Lezione 13 (La crisi economico – politico e sanitaria e la risposta dell’UE) - Slide

L'articolo 50 del Trattato sull'Unione Europea (TUE) definisce la procedura da seguire per il recesso di uno Stato membro dall'Unione Europea.

La notifica dell'intenzione di recedere dall'UE da parte di uno Stato membro al Consiglio Europeo. Questo è il primo passo del processo di recesso.

La negoziazione tra l'UE e lo Stato membro che intende recedere, per definire le modalità di uscita e le future relazioni.

L'accordo che definisce le modalità del recesso di uno Stato membro dall'UE, inclusi i termini di transizione e le future relazioni.

Il periodo di due anni dopo la notifica di recesso durante il quale l'UE e lo Stato membro in questione negoziano l'accordo di recesso.

Il termine per completare il processo di recesso di uno Stato membro dall'UE. Il periodo può essere prorogato se concordato tra l'UE e lo Stato membro in questione.

La possibilità per uno Stato membro che ha già lasciato l'UE di richiedere di rientrare. Questo processo richiede una nuova procedura di adesione.

Il primo caso di applicazione della procedura di recesso dall'UE, con il Regno Unito che ha avviato il processo a seguito del referendum del 2016.

Un fondo di 750 miliardi di euro (800 miliardi di euro ai prezzi correnti) per aiutare l'UE a ripartire dopo la pandemia di COVID-19.

Il piano per la ripresa dell'Europa, che combina il Quadro finanziario pluriennale (QFP) con Next Generation EU per sostenere la ripresa economica post-pandemia e gli investimenti nelle transizioni verde e digitale.

Un periodo di difficoltà economica, spesso caratterizzato da una diminuzione del prodotto interno lordo (PIL).

La somma totale delle risorse finanziarie che l'UE mette a disposizione in un determinato periodo.

Le azioni intraprese per aiutare i cittadini, le imprese e i paesi a superare la recessione economica causata dalla pandemia di COVID-19.

Un periodo di tempo durante il quale le leggi dell'UE continuano ad applicarsi al Regno Unito nonostante la sua uscita dall'UE.

Un protocollo che affronta specificamente la situazione dell'Irlanda del Nord dopo la Brexit, cercando di evitare una frontiera rigida tra la Repubblica d'Irlanda e l'Irlanda del Nord.

Una clausola nell'accordo di recesso che ha suscitato controversie, volta a garantire che non ci sia una frontiera rigida tra l'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda.

Una situazione in cui il Regno Unito avrebbe lasciato l'Unione Europea senza un accordo, con potenziali conseguenze negative per entrambe le parti.

Un punto di divergenza nell'accordo di recesso che ha portato al rifiuto dell'accordo da parte del Parlamento britannico.

La data in cui il Regno Unito ha ufficialmente lasciato l'Unione Europea.

Il Regno Unito, dopo la Brexit, è diventato un paese terzo, cioè non è più membro dell'Unione Europea.

Il Six Pack è un pacchetto di misure che rafforzano il Patto di Stabilità e Crescita, adottate a Trattati immutati.

Il Fiscal Compact è un trattato intergovernativo tra gli Stati dell'UE per la stabilità e la governance della zona euro, siglato in seguito alla crisi economica del 2008.

Il Patto di Bilancio è uno dei pilastri del Fiscal Compact che prevede il principio del pareggio di bilancio.

Il coordinamento delle politiche economiche e la convergenza sono parte del Fiscal Compact e prevedono il c.d. Euro Summit.

La Brexit è l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, seguita al referendum del 2016 in cui il 52% dei cittadini britannici ha votato per lasciare l'UE.

Dopo la crisi economico-finanziaria e la crisi migratoria del 2014, il Regno Unito ha organizzato un referendum per decidere se rimanere o meno nell'UE.

L'Europa sta affrontando una crisi umanitaria con flussi di migranti e rifugiati che cercano asilo nei Paesi membri dell'UE.

Gli atti di terrorismo fondamentalista jihadista, concentrati sulle capitali europee, rappresentano un'ulteriore sfida per l'Europa, alimentando l'ascesa di tendenze nazionaliste.

Quando l'Europa aveva bisogno di unità e collaborazione, molti hanno agito individualmente, non pensando al bene comune.

La mancanza di condivisione delle risorse e di coordinamento tra Stati membri ha portato ad un'azione tardiva e inefficace.

La risposta europea alla crisi richiede una cooperazione attiva all'interno del mercato unico e dello spazio Schengen.

L'isolamento e la chiusura delle frontiere non sono soluzioni efficaci per affrontare la crisi.

Il coordinamento delle azioni e la condivisione delle risorse sono indispensabili per affrontare le emergenze.

L'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus è un'azione congiunta per ridurre l'impatto della crisi.

Le nuove norme flessibili in materia di aiuti di Stato favoriscono il sostegno alle aziende in difficoltà.

L'attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita permette maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione della crisi.

La grave crisi bancaria e finanziaria che ha avuto inizio negli Stati Uniti nel 2008 e si è diffusa in tutto il mondo, in particolare in Europa, rendendo necessaria l'adozione di provvedimenti senza precedenti.

Istituzione di una rete di organi per la sorveglianza del settore finanziario nell'UE, come risposta alla crisi del 2008.

La crisi del 2008 ha portato gli Stati membri a dover rifinanziare le loro banche, causando un peggioramento delle finanze pubbliche.

Il picco della crisi del 2008, caratterizzato dall'aumento significativo del debito pubblico in alcuni stati dell'Eurozona, soprattutto in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia.

Il rischio di default e di uscita dall'euro da parte di alcuni stati ha spinto l'Unione Europea a riformare il coordinamento delle politiche economiche, creando un sistema di aiuti per gli stati in difficoltà e rafforzando la vigilanza sulle politiche economiche nazionali.

Organizzazione finanziaria internazionale simile al Fondo Monetario Internazionale, creata per fornire assistenza finanziaria agli Stati membri in difficoltà, garantendo la stabilità finanziaria della zona euro.

Il MES è finanziato da quote di capitale sottoscritte dagli Stati membri, con l'Italia che contribuisce con oltre 125 miliardi di euro.

Il Trattato istitutivo del MES ha richiesto modifiche al TFUE per consentire all'UE di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri in difficoltà, superando il divieto precedente di assumersi i debiti di altri stati.