Letteratura Spagnola Notes PDF
Document Details

Uploaded by ReverentLemur2808
Tags
Summary
These notes titled 'Letteratura Spagnola' cover topics such as the Spanish Empire under Ferdinand of Aragon and Isabella of Castile, religious conversions, and literary analysis. The document delves into the historical context of Spain, including the expulsion of Jews and the concept of 'limpieza de sangre' (purity of blood). It also includes an analysis of Don Quixote and its tragicomic elements.
Full Transcript
LETTERATURA SPAGNOLA I re cattolici che cacciano gli ebrei dalla 05/03/2025 Spagna 1492 = Colombo ottiene dai re cattolici Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia i...
LETTERATURA SPAGNOLA I re cattolici che cacciano gli ebrei dalla 05/03/2025 Spagna 1492 = Colombo ottiene dai re cattolici Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia i finanziamenti per andare nelle Indie. Vedono nell’impresa di Colombo la possibilità di spostare le dinamiche politiche mondiali (nuovo mercato con l’India). Il risultato politico è stato: con la successione a Carlo V gli viene lasciata in eredità la maggior parte del mondo. Linea di Tordesillas: divide il mondo in una parte spagnola e portoghese. L’impero spagnolo è temporaneamente più esteso di quello inglese. Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia si sposano: matrimonio tra 2 corone. Si tratta della prima spinta verso una politica di accentramento (di castiglianizzazione): implementano l’uso del castigliano, nello scritto e nel parlato. Processo di centralizzazione in tutti gli ambiti. Cosa favorisce la centralizzazione? Un’ideologia, una RELIGIONE. Combattere sotto un’unica bandiera (cattolica) è più forte che un’alleanza tra bandiera. In Spagna si aggiunge il fenomeno Nel 711, dallo stretto di Gibilterra comincia una massiccia invasione araba che durerà ufficialmente fino al 1492. Nel centro-sud della Spagna diventa un regno arabo che ha come capitale Granada (El Andalus). Essi si scontrano con la metà cristiana per 5 secoli. Conquista (araba) e reconquista (cristiana) Nel 1492, ultimo atto della reconquista: recuperano l’ultimo avamposto arabo a Granada e cessa la presenza politica degli arabi. Nello stesso periodo degli arabi avviene anche una migrazione ebrea in Spagna, senza un’organizzazione politica come quella araba. Si insediano nelle stesse zone arabe. Sempre nel 1492 i re cattolici firmano un decreto per liberarsi sia dagli arabi che dagli ebrei (popolo deicida). Gli ebrei, inoltre, non riconoscevano la venuta del Messia (ancora lo attendono). Non era possibile un’espulsione ebrea di tipo politico (non avevano organizzazione politica/amministrativa, erano solo gruppi sociali) ma solo di tipo ideologico: firmano un decreto per l’espulsione ebrea. Vengono date 2 opzioni - Espulsione dalla Spagna; - Rimanere in Spagna e conversione al cattolicesimo. Solo a seguito di un tot di generazioni si può accedere a una serie di cariche, ma anche a seguito di ciò rimane un cristiano nuevo (in opposizione ai cristiani vieji). A seguito della conversione, rimane l’etichetta di converso. Arabi spagnoli, moriscos. Sono tutti marchi infamanti. L’espulsione riguarda circa 200.000 persone Inizia a crearsi una prospettiva fortemente gerarchica e di caste che ha al suo apice i sovrani, rappresentanti di Dio in terra. Quella spagnola era una teocrazia. Dimostrare di essere hijo de algo significava poter dimostrare il valore della propria posizione. Hijo de algo = hidalgo = cavaliere Rimane un’ossessione per gli spagnoli (ai tempi di Carlo V) il dimostrare di essere “cavaliere”. Uno dei più grandi intellettuali del barocco spagnolo era un hidalgo decaduto: Francisco de Queredo. Cerca di dimostrare di essere hidalgo e ci riesce, poi muore dopo un mese. Deve dimostrare quante palle ha nel blasone. Ci sono 2 modi di dire onore: - Honra (onorabilità); - Honor (onore). Non si nasce con un titolo nobiliare. L’onore in sé è un costrutto sociale (titolo ereditario e sistema di caste). L’onorabilità e una virtù che va dimostrata, avere entrambe sarebbe il top. Per quanta honra individuale (è una dimensione valoriale, intima) può avere una persona, non avrà onore (non è dato per merito). Primi del ‘500 in tutta Europa. 1516, il regno di Spagna passa in mano a Carlo V (Asburgo). Viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero e ottiene tutto il Regno di Spagna (diventa re cristiano di Spagna). 1517, Riforma Luterana. Erasmo da Rotterdam. In Spagna (più che in Italia) il problema della Riforma e Controriforma (Concilio di Trento) fu molto sentito, questo perché in Spagna tutto era costruito sull’ideologia e l’unione sotto la bandiera del Cristianesimo. In breve, cosa significa limpieza de sangre, cristiano viejo e nuevo, decreto di espulsione degli ebrei. Concetto di hidalgia, honra, honor, moriscos (arabi di Spagna). 06/03/2025 GITAN I Nel 1499, etnia gitana. Si trattava di un’etnia che viveva in Spagna da tante generazioni, di erano “stabilizzati”. Anch’essi vengono espulsi. I re cattolici reintroducono l’Inquisizione, sarà molto più restrittiva rispetto a quella imposta dal Papato. L’Indice dei libri proibiti in Spagna viene istituito dai re cattolici: è una mossa più rigida rispetto agli altri Stati. Si tratta di uno strumento di governo per i re cattolici. Gli ebrei espulsi dalla Spagna sono sefarditi. Gli ebrei conversi sono marrani. I cristiani arabizzati sono mozarabes, non per forza convertiti all’Islam. Nella parte inferiore della piramide c’è una possibilità di movimento tra caste. (vedi immagine moodle). Nella parte superiore no, l’unica opzione era (ad esempio per un cristiano nuevo) di diventare un boia. 1516-1556, Regno di Carlo V (bomba storica). Questi anni sono considerati come l’età dell’oro del Sacro Romano Impero. Con la successione, il Regno inizia il suo declino. Il SRI viene diviso nuovamente (tra i due figli) in Regno di Spagna e Impero Asburgico. LAZARILLO DE TORMES Si tratta di un romanzo breve (novela). In Spagna la parola novela (racconto lungo in prosa) è Settecentesca (in opposizione all’Italia). La parola novela, ai tempi, significava novella (racconto breve). Parliamo di [romanzo]. Viene pubblicato nel 1554, prima della fine dell’impero di Carlo V. Ci troviamo in piena età imperiale. L’autore è anonimo, ma sappiamo che era molto colto e che, se si cela dietro ad anonimato è perché lui è riconoscibile (ha paura di essere trovato). Ci si trova negli anni dell’Inquisizione. Sicuramente conosce bene l’entourage di Carlo V. Si tratta di un autore che si muove nell’ambito dei riformismi, non luterano, non protestante, ma probabilmente erasmista (cela dei principi evangelici pauperisti, ritorno alla semplicità…). Scrive dal punto di vista delle classi più basse della piramide. Lazarillo fa riferimento all’aiutante del boia. Lazarillo de Tormes significa il peggio del peggio (più in basso del boia). Il romanzo osserva le varie caste intorno a sé (in ordine dal basso). Carlo V appare sul finale del romanzo. Si tratta di un romanzo picaresco, il primo (prototipo) che funziona come modello per i successivi. Il picaro è un poveraccio, un emarginato. Tutti i romanzi picareschi hanno come protagonisti degli ultimi. È un romanzo pseudo-autobiografico, finzione autobiografica. Autore e narratore non corrispondono, ma si finge che la storia sia raccontata in prima persona. NON è UN’AUTOBIOGRAFIA. Il protagonista comincia a raccontare dalle proprie origini (in tutti i romanzi picareschi), come se fosse un lungo flashback. Ogni capitolo è un episodio significativo della vita (in questo caso 7). Ogni capitolo descrive il servizio a un determinato padrone (il protagonista è un servo). 1- Cieco; 2- Chierico, basso livello. È un convertito; 3- Scudiero, un hidalgo decaduto; 4- Frate mercedario; 5- Venditore di bolle, vende bolle pontificie. Le bolle erano cambiali sul peccato, perdono del peccato. Era un truffatore, vendeva palle; 6- Decoratore di tamburelli; 7- Cappellano; 8- Alguacil, sbirro; 9- Arciprete, glorified parroco. 5/9 padroni sono uomini di Chiesa e tutti hanno un pessimo tratto (in particolare l’ultimo è la causa di questo romanzo). Il destinatario di questa “lettera” è un potente uomo di chiesa (sovrapposto rispetto all’arciprete). Non viene detto apertamente, ma vengono dati degli indizi per capirlo. Ha un punto di vista neo-evangelico, non è la religione il problema, ma è come gli uomini stanno esercitando la propria fede. 07/03/2025 L’itinerario di “eventi” che vive il protagonista va di pari passo con gli spostamenti geografici. Nel caso del Lazarillo, il protagonista parte da Salamanca e arriva a Toledo (dove sta scrivendo nel presente). Salamanca e Toledo (poli biografici/geografici della storia): Nell’ottica ideologica e politica dell’epoca, la Corte non era stabile o unica. Con l’accentramento dei poteri, bisognava unificare il Paese e far credere alla popolazione che i re proteggessero tutti. Scegliere un unico centro per la Corte darebbe stato controproducente, diventa itinerante per rendere capillare la presenza dei sovrani nel Paese. Ciò si conclude con Carlo V (la fissa a Madrid). Nel momento in cui viene scritto il Lazarillo, la Corte si sta stanziando a Toledo: ai tempi era la città più importante della Spagna. È la città cristiana per eccellenza, molto importante per la reconquista: è la rappresentazione del potere e dell’ispanicità. Lazaro nasce a Salamanca, la città universitaria per eccellenza, città culturale. L’autore prende come estremi due delle città più importanti della Spagna (per motivi diversi) e nel racconto smonta le loro qualità e le mostra in disfacimento. Si scopre alla fine del perché Lazaro scrive. Il tasso di analfabetismo era del 90%. Chi faceva parte dell’altro 10%, non per forza aveva un ampio bagaglio culturale (chi sapeva solo firmare, chi solo leggere…). Quelli che sapevano scrivere/leggere non erano sicuramente i poveracci. I genitori di Lazaro erano ladri, vivono in una totale condizione di povertà e ignoranza. È storicamente impossibile che il protagonista scriva una lettera di tale registro letterario e culturale, retoricamente perfetto. L’autore rende chiara la critica alla distanza tra la condizione di Lazaro (analfabeta e povero) e un uomo di condizione agiata. Chi ha la possibilità di accedere alla cultura, ha automaticamente accesso a una serie di vantaggi: potere (es. legislativo), ricchezza… La strategia più evidente da parte dell’autore è creare un personaggio impossibile e inverosimile. IL CASO Viene menzionato nel prologo. Poi nuovamente nel finale. Lazaro è cornuto. L’arciprete regala la sua salsiccia a lui e alla moglie. Si forma un triangolo tra la coppia e l’arciprete. La moglie è la perpetua dell’arciprete. Lazaro fa finta di non saperlo fino alla fine, ma a un certo punto gossip in tutta la city. L’autorità si interessa al caso, non di Lazaro (emarginato sociale). La lettera sembra essere indirizzata a un boss dell’arciprete che ha come compito la gestione dei suoi fratelli minori (forse un prelato o cardinale). Viene aperta un’indagine. Si deduce che il superiore appartenga a un ordine inquisizionale. Lazaro interviene nell’indagine smentendo tutto l’accaduto. Lui è costretto a negare l’evidenza perché, se ammette che è tutto vero, si dichiara complice (sapeva tutto e non l’ha detto). Nel 1491 viene emanata una legge (cornutos y martiatos) che prevedeva che i mariti consenzienti riguardo all’adulterio delle mogli fossero responsabili e colpevoli quanto le donne: avrebbe perso tutti i suoi privilegi. Quando Lazaro si riferisce al caso (nel prologo) osserviamo 2 punti di vista: - POV VUESTRA MERCED Puro interesse nella vicenda dell’arciprete da parte del prelato (vuestra merced). Il destinatario non ha interesse nella coppia, troppo sfigati; - POV LAZARO Dal punto di vista di Lazaro, lui rischia di perdere lo stipendio e tutti i privilegi. L’arciprete (o un’altra autorità) riceve istruzioni da vuestra merced di spiegare il caso, al posto suo risponde Lazaro spiegando di tutta la sua vita. Lazaro spiega la sua vita e tra le righe lui conferma il caso, dimostra di essere costretto a negare il tradimento perché la società lo ha bastonato tutta la vita e non si può permettere di dire la verità. Preferisce accettare le condizioni del suo matrimonio per il posto fisso. Chi è vuestra merced? Lazaro ce lo espone con indizi in linguaggio squisito. - Vuestra merced è un titolo attribuito solo a classi molto alte (es. magnifico, sua eccellenza). - A un certo punto, Lazaro rivela che sopra al suo interlocutore c’è (in grado di potenza) solo Dio. Sta dicendo a Vuestra merced (ricordandogli) che sopra a sé solo Dio, si trova quindi nell’aristocrazia del clero (fascia più alta). - Viene rivelato che non è di Toledo, ma che si sta interessando al problema. È qualcuno che sta facendo un’indagine (pesquissa) e le uniche persone che potevano farle erano i magistrati inquisitoriali. 12/03/2025 16/04/2025 Lazarillo e Don Quixote Censura appena viene pubblicato: - Vengono cambiati i ruoli sociale dei membri del clero (artigiani…); - Tagliate alcune parti, viene ridotto ad una favola per bambini. Ha la forma di una lettera a Vuestra merced, carta messaggera. Ci sono diverse citazioni a Aristotele, Cicerone… Come tipico delle lettere umanistiche era divisa in 3 parti: - Parte introduttiva, captatio benevolentia; - Parte argomentativa; - Parte finale di congedo. Corrisponde al saluto (Luogo, Data, Firma), per scrivere la data usa uno stratagemma: si riferisce al giorno esatto in cui l’imperatore entra a Toledo per stabilire le sue corti nel 1536. Il riferimento a Carlo V non è innocente, vuole coinvolgere anche l’imperatore nelle vicende, quadro spietato della Spagna dell’epoca per rendere colpevole il sovrano (disinteresse). PROLOGO Yo por bien tengo que cosas tan señaladas, y por ventura nunca oídas ni vistas, vengan a noticia de muchos y no se entierren en la sepultura del olvido, (1) pues podría ser que alguno que las lea halle algo que le agrade, y a los que no ahondaren tanto los deleite. (2) Y a este propósito dice Plinio que no hay libro, por malo que sea, que no tenga alguna cosa buena; mayormente que los gustos no son todos unos, mas lo que uno no come, otro se pierde por ello. Y así vemos cosas tenidas en poco de algunos, que de otros no lo son. (3) Y esto para que ninguna cosa se debería romper ni echar a mal, si muy detestable no fuese, sino que a todos se comunicase, mayormente siendo sin perjuicio y pudiendo sacar de ella algún fruto. Porque, si así no fuese, muy pocos escribirían para uno solo, pues no se hace sin trabajo, y quieren, ya que lo pasan, ser recompensados, no con dineros, mas con que vean y lean sus obras y, si hay de qué, se las alaben. Y, a este propósito, dice Tulio: «La honra cría las artes». Direzione del «doppio caso», dilogia, punto di vista di Lazaro e di Vuestra merced. 1) Può essere che quello che scrivo possa piacere ad alcuni, quelli che non sono in grado di andare molto a fondo si divertano. Doppia traiettoria, ma con lo stesso registro. Lo chiarisce subito a Vuestra Merced (gioco di duplicità), dice due cose differenti, ma il lettore se ne rende conto solo alla fine del romanzo. 2) Riferimenti letterari, Plinio, Quintiliano, Aristotele (?) e Cicerone. Evidenzia l’impossibilità di questa situazione: i poveri non hanno accesso e possibilità di parola (condizione di analfabetismo), per questa ragione un autore anonimo si prende questa responsabilità di scrivere. 3) Al contrario di quello che scrive tutto ciò che scrive è degno di pregiudizio e niente dà frutto. Se non fosse vero che si può cogliere qualcosa di buono da tutto non avrebbe senso scrivere solo a un destinatario. Le lettere umanistiche non avevano come scopo solo la comunicazione al destinatario, ma erano scritte con obiettivo di pubblicazione (vari Epistolari letterari) e per questo erano scritte in un certo modo. Allo stesso modo finge che la lettera possa essere pubblica, scrive a Vuestra Merced e allo stesso tempo lo minaccia di poter dire tutta la verità sui fatti. Spiegazione dello stile della lettera. (4) ¿Quién piensa que el soldado que es primero del escala tiene más aborrecido el vivir? No por cierto; mas el deseo de alabanza le hace ponerse al peligro; y así en las artes y letras es lo mismo. (5) Predica muy bien el presentado y es hombre que desea mucho el provecho de las ánimas; mas pregunten a su merced si le pesa cuando le dicen: «¡Oh, qué maravillosamente lo ha hecho vuestra reverencia!». Justó muy ruinmente el señor don Fulano, y dio el sayete de armas al truhán, porque le loaba de haber llevado muy buenas lanzas: ¿qué hiciera si fuera verdad? 4) Chi pensa che il soldato in prima fila voglia morire? È il desiderio della lode che lo spinge. Lazaro rischia in prima persona, come un soldato nell’avanguardia anche lui combatte la propria guerra (difendere quello che ha) 5) Al prete presentado piace predicare bene e gli importa del bene delle proprie anime, allo stesso tempo gli importa della lode (fare bella figura all’inizio della carriera). Il giullare loda il soldato dopo i giochi anche mentendo. Conta più l’apparenza che la realtà. (6) Y todo va de esta manera: que, confesando yo no ser más santo que mis vecinos, de esta nonada, que en este grosero estilo escribo, no me pesará que hayan parte y se huelguen con ello todos los que en ella algún gusto hallaren, y vean que vive un hombre con tantas fortunas, peligros y adversidades. 6) È così che funziona la vita, io che confesso di non essere più santo dei miei vicini di casa, di questo nonnulla che scrivo in maniera “rozza”, non mi darà alcun fastidio che ne abbiano parte tutti coloro che in esse trovino qualche piacere e vedano come vive un uomo con tante fortune, pericoli e avversità. Non è il “caso” il problema, ma il fatto che se ne parli. Se qualcuno deve saperlo allora possono saperlo tutti, dice di non essere santo più dei suoi vicini e se loro dovessero parlare allora anche lui minaccia di rivelare i segreti sui vicini (in realtà lo fa già nel romanzo). (7) Suplico a Vuestra Merced reciba el pobre servicio de mano de quien lo hiciera más rico si su poder y deseo se conformaran. Y pues Vuestra Merced escribe se le escriba y relate el caso muy por extenso, parecióme (8) no tomarle por el medio, sino del principio, porque se tenga entera noticia de mi persona, y también porque consideren los que heredaron nobles estados cuán poco se les debe, pues Fortuna fue con ellos parcial, y cuánto más hicieron los que, siéndoles contraria, con fuerza y maña remando, salieron a buen puerto. 7) Indizio che non sta rispondendo a una lettera destinata a Lazaro, escribe se le escriba. 8) Chiede che il fatto venga analizzato nella sua interezza (no medias res), affinché coloro che hanno un nobles estados capiscano che a loro non si deve niente: la fortuna è stata benevola (limpieza de sangre) e perché vedano gli sforzi di coloro che hanno faticato per raggiungere una buona posizione (buen puerto). In realtà non si arriva a una buona posizione sociale. Lettera delatoria: dice una cosa e nel frattempo denuncia una serie di persone e situazioni. Tra le righe denuncia tutti i malfattori dei luoghi in cui è vissuto. È anche un auto-delatore: denuncia sé stesso al pari degli altri. Lazaro sceglie un ordine naturale per raccontare il suo caso, per esprimere un’argomentazione ci sono 2 modalità: - Artificiale/retorico, si basa su ciò che viene richiesto dall’interlocutore (arrivando direttamente al punto e poi spiegandosi in seguito); - Naturale, racconta tutto dall’inizio. Usa un ordine cronologico che non ha senso come risposta a una richiesta di Vuestra Merced, risponde al caso di Vuestra Merced partendo dallo spiegare il proprio. Paradosso linguistico, tipico di tutti i romanzi picareschi. Si😊 ESORDIO-Tratado Primero Pues sepa Vuestra Merced, ante todas cosas, que a mí llaman Lázaro de (1) Tormes, hijo de Tomé González y de Antona Pérez, naturales de Tejares, aldea de Salamanca. (2) Mi nacimiento fue dentro del río Tormes, por la cual causa tomé el sobrenombre; y fue de esta manera: mi padre, que Dios perdone, tenía cargo de proveer una molienda de una aceña que está ribera de aquel río, en la cual fue molinero más de quince años; y, estando mi madre una noche en la aceña, preñada de mí, tomóle el parto y parióme allí. De manera que con verdad me puedo decir nacido en el río. 1) Tormes, fiume di Salamanca. Gonzáles e Pérez sono i cognomi più diffusi, genitori anonimi. Tomé, nel gergo, significa “ladro” e indica il suo secondo lavoro. I genitori sono mugnai, responsabili di un mulino ad acqua, ai tempi erano pubblici: non sono i proprietari, ma i guardiani. Dissanguavano i sacchi, ovvero rubavano il grano dai sacchi degli altri e lo rivendevano. 2) Doppio riferimento: si descrive come “eroe” che nasce dentro il fiume e associa le sue origini (1) a quelle di Mosè e costruisce il proprio personaggio (2) in controluce rispetto all’eroe del romanzo cavalleresco. La caratteristica principale degli eroi cavallereschi è essere personaggi positivi, giocando su questi personaggi l’autore costruisce il suo picaro come il negativo assoluto del romanzo cavalleresco (antieroe). 3) Da questo punto usa in maniera grottesca il linguaggio evangelico (es. En verdad…). Il senso non è di colpire il teso evangelico, ma di colpire il modo con cui le figure clericali negative utilizzano le parole del Vangelo e il capovolgimento del significato di esse. Si chiama Lazzaro Pues siendo yo niño de ocho años, achacaron a mi padre ciertas sangrías mal hechas en los costales de los que allí a moler venían, por lo cual fue preso, y confesó y no negó, y padeció persecución por justicia. Espero en Dios que está en la gloria, pues el Evangelio los llama bienaventurados. En este tiempo se hizo cierta armada contra moros, entre los cuales fue mi padre (que a la sazón estaba desterrado por el desastre ya dicho), con cargo de acemilero de un caballero que allá fue. Y con su señor, como leal criado, feneció su vida. Mi viuda madre, como sin marido y sin abrigo se viese, determinó arrimarse a los buenos por ser uno de ellos, y vínose a vivir a la ciudad y alquiló una casilla y metióse a guisar de comer a ciertos estudiantes, y lavaba la ropa a ciertos mozos de caballos del comendador de la Magdalena, de manera que fue frecuentando las caballerizas. Ella y un hombre moreno de aquellos que las bestias curaban vinieron en conocimiento. Éste algunas veces se venía a nuestra casa y se iba a la mañana. Otras veces, de día llegaba a la puerta en achaque de comprar huevos, y entrábase en casa. Yo, al principio de su entrada, pesábame con él y habíale miedo, viendo el color y mal gesto que tenía; mas, de que vi que con su venida mejoraba el comer, fuile queriendo bien, porque siempre traía pan, pedazos de carne y en el invierno leños a que nos calentábamos. De manera que, continuando la posada y conversación, mi madre vino a darme un negrito muy bonito, el cual yo brincaba y ayudaba a calentar. Y acuérdome que, estando el negro de mi padrastro trebejando con el mozuelo, como el niño vía a mi madre y a mí blancos y a él no, huía de él, con miedo, para mi madre, y, señalando con el dedo, decía: -¡Madre, coco! Respondió él riendo: -¡Hideputa! Yo, aunque bien mochacho, noté aquella palabra de mi hermanico, y dije entre mí: «¡Cuántos debe de haber en el mundo que huyen de otros porque no se ven a sí mismos!». 13/03/2025 14/03/2025 Secondo trattato: chierico In realtà è un cripto giudeo, ovvero un convertito per convenienza e per non essere cacciato. Uno degli stratagemmi maggiormente usati è quello di prendere le vesti della religione di Stato, fingendo una conversione reale. Come lo sappiamo? Il chierico è molto povero ed estremamente avaro. Utilizza un’arca per tenere sottochiave il pane, bene talmente prezioso che rimane lì fino ad ammuffire per non condividerlo. Una notte Lazarillo ne ruba un pezzo: buca l’arca per prendere un pezzo di pane e poi lo richiude con la cera, per questo viene cacciato di casa. Esperar: termina che sottolinea un’attesa—attesa del Messia (cripto converso). Il pane (che nasconde nell’arca) è il corpo di cristo. L’arca è l’arca dell’alleanza, dove sono nascoste le tavole della legge trasmesse a Mosè da Dio. Lazaro non può accedere all’arca dell’alleanza o al corpo di Cristo perché il chierico non crede realmente all’esistenza di questo. È un’analisi sul piano profondo (osservazione dell’autore colto, non di Lazaro). Critica alla difficile convivenza tra le persone nella Spagna nell’epoca: vengono costretti alla guerra tra poveri. Decoratore di tamburelli I decoratori sono spesso teppisti. Il decoratore mischia i colori per decorare i tamburelli, Lazaro non si trova bene e cambia padrone. In realtà non è così… 2 metafore sessuali: - Tamburello = pussy. La decorazione del “tamburello” faceva riferimento a una pratica chirurgica di ripristinazione della verginità. Anche la moglie di Lazaro ne fa uso, aveva avuto un figlio prima del matrimonio. Nella società dell’epoca la verginità era fondamentale per un matrimonio. - Aborto. Lazaro mischia gli unguenti medici al posto dei colori. Epilogo […] pensando en qué modo de vivir haría mi asiento, por tener descanso y ganar algo para la vejez, quiso Dios alumbrarme y ponerme en camino y manera provechosa. Y con favor que tuve de amigos y señores, todos mis trabajos y fatigas hasta entonces pasados fueron pagados con alcanzar lo que procuré, (1) que fue un oficio real, viendo que no hay nadie que medre, sino los que le tienen. En el cual el día de hoy vivo y resido a servicio de Dios y de Vuestra Merced. Y es que tengo cargo de pregonar los vinos (2) que en esta ciudad se venden, y en almonedas y cosas perdidas, acompañar los que padecen persecuciones por justicia y declarar a voces sus delitos: pregonero, hablando en buen romance. 1. Inizialmente racconta in maniera elegante quello che fa, in breve il banditore pubblico: un impiegato comunale che andava in giro per il paese per proclamare un fatto importante (festività, notizie…). Inoltre fa il banditore d’asta pubblica: vende all’asta i beni di coloro che finiscono in banca rotta. Come ultima cosa fa il pregonero, ovvero l’assistente del boia: andava a ritirarlo dal carcere, lo bendava e lo faceva sfilare per le strade bandendo ad alta voce i suoi crimini, fino alla piazza dove veniva eseguito pubblicamente. 3 En el cual oficio, un día que ahorcábamos un apañador en Toledo, y llevaba una buena soga de esparto, conocí y caí en la cuenta de la sentencia que aquel mi ciego amo había dicho en Escalona, y me arrepentí del mal pago que le di, por lo mucho que me enseñó, que, después de Dios, él me dio industria para llegar al estado que ahora estoy. Hame sucedido tan bien, y yo le he usado tan fácilmente, que casi todas las cosas al oficio tocantes pasan por mi mano, tanto que, en toda la ciudad, el que ha de echar vino a vender, o algo, (3) si Lázaro de Tormes no entiende en ello, hacen cuenta de no sacar provecho. 2. Tutto passa per le mani di Lazaro, se qualcuno ha qualcosa da vendere si chiede a lui. Questo si chiama “interesse privato in luogo pubblico”, lavora abusivamente per il privato oltre che per il pubblico. (4) En este tiempo, viendo mi habilidad y buen vivir, teniendo noticia de mi persona el señor arcipreste de San Salvador, mi señor, y servidor y amigo de Vuestra Merced, porque le pregonaba sus vinos, procuró casarme con una criada suya. (5) Y visto por mí que de tal persona no podía venir sino bien y favor, acordé de hacerlo. Y así, me casé con ella, y hasta agora no estoy arrepentido, porque, allende de ser buena hija y diligente servicial, tengo en mi señor arcipreste todo favor y ayuda. Y siempre en el año le da, en veces, al pie de una carga de trigo; por las Pascuas, su carne; y cuando el par de los bodigos, las calzas viejas que deja. E hízonos alquilar una casilla par de la suya; los domingos y fiestas casi todas las comíamos en su casa. 3. Dato che Lazaro pubblicizzava i suoi vini, lo fa sposare con una sua serva: a. Presenta l’arciprete come suo padrone. Il suo ultimo padrone dovrebbe essere la Corona spagnola, non l’arciprete. b. L’arciprete usa un servo reale come proprio, inoltre usava i terreni di proprietà collettiva (della Chiesa), per farsi i suoi interessi. È un imprenditore che vende i vini dei terreni pubblici con un banditore pubblico per suo personale guadagno. c. Fa sposare la sua serva per coprire il fatto che è la sua amante. 4. Non ha da lamentarsi della moglie, inoltre ha molti privilegi da parte dell’Arciprete, però solo per la moglie: a. Grano (seme) più volte l’anno; b. Carne a Natale; c. Par de los bodigos, quando è il momento di prepararli le dà le calze vecchie. Bodigo = sesso femminile. (6) Mas malas lenguas, que nunca faltaron ni faltarán, no nos dejan vivir, diciendo no sé qué y sí sé qué, de que ven a mi mujer irle a hacer la cama y guisalle de comer. Y mejor les ayude Dios, que ellos dicen la verdad, 4aunque en este tiempo siempre he tenido alguna sospechuela y habido algunas malas cenas por esperalla algunas noches hasta las laudes, y aún más, y se me ha venido a la memoria lo que a mi amo el ciego me dijo en Escalona, estando asido del cuerno; aunque, de verdad, siempre pienso que el diablo me lo trae a la memoria por hacerme malcasado, y no le aprovecha. 5. Hacer la cama y guisalle de comer: stessi termini che usa per descrivere il lavoro della madre con gli studenti. Porque allende de no ser ella mujer que se pague de estas burlas, mi señor me ha prometido lo que pienso cumplirá; que él me habló un día muy largo delante de ella y me dijo: (6) -Lázaro de Tormes, quien ha de mirar a dichos de malas lenguas nunca medrará. Digo esto, porque no me maravillaría alguno, viendo entrar en mi casa a tu mujer y salir de ella. Ella entra muy a tu honra y suya. Y esto te lo prometo. Por tanto, no mires a lo que pueden decir, sino a lo que te toca, digo, a tu provecho. 6. Non badare a quello che dicono, ma a quello che ti interessa. L’arciprete minaccia Lazaro, nel caso dovesse parlare non avrebbe alcun vantaggio. (7) -Señor -le dije-, yo determiné de arrimarme a los buenos. Verdad es que algunos de mis amigos me han dicho algo de eso, y aun por más de tres veces me han certificado que, antes que conmigo casase, había parido tres veces, hablando con reverencia de Vuestra Merced, porque está ella delante. Entonces mi mujer echó juramentos sobre sí, que yo pensé la casa se hundiera con nosotros. Y después tomóse a llorar y a echar maldiciones sobre quien conmigo la había casado, en tal manera que quisiera ser muerto antes que se me hubiera soltado aquella palabra de la boca (il triplice parto). Mas yo de un cabo y mi señor de otro, tanto le dijimos y otorgamos que cesó su llanto, con juramento que le hice de nunca más en mi vida mentalle nada de aquello, y que yo holgaba y había por bien de que ella entrase y saliese de noche y de día, pues estaba bien seguro de su bondad. Y así quedamos todos tres bien conformes. Hasta el día de hoy nunca nadie nos oyó sobre el caso; antes, cuando alguno siento que quiere decir algo de ella, le atajo y le digo: -Mirad, si sois mi amigo, no me digáis cosa con que me pese, que no tengo por mi amigo al que me hace pesar, mayormente si me quieren meter mal con mi mujer, que es la cosa del mundo que yo más quiero, y la amo más que a mí, y me hace Dios con ella mil mercedes y más bien que yo merezco. (9) Que yo juraré sobre la hostia consagrada que es tan buena mujer como vive dentro de las puertas de Toledo. Quien otra cosa me dijere, yo me mataré con él. 9. De esta manera no me dicen nada, y yo tengo paz en mi casa. Esto fue el mismo año que nuestro victorioso Emperador en esta insigne ciudad de Toledo entró y tuvo en ella Cortes, y se hicieron grandes regocijos, como Vuestra Merced habrá oído. Pues en este tiempo estaba en mi prosperidad y en la cumbre de toda buena fortuna. 19/03/2025 L’honor è un fatto sociale che non dipende dall’individuo, ma è dato alla nascita. È un privilegio innato e familiare. L’honra è un fatto individuale, battaglia personale per dimostrare la proprietà del proprio honor. È accessibile a tutti, ma bisogna che si dimostri. Lo scudiero del terzo trattato nasce con l’honor, ma non possiede l’honra. DON QUIXOTE Dimensione tragica: l’umorismo. Teorizzazione di Luigi Pirandello, scrive il saggio L’Umorismo. Tra i vari esempi che porta, sceglie Cervantes e il Don Chijote: uno degli esempi più iconici è della vecchia imbellettata. Descrive l’incontro tra un uomo che incontra una donna tutta agghindata, avvicinandosi vede che si tratta di una vecchia signora. Inizialmente si ride dell’immagine distorta e del contrasto, poi con un’analisi si trova il lato più profondo e tragico della situazione: il passare del tempo, la probabile infelicità della signora. Il riso diventa un ghigno amaro di fronte alla realtà. Usa l’esempio per spiegare il sentimento del contrario: inizialmente simpatia e poi osservazione dell’amarezza della società. Si tratta di due sentimenti inscindibili. Ci sono almeno 700 personaggi, è un’immagine tragicomica, ma realistica, della Spagna dell’epoca. Romanzo scritto nell’arco di circa un ventennio e pubblicato in due parti (tomi), la prima esce nel 1605 e la seconda nel 1615. Tutte e due insieme compongono la parabola del viaggio di Don Chijote, nel cronotopo si vedono gli ultimi 6 mesi di vita del protagonista. In sostanza, si tratta della storia di un vecchio negli ultimi mesi di vita e della sua morte. La prima parte descrive le prime 2 uscite del protagonista, la seconda parte la terza uscita. Cosa intendiamo con uscite: Don Quixote è un hidalgo decaduto, accanito lettore di libri di ogni genere, in particolare quelli di cavalleria. Lui passa 24 ore al giorno a leggere, spende pochissimo tempo nel mangiare o nel dormire, investe solo sulla lettura, in tempo e in denaro. Vende quasi tutto ciò che ha per comprare libri. A un certo punto inizia a confondere quello che sa del mondo attraverso i libri e quello che sa del mondo grazie all’esperienza. Inizia a vivere la vita quotidiana come se fosse un eroe dei suoi libri cavallereschi. Perde la testa e pensa di essere un cavaliere errante, si cerca uno scudiero Sancho (mentecatto del paese), si trova un cavallo (un ronzino che sta morendo) e inizia ad andare in giro per la Spagna per risolvere i problemi della Spagna. I familiari, che lo cercano e si preoccupano, ogni volta che lui scappa lo prendono e lo riportano a casa. Lui poi scappa nuovamente, queste fighe sono le uscite che vengono descritte. Dopo l’ultima uscita, scrive il suo testamento e poi muore. Tra il 1605 e il 1615 si inserisce la pubblicazione di un altro Don Quixote apocrifo (cerca autore), nel 1614. Il personaggio di Don Quixote diventa particolarmente famoso come maschera, il romanzo ha successo e un autore ne approfitta pubblicando la seconda parte. Quando Mancha scopre l’uscita del “falso seguito” era già in conclusione del romanzo. Nella parte finale inserisce dei riferimenti al libro illegittimo: come se Cervantes utilizzasse l’idea di un universo parallelo che fa interagire con il suo. L’idea di partenza di Cervantes è quella di scrivere un’opera in grado anche di ragionare su sé stessa, scrittura di un romanzo che racconta un’avventura e allo stesso tempo le strategie che l’autore utilizza per scriverlo: metaromanzo. Lo sguardo umoristico non è solo sulla Spagna ma anche sullo stesso romanzo, come se si sdoppiasse e il romanzo diventasse oggetto narrativo. Forma narrativa nota: la maschera del cavaliere è quella più conosciuta, il romanzo di cavalleria era il genere più in voga in Spagna nel secolo precedente. Il genere cavalleresco ha una data di nascita, nel 1508 viene pubblicato un libro (archetipo del romanzo cavalleresco moderno) che è l’Amadis de Gauda che intende recuperare la dimensione del romanzo cavalleresco medievale (cicli bretone e carolingio). Sulla tradizione medievale, l’autore costruisce un nuovo cavaliere errante. Nasce una serie infinita di romanzi di cavalleria che funzionano come il fenomeno degli “spinoff”. Seguiti in tutte Europa, anche dagli analfabeti: ai tempi la tradizione narrativa si trasmetteva per oralità, chi sapeva leggere lo faceva per nuclei familiari o per piccole comunità. Che l’universo del signore degli anelli gli fa un baffo. Questo è il fenomeno su cui Cervantes basa il suo romanzo, ne fa una parodia: significa “parlare/cantare sopra”, non ne fa una satira, ma anzi è un omaggio. L’autore conosce bene la materia e la apprezza. Rimane l’aspetto della presa in giro, ma solo parzialmente. Cervantes utilizza il codice del romanzo di cavalleria per farne una parodia. Il lume della ragione del protagonista salta perché entra dentro il mondo cavalleresco: si proietta dentro quel mondo fino al punto di credere di appartenere a quel mondo. Anche quando smette di leggere, ciò che vede nella realtà viene decodificato secondo l’enciclopedia entro la quale lui è introiettato (traduce la realtà secondo il codice cavalleresco), pretendendo che chi lo circonda faccia parte della stessa fantasia. Cerca di convertire gli altri alla realtà che lui vive. Lo schema è sempre lo stesso: Don Quixote individua un elemento o una persona e la trasfigura in personaggio del suo mondo, poi questo personaggio si rivolta e si presenta per quello che è. Al che il protagonista “cade” (metaforicamente sconfitto), ma non si arrende: il suo scopo è ripristinare il mondo all’età dell’oro. Don Quixote è un pazzo, ma alla fine non ha torto. Ridiamo della situazione in cui si trova e delle vicende che vive, ma poi si realizza che in realtà il protagonista è innocente, è un pazzo, ma alla fine ha ragione. L’anonimo del Lazarillo, sulla base dei pregi dell’eroe, costruisce l’esatto contrario rispetto al prototipo cavalleresco: Lazarillo è un antieroe del mondo cavalleresco. Viceversa, Don Quixote non è un antieroe o il contrario qualitativo dell’eroe cavalleresco. Don Quixote è puro, colto e sempre dalla parte giusta. È un pazzo, ma alla fine dei conti la ragione per cui esce di casa è radicalmente e filosoficamente giusta e corretta. Vuole la pace tra gli uomini. Non è un antieroe cavalleresco, ma una paradossale incarnazione di un personaggio poetico. Come se fosse strumentalmente il nostro specchio nel quale vediamo cosa succede quando la bellezza di un personaggio positivo, che si trova solo in una narrazione o opera d’arte, esce e va in giro per le strade del mondo. È l’incarnazione del perfetto eroe, ma nessuno lo può capire. Si tratta di umorismo tragico: l’uomo non è in grado di accettare la bellezza perché comporta fatica. Motivazione filosofica di fondo Situazione europea della Riforma, grande contraddizione tra due linee: riforma luterana e controriforma cattolica con il Concilio id Trento. A testimoniare l’esigenza di un ritorno a una dimensione religiosa antica ed evangelica, si possono trovare altre correnti filosofico-religiose riformiste. Tra questi riformisti, in Spagna e in Italia ebbe molto successo era Erasmo da Rotterdam: un frate molto amico di Lutero, dal quale si divide (Lutero crea una nuova Chiesa, mentre Erasmo rimane sui principi iniziali (modificazione dei paradigmi della Chiesa cattolica del tempo). I libri di Erasmo erano automaticamente proibiti, circolavano in ogni caso in maniera abusiva. Uno dei libri di Erasmo più famosi e censurati è l’Elogio della follia, un lungo monologo in latino in cui Eramo finge che la Follia prenda vita ed elogi sé stessa. La follia è la cosa più odiata nel mondo, essa è fatta di due anime: la follia perversa (fa impazzire gli uomini e li spinge alla violenza e all’abuso della natura), che viene seguita dagli uomini, e la follia positiva, che nessuno conosce. La follia positiva è come quella del famoso uomo greco che impazzì e comincio a fissare una parete bianca vedendoci proiettate molte immagini poetiche che nessun altro riusciva a vedere. I familiari preoccupati, riescono a trovare un medico disposto a curare l’uomo con una pozione. L’uomo guarisce e si rende conto di aver fissato un muro bianco, si rivolge alla famiglia e gli dice che curarlo è stato un errore. La realtà che tutti vivono è brutta, la sua immaginazione/pazzia era più pacifica, poetica e bella. La vera follia è quella che disarma gli uomini e li manda in giro per il mondo a combattere per degli ideali (senza schiacciare gli altri). Il folle supremo del mondo è Cristo. Il folle è l’unico che riconosce i veri valori. Cervantes costruisce tutto il romanzo sulla convinzione che quella è la vera follia, quella filosofica e metafisico. Il personaggio è il capro espiatorio di tutti quanti, intorno al quale c’è un’aura di positività che gli altri non vedono, come i familiari dell’uomo greco. C’è incapacità, da parte dei lettori e degli altri personaggi, di assumersi l’assoluto ideale di voler cambiare il mondo. Don Quixote è l’uomo più colto che può esserci al mondo, il più sottile e arguto. L’ostacolo che ha è la sua follia, l’inadeguatezza concreta alle cose materiali della vita: nel mondo reale Don Quixote è in difficoltà. Don Quixote si nutre di romanzi di cavalleria (principalmente), in nessun romanzo si vede un eroe che va in bagno o che soccombe a piccolezze quotidiane, manca la parte reale (pagare l’affitto, i conti da saldare…). Quando il personaggio viene messo di fronte a quelle situazioni è messo in crisi, non si era mai posto quei problemi. Sancho Panza, invece, se li pone costantemente e non comprende la logica completamente idealistiche di Don Quixote. Quando incontra Sancho Panza, lui lo vede concretamente come uno scudiero in erba. Sancho Panza non conosce le dinamiche cavalleresche: è un contadino della Mancha, è analfabeta (non sa neanche firmare), è grasso, puzzolente, ignorante. È affascinato da Don Quixote, gli disse che gli avrebbe donato un’insula se avesse deciso di seguirlo nella sua avventura. Insula è un latinismo che usa Don Quixote usa per indicare un’isola (luogo tipico del romanzo cavalleresco, va in possesso al cavaliere errante che lui dona allo scudiero): - Sancho Panza non sa cos’è un’isola, non ha mai visto il mare (come la maggioranza degli spagnoli dell’epoca. - Quando Don Quixote gli promette l’insula, non è capace di tradurlo in isola e non capisce cosa gli donerà. Lui associa insula all’idea di denaro e decide di partire e lasciare indietro la famiglia (Sancha e Sanchita). In breve, Don Quixote gli promette un’isola fittizia (appartiene alla realtà narrativa) e lo scudiero si aspetta di ricevere denaro. Nella seconda parte, invece, si vedrà uno scudiero “Chisciottizzato” e un cavaliere parzialmente disilluso e diventato più concreto: i due mondi si avvicinano e iniziano a influenzarsi. 20/03/2025 21/03/2025 Prologo Desocupado lector Cervantes, quando si rivolge al lettore, lo invita a utilizzare una chiave di lettura più colta per interpretare l’invito alla lettura. Desocupado va interpretato come sgombro, libero da impedimenti. La mente del lettore deve essere libera per ascoltare. L’intenzione è quella di portare il lettore per un’altra via, “divertirlo”. “…potrai credermi senza che te ne faccia giuramento, ch'io vorrei che questo mio libro, come figlio del mio intelletto, fosse il più bello, il più galante ed il più ragionevole che si potesse mai immaginare; ma non mi fu dato alterare l'ordine della natura secondo la quale ogni cosa produce cose simili a sé.” SIllogismo aristotelico: “l’autore è scemo e di conseguenza ha creato un libro stupido”. “Che poteva mai generare lo sterile e incolto mio ingegno, se non se la storia d'un figlio secco, grossolano, fantastico e pieno di pensieri varii fra loro, né da verun altro immaginati finora? E ben ciò si conviene a colui che fu generato in una carcere, ove ogni disagio domina, ed ove ha propria sede ogni sorta di malinconioso rumore.” Cervantes finge di aver iniziato a scrivere questo romanzo in carcere. È stato ad Algeri una volta e in Spagna altre 2. Figlio…: descrive il figlio fisicamente e lo definisce come suo figlio. Parla del libro come se fosse esso il protagonista, non un personaggio del libro. La descrizione è quella del personaggio di Don Quixote e allo stesso tempo quella dell’autore. C’è una sovrapposizione tra personaggio e autore. “Io però, benché sembri esser padre, sono patrigno di don Chisciotte, né vo' seguir la corrente, né porgerti suppliche quasi colle lagrime agli occhi, come fan gli altri, o lettor carissimo, affinché tu perdoni e dissimuli le mancanze che scorgerai in questo mio figlio. E ciò tanto maggiormente perché non gli appartieni come parente od amico, ed hai un'anima tua nel corpo tuo, ed il tuo libero arbitrio come ogni altro, e te ne stai in casa tua, della quale sei padrone come un principe de' suoi tributi, e ti è noto che si dice comunemente: sotto il mio mantello io ammazzo il re.” Inizialmente l’autore è definito come padre del libro (e del personaggio) e ora come patrigno. In realtà il libro non l’ha scritto lui, ma è una traduzione basata su un testo antico arabo. Aristotelismo nascosto: Cervantes prende parte al dibattito sull’aristotelismo, i suoi colleghi erano aristotelici. Nella logica di Aristotele c’è una divisione dei compiti tra il poeta e lo storico, hanno due compiti diversi: lo storico descrive l’individuale, il poeta dell’universale: - lo storico parla della storia di Carlo Magno, scrive di eventi che sono accaduti una volta, ad una persona in maniera individuale, attenendosi ai fatti. - Il poeta ha il diritto all’invenzione, ha il compito di universalizzare le vicende. Deve raggiungere universalmente tutti. Deve imitare, mimetizzarsi con la natura. Verosimile aristotelico si avvicina al vero storico. Nella visione aristotelica, il poeta universalizza i propri personaggi. Essi diventano dei prototipi e dei “tipi” che raggiungono moltissime persone (posseggono caratteristiche in cui tutti possono riconoscersi). Netta divisione tra bene e male. Teoria umorale: il personaggio descritto è malinconico. 27/03/2025 Schema delle vicende: - Scambio di una cosa per un’altra (confusione); Es. mulini a vento. - Scontro tra il protagonista e l’interlocutore; - Sconfitta di Don Quixote; - Ripresa del viaggio. Nonostante ciò, non c’è una dimensione di noia. La maggior parte del romanzo è un romanzo di strada (viaggio da La Mancha a Barcellona), si inseriscono 2 momenti di stasi / equilibrio in mezzo ai tomi: - Locanda; - Palazzo di una famiglia di nobili duchi. Circoscrizione delle vicende in un luogo chiuso. Metafora della casa delle bambole: la locanda ha lo stesso funzionamento, deve essere chiaro che i personaggi sono frutto di un artificio. Rende visibile che è l’autore che muove i fili dei suoi personaggi (e il lettore a proprio questa impressione). Il corral (teatro) era una forma di spettacolo fondamentale per la vita della società dell’epoca. Mezzo di comunicazione urbano che rivestiva il ruolo più importante tra le rappresentazioni artistiche. Mezzo di comunicazione più globale (destinato a tutte le cerchie della società). Il corral era adibito in un “portico”, le pareti erano quelle di 4 palazzi adiacenti che creavano un giardino interno. La sequenza della locanda funziona così: Don Quixote e Sancho sono reduci da delle avventure (il protagonista è già impazzito ed è finita la prima uscita). Arrivano presso una locanda (adibita anche come motel, in periferia e adibita per i viaggiatori). Don Quixote non è confuso, ci si aspetterebbe una sovrapposizione con la realtà cavalleresca, ma non c’è. I due alloggiano alla locanda per qualche giorno. Le circostanze sono che nella locanda ci sono: un oste, la moglie e la figlia, sono tre ignoranti e analfabeti. Ci sono altri compagni di viaggio dei due, c’è una divisione della compagnia. Una parte della compagnia (tra cui Don Quixote) vanno a dormire e (come in una casa delle bambole) ci viene mostrata la pianta della casa (le scale che portano al secondo piano, dove ci sono le camere, e il piano terra). Al piano terra rimarrà il resto della compagnia a fare serata. La compagnia rimane in sala, l’oste e la famiglia chiedono di Don Quixote. Chi lo conosce cerca di spiegare che è un pazzo e inizia un dibattito riguardo ai romanzi di cavalleria. L’oste (che non sa niente), sente che tutti gli “intellettuali” parlano di cavalleria, si assenta temporaneamente e torna con uno scartafaccio (insieme di fogli manoscritti, testi copiati da libri altrui). Porge il fascicolo alla compagnia, loro lo sfogliano e leggono il titolo: “Il curioso impertinente” di Anselmo (tratto dall’Orlando Furioso di Ariosto). Si tratta di un racconto (novella) tragico. Uno dei presenti legge questa novella per tutti. Sembra essere una novella “incollata” all’interno del romanzo apparentemente senza collegamento alla trama. Don Quixote nel frattempo: Dal piano inferiore sentono rumori, urla ecc provenire dal piano superiore. Cervantes fa in modo che il lettore si immagini di seguire Sancho Panza che si dirige verso la stanza dell’amico. Lì, Don Quixote (tra sonno e veglia) aveva scambiato degli otri pieni di vino per dei giganti. Si mette a combattere con gli otri (con tanto di spada), il vino che esce dagli otri a lui sembra sangue. La compagnia lo placca e riescono a sedarlo, poi scendono nuovamente e riprendono la lettura della novella dal punto esatto in cui avevano lasciato la lettura. Ricuce perfettamente i due punti di interruzione e ripresa, è un meccanismo che era già stato utilizzato in passato. La volta precedente (ritrovamento del manoscritto) il narratore ha ricucito il momento in cui lui inizia il racconto e dei fatti “reali” del ritrovamento del manoscritto. In questo caso, invece, è un meccanismo utilizzato al quadrato: - Abbiamo un narratore che legge un manoscritto nel quale ci sono dei personaggi che leggono un romanzo nel quale ci sono degli altri personaggi. A un certo punto si interrompe la vicenda della novella, si fa un salto indietro e si torna sul piano precedente (personaggi del romanzo) e poi viene ricucito lo strappo aperto nel piano più profondo. Finisce la lettera della novella—riprendono le vicende nella locanda. Arrivano dei nuovi personaggi nella locanda: un cautivo e la sua promessa sposa in fuga dai pirati ad Algeri, dove si era trovato per lungo tempo ed era riuscito a scappare dopo 5 anni (simile alla vicenda storica di Cervantes). Questo personaggio racconta la propria vicenda in maniera retoricamente perfetta (come se fosse una novella). Storia d’amore tra un cristiano e una donna araba, loro scappano e lei si converte. Lui racconta ad Algeri di aver conosciuto durante il suo periodo di prigionia un uomo: Cervantes. Lo descrive benissimo, racconta alcune vicende della vita di Cervantes (es. perde l’uso della mano sx). Non funziona perché un personaggio di un racconto non può conoscere l’autore stesso del romanzo. Cervantes usa una finta fonte araba fingendo di leggere una vicenda antica in cui un personaggio racconta di aver conosciuto un uomo che ha trovato un manoscritto arabo dal quale legge di un personaggio… Tra le opere di Cervantes ha scritto anche delle novelle, tra quelle scrive “il curioso impertinente”, ciò vuol dire che è passato dalla locanda. Poi c’è un’altra novella, che non viene letta, che il lettore già conosce ed è stata pubblicata da Cervantes nella realtà storica. DOPPIO CERVANTES—Uno viene incontrato dal cautivo ad Algeri, un altro invece è passato dalla locanda e ha dimenticato il suo manoscritto. Vicenda di Amore e Psiche, interpretazione mitografica di Apuleio che si trova nelle Metamorfosi. È la storia di Lucio che, per eccesso di curiosità, viene trasformato in asino. Una volta che subisce la trasformazione diventa schiavo di diversi padroni che si susseguono. C’è un momento in cui Apuleio organizza un momento in cui troviamo 2 personaggi: mentre Lucio sta dormendo, i suoi compagni di viaggio ascoltano la storia raccontata da una vecchia signora che è la vicenda di Amore e Psiche. Corrisponde alla novella del “curioso impertinente”: nel racconto di Amore e Psiche c’è un’interruzione dovuta a de rumori provenienti da dove dormiva Lucio. Lui stava combattendo con degli otri pieni di vino. Il problema sta nell’eccesso di curiosità dei personaggi (in tutti e tre i racconti) che è lo stesso eccesso di curiosità di Don Quixote nel romanzo. L’autore usa queste vicende iper-letterarie (ipertesto) per descrivere il suo protagonista. L’eccesso di curiosità è la condanna di Don Quixote (come quella del personaggio del curioso impertinente). Il curioso impertinente - Camilla - Anselmo - Locario Anselmo e Locario sono grandi amici (dall’infanzia, molti interessi comuni). In età adulta, Anselmo si innamora di Camilla e la sposa (donna perfetta). Lui è molto geloso di lei, lui chiede all’amico Locario aiuto: finge di andarsene di casa e chiede a Locario di corteggiare Camilla per provare la sua fedeltà. Inizialmente l’amico rifiuta, alla fine dice di sì. Anselmo rimane a controllare che non stesse mentendo e scopre che in realtà Locario non ci stava provando con la moglie, finge di tornare a casa, chiede a Locario come sono andate le cose e lui mente. Locario alla fine viene convinto dall’amico, Camilla lo rifiuta due volte, alla quinta volta cede e Anselmo viene cornificato. Quando Anselmo scopre del tradimento, lei va in convento e poi muore, Locario va in guerra e muore e Anselmo muore di dolore. Ciò accade perché è stato troppo curioso. Funzionamento dentro al sistema locanda. Gioco di specchi con il personaggio del secondo piano (eccesso di curiosità). Effetto di specchiamento con altri 2 scrittori: Ariosto e Apuleio. Episodio minore dell’Orlando Furioso—Anselmo (anche lui eccede in curiosità). Per Cervantes Ariosto è un modello di scrittura. L’umorismo, comicità sottoforma di smorfia, di Ariosto è lo stesso che utilizza anche Cervantes. Abbattimento della quarta parete (come a teatro). Capitoli 32-46 28/03/2025 Cervantes, con le novelle e gli ipertesti, fa una dichiarazione di poetica. Esclude la possibilità di verosimiglianza nel romanzo. Terzo motivo per inserire la novella del curioso impertinente: grazie a questa novella (nella logica della casa delle bambole) è possibile spiegare come funziona il processo di comunicazione letteraria. Nella scena della locanda, le urla di DonQ interrompono a metà la lettura della novella. Prima di riprendere la novella, tutta la compagnia (colti e ignoranti) inizia a commentare le vicende del “curioso impertinente”. Es. la figlia dell’oste vorrebbe più gossip nella novella, propende per il porno-soft. La madre disapprova del tradimento PERÒ gossip casto va bene. Chi valuta il genere, chi i personaggi… - Si crea un effetto specchio con i lettori di Cervantes: a lui non interessa il grado di cultura dei lettori, il lettore desocupado è un lettore disponibile, non per forza colto. L’autore apprezza tutti i lettori che si rendono disponibili a entrare nelle vicende. - Spaccato di come si fruiva dei testi letterari all’epoca. La lettura era riservata ai pochi che non erano analfabeti, chi poteva leggeva ad alta voce: la trasmissione dei testi era tipicamente orale. Cervantes mostra entrambe le realtà: o La lettura ad alta voce nella novella del “curioso”; o La lettura silenziosa, personale, dei romanzi. La novella che viene annunciata (e che si porta a casa il curato) e che il personaggio colto leggerà da solo. Anche la lettura di Don Quixote è personale, silenziosa ed eccessiva: non vive abbastanza. Configurazione emblematica: termine tecnico, Cervantes costruisce la narrazione come gli emblemi, con un quadro esterno e un quadro interno. Il quadro maggiore è il romanzo, la sequenza della locanda è il quadro interno che spiega il senso del quadro complessivo. CAPITULO PRIMERO Don Quixote come PARAEROE: - Battaglia persa in partenza (ritorno all’età dell’oro); - Approssimazione del personaggio (nome, provenienza…). Tutto ciò che lo qualifica avviene per sottrazione: non è più cavaliere (è decaduto), non è giovane, non è bello (ma magari in passato lo è stato) … È il fantasma di un’epoca che non c’è più. En un lugar de la Mancha, de cuyo nombre no quiero acordarme, no ha mucho tiempo que vivía un hidalgo de los de lanza en astillero, adarga antigua, rocín flaco y galgo corredor. Una olla de algo más vaca que carnero, salpicón las más noches, duelos y quebrantos los sábados, lantejas los viernes, algún palomino de añadidura los domingos, consumían las tres partes de su hacienda. El resto della concluían sayo de velarte, calzas de velludo para las fiestas, con sus pantuflos de -fol. 1v- lo mesmo, y los días de entresemana se honraba con su vellorí de lo más fino. Tenía en su casa una ama que pasaba de los cuarenta, y una sobrina que no llegaba a los veinte, y un mozo de campo y plaza, que así ensillaba el rocín como tomaba la podadera. Frisaba la edad de nuestro hidalgo con los cincuenta años; era de complexión recia, seco de carnes, enjuto de rostro, gran madrugador y amigo de la caza. Quieren decir que tenía el sobrenombre de Quijada o Quesada, que en esto hay alguna diferencia en los autores que deste caso escriben; aunque, por conjeturas verosímiles, se deja entender que se llamaba Quejana. Pero esto importa poco a nuestro cuento: basta que en la narración dél no se salga un punto de la verdad. Duelos y quebrantos los sábados = dolori e afflizioni (nome di un piatto, stufato fatto principalmente di lardo) il sabato. Gli ebrei non possono mangiare carne di maiale e il sabato è il giorno sacro per gli ebrei. Duelos y quebrantos nella cultura popolare, se un ebreo fingeva di essere cristiano e mantenere la sua copertura era costretto a mangiare quello stufato ed era spiritualmente dolore e afflizioni. Lantejas = lenticchie (e legumi) è un piatto típicamente ebraico algún palomino de añadidura los domingos, consumían las tres partes de su hacienda…= per mangiare quelle cose spendeva un terzo dei suoi guadagni, Il resto dei soldi li spende in: una casacca di panno, dei coprigambe, scarpe di velluto e vestito per il giorno di festa. Il resto dei giorni usa una casacca di “fustagno più fino”, nel censo di più pregiato, ma anche più usato. In casa aveva una domestica, una nipote, un ragazzo al suo servicio (de campo y plaza…, per le commissioni esterne e per i lavori in casa. Serviva come stalliere e nello stesso tempo faceva anche da giardiniere) Viene descritto tutto l’opposto di un hidalgo, ha investito tutto ciò che aveva per comprarsi dei libri di ogni genere (predilige quelli cavallereschi, ma è colto in tutti gli ambiti). 02/04/2025 03/04/2025 Innovazione nel Quixote, Violazioni della norma romanzesca: Gioca su un genere in voga (cavalleresco) cambiandolo di segno. Il classico personaggio romanzesco non cambia, rimane costante nelle sue caratteristiche fondamentali, il personaggio di Cervantes muta con il tempo, non rispetta il canone della fissità aristotelica. Ribaltamento della prospettiva aristotelica di individuale vs universale: l’arte serviva per universalizzare le caratteristiche di molti individui reali. Don Quixote dà dimensione individuale ai propri personaggi. Ci sono echi della Storia all’interno della storia, volontaria intromissione dello storico individuale nel poetico universale. Violazione del principio aristotelico: per ogni genere esistevano delle caratteristiche specifiche (e i personaggi erano prototipi), nel romanzo di Cervantes c’è l’unione di molti generi (es. episodi picareschi, il contrario di quelli cavallereschi). (Cervantes prende parte al dibattito sull’aristotelismo, i suoi colleghi erano aristotelici. Nella logica di Aristotele c’è una divisione dei compiti tra il poeta e lo storico (PRINCIPIO DI SEPARAZIONE TRA STORIA E POESIA), hanno due compiti diversi: lo storico descrive l’individuale, il poeta dell’universale: - lo storico parla della storia di Carlo Magno, scrive di eventi che sono accaduti una volta, ad una persona in maniera individuale, attenendosi ai fatti. - Il poeta ha il diritto all’invenzione, ha il compito di universalizzare le vicende. Deve raggiungere universalmente tutti. Deve imitare, mimetizzarsi con la natura). Incontro tra Sancho Panza e un suo compaesano (dopo episodio della casa dei duchi i due si separano) che non vede da molto tempo, mascherato e si finge tedesco. Lui era in vicino di casa e si chiama Ricote, si parlano del passato. Capiamo che Ricote è uno in incognito in Spagna perché dovrebbe essere stato espulso (è musulmano, cacciato nel 1609). Sta cercando di tornare al suo paesino per recuperare le sue cose. - Impossibile che Sancho possa trovare un espulso, Sancho e DonQ non ci sono più dopo il 1605, Ricote non dovrebbe esistere, invece la realtà rincorre la storia. - Sancho è un cristiano viejo, non è possibile che sia amico con Ricote. Lezione di libertà mentale, Sancho non si pone il problema della diversità perché erano entrambi pastori. Non è importante che sia un fuorilegge, sono solo due uomini, non un cristiano e un musulmano. Assurdo poetico. Morte di Don Quixote Non è normale osservare un personaggio vivere, ammalarsi e morire in maniera comune. LA FABULA DI POLIFEMO E GALATEA (Gongora) Poemetto composto intorno al 1600-1613 e che viene pubblicato dopo (circola il manoscritto dal 1613). Gongora e Cervantes si conoscevano e quest’ultimo apprezzava la poesia di Gongora. Loro due costituiscono una “scuola” all’interno del Barocco, ma gli autori tipicamente si odiavano. Diversamente da Cervantes, Gongora è solo ed esclusivamente poeta. Ha una logica più musicale. La poesia barocca è complicata. Gongora = Lorca 3. Gongora si rivolge a una élite, vuole essere oscuro perché lui è oscuro. La matrice è la stessa di Cervantes (pensiero barocco), ma la prosa di Cervantes è semplice e dedicata a chiunque. Poema di 63 ottave, stesso metro dell’Orlando Furioso. Triangolo tra Aci, Polifemo e Galatea. Polifemo è innamorato di lei, lei disprezza inizialmente tutti i siciliani, poi invece si innamora di Aci. Polifemo (geloso) spacca Aci con una pietra, nasce il fiume Aci. Gondora vuole costruire un’immagine della storia del cosmo e di tutti gli uomini. Galatea è simbolicamente acqua e aria, Aci terra e fuoco, Polifemo acqua, aria, terra e fuoco (rappresenta il caos primmordiale). Ottava XIII Compare per la prima volta Galatea, il poeta la descrive. Y Venus dulce de sus Gracias en ella el terno suma (servono 3 grazie per descriverla) Codice petrarchesco = gli occhi della donna sono come stelle, qui sono le stelle a essere come gli occhi (rovesciamento). Anafora e catafora, L’incarnato di Galatea è bianco come le piume setose di un cigno. Se non è roccia di cristallo di Nettuno è pavone di Venere e cigno di Giunone.