Lezione 2 - Capitolo 4.pptx

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PE Storia, Guerre e Crisi Economiche Sergio Vergalli [email protected] Istituto Perlasca Politica Economic 19 gennaio Vergalli - Lezione 1 2021 Edwin Drake Primo...

PE Storia, Guerre e Crisi Economiche Sergio Vergalli [email protected] Istituto Perlasca Politica Economic 19 gennaio Vergalli - Lezione 1 2021 Edwin Drake Primo pozzo di petrolio costruito dal colonnello Edwin Drake Tecnologia: Estrazione sale Mercato: Olio di balene Motori a combustione/autom obili Titusville, Pennsylvania, 27 agosto Crisi del 1929 e Keynes (Capitolo 4 MS) Grande depressione (1873-1895) 8 maggio 1873 Crollo Borsa d Vienna 8 gennaio 1918 Quattrodici punti del presidente Wilson Quattordici punti di Wilson (8 gennaio 1918) 1. Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una diplomazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità. 2. Assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da un'azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali. 3. Soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace, e si associno per mantenerla. 4. Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna. 5. Regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti. 6. Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni che riguardano la Russia senza ostacoli e senza imbarazzo per la determinazione indipendente del suo sviluppo politico e sociale e assicurarle amicizia, qualsiasi forma di governo essa abbia scelto. Il trattamento accordato alla Russia dalle nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la pietra di paragone della buona volontà, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazione fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e generosa. 7. Il Belgio – e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto – dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne l'indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere. Quattordici punti di Wilson (8 gennaio 1918) 8.Il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a proposito dell'Alsazia– Lorena, che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinché la pace... possa essere assicurata di nuovo nell'interesse di tutti. 9. Una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le nazionalità. 10.Ai popoli dell'Austria–Ungheria, alla quale noi desideriamo di assicurare un posto tra le nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per il loro sviluppo autonomo. 11.La Romania, la Serbia e il Montenegro dovranno essere evacuati, i territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sarà accordato un libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite da un amichevole scambio di vedute, tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che la storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell'indipendenza politica ed economica e dell'integrità territoriale di alcuni stati balcanici. 12. Alle regioni turche dell'attuale impero ottomano dovrà essere assicurata una sovranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono sotto il giogo turco, si dovranno garantire un'assoluta sicurezza d'esistenza e la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali. 13.Dovrà essere creato uno stato indipendente polacco, che si estenderà sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovrà essere assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua indipendenza politica ed economica, la sua integrità dovranno essere garantite da convenzioni internazionali. 14. Dovrà essere creata un'associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d'indipendenza e di integrità territoriale. Grande depressione (1873-1895) 8 maggio 1873 Crollo Borsa di Vienna 8 gennaio 1918 Quattrodici punti del presidente Wilson 11 novembre 1918 Armistizio di Compiègne I settori militari più irriducibili non accettarono che la Germania potesse aver perso la guerra e attribuirono la sconfitta a una ipotetica cospirazione di socialdemocratici ed ebrei per «sabotare intenzionalmente lo sforzo bellico», che diede adito alla leggenda della «pugnalata alle spalle». Questo discorso arrivò tra gli altri a un capo dell’esercito di nome Adolf Hitler, ricoverato in un ospedale militare per un attacco col gas. I medici che lo avevano in cura riportarono che «reagì in modo isterico» all’annuncio dell’armistizio, arrivando a soffrire di una cecità temporanea, e uno psichiatra dell’esercito lo classificò come «pericolosamente psicopatico». Hitler non dimenticò mai quell’umiliazione e fece della «pugnalata alle spalle» la base della sua retorica antisemita. Il 22 giugno 1940 poté infine vendicarsi: il Terzo Reich aveva occupato la Francia e il Führer costrinse i francesi a firmare un nuovo armistizio (questa volta in favore della Germania) per il quale fece arrivare lo stesso vagone del treno nel medesimo luogo in cui, l’11 novembre 1918, era finita la Grande guerra ed era iniziato il preludio alla Seconda. Grande depressione (1873-1895) 8 maggio 1873 Crollo Borsa di Vienna 8 gennaio 1918 Quattrodici punti del presidente Wilson 11 novembre 1918 Armistizio di Compiègne La lista di richieste imponeva alla Germania una forte smilitarizzazione, la perdita di territori, risarcimenti di guerra e concessioni strategiche agli alleati. 28 giugno 1919 – Trattato d Versailles Debiti di guerra La cifra abnorme fu stabilita nel 1921 per 6.600.000.000 di sterline (132 miliardi di marchi oro). Inoltre si chiedeva che la Germania cedesse tutte le colonie, accettasse per sé tutta la colpa per la guerra, riducesse le dimensioni delle sue forze armate (sei navi da guerra, 100.000 soldati e nessuna aviazione) e cedesse territori a favore di altri Stati, tra cui Belgio, Francia, Danimarca e Polonia. Gli osservatori più acuti, come l'economista britannico John Maynard Keynes, criticarono duramente il trattato: non prevedeva alcun piano di ripresa economica e l'atteggiamento punitivo e le sanzioni contro la Germania avrebbero provocato nuovi conflitti e instabilità, invece di garantire una pace duratura. Keynes espresse questa visione nel suo saggio The Economic Consequences of the Peace (Le conseguenze economiche della pace). Debiti di guerra Dopo un primo versamento di 1 miliardo di marchi oro effettuato il 31 agosto 1921, la Germania comunicò nel dicembre dello stesso anno l'impossibilità a proseguire nei pagamenti. Accertata l'inadempienza tedesca, le potenze vincitrici procedettero con l'occupazione della Ruhr nel 1923, alla quale i tedeschi risposero con forme varie di resistenza passiva. Il 3 ottobre 2010, in occasione del ventesimo anniversario della riunificazione tedesca, la Germania ha annunciato di aver estinto, tramite il versamento di un'ultima rata da settanta milioni di euro, i debiti di guerra imposti dal Trattato di Versailles del 28 giugno 1919. Il 9 luglio 1932 durante la conferenza di Losanna il debito fu alla fine ridotto da 132.000.000.000 di marchi a soli 3.000.000.000, per altro mai pagati dal Terzo Reich. Nel 1953 si tenne a Londra un'apposita conferenza per discutere e quantificare il debito estero tedesco; fu fatta un'unica stima tale da comprendere i debiti risalenti agli anni Venti e Trenta, i debiti contratti durante il secondo conflitto mondiale e le riparazioni dovute alle potenze occupanti. Tale cifra, poi ridotta di circa il 60%, è stata liquidata dalla Germania definitivamente il 2 ottobre 2010. Grande depressione (1873-1895) 8 maggio 1873 Crollo Borsa di Vienna 8 gennaio 1918 Quattrodici punti del presidente Wilson 11 novembre 1918 Armistizio di Compiègne La lista di richieste imponeva alla Germania una forte smilitarizzazione, la perdita di territori, risarcimenti di guerra e concessioni strategiche agli alleati. 28 giugno 1919 – Trattato d Versailles Premesse della crisi Il boom degli anni venti (anni ruggenti) Nel primo dopoguerra l'economia degli Stati Uniti ebbe un forte incremento, dovuto anche alla grande richiesta d'investimento Crescita che veniva dall'Europa per la ripresa delle varie potenze che avevano partecipato al primo conflitto mondiale. Dal 1922 al 1929, la produzione industriale aumentò del 64%, la produttività del lavoro del 43%, i profitti del 76% e i salari del 30%. Tra il 1922 e il 1929 la produzione automobilistica raddoppiò. Alla Mercato vigilia della crisi gli Stati Uniti producevano annualmente più di auto cinque milioni di automobili, contro le 250.000 circa della Gran Bretagna e della Francia e le 55.000 dell’Italia. Sviluppo notevole ebbero anche negli Stati Uniti le produzioni di energia elettrica, petrolio, acciaio, la chimica e l’edilizia. Il mercato interno, pur essendo in crescita, non assorbiva tutta la produzione. Per esportare, in una situazione di pesante protezionismo, si addivenne al finanziamento degli importatori: le grandi banche americane Stimoli concessero prestiti a enti o industrie private straniere a economici condizione che utilizzassero il denaro ricevuto per acquistare prodotti americani. I nuovi crediti americani si cumularono a quelli del periodo bellico e dell’immediato dopoguerra. Vergalli - Lezione 1 Nel frattempo in una galassia lontana lontana…. 28 ottobre 1922 Marcia su Roma 19 luglio 1923, Amburgo, Fritz Haber, Premio Nobel 1918, ammoniaca 23 agosto 1924, nasce Robert Solow, premio Nobel 1987 Crisi del ’29 (2) L’origine del crollo è almeno duplice: in diversi settori e da alcuni anni si andava accumulando una produzione eccessiva, ma l’esplosione violenta Eccesso Y della crisi derivò da abuso del credito e dalla speculazione di borsa. La guerra aveva esteso e complicato i rapporti creditizi, che negli anni venti facevano ormai capo agli Stati Uniti. Questi erano diventati una sorta di banca mondiale che vantava crediti vertiginosi all’estero. Dal 1921 al 1928 Rientro gli Stati Uniti prestarono all’Europa otto miliardi e mezzo di dollari. Le politiche di rientro dall’inflazione seguite in Europa dalla metà degli anni inflazione venti, e in primo luogo la decisione di Churchill di riportare, nel 1925, la sterlina alla parità anteguerra avevano reso convenienti le importazioni Parità dagli Stati Uniti. sterlina Se il denaro americano veniva prestato in Europa, si registrava anche un consistente flusso contrario di valuta, che dall’Europa si dirigeva verso gli Rientro Stati Uniti, e non solo per il rimborso dei prestiti o per il pagamento degli interessi, migravano anche capitali privati europei, che trovavano negli Stati prestiti Uniti occasioni più remunerative e apparentemente più sicure di investimento. Nel 1927 la fuoriuscita di oro dall’Europa verso gli Stati Uniti Basso divenne allarmante. I rappresentanti delle banche centrali di Gran Bretagna, tasso di Germania e Francia si recarono allora oltreoceano e chiesero alla riserva federale di abbassare il tasso di sconto. Gli americani accondiscesero e interesse questa politica, rendendo il credito più facile, contribuì a innescare la grande speculazione borsistica del 1927-29. Il denaro meno oneroso servì a finanziare acquisti di azioni. Le quotazioni dei titoli salivano velocemente e sempre maggiori Vergalli - Lezione 1 erano i prestiti chiesti e concessi per comperare azioni. Le premesse della crisi Fra il 1922 ed il 1929 la produzione industriale crebbe del 64% mentre i salari solo del 30% Per un certo periodo le esportazioni degli US andavano nell’Europa, poi iniziarono a rallentare un po’ perché la capacità produttiva dell’Europa riprese ed un po’ perché iniziò la crisi tedesca. Primo settore colpito: agricoltura. I prezzi dei cereali crollarono per la sovraproduzione. 29 ottobre bruciati 24 miliardi di dollari: metà del valore di borsa La bolla immobiliare della Florida è stato l'evento finanziario più importante degli anni Venti prima del grande crollo di Wall Street del 1929. Temporalmente l'evento, si colloca tra due delle maggiori crisi finanziarie occidentali: la South Sea Bubble e la Crisi del 1929. Ruggenti anni ‘20 Il mercato era al suo apice, gonfiato dall’invenzione e dalla diffusione di molteplici sistemi di finanziamento (come ad esempio quelli “a riporto”, che consentivano di Finanz acquistare azioni senza pagarne interamente il prezzo oppure dalla possibilità di a versare solo il 30 o 50% del valore delle azioni comprate, lasciando che fossero i guadagni futuri a ripagare la cifra totale) e dalle innovazioni tecniche (come la possibilità di comprare azioni telefonicamente o telegraficamente). Particolarmente importante fu poi l’investimento speculativo nell’edilizia di stati come la Florida, che vivevano il boom delle abitazioni per agiati anziani in pensione. Hoover 4 marzo 1929 e cancellazione della povertà la sua origine più remota va ricollegata alla risposta Laissez nous faire, data dal mercante Legendre al ministro J.-B. Colbert (1619-1683) che chiedeva cosa si poteva fare per aiutare il commercio. È anche diffusa la forma abbreviata laissez faire, che può essere usata come s. m., invar.: la politica del laissez faire. Ministro delle finanze di Luigi XIV Crisi del ’29 (3) Molte aziende trovavano più conveniente investire in titoli che nell’attività produttiva. Sorsero centinaia di investment trusts, con il Speculazio compito di vendere titoli al pubblico, anche a quello che abitualmente non usava investire in titoli in borsa: la speculazione ne giunse così a interessare piccoli risparmiatori e casalinghe, convinti che fosse giunta l’età dell’oro. Se si pone pari a 100 l’indice generale dei prezzi dei titoli alla borsa di New York nel 1922, nel 1927 risulta raddoppiato e nel 1929 passa a 580. Da 100 a Improvvisamente sulla frenesia speculativa americana si abbatté la crisi 580 dell’autunno del 1929. Allora le quotazioni ampiamente sopravvalutate di titoli crollarono in modo estremamente rapido. Il 24 ottobre, il famoso “giovedì nero” quasi 13 milioni di titoli cambiarono proprietario a prezzi Giovedì sempre più bassi. Crolli delle quotazioni azionarie alla Borsa di Wall Street: 24 nero e ottobre 1929 (giovedì nero) e, soprattutto, il 29 ottobre 1929 (martedì nero). Nel primo pomeriggio i grandi banchieri di New York tentarono di arrestare il martedì crollo, ma la manovra si rivelò inefficace di fronte alla portata della crisi. Il nero martedì 29 non si trovarono più compratori per svariati gruppi di titoli e i grandi banchieri abbandonarono la politica di sostegno. Ciò indusse le banche di provincia a ridurre o annullare i prestiti ai borsisti, aggravando la crisi. Il panico divenne allora generale e degenerò in comportamenti irrazionali. Pare che, nel solo mese di ottobre, le perdite registrate sui titoli quotati alla borsa di New York siano ammontate a circa 32 milioni di dollari. La caduta continuò nei mesi successivi, praticamente fino al 1932, quando molte azioni valevano solo più 1/5 o 1/10 o addirittura meno dei valori raggiunti nel 1929. Vergalli - Lezione 1 Richard Whitney All'una di pomeriggio del venerdì 25 ottobre, diversi banchieri si incontrarono per trovare una soluzione al panico e al caos nella sala contrattazioni. L'incontro comprendeva Thomas W. Lamont, capo della Morgan Bank; Albert Wiggin, capo della Chase National Bank; e Charles E. Mitchell, presidente della National City Bank. Essi scelsero Richard Whitney, vice presidente dell'Exchange, perché agisse in loro vece. Con le risorse finanziarie dei banchieri alle sue spalle, Whitney fece un'offerta di acquisto di un grande blocco di azioni della U.S. Steel a un prezzo ben al di sopra di quello di mercato. Mentre i commercianti stupiti stavano a guardare, Whitney pose offerte simili su altre azioni " blue chip". Questa tattica era simile a quella che concluse il panico del 1907 e riuscì a fermare la caduta di quel giorno. In questo caso, tuttavia, la tregua fu solo temporanea. Primi segnali della crisi Sul finire degli anni ’20 l’economia americana iniziò a dare i primi segnali di rallentamento, che riguardarono anzitutto il settore agricolo. La caduta della domanda di prodotti agricoli da parte dei paesi europei, per lo più determinato dall’innalzamento di barriere doganali e dalla ripresa della produzione nazionale, rese più difficile la «Vi ripeto che la banca è qualcosa di più di un essere umano. vita agliL'hanno È il mostro. agricoltori fatta degliamericani. uomini, questo sì, ma gli uomini non la possono tenere sotto controllo J.K. Galbraith nel saggio “The Great Crash 1929” e rappresenta il punto di partenza fondamentale per comprendere la bolla immobiliare della Florida che inizia a partire dal 1920 e termina rovinosamente nel 1926. «Coloro che comprarono azioni nella metà del 1929 e le tennero videro passare la maggior parte della vita da adulti prima di ritornare in pareggio.» Il Dow Jones perse un altro 12% quel giorno. L'orologio finanziario non si fermò sino alle 19:45 in quella sera, con il mercato che mandò in fumo 14 miliardi di dollari di valore e con la perdita settimanale pari a 30 miliardi, ovvero dieci volte più del budget annuale del governo federale degli Stati Uniti e molto più di quanto gli stessi spesero in tutta la prima guerra mondiale. Il pericolo non solo venne sottovalutato, ma fu in parte aggravato dalla decisione della Federal Reserve System – il corrispondente della Banca centrale – di avviare una manovra di restrizione del credito, con aumento del tasso d’interesse per i prestiti, al fine di tenere sotto controllo l’inflazione. 29 ottobre 1929 8 novembre 1932 Roosvelt presidente USA New Deal 1932 vittoria Nazisti Crisi del ’29 (4) Alla caduta dei valori azionari seguì la caduta dei prezzi. La gente Caduta comprava sempre meno perché il suo potere d’acquisto stava prezzi declinando o perché pensava che la tendenza al ribasso dei prezzi Deflazione sarebbe continuata. L’industria si trovò a non essere più in grado di pagare le materie prime e di onorare i prestiti contratti. L’appello alle Difficoltà a banche perché concedessero nuovi prestiti cadeva nel vuoto, sia pagare perché le banche stesse si trovavano in crisi, sia perché erano comunque riluttanti a esporsi in una situazione simile. La maggior No prestiti parte delle imprese fu allora costretta a rallentare o addirittura a fermare la produzione, materie prime e semilavorati rimasero Blocco inutilizzati, molti lavoratori furono licenziati. Si giunse a contare 12 produzione milioni di disoccupati negli Stati Uniti, mentre molti fra coloro che avevano conservato l’impiego lavoravano a orario ridotto e con salari 12 mln inferiori. La produzione industriale si dimezzò in tre anni e anche disoccupati l’agricoltura fu pesantemente colpita. La caduta dei prezzi interessò in modo particolare cereali, cotone, caucciù e rame. Vergalli - Lezione 1 La Grande Depressione: evoluzione macro Profondi e prolungati effetti sulle variabili nominali e reali (vedi tabelle). ABM: Aggregate Time Series (smoothed) (the dashed lines in Sales(log) plot represent the desired productions) La Grande Depressione: evoluzione macro

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