scepters stretcht from East to Westerne shore, I loro scettri stesi dalla costa Orientale a quella Occidentale, And all the world in their subiection held; E tutto il mondo soggetto a loro tenevano; Till that infernall feend with foule uprore Fino a che quel demonio infernale con gran frastuono Forwasted all their land, and them expeld: Distrusse tutta la loro terra, e li espulse: Whom to auenge, she had this Knight from far compeld. Per vendicare i quali, lei aveva costretto questo Cavaliere di lontano. 6 Behind her farre away a Dwarfe did lag, Dietro di lei più lontano un Nano la seguiva (a mala pena) That lasie seemd in being ever last, Quel pigro sembrava di essere sempre ultimo, Or wearied with bearing of her bag O stanco di portare il suo (di lei) sacco Of needments at his backe. Thus as they past, Di ‘cose personali’ sulla sua schiena. Così mentre loro camminavano, The day with cloudes was suddeine overcast, Il giorno con nubi fu improvvisamente coperto, And angry Iove an hideous storme of raine E amore irato una terribile tempesta di pioggia Did poure into his Lemans lap so fast, Si riversò nel grembo dell’Amante così veloce, That every wight to shrowd it did constrain, Che costrinse ogni creatura a ripararsi, And this faire couple eke to shroud themselues were fain. E questa bella coppia era pure costretta a ripararsi. 7 Enforst to seeke some covert nigh at hand, Obbligati a cercare qualche riparo vicino (a portata di mano), A shadie grove not far away they spide, Un boschetto ombroso non molto lontano intravidero, That promist ayde the tempest to withstand: Che prometteva aiuto (per) resistere alla tempesta: Whose loftie trees yclad with sommers pride, I cui alti alberi vestiti (adorni) con splendore estivo, Did spred so broad, that heavens light did hide, Si stendevano così ampiamene, che nascondevamo la luce del cielo, Not perceable with power of any starre: Non penetrabile con la forza di nessuna stella: And all within were pathes and alleies wide, E tutto dentro (il boschetto) c’erano sentieri e viali ampi, With footing worne, and leading inward farre: Consumati dai passi, e che conducono verso l’interno lontano: Faire harbour that them seemes; so in they entred arre. Un bel porto (riparo) che a loro sembra; così loro entrano in esso. 8 And foorth they passe, with pleasure forward led, E loro andarono avanti, col piacere che li portava in avanti, Ioying to heare the birdes sweete harmony, Gioiendo di udire la dolce armonia degli uccelli, Which therein shrouded from the tempest dred, Che lì (erano) riparati dalla paura della tempesta, Seemd in their song to scorne the cruell sky. Sembrava (che) nel loro canto sdegnassero il cielo crudele. Much can they prayse the trees so straight and hy, Molto possono elogiare gli alberi così dritti ed alti, The sayling Pine, the Cedar proud and tall, Il pino navigatore, il cedro orgoglioso e alto, The vine-prop Elme, the Poplar never dry, L’olmo sostegno della vite, il pioppo mai secco, The builder Oake, sole king of forrests all, La quercia operaia, unico re di tutta la foresta, The Aspine good for staves, the Cypresse funerall. L’aspine (?) buono per (fare) barrili, il cipresso per funerali 9 The Laurell, meed of mightie Conquerours L’alloro, ricompensa di potenti Conquistatori And Poets sage, the Firre that weepeth still, E saggi Poeti, l’abete che piange ancora, (che emana resina in continuazione) The Willow worne of forlorne Paramours, Il salice indossato da derelitte concubine The Eugh obedient to the benders will, Il tasso obbediente alla volonta dell’arciere, The Birch for shaftes, the Sallow for the mill, La betulla per i fusti, la salica per il mulino, (per le ruote del mulino) The Mirrhe sweete bleeding in the bitter wound, La mirra dolce sanguinamento di una amara ferita, (la mirra e una resina) The warlike Beech, the Ash for nothing ill, Il faggio guerriero, il frassino per niente di cattivo, The fruitfull Oliue, and the Platane round, Il fruttifero olivo, ed il rotondo platano The caruer Holme, the Maple seeldom inward sound. Il leccio per intagliare, l’acero raramente solido internamente. 10 Led with delight, they thus beguile the way, Condotti con diletto, loro così ingannano il viaggio, (la fatica del viaggio), Untill the blustring storme is overblowne; Fino a quando l’infuriata tempetsa si calmi; When weening to returne, whence they did stray, Quando si aspetta di tornare, dove loro andarono fuori strada, They cannot finde that path, which first was showne, Loro non possono trovare il sentiero, che fu mostrato all’inizio, But wander too and fro in wayes unknowne, Ma vagano avanti e indietro per sentieri sconosciuti, Furthest from end then, when they neerest weene, Più lontano quando loro pensano (di essere) più vicini alla fine (della loro incertezza), That makes them doubt, their wits be not their owne: Che li fa temere, che il loro ingegno (cervello) non è più loro: So many pathes, so many turnings seene, Tanti sentieri, tante svolte viste, That which of them to take, in diverse doubt they been. Che (sapere) quale di loro prendere , loro erano in vari dubbi. (no sapevano dove andare) Analisi 1: Inizia con la presentazione al lettore del protagonista. Si presenta con connotazioni positive: gentile, nobile (connotazione anche ti tipo etico). Indossa armatura possente e scudo d’argento (entrambe le cose indicano che il cavaliere era di tutto rispetto, economicamente poteva premettersi l’acquisto di un’armatura di un certo tipo). Lo scudo è ammaccato = ha protetto il cavaliere durante i combattimenti. Il compito di un cavaliere all’epoca non era solo quello di combattere, ma anche prendere parte nelle giostre e nei tornei organizzati dalla corte = Spencer contestualizza il cavaliere in un mondo che lui conosceva bene. Dopo la descrizione del cavaliere arriva quella della cavalcatura che deve essere un cavallo all’altezza del cavaliere. Sapeva stare a cavallo come colui che è abituato a giostre e fiere eroiche. Nella prima strofa il cavaliere è presentato come qualcuno che si distingue dagli altri. Descrizione fatta così bene che noi la possiamo vedere. Spencer sa come mantenere alta l’attenzione del lettore = la strofa termine lasciando qualcosa in sospeso, ci viene voglia di continuare a leggere. Analisi 2: Ci viene detto che il cavaliere portava sul petto una croce rosso sangue = riferimento ai crociati. Diventare cavaliere non era facile, il processo era lungo, si cominciava da piccoli presso un cavaliere e lavorava insieme allo stalliere, si cominciava con il gestire la stalla, poi si poteva diventare apprendista (ci si occupava dei cavalli), poi si poteva diventare scudiero (braccio destro del cavaliere, si occupava del cavallo di quest’ultimo e aiutava il cavaliere a indossare l’armatura). Se lo scudiere era pronto poteva diventare in qualche modo cavaliere, veniva chiamato a passare una notte nella cappella del palazzo in preghiera, poi veniva immerso in un bagno (catarsi), veniva vestito di bianco (corpo nuovo e puro), a quel punto era pronto per la nomina (celebrazione apposita in chiesa). Dimensione fondamentale per diventare cavaliere, essa insegnava al cavaliere dei valori fondamentali e implicava i concetti di lealtà e devozione. Spencer ci racconta come il cavaliere fosse degno di distinzione anche da questo punto di vista = ha una fede che ha dimostrato prendendo parte alle crociate e che si tramuta in lealtà. Sullo scudo c’era un’altra croce. Il valore militare del cavaliere si esprime alla fine della seconda strofa perché lui non temeva nessuno, erano gli altri a temere lui. Restano ancora in sospeso delle domande: DOVE STA ANDANDO IL CAVALIERE? PERCHÉ? Analisi 3: Ci spiega cosa sta succedendo: il cavaliere era votato ad una grande avventura, era in missione. L’avventura gli era stata assegnata dalla grande Gloriana, regina della terra delle fate (Elisabetta I). Il portare a compimento la missione sarebbe valsa al cavaliere la stima da parte della regina e avrebbe avuto in cambio onori e favori. Il cavaliere è orgoglioso, non vede l’ora di misurarsi con questo nemico e rivelarsi all’altezza delle aspettative di Gloriana. Il nemico = drago terribile (rappresentazione del male). Leggendo la strofa, otteniamo altre informazioni: il cavaliere con la croce rossa sul petto è in missione per conto di Gloriana e deve misurarsi in combattimento contro un nemico che è un drago. Se noi mettiamo insieme tutti questi pezzi, cosa ci viene in mente? San Giorgio che sconfigge il drago (santo patrono d’Inghilterra) → Spencer, in modo velato, ci parla dell’Inghilterra, ci fa riferimento a qualcosa di glorioso del paese. Resta la domanda del perché deve combattere contro il drago. Analisi 4: Strategia narrativa: dare al lettore informazioni che portano a una stabilità della narrazione, per poi introdurre altri personaggi e/o informazioni per permettere alla narrazione di continuare. In questo caso, il nuovo