Lezione 13 (La crisi economico – politico e sanitaria e la risposta dell’UE) PDF

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This document is a lecture about the economic and political crises of the European Union, covering subjects such as the Treaty of Lisbon, the eurozone debt crisis, the migration crisis, and the Brexit referendum.

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Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: LA CRISI ECONOMICA E POLITICA DELL’UNIONE E LA...

Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: LA CRISI ECONOMICA E POLITICA DELL’UNIONE E LA DICHIARAZIONE DI ROMA LEZ 13 LA CRISI ECONOMICA E POLITICA DELL’UNIONE In parallelo all’iter di ratifica del Trattato di Lisbona, nel 2008 scoppia una grave crisi bancaria e finanziaria negli Stati Uniti d’America e si diffonde in tutto il mondo, soprattutto in Europa, rendendo necessaria l’adozione di provvedimenti inediti. Nell’UE viene istituita una complessa rete di organi per assicurare la sorveglianza del settore finanziario. Gli Stati membri devono impegnarsi a rifinanziare le proprie banche, con conseguente notevole peggioramento delle finanze pubbliche. La Crisi raggiunge il picco con l’esplosione del debito pubblico in alcuni stati dell’eurozona. Nel 2009 la crisi del debito sovrano investe in Grecia e poi in Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia (c.d. PIIGS). Il rischio di default e della spinta verso l’uscita dall’euro induce l’Unione europea a promuovere una profonda riforma del coordinamento delle politiche economiche: 1. istituzione di un sistema di aiuti in favore di Stati membri che si trovino in gravi difficoltà finanziarie; 2. rafforzamento del coordinamento e della vigilanza delle politiche economiche nazionali. 1) TRATTATO MES Il Trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità (Trattato MES), firmato 2 febbraio 2012, dà vita al c.d. Fondo Salva-Stati. Il MES è un’organizzazione finanziaria internazionale simile al Fondo monetario internazionale, con sede a Lussemburgo, che reperisce fondi al fine di fornire assistenza agli Stati membri che si trovino in gravi difficoltà finanziarie, se ciò risulta indispensabile per garantire la stabilità finanziaria della zona euro. È finanziato da quote di capitale sottoscritte da ogni stato membro (l’Italia vi partecipa con oltre 125 miliardi di euro, terzo contributo per consistenza dopo Germania e Francia) Ha reso necessaria una modifica del TFUE (che prevedeva il divieto per l’UE e per gli Stati membri di farsi carico di debiti di altri Stati membri). Processo di riforma per rafforzare lo strumento di assistenza avviato nel 2018 e conclusosi nel 2019 con la formalizzazione del nuovo Trattato, firmato da tutti gli Stati membri dell’Unione a gennaio 2021. Entrerà in vigore appena sarà concluso l’iter di ratifica da parte degli stati membri (in Italia questo iter è in corso). 1 Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: LA CRISI ECONOMICA E POLITICA DELL’UNIONE E LA DICHIARAZIONE DI ROMA 2) RIFORMA DELLA GOVERNANCE ECONOMICA Inoltre, vengono approvate a «trattati immutati» delle misure che costituiscono il c.d. Six Pack (in particolare, viene rafforzato il c.d. Patto di Stabilità e di Crescita). Adottate misure al di fuori del contesto dell’Unione europea, mediante accordi intergovernativi tra i soli Stati disponibili: Trattato per la stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione economica e monetaria (c.d. Fiscal Compact). Tre parti principali del Fiscal Compact: o Patto di bilancio (contenente il principio del pareggio di bilancio) o Coordinamento delle politiche economiche e convergenza (che prevede il c.d. Euro Summit) o Governance della zona Euro (che prevede il Patto Euro Plus) CRISI POLITICA DELL’UE Dal 2014 l’Europa deve fronteggiare una nuova crisi di tipo umanitario. I flussi di migranti e rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni in Siria, Afganistan, Iraq, Libia ed Eritrea si riversano verso gli stati membri per chiedere asilo. Il tema della gestione dell’immigrazione diventa oggetto dell’agenda politica dell’UE e tema sensibile per l’opinione pubblica. Inoltre, gli atti di terrorismo fondamentalista jihadista continuano e si concentrano sulle capitali europee mettendo a dura prova l’Europa, facendo crescere istanze nazionaliste. A seguito della crisi economico finanziaria e della gestione dei migranti, il Regno Unito ha indetto una consultazione popolare in merito alla permanenza nell’UE. Nel giugno 2016 si svolge il referendum che attesterà la volontà del 52% dei cittadini britannici di uscire dall’Unione (Brexit). Il Regno Unito, dunque, ha notificato al Consiglio europeo l'intenzione di recedere dall'UE, invocando formalmente l'articolo 50 del trattato sull'Unione europea. Articolo 50 TFUE “1. Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione. 2. Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l'Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l'Unione. L'accordo è negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento 2 Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: LA CRISI ECONOMICA E POLITICA DELL’UNIONE E LA DICHIARAZIONE DI ROMA dell'Unione europea. Esso è concluso a nome dell'Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo. 3. I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, salvo che il Consiglio europeo, d'intesa con lo Stato membro interessato, decida all'unanimità di prorogare tale termine. 4. Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio europeo e del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che recede non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo riguardano. Per maggioranza qualificata s'intende quella definita conformemente all'articolo 238, paragrafo 3, lettera b) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. 5. Se lo Stato che ha receduto dall'Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura di cui all'articolo 49.” Per la prima volta è stata avviata la procedura di recesso. A inizio 2018 la Commissione ha pubblicato il progetto di accordo di recesso sulla prima fase dei negoziati. Oggetto dei negoziati il Protocollo sull’Irlanda - Irlanda del Nord e sei settori di interesse: disposizioni comuni per l'interpretazione dell'accordo diritti dei cittadini nell'UE e nel Regno Unito disposizioni relative alla separazione periodo di transizione dal 1º febbraio al 31 dicembre 2020 regolamento delle pendenze finanziarie Disposizioni istituzionali. Il progetto di accordo è trasmesso al Consiglio, prima di essere inviato al Regno Unito per il negoziato. La seconda fase ha avuto inizio quanto i 27 paesi hanno coordinato la loro posizione col paese uscente durante il periodo transitorio. I Punti: 31 dicembre 2020 fine del periodo transitorio L’acquis dell’Unione si continuerà ad applicare durante il periodo transitorio Il Regno Unito sarebbe legato agli obblighi dei trattati, non parteciperà alle riunioni e alle decisioni degli organi Atti, strumenti e strutture di sorveglianza si applicano comunque al Regno Unito A fine 2018 i leaders europei approvano la bozza di accordo. A causa della divergenza sulla clausola di salvaguardia tra Repubblica dell’Irlanda e Irlanda del Nord, volta ad evitare una 3 Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: LA CRISI ECONOMICA E POLITICA DELL’UNIONE E LA DICHIARAZIONE DI ROMA frontiera rigida tra i confini (mantenendo l’Irlanda del Nord nel mercato unico e il Regno Unito nell’unione doganale) il parlamento respinse l’accordo. Per evitare l’uscita senza intesa con UE (cd No Deal) il Regno Unito faceva richiesta di proroga del termine per la ratifica. 17 ottobre 2019 viene ratificato l’accordo di recesso, entrato in vigore il 1° febbraio 2020. Il Regno Unito dal 1° febbraio 2020 è ufficialmente un Paese terzo e non partecipa più al processo decisionale dell’Unione. L’accordo si compone di due documenti: 1) protocollo d’intesa sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord → Irlanda del Nord resta nel territorio doganale del Regno Unito e gode altresì del mercato unico 2) dichiarazione politica tra Regno Unito e Unione Europea → fissa le future relazioni sulla base di partenariati economici di libero scambio commerciale e cooperazione a livello economico e di sicurezza. Il 25 marzo 2017 in occasione dei sessant’anni dei Trattati di Roma il leader degli Stati membri hanno voluto sottoscrivere una dichiarazione congiunta per rilanciare nei successivi 10 anni l’integrazione, impegnandosi a difendere l’idea di Unità, rafforzarne i poteri delle istituzioni a partire dal Parlamento europeo. Il leader si sono impegnati alla realizzazione di un programma per promuovere: un'Europa sicura un'Europa prospera e sostenibile un'Europa sociale un'Europa più forte sulla scena mondiale 4 Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lez 13 LA RISPOSTA DELL’UE AL COVID: NEXT GENERATION EU A febbraio 2020 l’Europa è colpita dalla pandemia dal virus Covid 19 (Coronavirus) che si diffonde in tempi molto rapidi provocando innumerevoli decessi e una crisi sanitaria inimmaginabile. Il primo paese a dover far fronte alla lotta al virus è l’Italia che interviene per contenere il dilagarsi del contagio adottando provvedimenti di chiusura di interi settori produttivi e limitando gli spostamenti individuali. Presto il contagio si espande in altri Stati UE e l’Unione Europea è chiamata a dare risposte. La scelta di alcuni stati di chiudere le frontiere ed impedire la libera circolazione dei cittadini europei, la sospensione di Schengen, mettono in discussione uno dei pilastri dell’Unione. Si rafforzano i controlli alle frontiere, ci si rinchiude su se stessi. A marzo l’UE decide di chiudere le sue frontiere esterne e di adottare misure di protezione per l’intera Europa. I leader dell'UE hanno concordato quattro priorità al fine di orientare la risposta di emergenza dell'UE alla pandemia di COVID-19: limitare la diffusione del virus garantire la fornitura di attrezzature mediche promuovere la ricerca su terapie e vaccini sostenere l'occupazione, le imprese e l'economia Per coordinare la risposta sanitaria, la Commissione adotta misure riguardanti le esportazioni dei dispositivi di protezione individuale verso i paesi extra UE. Inoltre, stanzia 8 Miliardi di euro per lo sviluppo di un vaccino. La Presidente della commissione europea, Ursula Von der Leyer dichiara sospeso il patto di stabilità in tutti i paesi membri affinchè essi possano adottare tutte le misure necessarie a salvaguardare i posti di lavoro dei propri cittadini e la filiera industriale e produttiva. 1 Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: DISCORSO DI URSULA VON DER LEYER AL PARLAMENTO EUROPEO MARZO 2020 Signor Presidente, Onorevoli deputati e deputati, Da un giorno all'altro le nostre vite sono cambiate. Le strade si sono svuotate. Le porte sono chiuse. E siamo passati dalla routine quotidiana alla battaglia per la vita. In questo periodo ci siamo resi conto della fragilità della vita. E abbiamo visto dilagare nel cuore dell'Europa una tragedia la cui portata era inimmaginabile solo qualche settimana fa. Sono con tutto il cuore vicina alle vittime e ai loro cari. I nostri pensieri ei nostri più sentiti auguri sono rivolti a coloro che in questo momento stanno lottando per la vita e ai malati che invece sono a casa propria (…) E spetta a noi, in qualità di istituzioni europee, responsabilità delle decisioni politiche e leader, dar prova di questa stessa fiducia, unità e leadership. Condividiamo, tutti, questa stessa responsabilità. Nessuno di noi può farcela da solo e sicuramente nessuno Stato membro può gestire questa crisi da solo. Perché in questa crisi, e più in generale nella nostra Unione, è solo sostenereci l'un l'altro che possiamo aiutare noi stessi. Tuttavia, le ultime settimane ci raccontano una storia a tratti dolorosa. Quando l'Europa aveva davvero bisogno che ci fossimo gli uni per gli altri, inizialmente si sono preoccupati solo di se stessi. Quando l'Europa aveva davvero bisogno che lo spirito fosse "tutti per uno", molti hanno risposto "solo per me stesso". E quando l'Europa aveva davvero bisogno di dimostrare che questa Unione non esiste solo quando va tutto bene, troppi si sono rifiutati inizialmente di condividere quello che avevano. Ma non ci è voluto molto perché alcuni subissero le conseguenze del mancato coordinamento delle loro stesse azioni. È per questo che nelle ultime settimane abbiamo adottato misure eccezionali e straordinarie per consentire il coordinamento degli interventi necessari. E la nostra risorsa più preziosa è il mercato unico. La risposta europea avrà successo e potrà essere coordinata solo se il nostro mercato interno e il nostro spazio Schengen funzioneranno a dovere. Una crisi che non conosce confini non può essere risolta ergendo muri tra noi. Eppure questa è stata proprio la prima reazione di molti Stati europei. Non ha alcun senso. Perché non vi è alcuno Stato membro in grado di far fronte da solo alle proprie necessità di forniture e attrezzature mediche essenziali. Nemmeno uno…. È per questo motivo che abbiamo avviato l'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus, finalizzata a destinare 37 miliardi di euro per ridurre l'impatto della crisi e salvare vite umane, posti di lavoro e imprese. E per questo motivo abbiamo adottato, in via temporanea, le norme più flessibili di sempre in materia di aiuti di Stato, così da consentire agli Stati membri di garantire un sostegno vitale alle loro imprese. I primi aiuti sono stati approvati in poche ore – un tempo record. E per questo motivo, e per la prima volta nella nostra storia, abbiamo attivato la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita. Ciò significa che gli Stati membri possono usare tutte le armi di cui dispongono per sostenere chi lavora e chi ha perso il lavoro, per sostenere le imprese grandi e piccole e per aiutare le persone a superare questa fase difficilissima. 2 Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: negli ultimi giorni molti di voi hanno citato la frase di Jean Monnet sulla costruzione dell'Europa in tempi di crisi che vale anche oggi. C'è però una citazione di un altro padre fondatore che, a mio avviso, sintetizza altrettanto bene la situazione in cui ci troviamo oggi. È di Konrad Adenauer e recita: "La storia è la somma totale delle cose che avrebbero potuto essere evitate". Care amiche e cari amici, la storia ci guarda. Cerchiamo di fare insieme quello che è giusto – con un unico cuore grande e non con 27 piccoli. Lang lebe Europa! Viva l'Europa! Vivete l'Europa! Viva l'Europa!” Per sostenere i cittadini, le imprese e i paesi dell'UE a superare la recessione economica causata dalla pandemia di COVID-19, i leader dell'UE hanno concordato di lavorare a un piano per la ripresa dell'Europa. Il 23 aprile 2020 si sono impegnati a istituire un fondo per la ripresa dell'UE volto ad attenuare gli effetti della crisi. Il 21 luglio 2020 i leader dell'UE hanno concordato un importo complessivo di 1 824 miliardi di EUR per il periodo 2021-2027. Il pacchetto, che riunisce il quadro finanziario pluriennale (QFP) e uno sforzo straordinario per la ripresa da 750 miliardi di EUR (800 miliardi di EUR a prezzi correnti), lo strumento Next Generation EU, aiuta l'UE a ripartire dopo la pandemia di COVID-19 e sostiene gli investimenti nelle transizioni verde e digitale. Questi elementi vanno ad aggiungersi alle tre reti di sicurezza del valore di 540 miliardi di EUR già introdotte dall'UE per sostenere i lavoratori, le imprese e i paesi. 3 Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: IL PNRR ITALIANO LEZ 13 IL PNRR ITALIANO In Italia il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ossia il programma col quale il Governo intende gestire i fondi del Next Generation EU, è stato sviluppato intorno a tre assi strategici condivisi con l’Europa (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica ed integrazione sociale) e si articola in 6 Missioni: 1) Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo M1C1: Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA M1C2: Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo M1C3: Turismo e cultura 4.0 2) Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica M2C1: Economia circolare e agricoltura sostenibile M2C2: Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile M2C3: Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici M2C4: Tutela del territorio e della risorsa idrica 3) Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile M3C1: Investimenti sulla rete ferroviaria M3C2: Intermodalità e logistica integrata 4) Missione 4: Istruzione e ricerca M4C1: Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università M4C2: Dalla ricerca all’impresa 5) Missione 5: Coesione e inclusione M5C1: Politiche per il lavoro M5C2: Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore M5C3: Interventi speciali per la coesione territoriale 1 Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: IL PNRR ITALIANO 6) Missione 6: Salute M6C1: Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale M6C2: Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale La prima Missione → stanzia 40,29 miliardi La seconda Missione → stanzia 59,46 miliardi La terza Missione → stanzia 25,40 miliardi La quarta Missione → stanzia 30,88 miliardi di euro La quinta Missione → stanzia 19,86 miliardi La sesta Missione → stanzia 15,63 miliardi Il Piano prevede un ampio programma di Riforme, ritenute necessarie per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all'attrazione degli investimenti. Si prevedono riforme di tre tipi: 1. Riforme orizzontali; 2. Riforme abilitanti; 3. Riforme settoriali. Rientrano tra le riforme orizzontali quella della pubblica amministrazione (cambiamento dei processi di selezione, formazione dei dipendenti pubblici, semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative) e la riforma della giustizia (semplificazione del rito processuale civile, completa attuazione del processo telematico, interventi per la riduzione del contenzioso tributario e, nel settore penale, l'ampliamento dei riti alternativi, l'accesso più selettivo all'azione penale e al dibattimento, la definizione dei termini di durata dei processi). 2 Corso di Laurea: Insegnamento: DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA Numero lezione: 13 Titolo: IL PNRR ITALIANO Tra le abilitanti ci sono la semplificazione della legislazione e la promozione della concorrenza (il potenziamento dell'Autorità antitrust e l'agevolazione dell'attività d'impresa in settore strategici come le reti digitali, l'energia e i porti). Tra le riforme settoriali rientrano ad esempio le procedure per l’approvazione di progetti su fonti rinnovabili, o la normativa di sicurezza per l’utilizzo dell’idrogeno, la legge quadro sulla disabilità, la riforma della non autosufficienza, il Piano strategico per la lotta al lavoro sommerso. La realizzazione del Piano avviene mediante il raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi che rappresentano le tappe intermedie e finali degli Investimenti e delle Riforme. PROCEDURA DI ADOZIONE DEL PIANO Il percorso di adozione del piano nazionale di ripresa e resilienza ha visto una intensa attività di collaborazione tra Governo e Parlamento italiano. A settembre 2020 grazie all’iniziativa assunta dal Governo, le Linee Guida per la definizione del piano sono state inviate alle Camera. L’attività Parlamentare di indirizzo si è espletata mediante l’approvazione di due risoluzioni da parte delle Assemblee legislative di Camera e Senato. Tenendo conto degli indirizzi del Parlamento, l’allora Governo ha adottato la proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza , impegnandosi a rendere comunicazione alle camere prima della trasmissione del PNRR all’UE. A seguito dell’approvazione delle risoluzioni conseguenti alle comunicazioni del Presidente del Consiglio, ad aprile 2021 il governo ha trasmesso alla Commissione europea il piano, approvato da quest’ultima con decisione di esecuzione a luglio 2021. 3

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